tag:blogger.com,1999:blog-55121254835406687472024-03-18T08:00:34.714+01:00La LibridinosaCosa fai nella vita? Leggo!La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.comBlogger1128125tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-42737760102865825592024-03-18T08:00:00.033+01:002024-03-18T08:00:00.131+01:00Recensione 'Tutti su questo treno sono sospetti' di Benjamin Stevenson - Feltrinelli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFGOC0yRjFRy7-4L6BwTKN9unEpyvdCbfcEHp4UGVCfd-H3Z-FXMF40xZHrPzX9uH6jR_wYfFc8O7ZjNGL0ygRJGaZBgxD4QyJ3WEmsmtMeTgvyiFnOFjxnkKoksWbiMJvMJC1sLT5qpCRqbvKJeKhJ_r8d0ucFsjD7Vevdhz358KmV8cAKhLJeBEZHFas/s4023/stevenson%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3905" data-original-width="4023" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFGOC0yRjFRy7-4L6BwTKN9unEpyvdCbfcEHp4UGVCfd-H3Z-FXMF40xZHrPzX9uH6jR_wYfFc8O7ZjNGL0ygRJGaZBgxD4QyJ3WEmsmtMeTgvyiFnOFjxnkKoksWbiMJvMJC1sLT5qpCRqbvKJeKhJ_r8d0ucFsjD7Vevdhz358KmV8cAKhLJeBEZHFas/s16000/stevenson%20blog.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #482f2b;"><b>TUTTI SU QUESTO TRENO SONO SOSPETTI</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #482f2b;">Benjamin Stevenson</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #482f2b;"><span style="caret-color: rgb(72, 47, 43);">Feltrinelli</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #482f2b;"><span style="caret-color: rgb(72, 47, 43);">6 febbraio 2024</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #482f2b;"><span style="caret-color: rgb(72, 47, 43);">384 pagine</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #482f2b;"><span style="caret-color: rgb(72, 47, 43);"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both;"><span style="color: #482f2b;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiqblIkIgxeQz-Lf2P2F0GExUakNi0qRmMYPzwK3Mg13vYBaR3jjSPjmiZHO4bU7kH5Tqxcd0C2GZKDT15XLEL9BzvHIjFBD1UhBGxQX3oZzAfiSng0qWmdRtWEfhTZSm3uiPu_CumX-3jxioO3Tz9lHRI_E4lIrBmnzEb2fZty3Bk3e9GfCtY6nNf5AkI/s100/2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="73" data-original-width="100" height="73" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiqblIkIgxeQz-Lf2P2F0GExUakNi0qRmMYPzwK3Mg13vYBaR3jjSPjmiZHO4bU7kH5Tqxcd0C2GZKDT15XLEL9BzvHIjFBD1UhBGxQX3oZzAfiSng0qWmdRtWEfhTZSm3uiPu_CumX-3jxioO3Tz9lHRI_E4lIrBmnzEb2fZty3Bk3e9GfCtY6nNf5AkI/s1600/2.png" width="100" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></span><div style="text-align: justify;">Ernest Cunningham è nei guai. Dopo essere diventato famoso per aver scritto un true crime sulla sua famiglia – una famiglia micidiale: hanno tutti ucciso qualcuno –, il suo agente letterario e il suo editore gli chiedono con insistenza un nuovo libro. Ma dove trovare l’ispirazione, senza che qualcuno ci rimetta la pelle? </div><div style="text-align: justify;">L’occasione si presenta sotto forma di un invito al Festival Australiano del Giallo. In omaggio ad Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, gli organizzatori hanno deciso di riunire un gruppo di celebri giallisti a bordo del Ghan, il treno che attraversa l’Australia, da Darwin a Adelaide. Durante il viaggio, Ernie avrà modo di confrontarsi con i colleghi e forse, chissà, di mettersi finalmente al lavoro. Neanche il tempo di partire che ci scappa il morto. </div><div style="text-align: justify;">Per deformazione professionale, ciascuno dei giallisti inizia subito a elaborare teorie in base alla propria specializzazione: c’è chi procede per deduzione, chi veste i panni del medico legale e chi traccia il profilo psicologico del possibile assassino. A bordo sono tutti sospetti. Sulla carta sanno tutti come ragiona un detective e, prima ancora, come si commette un crimine, ma chi è passato dalla teoria alla pratica? Dopo il grande successo di Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno, Benjamin Stevenson torna con un giallo brillante e ricco di humour, che corre davvero come un treno verso il più sorprendente dei finali. Un viaggio in treno. </div><div style="text-align: justify;">Un cadavere alla prima fermata. </div><div style="text-align: justify;">Dei passeggeri molto sospetti: sanno tutti come cavarsela con un delitto. </div><div style="text-align: justify;">Chi di loro è il colpevole?</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwaPxIlthBAgJINT1Tw3SXlg0Cn9pBro-G4q2wpFdNtPehICLxiRYsEUT0zamrkfPlFjmSeEmMvVXM-4LY614EF6jrqjS8GMHCf5AEhVTqAtRB1hWKhO36J8-TchnujKF-V9a1oNJXpuTD-cvTqe7iiJW3Y70_untDrbMjERzEHlEC-dxG5Ca4Mv-TGZDy/s250/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="64" data-original-width="250" height="64" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwaPxIlthBAgJINT1Tw3SXlg0Cn9pBro-G4q2wpFdNtPehICLxiRYsEUT0zamrkfPlFjmSeEmMvVXM-4LY614EF6jrqjS8GMHCf5AEhVTqAtRB1hWKhO36J8-TchnujKF-V9a1oNJXpuTD-cvTqe7iiJW3Y70_untDrbMjERzEHlEC-dxG5Ca4Mv-TGZDy/s1600/recensione.png" width="250" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Che io non sia una lettrice di gialli, ormai lo sanno anche i sassi; che, però, abbia amato tanto il <a href="https://www.lalibridinosa.com/2022/10/recensione-in-anteprima-tutti-nella-mia.html" target="_blank">primo romanzo</a> di questa serie, è altrettanto vero!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È stato con gioia, quindi, che mi sono approcciata alla lettura di questo secondo volume, pronta a farmi nuovamente sorprendere e divertire da Benjamin Stevenson e dal suo protagonista, Ernest Cunningham. Gioia che è scemata man mano che la storia procedeva lenta, noiosa e ripetitiva.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">L'unica cosa che sfreccia veloce in questo romanzo è il Ghan, abbreviazione di Afghan Express, la tratta ferroviaria che taglia a metà il deserto rosso australiano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È a bordo dei suoi vagoni che si svolge la 50° edizione del Festival Australiano del Giallo, cui Ernest partecipa come ospite assieme ad altri quattro scrittori.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E questo è tutto ciò che posso dirvi della storia per evitare spoiler sul romanzo precedente!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Come in tutti i gialli che si rispettino anche in <i>Tutti su questo treno siamo sospetti </i>avremo dei cadaveri (sì, più di uno, ma non tanti quanti ne vengono annunciati a inizio romanzo), dei sospetti, dei moventi e delle indagini.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #daabab; font-family: courier;">Non sempre i sequel sono una delusione, sapete?</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E, invece, stavolta il sequel si è rivelato una delusione e per più di un motivo. Innanzitutto, lo schema usato da <b>Stevenson</b>, che <b>pare aver rispolverato il "canovaccio" del primo romanzo</b> e aver sostituito i personaggi, il luogo e l'esecuzione degli omicidi. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Per il resto, la narrazione rimane identica, con l'autore che interviene per attirare la nostra attenzione su alcuni dettagli o svelarci piccoli particolari che possono aiutarci a scovare il colpevole.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Se nel primo romanzo questa trovata risultava quasi geniale, regalando la sensazione di essere parte integrante della storia e avere l'autore dalla nostra parte, questa volta il meccanismo si inceppa troppo in fretta e, smettendo di funzionare quello, crolla tutto il castello.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La storia parte lenta come un diesel, ma, invece di spiccare il volo quando ormai il motore dovrebbe essere caldo, si impantana in personaggi eccessivamente stereotipati, dispettucci e pettegolezzi da bar che regalano un quadro dell'editoria probabilmente veritiero ma meno divertente di quanto, forse, Stevenson avrebbe voluto renderlo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il "copione" prestabilito sulla scia del primo romanzo, qui regala il sapore di una minestra riscaldata, cui mancano, ovviamente, quello stupore e quella novità che tanto speciale e innovativo avevano reso <i>Tutti in questa famiglia hanno ucciso qualcuno.</i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Si procede quasi per inerzia, spinti dalla (poca, in verità) curiosità di capire dove l'autore voglia andare a parare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Peccato che Stevenson decida di dare <b>la mazzata finale</b> con un capitolo conclusivo che nulla ha a che spartire col resto del romanzo!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Qualche risata qua e là, omaggi e citazioni letterarie che dovrebbero mandare in brodo di giuggiole i lettori non bastano a risollevare le sorti di una storia che si accartoccia su sé stessa troppo presto. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Pare, inoltre, che un terzo capitolo sia di imminente pubblicazione; qualcuno ricordi a Stevenson che non sempre i sequel sono necessari!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHB1Xvyn284qM3gy62WMNiWaw7_zmEpGZD2PHg6ZqruIK-Ea5V7S8-EYXWumcO-D8UD3gbbMhulYk8DypEfRIQhQPoV05q9jd4TdiPV4B0kErqBNSBjfVqQMK89Wk6-GZ9lb8RorPBSXXN36sO4ACApXqdzeAN-ENhcZv757nl3DtcpVEn7RrmfRW0mKZZ/s170/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="28" data-original-width="170" height="28" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHB1Xvyn284qM3gy62WMNiWaw7_zmEpGZD2PHg6ZqruIK-Ea5V7S8-EYXWumcO-D8UD3gbbMhulYk8DypEfRIQhQPoV05q9jd4TdiPV4B0kErqBNSBjfVqQMK89Wk6-GZ9lb8RorPBSXXN36sO4ACApXqdzeAN-ENhcZv757nl3DtcpVEn7RrmfRW0mKZZ/s1600/firma.png" width="170" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-8868353874373596852024-03-11T08:00:00.045+01:002024-03-14T16:27:37.487+01:00Recensione 'L'animale femmina'di Emanuela Canepa - Einaudi<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbuNLdhf5izFM4sKbE9p6fJqBOs5ybOttfciKQ_j7gJVfZfOYE6oVfOFVxbZwYMiqMu1KyCQW94ASK5GQ4XbYshyC0cTuAWvpW_HNPc6gXXnDgCGvzzKkoqa38ZB4Q7L7boWcyDCKKPNOc2NN2FuDBhEHd1CiLpfrq-hYzBX0ZMBpGjWv1UYqoblw5antz/s4023/canepa%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3257" data-original-width="4023" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbuNLdhf5izFM4sKbE9p6fJqBOs5ybOttfciKQ_j7gJVfZfOYE6oVfOFVxbZwYMiqMu1KyCQW94ASK5GQ4XbYshyC0cTuAWvpW_HNPc6gXXnDgCGvzzKkoqa38ZB4Q7L7boWcyDCKKPNOc2NN2FuDBhEHd1CiLpfrq-hYzBX0ZMBpGjWv1UYqoblw5antz/s16000/canepa%20blog.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #482f2b;"><span style="caret-color: rgb(72, 47, 43);"><b>L'ANIMALE FEMMINA</b> || Emanuela Canepa || Einaudi || 30 aprile 2018 || 260 pagine</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #482f2b;"><span style="caret-color: rgb(72, 47, 43);"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both;"><span style="color: #482f2b;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir7UGG3EwPRjGzqQcBEvJUPda7RCj7lSg7_tzxKaaS5OD-opjXaVfsIofOLgHwtmWDSfWsGDdY7wwAOz83c5oppKNmbhz2YzrL4ZlwDfxieijkBOdHoJ_xHUaAHOnSUrxHfb69QbyFTFUxilGgP-abdWAPg-rsSwCiNrSRMwSfQE-fR-dK0fLR4udeCDKD/s209/4.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="111" data-original-width="209" height="99" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir7UGG3EwPRjGzqQcBEvJUPda7RCj7lSg7_tzxKaaS5OD-opjXaVfsIofOLgHwtmWDSfWsGDdY7wwAOz83c5oppKNmbhz2YzrL4ZlwDfxieijkBOdHoJ_xHUaAHOnSUrxHfb69QbyFTFUxilGgP-abdWAPg-rsSwCiNrSRMwSfQE-fR-dK0fLR4udeCDKD/w186-h99/4.png" width="186" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></span><div style="text-align: justify;">Rosita è scappata dal suo malinconico paese, e dal controllo asfittico della madre, per andare a studiare a Padova. Sono passati sette anni e non ha concluso molto. Il lavoro al supermercato che le serve per mantenersi l'ha penalizzata con gli esami e l'unico uomo che frequenta, al ritmo di un incontro al mese, è sposato. Ma lei è abituata a non pretendere nulla. La vigilia di Natale conosce per caso un anziano avvocato, Ludovico Lepore. Austero, elegante, enigmatico, Lepore non nasconde una certa ruvidezza, eppure si interessa a lei. La assume come segretaria part time perché possa avere più soldi e tempo per l'università. In ufficio, però, comincia a tormentarla con discorsi misogini, esercitando su di lei una manipolazione sottile. Rosita la subisce per necessità, o almeno crede. Non sa quanto quel rapporto la stia trasformando. Non sa che è proprio dentro una gabbia che, paradossalmente, si impara a essere liberi.</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih9v13qMn1zQM3pflR-D2FmtoFqjVYYUmlxRahghBTWgQrONEkLSH7EBbF31QX-TY_7P_FPP6yA39aSxyVOscKZet8lSSFgh0oL-fI14vqtrTrUA9wIOY4cp5dU8ZBLrXcJfRBcPsC5uP2afMIdLbGSNSglw87-g1gE-OyMAL4Lgq9CsoiCGuJQZJh-cJT/s250/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="61" data-original-width="250" height="61" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih9v13qMn1zQM3pflR-D2FmtoFqjVYYUmlxRahghBTWgQrONEkLSH7EBbF31QX-TY_7P_FPP6yA39aSxyVOscKZet8lSSFgh0oL-fI14vqtrTrUA9wIOY4cp5dU8ZBLrXcJfRBcPsC5uP2afMIdLbGSNSglw87-g1gE-OyMAL4Lgq9CsoiCGuJQZJh-cJT/s1600/recensione.png" width="250" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Le donne come nemiche, degli uomini, di loro stesse, della società che impedisce loro di realizzarsi. Questo è il fulcro, in sintesi, de <i>L'animale femmina</i>, romanzo d'esordio di Emanuela Canepa, vincitore del Premio Calvino 2017.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Rosita è una ragazza del sud, fuggita a quel paese che le è sempre stato stretto, ma, soprattutto, a quella madre soverchiante, asfissiante, che la vorrebbe sistemata con un uomo accanto e muta come lei è sempre stata. Muta nei confronti del marito, perduto troppo presto, muta nei confronti del paese, mai muta, invece, con Rosita che subisce i suoi rimproveri e le sue imposizioni, nonostante i 1000 km che le separano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Basta il suono del cellulare perché Rosita diventi di marmo, perché l'ansia la assalga; eppure, come in quei perfetti rapporti madre-figlia, Rosita risponde, annuisce, tace, accetta, subisce.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Mille chilometri, quelli che separano il paese d'origine da Padova, dove la nostra protagonista si è trasferita per studiare medicina.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Fuori corso ormai in maniera quasi irreparabile, Rosita a 27 anni si barcamena tra uno squallido lavoro in un supermercato, i conti da far quadrare, gli esami ormai impossibili da recuperare e un uomo sposato che la relega al ruolo di ninnolo da comodino.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La sera della vigilia di Natale, in un gesto di onestà e altruismo, Rosita incontra l'avvocato Ludovico Lepore, che ascolta la sua storia e decide di aiutarla assumendola come segretaria nel suo studio legale; Rosita avrà così modo di guadagnare più soldi e di avere più tempo libero per studiare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Emanuela Canepa crea <b>una storia che è un valzer tra due soli personaggi: Rosita e Lepore</b>. E i due, come perfetti burattini nelle mani della loro creatrice, danzano, inciampano, cadono, si rialzano e ricominciano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Contrapposti per età, estrazione sociale e vissuto, Rosita e Ludovico Lepore si studiano e si scrutano attraverso quell'enorme scrivania che li divide.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Lui, che inizialmente ci appare così altruista e generoso, si rivelerà ben presto un misogino indisponente, un uomo egoista e arido che nelle donne vede solo degli esseri pronti ad approfittarsi degli uomini.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Cosa ha reso Ludovico così cattivo? Quale segreto si nasconde nel suo passato? Con un ritmo perfettamente cadenzato, Canepa sviscera il Ludovico giovane e le nostre domande, alla fine, troveranno risposta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un romanzo d'esordio potente, una prosa già matura, dei personaggi perfettamente delineati e senza alcuna sbavatura, questo è <i>L'animale femmina</i>, che <b>solo nella sua conclusione racchiude un piccolo cedimento</b>, forse una banalizzazione, benché minima, della storia, quasi un voler rimettere tutto al proprio posto anche là dove non ve ne era un'esigenza effettiva.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj83V79CN8fc-vcCPQEcHT09vwBc6DLU6M_fmGVE_PdSgF-l2_-Ls8evdx4XYp76Y_DheJx3WmKtvcqssVePFaFcQH7XTr2fH13sUj-9ceUlEJVqEOPxou-gockVCDWfWq1FNjOkxXmSb9VHMrcHBjlMw4kqIFDquPOiloeE7UQWMw0OsOIpbbBTHs_VVww/s150/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="33" data-original-width="150" height="33" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj83V79CN8fc-vcCPQEcHT09vwBc6DLU6M_fmGVE_PdSgF-l2_-Ls8evdx4XYp76Y_DheJx3WmKtvcqssVePFaFcQH7XTr2fH13sUj-9ceUlEJVqEOPxou-gockVCDWfWq1FNjOkxXmSb9VHMrcHBjlMw4kqIFDquPOiloeE7UQWMw0OsOIpbbBTHs_VVww/s1600/firma.png" width="150" /></a></div></div><br /> <p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-46183808219833857452024-03-07T08:00:00.002+01:002024-03-14T17:00:12.901+01:00Recensione 'Errore 404'di Sacha Naspini - Edizioni e/o<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOpg3KTcTHzTn75AEloFVdJwayMVcHeSH5QhVIa7nzTg0Vs6a2rAdu7eqeLMMRI9-2ZZeBnNwBid4hdpPnuKvy12KQP2omTwCDfsFH88it-NVVSWFfSPmE5QH8Tdyb1osRj0CxFqRjtEVPoGGkbbyl7Eoej71X24tu18OuCNq0LHxX6lO_j8Js2aNPsefu/s4023/naspini%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3571" data-original-width="4023" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOpg3KTcTHzTn75AEloFVdJwayMVcHeSH5QhVIa7nzTg0Vs6a2rAdu7eqeLMMRI9-2ZZeBnNwBid4hdpPnuKvy12KQP2omTwCDfsFH88it-NVVSWFfSPmE5QH8Tdyb1osRj0CxFqRjtEVPoGGkbbyl7Eoej71X24tu18OuCNq0LHxX6lO_j8Js2aNPsefu/s16000/naspini%20blog.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: center;"><span style="color: #482f2b;"><span style="caret-color: rgb(72, 47, 43);"><b>ERRORE 404 </b>|| Sacha Naspini || Edizione e/o || 14 febbraio 2024 || 197 pagine</span></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyEFKiJGEOByFou1DOoIwJa9bZmYQXcME5rOhUaj5PGiVOBmWlEO1jXBTiCF0bV5fPBgsR6GPvKp67OnTKX1OOMk9q4xBTNustbQNgLP6GDqTl9MuhK1V1FPxaFc2y61Nhwq308NhIz1exyn6MpzDFkyqoHpdHbdHapGft9-2M4-XdLJzkxtv_1nloPKr6/s159/1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="95" data-original-width="159" height="79" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyEFKiJGEOByFou1DOoIwJa9bZmYQXcME5rOhUaj5PGiVOBmWlEO1jXBTiCF0bV5fPBgsR6GPvKp67OnTKX1OOMk9q4xBTNustbQNgLP6GDqTl9MuhK1V1FPxaFc2y61Nhwq308NhIz1exyn6MpzDFkyqoHpdHbdHapGft9-2M4-XdLJzkxtv_1nloPKr6/w132-h79/1.png" width="132" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Andrea Arcadi, fondatore della rivista Voyeur Italia, viene improvvisamente arrestato con l’accusa di aggressione ai danni di un’ex compagna di scuola con cui non aveva contatti da trent’anni. Com’è possibile? Eppure è un uomo felicemente sposato, con un figlio bellissimo e una vita professionale di successo… Messo sotto torchio dagli investigatori, racconta aneddoti inverosimili, sembrano i deliri di uno psicopatico. Andrea Arcadi sostiene di avere delle capacità uniche, in particolare questa: sa rivivere episodi del suo passato attraverso il gusto. Gli basta mettere in bocca il tale alimento e “torna” alla prima volta in cui lo ha assaggiato. Di più: avviata “l’immersione”, riesce a modificare il flusso degli eventi, dando nuove direzioni alla sua vita. Agli occhi degli inquirenti, la deposizione dell’imputato si trasforma presto in un caotico moltiplicarsi di linee parallele, ipotesi nelle quali i percorsi sono deviati, prendono destinazioni inattese… In questa girandola di vite create, rovesciate, interrotte, si procede in un viaggio pieno di colpi di scena, scoperte, amori, avventure. Errore 404 è il disperato tentativo di un personaggio alla ricerca dell’unica, decisiva traiettoria per intonare la migliore vita per sé e per i suoi cari. Come cerchiamo di fare tutti.</div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivTtz28VVSlpjYEJZcZlWcGaPQjECre9ZUIMDi8Zns0LlNNDZyUiLtjJxXfGLDV1mj7sdZgU60z3zzgVFtbjrt__YQcEsE4srUiDpWvEEkfWERZu2gJkdJxWHrNbqD7Zo2LJLdH6-sLUJcypYQKh3_wuNwwfypaBMreK679TRFPsx87TaGHUJcS8ULgNP8/s250/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="61" data-original-width="250" height="61" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivTtz28VVSlpjYEJZcZlWcGaPQjECre9ZUIMDi8Zns0LlNNDZyUiLtjJxXfGLDV1mj7sdZgU60z3zzgVFtbjrt__YQcEsE4srUiDpWvEEkfWERZu2gJkdJxWHrNbqD7Zo2LJLdH6-sLUJcypYQKh3_wuNwwfypaBMreK679TRFPsx87TaGHUJcS8ULgNP8/s1600/recensione.png" width="250" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Flashback 1</b> Andrea Accardi è il protagonista di questo romanzo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Flashback 2</b> Andrea Accardi è il fondatore della rivista <i>Voyeur Italia</i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Flashback 3</b> Andrea Accardi soffre di allotriofagia, una patologia che lo porta a nutrirsi di alimenti che non contengono nutrienti (sabbia, metalli, sassi...)</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Flashback 4 </b>Andrea Accardi è accusato di aver tentato di aggredire una sua ex compagna di scuola</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Flashback 5 </b>Andrea Accardi è in stato di fermo</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Flashback 6 </b>Andrea Accardi ha una moglie e un figlio</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Flashback 7</b> Andrea Accardi ha drogato la moglie e il figlio</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Flashback 8</b> Andrea Accardi ha cambiato molti terapeuti</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Flashback 9</b> Andrea Accardi è strano</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Flashback 10 </b>Andrea Accardi è colpevole?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Conseguenza 1 </b>Andrea Accardi mi è stato sul culo per tutto il romanzo</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Conseguenza 2 </b>Io di questo libro non ho capito niente</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Conseguenza 3</b> Per la prima volta faccio davvero fatica a trovare le parole per parlarvi di questo libro</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Conseguenza 4 </b>Qual è il senso di questa storia?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Conseguenza 5 </b>Ma perché è stato pubblicato questo libro?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Conseguenza 6</b> È uno scherzo, vero?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non leggevo romanzi di <a href="https://www.lalibridinosa.com/search/label/sacha%20naspini" target="_blank">Sacha Naspini</a> da un po' di tempo. Dopo averlo conosciuto e apprezzato con alcuni dei suoi primi lavori, le trame degli ultimi libri mi avevano lasciata un po' tiepida, quindi ho preferito evitare di sprecare tempo (e soldi).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i><br /></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Errore 404</i>, invece, ha stuzzicato la mia curiosità: un uomo accusato di aver aggredito una sua ex compagna di scuola, un uomo con la capacità di rivivere episodi del suo passato solo attraverso i sapori. Ecco, fermatevi a queste due righe, perché altro di comprensibile, in questo romanzo, non c'è!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La storia inizia con lo stato di fermo e il conseguente arresto di Andrea Accardi, fondatore della rivista <i>Voyeur Italia</i>. Andrea ha una moglie e un figlio che vengono trovati privi di coscienza nelle loro camere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E poi? Stop! Il romanzo è un continuo avanti e indietro nei pensieri e nei racconti del protagonista, che tra flashback e dialoghi cerca di farci capire chi sia e che vita abbia avuto; il problema è che i pensieri di Accardi risultano confusi, insulsi, incomprensibili.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non so quale volesse essere l'intento di Naspini nello scrivere questo romanzo, certo è che quel tocco magico e macabro che avevo trovato nei suoi primi romanzi e che tanto me lo aveva fatto amare, è del tutto scomparso.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Errore 404 </i>è una storia che non ha né capo né coda, nella quale i personaggi sono un soffio di vento in una tempesta di incongruenze.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non c'è una vera narrazione, non ci sono elementi per capire chi sia Andrea Accardi e quali siano le sue capacità.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">197 pagine di nulla assoluto, il cui unico risultato è quello di infastidire, far sbuffare, annoiare, suscitare rabbia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Errore 404</b> Ecco, forse questa è la spiegazione più adatta!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWJ0cX5wVeHCp4aqBnS7wrovz9SKeZDozjRz9tRM5MzJ0ZuYSlPU8ySvY2BCu1T8-R249u7mvGQsZ_auT3hjhOBgPF8Y_uD1m_znZQgVRt0ipTzUG2i0P3MvcFSkzWwV1TsY3AvsVSEuzFd1zbCweKw_5GXDD6R2TkQrYdArs7WPup7imXLpR01nTKWmS4/s150/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="33" data-original-width="150" height="33" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWJ0cX5wVeHCp4aqBnS7wrovz9SKeZDozjRz9tRM5MzJ0ZuYSlPU8ySvY2BCu1T8-R249u7mvGQsZ_auT3hjhOBgPF8Y_uD1m_znZQgVRt0ipTzUG2i0P3MvcFSkzWwV1TsY3AvsVSEuzFd1zbCweKw_5GXDD6R2TkQrYdArs7WPup7imXLpR01nTKWmS4/s1600/firma.png" width="150" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-60228388633126711802024-03-04T08:00:00.044+01:002024-03-14T17:00:27.789+01:00Recensione 'La donna in bianco'di Wilkie Collins - Fazi Editore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvnBZsIe3EjTlk3aYh-e0VOziiCUYAiIx4kTRy5uQtrCmDqHFw2rOp9v78QzzKSN9rPIBrLOCLWX3-Ht2u59SHz-EiAJ97BbwuHGFLGyxgKHeNrdNMnuO8gTID5WuWFAJpPdRtK-lDk8G3zI8Kg-3QAiuqysriTQXHABAChC9BbulJmBla6HXkJsgr3_s/s4023/collins%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3112" data-original-width="4023" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvnBZsIe3EjTlk3aYh-e0VOziiCUYAiIx4kTRy5uQtrCmDqHFw2rOp9v78QzzKSN9rPIBrLOCLWX3-Ht2u59SHz-EiAJ97BbwuHGFLGyxgKHeNrdNMnuO8gTID5WuWFAJpPdRtK-lDk8G3zI8Kg-3QAiuqysriTQXHABAChC9BbulJmBla6HXkJsgr3_s/s16000/collins%20blog.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #482f2b;"><b>LA DONNA IN BIANCO</b> || Wilkie Collins || Fazi Editore || 12 gennaio 2024 || 839 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaonJfZdNay1o3PvuNoxpGWQqnmr4Jxuo8RrpGJDuuNGnggRVoxnlPpBBB-PJhidIVRf2LGkATvLRPmaGWq3sWmclB1kROjSpUToBeQYZaQGOIBXCh9WBW9Tkslp_L58FXygqDLSis9RzU9ac1WyTh0JMTqGrUsQ-KeASGQbqbzdk7WqG6TQ41cJm_TFpP/s250/5.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="111" data-original-width="250" height="89" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaonJfZdNay1o3PvuNoxpGWQqnmr4Jxuo8RrpGJDuuNGnggRVoxnlPpBBB-PJhidIVRf2LGkATvLRPmaGWq3sWmclB1kROjSpUToBeQYZaQGOIBXCh9WBW9Tkslp_L58FXygqDLSis9RzU9ac1WyTh0JMTqGrUsQ-KeASGQbqbzdk7WqG6TQ41cJm_TFpP/w200-h89/5.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><div style="text-align: justify;">Quale terribile segreto nasconde la misteriosa figura femminile che si aggira di notte per le buie strade di Londra? Questo è solo il primo di una serie di intrighi, apparizioni e sparizioni, delitti e scambi di identità che compongono la trama di La donna in bianco, tessuta con magistrale sapienza da Wilkie Collins. Nel 1860 Charles Dickens pubblicò il romanzo a puntate sulla sua rivista «All the Year Round» suscitando uno straordinario interesse nel pubblico, che seguì per un intero anno le vicende della sventurata Anne Catherick e quelle degli altri personaggi, descritti con impareggiabile abilità psicologica, come l’impavida Marian Halcombe, il coraggioso Walter Hartright e l’affascinante quanto ambiguo conte Fosco.</div><div style="text-align: justify;">È passato oltre un secolo e mezzo e le cose non sono cambiate: anche il lettore moderno più smaliziato non può che rimanere piacevolmente intrappolato negli ingranaggi di questa straordinaria macchina narrativa, che ha segnato per sempre la tradizione del mistery facendo guadagnare al suo autore l’appellativo di “padre del poliziesco moderno”. Non c’è lunghezza che tenga: con un libro del genere si arriva sempre al fondo con rimpianto. La donna in bianco è anche un musical di grande successo realizzato da Andrew Lloyd Webber.</div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbfP3FPD64J6AQWnQO2X9-46XzE7YQZ3z0H3w-uHzOUZD8w-jt-nNtlT0Iv1ItkE-pe-KXsOY0M4ByTqxVpBw03Dp_K-jFKjO6Qk4wR-bw_BHvtDB6cXQWbGSEPjpeDU6V-Ld3jqKS6JQ7mg8m2ImdVyfiEWwzcynrrLEtBMqtaQbXAAsjShO2-68wwUSq/s250/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="61" data-original-width="250" height="61" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbfP3FPD64J6AQWnQO2X9-46XzE7YQZ3z0H3w-uHzOUZD8w-jt-nNtlT0Iv1ItkE-pe-KXsOY0M4ByTqxVpBw03Dp_K-jFKjO6Qk4wR-bw_BHvtDB6cXQWbGSEPjpeDU6V-Ld3jqKS6JQ7mg8m2ImdVyfiEWwzcynrrLEtBMqtaQbXAAsjShO2-68wwUSq/s1600/recensione.png" width="250" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #482f2b; font-family: courier;">Così la spettrale figura che ha ossessionato queste pagine, e la vita di colui che le ha scritte, discendono ormai nell'insondabile tenebra. Come un'ombra ella venne a me la prima volta, nella solitudine della notte. Come un'ombra adesso si allontana, nella solitudine dei morti.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Capolavoro! Come definire altrimenti un romanzo che, nonostante le sue 839 pagine, ho letto (forse sarebbe meglio dire divorato) in quattro pomeriggi?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non c'è stata una pagina che sia parsa superflua, un personaggio che non mi abbia del tutto convinta, un intreccio della trama che non sia risultato perfetto! </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Perché io non abbia mai letto nulla di Wilkie Collins, invece, rimane un mistero, la cui unica risposta risiede nella mia cretineria!