31 maggio 2018

[Questa volta leggo...] Recensione 'I Bastardi di Pizzofalcone' di Maurizio de Giovanni - Einaudi

È nuovamente tempo di Questa volta leggo, la rubrica mensile nata da un'idea di Chiara La lettrice sulle nuvole, Dolci de Le mie ossessioni librose e la sottoscritta. Ogni mese scegliamo un argomento che faccia da filo conduttore alle nostre letture e per il mese di maggio l'argomento che ha vinto è stato

un libro che faccia parte di una serie

E quale occasione migliore, per me, che proseguire con la lettura della serie dei bastardi di Pizzofalcone?


Titolo: I Bastardi di Pizzofalcone || Autore: Maurizio de Giovanni || Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 25 giugno 2013 || Pagine: 353

Non hanno neanche il tempo di fare conoscenza, i nuovi investigatori del commissariato di Pizzofalcone. Mandati a sostituire altri poliziotti colpevoli di un grave reato, devono subito affrontare un delicato caso di omicidio nell'alta società. Le indagini vengono affidate all'uomo di punta della squadra, l'ispettore Giuseppe Lojacono, siciliano con un passato chiacchierato ma reduce dal successo nella caccia a un misterioso assassino, il Coccodrillo, che per giorni ha precipitato Napoli nel terrore. E mentre Lojacono, assistito dal bizzarro agente scelto Aragona, si sposta tra gli appartamenti sul lungomare e i circoli nautici della città, squassata da una burrasca fuori stagione, i suoi colleghi Romano e Di Nardo cercano di scoprire come mai una giovane, bellissima ragazza non esca mai di casa, e il vecchio Pisanelli insegue la propria ossessione per una serie di suicidi sospetti.

Trama: 5 || Personaggi: 5 || Stile: 5

29 maggio 2018

Recensione 'Non sarò mai la brava moglie di nessuno' di Nadia Busato - Sem


Titolo: Non sarò mai la brava moglie di nessuno || Autore: Nadia Busato || Editore: Sem
Data di pubblicazione: 22 marzo 2018 || Pagine: 255

La mattina del primo maggio 1947 una giovane e attraente impiegata sale fino alla terrazza panoramica all'ottantaseiesimo piano dell'Empire State Building, il grattacielo simbolo di New York, e si lancia nel vuoto. La fotografia del suo cadavere, miracolosamente intatto e bellissimo, scattata da un giovane fotografo sconosciuto subito dopo lo schianto, diventa una delle immagini più celebri e potenti mai pubblicate da LIFE Magazine. Quella ragazza si chiamava Evelyn McHale. La sua è una storia affascinante e misteriosa, come e forse più di un romanzo. Dopo anni di ricerche e interviste, Nadia Busato ha scritto un romanzo ispirato a Evelyn partendo proprio dalla celeberrima fotografia che ha suggestionato, anche grazie al lavoro di Andy Warhol, la moda e l'arte delle avanguardie pop.

Trama: 2 || Personaggi: 1 || Stile: 2

25 maggio 2018

Recensione 'Eleanor Oliphant sta benissimo' di Gail Honeyman - Garzanti


Titolo: Eleanor Oliphant sta benissimo || Autore: Gail Honeyman || Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 17 maggio 2018 || Pagine: 344

Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D'improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.

Trama: 5 || Personaggi: 5 || Stile: 5

23 maggio 2018

Recensione 'Splendida giornata per un funerale' di Matteo Poletti - Sperling&Kupfer


Titolo: Splendida giornata per un funerale || Autore: Matteo Poletti || Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 15 maggio 2018 || Pagine: 348

