30 gennaio 2019

Recensione 'Se i pesci guardassero le stelle' di Luca Ammirati - DeA Planeta


Titolo: Se i pesci guardassero le stelle || Autore: Luca Ammirati || Editore: DeA Planeta
Data di pubblicazione: 22 gennaio 2019 || Pagine: 336

Samuele ha trent'anni, una gran voglia di essere felice e la fastidiosa sensazione di girare a vuoto, proprio come fa Galileo, l'amico "molto speciale" con il quale si confida ogni giorno. Sognatore nato, sfortunato in amore, vorrebbe diventare un creativo pubblicitario ma i suoi progetti vengono puntualmente bocciati. Così di giorno è un reporter precario e malpagato, mentre la sera soddisfa il proprio animo poetico facendo la guida al piccolo osservatorio astronomico di Perinaldo, sopra Sanremo: un luogo magico per guardare le stelle ed esprimere i desideri. Proprio lì, la notte di San Lorenzo incontra una misteriosa ragazza, che dice di chiamarsi Emma e di fare l'illustratrice di libri per bambini. Samuele ne rimane folgorato e la invita a cena, ma è notte fonda e commette il più imperdonabile degli errori: si addormenta. Quando si risveglia, Emma è scomparsa nel nulla. Ma come la trovi una persona di cui conosci soltanto il nome? Non sarà l'ennesimo sogno soltanto sfiorato? In un tempo in cui persino l'amore sembra un lusso che non possiamo permetterci, questo romanzo di Luca Ammirati ci ricorda che per realizzare i nostri desideri è necessaria un'ostinazione che somiglia molto alla follia. E che a volte bisogna desiderare l'impossibile, se vogliamo che l'impossibile accada.

28 gennaio 2019

Recensione 'La danza dell'orologio' di Anne Tyler - Guanda


Titolo: La danza dell'orologio || Autore: Anne Tyler || Editore: Guanda
Data di pubblicazione: 18 ottobre 2018 || Pagine: 308

Willa Drake ha speso la vita nel tentativo di essere una donna affidabile, ragionevole, accomodante. L'esatto contrario di quella madre volubile, dal carattere impetuoso, che con i suoi umori violenti ha turbato la serenità della sua infanzia. Per questo ha acconsentito a un matrimonio forse precipitoso, finendo per rinunciare alle sue aspirazioni accademiche; per questo ha cercato di essere sempre comprensiva con i figli e di perdonare al marito la colpa più imperdonabile, quella di averla lasciata vedova. Troppo spesso, insomma, Willa ha permesso a qualcun altro di scegliere al suo posto. Fino a un pomeriggio di metà luglio come tanti, in cui una telefonata la sorprende mentre sta riordinando le sue fasce per capelli. Una telefonata da Baltimora, dove vive il suo figlio maggiore. Non è lui a cercarla: è una donna sconosciuta, che però è convinta di sapere molto di lei e, soprattutto, di avere urgente bisogno del suo aiuto. Senza dissipare l'equivoco, Willa decide impulsivamente di partire, nonostante la perplessità del secondo marito, che vorrebbe trattenerla. Willa si troverà a badare a una bambina di nove anni che non è sua nipote, ma un po' lo diventerà; a portare a spasso un cane che da subito le obbedisce; a inserirsi nelle dinamiche di una comunità che non è la sua, ma forse potrebbe esserlo. Perché forse per Willa è arrivato il momento di aprirsi a nuovi legami, di scegliere stavolta la propria famiglia, per ricominciare.

24 gennaio 2019

Recensione 'La misura dell'uomo' di Marco Malvaldi - Giunti


Titolo: La misura dell'uomo || Autore: Marco Malvaldi || Editore: Giunti
Data di pubblicazione: 6 novembre 2018 || Pagine: 300

Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l'aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore. A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e gli ridà vita tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un romanzo ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un'indagine sull'uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è - oggi come allora - la misura di ognuno di noi.