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>La donna in bianco </i>è <b>un giallo tanto anomalo quanto intricato</b>, nel quale la storia e i personaggi si intrecciano alla perfezione, dando vita a una storia intensa e che, sino alla fine, lascia il lettore col fiato sospeso.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Siamo nell'Inghilterra di metà Ottocento e Walter Hartlight, grazie alla calda raccomandazione del suo caro amico, il Professor Pesca, giunge a Limmeridge House in veste di insegnante di disegno per le due nipoti di Mr Fairlie.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Marian Halcombe e Laura Fairlie hanno in comune la madre, ma padri differenti; le due sorelle, inoltre, sono molto diverse tra loro, sia fisicamente che caratterialmente: tanto Marian è scura di carnagione e capelli e con un carattere forte e tenace, quanto Laura risulta quasi eterea con i suoi occhi chiari, i capelli biondi, la pelle diafana e un temperamento docile e remissivo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Marian è povera, mentre Laura è una ricca ereditiera, ma nonostante tutte queste differenze, le due sono molto legate e si vogliono un gran bene!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Fra i tre protagonisti si creerà immediatamente un bel rapporto e le loro giornate trascorreranno serene tra passeggiate nel verde, chiacchiere e lezioni di disegno.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Proprio la profonda amicizia che li lega, porterà Marian a notare il nascente sentimento tra Walter e Laura; e sarà sempre lei, in nome dell'affetto che prova per entrambi, a ricordare all'uomo qual è il ruolo che ricopre e come l'amore che prova per la sorella non possa portare altro che problemi, soprattutto perché la ragazza è già promessa sposa di un altro uomo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Laura, infatti, è fidanza con Sir Percival Glyde, un uomo molto più grande di lei cui il padre, prima di morire, promise la sua mano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>La donna in bianco</i> è un romanzo tanto intricato quanto affascinante: vari sono i personaggi la cui voce ci racconterà questa storia, così come varie saranno le domande cui il lettore dovrà cercare una risposta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Innanzitutto, chi è la donna in bianco? Chi è Anne Catherike e cosa la lega a Laura Fairlie?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">A questo primo mistero, altri se ne aggiungeranno durante lo scorrere della storia, mantenendo desta l'attenzione e la curiosità di chi legge!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La storia, come detto, vede vari protagonisti e saranno proprio le voci di alcuni di loro a narrarci i fatti: chi sotto forma di diario, chi di lettera, chi dalla propria viva voce. Seguiremo così l'evolversi di questo romanzo e scopriremo, a tempo debito, cosa si nasconda tra le vie di Londra e nelle sontuose dimore del Conte Fosco e di Sir Percival.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La scelta di usare molteplici punti di vista aiuta a non focalizzarsi mai su un solo personaggio e, allo stesso tempo, svia i sospetti che si creano man mano che la storia procede.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La bravura di Collins è quella di farci dubitare di tutti (o quasi): ad ogni pagina, ad ogni nuovo accadimento i sospetti e i dubbi si spostano fulminei, esattamente come i nostri occhi sulle parole, tra i vari personaggi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Solo Walter e Marian rimarranno al di sopra di ogni dubbio, uniti nella loro lotta per il bene di Laura.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Marian, in particolare, ci viene raccontata come una donna di grande intelligenza e acume, forte laddove deficita in bellezza, una donna in grado di ribellarsi e fuggire al maschilismo dell'epoca, contravvenendo alle regole che la società imponeva alle donne.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Si nota, tra queste pagine, una dura critica da parte di Collins alla condizione femminile dell'epoca.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Pubblicato per la prima volta a puntate tra il 1859 e il 1860, <i>La donna in bianco</i> risulta ancora moderno e attuale. La scrittura di Wilkie Collins, così elegante e mai noiosa, neanche nelle parti più descrittive, è quel perfetto connubio tra romanticismo, ironia ed eleganza che oggi, purtroppo, è raro trovare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un plauso, infine, alla traduzione di Stefano Tummolini che, svecchiando alcuni termini e rendendo più semplici alcuni passaggi, ha regalato a questo romanzo un fruibilità ancora maggiore.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDHis1npUfph9uRZvvGCywbu9PpwORmLpUMBeY7G2dLDv7fYiSoCqtSciLfZlxUmz0IMivkiHxayjifHEJFqbHYlEzjg1OequOTxLXc24ldRD02JUi8LhzActLf2j7R1jhitHsp89i3IkZA6a74zrfCNdMqoTJrUjorPIqpvI9TIPgPseuYIhfSwbldPkh/s150/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="33" data-original-width="150" height="33" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDHis1npUfph9uRZvvGCywbu9PpwORmLpUMBeY7G2dLDv7fYiSoCqtSciLfZlxUmz0IMivkiHxayjifHEJFqbHYlEzjg1OequOTxLXc24ldRD02JUi8LhzActLf2j7R1jhitHsp89i3IkZA6a74zrfCNdMqoTJrUjorPIqpvI9TIPgPseuYIhfSwbldPkh/s1600/firma.png" width="150" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-77275859678133968372024-02-26T08:00:00.006+01:002024-03-14T17:00:50.238+01:00Recensione 'Avete presente l'amore?'di Dolly Alderton - Rizzoli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPOArhMAG7kBSjPd0WLA1xYIZB1L6NkZJqdTfgpH4ZqAvNTZ0AXtSL_voWadGeWtB5sd0wtiOpAix_cWc4InZ9vaF8QDxIglv97H9KU4ke8Prp7iyTP4Jqnx-iq5rKA-8OLFJtADhBEbpI37uWsXmeWMtIohbY8wMl3dF96Wl6jEGZcINYh0HU1-YV7Gg/s4023/alderton%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3728" data-original-width="4023" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPOArhMAG7kBSjPd0WLA1xYIZB1L6NkZJqdTfgpH4ZqAvNTZ0AXtSL_voWadGeWtB5sd0wtiOpAix_cWc4InZ9vaF8QDxIglv97H9KU4ke8Prp7iyTP4Jqnx-iq5rKA-8OLFJtADhBEbpI37uWsXmeWMtIohbY8wMl3dF96Wl6jEGZcINYh0HU1-YV7Gg/s16000/alderton%20blog.jpg" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>AVETE PRESENTE L'AMORE?</b> || Dolly Alderton || Rizzoli || 9 gennaio 2024 || 362 pagine</span></p><p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivwriewJ6ratAvGTvGJg1tyQrTGqhIqoarEXzmjhyzJjDtVSBOisOIv6BS6oig4GpoujCXYgyfog1LzgZBqq4qUN-HFhpAXIRcll1-NmN0T7jd_ZCvZ7CiOPX_0otuF5Lmnyos-opaj4B8n5DFu6RlXN9furIBdV9MfrgbdzVuxoqnBVaPP9xAPbVVIj0/s200/4.5.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="91" data-original-width="200" height="91" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivwriewJ6ratAvGTvGJg1tyQrTGqhIqoarEXzmjhyzJjDtVSBOisOIv6BS6oig4GpoujCXYgyfog1LzgZBqq4qUN-HFhpAXIRcll1-NmN0T7jd_ZCvZ7CiOPX_0otuF5Lmnyos-opaj4B8n5DFu6RlXN9furIBdV9MfrgbdzVuxoqnBVaPP9xAPbVVIj0/s1600/4.5.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Trentacinquenne con il sogno di diventare uno stand-up comedian di successo, Andy è un’anima che gira a vuoto. Da quando la sua ragazza l’ha lasciato, ha in testa mille domande su di sé, ma una più delle altre lo tiene sveglio e lo sballotta per le strade di Londra: perché l’unica donna che abbia mai davvero amato se ne è andata così, dall’oggi al domani? Senza più una casa, Andy si trasferisce prima dalla madre e poi nella camera degli ospiti di una coppia di amici, e intanto divaga: giorno e notte si abbandona a gratuiti esercizi mentali, compila lunghe liste di dubbi su Jen, sulla fine della loro relazione, sperando così di sciogliere il mistero dei propri insuccessi e di riuscire a voltare pagina. Tra fallimenti professionali, grotteschi tentativi di riallacciare i rapporti con ex fidanzate dei tempi della scuola, sbronze sconsolanti e coinquilini complottisti ultrasettantenni, capirà che per uscire dalla prigione della propria nostalgia e diventare finalmente l’adulto che si è sempre rifiutato di essere, dovrà mettere in discussione tutto quello che credeva di sapere sulle donne, su se stesso e sull’amore. Con l’ironia e l’acume che l’hanno resa un’autrice di culto in tutto il mondo, Alderton torna alle origini e mette in scena relazioni, rotture e cuori infranti di una generazione di uomini e donne alle prese con la sfida più grande: sopravvivere all’età adulta.</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmBBU5lSvnuSFcIpY-SaZjV5D8fYT-X99qtjA8v-VoOqEbi7-AIPqqrP2cnG4p_RcYSGcpZZO_c5764fqTM6uOY9Uv-EkGixWdAEK44PuXoy6FniWS5M7qreXso4_mWXcb5foow44Mzg2f2opCu-MJsgI1UZJM4emX_O3hT_ZVzBrTEhephVWOVP-fg2Q/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmBBU5lSvnuSFcIpY-SaZjV5D8fYT-X99qtjA8v-VoOqEbi7-AIPqqrP2cnG4p_RcYSGcpZZO_c5764fqTM6uOY9Uv-EkGixWdAEK44PuXoy6FniWS5M7qreXso4_mWXcb5foow44Mzg2f2opCu-MJsgI1UZJM4emX_O3hT_ZVzBrTEhephVWOVP-fg2Q/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non avevo mai letto nulla di Dolly Alderton, quindi non sapevo né che tipo di storia aspettarmi né quale fosse il suo stile. Ma su suggerimento di una "personcina" ho acquistato in blocco tutti e tre i suoi romanzi e, contrariamente al mio solito e non trattandosi di una serie, ho deciso di iniziare dal suo libro più recente.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La nostra storia si svolge a Londra, nel 2019, e Alderton imbastisce una sorta di diario attraverso il quale <b>Andy ci racconta la sua vita subito dopo essere stato lasciato da Jen</b>, con la quale ha avuto una relazione per quasi quattro anni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Andy ha 35 anni, sta perdendo i capelli, non è mai stato da solo molto a lungo, ha un filo di pancetta, una serie di lavori saltuari e sogna di sfondare nella stand-up Comedy.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Di rientro da una vacanza a Parigi, Jane lo molla su due piedi, dicendogli di non essere sicura di volere una relazione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il mondo gli crolla addosso, anche perché lui non ha mai colto alcun segnale di crisi nel loro rapporto. Prima si rifugia a casa della madre, dove trascorre le sue giornate fumando, bevendo e piangendo, poi torna a Londra, ospite temporaneo di Avi e Jane, i suoi migliori amici, in attesa di trovare un posto in cui vivere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Andy oscilla così, lento e triste, tra le uscite sempre più sporadiche col suo gruppo di amici, ormai tutti troppo presi dalle loro vite e dalle famiglie per riuscire a dedicargli del tempo, e le serate trascorse guardando film sul portatile.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Anche il suo lavoro da comico comincia a risentire dello stato d'animo che lo affligge, tanto che persino la sua agente rifugge dal rispondergli al telefono.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quando ho iniziato a leggere questo libro, sono stata colta dalla sensazione di avere tra le mani una versione al maschile di <i><a href="https://www.lalibridinosa.com/2024/02/recensione-mai-stata-meglio-di-monica.html" target="_blank">Mai stata meglio</a></i>: lo stesso iter, vicende simili, simili personaggi, anche se tutto raccontato da un uomo invece che da una donna.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La cosa mi ha preoccupata non poco, visto l'andazzo del romanzo di Monica Heisey! Per fortuna, superate le prime 90 pagine, <i>Avete presente l'amore?</i> cambia registro e il suo protagonista intraprende quel percorso di accettazione e rinascita che manca del tutto nel romanzo di Heisey.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Dopo due giorni trascorsi a dormire in una barca, Andy prende in affitto una camera a casa di un settantottenne di nome Morris, un personaggio alquanto sopra le righe: fanatico di Julian Assange, con un rifugio anti-aereo nel giardino posteriore della sua casa, un filo complottista, il suo è uno di quei personaggi in grado di portarsi sulle spalle il peso dell'intera trama e spiace un po' constatare che l'autrice lo utilizzi come semplice spalla nella storia di Andy.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>La vera sorpresa di questo romanzo sta nelle ultime 50 pagine</b>, quando Dolly Alderton decide di ribaltare la narrazione e farci ascoltare la voce di Jen.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Dopo aver trascorso 300 pagine a giudicarla (anche un po' stronza, diciamolo!), ecco che ci viene aperto il suo cuore e, finalmente, scopriremo quali sono le ragioni che l'hanno portata a lasciare Andy e, soprattutto, vedremo lui sotto un'altra luce!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Avete presente l'amore?</i> è un romanzo ironico e dolce al tempo stesso; la possibilità di conoscere entrambi i punti di vista dei protagonisti regala una visione d'insieme che fa riflettere su quanto spesso all'interno di una coppia le percezioni siano diverse. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Andy è un uomo dal cuore tenero, ma può risultare anche parecchio egoista e imbarazzante, però è uno di quei personaggi in grado di farsi spazio nell'immaginario del lettore. Magari non sarà indimenticabile, ma sicuramente conquista!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ho letto questo libro in due pomeriggi, quasi senza rendermi conto delle pagine che scorrevano veloci davanti ai miei occhi! <b>È una storia semplice, senza la pretesa di insegnarci necessariamente qualcosa, anche se alla fine lo fa!</b> Ma, soprattutto, è una storia che mette in pace col mondo!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhug_d_ueAz3iFuwfYu6d5T79snmkdBUaOhjTapSCeswwrNJzbJ1p9KamE9FuK-ia2v8ebesH_tiXzcbto04zI0JR-Spoadlsl5Jy3ZzaC1dNaprkrKaveYWVCWJt0f1mfZcK3xI2yJEE81kVWmfiH2U8ZnmngB3CSQLm0MAzv7WGu0B1Svzcy8Bdzft_A/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhug_d_ueAz3iFuwfYu6d5T79snmkdBUaOhjTapSCeswwrNJzbJ1p9KamE9FuK-ia2v8ebesH_tiXzcbto04zI0JR-Spoadlsl5Jy3ZzaC1dNaprkrKaveYWVCWJt0f1mfZcK3xI2yJEE81kVWmfiH2U8ZnmngB3CSQLm0MAzv7WGu0B1Svzcy8Bdzft_A/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-75799498115019834712024-02-19T08:00:00.002+01:002024-03-14T17:01:19.990+01:00Recensione 'Mai stata meglio'di Monica Heisey - Harper Collins<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_QtLfCUDUXYY1UNlZjCkUuTXSA2GEOtEoAEoMQqfyU2L6MAZ-n5huJ_RPXw8PV6ZgbUoYJAQhylT5fyEUoq8rmvvVNK0EZm_AdwLF_YWRIby1pf8XqDUaCn78FAUeusn2hCJbmZs4oGzBT4AGYpA_5KlDtDUVE_FVXmhReoQFEiqted05-_1UWB6lC_QC/s4023/heisey%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3155" data-original-width="4023" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_QtLfCUDUXYY1UNlZjCkUuTXSA2GEOtEoAEoMQqfyU2L6MAZ-n5huJ_RPXw8PV6ZgbUoYJAQhylT5fyEUoq8rmvvVNK0EZm_AdwLF_YWRIby1pf8XqDUaCn78FAUeusn2hCJbmZs4oGzBT4AGYpA_5KlDtDUVE_FVXmhReoQFEiqted05-_1UWB6lC_QC/s16000/heisey%20blog.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>MAI STATA MEGLIO </b>|| Monica Heisey || Harper Collins || 23 gennaio 2024 || 384 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9J3AusYoUzNWqyIIlvfSlIGXWoxqSn1o9HrZqw4otC3Ft2suj00F5IocvfirmZGYEwllqt2NW6wsp5-p83hr2OQOmF-1MRDWpmGtOwHz4ixaJ2TsUP2DNfuojNFyJV-9Dx-by5y4gpgdsPpVbyl5lvnmJT2xLMpWpuUWYo1AXLPAAa4Oi7XuLWrphkV-I/s200/3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="108" data-original-width="200" height="100" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9J3AusYoUzNWqyIIlvfSlIGXWoxqSn1o9HrZqw4otC3Ft2suj00F5IocvfirmZGYEwllqt2NW6wsp5-p83hr2OQOmF-1MRDWpmGtOwHz4ixaJ2TsUP2DNfuojNFyJV-9Dx-by5y4gpgdsPpVbyl5lvnmJT2xLMpWpuUWYo1AXLPAAa4Oi7XuLWrphkV-I/w185-h100/3.png" width="185" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div>Dissi loro che avrei voluto essere una vedova. «Ho l’impressione che, quando divorzi, tutti si chiedano come hai fatto a rovinare tutto, cos’ha reso così insopportabile stare con te. Se tuo marito muore, almeno la gente è dispiaciuta per te.» Maggie sta bene. Anzi, non è mai stata meglio. Certo, è al verde, la sua carriera accademica non sta andando da nessuna parte e il suo matrimonio è durato solo 608 giorni, ma alla veneranda età di ventinove anni, Maggie è determinata ad abbracciare la sua nuova vita di Divorziata Sorprendentemente Giovane™. Ora ha tutto il tempo che vuole per dedicarsi a ben nove hobby, mangiare hamburger nel letto alle 4 del mattino e “rimettersi in gioco” dal punto di vista sessuale. Con il sostegno della sua severa professoressa, Merris, della sua amica, anche lei appena divorziata, Amy, e della (immancabile) chat di gruppo, attraversa il suo primo anno di vita da single, uscendo a intermittenza e svegliandosi occasionalmente sul pavimento. Ma soprattutto mettendo ogni cosa in discussione, compreso: Perché ci sposiamo ancora? Ho fallito prima ancora di iniziare? Quante abbuffate notturne ci vorranno prima che io sia felice?</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCsSgTHV4z3k3XzNJ09nej6-ZOgUf6HOy_ItEjSbR4Wvi66rPvXGDhUk0CfXvb93bWra6qJEEHCzG5I9uE-8V8xNYJ1WQ5vPzsHLWDyOLTBsgINBFy3aEhlSrDza3mC-jFQZISmTLa3y7tjUIg79XiMTrvPk2ICeEP7GvEzaIRw8Ukp9tut6rFRlRT84Np/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCsSgTHV4z3k3XzNJ09nej6-ZOgUf6HOy_ItEjSbR4Wvi66rPvXGDhUk0CfXvb93bWra6qJEEHCzG5I9uE-8V8xNYJ1WQ5vPzsHLWDyOLTBsgINBFy3aEhlSrDza3mC-jFQZISmTLa3y7tjUIg79XiMTrvPk2ICeEP7GvEzaIRw8Ukp9tut6rFRlRT84Np/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Conosco Consorte da 41 anni, stiamo assieme da 24 e siamo sposati da quasi 23. Sono notoriamente una persona pigra sotto ogni punto di vista e se penso a come sarebbe ricominciare da capo, conoscere da zero un'altra persona, ricreare un'intimità, delle routine, "incastrare" le proprie vite, so per certo che rimarrei single (e queste settimane su Threads non hanno fatto altro che confermare il mio pensiero!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Mai stata meglio </i>è la storia di Maggie che, a 28 anni e dopo aver trascorso gli ultimi nove con Jon, sta per divorziare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Lei e Jon si sono conosciuti a 19 anni, si sono innamorati, sono andati a vivere assieme, hanno preso un gatto e, infine, hanno deciso di sposarsi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ma come spesso accade quando ci si fidanza in giovane età, i due sono cresciuti in maniera diversa e davanti a un rapporto che mostra molte più crepe di quante dovrebbe, Maggie, forse colta da un moto di onestà, pone la fatidica domanda a Jon: "Ma noi funzioniamo ancora?". Ed ecco che dopo appena 608 giorni, il loro matrimonio giunge al capolinea.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Per Maggie inizia quello che viene comunemente definito "periodo di elaborazione del lutto" (anche se in questo caso, per fortuna, non c'è alcun morto!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Si chiude in casa, piange, mangia schifezze, trascorre intere nottate guardando serie TV e si cura poco; il tutto con a fianco (poco, per la verità) i suoi quattro amici storici: Clive, l'immancabile amico gay, Amirah, la gnocca facile, e le due Lauren.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Le prime 90 pagine del romanzo scorrono veloci e strappano più di un sorriso</b>, grazie anche all'auto-ironia della protagonista. Poi inizia il declino: la storia diventa ripetitiva, con Maggie che passa da un letto all'altro (uomini o donne non importa, purché respirino), da un bicchiere di alcool all'altro , da una droga all'altra in un loop continuo e di cui non si scorge la fine.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">L'ironia di Maggie si perde tra i fumi dell'alcool e lei inizia a diventare sempre più insopportabile, al punto che si comprendono anche i suoi amici che fanno di tutto per evitare di trascorrere del tempo con lei!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Questa scelta dell'autrice va ovviamente a discapito del romanzo, che risulta troppo affrettato e raffazzonato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ho scelto di leggere questo libro perché, dopo alcune letture deludenti e qualcuna più impegnativa, cercavo una storia divertente e leggera al punto giusto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Dalla trama immaginavo a grandi linee quale avrebbe potuto essere l'iter narrativo del romanzo: storia che finisce-lutto-accettazione-rinascita; mi aspettavo qualcosa di leggero, sì, ma anche ironico e, magari, con un finale non proprio scontato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E, come detto, le prima pagine mi avevano fatto ben sperare. Sinceramente, non ho compreso la scelta dell'autrice che, man mano che la storia procede, rende la protagonista sempre più insopportabile, al punto che si inizia a comprender perché Jon abbia colto la palla al balzo e l'abbia mollata, arrivando al punto di bloccarla sui social e di smettere di rispondere ai suoi messaggi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Diventa impossibile, davanti a certi comportamenti, empatizzare con Maggie, anzi, più si va avanti con la storia e la si conosce, meno la si sopporta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Il finale banale, frettoloso e scontato, è la ciliegina raggrinzita su una torta vegana!</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Se le scelte narrative sono opinabili, la scrittura di Maggie Heisey risulta invece piacevole, scorrevole, quando non sbrodola, anche divertente!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Insomma, un'occasione mancata per regalare ai lettori una Bridget Jones 2.0 e delle ore di sane risate!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimfEpgi3A51dgMqsaFvZs5WEftPc6_fHHnqjGBP-nbRNNLk42T-Lhgn2Xfu9WUzdV4nBmSFVr-i-6-H8ISdLNFr1ViDyPXhM0Lwz3A3qpj1ylvD90yWGHWjc6lN85CoJUd6MQBoLt7hQW8ykme2bw7uu-DxrJHyCpg0i8XoU3qQjHpuf05QckXdLgUOABc/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimfEpgi3A51dgMqsaFvZs5WEftPc6_fHHnqjGBP-nbRNNLk42T-Lhgn2Xfu9WUzdV4nBmSFVr-i-6-H8ISdLNFr1ViDyPXhM0Lwz3A3qpj1ylvD90yWGHWjc6lN85CoJUd6MQBoLt7hQW8ykme2bw7uu-DxrJHyCpg0i8XoU3qQjHpuf05QckXdLgUOABc/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-28657133339749856162024-02-12T08:00:00.004+01:002024-03-14T17:53:18.595+01:00Recensione 'Le schegge'di Bret Easton Ellis - Einaudi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRZ-CzCwqcukST2yvMQ9wAFB2sVcII2BK4ZHIrgZdNFuQwy429UyEIY83AfgTjs6HvYRHO3berodCCwfgf4koY4GrTTywTCKB7VnR3g3jWVb977zgLiHX6-wZCUyv7en-qRq_uAphJx-cdmR_iryWwBjUhOl3nZ2-cXOLV2mx68CEPSbhEl1y1MkOT1As/s4023/ellis%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3163" data-original-width="4023" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRZ-CzCwqcukST2yvMQ9wAFB2sVcII2BK4ZHIrgZdNFuQwy429UyEIY83AfgTjs6HvYRHO3berodCCwfgf4koY4GrTTywTCKB7VnR3g3jWVb977zgLiHX6-wZCUyv7en-qRq_uAphJx-cdmR_iryWwBjUhOl3nZ2-cXOLV2mx68CEPSbhEl1y1MkOT1As/s16000/ellis%20blog.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>LE SCHEGGE</b> || Bret Easton Ellis || Einaudi || 732 pagine || 10 ottobre 2023</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZXso_pyv68PXEuKRf8Tszck9fQ6hRgK63gJUVZtaJLLs1wnpVAuRiDeRgfPvIVYY17Cxr1yHH9DgV9Xar_IwE5xkw0NfkP0d2Brb7fDuEeRq3ucWeuz6UOma7U5eCahWt0rFNYn-FWAfnabTpR9ES7-Zlzym2JXjWb2I_vjVHcHu16_2rtxZiuTFXNnQ/s200/4.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="87" data-original-width="200" height="87" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZXso_pyv68PXEuKRf8Tszck9fQ6hRgK63gJUVZtaJLLs1wnpVAuRiDeRgfPvIVYY17Cxr1yHH9DgV9Xar_IwE5xkw0NfkP0d2Brb7fDuEeRq3ucWeuz6UOma7U5eCahWt0rFNYn-FWAfnabTpR9ES7-Zlzym2JXjWb2I_vjVHcHu16_2rtxZiuTFXNnQ/s1600/4.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><div style="text-align: justify;">Nell’autunno del 1981, la vita di un gruppo di diciassettenni californiani che frequentano l’elitaria Buckley School viene sconvolta dall’arrivo di un ragazzo tanto affascinante quanto disturbato e perverso. Cosa nasconde Robert Mallory, e qual è il suo legame con il serial killer che sta imperversando in città? In una Los Angeles sensuale e violenta, fatta di feste in piscina e musica new wave, vodka e cocaina, Bret Easton Ellis racconta la sua storia più personale, emozionante e oscura. Nel 1981 Bret ha diciassette anni e frequenta l’ultimo anno alla Buckley, la scuola della gioventù dorata di Los Angeles: feste in piscina, amori promiscui, Bmw, coca, vodka e succo di pompelmo, nell’autoradio cassette piene di Ultravox, Blondie e Duran Duran. Un mondo falso e perfetto, ma tutto sommato piacevole, di certo eccitante. Almeno finché in classe non arriva uno studente nuovo: «se la primavera e l’estate del 1981 erano state il sogno, qualcosa di paradisiaco, allora il mese di settembre rappresentò la fine di quel sogno con l’arrivo di Robert Mallory». Robert è intelligente, bello, carismatico e presto entra a far parte della ristretta cerchia di amici di Bret. Robert però nasconde un segreto, indecifrabile anche per le persone che gli sono più vicine. Ammaliato dal fascino ambiguo di Robert, Bret sviluppa una vera e propria ossessione nei confronti del nuovo compagno. Ma Bret non può assecondare fino in fondo quell’attrazione perché c’è qualcosa, anzi qualcuno, il cui pensiero lo sconvolge più di ogni altro: il Pescatore. È questo il nome con cui è stato ribattezzato un pericoloso serial killer che sta mietendo vittime a Los Angeles in quegli anni, e che sembra deciso a colpire il gruppo di amici di Bret, e Bret stesso… Minacce terrificanti, atti di violenza casuali, inquietanti coincidenze: questa serie di eventi va a comporre un quadro che viene continuamente interpretato da Bret attraverso il filtro della sua immaginazione di adolescente dalle grandi doti narrative, in un momento in cui sta scoprendo la sua vocazione letteraria e la sua omosessualità. Bret si può fidare degli amici? E con la sua capacità di leggere la realtà riuscirà a trovare un senso al pericolo che sembra incombere su di lui? “Le schegge” è il primo romanzo di Ellis dopo tredici anni: valeva la pena aspettare. Non solo ha scritto il suo libro più bello dagli anni Novanta – sexy, inquietante, ambiguo, violento: è Ellis in purezza – ma anche una delle più lucide riflessioni su memoria e desiderio, verità e narrazione di questi nostri tempi paranoici e puritani.</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCkJwSWd6Nl9BLdAqBoG15-n5i1sZdhRRanGuh4Flqc-rZMEz0P_EMuBR7w76sRoz-xVAvvlXEc1I7bLgaepryrXMWE9tdwDb6zHp7zuYPc1e2j0o1H16ic5IlTgXV9qgNnU522dTi3ohW0cMRh4TjrIoTrle4r8G5hKCcKtD2ll8uC5OC3s2nSh6khlI/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCkJwSWd6Nl9BLdAqBoG15-n5i1sZdhRRanGuh4Flqc-rZMEz0P_EMuBR7w76sRoz-xVAvvlXEc1I7bLgaepryrXMWE9tdwDb6zHp7zuYPc1e2j0o1H16ic5IlTgXV9qgNnU522dTi3ohW0cMRh4TjrIoTrle4r8G5hKCcKtD2ll8uC5OC3s2nSh6khlI/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non avevo mai letto nulla di Bret Easton Ellis, benché <i>American Psycho</i> sia uno di quei titoli che entra ed esce dalla mia wishlist con grande frequenza.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ero curiosa e reticente allo stesso tempo verso questo suo ultimo romanzo, visto ovunque, osannato da chiunque; complice Audible, ho iniziato ad ascoltarlo per fermarmi a metà del 1° capitolo e correre a procurarmi la copia cartacea!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Ho letto 731 pagine in cinque pomeriggi</b>, eppure, giunta alla fine della storia, ero incerta su quanto questo libro mi fosse piaciuto e quanto, invece, mi avesse infastidita; è uno di quei libri per i quali mi è necessario mettere su carta pensieri e sensazioni, <b>un romanzo il cui voto può oscillare tra una e cinque stelle per pochi, piccoli dettagli.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È il 1981, siamo a Los Angeles e questa storia è popolata di diciassettenni ricchi, dediti alla droga, all'alcool e al sesso, ma anche profondamente soli.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Bret, Debby, Thom e Susan frequentano l'ultimo anno alla Buckley, una scuola privata di Los Angeles. Vestono firmato, guidano Mercedes e Porsche, trascorrono le serate passando da una festa all'altra, drogandosi e ubriacandosi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Bret, voce narrante di questa storia, è anche l'elemento fuori dal coro, colui che vive dell'ammirazione riflessa dovuta al gruppo di amici di cui fa parte.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Bret non è bellissimo, è timido, solitario e insicuro, ma è amico di Tom e Susan e fidanzato di Debby e questo lo colloca nel gruppo degli "eletti".</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #d8a99b; font-family: courier;">Se dovessi indicare il punto di rottura, di collasso, di riordino del nostro mondo, ricorderei un pomeriggio in spiaggia al Jonathan Club nell'ottobre del 1981 come l'inizio della fine.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quello che si prospetta come un tranquillo e un po' noioso ultimo anno di liceo, verrà sconvolto dall'arrivo alla Buckley di Robert Mallory, un misterioso ragazzo che si insinuerà tra le pieghe del gruppo di amici.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Le schegge</i> è <b>un romanzo che si divide, non equamente purtroppo, tra narrativa e thriller.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>La narrazione è incalzante, veloce, frenetica</b>, ma dopo le prime 400 pagine inizia a scadere nella ripetitività.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Bret e i suoi amici vivono come adulti allo sbando, laddove gli adulti sono quasi del tutto assenti tra queste pagine, impegnati tra viaggi, matrimoni fallimentari, tradimenti e sbronze da smaltire.