Titolo: La scomparsa di Stephanie Mailer || Autore: Joël Dicker || Editore: La nave di Teseo
Data di pubblicazione: 10 maggio 2018 || Pagine: 710
30 luglio 1994. La cittadina di Orphea, stato di New York, si prepara a inaugurare la prima edizione del locale festival teatrale, quando un terribile omicidio sconvolge l'intera comunità: il sindaco viene ucciso in casa insieme a sua moglie e suo figlio. Nei pressi viene ritrovato anche il cadavere di una ragazza, Meghan, uscita di casa per fare jogging. Il caso viene affidato e risolto da due giovani, promettenti, ambiziosi agenti, giunti per primi sulla scena del crimine: Jesse Rosenberg e Derek Scott. 23 giugno 2014. Jesse Rosenberg, ora capitano di polizia, a una settimana dalla pensione viene avvicinato da una giornalista, Stephanie Mailer, la quale gli annuncia che il caso del 1994 non è stato risolto, che la persona a suo tempo incriminata è innocente. Ma la donna non ha il tempo per fornire le prove, perché pochi giorni dopo viene denunciata la sua scomparsa. Che cosa è successo a Stephanie Mailer? Che cosa aveva scoperto? Se Jesse e Derek si sono sbagliati sul colpevole vent'anni prima, chi è l'autore di quegli omicidi? E cosa è davvero successo la sera del 30 luglio 1994 a Orphea? Derek, Jesse e una nuova collega, la vicecomandante Anna Kanner, dovranno riaprire l'indagine, immergersi nei fantasmi di Orphea. E anche nei propri.
PREMESSA: prima di parlarvi del nuovo romanzo di Joël Dicker, è per me doveroso fare una premessa. Se avete seguito la mia lettura su Instagram, avrete notato che più e più volte ho sottolineato come, in questo libro, siano presenti parecchi refusi e, cosa che mi ha fatto urlare parecchio, i congiuntivi siano stati barbaramente uccisi! Per ogni verbo coniugato in maniera corretta, i dieci successivi erano sottoposti a torture di ogni sorta.
Chi mi conosce sa quanto io sia rompiballe in proposito. E, a maggior ragione, quando pago un libro ben 22 euro e, soprattutto, quando la pubblicazione è a cura di una Casa Editrice che puzza di snobismo da Roma a Bangkok (che citazione colta, eh?!!) e che fa della cura delle sue opere un vanto, io mi aspetto molto di più! Ma, come dice un famoso proverbio: tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare!
Detto questo, il mio giudizio finale, ovviamente, si limita al romanzo in sé, perché non posso certo imputare allo scrittore le falle linguistiche cui hanno sottoposto il suo libro prima in fase di traduzione e, poi, in fase di editing!
E allora, parliamo di questo ultimo lavoro di Joël Dicker!
La prima cosa che vi dico è che ho divorato 710 pagine in quattro giorni. Adesso, è vero che io ho un culo pazzesco la gran fortuna di avere taaaaanto tempo libero (scuola chiusa, niente compiti, figlio in giro con gli amici e marito che o dorme reduce da turni di notte o, quando è sveglio, rompe poco!). Ma, di base, questo libro si legge davvero in fretta, perché la storia coinvolge e la voglia di scoprire cosa sia accaduto a Stephanie Mailer impone al lettore un certo ritmo!
Ecco, Stephanie Mailer, c'è da sottolinearlo, è un po' uno spunto, un modo come un altro per dare un titolo al romanzo e far partire la narrazione, perché in questa storia la sua presenza è veramente minima.
La narrazione si svolge su due piani temporali. Nel 1994 un quadruplice omicidio aveva sconvolto la cittàdina di Orphea, negli Hamptons. La sera dell'inaugurazione del festival teatrale, il sindaco di Orphea viene trucidato assieme alla moglie e al figlio di 10 anni e ad un'ignara passante, impegnata a fare jogging proprio davanti casa del sindaco.
Jesse Rosenberg e Derek Scott, allora giovani poliziotti, si occupano delle indagini e della cattura dell'assassino.
A distanza di 20 anni, nel giorno in cui Jesse Rosenberg sta per lasciare la polizia, l'incontro con la giornalista Stephanie Mailer cambierà completamente i suoi piani per il futuro. Stephanie avvicinerà il Capitano Rosenberg per dirgli che, vent'anni prima, lui e il suo collega avevano arrestato la persona sbagliata.
Da qui Dicker ci porterà all'interno delle indagini di Stephanie e, vent'anni prima, di Rosenberg e Scott. L'intreccio tra i due piani temporali e le nuove scoperte che Jesse e Derek faranno con l'aiuto di Anna Kanner, giovane poliziotta di Orphea, porterà a rimettere in discussione l'intera indagine e tutte le conclusioni a cui i due erano arrivati 20 anni prima.
Lo stile di Dicker, per chi lo ha già letto, rimane immutato: scorrevole, piacevole, coinvolgente al punto giusto. Ciò che, però, questa volta, deficita nel romanzo, è l'eccessivo numero di personaggi che l'autore inserisce all'interno della trama: ben 31 sono gli "attori" di questo romanzo; ognuno con una loro storia e un insieme di collegamenti ad altri personaggi che, alla lunga, invece di chiarire le idee del lettore, lo porta a dover ricorrere alla lista completa di nomi e ruoli che si trova nelle ultime due pagine.
