YELLOWFACE
Rebecca F. Kuang
Mondadori
21 maggio 2024
382 pagine
Che male può fare uno pseudonimo? Juniper Song ha scritto un libro di enorme successo. Però forse non è esattamente chi vuole far credere di essere. June Hayward e Athena Liu, giovani scrittrici, sembrano destinate a carriere parallele: si sono laureate insieme, hanno esordito insieme. Solo che Athena è subito diventata una star mentre di June non si è accorto nessuno. Quando assiste alla morte di Athena in uno strano incidente, June ruba il romanzo che l'amica aveva appena finito di scrivere ma di cui ancora nessuno sa nulla, e decide di pubblicarlo come fosse suo, rielaborato quel tanto che basta. La storia, incentrata sul misconosciuto contributo dei cinesi allo sforzo bellico inglese durante la Prima guerra mondiale, merita comunque di essere raccontata. L'importante è che nessuno scopra la verità . Quando però qualcosa comincia a trapelare, June deve decidere fino a che punto è disposta a spingersi pur di mantenere il proprio segreto. Un romanzo spassosamente tagliente che parla di diversità , razzismi, privilegi e appropriazione culturale. E dei limiti che non si dovrebbero mai superare.
C'ĆØ una cosa che ho imparato (anzi, ricordato) grazie alla lettura di questo romanzo: mai fidarsi dell'entusiasmo dei librai. Loro quel libro devono venderlo, quindi ve lo spacceranno sempre per il capolavoro del momento.
"Un libro che vi fa passare il sonno... forte tinte misteri e un pochino horror..." Non so a quali letture sia abituata la libraria titktoker in questione (o meglio, ho scoperto dopo la sua venerazione per l'autrice romance da me più detestata, quindi ho fatto 2+2!), ma sicuramente so che non capisce nulla di mistery e horror!
June Hayward e Athena Liu sono due giovani amiche accomunate dalla passione per la scrittura; ma se Athena è già proiettata nell'olimpo dei grandi nomi e sforna un bestseller dopo l'altro, altrettanto non si può dire di June che, dopo un esordio decisamente flop, fatica a sfondare nel mondo dell'editoria.
Il rapporto tra le due ragazze ĆØ alquanto sibillino: il punto di vista che conosciamo ĆØ solo quello di June, ma il modo in cui parla di Athena ĆØ della loro amicizia non ci dĆ certo l'idea di affetto e stima.
Tra noi c'era un'amicizia superficiale, di quelle in cui non puoi dire di conoscere davvero l'altro, nonostante il tempo trascorso insieme.
Fatto sta che sarĆ proprio June ad assistere alla morte di Athena; una morte davvero ridicola, di cui ovviamente non vi dico nulla per evitarvi spoiler.
E cosa fa la nostra amata protagonista, dopo aver chiamato i soccorsi? Arraffa l'ultimo manoscritto di Athena e se lo porta a casa. Ci lavora, lo amplia, lo aggiusta qua e lĆ e poi lo consegna al suo agente, spacciandolo per suo.
à così che Kuang ci introduce nell'oscuro mondo dell'editoria ed è in questa prima parte del romanzo che lettori e scrittori (o aspiranti tali) trovano la panacea per la loro mente!
Spiare il dietro le quinte della nascita di un romanzo, scoprire come vengano selezionati quelli da pubblicare e rendersi conto di quanto spesso tutto venga deciso a tavolino, stuzzica la curiositĆ e, forse, rende meno magico quello che, ai non addetti ai lavori, appare come un mondo fiabesco!
E allora mi chiedo se non sia questo il lato oscuro dell'editoria, il fatto cioè che un libro raggiunga un boom di vendite solo perché a un certo punto, e senza un motivo particolare, tutti hanno deciso che quello è il titolo del momento.
Superata questa parte, però, iniziano i guai. Il romanzo è incentrato su June che, una volta ottenuta la pubblicazione del manoscritto trafugato, si trasforma in Juniper Song, nome col quale il suo bestseller verrà dato in pasto al pubblico.
Juniper è tutto fuorché un personaggio amabile e non solo per il gesto compiuto nei confronti della sua amica morta. Quella che Kuang ci regala è una protagonista antipatica, saccente, boriosa e, a tratti, anche bulla.
Non ho problemi con i personaggi negativi, almeno non finché sono ben costruiti e finalizzati allo svolgimento della trama; ma Juniper Song è riuscita a smuovere in me un intero ventaglio di emozioni negative dalla prima all'ultima pagina.
Anche quando diventa vittima di un gruppo di haters che, attraverso i social, la accusano di aver rubato il romanzo ad Athena, June riesce a rendersi invisa al lettore, arroccandosi sulle sue posizioni, che, ai suoi occhi (e solo ai suoi!), la rendono innocente.
Anche i social svolgono un ruolo fondamentale in questa storia, delineando l'inquietante quadro della sovraesposizione e di come una persona passi dall'essere idolatrata al venire addirittura minacciata di morte.
June ĆØ dipendente dai social, vive col telefono perennemente tra le mani e, anche in questo caso, nonostante siano chiare le sue colpe, continua a ergersi a vittima.
A un certo punto del romanzo, davanti alla sua chiara difficoltĆ di fronte alla necessitĆ di consegnare un nuovo scritto al suo agente, a conferma del suo inesistente talento, sorge spontanea una domanda: per quale motivo June scrive?
Se da una parte la protagonista enfatizza con frasi a affetto la sua passione per la scrittura, ĆØ altrettanto vero che lei stessa parla spesso di soldi e successo, lasciando al lettore la sensazione di una persona affamata di gloria, tanto da essere disposta a tutto per ottenerla!
Ma non ĆØ Juniper Song il tasto dolente di questo romanzo, quanto la scelta di Rebecca F. Kuang di incentrare buona parte del romanzo sulla questione razziale dei sinoamericani e sull'appropriazione culturale.
Si tratta di argomenti sicuramente importanti e si percepisce quanto tocchino personalmente l'autrice che, però, si lascia prendere la mano, diventando ridondante nello scrivere più e più volte le stesse cose.
Questa scelta rende decisamente lenta la parte centrale del romanzo che regala l'impressione che le pagine si moltiplichino all'infinito e non si veda più la fine della storia.
Fine che arriva sull'onda di una banalitĆ disarmante, colpo di grazia a una storia decisamente mediocre.
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