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Esempio catartico di tutto ciò è la madre dello stesso Bret, che appare per la prima volta a pagina 711; Bret vive sostanzialmente da solo, con la sporadica presenza della donna di servizio, vagabondando tra la sua casa e quelle dei ragazzi con cui fa sesso.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La scelta di Easton Ellis è quella di non lasciare nulla all'immaginazione del lettore: dalle vicende quotidiane alle scene più cruente che vedono protagoniste le vittime di colui che viene definito il Pescatore a strascico, tutto è narrato con dovizia di particolari, incluse le scene di sesso che vedono protagonista lo stesso Bret; che sia etero o gay o solitario, reale o immaginato, Easton Ellis racconta, descrive, dettaglia. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Proprio questo è stato uno dei motivi che ha sollevato in me qualche perplessità riguardo questo romanzo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non amo il sesso nei libri, non quando viene usato come riempitivo o come attrattiva per un certo tipo di lettori; non mi dà fastidio, invece, quando è contestualizzato e necessario alla narrazione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nella parte iniziale di questo romanzo, la scelta dell'autore mi è parsa utile a darci l'idea di chi siano i ragazzi di cui ci racconta e il sesso in sé è una parte fondamentale della loro esistenza; cercato, estorto, desiderato, bramato, sporco, è una perfetta metafora della Los Angeles anni Ottanta, dove gli eccessi la fanno da padrone e i corpi non sono altro che merce di scambio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Andando avanti con la lettura, però, mi sono chiesta quanto fosse necessario conoscere nei dettagli le fantasie di Bret mentre si masturba ogni mattina e ogni sera o quanto indispensabili fossero le descrizioni dei vari orifizi in cui lui e uno dei suoi partner si premurano di infilare il loro pene...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tutto ciò, alla lunga, oltre a risultare un tantino morboso, va a discapito di quella parte di narrazione relativa al mistero delle ragazze scomparse, del Pescatore e di ciò che concerne il personaggio di Robert Mallory.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un'altra perplessità mi è stata suscitata dal finale del romanzo: geniale, paraculo o stupido? Senza fare spoiler, vi dico che <b>non c'è una vera soluzione al mistero del Pescatore a strascico</b> e che più di una cosa non trova il suo posto nel puzzle, ma non al punto tale da far pensare a un ipotetico seguito del romanzo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E anche davanti a questa scelta non so come pormi, sentendomi un po' scema (sarò io a non aver capito?), ma anche un po' presa in giro!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Forse questo romanzo avrebbe giovato anche di una bella sforbiciata in termini di pagine; certo è che la scrittura di Bret Easton Ellis ha un non so che di ammaliante, tanto da far scomparire, sin dalle prime righe, il timore di impantanarsi nella mole del romanzo!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Le schegge </i>si "beve", si fagocita senza pause; ci si immerge in questa storia e si è impossibilitati a lasciarla finché non si giunge all'ultima riga.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non so quanta voglia io abbia di leggere altro di questo autore, ma sicuramente quello affrontato tra queste pagine è stato un bel viaggio!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTJZ0H75mu7e9u2ZRKDCCxXSdXrsMVoOwzaEl8F5d95OkC8brb003AF9v4h5Sf8CekFBaewze5UMXkP-IZjrTN7oZJVtL7HB-ganB6vcrZCFSGTprOVOGZB_lQsOdMCoGL1ZZN8M99c105qJjQnlum8bHcw9YYOCcGV4hYyyz-LO0Fx2BJmPiyGVTWvg0/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTJZ0H75mu7e9u2ZRKDCCxXSdXrsMVoOwzaEl8F5d95OkC8brb003AF9v4h5Sf8CekFBaewze5UMXkP-IZjrTN7oZJVtL7HB-ganB6vcrZCFSGTprOVOGZB_lQsOdMCoGL1ZZN8M99c105qJjQnlum8bHcw9YYOCcGV4hYyyz-LO0Fx2BJmPiyGVTWvg0/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-73084174408436256392024-02-05T08:00:00.072+01:002024-03-14T17:58:22.147+01:00Recensione 'Vorrei chiederti di quel giorno'di Lorenzo Tosa - Rizzoli<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZ30zehvTKZWXuLVhf0d_ww7rGckdsXmUF0Yjlm-SmFr_8jy9j6NzknP-OgMgdC90RaA7zv7VRGUS5dl-w8jmmVsn9O8RyPICnHoQTXLrGB_CV518Awk89yHWZN1ACS0l1nW7lRDwPzt-efHpEkpIdKiD2mV_OslAEGbznWn8kTaCn3E8nEHBE8aihbWRN/s4023/tosa%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2884" data-original-width="4023" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZ30zehvTKZWXuLVhf0d_ww7rGckdsXmUF0Yjlm-SmFr_8jy9j6NzknP-OgMgdC90RaA7zv7VRGUS5dl-w8jmmVsn9O8RyPICnHoQTXLrGB_CV518Awk89yHWZN1ACS0l1nW7lRDwPzt-efHpEkpIdKiD2mV_OslAEGbznWn8kTaCn3E8nEHBE8aihbWRN/s16000/tosa%20blog.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>VORREI CHIEDERTI DI QUEL GIORNO</b> || Lorenzo Tosa || Rizzoli || 23 gennaio 2024 || 368 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjVnpZt3GhYQwFT6f1iNHutV_IeOWie5N9EvPOlVp6AQsfMroHt9SWryBb1T0dAe8W14XboUhPDf8hd1GVCmxM2Ic7XcBvyYCaN3DZnXeTg4VE9Kcv7siRXrxoQfkxGUBD9n4nZrx9JujGrl8DwKt7lIm6HSbz5mQy3kQ-ZcNwMTo1wKhL5uRBb13lW35x/s200/3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="108" data-original-width="200" height="108" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjVnpZt3GhYQwFT6f1iNHutV_IeOWie5N9EvPOlVp6AQsfMroHt9SWryBb1T0dAe8W14XboUhPDf8hd1GVCmxM2Ic7XcBvyYCaN3DZnXeTg4VE9Kcv7siRXrxoQfkxGUBD9n4nZrx9JujGrl8DwKt7lIm6HSbz5mQy3kQ-ZcNwMTo1wKhL5uRBb13lW35x/s1600/3.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«Sapere o ignorare sono forme simmetriche di salvezza.» È in questo dittico contraddittorio e duellante l’innesco del racconto di Lorenzo Tosa. E l’inchiesta privata e corale su Bruno, suo padre, morto suicida il 2 aprile 1986, non può che partire dall’ultimo giorno e dalle ultime ore trascorse insieme. Lorenzo aveva solo due anni e mezzo, non può ricordarle ma può ricostruirle e in parte immaginarle, e da lì avviarsi nel lungo e tortuoso viaggio per ricomporre i pezzi di una storia finora taciuta, in un’operazione di omissione concordata messa in atto dalla sua famiglia. Lo farà parlando con chi Bruno lo ha conosciuto e amato, gli amici, i compagni, le donne della sua vita; ricorrendo alla memoria e ricucendo i frammenti di Bruno arrivati fino a lui, senza sconti per nessuno e per se stesso; scavando anche nelle proprie insicurezze di bambino, di giovane adulto e di genitore a sua volta, per rispondere all’urgenza di conoscere e raccontare suo padre. C’è quindi Genova in queste pagine, c’è l’Italia degli anni Sessanta e Settanta e la generazione della politica e della contestazione, il turbinare nell’aria e nei cuori di nuovi modi di stare insieme nell’amicizia e nell’amore, e lo scontro tra i padri e i figli che sarà la cifra forse più paradigmatica di quegli anni. Dentro la vicenda di Bruno Tosa, ragazzo di trentatré anni, c’è la riflessione, così attenta e delicata nelle parole di Lorenzo, sul crollo psichico che porterà all’esito della vicenda, sullo stigma che il disagio mentale ancora si porta dietro, sulla cronaca di una morte non annunciata. Un racconto spietato e tenero, composto di silenzi e urla rabbiose, di presenze, assenze e abbandoni. Un cerchio che si chiude, nella salvezza che solo il conoscere può garantire, avvicinandosi un pezzo alla volta «a quell’utopia che chiamiamo anche verità».</div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSYPKujHNfRze-YvsXE3E9UyS0jucL0ghfeaFjO1zRhF0AXQoQgmwyghfEpdEhv3gnXg4tPthfSD_HpWXMRMAh4F1KcQGsxr3j0GrOaZawJ8B7Wy-qFh5ygTYOaMBEvsqu3DPIGILtww7a_lvtPM8cwrCFcVBhmFcrcjzo_2y-RLuCBj88klifrkjv1lJ8/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSYPKujHNfRze-YvsXE3E9UyS0jucL0ghfeaFjO1zRhF0AXQoQgmwyghfEpdEhv3gnXg4tPthfSD_HpWXMRMAh4F1KcQGsxr3j0GrOaZawJ8B7Wy-qFh5ygTYOaMBEvsqu3DPIGILtww7a_lvtPM8cwrCFcVBhmFcrcjzo_2y-RLuCBj88klifrkjv1lJ8/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quando perdi tuo padre ad appena due anni e mezzo, tutto quello che sai di lui è ciò che ti viene raccontato dagli altri; i tuoi ricordi non sono altro che il riflesso di chi ha vissuto quella persona prima di te, di chi l'ha amata, ci ha riso e pianto insieme, ha percorso con lui un pezzo della sua vita, ha fatto, in qualche modo, parte della sua esistenza.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">A due anni e mezzo sei troppo piccolo per aver costruito una tua scatola di ricordi, ma sei anche troppo piccolo perché quel lutto ti tocchi in qualche modo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Se, però, tuo padre si è suicidato e quel suicidio è diventato un macigno all'interno della tua famiglia, qualcosa da nascondere dietro silenzi sempre più pesanti, allora in te rimarrà sempre qualcosa di incompiuto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Lorenzo oggi è un adulto, padre a sua volta, e con quel lutto mai elaborato sino in fondo ci è cresciuto e ha dovuto conviverci sino a quando, nel bel mezzo di una giornata qualunque, suo figlio Ludovico non decide di spalancare quella scatola di ricordi seppellita in fondo al cuore.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ludovico è un bambino e di quel nonno Bruno non ha mai sentito parlare prima, ma saranno proprio il suo sguardo innocente e le sue domande ingenue a far sì che Lorenzo capisca che è arrivato il momento di far pace, per quanto possibile, con quel passato taciuto e con quella figura che, seppur assente ormai da una vita intera, è ingombrante come poche altre.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #d8a99b; font-family: courier;">Il giorno in cui decise di morire, mio padre ci aveva accompagnato all'asilo. Nessuno lo vide più, e lui non disse nulla.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Lorenzo Tosa, giornalista genovese particolarmente seguito sui social, mette su carta <b>il suo viaggio alla scoperta di quel padre perduto troppo presto</b> e lo fa con una dettagliata ricostruzione di quello che fu Bruno Tosa da giovane, in un flusso che oscilla tra la riscoperta del padre e una presa di coscienza che lo porterà a far pace con sé stesso.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Con una spinta quasi violenta, Lorenzo costringe dapprima la madre e poi chiunque abbia incrociato Bruno durante la sua esistenza, ad aprirsi con lui, a raccontare, sviscerare, tirare fuori quei segreti che, forse, un figlio non dovrebbe conoscere del proprio genitore.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quello che ne verrà fuori sarà il ritratto di un ragazzo particolarmente bello tanto quanto ombroso, che nella sua vita ha lottato contro dei demoni forse più grandi di lui, che ha amato e tradito e amato ancora.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un donnaiolo, come si diceva una volta, che forse è stato sopraffatto dalla sua voglia di ribellione a quello che era un sistema acerbo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È così che ci ritroveremo a vivere il Sessantotto con le sue lotte politiche, operaie e studentesche, tutto attraverso gli occhi e le parole di chi era al fianco di Bruno.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Non è semplice "giudicare" una storia come questa</b>, perché c'è dentro l'esistenza di una persona reale; non siamo davanti a un romanzo inventato, non ci sono dei personaggi creati più o meno bene, qui c'è la vita vera col suo carico di dolori. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il viaggio dell'autore alla scoperta di quel padre perduto è sicuramente emozionante; <b>i primi capitoli toccano corde che muovono le coscienze di ognuno di noi.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Andando avanti, purtroppo, soprattutto nella parte centrale della storia, <b>la politica prende il sopravvento sulla narrazione personale</b>, rendendo il romanzo più statico, meno scorrevole e, di conseguenza, meno piacevole alla lettura.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sarebbe stato possibile scegliere una chiave di scrittura diversa? Non lo so, perché Bruno Tosa era quello che ci viene narrato tra queste pagine: un ragazzo fragile, in lotta con sé stesso e con la società in cui viveva e non penso che il figlio avrebbe potuto raccontarlo diversamente.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tutto ciò che si trova in queste pagine è funzionale alla storia raccontata. Il punto è che è funzionale a chi di questa storia è protagonista e ne fa parte, mentre il lettore si ritrova a essere uno spettatore marginale, quasi un intruso in quello che è un sentimento di amore filiale spezzato troppo presto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCd0o_Uq6rqS09wIF9YHVZGINfRQdY38BBwpoMdWrqb_9iiUDByqcQk_LIM8VDQksT46FuxYKZQxPBcmj08SNYbQvS1D9uG8m8mqnnsT5TgtljU9Gbj0WqkA5-w2X3lOrGbgb3TzgBULQVQ3wIUyyJQ0hyphenhyphenlrCZX7uOWRRZ2Xx_ev_YHX20kBFlTTO5GJGA/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCd0o_Uq6rqS09wIF9YHVZGINfRQdY38BBwpoMdWrqb_9iiUDByqcQk_LIM8VDQksT46FuxYKZQxPBcmj08SNYbQvS1D9uG8m8mqnnsT5TgtljU9Gbj0WqkA5-w2X3lOrGbgb3TzgBULQVQ3wIUyyJQ0hyphenhyphenlrCZX7uOWRRZ2Xx_ev_YHX20kBFlTTO5GJGA/s1600/firma.png" width="206" /></a></div></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-12735818501629694132024-01-29T08:00:00.002+01:002024-03-14T17:58:34.313+01:00Recensione 'Gli aghi d'oro'di Michael McDowell - Neri Pozza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs62UvNv9KDLI6Kq5XlygDw_qdKjj171ynXOWBwYKvVdgtFFTApU7tx48aUX6DclaIO_0U73UQ9O50biXVYxX1jG4F8vlarLfNAsJYgpbrCHu2WvpZbEKgllrAgHQc0P1hwaLlhFJ5rQQy2G34Ng7-3RJ9HQrgxyUInj1wYw5EgQ0FTbtHoINQHyQICvfu/s4023/mcdowell%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3092" data-original-width="4023" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs62UvNv9KDLI6Kq5XlygDw_qdKjj171ynXOWBwYKvVdgtFFTApU7tx48aUX6DclaIO_0U73UQ9O50biXVYxX1jG4F8vlarLfNAsJYgpbrCHu2WvpZbEKgllrAgHQc0P1hwaLlhFJ5rQQy2G34Ng7-3RJ9HQrgxyUInj1wYw5EgQ0FTbtHoINQHyQICvfu/s16000/mcdowell%20blog.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>GLI AGHI D'ORO</b> || Michael McDowell || Neri Pozza || 16 gennaio 2024 || 553 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://amzn.to/3HsGQy3" target="_blank">Acquista qui</a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTVAru5ych0AYREQLqFKo1RhjJxCty3dCIcq3JJVhfv1ADU5tsBdfOYNQMK9nhwqw8JJ1WrLKaYLh700EyYqTjef2qSbUg8vGPcZUEN24o8n4grQZOVYReQv6fdzZCvOl8JSsqkaSYxuhjlvl7J5h-8U5LhMlPzvfOMvYA_NQPcOH-VGVorq2DcL3e7xXY/s200/1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="185" data-original-width="200" height="143" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTVAru5ych0AYREQLqFKo1RhjJxCty3dCIcq3JJVhfv1ADU5tsBdfOYNQMK9nhwqw8JJ1WrLKaYLh700EyYqTjef2qSbUg8vGPcZUEN24o8n4grQZOVYReQv6fdzZCvOl8JSsqkaSYxuhjlvl7J5h-8U5LhMlPzvfOMvYA_NQPcOH-VGVorq2DcL3e7xXY/w154-h143/1.png" width="154" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Anno di Grazia 1882. New York festeggia il nuovo anno tra opulenza e miseria. Dalla sua dimora di Gramercy Park, il cinico giudice James Stallworth, affiancato dal figlio e dal genero, lancia la sua crociata: ripulire il famigerato Triangolo Nero, quartiere di bettole, bordelli, fumerie d’oppio e botteghe di ricettatori, su cui regna la feroce Black Lena Shanks col suo clan di donne versate nelle arti della crudeltà. Ma la sete di potere degli Stallworth dovrà misurarsi con la furia vendicatrice di Black Lena. Con Gli aghi d’oro, Neri Pozza prosegue con la pubblicazione dei capolavori dell’autore di culto.</div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhivmITbOOnhN-iKuzAJCmB3pAmPf_HoF_Pr1Rl98pqIrs6SWDrtSFw72kP3iST_GOeT1zIAW6rG4blDDTc6K0KiFkCcvrxYTc2gtGCaC3UNpvMg7oYS2Tk3QzAG8hBkqLvqttXLGM9dc3IIN8mfqHIsVbI8SpPQ4-0dpsR9WKpf4W_JpCKzGxU2cCQcfGf/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhivmITbOOnhN-iKuzAJCmB3pAmPf_HoF_Pr1Rl98pqIrs6SWDrtSFw72kP3iST_GOeT1zIAW6rG4blDDTc6K0KiFkCcvrxYTc2gtGCaC3UNpvMg7oYS2Tk3QzAG8hBkqLvqttXLGM9dc3IIN8mfqHIsVbI8SpPQ4-0dpsR9WKpf4W_JpCKzGxU2cCQcfGf/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Due ore a fissare il foglio per far sì che questa recensione non fosse una lunga sequela di parolacce insulti! Dopo un'abbondante dose di cioccolato sono riuscita a valicare lo scoglio dei 366 santi elencati, uno per uno, durante la lettura e sono pronta a parlarvi di questo <strike>libro</strike> <strike>romanzo</strike> coso!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Partiamo dal volume fisico: 16,5 centimetri di altezza, esattamente come la saga di <a href="https://www.lalibridinosa.com/2023/04/recensione-blackwater-la-saga-di.html" target="_blank">Blackwater</a> ; peccato che <i>Gli aghi d'oro</i> abbia 553 pagine (in media, ogni volume della saga ne aveva 250). Risultato? Il libro è impossibile da tenere in mano, sta aperto a fatica e, una volta giunti a metà, se, come me, avete l'indegna abitudine di leggere le righe nella loro interezza, quindi anche le parole che si trovano nella parte interna della pagina, combinerete il guaio: <b>spina spaccata e costa del volume irrimediabilmente segnata!</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">D'altronde, i disagi durante la lettura saranno parecchi, a meno che non leggiate seduti a un tavolo e teniate il libro con entrambe le mani.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Altro problema:<b> gli angoli della copertina si sono scollati</b> (trovate tutte le foto nel post su <a href="https://www.instagram.com/lalibridinosa" target="_blank">Instagram</a>). Il risultato è quello di ritrovarsi con un con un volume che pare vecchio di vent'anni e letto decine e decine di volte.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Immagino che l'editore abbia scelto di mantenere il formato utilizzato per <i>Blackwater</i> sia per una questione estetica che per non ritrovarsi orde deliranti di lettori che si sarebbero lamentati di quanto i volumi fossero brutti da accostare in libreria (credo stiano ancora ricevendo insulti per l'infamata del cofanetto!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ma, forse, sarebbero state meglio quelle lamentele a fronte delle maledizioni lanciate da chi di noi si è avventurato (o lo farà) nella lettura di questo romanzo!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Conclusa la problematica "fisica" del volume, passiamo alla ciccia, anche se in questo caso sarebbe meglio dire alla fuffa!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Gli aghi d'oro </i>viene classificato come giallo storico; di storico c'è forse l'ambientazione (New York nel 1882) ma nulla più; di giallo giusto l'ittero nervoso che colpisce il lettore durante la lettura!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Le protagoniste del romanzo sono due famiglie, gli Stallworth e gli Shanks. Capostipite dei primi è il Giudice James Stallworth, due volte vedovo e padre di Edward e Marian.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La famiglia Shanks è tutta al femminile, con a capo la ricettatrice di origini tedesche Lena, madre di Daisy e Louisa, mammana la prima, falsaria la seconda.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">I destini delle due famiglie si incrociano parecchi anni prima rispetto al periodo di svolgimento della storia e McDowell ci porta avanti e indietro, tra passato e presente, per svelarci quale legame vi sia tra il Giudice Stallworth e Lena Shanks.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">I primi capitoli risultano giustamente introduttivi, ma anche confusionari a causa della numerosa mole di personaggi che l'autore ci presenta. Superato questo primo scoglio, però, <b>la narrazione procede lenta e dispersiva</b>, incagliandosi ora in dettagli inutili, ora in infinite quanto superflue descrizioni; dalle strade di New York alle abitazioni passando per gli abiti indossati dai protagonisti e le aule di tribunale, non c'è nulla che McDowell non si curi di narrare con dovizia di particolari.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">A questo si aggiunge una grande mancanza di accadimenti: <b>le prime 400 pagine sono fatte per lo più di piccoli fatterelli fini a loro stessi che poco apportano alla trama</b>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Giunti verso la fine, quando la "maledizione" che colpisce gli Stallworth viene portata a compimento, McDowell raggruppa in una cinquantina di pagine tutti gli eventi e tutto lo splatter di cui è capace!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Accade così che si passi indefessamente dall'<b>appisolarsi più e più volte col naso tra le pagine</b> al chiedersi perché l'autore abbia sentito l'esigenza di scrivere 400 pagine di nulla cosmico, invece di racchiudere tutto in 200 pagine o poco più!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Se si arriva dalla lettura di <i>Blackwater,</i> si farà fatica anche a riconoscere la penna di McDowell, che qui risulta tanto acerba quanto prolissa e assolutamente incapace di creare un personaggio, tra i tanti presenti, che colpisca il lettore col suo carisma (insomma, <b>non cercate una nuova Elinor, perché qua siamo ben lontani da quei fasti!</b>).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Basterà un po' di malizia (che in me abbonda come la voglia perenne di pizza!) per scoprire che <i>Gli aghi d'oro</i> è stato pubblicato per la prima volta nel 1980, mentre Blackwater è del 1983. E perché parlo di malizia? Perché, secondo me, <b>siamo vittime del solito giochetto delle Case Editrici</b>: pubblicare prima un romanzo valido, creare aspettative nei lettori, far desiderare loro la lettura di altri libri dello stesso autore e poi rifilargli i titoli peggiori.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Neri Pozza ha comunicato di aver acquistato i diritti di quattro romanzi (oltre alla saga di <i>Blackwater</i>) di Michael McDowell. A questo punto, la domanda è: quanti saranno quelli antecedenti? E quanto gli editori confidano nella stupidità dei lettori? Ai posteri l'ardua sentenza!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRntj1oCcB8olbMVFvfDmVopAvUoOmFNbBf-eaAtH7rDw9Xw1XQd-WW30xrrhxydvwP651FdTD8DSNwq84MPiHAZVKPaoBCtUJa0D5hB8IxfV6kLHFxcSEN5BWoiT1iEDwOzxr3gBhXzfToCpJTc7O5LT_5ayLAKmfMKA4EJTqYL-OVoOL-Br9IL5_8wLQ/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRntj1oCcB8olbMVFvfDmVopAvUoOmFNbBf-eaAtH7rDw9Xw1XQd-WW30xrrhxydvwP651FdTD8DSNwq84MPiHAZVKPaoBCtUJa0D5hB8IxfV6kLHFxcSEN5BWoiT1iEDwOzxr3gBhXzfToCpJTc7O5LT_5ayLAKmfMKA4EJTqYL-OVoOL-Br9IL5_8wLQ/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-41407981300177483442024-01-22T08:00:00.000+01:002024-01-22T08:00:00.141+01:00Recensione 'Romanzo di un naufragio'di Pablo Trincia - Einaudi<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJbkzjSp5zT89Kv704cU5piJp7x4kbVCjlbC8k7GNZdvFBxaUo_9FvX9Mk3-gfqLI-1xr3yHNI-7IWkAHVwBbIziPXY_eifAhLM9jRmUIQqH_ERycdLU10WN3JMwPtX5BeVcB3y5srOpaK66uCwxIZ4h3VEdwWLOp9oSTzgDQZ58b8TyLzCSI1eywXgXN-/s4023/trincia%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3312" data-original-width="4023" height="526" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJbkzjSp5zT89Kv704cU5piJp7x4kbVCjlbC8k7GNZdvFBxaUo_9FvX9Mk3-gfqLI-1xr3yHNI-7IWkAHVwBbIziPXY_eifAhLM9jRmUIQqH_ERycdLU10WN3JMwPtX5BeVcB3y5srOpaK66uCwxIZ4h3VEdwWLOp9oSTzgDQZ58b8TyLzCSI1eywXgXN-/w640-h526/trincia%20blog.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><b>ROMANZO DI UN NAUFRAGIO</b> || Pablo Trincia || Einaudi || 11 gennaio 2022 || 243 pagine</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><a href="https://amzn.to/3SfVjDN" target="_blank">Acquista qui</a></span></span></div><p></p><div style="text-align: justify;">Dall'autore di "Veleno". La Costa Concordia, la più grande nave passeggeri ad aver mai fatto naufragio. Una vicenda gigantesca che racchiude centinaia di storie: storie di coraggio e di viltà, di vite spezzate e di imprevedibili nuovi inizi. Un secolo esatto dopo l'affondamento del Titanic, la punta di diamante della flotta di Costa Crociere percorre il Mediterraneo in senso antiorario. A bordo, più di quattromila persone di 64 nazionalità diverse. Ci sono coppie in viaggio di nozze, famiglie riunite per una ricorrenza, persino un gruppo di parrucchieri che deve partecipare a un reality. E oltre mille membri dell'equipaggio, molti dei quali provenienti da Paesi poveri e lontani. La sera del 13 gennaio 2012 – quella in cui la Concordia urta degli scogli vicino all'isola del Giglio, finendo sotto gli occhi del mondo intero – ha segnato le esistenze di tutti loro. Pablo Trincia racconta lo splendore del divertimento a bordo e il trauma dell'impatto, lo smarrimento e la lotta per la sopravvivenza. Conflitti e alleanze generati da una tragedia ricostruita attraverso testimonianze uniche, come quella dei sommozzatori che si sono addentrati nei vani spettrali della nave, trovando un universo sommerso di valigie, scarpe, lenzuola, corpi. Come quella degli abitanti del Giglio, che hanno visto una folla di disperati riversarsi sul loro piccolo molo e, per accoglierla, hanno aperto senza esitazione le porte delle proprie case. «La balena d'acciaio dentro la quale camminavano si stava deformando e sembrava potesse collassare da un momento all'altro. Ogni ora che passava si assestava di qualche centimetro, come per ricordare a tutti che era ancora viva. Tuttavia le operazioni non potevano fermarsi, i sommozzatori dovevano spingersi sempre più dentro e scendere sempre più a fondo. Avevano i nervi tesi, le mascelle serrate, il cuore a mille, gli occhi pronti a individuare in ogni momento una via di fuga. Più avanzavano, più sapevano che scappare da lì avrebbe richiesto minuti interminabili. Un tempo che nessuno avrebbe avuto».</div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5HFlwgDyyhAymEdO6-0S1ZIsGwKRq7Aj8vK1CYHP7VHdTqb06zTvi9ETfm592cWc93deMNvHEYpS3ADan9-xqV17F8MhekoFLt0ru0cH05Tez4nquQrpgFpw_mAk1S_MiQcFOl0Hnb8g7AzS2BbCOnuZ4XqxvfW8zla1HjsXA0ByQYx7LttsXVLww0hyphenhyphenK/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5HFlwgDyyhAymEdO6-0S1ZIsGwKRq7Aj8vK1CYHP7VHdTqb06zTvi9ETfm592cWc93deMNvHEYpS3ADan9-xqV17F8MhekoFLt0ru0cH05Tez4nquQrpgFpw_mAk1S_MiQcFOl0Hnb8g7AzS2BbCOnuZ4XqxvfW8zla1HjsXA0ByQYx7LttsXVLww0hyphenhyphenK/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il mare mi fa paura (ma sei siciliana! Sì, lo so). Ho imparato a nuotare tardi e non vado mai dove non tocco (ma sei siciliana! Spoiler: chi abita a Linate non sa volare!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Attraversare lo stretto di Messina è sempre stata la parte più spaventosa di tutti i miei viaggi (ma per me Salvini il ponte può infilarselo su per il cu...ore!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>L'idea di una crociera, di trovarmi sospesa su quella massa d'acqua infinita, è quanto di più lontano ci sia da me.</b> E dopo aver letto questo libro, so per certo che non metterò mai più piede su una nave o su un traghetto!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, la Costa Concordia entra in collisione con un gruppo di scogli nei pressi dell'Isola del Giglio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Uno squarcio di 35 metri sul lato sinistro della carena dà inizio al naufragio di quella che era la più grande nave della Marina Mercantile Italiana.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">87 mila tonnellate, 70 metri di altezza, 1500 cabine, 4339 persone a bordo tra passeggi, ufficiale e personale di bordo.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #d8a99b; font-family: courier;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);">Dentro la Costa Concordia c'era un centro benessere da record, il più grande del mondo su una nave da crociera: circa 2000 metri quadrati di Spa. E ancora 1500 cabine, 4 piscine, 5 ristoranti, 13 bar. Teatro, cinema, sala giochi, casinò, cucine che producevano ogni giorno quintali di cibo di ogni tipo, provenienza e colore.</span></span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La sera del 13 gennaio la Costa Concordia salpa dal porto di Civitavecchia alla volta di Savona per l'ultima tappa della crociera.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Al comando, come sempre, il Capitano Francesco Schettino che, su richiesta del maître Antonello Tivoli, decide di lasciare la rotta abituale per effettuare quello che, in gergo, viene definito "inchino" presso l'Isola del Giglio. Il maître vorrebbe rendere omaggio all'anziana madre, residente proprio al Giglio.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #d8a99b; font-family: courier;">No, la signora quella sera non era uscita di casa per vedere la nave. Era freddo, era tardi, era buio. Aveva preferito restare dentro al caldo. Quell'inchino avrebbero potuto anche non farlo.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Alle 21.45 di venerdì 13 gennaio arriva la fine: la fine per quella città galleggiante, la fine della carriera del Capitano Schettino, la fine per i 32 passeggeri che non sono riusciti a salvarsi, l'ultimo dei quali, Russel Rebello, è stato ritrovato due anni dopo, durante le operazioni di smantellamento della nave.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #d8a99b; font-family: courier;">Nei mesi successivi al naufragio avrebbero ritrovato quasi tutti i corpi delle 32 vittime. 12 tedeschi. 6 italiani. 6 francesi. 2 peruviani. 2 statunitensi. 1 spagnolo. 1 ungherese. Donne e uomini di tutte le età. Una bambina di cinque anni.