21 gennaio 2019

[Bookswiffer] Recensione 'Chanel non fa scarpette di cristallo' di Barbara Fiorio - UltraLit

È gennaio, fa freddo, ma noi non smettiamo di spolverare le nostre librerie! Tocca a me inaugurare la tre giorni di Bookswiffer di gennaio. Questa è la cinquina che ho proposto alla Bacci...


E lei ha scelto per me...


Titolo: Chanel non fa scarpette di cristallo || Autore: Barbara Fiorio || Editore: UltraLit
Data di pubblicazione:  || Pagine: 217

Cosa succederebbe se, anziché limitarsi a trasformare in storie la propria fantasia, gli autori delle fiabe più famose avessero stretto un patto con il diavolo condannando le proprie creature a uscire dalle pagine dei libri per affrontare i vizi e le virtù della quotidianità? Donne favolose si troverebbero a vivere in un mondo che non è decisamente un regno fatato né un posto per principesse, dove la realtà è fatta di lavori noiosi, problemi da risolvere e uomini davvero molto diversi dai principi azzurri. Una vita complicata, senza considerare che i termini del famoso patto stipulato alle loro spalle prevede una clausola fondamentale: la ragazza che nel corso della sua esistenza normale dovesse incontrare il vero amore perderebbe, insieme all'immortalità, anche il ricordo del tempo che fu, lasciando scivolare nell'oblio le antiche fiabe raccontate a tutte le bambine del mondo. Così, mentre alle porte del cuore di Beatrice, Maddalena e Penelope già bussano i rispettivi cavalieri, il divertente romanzo di Barbara Fiorio propone alle sue protagoniste l'eterno conflitto tra amore romantico e vita reale: chi vincerà?


18 gennaio 2019

[Questa volta leggo...] Recensione 'Tipi non comuni' di Tom Hanks - Bompiani

Eccoci qui! Per me è (quasi sicuramente) l'ultimo appuntamento con questa rubrica. Avevo già fatto un passo indietro abbandonandone l'organizzazione; adesso mi trovo al punto di doverne lasciare anche la partecipazione. I motivi, che le mie compagne di avventura già conoscono bene, sono molteplici, ma quelli principali, che mi hanno portata a prendere questa decisione sono due: innanzitutto, per quanto io sia una donnina precisa e iper-organizzata, faccio davvero tanta fatica a decidere cosa leggere e quando leggerlo con quasi due mesi di anticipo. Spesso mi è capitato di scegliere un libro che si adattasse all'argomento e una data per recensirlo, per poi ritrovarmi con qualche invio da parte di una CE che, ovviamente, aveva precedenza assoluta. 
Il secondo motivo che mi ha portata a questa decisione, sono i commenti: non è una novità che io abbia fatto molta fatica a commentare alcune recensioni, per il semplice fatto che si trattava di libri che mai faranno parte della mia vita di lettrice. Non sono mai stata una di quelle blogger fissate col commento: se mi lasciate un vostro pensiero mi fa piacere; in caso contrario, dormo comunque serena! Sentirmi obbligata a commentare e sapere che, dall'altra parte, accadeva la stessa cosa, mi ha portata più volte a sbuffare e passare a leggere solo perché ero costretta a farlo.
Quindi, ringrazio tutte voi che, in questi mesi, avete sopportato i miei commenti "copia e incolla" e vi chiedo scusa, ma davvero non sono mai riuscita a leggere più di qualche riga di tutte le recensioni di quei romanzi che, ai miei occhi, sono sì dei "copia e incolla"!!
Ma, ovviamente, il mio ringraziamento più grande va a Chiara e Dolci, ideatrici di questa rubrica, che mi hanno accolta e sopportata! È stato bello collaborare con voi!