Talvolta avere una via di fuga non fa altro che riportarti al punto di partenza. Altre volte, rimanere fermi al punto di partenza è solo un'altra via di fuga. Nemesio, detto Nemo, ha quasi trent'anni, vive a Torino e lavora come portantino nell'impresa di pompe funebri di famiglia dove, per via della sua svogliata disattenzione, combina un disastro dietro l'altro. Indifferente e apatico, si lascia vivere, trascurando persino quella che un tempo era la sua passione, la fotografia. Un giorno, però, la morte di Aurora Vannelli Conticini, un'anziana donna di Novalesa, lo risveglia dal suo torpore, riportandolo nello sperduto paesino della provincia torinese in cui aveva frequentato le scuole superiori. Al liceo, Nemo si era trovato come compagno di banco Carlo Lombardi, un ragazzo intelligente e brillante dalla storia familiare disastrosa, con cui aveva da subito legato. Un'affinità elettiva, la loro, e un'amicizia salvifica per entrambi. Ma la sera della festa di Sant'Eldrado, patrono del paese, Carlo era scomparso nel nulla. Inutili le ricerche che avevano tentato, seppur per breve tempo, di fare luce sull'accaduto. E lo stesso Nemo si era rassegnato a quella perdita, troppo impegnato altrove a cercare di tenere le fila della propria vita. Solo ora che sono passati dieci anni, qualcosa di quella vicenda sembrerebbe venire a galla. E forse non è un caso che a rimettere in moto il meccanismo sia proprio Nemo, che, con il suo ritorno nei luoghi dell'adolescenza, avrà modo di affrontare i suoi fantasmi e, al tempo stesso, di mettere a nudo una collettività in cui la menzogna, il ricatto e i pregiudizi regnano sovrani.

Trama: 2 || Personaggi: 1 || Stile: 1

21 maggio 2018

Recensione 'Lettere per Victoria' di Marcelo Puglia - Giunti


Titolo: Lettere per Victoria || Autore: Marcelo Puglia || Editore: Giunti
Data di pubblicazione: 14 marzo 2018 || Pagine: 432

Mauricio ha quarant'anni, una compagna stupenda e una bambina appena nata. Il licenziamento lo sorprende come un fulmine a ciel sereno ma non sarà quello il giorno peggiore della sua vita. Un controllo di routine non dà i risultati sperati e improvvisamente per lui non c'è più un futuro: gli restano sei mesi di vita. Facendo un calcolo folle è come se dovesse concentrare in una manciata di giorni tutto quello che avrebbe voluto fare nei prossimi 30 anni. Assicurare una stabilità economica alla sua famiglia, sposare Gabriela, trovare degli sponsor per far decollare il suo blog... Alla lista di cose da fare si affianca quella degli "ultimi": l'ultimo sorriso di sua figlia, l'ultima canzone, l'ultimo ricordo felice. Ma come si fa a dire a chi si ama che ci restano solo pochi mesi di vita? E come lasciare una testimonianza di sé alla piccola Victoria, che non conoscerà mai davvero suo padre? È così che Mauricio comincia a scriverle una lettera ogni giorno per raccontarle di sé e del mondo, per offrirle una guida e un conforto nei momenti in cui non ci sarà.

Trama: 2 || Personaggi: 2 || Stile: 2

18 maggio 2018

Diario di Bordo - Perché lo voglio qui!


*in blu i commenti della Bacci*

Cosa voglio qui? Semplice! Quel libro appena uscito, sì, proprio quello, lo vedi? Certo che lo vedo e mi sa che è lo stesso che voglio io qui. Quello con settordicimila pagine e che costa come l'affitto di una bici per due giorni... brava, proprio quello! Proprio lo stesso! Ma io lo voglio qui, e se arriva lì? Ah, ne stampano tante copie dici? Allora ok
Adesso lo prendo, vado in cassa, pago e, una volta arrivata a casa, lo aggiungo alla pila di *numero che voglio rimanga sconosciuto* *anche perché trattasi di numero fluttuabile, quindi chelicontiafare?* libri che attendono di essere letti (e meno male che gli ebook non si possono impilare! AAAAAAH! PERCHÈ li hai nominati? Ora mi piglia la depressione perché in quella scatoletta infernale c'è un'intera biblioteca che voglio leggere subito!).