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quello di Francesco Schettino non è stato un errore umano: il Capitano viene raccontato tra queste pagine come una persona divertente, umile, affabile e disponibile, ma anche come un uomo portato a mentire pur di preservare sé stesso e incapace di quella prontezza di spirito indispensabile a prendere decisioni in momenti concitati come quelli che seguirono l'impatto della nave con gli scogli.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Trascorse oltre un'ora tra il momento dello scontro e quello in cui Schettino diede l'ordine di abbandonare la nave</b>; un'ora durante la quale i passeggeri furono lasciati in balìa di loro stessi, senza alcuna informazione, mentre la nave imbarcava acqua a iniziava a inclinarsi sul fianco destro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un'ora durante la quale, nelle telefonate intercorse tra l'equipaggio della nave e la Capitaneria di Porto, si parlava di un semplice black-out elettrico.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quante di quelle 32 persone si sarebbero potute salvare se colui che era al comando avesse ottemperato al suo ruolo e ai suoi doveri?</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #d8a99b; font-family: courier;">Il Comandante della <i>Concordia</i> aveva abbandonato la nave mentre centinaia di persone erano ancora a bordo, lasciandole a sé stesse in attesa di soccorsi.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Trincia, attraverso un testo aneddotico, ci porta a rivivere le ultime ore della Costa Concordia, ma anche stralci della vita di alcuni passeggeri dopo la notte del naufragio.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un quadro chiaro e complessivo di quello che avrebbe potuto essere un disastro di proporzioni maggiori, ma anche la definitiva condanna, oltre quella penale che gli ha inflitto 16 anni di reclusione, di Francesco Schettino, un uomo vile e borioso che, dopo aver abbandonato la nave con i passeggeri a bordo, dichiarando di essere stato spinto sopra una lancia di salvataggio, ha addirittura detto che avrebbe rifatto ogni cosa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sedici anni di reclusione: tanto vale la vita di 32 persone, tra le quali una bambina di 5 anni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non trovate un voto e neanche un parere personale in questa che definire una recensione è un po' azzardato. Come potete immaginare, trattandosi non di un romanzo, ma del racconto di ciò che è accaduto durante quella tragica notte, esprimere un parere sarebbe riduttivo quanto fuori luogo. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quello che posso dirvi è che leggere questo libro è necessario, non per soddisfare l'innata curiosità umana, quanto per ricordarci cosa accadde quella notte e, soprattutto, non dimenticare chi fu il responsabile di quel disastro. Lo stesso uomo che, pochi anni dopo, veniva celebrato, anche da alcuni dei nostri rappresentanti politici, trattato alla stregua di un eroe; un uomo osannato da orde di gente che facevano la fila per scattarsi una foto assieme a lui. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiE-O3xewM3YuzKf4TlPfvIqJyHspZ2H2MILI22johyphenhyphensqI_JTprPostUjKMQ-GKqA0s59_cBuQp-dY-k5Nr3XXUXPVwtnqowxMElm_Ntz4Hn3k0DMP8CCjQ1Re_2KiHJRnhdTssd45PiL_xpKPPa9gRh0uYAQfZ-4JeSyDDGRBvi8vm3swr-JlcIRBennf7/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiE-O3xewM3YuzKf4TlPfvIqJyHspZ2H2MILI22johyphenhyphensqI_JTprPostUjKMQ-GKqA0s59_cBuQp-dY-k5Nr3XXUXPVwtnqowxMElm_Ntz4Hn3k0DMP8CCjQ1Re_2KiHJRnhdTssd45PiL_xpKPPa9gRh0uYAQfZ-4JeSyDDGRBvi8vm3swr-JlcIRBennf7/s1600/firma.png" width="206" /></a></div>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-18011605355535697462024-01-15T08:00:00.011+01:002024-01-15T08:00:00.135+01:00Recensione 'Tutti i particolari in cronaca' di Antonio Manzini - Mondadori<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyYdOT6EzlYeZjvJYS5HMEESXYc4sUPU2zFzl_q1NovIlRvBOftzwE1EuPh4iGtuJ0Dyk9juTKIo9YsyN1hyphenhyphenqxvQ-WWuUeTU0I-EpO5MnBXANiohIHOeINL-6200U3wXft-e1QMwCQQBLQmwej_qTv76UQJi8aodj1Pt8YrVxjVLxMzsWcxjLmSkZZKgcV/s4023/manzini%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3214" data-original-width="4023" height="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyYdOT6EzlYeZjvJYS5HMEESXYc4sUPU2zFzl_q1NovIlRvBOftzwE1EuPh4iGtuJ0Dyk9juTKIo9YsyN1hyphenhyphenqxvQ-WWuUeTU0I-EpO5MnBXANiohIHOeINL-6200U3wXft-e1QMwCQQBLQmwej_qTv76UQJi8aodj1Pt8YrVxjVLxMzsWcxjLmSkZZKgcV/w640-h512/manzini%20blog.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>TUTTI I PARTICOLARI IN CRONACA</b> || Antonio Manzini || Mondadori || 9 gennaio 2024 || 301 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><a href="https://amzn.to/3vyyORz" target="_blank">Acquista qui</a></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: left;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both;"><span style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH06GYDCS4xewJmoUgSx7XjdOlgnDrKndwJwphsDTFrLruyJb54xqjDXBv0Xfl-0sNxj5cvRmrSomiYOM1gtX0BQnERaRqNG6lSEWwCTg_2SLb9S2Z8tOMSTYz2J-Fwf5QtVKdn_MGc0G3OjRLTmMmztYL5EPuV4GY9rzQtpDk9DJ7rHW5zTPlQwm1XO_O/s200/3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="108" data-original-width="200" height="97" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH06GYDCS4xewJmoUgSx7XjdOlgnDrKndwJwphsDTFrLruyJb54xqjDXBv0Xfl-0sNxj5cvRmrSomiYOM1gtX0BQnERaRqNG6lSEWwCTg_2SLb9S2Z8tOMSTYz2J-Fwf5QtVKdn_MGc0G3OjRLTmMmztYL5EPuV4GY9rzQtpDk9DJ7rHW5zTPlQwm1XO_O/w179-h97/3.png" width="179" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La corsa all'alba, la colazione al bar, poi nove ore di lavoro all'archivio del tribunale, una cena piena di silenzi e la luce spenta alle dieci: Carlo Cappai è l'incarnazione della metodicità, della solitudine. Dell'ordinarietà. Nessuno sospetta che ai suoi occhi quel labirinto di scatole, schede e cartelle non sia affatto carta morta. Tutto il contrario: quei faldoni parlano, a volte gridano la loro verità inascoltata, la loro richiesta di giustizia. Sono i casi in cui, infatti, il tribunale ha fallito, e i colpevoli sono stati assolti "per non aver commesso il fatto" – in realtà per i soliti, meschini imbrogli di potere. Cappai, semplicemente, porta la Giustizia dove la Legge non è riuscita ad arrivare – sempre nell'attesa, ormai da quarant'anni, di punire una colpa che gli ha segnato la vita. Walter Andretti è invece un giornalista precipitato dallo Sport, dove si trovava benissimo, alla Cronaca, dove si trova malissimo. Quando il capo gli scarica addosso la copertura di due recenti omicidi, Andretti suo malgrado indaga, e dopo iniziali goffaggini e passi falsi comincia a intuire che in quelle morti c'è qualcosa di strano. Un legame. Forse la stessa mano... Antonio Manzini, il creatore dell'indimenticabile vicequestore Schiavone, entra nel catalogo del Giallo Mondadori con una storia serrata e sorprendente che si interroga sull'equilibrio tra legge e giustizia, e su ciò che saremmo disposti a fare pur di guarire le nostre ferite.</div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyx6wdcje-wH1-RywwIqEqrTDxR4jo93GeVamUxyakQx4erDJo8dvutlBtOIhghi9UAg8ou8aitIw4jzpI9EPQV3zxgc0IVPG_So1GzgJ7APyWtOYfNCQ6VtqHFdXoGZYJVEhPlbe-JdGF1EhqFSwnFz97WOPojcHr6r0RvxUNC__FGeGhJfrfRX7hdDx-/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyx6wdcje-wH1-RywwIqEqrTDxR4jo93GeVamUxyakQx4erDJo8dvutlBtOIhghi9UAg8ou8aitIw4jzpI9EPQV3zxgc0IVPG_So1GzgJ7APyWtOYfNCQ6VtqHFdXoGZYJVEhPlbe-JdGF1EhqFSwnFz97WOPojcHr6r0RvxUNC__FGeGhJfrfRX7hdDx-/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ogni volta che <a href="https://www.lalibridinosa.com/search/label/antonio%20manzini" target="_blank">Antonio Manzini</a> pubblica un nuovo romanzo, io ho la conferma del fatto che i grafici lo odino profondamente. Chissà che avrà fatto di male?!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Copertina (brutta) a parte, Manzini cambia editore e protagonista, salutando (definitivamente? Volesse il cielo!) il Vicequestore Rocco Schiavone.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Cambio anche di location: per questo nuovo lavoro, ci spostiamo a Bologna, ma la storia avrebbe potuto svolgersi a Roma, Milano, Torino, persino a Casalpusterlengo e poco sarebbe cambiato; a differenza dei romanzi con Schiavone, infatti, nei quali tanto Roma quanto Aosta risultano parte integrante della storia, qui Bologna è un luogo come un altro, che si intuisce da alcuni dettagli e da un paio di piatti di tortellini e che viene rivelata solo all'ultima pagina.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>La storia si divide in due parti, due voci e due protagonisti</b>: Walter Andretti, giornalista passato da poco alla cronaca nera dopo anni allo sport, e Carlo Cappai, un quasi sessantenne, archivista presso il tribunale, figlio di un magistrato ormai defunto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Due, come detto, le voci narranti, che viaggiano parallele in <b>un alternarsi di capitoli in prima persona</b> e che, se distinguibili grazie alla scelta di utilizzare due font diversi, non altrettanto immediati risultano quando il lettore deve riannodare i fili della trama tra un personaggio e l'altro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>La "struttura" dei personaggi è molto diversa: Carlo Cappai è quasi da manuale!</b> La sua vita, la sua psicologia, i suoi segreti e il suo passato vengono sviscerati da Manzini con grande attenzione, regalando al lettore mille motivi per affezionarsi al solitario archivista e altrettanti per prendere le sue difese anche quando sbaglia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tutto il contrario accade, invece, con <b>Walter Andretti, che risulta scialbo e opaco</b>, poco approfondito sia dal punto di vista psicologico che personale. Di lui sappiamo che va per i 40, è stato lasciato dalla fidanzata e si ritrova a scrivere pagine di cronaca nera. Perché? Come mai un giornalista sportivo si trova in nera? Manzini non risponde alla domanda e questo, assieme ad altri insignificanti dettagli, lascia addosso <b>la sensazione di trovarsi davanti al primo romanzo di una nuova serie (Anto', io gna fo!).</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Se, come me, siete affezionati lettori di <a href="https://www.lalibridinosa.com/search/label/gigi%20paoli" target="_blank">Gigi Paoli</a> e avete avuto la fortuna di leggere i romanzi con protagonista il giornalista Carlo Alberto Marchi, sarà inevitabile fare un parallelo tra i due personaggi. Ma se Marchi risulta credibile, vero e dotato di rara cazzimma quanto di ironia, Andretti è quasi una marionetta nelle mani del suo creatore che, duole dirlo, non ha fatto un gran lavoro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il parallelo prosegue nel vedere Walter appassionarsi a ciò che scrive e iniziare, quasi in parallelo, una sua indagine sugli omicidi che stanno insanguinando le strade di Bologna. Ma se Paoli sa di ciò che scrive, essendo lui per primo un giornalista, e riesce, quindi, a rendere credibile Marchi, Manzini non è del mestiere e <b>Andretti è più una ridicola macchietta che non un giornalista credibile!</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Le situazioni nelle quali si infila restano a metà tra il ridicolo (alcune sono davvero tirate per i capelli!) e l'inutile.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>E il giallo? Sta in copertina... inteso come colore! </b>Che Manzini non incentri su quello i suoi romanzi, è cosa nota; i suoi gialli sono più un contorno, una scusa per raccontarci le storie dei personaggi, ma in questo caso <b>la trama è davvero fragile</b>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Arrivata a pagina 50 ho scritto alla <a href="https://duelettriciquasiperfette.com" target="_blank">Bacci</a>, dicendole che avevo la sensazione di aver capito tutto; ed effettivamente era così.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ma è stata una scelta dell'autore quella di apparecchiare la soluzione sin dall'inizio: svelare la mano che arma la pistola è un modo per farci comprende i motivi che portano l'assassino a uccidere le sue vittime.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un piccolo mistero lo si potrebbe avere nelle ultime pagine, ma se si è lettori attenti, anche quello sarà facilmente intuibile.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Insomma, un disastro? Uno sfacelo? Ovviamente no, perché che Manzini sappia scrivere non lo scopriamo certo oggi. Ed è proprio <b>la sua scrittura, malinconica, a tratti poetica, che tiene il lettore incollato alle pagine</b>, desideroso anche di scoprire se ci sarà un guizzo, una sorpresa, qualcosa di inaspettato in quella che, purtroppo, risulta essere una trama un po' piatta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIakc6hKBpZQqP5xUugtbIvP2dbqlTrDJFqtyxt_wmcXii-XTnYUH6pXiGx4THKUTmr6vno8SHMiSfwTdTbmxQIynKeVn4uF0iOa9y3R8K87pUFaFc14Xb3snZXBKyl7MuuIuZjwcxbzncYK24k_jGztmOdr1wP1rKocT5iQLzqz7nPQpaUS1ApeKo971R/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIakc6hKBpZQqP5xUugtbIvP2dbqlTrDJFqtyxt_wmcXii-XTnYUH6pXiGx4THKUTmr6vno8SHMiSfwTdTbmxQIynKeVn4uF0iOa9y3R8K87pUFaFc14Xb3snZXBKyl7MuuIuZjwcxbzncYK24k_jGztmOdr1wP1rKocT5iQLzqz7nPQpaUS1ApeKo971R/s1600/firma.png" width="206" /></a></div></span></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-29491211879225183912024-01-08T08:00:00.021+01:002024-01-08T08:00:00.148+01:00Recensione 'Misery'di Stephen King - Pickwick<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1_0_vxO_e95R9TjmrsJuDmu5r1txiMLmnmsHtopYEfN7Xy5E7q0dAyPB6ped42lxNlMMEGLjDyHRXkDRPBnTZBunyct-r_sSUilr8css6USBax-kDLCw6CVcbxkJEfDilKOJGNvMoNQeo0fimA12msbAt2Ya7xtcsJU9fGIrt8SPc4z1oyE1sIiWPE0lG/s4023/king%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3017" data-original-width="4023" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1_0_vxO_e95R9TjmrsJuDmu5r1txiMLmnmsHtopYEfN7Xy5E7q0dAyPB6ped42lxNlMMEGLjDyHRXkDRPBnTZBunyct-r_sSUilr8css6USBax-kDLCw6CVcbxkJEfDilKOJGNvMoNQeo0fimA12msbAt2Ya7xtcsJU9fGIrt8SPc4z1oyE1sIiWPE0lG/w640-h480/king%20blog.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><b>MISERY</b> || Stephen King || Pickwick || 8 giugno 1987 || 384 pagine</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><a href="https://amzn.to/3tyRu2Z" target="_blank">Acquista qui</a></span></span></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_LhYCxqvtWYEBTNBI3JLmpgHly2d_dU05pj_JOpA0pyqo09STyYb2mFn2GxYXYDMf2xMU7L6XKVf1iPTRStdIY0TbZ5EenOoMX2NNbaN6KCdRIAPsDaTPeLJpSIZFSQVE_Le_Hrie9XOShDzmekB6DMg7VD2GTLRJ1r5TwqBA4UpbCGVQg-yr8t_a2bFs/s200/5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="200" height="78" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_LhYCxqvtWYEBTNBI3JLmpgHly2d_dU05pj_JOpA0pyqo09STyYb2mFn2GxYXYDMf2xMU7L6XKVf1iPTRStdIY0TbZ5EenOoMX2NNbaN6KCdRIAPsDaTPeLJpSIZFSQVE_Le_Hrie9XOShDzmekB6DMg7VD2GTLRJ1r5TwqBA4UpbCGVQg-yr8t_a2bFs/s1600/5.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Paul Sheldon, un celebre scrittore, viene sequestrato in una casa isolata del Colorado da una sua fanatica ammiratrice. Affetta da gravi turbe psichiche, la donna non gli perdona di avere "eliminato" Misery, il suo personaggio preferito, e gli impone, tra terribili torture, di "resuscitarla" in un nuovo romanzo. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Paul non ha scelta, pure rendendosi conto che in certi casi la salvezza può essere peggio della morte.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un capolavoro dell'horror, divenuto un film culto con una strepitosa Kathy Bates, premiata con l'Oscar. Un incubo raccapricciante che solo Stephen King poteva concepire.</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAn9LFTKLiQzmA7iz5OKI6lCIAQ3n4ehzuKC6l76KEUaZawW1sqzTUVXADz0pJcJ-r1r7I9n8TO9szvnXm18F3m5fVwUUiRW3r86lLqx45QH4sf1iBXSd3zu7IO3AHMMbA3uPhFU7ecYZtFJtOJKzyaYB1v-XRg3jZocXebLLhnD9LSO-T_nj5I7GDSnSl/s258/recensione.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAn9LFTKLiQzmA7iz5OKI6lCIAQ3n4ehzuKC6l76KEUaZawW1sqzTUVXADz0pJcJ-r1r7I9n8TO9szvnXm18F3m5fVwUUiRW3r86lLqx45QH4sf1iBXSd3zu7IO3AHMMbA3uPhFU7ecYZtFJtOJKzyaYB1v-XRg3jZocXebLLhnD9LSO-T_nj5I7GDSnSl/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La scelta del primo libro dell'anno, per quanto mi riguarda, è sempre molto difficile: ho questa strana scaramanzia per la quale sbagliare la prima lettura avrà funeste ripercussioni su tutte quelle successive! È per questo motivo che valuto, ragiono, seleziono, metto da parte una pila di libri e poi inizio a scremare sino a giungere al prescelto!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Cerco di affidarmi sempre ad autori che ho già letto e di cui mi fido ciecamente e quest'anno è stata la volta di Stephen King e del suo <i>Misery</i>, compagno della mia estate da diciassettenne e, trent'anni dopo, delle prime ore di questo 2024.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ricordavo a grandi linee la storia, ma non il finale né, tantomeno, quanto fosse cruenta in alcune parti e angosciante per tutta la sua durata.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Paul Sheldon e Annie Wilkes: sono loro i pilastri portanti di questo romanzo</b>; uno scrittore e "la sua ammiratrice numero uno".</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Paul, dopo aver rischiato di morire, si risveglia a casa di Annie, ex infermiera, che ha recuperato il suo corpo dall'auto semi-distrutta che lo racchiudeva e si è presa cura di lui.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #d8a99b; font-family: Rochester; font-size: large;">Paul si era spaventato per quel che le aveva visto in faccia, perché non aveva visto niente, il niente nero di un crepaccio ripiegato nel terreno di un prato alpino, un nero in cui non crescevano fiori e dove interminabile sarebbe potuta essere la caduta.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Annie è ossessionata da Paul, ma, soprattutto, è ossessionata da Misery Chastain, il personaggio più famoso creato dalla sua penna, la protagonista assoluta di una serie di romanzi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quando Annie scoprirà che, nell'ultimo romanzo della serie, Misery morirà, per Paul si apriranno le porte dell'inferno.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Chiuso in camera, dipendente dagli anti-dolorifici che Annie gli somministra, con le gambe ridotte a due rami secchi e triturati, Paul non potrà far altro che assecondare la follia della sua carceriera e riportare in vita quell'eroina da lui tanto detestata.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>King ci accompagna in un inquietante viaggio all'interno della mente umana</b>, quella di Annie, folle, incontrollabile e sadica, e quella di Paul, spaventata, arrabbiata e angosciata.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #d8a99b; font-family: Rochester; font-size: large;">Annie lo aveva trasformato in un animale vinto dal dolore e privato di opzioni morali.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Mentre Annie oscilla nell'oscura nube che è la sua mente, vagando tra momenti di esaltazione e altri di depressione profonda che sfociano in una furia incontenibile, Paul Sheldon è colui al quale King dedica maggiormente la sua attenzione, tessendo attorno a lui una sotto-trama che interseca pensieri e situazioni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Viaggeremo nella mente di Paul e osserveremo la sua involuzione psicologica; conosceremo un uomo preda del dolore e della paura e lo vedremo trasformarsi in un essere che oscilla tra il terrore nei confronti della sua carnefice e la follia che lo accomuna a lei.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non mancano le scene cruente, che si accompagnano in perfetto equilibrio a quei momento di calma che precedono la tempesta-Annie.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La bravura di King si evince soprattutto nei dettagli, nella capacità di indurre nel lettore le emozioni necessarie attraverso descrizioni che, a un primo, disattento, sguardo, potrebbero apparire semplici! E invece, <b>vi troverete ansimanti e spaventati semplicemente leggendo del fiato corto di Paul!</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È stupefacente come l'autore riesca a trascinarci nell'abisso fisico e mentale del suo protagonista, assieme al quale cercheremo una via di fuga da Annie Wilkes.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E <b>anche noi, come Paul, continueremo a vedere Annie ovunque, perché lei si sarà impossessata della nostra mente, così come del nostro corpo.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">In questo romanzo, King parla del "lettore assiduo", colui che legge talmente tanto da sviluppare un'attenzione spasmodica verso i dettagli di una storia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il lettore assiduo è colui che coglie tutte le incongruenze di una trama e difficilmente le perdona all'autore!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ebbene se, come me, siete cresciuti con i romanzi di King, difficilmente potrete accontentarvi di livelli di scrittura più bassi. Lo standard è alto, ma che meraviglia è perdersi in storie così?!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdTelOJLd7qkbxtXa7quAabg8ce4RfloAtgy9_e_W5mgdMX1lyThyG8paWSa2iHWiEQ0OMECVaXgs_z2t_UW-e6d_GanyhnB3BUX0SiMjpA__T4khJL0MwirRegSwezy_w0tA5A6TusD7ZO7L-DXDJxNKycHKkTz1qIOovWPyVpdMKGbxG_AXr_RjukFCT/s206/firma.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdTelOJLd7qkbxtXa7quAabg8ce4RfloAtgy9_e_W5mgdMX1lyThyG8paWSa2iHWiEQ0OMECVaXgs_z2t_UW-e6d_GanyhnB3BUX0SiMjpA__T4khJL0MwirRegSwezy_w0tA5A6TusD7ZO7L-DXDJxNKycHKkTz1qIOovWPyVpdMKGbxG_AXr_RjukFCT/s1600/firma.png" width="206" /></a></div>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-57264351641496074312024-01-02T08:00:00.006+01:002024-01-02T08:00:00.136+01:00Recensione 'Le armi della luce' di Ken Follet - Mondadori<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQuqKxDZ1gul8oQC455nt7dDV2Bh5zxX-8D7egIngp3lEMbU6SgYnMqQdODm5xp5KfoG4-tHcmKAuymooD_yUeeTsPVUdGFuwZ_2UplLHusUwbkhMweZCi94_8rKLSwvhamvjqo_7uHMTs831QjeJfJktj3-a5kToYzrqf1IJACPV8WtGgYY62GFVyvHoD/s4023/follett%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3047" data-original-width="4023" height="484" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQuqKxDZ1gul8oQC455nt7dDV2Bh5zxX-8D7egIngp3lEMbU6SgYnMqQdODm5xp5KfoG4-tHcmKAuymooD_yUeeTsPVUdGFuwZ_2UplLHusUwbkhMweZCi94_8rKLSwvhamvjqo_7uHMTs831QjeJfJktj3-a5kToYzrqf1IJACPV8WtGgYY62GFVyvHoD/w640-h484/follett%20blog.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>LE ARMI DELLA LUCE</b> || Ken Follett || Mondadori || 26 settembre 2023 || 688 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><a href="https://amzn.to/48rMyf0" target="_blank">Acquista qui</a></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2M2LDrWfvbDUyYzCLz5VTAn6ivsrKzKFYih-a8X15DisPSE5aPDf7mJRK3eQvu_7S8XBKPTipgwMpD1bMwotqQs2DbiMTBlupa5FJmcN-tUHp0khcBReLbNixY-KNhy1I80fcIOph5fMbe6V3ULcXUAT6PztZrqjN97f8WzWlhyztEwyzLrAAXghqE2LW/s200/1.5.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="163" data-original-width="200" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2M2LDrWfvbDUyYzCLz5VTAn6ivsrKzKFYih-a8X15DisPSE5aPDf7mJRK3eQvu_7S8XBKPTipgwMpD1bMwotqQs2DbiMTBlupa5FJmcN-tUHp0khcBReLbNixY-KNhy1I80fcIOph5fMbe6V3ULcXUAT6PztZrqjN97f8WzWlhyztEwyzLrAAXghqE2LW/w144-h118/1.5.png" width="144" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il quinto capitolo della saga di Kingsbridge. "Le armi della luce" si svolge tra il 1792 e il 1824, un’epoca di grandissimi cambiamenti in cui il progresso si scontra con le tradizioni del vecchio mondo rurale e il governo dispotico è determinato a fare dell’Inghilterra un potente impero commerciale. A Kingsbridge l’industrializzazione si fa rapidamente strada riducendo alla miseria la maggior parte della popolazione dedita alla manifattura tessile, la principale fonte di reddito della città. La vita di un gruppo di famiglie collegate tra loro viene stravolta dalla nuova era delle macchine, mentre imperversa la guerra con la vicina Francia di Napoleone Bonaparte che giunge alla sua epocale conclusione con la battaglia di Waterloo. Scoppiano le rivolte del pane, gli scioperi e la ribellione contro l’arruolamento forzato nell’esercito. Una coraggiosa filatrice, un ragazzo geniale, una giovane idealista che fonda una scuola per bambini disagiati, un commerciante di tessuti travolto dai debiti del padre, una moglie infedele, un operaio ribelle, un artigiano intraprendente, un vescovo inetto, un ricco imprenditore senza scrupoli sono solo alcuni dei personaggi che animano questa storia indimenticabile. Eroine ed eroi carismatici combattono per un futuro libero dall’oppressione, personaggi cattivi e perversi cercano di mantenere ad ogni costo i loro privilegi in un complesso intreccio ricco di dettagli storici accuratamente documentati.</div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPngyNN22f6HLx__CC36kjLW2mlXFwNKPgxDHDWZPizVzHvSataCgtEDIf_EPBImzmjn2w7n2MXX9pUwsyx3hf3SkQHMGpkxnALAXJAT_XYK3rToQI8NzFj0RghpungDyTRAXDTEji4_X-jVmaZzF-cg4HwVTot-zGenR6OP0HsZS8FPJFljL0T-W8dGF_/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPngyNN22f6HLx__CC36kjLW2mlXFwNKPgxDHDWZPizVzHvSataCgtEDIf_EPBImzmjn2w7n2MXX9pUwsyx3hf3SkQHMGpkxnALAXJAT_XYK3rToQI8NzFj0RghpungDyTRAXDTEji4_X-jVmaZzF-cg4HwVTot-zGenR6OP0HsZS8FPJFljL0T-W8dGF_/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Da anni gira voce che Follett si avvalga di una schiera, più o meno nutrita non è dato saperlo, di ghostwriter. Che sia vero o meno credo che non lo scopriremo mai, ma se fosse così, io immagino già il britannico autore che stila la lista di quelli a lui necessari per la stesura di quest'ultimo romanzo. Quindi...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">- scrittore romance, possibilmente esperto in scene piccanti da romanzo erotico per adolescenti in preda ad attacchi ormonali (giuro che la pettinata dei peli pubici, con tanto di riga centrale, non l'avevo mai messa in conto!)</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">- un noioso esperto in tessitura, macchine per la tessitura, evoluzione della tessitura... tessitura l'ho detto?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">- uno che ne sappia di eserciti e di come si schieravano per combattere (pssss... Ken... bastava mezzo libro di storia e risparmiavi du' spicci!)</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Stilato l'elenco, ecco che si dà il via alla stesura di queste quasi 700 pagine, le cui prime 150 mi avevano anche fatto ben sperare sulla tenuta della storia, cosa non scontata dopo il mezzo scivolone di <a href="https://www.lalibridinosa.com/2020/09/recensione-fu-sera-e-fu-mattina-di-ken.html" style="font-style: italic;">E fu sera e fu mattina</a>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Invece, l'autore romance deve aver sgomitato parecchio, perché tra una mortalmente noiosa descrizione di tessuti e macchine per filare la lana, ecco che prende il sopravvento ciò che, ultimamente, pare molto apprezzato nei romanzi ma che un lettore di Follett certo non cerca e non si aspetta: <b>sesso, sesso a profusione!</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sesso etero, sesso gay, sesso tra coniugi, sesso tra amanti, tutto, ovviamente, dettagliatamente descritto e ripetuto più volte... metti mai ci sfuggisse qualche fondamentale dettaglio!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Le armi della luce</i> si svolge tra fine 700 e inizio 800. Come consuetudine nei romanzi di Follett, molteplici sono i protagonisti, le cui vite e storie si intrecciano sino a creare una trama fitta e articolata.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Uno dei problemi, però, è che <b>lo schema seguito dall'autore è diventato ormai ripetitivo</b>: c'è il popolo sottomesso e affamato, ci sono i signori ricchi, arroganti e convinti di poter fare ciò che vogliono senza incappare in alcuna conseguenza e, infine, tutto va a posto e il bene vince sempre sul male.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nulla da ridire se avessi avuto tra le mani un romanzo di Dan Brown, dal quale so benissimo cosa aspettarmi (stesso protagonista, stessa storia, stesso bar!). Ma trattandosi di Ken Follett (e visto anche l'esorbitante prezzo di copertina sborsato per avere questo romanzo), vorrei qualcosa di più!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Invece mi sono ritrovata (nuovamente) a fare i conti con una trama scontata e lenta, nella quale, ogni tot pagine c'è qualcuno che dà sfogo ai propri istinti sessuali!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ridicola anche la scelta di rendere inclusivo il romanzo, infilando nella storia due coppie gay e rendendo questa cosa perfettamente accettata dalle famiglie dei personaggi. È il 1800, Ken! Se una donna avesse convissuto con un'altra donna, probabilmente sarebbe stata bruciata sul rogo!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il romanzo fa parte della serie iniziata con <i>I pilastri della terra</i>, di cui si sogna il livello altissimo di narrazione e la meravigliosa trama. Kingsbridge torna nuovamente, anche se marginalmente, protagonista. Qualche rimando lo si trova nell'incontrare la Cattedrale e poi il ponte di Martin; sicuramente c'è qualcos'altro, ma sono trascorsi ormai talmente tanti anni dalla lettura del primo volume, che potrebbe essermi sfuggito.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ammetto che se non avessi avuto l'audiolibro ad agevolare la lettura di questo libro, lo avrei mollato senza tante remore. A me di sapere dove, come e quanto trombassero due secoli fa, sinceramente, frega abbastanza poco!