Titolo: So che un giorno tornerai || Autore: Luca Bianchini || Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 2 ottobre 2018 || Pagine: 264
Angela non ha ancora vent'anni quando diventa madre, una mattina a Trieste alla fine degli anni Sessanta. Pasquale, il suo grande amore, è un "jeansinaro" calabrese, un mercante di jeans, affascinante e già sposato. Lui le ha fatto una promessa: "Se sarà maschio, lo riconoscerò". Angela fa tutti gli scongiuri del caso ma nasce una femmina: Emma. Pasquale fugge immediatamente dalle sue responsabilità , lasciando Angela crescere la bambina da sola insieme alla sua famiglia numerosa e sgangherata. I Pipan sono capitanati da un nonno che rimpiange il dominio austriaco, una nonna che prepara le zuppe e quattro zii: uno serio, un playboy e due gemelli diversi che si alternano a fare da babysitter a Emma. Lei sarà la figlia di tutti e di nessuno e crescerà così, libera e anticonformista, come la Trieste in cui vive, in quella terra di confine tra cielo e mare, Italia e Jugoslavia. Fino al giorno in cui deciderà di mettersi sulle tracce di suo padre, e per lui questa sarà l'occasione per rivedere Angela, che non ha mai dimenticato.
Da Luca Bianchini ho imparato una cosa fondamentale: leggere sempre i ringraziamenti prima di iniziare un libro. E devo ammettere che, spesso, quelle poche righe in fondo ad un romanzo riescono a raccontarci molto della persona che ha scritto il libro che abbiamo tra le mani!
Quest'abitudine ĆØ ormai talmente radicata in me, che quando mi capita di incappare in scrittori che non mettono i ringraziamenti, mi infastidisco non poco!
Ho ricevuto So che un giorno tornerai dalla Mondadori, che ringrazio. Ho caricato il file sul mio Kobo e sono corsa a leggere i ringraziamenti. La prima sensazione che ho avuto ĆØ stata quella di un ritorno al passato: "Luca ĆØ tornato!", questo ĆØ stato il mio pensiero.
Pensiero che ha trovato conferma man mano che la lettura del romanzo procedeva.

No, non ĆØ matta Angela. Ć solo innamorata di Pasquale, che ĆØ calabrese e a Trieste fa il jeansinaro. Ma Pasquale, a Trieste, ha pure una moglie e ad Angela ha detto che se il figlio sarĆ un maschio, allora lui, da bravo meridionale, che il cognome, si sa, ĆØ importante, lo riconoscerĆ .
Se sarĆ una femmina, invece, niente da fare.
E Angela ci spera in quel maschio, ci spera sino alla fine
<<Signora, ĆØ femmina... come la vuole chiamare?>> <<Giorgio.>>
Ma Angela la mamma non la sa fare e cosƬ, dopo poco tempo, parte per Bassano del Grappa assieme a Ferruccio.
Parte per un fine settimana, che poi diventa un mese, poi un anno e poi un per sempre.
Ferruccio la ama e, soprattutto, la lascia in pace.
E in tutto ciò, Emma cresce coi nonni, con gli zii e con la fissazione di diventare un maschio, perché se lei fosse stata maschio, la mamma non la avrebbe mai lasciata.
Quando sei una blogger, ti trovi a scrivere tanti tipi diversi di recensioni: ci sono quelle facili e quelle divertenti, quelle ostiche e quelle che non vorresti mai scrivere.
E poi ci sono recensioni come questa, che scrivi con un senso di felicitĆ a tenerti compagnia!

Per un paio di giorni ho vagato per casa, Kobo alla mano e Consorte che continuava a ripetere: "Se lo stronchi pure stavolta, ti conviene emigrare!".
Ma no! Luca ĆØ tornato e lo ha fatto in grande stile, raccontandoci una storia che sa di amore, di famiglia, di sentimenti. Una storia che ha i colori dell'autunno, il profumo delle meringhe e il soffio forte della Bora.
Una storia che si muove dal mare di Trieste al Brenta, che viaggia sui binari di un treno per ricongiungere mani e cuori.
E cosƬ, Luca ci racconta di Angela che, nonostante gli anni che passano, a dimenticare Pasquale proprio non riesce.
E nonostante la presenza solida e silenziosa di Ferruccio, la mente e il cuore guardano sempre altrove.
I ricordi sono belli solo da lontano. Se si avvicinano troppo rischiano di confondersi con la realtĆ , che a guardarla bene ĆØ piena di difetti.
Ci racconta di Emma, che passa la vita cercando di compiacere quella mamma così bella e così distante. Sino a capire che se non si è felici con se stessi non si possono rendere felici gli altri.
Luca torna a scrivere di ciò che meglio gli riesce: di sentimenti. E lo fa con l'ironia e la poesia che lo hanno portato al successo.
Scrive con leggerezza e forse solo per se stesso. Ma dona a noi lettori un romanzo che, probabilmente, non si divora in qualche ora, ma si legge col sorriso sulle labbra e che, alla fine, quando finalmente Giorgio arriva per davvero, riesce anche a commuovere un po'!
Bentornato, Luca (ora cerca di non andare più via)!
Io ho letto un solo libro di Bianchini e ne sono rimasta delusa, forse questo può farmi ricredere, lo segno
RispondiEliminaQuale hai letto, Manu?
EliminaDimmi che credi al destino, ammetto di non averlo apprezzato a dovere. Ora, forse complice il film in uscita e la tematica (o meglio il protagonista) ho deciso di leggere Nessuno come noi.
EliminaSi percepisce da ogni parola quanto ti sia piaciuto! Io da sempre per prima cosa leggo i ringraziamentmenti e anche io mi infastidiscono quando non ce ne sono!!
RispondiEliminaSta gente che non deve ringraziare, maleducati!
Eliminaio li leggo per ultimi, proverò a leggerli per prima cosa...
EliminaOkay, mi tocca!
RispondiEliminami ĆØ tornata la voglia di leggere questo autore
RispondiElimina