In un romanzo che, come detto, consta di ben 710 pagine, questo avanti e 'ndre risulta una perdita di tempo e anche un fastidio visto il peso non indifferente del libro. E penso anche a chi lo ha letto o lo leggerà in formato digitale e non avrà la possibilità di andare a controllare, ogni volta, chi sia il personaggio di cui si troverà a leggere.
Tutto questo per dire che, probabilmente, l'eccessivo numero di protagonisti ha impedito a Dicker di dare una connotazione specifica e chiara ad ognuno di loro e far sì, quindi, che rimanessero ben impressi nella mente del lettore.
La trama del romanzo, invece, ha degli alti e bassi, dovuti, probabilmente, al continuo saltellare da un piano temporale all'altro. Mentre le parti ambientate nel 1994 risentono di una certa lentezza, quelle che si svolgono nel 2014 scorrono con maggiore fluidità. Per fortuna, la continua alternanza tra le due epoche consente di non avere mai una voglia concreta di mollare il libro.
Ho letto, in alcune recensioni, che la storia avrebbe avuto bisogno di una cinquantina e oltre di pagine in meno. Personalmente, non ho riscontrato questo problema. C'è stato solo un capitolo (19 pagine, le ho contate!) che mi è parso assolutamente superfluo: un capitolo nel quale Dicker ci parla di Natascha, protagonista collaterale del romanzo, la cui presenza non si paleserà mai realmente e che rientra pienamente in quella categoria di personaggi che se non fossero stati inseriti avrebbero reso più fluida e scorrevole la narrazione e da non confondere eccessivamente il lettore!
Il giallo, se tale vogliamo definirlo, è forse un po' debole, soprattutto se si fa un paragone con il primo romanzo dello stesso autore, La verità sul caso Harry Quebert.
Anche in questo caso, come per i numerosi personaggi, la sensazione è che Dicker abbia deciso di mettere troppa carne al fuoco. Se nel primo romanzo il suo continuo ribaltare le situazioni e le verità a cui arrivava il lettore, rendeva la storia avvincente ed emozionante, qui, invece, si viene colti dalla sensazione di non arrivare mai ad una risoluzione e di vedere le vicende ingarbugliarsi sempre più.
Ma insomma, ci sono degli aspetti positivi in questo romanzo? Sì, certo! Innanzitutto, il fatto che un romanzo di questa portata si legga velocemente, è un punto a suo favore. Dicker rimane, a parer mio, uno dei migliori autori giovani del nostro tempo: la sua scrittura riesce a conquistare sin dalle prime righe e a "fidelizzare" talmente tanto i lettori che, nonostante i suoi romanzi siano sempre dei bei mattoncini, non si può mai fare a meno di correre in libreria, acquistarli e cercare, quanto prima, del tempo per leggerli!
Nell'insieme, insomma, è un romanzo di intrattenimento che svolge perfettamente il suo compito: coinvolgere il lettore nella risoluzione di un giallo, farlo affezionare a dei personaggi e farlo districare tra le fila di più storie atte a depistarlo durante le indagini.
Autore i cui mattonazzi amati e odiati, dico la verità, poco mi ispirano. :-/
RispondiEliminaInfatti non ti ci vedo proprio a leggerlo!
EliminaPoveri congiuntivi ! Sigh! Cosa hanno fatto di male???
RispondiEliminaComunque, credo che prima leggerò Il libro dei Baltimore e poi questo...chissà lì come sono stati trattati i congiuntivi!
I Baltimore per le prossime vacanze!
EliminaComunque c'è di positivo che riesce a conquistare il lettore
RispondiEliminaPer me è stato piuttosto deludente, proporzionalmente a quanto avevo amato Quebert e i Baltimore (tanto), ma di sicuro si fa leggere e in fretta!
RispondiEliminaCredo sia il suo pregio più grande!
EliminaProssima lettura, entusiasmo un filino calato.
RispondiEliminaBacci
Curiosa io!
EliminaNon ho mai letto niente di questo autore, ma questo libro mi incuriosiva. Adesso non so che fare. Ci penserò.
RispondiEliminaParti dal primo!
EliminaCosa gli avranno mai fatto questi congiuntivi agli editor proprio non lo so!
RispondiEliminaPoveri cuccioli indifesi :(
La recensione mi ha messo molta curiosità. Dovrei solo trovare il tempo per inserire questo tomone e avendo già It.... a i u t o!
Io te lo dico eh, "It" spezzettalo, altrimenti ti impantani e lo odi!
EliminaDi questo autore ho letto solo il primo, "Lo strano caso di Harry Quebert", mi era piaciuto molto ma, non so perchè, non sono mai stata attirata dai successivi romanzi. Mah!
RispondiEliminaPerché non sono il tuo genere, facile!
EliminaDi questo autore non ho ancora letto nulla, infatti "Lo verità sul caso Harry Quebert" mi fissa con fare minaccioso dalla libreria, ma devo ammettere che mi incuriosisce parecchio. Devo solo trovare il tempo per iniziare... sigh!
RispondiEliminaEppure, nonostante la mole, con lui di tempo ne serve davvero poco!
EliminaVedrò di leggerlo al più presto, allora!
EliminaAncora devo leggere "La verità sul caso Harry Quebert" che ho acquistato a Tempo di Libri ma ancora giace paziente in libreria. Non sei la prima che mi parla di questa sua ultima opera con minore entusiasmo rispetto ai suoi lavori precedenti. Da leggere per farsi una propria opinione!
RispondiEliminaBuone letture!
Pare proprio che questo autore riesca a non mettere mai tutti d'accordo!
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