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgppUZ8Sl0e9SA5aA6znKSf_OQLncx6BIRgdII4ll3Mp39wk_kejflgg530WiXENjACP0xVifZA8KM5SVE8phs-yvzZaP1dXd40VzrHrKFMxAhblBL5OaZZTL3G6i6H_Qr1eMLlH4Sft63Mw56xV0fzJfNFgvX2Cq7E0A5du82hqJsMmoC5m-U624voPPDG/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgppUZ8Sl0e9SA5aA6znKSf_OQLncx6BIRgdII4ll3Mp39wk_kejflgg530WiXENjACP0xVifZA8KM5SVE8phs-yvzZaP1dXd40VzrHrKFMxAhblBL5OaZZTL3G6i6H_Qr1eMLlH4Sft63Mw56xV0fzJfNFgvX2Cq7E0A5du82hqJsMmoC5m-U624voPPDG/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-57951057008211792152023-12-18T08:00:00.001+01:002023-12-18T08:00:00.264+01:00Recensione 'Casa dolce casa'di Ana Reyes - Feltrinelli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaIW7LV5X_7KOlIa59uO-RwBV7cJAM1dWvGCYhreA3T5myUKm50x8ZkYrGfPNz6whB7x5wRHjF9s0vAf8LKILAiMMMfEDtLaeN8xx69hgHwRE6tc6lqf7NWATtZ_SpMgnZucImftZWvOKVveiiUHKtVEBT-uESRPCLTO7uhVc1T7Oc2WtgbvLhGG0_fYXV/s4023/reyes%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2749" data-original-width="4023" height="440" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaIW7LV5X_7KOlIa59uO-RwBV7cJAM1dWvGCYhreA3T5myUKm50x8ZkYrGfPNz6whB7x5wRHjF9s0vAf8LKILAiMMMfEDtLaeN8xx69hgHwRE6tc6lqf7NWATtZ_SpMgnZucImftZWvOKVveiiUHKtVEBT-uESRPCLTO7uhVc1T7Oc2WtgbvLhGG0_fYXV/w640-h440/reyes%20blog.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://amzn.to/482yxo6" target="_blank">Acquista qui</a><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuOMsQNmcAQUkbhcp6aRSDellI7PRzc51frjsHTo-sTwfOjmUoN-Qv7yG7MXYsHG-AT2tRUI3GjeIg3BMBTpnqzYivecCJaZup1I2tzRIX1oqTN-vyiOv3oQE7Gj6pA8uoJ6BSYC_zSIyI7rzpO3ebFo-ksF292y3uY1dPcryI6_0zE9b8UhCLn8dsRiLd/s200/1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="185" data-original-width="200" height="117" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuOMsQNmcAQUkbhcp6aRSDellI7PRzc51frjsHTo-sTwfOjmUoN-Qv7yG7MXYsHG-AT2tRUI3GjeIg3BMBTpnqzYivecCJaZup1I2tzRIX1oqTN-vyiOv3oQE7Gj6pA8uoJ6BSYC_zSIyI7rzpO3ebFo-ksF292y3uY1dPcryI6_0zE9b8UhCLn8dsRiLd/w126-h117/1.png" width="126" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Almeno due donne sono morte misteriosamente in compagnia dello stesso uomo, Frank. Maya ha solo diciassette anni quando vede morire la sua migliore amica, Aubrey: un attimo prima stava parlando con il ragazzo più affascinante ed enigmatico di Pittsfield, Massachusetts, per cui Maya ha un'irresistibile cotta, e l'attimo dopo è a terra. Nessuna arma né veleno né contatto, solo l'orribile sospetto che il colpevole sia Frank. Sette anni dopo, Maya sta cercando di ricostruirsi una vita altrove quando, una notte, il passato ritorna. In un video virale assiste a una scena identica: una donna muore di colpo accanto a un Frank solo un po' più vecchio. Era proprio lui, dunque, l'assassino di Aubrey? I dubbi la tormentano, insieme a una potente crisi di astinenza da benzodiazepine, che Maya assume da anni contro l'ansia e l'insonnia. Nella sua mente, oltre al pensiero dell'amica e di Frank, si affaccia insistente l'immagine di una casa nel bosco, accanto a un torrente che sembra incantarla con il suo gorgoglio. Ma cosa è successo davvero quel giorno? Qual è il confine tra i suoi ricordi confusi e la realtà? È arrivato il momento di avventurarsi in quel bosco, di tornare a casa.</div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq83v1SGwsLYP1JgMyo0-xlfYNRPDjlBCHkR20qTdfL2cmA0RGByzijS_PRa2sfhgpw5WN_8NiPikT2-QjN3s9W3eTOFWTd9DjI3-mpbu1d52hsjI0u2VJDtNOf_vW5Lwn8TH23vl_8ZMS6bXqOo-sPZrGpqylNfdkikqBDVbvb7glOWrEv2kZxDbSBsVd/s258/recensione.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq83v1SGwsLYP1JgMyo0-xlfYNRPDjlBCHkR20qTdfL2cmA0RGByzijS_PRa2sfhgpw5WN_8NiPikT2-QjN3s9W3eTOFWTd9DjI3-mpbu1d52hsjI0u2VJDtNOf_vW5Lwn8TH23vl_8ZMS6bXqOo-sPZrGpqylNfdkikqBDVbvb7glOWrEv2kZxDbSBsVd/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Una stella perché di meno non si può. Una stella perché un "non classificato" sarebbe un regalo che questo libro non merita: <b><i>Casa dolce casa </i>è un libro brutto che merita un brutto voto!</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Partiamo dalle basi: la scrittura. <b>Questo romanzo è scritto male (e tradotto peggio!).</b> Sarei curiosa di chiedere alla traduttrice cosa voglia dire la frase: "In scimmia e in deprivazione di sonno..." (pagina 42 riga 10, per coloro che hanno il libro).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quale scimmia? Quella di Tarzan? O quella che la protagonista del romanzo ha al posto del cervello, stile Homer Simpson? Che scimmia?!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Si tratta di un gioco di parole intraducibile? Non sarebbe stato meglio non tradurlo e segnalarlo con una postilla? Ah... altra precisazione: quando si usano i pronomi per riferirsi a due o più persone, la grammatica richiede il "loro": trovarmi davanti a un "proteggere sé stesse" mi ha fatto bestemmiare in aramaico antico!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La cosa assurda è che la traduttrice di questo romanzo, è la stessa che ha tradotto la saga di Blackwater! Che Feltrinelli paghi meno di Neri Pozza?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E la scrittura? Per dirlo con una citazione colta: "Con 10 euro il mio cane avrebbe fatto meglio!". Grezza, elementare, insulsa, basica... avrei una lunga lista di aggettivi da poter usare, ma c'è ancora molto su cui infierire!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ad esempio, la storia! Facile facile: Maya ha 24 anni, convive con Dan, fa colazione con mezza bottiglia di gin:" Ma io non sono alcolizzata", dice ripetutamente... ah ah... certo cara! Tu non sei alcolizzata, Lallina è alta, la Bacci è giovane, Loredana sa cucinare e io sono socievole!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non è alcolizzata così come non ha bisogno di un percorso di disintossicazione... eh già, perché per anni Maya è stata dipendente dal Clorazepam, un sedativo che, inizialmente, le è stato prescritto dal suo terapeuta e, successivamente, ha iniziato a procurarsi in maniera illegale.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E perché mai la simpatica Maya beve e si droga? Perché a 17 anni ha visto morire, senza alcun motivo apparente, la sua migliore amica, Aubrey.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Facciamo un po' il punto, che ne dite? Maya è cresciuta con la madre; il padre è stato ucciso quando lei era ancora un feto abbastanza informe. Nonostante le normali difficoltà, Maya ha comunque avuto una vita serena e tra lei e la madre c'è sempre stato un bel rapporto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Maya ha sempre amato leggere e il suo sogno è quello di diventare scrittrice come il padre (di questa cosa parliamo dopo, perché c'è di che dire!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Terminate le superiori, la "non alcolizzata" è in procinto di partire per frequentare l'Università di Boston. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È estate, sono gli ultimi giorni che trascorre a Pittsfield e incontra Frank Bellamy, bibliotecario della sua scuola, tornato in città per, dice lui, assistere il padre gravemente malato. Frank le piace, lei piace a lui, Maya trascura Aubrey che, però, cerca di farle capire che lui la sta manipolando; Maya le dà della zocc... poco di buono, litigano, poi lei litiga con Frank (che bacia lei che bacia lui che bacia me!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E poi... boom (no, Lallina non ha fatto il plumcake!): Aubrey, mentre parla con Frank, si accascia a terra muore. Maya dice a tutti che l'ha uccisa lui. Come? Parlandole... sarà fiatella?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E quindi, psicologo, sonniferi, alcool, dipendenze varie finché una sera, anni dopo la morte di Aubrey, Maya gironzola su YouTube e vede un video nel quale una ragazza muore esattamente come la sua amica anni prima... e davanti a quella ragazza c'è Frank Bellamy.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Cosa fa una persona intelligente? Se ne sta quieta tra le mura di casa e, magari, cerca anche un aiuto per disintossicarsi. Maya vi pare intelligente? Direi proprio di no, anzi! È l'esatta incarnazione della protagonista di un film horror, quella che, mentre l'assassino le entra in casa, invece di fuggire dalla porta sul retro, va a nascondersi in soffitta!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È così che Ana Reyes, in un incomprensibile balzello avanti e indietro nel tempo, ci racconta la storia di Maya che torna a casa di mammà per riuscire a scoprire, tra un gin, una vodka e un bicchiere di whisky, come faccia Frank a uccidere le donne.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Diciamolo: la conclusione della storia, il modo in cui queste donne muoiono e i motivi per cui Frank le uccide, risultano banali e si perdono in una sequela di fatti confusi che non aiutano a risollevare le sorti segnate di un romanzo che fa acqua sin dalle prime pagine.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Il giallo è pressoché inesistente e fumoso</b>, roba che se questo libro capitasse in mano a un appassionato lettore del genere, la mia recensione risulterebbe persino gentile!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il personaggio di Maya non suscita alcuna emozione e questo forse più grave dell'avere a che fare con un personaggio negativo. La struttura piatta della storia appiattisce (scusate il gioco di parole) anche i suoi protagonisti: Frank, esattamente come Maya, è una lastra di vetro sulla quale <b>il lettore scivola placido e senza alcun sussulto.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ma io lo so che state aspettando che vi parli del padre scrittore! Ebbene, 47 pagine, in questo consiste l'incompiuta opera dell'artista defunto. 47 pagine scritte <strike>traendo ispirazione</strike> plagiando il "Canto della perla", uno scritto apocrifo del Nuovo Testamento. 47 pagine vergate di notte, su un tetto spiovente, gambe penzoloni nel vuoto e macchina da scrivere sulle cosce... comodo, eh?!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ma bastano quelle 47 pagine perché Maya definisca il genitore "uno scrittore" e decida di voler seguire le sue orme. Tranquilli, lettori: in 24 anni di vita Maya riuscirà a scrivere mezza pagina e, secondo me, era quella del suo diario segreto!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Adesso la domanda che mi affligge è una sola: <b>ma chi seleziona i libri da pubblicare, cosa beve a colazione?! </b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-TWujq_cZjmgFNBFAuYkE9_gcEL9hUA-OjtKQT8er0Rz2V1fFLy6yvgRNbv1iVNgzkLr36hcj6cGYVfstqMxEBIhi3i__28JZHcgs61DRq-_P51II_s5KVZ-hg6KV78ddSL9W8UqkMC6M57lDYGVhJ4sT_gibCnTGVvN5QNeF2L-YzG2w8G7qvXqIGI2C/s206/firma.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-TWujq_cZjmgFNBFAuYkE9_gcEL9hUA-OjtKQT8er0Rz2V1fFLy6yvgRNbv1iVNgzkLr36hcj6cGYVfstqMxEBIhi3i__28JZHcgs61DRq-_P51II_s5KVZ-hg6KV78ddSL9W8UqkMC6M57lDYGVhJ4sT_gibCnTGVvN5QNeF2L-YzG2w8G7qvXqIGI2C/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-44178913049937519122023-12-11T08:00:00.001+01:002023-12-11T08:00:00.144+01:00Recensione 'Nuove abitudini'di R. C. Sherriff - Fazi Editore<p style="text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIP6ZQtjHy-oGvMmQCkyWGmWZzzPdy5bUUTp26_KZmPQsl6uUo3dO_e36dtV6wVB6uUguzqefX9hkw_QjKvz504zcNfA7kvq53DHoTulw-Wr___cZVyndplC741gAjPiLwcCdKYDg7C7p2xpEKlu6mc3mjC0McQTGck-4ILMVqhRKgvl8O1lnQm3MwhnnX/s4023/sherriff%20blog.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3473" data-original-width="4023" height="554" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIP6ZQtjHy-oGvMmQCkyWGmWZzzPdy5bUUTp26_KZmPQsl6uUo3dO_e36dtV6wVB6uUguzqefX9hkw_QjKvz504zcNfA7kvq53DHoTulw-Wr___cZVyndplC741gAjPiLwcCdKYDg7C7p2xpEKlu6mc3mjC0McQTGck-4ILMVqhRKgvl8O1lnQm3MwhnnX/w640-h554/sherriff%20blog.jpg" width="640" /></a></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><p></p><p style="text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><b>NUOVE ABITUDINI</b> || R. C. Sherriff || Fazi Editore || 10 ottobre 2023 || 320 pagine</span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><a href="https://amzn.to/3GEbp3s" target="_blank">Acquista qui</a><br /></span></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_Yuf94JuqGIi4h4mMOeR7gyzQCHjohMd7VYE96KTeMjKaH1CVyDYQDoCsj2pFj0JRyeqUxPExLdLSEBO55Abvr2_1vyl3ueI990iubS_MZYVJgI8xox2QK70Z3W4s4ou1duHbQe7uRaAjKnjoorCn6KlIXgPNSu5q7hj0nlI_SE0X6-2scA1AvjGFKAaF/s200/4.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="87" data-original-width="200" height="87" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_Yuf94JuqGIi4h4mMOeR7gyzQCHjohMd7VYE96KTeMjKaH1CVyDYQDoCsj2pFj0JRyeqUxPExLdLSEBO55Abvr2_1vyl3ueI990iubS_MZYVJgI8xox2QK70Z3W4s4ou1duHbQe7uRaAjKnjoorCn6KlIXgPNSu5q7hj0nlI_SE0X6-2scA1AvjGFKAaF/s1600/4.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Londra, anni Trenta. Quella che per la maggior parte dei pendolari della City è una giornata di lavoro come tante altre, di certo non lo è per il signor Tom Baldwin: dopo oltre quarant’anni di ligio servizio presso un’agenzia di assicurazioni, è giunta l’ora del suo pensionamento. Può sgomberare la sua postazione, pensare agli ultimi saluti, ringraziare il direttore e i colleghi; un momento dal sapore dolceamaro, che inevitabilmente porta con sé pensieri malinconici. Ma durante il viaggio sul treno che per l’ultima volta lo riporterà alla quiete dei sobborghi dove vive con la devota moglie Edith, si scatena in Tom un profondo cambio di prospettiva. Se poco prima, infatti, l’uomo aveva la certezza che il pensionamento avrebbe segnato l’inizio della sua fine, una volta arrivato a destinazione è totalmente rinfrancato. La sua mente è piena di nuovi entusiasmanti progetti: finalmente avrà il tempo di dedicarsi alla casa e al giardinaggio, ma potrà anche soddisfare il suo appetito intellettuale, mettersi a studiare, realizzare il sogno di diventare uno storico e, grazie a qualche portentosa scoperta, farsi un nome tra gli esperti del settore. Una nuova vita lo aspetta! Sin dal primo giorno, però, le cose non vanno proprio come aveva immaginato. Cambiare completamente vita non è semplice, e presto se ne accorge anche la signora Baldwin, la cui quotidianità, fatta di piccole abitudini, è destinata a essere sconvolta dalla fastidiosa e costante presenza del marito...</div><div style="text-align: justify;">Con Nuove abitudini, pubblicato nel 1936 e sinora inedito in Italia, R.C. Sherriff si conferma un abilissimo cantore della vita ordinaria: questo delizioso romanzo, toccante ritratto di una coppia che, dopo decenni di routine condivisa, si trova ad affrontare un cambiamento radicale, ci mostra come la banalità del quotidiano nasconda spesso le più grandi verità.</div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9N5c0BRN89Jd0xRFcV5fPuFn-2ko1xerckYzUntpcDqfoDeGWhNYvwUTW9iSdMiPgYLZhFchYRMMJHs8LJaINuNUpGJ4N7oXLEnuItWh5hgKi8Uh2ex7UgATPS9e-HyH6WMhXQyNSVai7ybI7-IpnL7ih5fiZuiDaULmlnLDMiN2KKjVPv8WlFGw1Nkvp/s258/recensione.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9N5c0BRN89Jd0xRFcV5fPuFn-2ko1xerckYzUntpcDqfoDeGWhNYvwUTW9iSdMiPgYLZhFchYRMMJHs8LJaINuNUpGJ4N7oXLEnuItWh5hgKi8Uh2ex7UgATPS9e-HyH6WMhXQyNSVai7ybI7-IpnL7ih5fiZuiDaULmlnLDMiN2KKjVPv8WlFGw1Nkvp/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ma che belli sono quei libri che scivolano via senza che quasi ci se ne renda conto? Quelli che ti strappano più di un sorriso e ti rimettono in pace col mondo, anche se, tutto sommato, raccontano una storia semplice e senza grandi scossoni. E forse il segreto sta proprio in quella <b>semplicità</b>!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Nuove abitudini</i> è <b>un concentrato di piacevole autenticità</b>, iniziando da quelli che sono, in pratica, gli unici protagonisti del romanzo: Mister Baldwin e la moglie Edith.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tom Baldwin ha lavorato per oltre quarant'anni nella City; a 58 anni è giunto per lui il momento della pensione. Ed è proprio da qui che inizia questa storia, dall'ultimo giorno di lavoro di Mr Baldwin: le ultime ore in ufficio, la scrivania da svuotare, il saluto a quelli che, in parte, sono stati i colleghi di una vita e, infine, l'ultimo viaggio in treno verso casa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sono tanti, durante quel viaggio, i pensieri che attraversano la mente di Mr Baldwin; cullata dallo sferragliare delle rotaie, la mente vaga, timorosa, quasi spaventata all'idea della monotonia che la attende.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Finché la ragione prendere il sopravvento e Mr Baldwin realizza che, finalmente, avrà tempo per fare tutte quelle cose che ha sempre rimandato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È con questo spirito propositivo e battagliero che, immerso nella nebbia londinese di inizio autunno, varca il cigolante cancello di casa... ecco la prima cosa da fare, una di quelle per le quali non ha mai avuto tempo: risistemare quel vecchio cancello!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">A fare le spese della nuova e costante presenza in casa di Mr Baldwin saranno Edith e Ada, la loro anziana, burbera e fedele domestica.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Dopo anni interi trascorsi in una consolidata routine fatta di piccole quanto imprescindibili abitudini, le due donne dovranno rivedere del tutto la loro organizzazione domestica.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Forse è una cosa sulla quale ci si sofferma poco, ma a "fare le spese" dei pensionamenti degli uomini siamo sempre noi donne, che, dopo anni di parziale solitudine, routine e abitudini, ci troviamo a dover mettere in discussione spazi e tempo per far posto all'ingombrante presenza di un marito noioso e annoiato!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Edith si ritroverà così a fare da arbitro ai battibecchi tra Ada e Mr Baldwin, ma, allo stesso tempo, verrà privata di quella che era la sua quotidianità: niente più pisolino in poltrona, dopo pranzo, accanto fuoco del camino, perché sarà Tom ad accomodarsi lì, niente più pranzi frugali e consumati in fretta perché Tom si aspetta ben altro... E mentre le sue giornate tranquille si sgretolano miseramente, Mr Baldwin vede crollare, uno dopo l'altro, tutti i progetti che aveva fatto durante quell'ultimo viaggio di ritorno verso casa. Sarà così che in casa Baldwin la tensione inizierà a montare e i battibecchi tra i due coniugi diverranno quotidiani.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Saranno una lunga passeggiata tra i boschi e il ritorno a un luogo del cuore a dare una sferzata alla vita di Tom e Edith, che troveranno nel progetto di una nuova casa il modo perfetto per impiegare tempo ed energie!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Pubblicato negli anni Trenta, <i>Nuove abitudini</i> <b>non risente affatto del suo quasi secolo di vita</b>: lo stile di Sherriff è attuale, fresco e ironico al punto giusto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">I due personaggi principali, attorno ai quali ruota uno sparuto gruppo di comparse, suscitano tenerezza e affetto nel lettore, che, assieme a Tom e Edith corre di pagina in pagina, curioso di scoprire quale nuovo tormento affliggerà lui e quale escamotage escogiterà lei pur di non soccombere ai musi lunghi del marito!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">I coniugi Baldwin sono <b>l'esatto prototipo dei personaggi letterari a cui</b>, inevitabilmente e un po' inconsapevolmente, <b>ci si affeziona</b>, coloro che lasciano addosso la sensazione di essere stati parte, anche solo per qualche ora, di una nuova famiglia!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Nuove abitudini</i> non è certamente uno di quei libri che scavano l'anima, quelli che io definisco "libri da salvare in caso di incendio", ma è una piacevole compagnia per questi pomeriggi d'inverno, una storia in grado di farci far pace col mondo là fuori!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiooyWny-OhSRZdSTEYFqZ-V6A1FEZpRAYg0dFfeQ9kvYqjDmIeM6g7IPaMHuRm7CTh2DxuRKbxTXRpjjK5lawo2Gk-xOWvu0aYrmvVCo9hlpXGlmmFdVTaviI5wvVD5HsFKv0QBOwthKOGHJBM6dB2rQoN6JvrbeXTwTGK-owQ28AvvDQiYeIL_KEIznQN/s206/firma.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiooyWny-OhSRZdSTEYFqZ-V6A1FEZpRAYg0dFfeQ9kvYqjDmIeM6g7IPaMHuRm7CTh2DxuRKbxTXRpjjK5lawo2Gk-xOWvu0aYrmvVCo9hlpXGlmmFdVTaviI5wvVD5HsFKv0QBOwthKOGHJBM6dB2rQoN6JvrbeXTwTGK-owQ28AvvDQiYeIL_KEIznQN/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><br /></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-22172920516979192023-12-06T08:00:00.004+01:002023-12-06T08:00:00.183+01:00Recensione 'Il rumore delle cose nuove'di Paolo Genovese - Einaudi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="3861" data-original-width="4032" height="612" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQTQ4YTCE51dsvAn3ytdjRWwBR4s0zx3khtLXpZisdG1gWejs7QZF0xc_Cq1rlpa2_gpDxZ3kh5uQMfhhyphenhyphenFbktCz5vBgRFC0geCfY_RG-K8LY3VTdItVRdhTe3g2ZTrkd67sOisuJkGyfv0z75T2-79h7wWnXCd1RJqdHfsaEAM5yPjaIcLsFNdKmpjbgV/w640-h612/genovese%20blog.jpg" width="640" /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://amzn.to/47Xpm7W" target="_blank">Acquista qui</a><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBYrBDKvxe_0LQeNsrBYYghXcCeo41___SXtbTVr6lYJBX7rJL2isiZTNEBQXysiQRwUk-YAmMbFpZRbnqoyR0RxP_StaKQlH5tp0-Bqd7wbuRx4M7vl0UKmOseAr7Z6C1LekiRogLavwFX3GJQR6I9FAg-1LRQPg_1F0IcWjDI4ff428x9xN1wZFGt3Mw/s200/5.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="200" height="78" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBYrBDKvxe_0LQeNsrBYYghXcCeo41___SXtbTVr6lYJBX7rJL2isiZTNEBQXysiQRwUk-YAmMbFpZRbnqoyR0RxP_StaKQlH5tp0-Bqd7wbuRx4M7vl0UKmOseAr7Z6C1LekiRogLavwFX3GJQR6I9FAg-1LRQPg_1F0IcWjDI4ff428x9xN1wZFGt3Mw/s1600/5.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La soddisfazione illecita di una curiosità trascina le vite di sette persone in un vortice che le avvolge, le incastra, le fa scontrare. Mentre ogni residuo di normalità viene eroso dalla forza dirompente dei segreti: alcuni piccoli, altri insostenibili, ciascuno col proprio rumore. Andrea è un fotografo, Andreina un’infermiera, e se oggi Andrea è ancora vivo è perché Andreina gli ha donato un pezzo di sé. Umberto al lavoro allevia il dolore e a casa lo infligge ad Alba, che aveva sogni semplici e ora ha smesso di sognare. Ralph di mestiere riproduce suoni, Viola è un’attrice che ha scelto di recitare anche nella vita. E poi c’è Mirko, che ha dieci anni ma fa tanto rumore. Tre famiglie, che per anni si sono sfiorate nelle strade di Milano senza conoscersi, trascorrono le loro esistenze fra rancori, bugie e momenti di felicità finché un incontro imprevisto non stravolge tutto. Allora il caos prende il sopravvento sul fragile equilibrio che le regge e rischia di spazzarle via. «Ecco il problema dei segreti: ti costringono a dei comportamenti che non vorresti mai avere».</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHiksp_JjGzxWSCrZNbQwg7xmYuK8O8a_gX-czGPzgNKWNOE8RJvT2LCehFH4stDOH_-vkkPeJsU9RnuPUDOOGJNDt8pIgnP-SDp1LHhq-YvDVo2fJi45iFw2hjmzworHgX9qZQC4mjs56zbl9e47q_oSVqoB4NIvesWr8zCoIULoPVWl4VZm-9UMyhYsf/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHiksp_JjGzxWSCrZNbQwg7xmYuK8O8a_gX-czGPzgNKWNOE8RJvT2LCehFH4stDOH_-vkkPeJsU9RnuPUDOOGJNDt8pIgnP-SDp1LHhq-YvDVo2fJi45iFw2hjmzworHgX9qZQC4mjs56zbl9e47q_oSVqoB4NIvesWr8zCoIULoPVWl4VZm-9UMyhYsf/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Leggendo questo romanzo ho riflettuto su quanto i rumori siano una parte secondaria della nostra vita. Solitamente sono gli odori che ci portano a fermarci, a ricordare, a provare emozioni; a tutti noi capita di "incrociare" un profumo e fare un tuffo nel passato ! A me succede, ad esempio, con la crema Nivea che "sa di nonna" o la Coccoina che mi ricorda i pomeriggi con papà!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E i rumori? Pensateci un attimo. Anche loro sono associati a qualcosa: chi di noi, ad esempio, non è in grado di riconoscere il passo del proprio compagno sulle scale di casa? O di capire chi stia rientrando in casa dal solo modo in cui gira la chiave nella toppa? Ci sono mille rumori che siamo capaci di collegare a una persona a una situazione, eppure non ci emozionano mai quanto un odore.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non è così per Ralph che nella vita fa il rumorista, che a ogni suono associa un'emozione e se provate a chiedergli quale sia il rumore più bello che abbia mai sentito, con lo sguardo un po' perso lui ripenserà al primo pianto di suo figlio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Il rumore delle cose nuove</i> <b>è un romanzo difficile da raccontare</b>, perché Genovese, a conferma della sua innata bravura, tesse una trama solo all'apparenza semplice ma che, dopo poche pagine, porta il lettore all'interno di un puzzle fatto di personaggi e situazioni che, a un primo sguardo, paiono non incastrarsi in alcun modo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sei protagonisti, tre coppie: Ralph e Viola, Andrea e Andreina, Umberto e Alba. E poi c'è il piccolo Mirko, il pezzo d'angolo di questo puzzle, quello da cui ogni cosa inizia e grazie al quale ogni legame si crea!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ralph e Viola sono i genitori di Mirko; rumorista lui, attrice lei, si sono conosciuti in teatro, innamorati e sposati in pochissimo tempo. Lui è un buono per eccellenza, uno che il male cerca sempre di evitarlo: il suo mondo ruota attorno alla moglie e al figlio, ma da qualche tempo porta con sé un piccolo segreto, qualcosa che a Viola non riesce proprio a dire e che, a volte, lo fa sentire in colpa perché Viola, lui ne è sicuro, non gli nasconde nulla.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Andrea e Andreina hanno in quei nomi così simili un destino che pare unirli, tanto quanto quel rene che lei ha donato a lui e che, forse, è un "per sempre" più forte di qualunque firma messa in comune.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Eppure una crepa sottile ma profonda attraversa il loro rapporto, pronta a frantumare ogni cosa al primo vacillare di uno dei due.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E infine Umberto e Alba, quella che, oggi, purtroppo, risulta essere la coppia più di attualità</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #d8a99b; font-family: Rochester; font-size: large;">Alba ha chiuso gli occhi e deglutisce in <span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);">attesa che uno schiaffo le stacchi la testa dal collo.</span></span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Alba sognava tante cose: una casa, un lavoro sicuro, un marito e un figlio. Invece si ritrova a pulire scale per 4 euro l'ora, la vita rovinata per un reato non commesso, ma, soprattutto, una fede al dito che è la sua condanna.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Lei ci credeva davvero all'amore di Umberto, al fatto che lui le sarebbe stato sempre accanto, che l'avrebbe protetta da quei ceffoni che ogni tanto la vita ti riserva. E, invece, i ceffoni glieli assesta lui: se tiene il riscaldamento acceso per troppo tempo, se le arriva un messaggio da qualcuno, se non porta a casa abbastanza soldi... ogni motivo è buono per urlare, picchiare, violentare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E lei sta lì, zitta. D'altronde, cosa dovrebbe fare? Dove dovrebbe andare? Non ha una famiglia, non ha amici e con quei 4 euro l'ora come potrebbe vivere?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Sta zitta, Alba. Sorride fuori, urla dentro.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E poi c'è Mirko, la tessera d'angolo di questo puzzle: Mirko che è stato tanto desiderato , Mirko che viene bullizzato da due gemelli, Mirko che viene salvato da Andrea.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La magia di questo romanzo consiste nello scoprire, pagina dopo pagina, in che modo ogni personaggio si incastri con gli altri protagonisti della storia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E quando ogni pezzo del puzzle sarà al proprio posto e si avrà la visione d'insieme, quando il quadro, in tutta la sua bellezza, si mostrerà al nostro sguardo, guarderemo la scatola e noteremo che <b>c'è ancora un pezzo, un ultimo tassello</b>, quello che scombinerà ogni cosa, ma che, allo stesso tempo, la riequilibrerà.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il rumore di uno schianto, il rumore di una latta di vernice gialla che cade e sparge il suo contenuto sull'asfalto, il rumore di un cuore che smette di battere, il rumore di un nuovo inizio. Il puzzle è completo: tutto al proprio posto, tutti al proprio posto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMq0ca-CO_sqlTUl-AHe202WjeodkfiN6jzlwq_K4sUCIT-TNli_bOFcu1Gs4SeytAVKfV8Vf-Tl-C1Yov_D6-HgNz2_V0lJadxMsxsR4Oo9DkLVVhGb9Gen-WZi8IqlL-9WokwJW78h692VIu-JSM2fGlPw4auTSeZNIKtHRUUUDY9qzoRERZh3UgbVFZ/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMq0ca-CO_sqlTUl-AHe202WjeodkfiN6jzlwq_K4sUCIT-TNli_bOFcu1Gs4SeytAVKfV8Vf-Tl-C1Yov_D6-HgNz2_V0lJadxMsxsR4Oo9DkLVVhGb9Gen-WZi8IqlL-9WokwJW78h692VIu-JSM2fGlPw4auTSeZNIKtHRUUUDY9qzoRERZh3UgbVFZ/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-40835495522679151212023-11-21T08:00:00.002+01:002023-11-21T08:00:00.152+01:00Recensione 'Boom!' di Marcello Dòmini - Marsilio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1BlyPBa7ypz3B0uED_aNaSKN7-ybSpst7K_eVTGRZ0vQHmdwhGfShD-eFrRxqAuJ1teKPM9-PW_JjSao2NgrGafJ00dxhllGpG1DxznTQZT2nMExuV87PwWleaNNgGZbUBQzDatuIe3bNdBMDx9erTzjcGwurpP8YZ2VZ3Ol_BRrHpfUJD1VSD3OAlhqw/s4023/domini%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3653" data-original-width="4023" height="584" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1BlyPBa7ypz3B0uED_aNaSKN7-ybSpst7K_eVTGRZ0vQHmdwhGfShD-eFrRxqAuJ1teKPM9-PW_JjSao2NgrGafJ00dxhllGpG1DxznTQZT2nMExuV87PwWleaNNgGZbUBQzDatuIe3bNdBMDx9erTzjcGwurpP8YZ2VZ3Ol_BRrHpfUJD1VSD3OAlhqw/w640-h584/domini%20blog.