E visto che per questo mese di gennaio l'argomento è

un autore di cui non ho mai letto nulla

la mia scelta è ricaduta sulla raccolta di racconti firmata da Tom Hanks


Titolo: Tipi non comuni || Autore: Tom Hanks || Editore: Bompiani
Data di pubblicazione: 15 novembre 2017 || Pagine: 381

Che cos'hanno in comune un immigrato bulgaro smarrito tra le mille luci di New York, un magnate del futuro che s'innamora perdutamente di una signora in verde del 1939, una neodivorziata disillusa che prende le misure del nuovo vicino troppo interessante per essere vero, un bambino sballottato tra mamma e papà, un giovane attore in overdose promozionale? La colonna sonora delle loro storie: il ticchettio obsoleto e affascinante di una macchina per scrivere. Tom Hanks, che è un grande appassionato e collezionista di questi dinosauri della tecnologia, dedica loro diciassette racconti, tutti diversi, tutti in bilico tra passato e presente, tra realtà e illusione. Che ve ne sembra dell'America? E' la domanda che serpeggia come un basso continuo sotto queste piccole storie di amarezza e ambizione, fatica e desiderio. Con qualche esplosione di pura comicità.


16 gennaio 2019

Diario di Bordo - Che fine faranno i blog?


*in blu i commenti della Bacci*

Se mi seguite sui social network (Perché lo fate? non avete di meglio da fare?) , potreste essere tra quelli che si sono trovati, qualche giorno fa, a rispondere a una domanda che, per quanto seria, voleva essere una sorta di test e di provocazione. La domanda, che vedete qui a fianco nella versione postata su Instagram, ha alimentato (Si parla di cibo? Arrivo!)  parecchi discorsi (ah no, disdetta!), portando molte persone a scrivermi in privato per spiegare la loro risposta.

La prima cosa che vorrei farvi notare è l'abissale differenza di risultati tra le risposte ottenute su Instagram e quelle arrivate su Facebook, dove, evidentemente, il popolo di noi anziani (qualcuno mi ha chiamata?) va ancora per la maggiore! Te l'ho sempre detto che sono saggia! Io. Tu devi aspettare ancora un po'.


Molti di voi hanno pensato che io, in un momento di follia pura (praticamente dieci volte al giorno), avessi deciso di chiudere il blog e smettere di recensire. Premesso che prima che io prenda una decisione del genere, c'è un plotone d'esecuzione composto dalle mie Sciallette pronto a fucilarmi (tutte tranne una che è pronta anche se non chiude il blog, ma non mi lasciano fare...), questa domanda è scaturita, nello specifico, da una mail di una certa Casa Editrice che proponeva libri in cambio di una foto e qualche riga di recensione su Instagram. Trattavasi di righe fatte con righello di precisione, mica pizza e fichi!

La Casa Editrice in questione, diciamolo, non è una di quelle piccine che ha bisogno di visibilità e la cerca in tutti modi possibili. Si tratta di una Casa Editrice grande e con un bel bacino (smack!) di lettori. 
Ma non è la prima, e sicuramente non sarà l'ultima, a fare richieste di questo genere. Molte CE, negli ultimi mesi, hanno scelto di collaborare solo con chi ha un numero considerevole di followers su Instagram, altre non rispondono più alle mail, ma solo ai messaggi in Direct. E mica ci pensano a noi anziani, che abbiamo appena imparato ad usare Whatsapp!

Adesso, da brava anziana (mai quanto la Bacci, ma lo sono un po' anch'io! Troppo poco, ne hai da pedalare!), vi farò un discorso di quelli che iniziano con "ai miei tempi...". Ecco, ai miei tempi una CE decideva di intraprendere una collaborazione con i blogger dopo attento esame (esame di italiano, esami completi del sangue e delle urine, controllo di tutti i parenti sino alla settima generazione per scongiurare collusioni mafiose in famiglia! E com'è che di te si sono fidati? Quello di italiano lo passi, per il resto...tracce di sangue nell'olio...).
Insomma, non bastava scrivere ad un ufficio stampa e chiedere i libri: bisognava, innanzitutto, essere in grado di scrivere una recensione come Dio comanda; poi avere un certo seguito sul blog e, soprattutto, quando il libro arrivava, finalmente, tra le tue mani, non è che potevi poggiarlo lì e lasciarlo sedimentare... c'erano dei tempi, anche abbastanza stretti, per poterlo leggere e recensire! (**censored**)

