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Recensione "La mondina" di Silvia Montemurro: quando la maternità diventa potere (e prigione)

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LA MONDINA Silvia Montemurro Edizioni e/o 265 pagine 8 ottobre 2025 Nella Torino di inizio secolo, Lena non ha voce. Nessuno vuole ascoltare quello che la giovane mondina potrebbe rivelare sulla famiglia da cui è stata “accolta”. Nessuno ha interesse che i più indicibili segreti delle brave persone della borghesia cittadina vengano messi in piazza. L’infanzia tradita e l’adolescenza, il privilegio e il sopruso, il silenzio e il bisogno di giustizia. Infine il desiderio, la maternità, e la ferma volontà di prendere in mano la propria vita. C’è tutto questo nel nuovo romanzo di Silvia Montemurro, che ancora una volta ci racconta senza sconti l’Italia da cui veniamo. 1913, Lena è una mondina di quindici anni, orfana di madre e padre, che lavora in una risaia vicino al rione Cappuccini a Vercelli. Lena è isolata da tutti. La sua migliore amica Maria è appena morta e lei continua a darsi la colpa per quello che è successo. Anche il ragazzo di cui è invaghita, Tobia, non si dimostra poi così...

GLI ERRORI DELLE LETTRICI - Quando leggere diventa un dovere: come riscoprire il piacere della lettura senza sensi di colpa

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“Ci sono libri che finiscono. E poi ci sono libri che ci finiscono.” Lo confesso: ogni tanto mi capita di guardare la mia libreria e sentirmi… giudicata . Tutti quei dorsi allineati, come soldatini pronti a ricordarmi che non leggo abbastanza, non leggo in fretta, non leggo quello che dovrei. E così, la lettura - quella che un tempo era il mio rifugio - diventa una lista di obiettivi da spuntare. Un progetto da monitorare. Una corsa a chi soffre di più.  Perché ormai, ammettiamolo: non leggiamo più solo per piacere. Leggiamo per sentirci brave lettrici . Il mito tossico del “devo finirlo perché l’ho iniziato” C’è un mantra che circola da generazioni di lettrici martiri:  “L’ho iniziato, quindi lo devo finire.” Ecco, no! Questo non è un giuramento di sangue, è solo una pessima abitudine travestita da virtù. Nessuno ci obbliga a portare a termine un libro che ci annoia, ci irrita o ci svuota. Non è un matrimonio: non hai firmato niente.  Io, per esempio, ci sono cascata pi...

Finire un libro o iniziarne tre? Il dilemma segreto di ogni lettore multitasking

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Tre segnalibri sparsi, mille promesse non mantenute Ah, la scena è così familiare che potrebbe essere la mia foto profilo: tre segnalibri sparsi sul tavolino del soggiorno, uno abbandonato nel letto, uno infilato tra le pagine di un libro mai chiuso e l'altro... boh, probabilmente è ancora nel bus che mi ha portato all'ultima libreria aperta. Promesse? Ce ne sono state a dozzine: "Stavolta lo finisco, giuro!". Risultato? Ancora lì, sospeso tra la pagina trenta e la quarantacinque, come un pendolo emotivo che oscilla tra senso di colpa nuova curiosità. La fedeltà a un libro è sopravvalutata Riflettiamoci: perché ci sentiamo in colpa se iniziamo un altro libro mentre quello precedente attende paziente sul comodino? Forse perché la società dei lettori perfetti ci insegna che "un libro alla volta" è sinonimo di disciplina morale e amor letterario puro. E invece no, amici miei: la fedeltà a un solo libro è sopravvalutata! Il cuore del lettore multitasking è fatt...

Recensione 'La notte devastata' di Jean-Baptiste Del Amo: un romanzo feroce e struggente sull'adolescenza e il dolore

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LA NOTTE DEVASTATA Jean-Baptiste Del Amo Gramma Feltrinelli 28 ottobre 2025 436 pagine Saint-Auch: una sfilza di case rosa pesca e di floridi prati, giardinetti rocciosi, siepi di alloro o di tuia. Dalle finestre si odono a volte provenire grida, insulti, pianti. Un bambino che urla, un cane che guaisce. Ma nessuno se ne cura, in questa piccola città a venticinque chilometri da Tolosa. Thomas, Mehdi, Alex, Max e Lena sono una banda di ragazzi. Vivono nello stesso quartiere e fanno tutto ciò che è dato fare ad adolescenti degli anni novanta. Comprano robaccia da quelli più grandi e la fumano distesi sui tetti delle pensiline degli autobus o su vecchi divani piazzati nelle antiche serre di Saint-Auch, dove si rifugiano ad ascoltare i Nirvana o a guardare film horror, giusto per sentire i loro cuori battere. A volte si cimentano in stupide sfide: nuotare in una cisterna d’acqua, fare telefonate anonime, tirare petardi in un terreno incolto. Qualcuno è umiliato a scuola, qualcun altro cerc...