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>BOOM! </b>|| Marcello Dòmini || Marsilio || 13 giugno 2023 || 666 pagine</span></p><p style="text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><a href="https://amzn.to/3sjV5RG" target="_blank">Acquista qui</a><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPY_8rR4wAl2JuUhxDxzVgF84BruFd8dlZPon7mw6BCAlPApswu1Qk6UHt7gVUo3kJh4N0c8BPJQpSJW4GaBvZIqIC3EMtkXfdO3iwdr-zki8_UljmjQlV5iw6fyuemrDP8DYpoLkOMOvHWPzvpYXthCXZks1_fPsSBvfOiLuF5ln9BJ8oTxlitRlnfUEr/s200/3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="108" data-original-width="200" height="108" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPY_8rR4wAl2JuUhxDxzVgF84BruFd8dlZPon7mw6BCAlPApswu1Qk6UHt7gVUo3kJh4N0c8BPJQpSJW4GaBvZIqIC3EMtkXfdO3iwdr-zki8_UljmjQlV5iw6fyuemrDP8DYpoLkOMOvHWPzvpYXthCXZks1_fPsSBvfOiLuF5ln9BJ8oTxlitRlnfUEr/s1600/3.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ricciotti Chiusoli ha fatto la guerra e ne è uscito vivo. Suo fratello Candido è morto mentre collaborava con la Resistenza, i suoi zii hanno dovuto espatriare perché ebrei, il suo migliore amico, il padre che non ha avuto, era il podestà fascista di Bologna, Leandro Arpinati, ed è stato giustiziato. Ma la vita si sconta vivendo e Ricciotti, per il quale la gioia è il sentimento della realtà, venduta l’azienda agricola di famiglia allo zio ebreo rientrato in patria, decide di seguire una vecchia passione per i motori e apre la prima rivendita di Alfa Romeo in Emilia-Romagna. L’uomo è capace, allegro, ha i contatti, e a casa è felice: ha una moglie, tre figli, e il cibo non manca. Così, nei primi anni Cinquanta, la concessionaria Chiusoli diventa il centro di un mondo – il nostro – in piena espansione economica. Quando la borghesia comincia a strutturarsi aumentano il consumo di carta, perché i figli vengono mandati a studiare, il consumo di carne rossa – che in Emilia-Romagna non ha mai fatto difetto – e i costi per le infrastrutture. La modernità e la velocità portano a case comode e palazzi, portano a ferrovie e strade. E dopo aver fatto le strade, ci vogliono le macchine per percorrerle. Magari una per ogni famiglia. In questo romanzo, Marcello Dòmini narra le avventure della famiglia Chiusoli attraverso il Boom che dà il titolo al romanzo, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, mettendo in risalto l’avventura e le contraddizioni che risiedono in ciascun uomo e in ciascuna famiglia: il fascismo mai processato, l’industria mai diventata davvero cultura, la volontà di costruire un mondo nuovo accompagnata alla nostalgia di quello vecchio.</div><span><a name='more'></a></span><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4sRslawAkQVx035gFD61OWX9VkvGon7-9h0iWhU-9LiaKr-A6IEeIlsy9gM7pOgSoiwcOXAYlGxMIIp3oR8439Gtb_OOE7fIg4RLKk1PV-sJ_Wgum648u7ZhDdcZ83VSR6g6vshoicziSKLHtZoFYXrmTVOa9NBLuIVR3g1G1mW9ytc3cfd9Ok5baOllY/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4sRslawAkQVx035gFD61OWX9VkvGon7-9h0iWhU-9LiaKr-A6IEeIlsy9gM7pOgSoiwcOXAYlGxMIIp3oR8439Gtb_OOE7fIg4RLKk1PV-sJ_Wgum648u7ZhDdcZ83VSR6g6vshoicziSKLHtZoFYXrmTVOa9NBLuIVR3g1G1mW9ytc3cfd9Ok5baOllY/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Questo era un romanzo al quale tenevo tanto, uno di quelli che non vedevo l'ora di leggere e nel quale riponevo grandi aspettative, quasi certa che tra le sue pagine avrei potuto trascorrere ore emozionanti, esattamente come era accaduto col volume precedente, <i><a href="https://www.lalibridinosa.com/2023/09/recensione-di-guerra-e-di-noi-di.html" target="_blank">Di guerra e di noi</a>.</i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i><br /></i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sono trascorsi nove anni da quando Ricciotti Chiusoli ha assistito alla morte di una delle persone a lui più care.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È il 1954 e Ciotti e la sua famiglia vivono in quel di Bologna. La guerra è finita da un pezzo e l'Italia sta affrontando quella ricostruzione e quella rinascita che ogni Paese ha dovuto portare avanti dopo anni di distruzione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Siamo a metà degli anni Cinquanta e quello che viene ricordato come il boom economico sta per travolgere la nostra penisola.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ciotti ha venduto l'azienda agricola di cui era proprietario e si è trasferito a Bologna con la moglie Pina e i tre figli, Donata, Stefania e Candido.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Da un anno cerca qualcosa da fare, lui che, sin da bambino, non è mai stato con le mani in mano; e l'occasione gli arriva proprio da quel benessere crescente che sta travolgendo il Paese.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sarà nel settore automobilistico che Ciotti deciderà di investire il suo impegno e il suo denaro, diventando il primo rivenditore di Alfa Romeo per il centro Italia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Anche questa volta seguiremo la famiglia Chiusoli per poco più di vent'anni, durante i quali vedremo Ciotti invecchiare i suoi tre figli diventare adulti e affrontare dolori e delusioni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sarà su Candido, in particolare, che si concentrerà l'ultima parte del romanzo. Differente dal padre in quanto a carattere, il ragazzo dovrà affrontare non pochi dolori nella sua ancora breve vita.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Cresciuto da Ciotti e Pina in maniera ineccepibile, si troverà a dibattersi tra la sua educazione il suo modo di essere e una società in continua trasformazione, nella quale lui sembrerà un pesce fuor d'acqua.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Candido incarna alla perfezione quei figli del boom, ragazzi i cui padri nascevano contadini e avevano combattuto in guerra e che, una volta tornati, si sono ritrovati a vivere in uno stato di benessere economico, garantendo così alle loro famiglie quel benessere economico e quegli agi che loro non potevano neanche immaginare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Candido è cresciuto in un grande appartamento, ha giocato a tennis nei migliori club, ha sempre avuto bei vestiti, un cuoco che preparava i pasti, un cameriere che li serviva in tavola e una donna di servizio che si occupava delle incombenze domestiche.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Camicia e cravatta sono il suo abbigliamento quotidiano, quasi una divisa che distingue lui, e quelli come lui, da quei capelloni in jeans che iniziano a popolare le strade di Bologna.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Questo romanzo, però, mi ha lasciato addosso <b>un grande dispiacere</b>. Ho faticato a leggerlo, trascinandomelo per giorni e giorni, tanto quanto velocemente, invece, avevo letto il primo libro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Di guerra e di noi</i> mi era parso, a tratti, un po' troppo descrittivo, ma, come avevo specificato nella <a href="https://www.lalibridinosa.com/2023/09/recensione-di-guerra-e-di-noi-di.html" target="_blank">recensione</a>, a parte una favola raccontata da Ciotti che, nella parte finale, allungava un po' troppo il brodo, tutto il resto risultava perfettamente calibrato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Stavolta, invece, Marcello Dòmini ha calcato un po' troppo la mano, affrontando ogni argomento trattato con intere pagine di spiegazioni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ci troviamo così a leggere capitoli sulla caccia alle anatre, sul calcio, le auto, la musica, la pittura, la nascita delle candid camera, le droghe, le lotte di classe, gli scioperi, le squadre speciale delle forze armate e tanto altro ancora.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tutto ciò appare quasi come <b>uno sfoggio di conoscenza da parte dell'autore</b>, visto che nessuno degli approfondimenti trattati è necessario alla storia narrata; uno sfoggio, per altro, abbastanza basico, nozioni per le quali basta consultare Wikipedia per avere le informazioni necessarie!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ovviamente, questa scelta va a discapito del romanzo, nel quale le vicende di Ciotti e dei suoi figli passano in secondo piano, rimangono marginali fin quasi a sparire del tutto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Alla fine di questa lettura mi sono trovata ad affrontare un dilemma: lo consiglierei? Sicuramente, leggendo <i>Di guerra e di noi</i> rimane addosso la voglia di scoprire cosa ne sarà di Ciotti, ma è anche vero che, giunti alla fine di questa storia, benché la curiosità venga soddisfatta, ci si trova a pensare che è davvero un peccato che un romanzo bello come il primo venga in parte rovinato dal suo seguito.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il pregio più grande del libro precedente è che tutti i fili narrativi vengono chiusi, pertanto <b>la lettura di questo secondo volume non è strettamente necessaria.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Credo sia giusto che ognuno segua il proprio istinto e scelga se leggere o meno questa storia; se doveste decidere di farlo, preparatevi a non ritrovare la magia del primo volume.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1HF5xbaQ9JTnqhChe7IT8a3G_CiXG5I0Sw3QJUX1GqMp1H51i-Rilsokk5TWdINQMVEMl7zpQdO6KxQrzlogn_eLtKySyWmVsZnwKglqL_K-d5_LepJsN5hIbBjuKngLYOlrzwoZ9TKgNcMQtlUVtLjo_ezZkPqhL8eLsHeoi4NeSnmnd-qkSKNtoPvrI/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1HF5xbaQ9JTnqhChe7IT8a3G_CiXG5I0Sw3QJUX1GqMp1H51i-Rilsokk5TWdINQMVEMl7zpQdO6KxQrzlogn_eLtKySyWmVsZnwKglqL_K-d5_LepJsN5hIbBjuKngLYOlrzwoZ9TKgNcMQtlUVtLjo_ezZkPqhL8eLsHeoi4NeSnmnd-qkSKNtoPvrI/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-63957399753601360282023-11-13T08:00:00.002+01:002023-11-13T08:00:00.132+01:00Recensione 'Tre amici quasi geniali verso la fine del mondo'di Jonas Jonasson - La nave di Teseo<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGcNu3NsmxwoXQyOZcek2VMgPTIzmDAwEUGf0Tz9Iil4rrKL9eYC-Zla910kP1tmzTR2Mejs1iY4ddY_nJrYmSl0X2zddi_pPW-wgBV5yci17jaEh9nALyNM5xptRWoxFs_-ZwhZ2ChXymw5uGKIjacXDMubUc4S9clEbziSUBWr1RdrWF2-q3znDQMThr/s4023/jonasson%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3657" data-original-width="4023" height="586" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGcNu3NsmxwoXQyOZcek2VMgPTIzmDAwEUGf0Tz9Iil4rrKL9eYC-Zla910kP1tmzTR2Mejs1iY4ddY_nJrYmSl0X2zddi_pPW-wgBV5yci17jaEh9nALyNM5xptRWoxFs_-ZwhZ2ChXymw5uGKIjacXDMubUc4S9clEbziSUBWr1RdrWF2-q3znDQMThr/w640-h586/jonasson%20blog.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>TRE AMICI QUASI GENIALI VERSO LA FINE DEL MONDO</b> || Jonas Jonasson ||</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;">La nave di Teseo || 31 ottobre 2023 || 485 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><a href="https://amzn.to/470dJNJ" target="_blank">Acquista qui</a><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPOghVSm-ihd7RB5wV0rcRA9R5aBphf8lw4VXHalS_-JCxMnzs73MMaVXGg87NWVSRYuHKAGEfWEf6fuzUzfSY46nsGvDICiD5pIgInCacgHeyKahKjTmYziYny7ixaYdBXewy-st1cA8Nu-w9Ex-W7dTUAc2G2XVMfEBl6HvwEQUb4ftG1_1bwhl60s3W/s200/3.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="108" data-original-width="200" height="108" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPOghVSm-ihd7RB5wV0rcRA9R5aBphf8lw4VXHalS_-JCxMnzs73MMaVXGg87NWVSRYuHKAGEfWEf6fuzUzfSY46nsGvDICiD5pIgInCacgHeyKahKjTmYziYny7ixaYdBXewy-st1cA8Nu-w9Ex-W7dTUAc2G2XVMfEBl6HvwEQUb4ftG1_1bwhl60s3W/s1600/3.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Stoccolma, estate 2011. Petra, una giovane ricercatrice di astrofisica, ha calcolato che l’atmosfera collasserà tra esattamente dodici giorni. Ovviamente, nessuno le crede. Johan, un tipo senza arte né parte vissuto sempre all’ombra del fratello – che adesso ha lasciato la Svezia per raggiungere l’Italia, intraprendendo una brillante carriera diplomatica –, è ingenuo ai limiti della stupidità, ma ha sviluppato delle doti culinarie stupefacenti e ama stare tra i fornelli per preparare pranzi e cene deliziosi. L’incontro tra i due sarà l’inizio di un’avventura tanto rocambolesca quanto divertente: partiti alla volta di Roma per incontrare Fredrik, il fratello di Johan che – si scoprirà – lo ha ingannato per tutta la vita, si imbattono in Agnes, una pensionata che si mantiene fingendo di essere una giovane influencer. Così, tra incontri con Barack Obama, dittatori africani, missioni governative e la pericolosa profezia di Petra che incombe minacciosa su tutto il pianeta, i tre amici “quasi geniali” finiranno per stravolgere completamente non solo le loro vite, ma anche quelle di chiunque avrà a che fare con questo strano e improvvisato trio. Unendo, come solo un grande autore sa fare, ironia, avventura, satira e politica, Jonas Jonasson ci regala una storia che fa ridere ed emozionare, in perfetto equilibrio tra realtà e finzione, intrighi internazionali e drammi personali, con tanta voglia di non prendersi troppo sul serio.</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2bqX9NoKzq_jg9tnHsAFHkWaMeQNUFlFS7UW1iJxMIIrzwJ61JAsy9cmRPxncw0e4Q-PqtMUCqcLgkSZbBkLMEpwcb2S06JSqg4o2nTGGQvotHzhPiSRMqSczwgwdBXOswwiFHPGT16GQuYnXD-JXx2eiiIblbJmdPW2U7EyEZw0ZV8mlCAaMMpOPNLQa/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2bqX9NoKzq_jg9tnHsAFHkWaMeQNUFlFS7UW1iJxMIIrzwJ61JAsy9cmRPxncw0e4Q-PqtMUCqcLgkSZbBkLMEpwcb2S06JSqg4o2nTGGQvotHzhPiSRMqSczwgwdBXOswwiFHPGT16GQuYnXD-JXx2eiiIblbJmdPW2U7EyEZw0ZV8mlCAaMMpOPNLQa/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non avevo mai letto nulla di Jonas Jonasson... no, neanche il famosissimo <i>Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve</i>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ero abbastanza sicura che quella che avrei affrontato sarebbe stata una lettura ironica e surreale. Ecco, surreale quanto? Questo era ciò che avevo intenzione di scoprire, così da capire se io e Jonasson potessimo iniziare a frequentarci più assiduamente!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Tre amici quasi geniali verso la fine del mondo</i> è <b>la storia di un viaggio lungo quanto improbabile</b>, quello che Johan intraprende assiema a Petra a Agnes e che li vedrà attraversare mezzo globo terrestre alla ricerca di giustizia!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Johan non è esattamente un tipo sveglio: cresciuto con la madre e il fratello maggiore, Fredrik, si è ritrovato a fare da servitore a quest'ultimo sino al giorno in cui Fredrik stesso gli comunica di aver venduto la loro casa (di 12 stanze e mezzo!) e di essere in partenza per Roma. A Johan rimarranno un camper dotato di cucina super-accessoriata e pochi spiccioli.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sarà grazie a una manovra non proprio perfetta che Johan farà la conoscenza di Petra, la profetessa, colei che, grazie a un'operazione in 64 passaggi, ha scoperto che l'atmosfera collasserà tra esattamente 12 giorni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il loro rocambolesco incontro, le loro vite al limite della malinconia, li spingeranno a cercare di rimettere le cose a posto... almeno per quei 12 giorni che rimangono da vivere!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E così, mentre Petra incontrerà il suo primo e inconfessato amore, Johan deciderà di chiedere spiegazioni al fratello maggiore. A loro si unirà, strada facendo, Agnes, una blogger ultra-settantenne dai capelli lilla!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il romanzo si divide in due parti: nella prima i protagonisti affronteranno il "viaggio della giustizia" nell'attesa della fine del mondo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Come facilmente intuibile, i 64 passaggi dei calcoli di Petra contengono un errore, quindi niente fine del mondo; l'atmosfera rimarrà esattamente dove si trova, dando così a Jonasson la possibilità di raccontarci cosa accadrà ai tre protagonisti del romanzo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Come ho detto all'inizio di questo articolo, ero abbastanza sicura di avere a che fare con una storia che avrebbe avuto nelle situazioni "assurde" la sua chiave di lettura. E così è stato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Già i personaggi in sé racchiudono caratteristiche abbastanza particolari: Johan non è in grado di calcolare a mente quanto faccia 2+2, ma nella sua cucina super-attrezzata prepara manicaretti degni di Carlo Cracco, imbastendo cene di 10 e più portate, a ognuna delle quali abbina il vino giusto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Petra è la classica nerd che, da ragazzina, è stata vittima di bullismo e ha trovato nello studio il suo porto sicuro. E poi c'è Agnes, che dopo un matrimonio disastroso, trova nella vedovanza la sua serenità e, per riempire le lunghe giornate, inventa un alter ego e lo fa viaggiare per tutto il mondo, raccontando le sue avventure in un blog.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">I tre protagonisti non sono neanche tanto male! Agnes è stata quella che ho amato di più: il suo misto di incoscienza e concretezza ha dato alla storia quel tocco di credibilità che altrimenti sarebbe stato del tutto assente.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Johan potrebbe anche risultare tenero se l'autore non lo avesse trasformato in una sorta di menù umano che passa metà del romanzo elencando i piatti che prepara.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Petra, da par suo, scompare quasi del tutto nella seconda parte della storia, nella quale la troviamo appollaiata su una sdraio a rifare i calcoli per scoprire quando l'atmosfera crollerà.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La prima parte del libro, nonostante alcune situazioni un po' al limite della credibilità, mi aveva lasciato la voglia di scoprire altri romanzi di questo autore.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>La scrittura fluida e mai dispersiva e un'ironia mai sopra le righe</b>, erano riuscite a farmi superare lo scoglio della "surrealità" sul quale, più volte, mi sono arenata in altri romanzi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Purtroppo, la voglia è scemata (sino a sparire del tutto) con la seconda parte della storia, nella quale le situazioni narrate risultano più ridicole che inverosimili.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Jonasson esagera di pagina in pagina e, oltre a questo, il continuo ripetersi dei piatti preparati da Johan e la quantità di personaggi famosi tirata in ballo, non fa che aumentare il fastidio, facendo passare in secondo piano il divertimento scaturito da alcune situazioni narrate.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Jonasson, come detto, ha una scrittura piacevole, che sicuramente aggrada chi, a differenza mia, in un romanzo non ha bisogno soltanto di realtà e certezza, ma è disposto a lasciarsi cullare da un po' di sana fantasia!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBgCLE-RDrAq4sGV3Cod29XIZC8xcoB5z8qaIG4bDSzNFofXHICdWinUEuxNPaDsUwJq7_XlUM8cbzdzBSsg97MdFUjoU8UkyOS3fWXFWmrMll_uysFtP2XATKU12rAn-MBbBgi08ji8xTqM0jktlCSwK0DOqt82sG4tbxSee00ds3xE7iHhZRHaUO-DbQ/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBgCLE-RDrAq4sGV3Cod29XIZC8xcoB5z8qaIG4bDSzNFofXHICdWinUEuxNPaDsUwJq7_XlUM8cbzdzBSsg97MdFUjoU8UkyOS3fWXFWmrMll_uysFtP2XATKU12rAn-MBbBgi08ji8xTqM0jktlCSwK0DOqt82sG4tbxSee00ds3xE7iHhZRHaUO-DbQ/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><span style="color: #d8a99b; font-family: Rochester; font-size: large;">Ringrazio la Casa Editrice per avermi inviato una copia del romanzo</span></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-34582827447443719252023-11-06T08:00:00.001+01:002023-11-06T08:00:00.149+01:00Recensione 'Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Sud America?'di Antonio Manzini - Sellerio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBApSVHzjgLzBYZnSVxQawvfVTABlhEFb6DxYl1rSTHa2-ZjDEkkTiYpsTFeNCABzLg-085Lh2wmzSfegi6CRfyLZUBBKcnt1JLSqae6RKGL-oe_04WJbGNYie74Jl6oVpFauSpxqm9ppcRuozr83z-TdrvviEE7C6UHAOqbPvmQwypMPQt3aeqGafC9WA/s4023/manzini%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4008" data-original-width="4023" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBApSVHzjgLzBYZnSVxQawvfVTABlhEFb6DxYl1rSTHa2-ZjDEkkTiYpsTFeNCABzLg-085Lh2wmzSfegi6CRfyLZUBBKcnt1JLSqae6RKGL-oe_04WJbGNYie74Jl6oVpFauSpxqm9ppcRuozr83z-TdrvviEE7C6UHAOqbPvmQwypMPQt3aeqGafC9WA/w640-h640/manzini%20blog.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><b>RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI A RITROVARE L'AMICO MISTERIOSAMENTE SCOMPARSO IN SUD AMERICA?</b> || Antonio Manzini || Sellerio || 31 ottobre 2023 || 145 pagine</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><a href="https://amzn.to/47CyxLd" target="_blank">Acquista qui</a><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSvQ-A28Z-g1O_7rHB-4X0xGxs947MHmFLpO_aFc6Oc9WnqoJ1cyBouBJh8zHQtHO2USSGPl0QhxXYhUSssroe3ridbiMapjTwHsCMEV0TUtDaEwp2u2ticmjvZuQpkTGno0pbKBu_JlExIGbqRq2_Nn_PeQ1xXnVbUbfxZKtAsnQYms9bA3A9bWZEcNJm/s200/2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="112" data-original-width="200" height="112" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSvQ-A28Z-g1O_7rHB-4X0xGxs947MHmFLpO_aFc6Oc9WnqoJ1cyBouBJh8zHQtHO2USSGPl0QhxXYhUSssroe3ridbiMapjTwHsCMEV0TUtDaEwp2u2ticmjvZuQpkTGno0pbKBu_JlExIGbqRq2_Nn_PeQ1xXnVbUbfxZKtAsnQYms9bA3A9bWZEcNJm/s1600/2.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo Vecchie conoscenze e Le ossa parlano, il vicequestore Rocco Schiavone è in missione non ufficiale a migliaia di chilometri dalla sua odiata Aosta, con il vecchio amico Brizio. Vogliono ritrovare Furio, l’altro compagno di una vita, scomparso tra Buenos Aires, Messico e Costa Rica. Furio, da parte sua, si è lanciato a rotta di collo sulle tracce di Sebastiano, il quarto del gruppo, scappato in Sud America per sfuggire ad una colpa tremenda e alla conseguente punizione. L’antefatto è lontano nel tempo e ha squassato le vite di tutti loro. E adesso Rocco e Brizio devono impedire «la pazzia» di Furio, ma vogliono anche capire i perché di Seba, quali sono stati i motivi profondi di quel tradimento orribile con cui Rocco ha già provato a fare i conti, in modo da poter dare l’addio come si deve a un’amicizia vecchia quanto loro. La ricerca appare vana, perché il continente è immenso e chi scappa lascia solo labili indizi, sospeso in realtà tra scomparire e voglia di spiegarsi o di espiare. Il vicequestore, da fine investigatore, sa bene come armare una caccia spericolata, e Brizio è abbastanza svelto di mano da spalleggiarlo adeguatamente. In questo miscuglio di thriller e psicologia, è inevitabile che nella mente di Rocco si affollino i tanti ricordi di un’infanzia con la banda a Trastevere, quel piccolo mondo dove solo un fortunato caso ha deciso che Schiavone sia diventato un poliziotto e non un «bandito», una guardia e non un ladro, al pari dei suoi inseparabili compari, uniti in un’amicizia che non c’è più, distrutta dal tempo, dal destino o forse solo da appetiti personali. Ritrovare Sebastiano misteriosamente scomparso in Sud America sarà forse possibile. Impossibile ritrovare l’amico. Antonio Manzini torna a raccontare i fantasmi del suo vicequestore, ma questa volta lo fa per chiudere un cerchio, uno dei più dolorosi della sua vita.</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiegbGdo7IqmmrxZBdbXOBMf96As2DYH7Jj9OGu7eTIcbDMZFexRuu3VnWOyQhFlTplhhrcY-Dudpcr523A_Ez-zXOOODpzw5CnCInaO6uf4sR7qUkp_uit3Y-MFzfY9SBnqiBas_UatEVe9fORN1WQl8l3phhI3yrw4fHbH-Z2MXSjOWzdc162x-Fa8Oj_/s258/recensione.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiegbGdo7IqmmrxZBdbXOBMf96As2DYH7Jj9OGu7eTIcbDMZFexRuu3VnWOyQhFlTplhhrcY-Dudpcr523A_Ez-zXOOODpzw5CnCInaO6uf4sR7qUkp_uit3Y-MFzfY9SBnqiBas_UatEVe9fORN1WQl8l3phhI3yrw4fHbH-Z2MXSjOWzdc162x-Fa8Oj_/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ho concluso l'ultima recensione, quella relativa al <a href="https://www.lalibridinosa.com/2023/11/recensione-sono-tornato-per-te-di.html" target="_blank">nuovo romanzo</a> di Lorenzo Marone, dicendo all'autore di essere un po' stanca. La mia chiusura era un rimando a uno specifico passo del libro, ma si trattava anche di una stanchezza dolce, quella che assale quando si termina un libro intenso, una storia che fa battere il cuore e si arriva alla fine con la sensazione che null'altro di così bello potrà arrivare a noi!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Anche <b>ad Antonio Manzini vorrei dire che sono stanca</b> (in realtà vorrei dire tante altre cose, ma pare esista la censura!), ma stavolta si tratta di una stanchezza diversa: sono arrabbiata e anche un po' stufa, perché da ormai due o tre anni pare che la "carretta" Rocco Schiavone venga tirata avanti per tanti motivi diversi, ma non per quello che dovrebbe essere il vero motivo di una serie come questa: l'avere ancora qualcosa da raccontare!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>- ATTENZIONE!! TRATTANDOSI DEL TREDICESIMO LIBRO DELLA SERIE, POTREBBERO ESSERCI DEGLI SPOILER - </b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><br /></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Dalla quarta di copertina scopriamo che questo racconto dal titolo di Wertmülleriana memoria si colloca, come lasso temporale, prima dell'ultimo pubblicato, <i><a href="https://www.lalibridinosa.com/2023/07/recensione-elp-di-antonio-manzini.html" target="_blank">Elp</a></i>. Perché? A Manzini è venuto in mente dopo? Non voleva inserire queste 145 pagine nel già corposo romanzo precedente? Mi creda, dottor Manzo, da questo ultimo racconto si possono sforbiciare almeno metà delle pagine che lo compongono.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E insomma, sarà pur vero che noi lettori, ormai, siamo malfidenti, ma è altrettanto vero che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina; quindi, la puzza del "tiriamo su 'sti 10 euro" la sentiamo tutti!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un racconto incentrato su un lungo viaggio, quello che Rocco e Brizio affronteranno per ritrovare Furio, partito alla volta del Sud America per scovare il traditore Sebastiano. Due terzi del racconto si concentrano su voli trans-oceanici durante i quali Brizio dorme e Rocco ci prova.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La restante parte ci accompagna alla ricerca di Furio, tra telefonini prepagati, armi da reperire, vicoli umidi e malfamati e hotel a 5 stelle.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Prima a Buenos Aires, poi a Città del Messico, infine in Costa Rica, la storia sarà una sequela di fortuite quanto fortunate coincidenze e situazioni al limite dell'inverosimile. E se è vero che un racconto richiede una velocità di narrazione spesso non richiesta a un romanzo, è vero pure che <b>alcune risoluzioni mi sono parse esageratamente tirate per i capelli.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il cerchio si chiude? Potrei dire di sì, anche se non come ci si aspetterebbe. C'è una sorta di tenerezza di fondo, davanti alla quale, se non si arrivasse con addosso un miscuglio di stanchezza e noia, ci si potrebbe anche commuovere; cosa che sono certa accadrà ai lettori più affezionati al personaggio, quelli, per intenderci, a cui andrebbe bene qualunque cosa purché Rocco continui ad arrivare nelle loro case!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Io sono rimasta delusa dalle scelte compiute da Manzini con questo racconto</b>: ho avuto l'impressione che l'autore non sapesse più come tirarsi fuori da un ginepraio iniziato con quel 7-7-2007 e che vede protagonista l'amico di una vita Sebastiano. E allora che si fa? Si tira fuori un racconto e si punta tutto sul buon cuore dei lettori.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E intanto, tocca dirlo, <b>Rocco non si sopporta più</b>; anche negli ultimi due romanzi spiccava questa vena irritante del Vicequesto Schiavone, che qui viene ulteriormente ribadita: quelle battute che una volta avrebbero strappato un sorriso anche al lettore più ostico, adesso risultano irritanti, fanno storcere il muso e, anche solo mentalmente, si manda Rocco a quel paese!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È necessario leggere questo racconto? Se avete letto l'intera serie, purtroppo sì. Sarà l'unico modo per avere delle risposte, ma, preparatevi, non saranno quelle che vorrete.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Per il resto, <b>è una storia annacquata, noiosa, di cui si sarebbe fatto tranquillamente a meno</b>. L'ennesima conferma, se ancora ne servisse una, che Rocco Schiavone ha fatto il suo tempo e, nonostante l'età anagrafica non glielo consenta, sarebbe ora di mandarlo in pensione!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKiPT_r_WSlImmDQe81P4aGrlSqMLtFWkV-RXZbUMNsIX0r_J_Rm9jNViBuRj-tcKzJBgBsEsb6Q9cj9lwzA-mOsrebKBI4L9dm9gjaerRWNCgUxY0N9t08Ekc3STx-_eBUL0gp0O22pIDhJrTDtyVKUMHBGgLP1yZDei2bv3tEPOK5Il0X_EtZKSYGgz0/s206/firma.