Nella mia anzianitudine sono ancora abbastanza sveglia da rendermi conto che il mondo cambia, si evolve, che tutto diventa più veloce e che, sicuramente, un social network come Instagram è molto più immediato di un blog, dove devi fermarti a leggere una recensione che spesso supera abbondantemente le 50 battute!
Quindi? Quindi io vi faccio un discorso che esula dalla mail inviata dalla CE. E il mio discorso parte dalle risposte di alcuni utenti Instagram: "non vado sui blog a leggere le recensioni perché non ho tempo per farlo".
Ok, però tu sei la stessa persona che magari perde 30/40 minuti, se non di più, per guardare foto o stories su Instagram! Quei 40 minuti potresti impiegarli per leggere almeno 5 recensioni complete e farti un'idea più ampia di ciò che una persona pensa di un libro. 
Nessuno dice che le recensioni vadano lette tutte: ovviamente si fa una cernita. Io leggo recensioni delle blogger che stimo di più e che, spesso, sono amiche (e come mai leggi le mie?); leggo le recensioni di libri che voglio acquistare e di cui ho bisogno di farmi un'idea più precisa.
Non leggerò mai recensioni di libri che non rientrano nei miei gusti e so per certo che non comprerò mai.
Sapete, però, qual è stata la cosa più divertente? Che davanti al mio: "Ma non sarebbe più semplice perdere meno tempo a guardar foto e leggere una recensione in più?", la risposta è stata sempre la stessa: "Ma certo! Se vedo che il libro può interessarmi, allora vado sul blog!"

Adesso, questo discorso vengo a farlo io che, tutto sommato, non posso certo lamentarmi dell'andazzo del blog: le visualizzazioni ci sono, il riscontro con voi lettori è costante e, comunque, sono una di quelle che i libri si diverte (anche) a fotografarli. (Dilla tutta: hai allestito un set che Oliviero Toscani levate proprio!)
Ma immaginate la mia faccia quando mi sono resa conto che una CE preferisca una foto ad un parere esaustivo! (Idea! Fotografiamo la recensione? Ok, la smetto)

A questo punto sarebbe molto più semplice smettere di stampare libri e limitarsi a belle copertine, no?! Sìììì! Così anch'io riuscirei a leggerne 350 all'anno! Letta la bandella, via col prossimo! Pensate a tutti quei poveri libri, magari bellissimi, che però sono incappati nelle mani di un grafico disgraziato e si ritrovano con una copertina non instagrammabile. Poveri piccini, venite qui, troverete una mensola calda e una lettrice ansiosa di rendervi giustizia.  Che facciamo? Li mandiamo al macero?! Eresia! 

E quali sono, allora, le conclusioni che ho tratto da questa vicenda? Che, come avevo già promesso a me stessa, quest'anno ho intenzione di prendere tutto con più leggerezza (tranne in cucina) e se le CE preferiscono inviare 30 libri al mese a chi si limita a scattarvi una foto e poi poggiarli sul comodino (e non parliamo di chi va a rivenderseli, eh!), allora che vadano tranquilli per la loro strada. Ciao ciao! Ciao ciao! Ciao Ciao! (cit. Teletubbies)
Io le foto le faccio e mi diverto pure, ma le mie recensioni saranno sempre scritte qui sul blog, perché non sono in grado di parlarvi di un libro in 10 righe. Sono logorroica? (Avrei in mente un altro termine, ma non è instagrammabileSicuramente sì, ma ci sono cose che in una recensione vanno dette, altrimenti non è più una recensione!