In questo primo giorno dell'anno, a tenermi compagnia, ottima compagnia, ho La dinastia.Il romanzo dei cinque imperatori di Andrea Frediani

Ma la realtà era che voleva esplorare il Mare Germanico, approfittare di quell'ultimo scampolo di campagna per arricchire le sue conoscenze etnografiche e culturali, il solo aspetto che lo interessasse davvero della sua permanenza in quelle lande desolate. Sapeva bene che gli uomini avrebbero trovato quantomeno bizzarra una simile motivazione, se non addirittura ridicola. Quindi aveva mentito, semplicemente.
Proprio non era adatto a fare il generale, rifletté mentre assisteva alle operazioni di sbarco dei legionari, dei pochi cavalli serbati per le ricognizioni delle bestie da soma e delle salmerie che non aveva autorizzato a buttare in acqua durante la tempesta. Il mare era ancora piuttosto agitato e pioveva a dirotto. Le scialuppe sobbalzavano sulle onde dando l'impressione di potersi capovolgere da un momento all'altro, ma fortunatamente raggiungevano le spiagge poco distanti dal punto in cui la nave ammiraglia della flotta era finita in secca, oppure sbattevano contro gli scogli al limite della terraferma.
I cavalli, innervositi dal pericoloso rollio delle barche, si imbizzarrivano accentuandone il movimento, scalciando e talvolta colpendo gli uomini con cui erano stipati. Qualcuno cadeva in acqua e scompariva tra i flutti, o lo si vedeva sfracellarsi contro gli scogli.
Ed era tutta colpa sua.Germanico volle scendere per ultimo sulla terraferma, insieme al navarca e agli altri ufficiali. Nel frattempo, si era formata una colonna di soldati, marinai e serventi che risaliva il promontorio ove erano approdati, per allontanarsi dalla zona più soggetta i marosi. Quando toccò terra, il proconsole rimase per qualche istante a osservare i superstiti della sfortunata traversata. Erano tutti zuppi, avviliti, contusi e feriti, con l'equipaggiamento rovinato o disperso; non sembrava affatto un esercito reduce da due trionfali successi.
Per gli dèi, solo lui era capace di trasformare delle vittorie in sconfitte!La pioggia si ridusse progressivamente fino a cessare, una volta giunti oltre la sommità del promontorio. Ma il cielo rimaneva plumbeo, le nubi tanto basse da sembrare nebbia, la visibilità offuscata da una luce fioca. Il paesaggio era indistinto e non era possibile vedere troppo lontano per capire dove fossero finiti. Ma in goni caso – immaginò Germanico dopo aver risalito la colonna e averne recuperato la testa – anche in una bella giornata sarebbe stato difficile orizzontarsi. Lungo il Mare Germanico, per centinaia di miglia la costa era un'interminabile sequenza di...
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