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKiPT_r_WSlImmDQe81P4aGrlSqMLtFWkV-RXZbUMNsIX0r_J_Rm9jNViBuRj-tcKzJBgBsEsb6Q9cj9lwzA-mOsrebKBI4L9dm9gjaerRWNCgUxY0N9t08Ekc3STx-_eBUL0gp0O22pIDhJrTDtyVKUMHBGgLP1yZDei2bv3tEPOK5Il0X_EtZKSYGgz0/s1600/firma.png" width="206" /></a></div></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-19388619780002005472023-11-02T08:00:00.002+01:002023-11-02T08:00:00.133+01:00Recensione 'Sono tornato per te' di Lorenzo Marone - Einaudi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCy1WK9kmpFjcXN5jYaDzjZqCl-DV2k6FKZxyN1dcch4_OnCVI-FIyljIiIc8Hlbcsdc6yeQJRZRc81DdwEQqWSLsiNTPlLpGkfNhUGLCAAk4vOk0smN0UnXtK8jTvvTj-YePsUO0_Y0qYueGEjoARx64dfGcdiMOt0nC9m5FolxCf7mX7TV6ZsAIyNHqr/s4494/marone%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4494" data-original-width="4023" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCy1WK9kmpFjcXN5jYaDzjZqCl-DV2k6FKZxyN1dcch4_OnCVI-FIyljIiIc8Hlbcsdc6yeQJRZRc81DdwEQqWSLsiNTPlLpGkfNhUGLCAAk4vOk0smN0UnXtK8jTvvTj-YePsUO0_Y0qYueGEjoARx64dfGcdiMOt0nC9m5FolxCf7mX7TV6ZsAIyNHqr/s320/marone%20blog.jpg" width="286" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>SONO TORNATO PER TE</b> || Lorenzo Marone || Einaudi || 31 <span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);">ottobre 2023 || 260 pagine</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><span style="caret-color: rgb(216, 169, 155);"><a href="https://amzn.to/3QFh3YN" target="_blank">Acquista qui</a><br /></span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0dra5s9OOy3hhQxIP1qGEDDahTQy_ywXkq6-dKt5U3ganCqsPWexITYC9hisRDZHdZtIOuW830sK3h5KKwkooHPaAx7eIP2w33EYSc0xnGWs_8Ov4VTNK-5CdH-bv3fx23YMhWSkXzJbErmcfzLULzRLaXxtMWKI9yiVIBRSEBEbmWiWF3eRqGVEukxev/s200/5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="78" data-original-width="200" height="78" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0dra5s9OOy3hhQxIP1qGEDDahTQy_ywXkq6-dKt5U3ganCqsPWexITYC9hisRDZHdZtIOuW830sK3h5KKwkooHPaAx7eIP2w33EYSc0xnGWs_8Ov4VTNK-5CdH-bv3fx23YMhWSkXzJbErmcfzLULzRLaXxtMWKI9yiVIBRSEBEbmWiWF3eRqGVEukxev/s1600/5.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Un amore che attraversa la guerra e rimane intatto nonostante gli orrori che lo mettono alla prova. L’epopea di un ragazzo che difende la propria vita facendo a pugni per tornare dalla donna che lo aspetta. Cono Trezza e Serenella Pinto sono due giovani del Sud, cresciuti nella zona del Vallo di Diano, tra Campania e Basilicata. Lui contadino, lei figlia di un artigiano di idee socialiste. Si sono conosciuti che erano adolescenti, aspettano solo il momento di sposarsi. Ma sono gli anni Trenta del secolo scorso, e a mettersi tra loro ci sono i fascisti. Soprattutto Romano, il figlio del podestà. Stufo di subirne l’arroganza, Cono si ribella, compiendo un gesto che la sua famiglia pagherà a caro prezzo. Poi la partenza per il servizio militare, e dopo l’8 settembre 1943 la deportazione in Germania. A tenerlo in vita, saranno la speranza di rivedere Serenella, l’aiuto di un compagno di prigionia dal cuore grande e la sua abilità nel tirare di boxe. C’era uno sport che veniva praticato nei campi di concentramento, il pugilato. Piaceva al Führer, piaceva alle guardie naziste che scommettevano sugli incontri, piaceva ai kapò che obbligavano i prigionieri a combattere di notte su ring improvvisati. “Sono tornato per te” racconta la storia di chi è sprofondato in quell’inferno e ne è uscito aggrappandosi a un ricordo. «In quella stanca e sventurata stagione che aveva già vendemmiato, nella quale le foglie a una a una cadevano dai tralci, Cono ripensò al bacio con Serenella quando erano accovacciati sotto le viti. Ma qualcosa dentro di lui gli impedì di lasciarsi spezzare, in testa gli si conficcò l’ordine di non dimenticare, di tenere bene a mente il pianto di Benedetta, gli occhi disperati di sua madre, le urla di suo padre, il volto sfatto di Serenella. Per tutti loro avrebbe resistito, e per lei un giorno sarebbe tornato».</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlGeyB8yJDq4tpMxoOVhhlTwkI-M1sc05F7IAaqZsA5810a67q_TVIEoBxWInzql1aQbuzQF3Nz0DHcQOIqqMrtg6LQkCO3yFaL6rBYs568z7InY-fzL7294bwOrSsqUuG4T9EUEuh4EJOzG13wJAxFc2c68GXDHenZsJXeWRMpo1HJYXjjlkWlKqpggdo/s258/recensione.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlGeyB8yJDq4tpMxoOVhhlTwkI-M1sc05F7IAaqZsA5810a67q_TVIEoBxWInzql1aQbuzQF3Nz0DHcQOIqqMrtg6LQkCO3yFaL6rBYs568z7InY-fzL7294bwOrSsqUuG4T9EUEuh4EJOzG13wJAxFc2c68GXDHenZsJXeWRMpo1HJYXjjlkWlKqpggdo/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quando ho saputo dell'uscita del nuovo romanzo di Lorenzo, come sempre accade, ho avuto un sussulto di gioia! Poi ho letto la trama e: "Boxe? In che senso boxe?" (chiedete alla <a href="https://duelettriciquasiperfette.com" target="_blank">Bacci</a> per conferma!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Insomma, adesso posso dirlo anche a Lorenzo, che nelle ultime 48 ore ha ricevuto da me parole tutt'altro che gentili: <b>io questo romanzo un po' lo temevo</b>; come, d'altronde, credo, si temano sempre un po' i romanzi del proprio autore del cuore!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Sono tornato per te</i> (ecco, Lore', potevi pure stare dove stavi!) è un romanzo che, nel passato che racchiude tra le sue pagine, squarcia un velo quantomai veritiero sul presente che stiamo vivendo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Monte Rianu è uno di quei minuscoli paesotti agricoli che punteggiano la nostra penisola. Quei luoghi in cui ci si alza al sorgere del sole e la sera, d'inverno, ci si riunisce davanti alla stufa a legno e si ascoltano i racconti dei nonni.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quei luoghi nei quali i bambini scorrazzano per le strade soli, tirando calci a un pallone e creando, così, un bagaglio di ricordi che li traghetterà verso la vita adulta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Gli anziani sono seduti sulle panchine della piazza, in quello spazio che divide la chiesa dal palazzo del comune, e osservano la vita scorrere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Monte Rianu è uno e mille di quei luoghi dai quali i giovani fuggono e che lasciano sulla pelle un velo di nostalgia per ciò che non sarà più.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Rochester; font-size: large;">Era una mattina di fine marzo del '36 quella in cui Cono Trezza conobbe Serenella Pinto, che di anni ne aveva appena compiuti quindici, la ragazza che avrebbe amato da lì in avanti, per il resto dei suoi giorni.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È qui che Cono e Serenella vivono e si innamorano: lui bello come il sole, lei notte stellata, le loro risate un firmamento di stelle infinito.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sono anni duri; i fascisti osservano tutto, ogni mossa, ogni gesto possono costare la vita. Ma Cono è giovane, innamorato e l'unica cosa che vorrebbe è vivere in pace con la sua Serenella; sposarla, crescere dei figli con lei e ridere!</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Rochester; font-size: large;">Il riso tra loro era più di un bacio, era il gesto dal quale indietro più non si torna, suggellava la pace.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">C'è una cosa, però, che Cono non ha messo in conto: l'onestà. E sarà questo aspetto del suo carattere a portarlo verso il baratro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Lo ritroveremo, ormai venticinquenne, in un campo di prigionia. La guerra pare volgere al termine, ma la sua missione è quella di arrivare vivo al giorno successivo; ogni giorno in più è un giorno che lo porterà più vicino al ritorno tra le braccia della sua Serenella.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Rochester; font-size: large;">Un'altra giornata era trascorsa. E lui era ancora vivo.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Sono tornato per te</i> è un romanzo che si divide in due parti: nella prima conosceremo Cono Trezza e Serenella Pinto, la vita di paese, le regole di un regime, quello fascista, che, anche se forse in maniera minore tra le strade di campagna, incuteva timore e silenziosa obbedienza.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tra queste prime pagine, <b>Marone pennella una storia d'amore fresca e gioiosa</b>, fatta di mani sfiorate, labbra desiderate, cuori che paiono scappare fuori dal petto!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Cono e Serenella sono amore e risate e musi lunghi e morsi di mela e succo d'anguria che scivola sul mento e corse in un campo di grano finché il fiato muore in gola e, allora, ci si ferma a guardare il cielo che si tinge di rosso! </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>La seconda parte del romanzo è ferro</b>: ci troviamo catapultati in un campo di concentramento, il filo spinato attorno a noi, il cielo grigio, sopra le nostre teste, la pioggia fredda sulla pelle, i soldati tedeschi che urlano. Non c'è scampo, non c'è via d'uscita, bisogna solo trovare il modo di resistere, di sopravvivere, e perdersi nei ricordi che sanno di casa e di amore; resistere per tornare tra le sue braccia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La prima via di salvezza per Cono sarà la boxe: per un caso fortuito, si troverà coinvolto in una sorta di torneo organizzato dalle SS. Sarà questo, almeno per i primi tempi, a salvargli la vita e a concedergli alcuni piccoli privilegi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">All'interno del campo, Cono conoscerà Palermo, un romanaccio che a me (e non solo a me!) ha ricordato il Furio di Rocco Schiavone, e Gaston.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Due personaggi così diversi eppure complementari che ci daranno una differente prospettiva sulla vita sul modo di affrontare la prigionia: Gaston così docile, dolce, attento agli altri e ai loro sentimenti; Palermo, almeno in apparenza, guascone, acerbo, chiuso al mondo; uno scudo fatto di pelle contro la sofferenza: non affezionarsi a nessuno perché nessuno potrà essere salvato, non affezionarsi per non stare male.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sconcerta, durante la lettura, osservare i volti rassegnati, udire i silenzi spaventati di un popolo che davanti alla violenza di una dittatura che ha distrutto il nostro Paese appaiono inermi, rassegnati.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sconcerta, ancora di più, se si pensa a ciò che sta accadendo, nuovamente, in Italia, dove tv e giornali paiono venduti, compiacenti e il popolo, nel frattempo, ha ingaggiato una "lotta" non verso l'oppressore ma verso gli oppressi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Marone è riuscito (sì, anche stavolta!) a farmi piangere <b>lacrime amare</b>, perché quando si arriva alla fine di una storia come questa, col viso gonfio e gli occhi rossi, non si sta solo dando l'addio a coloro che sono diventati amici, ma ci si ferma a riflettere su quanto alcune situazioni paiano più grandi di noi, ma basterebbe solo pensare un attimo, fare squadra e nessuno avrebbe bisogno di fuggire da un treno in corsa per trovare la morte in mezzo a un campo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Escludendo i racconti, <b>questo è il decimo romanzo di Lorenzo Marone che leggo</b>. Facendo un viaggio a ritroso, mi rendo conto di quanto la sua narrazione sia cambiata; vi è, in queste ultime storie, non solo una maturità di scrittura forse prevedibile, ma <b>l'intensità di un dolore che solo lui conosce</b>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non servono, a Lorenzo, parole eclatanti né vicende strabilianti per far sì che i suoi personaggi e le sue storie scavino un doloroso solco nel cuore e nell'anima di chi le fa proprie. Bastano un indimenticabile padre single, la semplicità di un anziano signore scorbutico o le paranoie di un quarantenne in crisi; la ribellione di una giovane avvocata napoletana, i sogni di un bambino col costume di Spiderman. O, ancora, il sole di Procida, una donna che vaga tra i boschi, l'ipocondria di un autore amato, l'urlo di una madre e, oggi, una libellula che vola.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E io l'ho vista quella libellula! L'ho vista sfiorare le acque di un fiume e poi i campi e poi stagliarsi, libera, su un cielo grigio ferro che ha osservato, piangente, milioni di morti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">L'ho vista e ho pianto. L'ho vista e ho capito che era nei sorrisi di due ragazzi innamorati che avrei ritrovato la pace.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sono un po' stanca, Lore'!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYIJgW2CvanLjo2h_AukYPxz8kl845jMr7FoGfbjrlqt1C45Of9pbEkbVAXuSKsqsh_cNSK2N72avgd2BgIMRnA-zmTZzV8nQvY4bB-_tidTsd98RGlBAEf08vSkg7dEHZS84WKw_ajfwhszZ6x2Wu1xKwQCMXJiG7UiFK4rVn1fRgRVoyXPrZEVlKYWX-/s206/firma.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYIJgW2CvanLjo2h_AukYPxz8kl845jMr7FoGfbjrlqt1C45Of9pbEkbVAXuSKsqsh_cNSK2N72avgd2BgIMRnA-zmTZzV8nQvY4bB-_tidTsd98RGlBAEf08vSkg7dEHZS84WKw_ajfwhszZ6x2Wu1xKwQCMXJiG7UiFK4rVn1fRgRVoyXPrZEVlKYWX-/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJl5R6m7JvlocUQ_DTZxrDT3IxUieylARJ2Dq45wZ4ZooKr4JXEnCafMrUoqJzFYqHD66-rNIG0pfAmLQXoxKi-gUZgQzjukN2hZG0t2PO9Cb7JiOA9Ub2aezg6fpKU2WbzTwn_C4gY8KmILaFKoMMkxNQbGUq-InScus9suk99_BRh4OeuwXOg33-eamV/s206/firma.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a></div><div style="text-align: right;"><span style="color: #d8a99b; font-family: Rochester; font-size: medium;">Ringrazio l'autore per avermi inviato una copia del romanzo</span></div></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-45335785618553480652023-10-30T08:00:00.001+01:002023-10-30T08:00:00.150+01:00Recensione 'La luce che manca' di Nino Haratischwili - Marsilio<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF-ARVTrkBUJSUQNhQNKZpzf1zUt5JLOS_pSCRunYU6S5Nj9dfnphnRMsH5A0n7QXPNdcv7tITUlFJMaKmz_t9dJO5wa-G5s47iC24tUvqd4VaijnDQyOweIG81mWEn7BeVCMQwzj8twjwTM89hiBTpT8QyMdTDpOE6kI5L1afjEj0rPe2nRpuQzCZmwEz/s1088/haratischwili%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="3024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF-ARVTrkBUJSUQNhQNKZpzf1zUt5JLOS_pSCRunYU6S5Nj9dfnphnRMsH5A0n7QXPNdcv7tITUlFJMaKmz_t9dJO5wa-G5s47iC24tUvqd4VaijnDQyOweIG81mWEn7BeVCMQwzj8twjwTM89hiBTpT8QyMdTDpOE6kI5L1afjEj0rPe2nRpuQzCZmwEz/s320/haratischwili%20blog.jpg" width="301" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>LA LUCE CHE MANCA</b> || Nino Haratischwili || Marsilio || 12 settembre 2023 || 696 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><a href="https://amzn.to/479YbGU" target="_blank">Acquista qui</a><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOuqEMddKx1LdxXg5sJ4JOnaepZSQeqP4WvUiZlTEs0It04QYUViDCM3FU6mJn_H1tDBmNFRSBZjtGzPUkTKMJ7W9DnCik6bPGZhN7ssMbx8-l03QKVmFJ-o7Qh3xJ9lSI3KqkMw9rkHARu7YiJaTP8P1Cya6pGWpxvnU8UjZWDRA_6sSippaiVGQkQkcl/s200/1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="185" data-original-width="200" height="108" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOuqEMddKx1LdxXg5sJ4JOnaepZSQeqP4WvUiZlTEs0It04QYUViDCM3FU6mJn_H1tDBmNFRSBZjtGzPUkTKMJ7W9DnCik6bPGZhN7ssMbx8-l03QKVmFJ-o7Qh3xJ9lSI3KqkMw9rkHARu7YiJaTP8P1Cya6pGWpxvnU8UjZWDRA_6sSippaiVGQkQkcl/w116-h108/1.png" width="116" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sta per arrivare il nuovo secolo e in Georgia, come nelle altre repubbliche sovietiche, si levano rabbiose le voci che invocano l’indipendenza. In un periodo di grandi disordini, che per il piccolo stato culmina nel caos assoluto, quattro ragazze crescono in uno dei tanti cortili del quartiere più vivace di Tbilisi. L’universo della loro infanzia è fatto di bucato svolazzante, altalene arrugginite, un albero di melograno. Vivono in case dalle pareti umide con i balconi di legno intagliato, mangiano gelato alla crema e respirano l’aroma del grano saraceno, delle caramelle alle bacche di crespino e della gassosa al dragoncello. Le loro famiglie appartengono a ceti diversi, ma niente sembra scalfire la loro amicizia: né il primo amore tenuto segreto, né gli scontri sanguinosi per le strade o la guerra al confine, né la corruzione e la violenza che divorano il paese, e neppure il razionamento del cibo o la continua mancanza di corrente. Qeto, Dina, Nene e Ira sono sulla soglia della vita, all’inizio di un legame che – ancora non lo sanno – da loro pretenderà tantissimo. Sono e resteranno inseparabili, fino a quando un tradimento non le avvolgerà in un’ombra cupa. Vent’anni dopo, ormai adulte, in tre si ritrovano a Bruxelles in occasione della retrospettiva fotografica di una di loro. Immagine dopo immagine, in quel mondo in bianco e nero le tre sopravvissute ripercorrono un tempo che non c’è più, una storia privata che è anche la storia della rivoluzione seguita al crollo dell’Unione Sovietica. E allora, all’improvviso, un raggio di luce squarcerà il velo steso sui ricordi, e il perdono sembrerà di nuovo possibile.</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkaBqiPBG2EypQ-ElVRZjdrQBjoy7wX2A1Y_sZC_Trk8jyfFTaZFEAKyWMlSpai_Y6sSoS_FQP7Msm6Jj6G9CtPn77l9wku96x3MbIycMeH7HbP5-W1KJWDqGBmWgPTwrdjwOcs0e1nkiUElbzjroe4Ng19xTBffKl8ohX3G3YW8W9ZHbjIqNQexoEcKYs/s258/recensione.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkaBqiPBG2EypQ-ElVRZjdrQBjoy7wX2A1Y_sZC_Trk8jyfFTaZFEAKyWMlSpai_Y6sSoS_FQP7Msm6Jj6G9CtPn77l9wku96x3MbIycMeH7HbP5-W1KJWDqGBmWgPTwrdjwOcs0e1nkiUElbzjroe4Ng19xTBffKl8ohX3G3YW8W9ZHbjIqNQexoEcKYs/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Vi ricordate il gioco del "se fossi"? Se fossi un animale, che animale saresti?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ecco, se questo libro fosse un animale sarebbe un ripugnante ratto; se fosse un cibo sarebbe un piatto di cavoletti di Bruxelles... lessi. Se fosse una canzone sarebbe una di quelle tra inascoltabili e se fosse una stagione sarebbe l'estate... in Pianura Padana.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Io questo libro l'ho aspettato tanto (pure dalla Casa Editrice che, invece, lo ha mandato a quella zoccola di <a href="https://labibliotecadieliza.com" target="_blank">Lallina</a>! Che si può dire Lallina qui?).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">L'ho voluto fortemente e ogni volta che mi accingevo a iniziarlo, c'era sempre qualcosa a impedirmelo. Pensavo fosse una congiura, invece era un segno divino che io non ho saputo cogliere!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Una mostra fotografica, decine e decine di scatti, opera di Dina, la migliore amica di Qeto, che sarà la nostra guida non solo tra le immagini che tappezzano le pareti, ma anche nel tortuoso dedalo che è questo romanzo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Dina, Qeto, Ira e Nene: quattro bambine, quattro adolescenti e, oggi, tre donne.</b> Dina non è più tra loro e loro? Loro non sono più nulla; nulla è rimasto di quelle bambine spensierate né delle ragazze cariche di sogni e paure che, mentre crescevano, vedevano il loro Paese sprofondare in un abisso sempre più profondo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Le prime 50 pagine di questo romanzo sono state stranianti: <b>una sequela di personaggi e salti temporali che creano non poche difficoltà nell'entrare in sintonia con la storia</b>. Una volta compreso il meccanismo creato da Haratischwili la narrazione pare decollare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">L'autrice usa la voce di Qeto e i suoi ricordi, sfrutta le foto scattate da Dina per farci conoscere la storia di queste quattro amiche e di una Georgia che lotta per non soccombere al dominio russo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Quando la storia pare in procinto di spiccare il volo, ecco che Haratischwili si impantana nuovamente tra descrizioni inutili e 60 pagine di superflua narrazione su una fuga d'amore.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>I personaggi sono tanti (forse troppi) e poco identificabili</b>; soprattutto quelli maschili, salvo un paio di eccezioni, sembrano un indefinito mucchio di gente messo lì per fare confusione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Qeto racconta spesso della vita nel cortile sul quale affacciavano le loro case; la sensazione che si prova più volte durante la lettura è quella di essere affacciati a una delle finestre, di osservare tutti gli avvenimenti da lì, ma di essere comunque troppo distanti per capire bene cosa stia accadendo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>L'autrice spazia tra passato e presente senza alcuno stacco evidente</b>, creando sempre più confusione nel lettore che cerca di barcamenarsi tra la quantità di personaggi, il racconto della guerriglia e una narrazione tutt'altro che fluida.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Si procede lentamente, senza alcuna curiosità né verso i personaggi, talmente piatti da rendere impossibile qualunque tipo di sentimento che non sia fastidio, né verso la storia stessa.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Perché Dina è morta? Perché Ira e Nene non si parlano da anni? Queste sono le due domande sulle quali dovrebbe reggersi l'intero romanzo; eppure risultano, alla resa dei conti, delle fondamenta fragili: non solo le risposte a entrambi i quesiti risultano banali (e facilmente prevedibili già a un terzo del romanzo), ma vengono gettate lì, quasi a caso, tra mille altre vicende storiche che, pur noiose, prendono comunque il sopravvento.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Questo romanzo è grigio, cupo e privo di identità</b>: tra autolesionismo, scene di sesso usate come riempitivo, ménage à trois (Giambruno ha proprio fatto scuola, tocca dirlo!), lotte di quartiere tra bande e un contesto storico non familiare a tutti, <i>La luce che manca</i> si rivela un enorme buco nell'acqua.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Si sbuffa, ci si annoia davanti a descrizioni tanto dettagliate quanto inutili, a dialoghi piatti e ripetitivi, a personaggi pesanti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Si arriva all'ultima pagina esausti, chiedendosi che fine abbia fatto la Nino Haratischwili de <a href="https://www.lalibridinosa.com/2020/12/recensione-lottava-vita-per-brilka-di.html" target="_blank">L'ottava vita</a>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">No, davvero, non può essere stata lei a scrivere questo romance georgiano!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqYuux_3ZaL89X95mgI4s4XIvtciBNLbKt7Stvn0TF2RbZQaN67tXaP1is6q1Ap_nXOoyyEKpqr2sPWIZLbgrsc_QLoOhTkanBDy1ZA7_CFqoEbawiTQS0dykSS1BrNBqk_MHKUQD69tFi5jZwVoEDbrWUvLWetqM4tN480f6sFwyFWC5Yz0tjXHzDrfDu/s206/firma.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqYuux_3ZaL89X95mgI4s4XIvtciBNLbKt7Stvn0TF2RbZQaN67tXaP1is6q1Ap_nXOoyyEKpqr2sPWIZLbgrsc_QLoOhTkanBDy1ZA7_CFqoEbawiTQS0dykSS1BrNBqk_MHKUQD69tFi5jZwVoEDbrWUvLWetqM4tN480f6sFwyFWC5Yz0tjXHzDrfDu/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-34455889939541426142023-10-24T08:00:00.007+02:002023-10-24T08:38:25.185+02:00Diario di Bordo - Cos'è successo con ‘Il patto dell'acqua’ di Abraham Verghese<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-DO9C95y31WVeEjsZCNsRGWsO0fEToE66Tv8DVyE4q06EO5oyYPYtidYpYRA-OV7k6PW5IGyGDBPIVoYYSdeeyymR-Ar28eQzRrhHz5LeNP-kVX0E4RWnqrkXC18C-zH6J50szowRoSZYtKaA0GGJt5mYm-zQgNPwhNE3EqF8upYV8if479CgDr1p3zb2/s4537/verghese%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4537" data-original-width="4032" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-DO9C95y31WVeEjsZCNsRGWsO0fEToE66Tv8DVyE4q06EO5oyYPYtidYpYRA-OV7k6PW5IGyGDBPIVoYYSdeeyymR-Ar28eQzRrhHz5LeNP-kVX0E4RWnqrkXC18C-zH6J50szowRoSZYtKaA0GGJt5mYm-zQgNPwhNE3EqF8upYV8if479CgDr1p3zb2/s320/verghese%20blog.jpg" width="284" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>IL PATTO DELL'ACQUA</b> || Abraham Verghese || Neri Pozza || 20 giugno 2023 || 736 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHm2IQ-lZt1nZ6QFcnoowUyxXkw3RACY60BZTAglcr8rEcOwDrv5MSpaMb1ImJvq4j26sBXTHLWPcF1Lmc3UWkXZR5wkC2rnNg-MeWMUCaefUaZDJS0Ba4jSsIOM_LEOciUMzqK-rV180Mpy_SEg4mcz2wnF1iEbo2Afa88MAcaorNcCdvHHYFgsM7fCRH/s301/diario%20di%20bordo.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="301" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHm2IQ-lZt1nZ6QFcnoowUyxXkw3RACY60BZTAglcr8rEcOwDrv5MSpaMb1ImJvq4j26sBXTHLWPcF1Lmc3UWkXZR5wkC2rnNg-MeWMUCaefUaZDJS0Ba4jSsIOM_LEOciUMzqK-rV180Mpy_SEg4mcz2wnF1iEbo2Afa88MAcaorNcCdvHHYFgsM7fCRH/s1600/diario%20di%20bordo.png" width="301" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both;"><div style="text-align: justify;">La mia avventura con <i>Il patto dell'acqua</i> di Abraham Verghese si è conclusa a pagina 384, quando, spostando lo sguardo verso la prima riga della pagina successiva, mi sono resa conto che la frase non filava: <b>una… tro… Una tro? In che senso Una Tro? Sarà mica un insulto indiano?! </b></div><div style="text-align: justify;">Il mio sguardo, allora, è sceso verso il basso e, sorpresa! Pagina 353! Sfoglio sfoglio sfoglio e mi rendo conto che le pagine da 353 a 384 si ripetono pare pare, peccato che poi si salti direttamente a pagina 417! </div><div style="text-align: justify;">E le 33 pagine mancanti? Ecco, mancanti appunto: <b>sparite! Puff… evaporate!</b> Fossero stati compiti per casa, avrei anche potuto dare la colpa a un cane a caso (tanto qui abbondano!), ma no, niente prof a cui giustificare qualche mancata consegna!</div><p style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 16px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 19px;"><br /></p><div style="text-align: justify;">Diciamo subito che il “problema” è stato risolto facilmente; avevo acquistato il libro su Libraccio, li ho contattati e mi hanno proposto due alternative: copia sostitutiva o rimborso tramite buono. </div><div style="text-align: justify;">Vista la mia scarsa voglia di proseguire la lettura del romanzo di Verghese, ho optato per la seconda opzione (tranquilli, il buono è già stato debitamente speso!).</div><p style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 16px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 19px;"><br /></p><div style="text-align: justify;">Ma facciamo un passo indietro e torniamo al libro in questione (o almeno alla parte che ho letto io). </div><div style="text-align: justify;">Premessa: <b>non amo le ambientazioni asiatiche</b>, ma avevo sentito parlare talmente tanto bene di questo libro che ho deciso di fare uno strappo alla regola e dargli comunque una chance. </div><div style="text-align: justify;">Emozionante, sconvolgente, ammaliante… Sono rimasta incollata alle pagine per tutto il tempo, non riuscivo a metterlo giù, si legge velocemente nonostante la mole… </div><div style="text-align: justify;">Ammetto che io e <a href="https://unavitadasfogliare.com" target="_blank">Loredana</a> (anche lei vittima di una copia fallata!) ci siamo chieste se “la fallatura” delle nostre edizioni non risiedesse anche nella storia narrata! </div><div style="text-align: justify;"><i>Il patto dell'acqua</i> era il libro che avevamo scelto di leggere assieme per il mese di ottobre (e intanto continuiamo a cercare colui o colei che ce la sta tirando grama, visto che ogni lettura scelta sino a ora si è rivelata un fiasco!).</div><p style="font-family: Helvetica; font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-size: 16px; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 19px;"><br /></p>
<p style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-numeric: normal; font-variant-position: normal; font-variation-settings: normal; line-height: normal; margin: 0px;"></p><div style="text-align: justify;"><b>Emozionante?</b> Sicuramente l’emozione che abbiamo provato quando abbiamo deciso di abbandonarlo, è stata forte! </div><div style="text-align: justify;"><b>Sconvolgente?</b> In effetti ci siamo sconvolte perché più volte abbiamo preferito dedicarci alle pulizie di casa piuttosto che dedicare tempo alla lettura! </div><div style="text-align: justify;"><b>La nostra lettura è stata una lenta e lunga agonia</b>, portata avanti quasi stoicamente perché no, non potevamo accettare di mollare l’ennesimo libro da leggere in coppia!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Per quanto mi riguarda, la parte che ho letto si è rivelata lenta, ripetitiva e mortalmente noiosa. Un continuo ritornare di situazioni e termini indiani (senza alcuna traduzione o riferimento), un’agonia di descrizioni relative a luoghi e piatti tipici… a un certo punto avrei potuto organizzare una cena indiana senza dover ricorrere a internet per trovare le ricette! </div><div style="text-align: justify;">Arrivata a metà della quinta parte del romanzo, l’unico motivo che mi spingeva ad andare avanti era la flebile curiosità di scoprire in che modo l’autore avrebbe “legato” tra loro tutti i personaggi e le situazioni presentate di capitolo in capitolo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ma niente da fare! La falla della copia ha fatto capire a me e Loredana che non ce l’avremmo fatta a continuare ulteriormente! </div><div style="text-align: justify;">L’unica cosa che abbiamo capito è che il nostro divano è da cambiare!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKGRxU9UsAM8nS4JF3fowd4e21SDZmfX0T-PuYQMQFPHm5lmEojzu0uy1Dvpo0qinx5N2z3N5iNRKMBlnyEN-26k-U7nsnjQKS-3nMDDmf2dtCg96NrkSt9YHYXBAUQk1KHklpVDrBw4ziVjXkWim1swu01eQMlnKuHksmJROSgk2sQsobuptRezeiItGO/s206/firma.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKGRxU9UsAM8nS4JF3fowd4e21SDZmfX0T-PuYQMQFPHm5lmEojzu0uy1Dvpo0qinx5N2z3N5iNRKMBlnyEN-26k-U7nsnjQKS-3nMDDmf2dtCg96NrkSt9YHYXBAUQk1KHklpVDrBw4ziVjXkWim1swu01eQMlnKuHksmJROSgk2sQsobuptRezeiItGO/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><br /><div style="text-align: right;"><br /></div></div></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-28071438947994025832023-10-19T08:00:00.002+02:002023-10-19T08:00:00.157+02:00Recensione 'Una vita bella' di Virginie Grimaldi - Edizioni e/o<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYAt9J1oXbZRQEtKaXF7gFLMbWHNWpDW7VRshN6XICsByfY5ICr04QokTiW82sDakJfyQiW5Eg6s9Jgvz_-VaLeBQvaXwJ9fNfogsM_R5yFwC4-286ugnbDsVNaF-XPqRRvXRQTT86oMGcWYw-AnGMbrA2DQSR19X2E5uvUQJNEi-ogs3G8AVBQ37ZkDcD/s4032/grimaldi%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3882" data-original-width="4032" height="618" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYAt9J1oXbZRQEtKaXF7gFLMbWHNWpDW7VRshN6XICsByfY5ICr04QokTiW82sDakJfyQiW5Eg6s9Jgvz_-VaLeBQvaXwJ9fNfogsM_R5yFwC4-286ugnbDsVNaF-XPqRRvXRQTT86oMGcWYw-AnGMbrA2DQSR19X2E5uvUQJNEi-ogs3G8AVBQ37ZkDcD/w640-h618/grimaldi%20blog.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><b>UNA VITA BELLA</b> || Virginie Grimaldi || Edizioni e/o || 11 ottobre 2023 || 281 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #d8a99b;"><a href="https://amzn.to/45JqwCQ" target="_blank">Acquista qui</a><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLdrKbgTUg_sJDiKi7202dqbS_7DnzafeZl3XI0rMXjBekp7NTed4T_sBIIKxrQnzo0whcvNH_8OhPT_nJ0FkhBGT0tzUFJckiuX0AV6VjjY_4jWCEYclVmNxE4fpV5z6aYuP8Whx4b8rcrUkGt6QdTLymoLa8_XifUMmUM8H3i-3hpq-N6Odjnl91e6hf/s200/4.5.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="91" data-original-width="200" height="91" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLdrKbgTUg_sJDiKi7202dqbS_7DnzafeZl3XI0rMXjBekp7NTed4T_sBIIKxrQnzo0whcvNH_8OhPT_nJ0FkhBGT0tzUFJckiuX0AV6VjjY_4jWCEYclVmNxE4fpV5z6aYuP8Whx4b8rcrUkGt6QdTLymoLa8_XifUMmUM8H3i-3hpq-N6Odjnl91e6hf/s1600/4.5.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Emma e Agathe Delorme sono sorelle. Pur cresciute l’una accanto all’altra sono molto diverse. Agathe, l’esuberante e chiassosa sorella minore, ha sempre preso tutto lo spazio nel bagno, nella camera e nel cuore di Emma. Dopo cinque anni di un silenzio senza spiegazioni Emma dà appuntamento ad Agathe nella casa delle vacanze: Mima, l’amata nonna, è passata a miglior vita, c’è da svuotare i luoghi e fare una selezione dei ricordi. Le sorelle Delorme hanno una settimana di tempo per dirsi tutto e recuperare la mancanza dell’altra. Riusciranno a riparare il passato? Nella bellezza di un’estate nel Paese basco, in cui la loro infanzia bussa alla porta, risuona la forza della loro storia. Il Paese basco: luogo di spiagge oceaniche, bellezze naturali, limpidi cieli stellati... Eppure Agathe Delorme è perplessa quando la sorella Emma le propone di trascorrere una settimana insieme in quell’incantevole regione: non si vedono da cinque anni, fra loro c’è qualcosa di non detto e quella vacanza sembra preannunciare rivelazioni. In effetti ognuna ha un segreto da rivelare all’altra... Entrambe quarantenni, Agathe qualche anno di meno, Emma qualche anno di più, vanno a stare ad Anglet, a casa della nonna morta da pochi mesi, e ritrovarsi in quel luogo pieno di ricordi le porta ripercorrere il passato e a vedere con occhi diversi il presente. Nel corso di sette giorni scanditi da episodi commoventi, rivelatori e decisamente comici, Agathe avrà modo di individuare la leggerezza che si cela dietro la seria e responsabile sorella maggiore, mentre Emma, dal canto suo, scoprirà il lato drammatico dell’esuberante e dinamica sorella minore.</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_eQvWt0kXikj1TwRLwk-mmslenTpKS2xobbjI5hG66bueGelp9BVZAuA74vErrUYI70W1d7ymgfDxY90BZOqPoNjETiwO0Eto4S1wHwgdy9FDgi42fIEQQbEcLXbEDeP46YEYa2kl2YkyBzVib_b3Xb9i6Y9OQI21cWs6CL6it7AaeuZkceHIYpuyin5g/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_eQvWt0kXikj1TwRLwk-mmslenTpKS2xobbjI5hG66bueGelp9BVZAuA74vErrUYI70W1d7ymgfDxY90BZOqPoNjETiwO0Eto4S1wHwgdy9FDgi42fIEQQbEcLXbEDeP46YEYa2kl2YkyBzVib_b3Xb9i6Y9OQI21cWs6CL6it7AaeuZkceHIYpuyin5g/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Cos'è una vita bella? Sicuramente ognuno di noi risponderà in maniera diversa a questa domanda: c'è chi parlerà di soldi, belle case, vacanze in posti esotici e auto di lusso; chi, più tranquillamente, punterà sulla salute, propria e dei propri cari.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ma se ci fermassimo a riflettere per un attimo, forse tutti diremmo che, alla fine, <b>una vita bella è quella della quale ricordiamo i piccoli istanti</b>: un castello di sabbia costruito assieme a nostro padre, una corsa su un prato, la neve che cade lenta mentre noi siamo accoccolati sul divano, l'abbraccio di un amico che non vediamo da tempo o la gioia del nostro cane quando rientriamo a casa.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Agathe ed Emma, a un primo sguardo non hanno avuto una vita bella: hanno perso il padre quando erano bambine e sono cresciute con una madre alcoolizzata e violenta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">I loro unici momenti di gioia erano racchiusi nei lunghi mesi estivi trascorsi a casa dei nonni paterni, Mima e Papi. Mesi durante i quali le due sorelle ritrovavano il sorriso e quelle piccole gioie quotidiane come gli gnocchi fatti in casa, le torte appena sfornate e le lunghe nuotate nell'Oceano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tra le pareti di casa dei nonni, le due bambine scorgono quella parvenza di normalità che i mesi invernali tolgono loro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Per qualche settimana riescono a mettere da parte le urla, la rabbia, le cinghiate e i lividi e a costruire quel bagaglio di ricordi che le aiuterà a crescere.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Rochester; font-size: large;">Per cinque anni abbiamo vissuto in prima persona. Per il tempo di un respiro abbiamo abbandonato la nostra strada comune e percorso strade parallele, e questa deviazione di cinque anni ci ha riunito.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sono trascorsi cinque anni da quando Emma e Agathe si sono viste per l'ultima volta e adesso che Mima è morta, è giunto per loro il momento di riconciliarsi e, forse, di far pace col passato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Cinque anni sono un silenzio molto lungo da affrontare</b>, ma quando Emma propone ad Agathe di trascorrere una settimana nella casa dei nonni, non c'è esitazione alcuna da parte della sorella.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Rochester; font-size: large;">Certi ricordi infantili sono come i quadri antichi, se vengono esposti alla luce si sciupano, così li conserviamo da qualche parte dentro di noi al riparo dagli sguardi, intatti.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tra battute e ricordi, film da rivedere per la centesima volta (sperando che Rose sposti finalmente un po' il culo e Jack si salvi!), lunghe nuotate e picnic sotto al tiglio in giardino, Emma e Agathe metteranno un punto alle loro incomprensioni, faranno luce sulla loro infanzia e cercheranno di dar vita a un nuovo inizio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Virginie Grimaldi, che ritrovo dopo averla colpevolmente persa di vista per troppi anni, ci racconta una storia dolorosa con la delicatezza e l'ironia che me l'avevano fatta amare nel suo primo romanzo, <a href="https://www.lalibridinosa.com/2017/01/recensione-quando-sarai-piu-grande.html" target="_blank"><i>Quando sarai più grande capirai</i>.</a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Anche questa volta, colpiscono la fluidità del racconto e della scrittura, che regalano una storia che scivola tra le dita del lettore esattamente come la sabbia scorre tra le dita di una mano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Anche davanti alle situazioni più delicate o dolorose, Grimaldi usa la sua delicatezza come fosse una coperta che protegge chi legge, si soffre, ci si commuove, ma, allo stesso tempo, ci si sente protetti da un caldo abbraccio.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: Rochester; font-size: large;">Se me lo chiedono dirò che è il vento a farmi lacrimare, ma in realtà è lo spaccato di mia sorella che ha finalmente trovato il proprio posto.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Mi è spiaciuto dover salutare le sorelle Delorme, anche perché mi è rimasta addosso la sensazione di un finale un po' troppo frettoloso, quasi l'autrice non volesse soffermarsi sul dolore più grande che colpirà le due ragazze.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ma rimane anche, sulla pelle, la gioia di aver conosciuto due personaggi così delicati e una nonna come Mima che, seppur attraverso lo sguardo e gli aneddoti delle nipoti, riporta il lettore alla propria infanzia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">E a te, Agathe, che spesso mi sei parsa ostica e che ho faticato a comprendere, auguro una vita bella!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgorkBbCkl01iWThSE_Il4yad7WhjPlrVT8vapq50SFdLJxLdz-3JgrVq27bae3KJhl00E-7yfeNeXIDipomBjZAMQhOd5qEnhh4w0qjexuAC8aLrk8AmJ0j28POaMTRTUUJR0fLh2hFhHbs5zAVGGKPEwBaJhlvtNeie9OTNuVn5o4eEn9ar-Zgx9QNxw5/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgorkBbCkl01iWThSE_Il4yad7WhjPlrVT8vapq50SFdLJxLdz-3JgrVq27bae3KJhl00E-7yfeNeXIDipomBjZAMQhOd5qEnhh4w0qjexuAC8aLrk8AmJ0j28POaMTRTUUJR0fLh2hFhHbs5zAVGGKPEwBaJhlvtNeie9OTNuVn5o4eEn9ar-Zgx9QNxw5/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><span style="color: #d8a99b; font-family: Rochester; font-size: medium;">Ringrazio la Casa Editrice per avermi fornito una copia del romanzo</span></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-34446118462360084972023-10-10T08:00:00.023+02:002023-10-10T08:00:00.148+02:00Recensione 'Grande meraviglia'di Viola Ardone - Einaudi<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAmdyvYTURqnLCpIL8k1k2KdGi_Ks4NPHqVX61Mti4L5riBgDyQhCWieIEil6Sa4EleRIIPhnyhA82IWklwji02mvYOS1I7KKEpc84WvGKWt4E2JYvI-AXOB9XaAUoffhUVIfZqYWRQlh10BQAkDg53fsTrDLLZou1VmszLJUuSTicTufZkNMQ7f8rIuSt/s4032/1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4032" data-original-width="4032" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAmdyvYTURqnLCpIL8k1k2KdGi_Ks4NPHqVX61Mti4L5riBgDyQhCWieIEil6Sa4EleRIIPhnyhA82IWklwji02mvYOS1I7KKEpc84WvGKWt4E2JYvI-AXOB9XaAUoffhUVIfZqYWRQlh10BQAkDg53fsTrDLLZou1VmszLJUuSTicTufZkNMQ7f8rIuSt/s320/1.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #ac887c;"><b>GRANDE MERAVIGLIA </b>|| Viola Ardone || Einaudi || 19 settembre 2023 || 290 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #660000;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #660000;"><a href="https://amzn.to/3ZJKDPC" target="_blank">Acquista qui</a></span></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMfGPgmhCYGXXkXCjoyOxy44g53bpwbqekfzj6kOvWqYWAq5W5PhzoLpDfng_kN1zHQt6Shl_KvBYy4BVE5ZUn5t3rTFIZeelWDUARmDNbT8DtkhoVY8NwTflhMAqlY5eLU-INyRjoUJKfaBugCLwTENq2vMflcxJyYdJnuiG9CbMWU-gE-f1Tkodo1smg/s200/2.5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="115" data-original-width="200" height="115" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMfGPgmhCYGXXkXCjoyOxy44g53bpwbqekfzj6kOvWqYWAq5W5PhzoLpDfng_kN1zHQt6Shl_KvBYy4BVE5ZUn5t3rTFIZeelWDUARmDNbT8DtkhoVY8NwTflhMAqlY5eLU-INyRjoUJKfaBugCLwTENq2vMflcxJyYdJnuiG9CbMWU-gE-f1Tkodo1smg/s1600/2.5.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">«L’amore è incomprensibile, una forma di pazzia». Nel candore dello sguardo di Elba il manicomio diventa un luogo buffo e terribile, come la vita, che Viola Ardone sa narrare nella sua ferocia e bellezza. Dopo “Il treno dei bambini” e “Oliva Denaro”, “Grande meraviglia” completa un’ideale trilogia del Novecento. In questo romanzo di formazione, il legame di una ragazzina con l’uomo che decide di liberarla rivela il bisogno tutto umano di essere riconosciuti dall’altro, per sentire di esistere. Elba ha il nome di un fiume del Nord: è stata sua madre a sceglierlo. Prima vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realtà è un manicomio. Poi la madre è scomparsa e a lei non è rimasto che crescere, compilando il suo “Diario dei malanni di mente”, e raccontando alle nuove arrivate in reparto dei medici Colavolpe e Lampadina, dell’infermiera Gillette e di Nana la cana. Del suo universo, insomma, il solo che conosce. Almeno finché un giovane psichiatra, Fausto Meraviglia, non si ficca in testa di tirarla fuori dal manicomio, anzi di eliminarli proprio, i manicomi; del resto, è quel che prevede la legge Basaglia, approvata pochi anni prima. Il dottor Meraviglia porta Elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l’unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai è stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternità. Con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, Viola Ardone racconta che l’amore degli altri non dipende mai solo da noi. È questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio.</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFVmnr2H9mzV6JwC36wS1KNWynx0Ao9rZ5BfQeaGBL9WP92b4IQdnll7rL_OwKC_eOFJuhypmctZWwxzjC1dtJo2EP9Q9oL1tOwv2YraQkWdTAxlsrXCgykFLd-HsqapI6wgvApqaL_QYN3CxSYsqErlJ-NUIImtoN4PQ3aKuZahnlq8lZU4GzPPQpfezm/s258/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="258" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFVmnr2H9mzV6JwC36wS1KNWynx0Ao9rZ5BfQeaGBL9WP92b4IQdnll7rL_OwKC_eOFJuhypmctZWwxzjC1dtJo2EP9Q9oL1tOwv2YraQkWdTAxlsrXCgykFLd-HsqapI6wgvApqaL_QYN3CxSYsqErlJ-NUIImtoN4PQ3aKuZahnlq8lZU4GzPPQpfezm/s1600/recensione.png" width="258" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tra me e i romanzi di Viola Ardone c'è un rapporto altalenante: ero rimasta abbastanza tiepida di fronte al clamore ottenuto da <i><a href="https://www.lalibridinosa.com/2020/10/recensione-il-treno-dei-bambini-di.html" target="_blank">Il treno dei bambini</a></i> e, viceversa, avevo follemente amato il più discusso <i><a href="https://www.lalibridinosa.com/2022/01/recensione-oliva-denaro-di-viola-ardone_01002328804.html" target="_blank">Oliva Denaro</a></i>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Questo terzo libro è stato, quindi, una sorta di prova del nove, affrontata, tra l'altro, con grande entusiasmo dopo i pareri super-positivi di <a href="https://www.unavitadasfogliare.com/2023/09/recensione-grande-meraviglia-di-viola.html" target="_blank">Loredana</a> e della Bacci (colei che non scrive più!).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Grande Meraviglia</i> è un libro doppio: due parti, due protagonisti, due storie, due rotture di balle!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Elba è nata in manicomio</b> (quando i manicomi c'erano ancora); la sua "Mutti" era lì e lei ci è rimasta sino a quando un giudice ha deciso che quello non era il posto per lei e l'ha mandata dalle Suore Culone!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Ma Elba ha fatto di tutto per tornare indietro, tra le braccia della sua Mutti, anche se una volta rientrata al Fascione, la Mutti c'è più. Morta. Così le ha detto il Dottor Colavolpe.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Eppure Elba non gli crede, perché lei continua a sentire la voce della sua mamma... forse è solo matta?</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #660000; font-family: Petit Formal Script;">Pazza la mamma, pazza la figlia, pazza tutta la sua famiglia.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nella seconda parte del romanzo, entra prepotentemente in scena Fausto Meraviglia, lo psichiatra che, grazie all'entrata in vigore della legge Basaglia, prova a rivoluzionare la vita al Fascione e poi prende Elba sotto la sua ala protettrice, cercando di plasmarla come non è riuscito a fare con i figli naturali.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><i>Grande Meraviglia </i>affronta un argomento delicato quale quello dei manicomi e, soprattutto, di quanto fosse facile, un tempo, per le donne, esservi rinchiuse: un marito che aveva un'amante, una figlia che non accettava di assecondare i progetti paterni ed ecco che i cancelli dei manicomi si aprivano.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Allo stesso modo, la maternità, il sacrificio materno in particolare, sono fulcro della prima parte del romanzo: Mutti preferisce essere dichiarata pazza per proteggere la sua piccola Elba.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Argomenti delicati, appunto, nei quali <b>Ardone</b>, però, <b>non affonda la penna</b>; non è la delicatezza a vincere né una forma di rispetto verso la sensibilità del lettore, quanto, piuttosto, la superficialità.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il rapporto tra Mutti ed Elba, così come la vita stessa della ragazza, ciò che le accadrà dopo essere andata a vivere col Dottor Meraviglia... <b>tutto rimane a galla come una macchia d'olio in un bicchiere d'acqua</b>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">L'autrice si concentra quasi esclusivamente sull'individualità dei due personaggi principali, ma nel momento in cui il lettore fatica a empatizzare con queste due figure così particolari, crolla tutto il castello di carte che Ardone costruisce a suon di frasi perfette per far consumare decine e decine di segnapagina.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Elba dovrebbe suscitare tenerezza, pena o entrambe le cose; invece il suo parlare per slogan pubblicitari a me ha solo fatto saltare i nervi!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La Mutti, con i giochi inventati per Elba, è la copia sbiadita di Guido Orefice, il protagonista de <i>La vita è bella</i>, ma anche le altre pazienti del Fascione paiono un'emulazione mal riuscita de <i><a href="https://www.lalibridinosa.com/2021/02/recensione-il-ballo-delle-pazze-di.html" target="_blank">Il ballo delle pazze</a></i>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Un discorso a parte merita Fausto Meraviglia, che conosceremo giovane medico idealista e ritroveremo anziano rompipalle.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Meraviglia non è altro che lo specchio della nostra società: un uomo che ha fallito come padre e come marito e che ha cercato di proiettare i suoi sogni su Elba. Ma, alla fine, come tutti, è rimasto solo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non suscita simpatia, la sua ironia risulta spesso forzosa e antipatica. Non suscita tenerezza nella sua solitudine che lo porta a minacciare il suicidio ogni Capodanno.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Non suscita ammirazione nel suo cercare di prendersi cura di questi matti che popolano le sue giornate.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Cos'è Fausto Meraviglia, quindi?</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Se in <i>Oliva Denaro</i> le emozioni erano spontanee, qui pare quasi che l'autrice le costruisca a tavolino per spingere il lettore dove vuole lei: <b>qui devi commuoverti, qui arrabbiarti, qui incuriosirti e qui gioire</b>. Ma non tutti abbiamo la stessa ricettività e non tutti ci emozioniamo per le stesse cose.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>Manca lo sprone a leggere questo romanzo</b>, che si porta avanti più per inerzia che per reale curiosità verso le vicende narrate, lasciando sempre più la sensazione che il romanzo non sia altro che una sequela di frasi poetiche che non portano a nulla.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La ripetitività di frasi, parole e situazioni è sfiancante e si arriva alla fine della storia talmente stanchi che non si ha neanche più la forza di commuoversi nell'unico punto in cui, forse, una lacrima avrebbe avuto senso di esistere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1CZ1-AXxkiEZlaCvO1XUC2_2lxCd5sS3IbrTj4BOvkbf9LT7e-DGBSDYJRVoTFizB9BnYAsuCnlDaHT47a130daPMwup3RiKvBuOjtCfqXXicH2tPQkm8oJ_yMXldF1gEwKNGOioUzN95iHekk8ngEWFQ59gbghNgpIf65Lf04uJCHDgWjrz3nrEGZr8S/s206/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="41" data-original-width="206" height="41" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1CZ1-AXxkiEZlaCvO1XUC2_2lxCd5sS3IbrTj4BOvkbf9LT7e-DGBSDYJRVoTFizB9BnYAsuCnlDaHT47a130daPMwup3RiKvBuOjtCfqXXicH2tPQkm8oJ_yMXldF1gEwKNGOioUzN95iHekk8ngEWFQ59gbghNgpIf65Lf04uJCHDgWjrz3nrEGZr8S/s1600/firma.png" width="206" /></a></div><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhby2jDeOeeI236IG2HQ1VfIelcd-npyPCToZ4rBJB0kvCkToQCubUdPZCFoeQjIkcJUazxVJEimo9JrzpwoFnA1pEN5IGNrpgbRAOg1b_VqEwVZd0e8AcS_vI-KVsEKH3j-0oTvc9utk8b5iaCJC_LsvuEFpGPGsiVAWLHOV5M-w7JNh9LMsx_ZgYUwuhj/s180/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5512125483540668747.post-11118762414580753172023-10-04T08:00:00.003+02:002023-10-04T08:00:00.139+02:00Recensione IN ANTEPRIMA 'La piccinina'di Silvia Montemurro - Edizioni e/o<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiud-KWxtVHmGSqLcMhtgmpALglpPq1xX1WuQ4qbkREFYOgUSghrFI3jPzXIsf0TKh1Jsu3UKZ_EH6AQy2IFNM7Ty8LLPshVMYVPQd2PL32QeMi_F_EUi_MAD9A0cn3yD7z7PFQKV0_to9UpbMo-1PmHgwsdWLCNSIHXZxEanrhTqoZ48Ohbx2IvSjGx-ME/s640/montemurro%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="482" data-original-width="640" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiud-KWxtVHmGSqLcMhtgmpALglpPq1xX1WuQ4qbkREFYOgUSghrFI3jPzXIsf0TKh1Jsu3UKZ_EH6AQy2IFNM7Ty8LLPshVMYVPQd2PL32QeMi_F_EUi_MAD9A0cn3yD7z7PFQKV0_to9UpbMo-1PmHgwsdWLCNSIHXZxEanrhTqoZ48Ohbx2IvSjGx-ME/s320/montemurro%20blog.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #660000;"><b>LA PICCININA</b> || Silvia Montemurro || Edizioni e/o || 4 ottobre 2023 || 190 pagine</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://amzn.to/3RJJyFQ" target="_blank">Acquista qui</a><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjin83IJZ_WWu2v7612L4NK0LMd_h5MSTOG4xBNOTGtySD6_9w-baM5b9xFL5e9RyZF0oDmwUbujBccwXYNZn2FGZcfP6-7Dc6Uy0sbiyCl7dUMxIE4ePe88WtC_Th5BfhczbjoNjTCBSSDu3Ep19YiyA0L4AK4Cv38_sjTypSd3j0e04xe6r1facOQGJty/s200/4.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="93" data-original-width="200" height="93" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjin83IJZ_WWu2v7612L4NK0LMd_h5MSTOG4xBNOTGtySD6_9w-baM5b9xFL5e9RyZF0oDmwUbujBccwXYNZn2FGZcfP6-7Dc6Uy0sbiyCl7dUMxIE4ePe88WtC_Th5BfhczbjoNjTCBSSDu3Ep19YiyA0L4AK4Cv38_sjTypSd3j0e04xe6r1facOQGJty/s1600/4.png" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nora è una delle tante bambine che lavorano nelle botteghe sartoriali, sfruttate e sottopagate, che nel dialetto milanese dell’epoca venivano chiamate 'piscinine'. È cresciuta senza amore, con la colpa di essere nata femmina in una famiglia che avrebbe desiderato un altro maschio per poter vivere meglio. Per questo i fratelli la ignorano e la madre non le ha mai dato una carezza. Le uniche attenzioni, quelle del padre, svaniscono quando diventa evidente che la sua balbuzie rimarrà un difetto permanente. Queste colpe gravano su di lei quanto e più del “telegramma”, il cestino che le piscinine si caricavano sulla schiena per le consegne degli opifici tessili. Neanche il suo aspetto la aiuta, non ha ancora sviluppato il seno quando Angelica e Lisa, le sue due amiche, già portano il corsetto per valorizzare le forme da donna e i boccoli ben definiti col ferro. Così si rende invisibile, si nasconde tra la folla di quel corteo di bambine che lei stessa ha organizzato ma che non può guidare perché una vera leader deve saper parlare e a lei le parole sono sempre state nemiche. È un periodo di rivolte e scioperi, quello a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento, di scontri che sfociano nei moti di Milano, a cui partecipa il padre di Nora, convinto liberale, che poi muore durante la protesta del pane, davanti ai cannoni di Bava Beccaris. Alle dieci giornate di sciopero del 1902 a Milano prendono parte bambine e giovanissime modiste, apprendiste sarte, corriere. Tra queste, Nora, incastrata in quel miserabile destino di sfruttamento al contrario di Angelica e Lisa, che stanno per sposarsi. Il loro rapporto di amicizia è lastricato di gelosie e invidie. Loro sono più belle, più desiderabili, sanno cantare e ammaliare gli uomini, tutte doti che permetteranno loro di emanciparsi, anche a costo di tradirsi a vicenda. Il romanzo si muove tra i ricordi d’infanzia e il presente di Nora ormai quindicenne, scandito nelle dieci giornate di sciopero, nel quale s’intreccia sapientemente racconto intimo e collettivo, rancori personali e sociali.</div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWg9tQsogHwjC2cCoOdvQ3CsbSHJ8fWLOnGNRP8zM5iasgjHDpAgPjwEW6bnn8JSLFKxgjYYs4l33w2wmLv7dcAt4LcdmtExH9OCvfxdVPPDbV-oeM0u4oM5K4QqFb6t1-SBcaBBzpAPax_NZ9I3gjNEXtRdVoK4dGcEoy7PLIExRzTX797zfCZGhiYCOd/s250/recensione.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="64" data-original-width="250" height="64" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWg9tQsogHwjC2cCoOdvQ3CsbSHJ8fWLOnGNRP8zM5iasgjHDpAgPjwEW6bnn8JSLFKxgjYYs4l33w2wmLv7dcAt4LcdmtExH9OCvfxdVPPDbV-oeM0u4oM5K4QqFb6t1-SBcaBBzpAPax_NZ9I3gjNEXtRdVoK4dGcEoy7PLIExRzTX797zfCZGhiYCOd/s1600/recensione.png" width="250" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nora è brutta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nora è magra.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nora ha i capelli aspri.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nora è ignorante.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nora balbetta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nora è solo una <i>piscinina.</i></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È il 23 giugno del 1902, Nora ha 16 anni, ma il suo fisico è ancora quello di una bambina. <b>Sta sempre zitta, Nora, perché è insicura e perché quando parla balbetta.</b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">È il 23 giugno del 1902 e Milano si risveglia con 400 bambine che scioperano; sono le cosìddette <i>piscinine</i>, bambine tra i 6 e i 13 anni che imparavano il lavoro della sarta, della modista o della stiratrice.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sfruttate, sottopagate, maltrattate e senza alcun diritto, queste bambine lavoravano sino a 14 ore al giorno per pochi centesimi; il loro compito era quello di distribuire i vestiti a casa delle clienti e lo facevano portandosi appresso delle scatole, chiamate <i>telegrammi</i>, che arrivavano a pensare anche 10 chili.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">In quella mattina di giugno prende il via qualcosa di assolutamente inaspettato, una situazione della quale, inizialmente, la gente si fa quasi beffe, ridendo, neanche tanto sotto i baffi, di questa pletora di bambine urlanti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tra loro c'è anche la nostra Nora.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Dal quadro di Emilio Longoni, Silvia Montemurro crea un personaggio che fa battere il cuore, una ragazzina il cui contorno è fatto di lacrime e dolore e la cui anima è pregna di solitudine.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nora non si è mai piaciuta e ha sempre pensato di essere una delusione per tutti. Questa sua insicurezza la porterà, sin da piccola, a legarsi, quasi morbosamente, a Lisa, una ragazzina della sua età nella quale Nora vede tutto ciò che vorrebbe essere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Lisa è spigliata, bella, sempre ben pettinata, profumata. A loro, qualche tempo dopo, si aggiunge Angelica, altrettanto bella, altrettanto spigliata... forse un po' troppo per i gusti di Nora.</div><blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #660000; font-family: Petit Formal Script;">Guardai le mie due amiche strette in qualcosa che non era più un trio, ma un passo a due, dal quale io ero esclusa.</span></div></blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Tra loro tre, l'Achille, quel ragazzo di bottega col ciuffo ribelle che gli cade sempre davanti agli occhi, che Nora guarda di sottecchi sin da quando era bambina.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Il romanzo di Montemurro <b>alterna la narrazione storica relativa allo sciopero</b> col quale le <i>piscinine </i>riuscirono a ottenere i primi piccoli diritti, ma, soprattutto, a dare il via a una rivoluzione per quello che era il mondo del lavoro, presto imitate da altre categorie di lavoratori, ai pensieri di Nora</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">A prevalere è proprio la storia personale della nostra protagonista, che si divide tra la solitudine, i tradimenti delle amiche, il dolore per la perdita precoce del padre e quella sensazione di inadeguatezza che, nonostante tutto, la accompagnerà anche durante la vita adulta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Nonostante la brevità del romanzo, a un certo punto mi è parso che la narrazione relativa a Nora diventasse eccessiva, a discapito di quello sciopero rivoluzionario che, in qualche modo, ha davvero cambiato le sorti delle <i>piscinine</i>.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Sicuramente Nora è un personaggio fragile e particolare, ma troppo spesso i suoi pensieri prendono il sopravvento sul romanzo, rendendo la parte finale della storia un po' lenta e pesante.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXaU6eyQkFXu1YGbf8-y9HkGOoMd95nomyPu4JsiAoza-plW-VbKC200peJN2G2EYHwMq64kNhXpoPHawFwpBG2UqoExiUZyNNJq0rW30o_BTgCm4FGyTpz8ZyU37iiX3zWbu-K11SyhGiuJK0rWBPc4muOpdfWUuKjKm1FoxSfH_4jyyzbt2CEeVzPCVl/s180/firma.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="58" data-original-width="180" height="58" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXaU6eyQkFXu1YGbf8-y9HkGOoMd95nomyPu4JsiAoza-plW-VbKC200peJN2G2EYHwMq64kNhXpoPHawFwpBG2UqoExiUZyNNJq0rW30o_BTgCm4FGyTpz8ZyU37iiX3zWbu-K11SyhGiuJK0rWBPc4muOpdfWUuKjKm1FoxSfH_4jyyzbt2CEeVzPCVl/s1600/firma.png" width="180" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><span style="color: #660000; font-family: Petit Formal Script;">Ringrazio Lerane per avermi inviato una copia del romanzo</span></div><p></p>La Libridinosahttp://www.blogger.com/profile/07820596596208794831noreply@blogger.com2