Tutto questo per dirvi cosa? Sai che me lo stavo proprio chiedendo? Che vorrà mai comunicare la Libbri oggi? Chi vorrà insultare? Che non c'è niente da fare, lettori cari: siamo tutti accumulatori compulsivi di libri! Oh, siamo alle confessioni. Dimmi ragazza, di quali altri peccati ti sei macchiata? No, ferma! Non voglio saperlo! Dai su, ammettetelo anche voi, parliamone, creiamo un gruppo di auto-aiuto (nel senso che mettiamo a disposizione un'auto per andare in libreria?), una comune (no, io certe maialate non le faccio), riuniamoci tutti assieme in una bella libreria, di quelle grandi, luminose, ben fornite e, possibilmente, senza commesse che ti seguono tra gli scaffali o che cercando di rifilarti i libri spinti dagli editori! Beeeeello! Io sono qui davanti, arrivate?
Che dite? Che se ci riuniamo in libreria non è un bene? Ecchecc...allora non arrivate. Forse avete ragione, ma che problema c'è ad accumulare libri? Scadono? No! Le storie passano di moda? Nemmeno! Tutt'al più sono i nostri gusti che cambiano (manco tanto), ma quanti potranno essere i libri acquistati che non avremmo più voglia di leggere tra qualche mese? Neanche uno, mannaggialapupazza! Piuttosto quando avrò il tempo per riuscire a leggere tutto quello che vorrei?
Io trovo più strana quella gente che accumula scarpe, borse, abiti! Ecco, quella è roba che passa di moda, che si rovina. Poi magari ingrassi e i vestiti non ti entrano più! Mai che uno dica magari poi dimagrisci...vabbè che nel nostro caso è difficile.
Invece loro, i libri, se ne stanno lì, tranquilli, pazienti e silenziosi (neanche troppo, certe volte passo davanti alla libreria e li sento mormorare "Neanche oggi tocca a me"). Aspettano che arrivi il loro momento, quello in cui, finalmente, noi decideremo di leggerli!

La troneggiante pila della Libridinosa

Tutto questo per dire che non c'è nulla da fare, è un'equazione semplice semplice: un lettore, all'interno di una libreria, in possesso di denaro, comprerà sicuramente almeno un libro. Uno! Muhahahaha! Se ci vedete uscire da lì senza nulla in mano, preoccupatevi: è un grave segno di scompenso mentale! O scompenso del portafoglio, o ancora minaccia di divorzio appena ricevuta.
Quando ci ritroviamo a girare tra gli scaffali delle librerie, in noi lettori forti scattano due meccanismi: il primo è quello dettato dalla curiosità. Allora vaghiamo, sbirciamo, prendiamo in mano un libro colpiti dalla sua copertina, leggiamo la sinossi, magari anche qualche pagina e lo mettiamo giù. Questa situazione si ripete più volte, con tutti i libri che ci colpiscono e che, per ovvie ragioni vista la mole di pubblicazioni mensili dei varii editori, noi non conosciamo. Poi ripassiamo davanti, lo riprendiamo e lo rimettiamo giù; al terzo passaggio facciamo anche cenno di avviarci verso la cassa con lui in mano e...toh! Questo non l'avevo visto...e quello torna buono buono al suo scaffale.
Terminato questo curiosare assiduo, facciamo una cernita e ne arraffiamo minimo due. Esatto, due è il numero minimo di acquisti, quello, per intenderci, che viene effettuato nei giorni di poco antecedenti all'accredito dello stipendio sul nostro conto corrente. Noooo, non fate quella domanda. Zitti! Nessuno di voi vuol sapere quanti libri ci portiamo a casa se lo stipendio è stato appena versato, se è ancora lì che brilla in tutto il suo splendore, intonso e pronto ad essere utilizzato! Che discorsi fai? Vuoi muorere?
Fidatevi! Noi siamo gente in grado di chiedere ai propri figli se hanno proprio tutta questa necessità di cibo durante il mese a venire; siamo in grado di andare in giro con lo stesso paio di scarpe per almeno un quinquennio e farne anche un motivo di vanto: "Vedi? Io tengo bene la roba, sembrano ancora nuove!" Perché è assolutamente vero!
Siamo le stesse persone che quando entrano al supermercato per fare la spesa, si dirigono con passo militare al reparto libri per poi iniziare a fare la conta tipo figurine Panini: "Celo celo... manca ma non mi interessa... celo celo". Poi ci voltiamo sconsolate verso la prima persona che capita al nostro fianco (non importa che essa sia conosciuta o meno!) ed esclamiamo affrante: "Ho più libri io!" E poi scappiamo verso la cassa quando vediamo l'ambulanza che accosta.

Il secondo meccanismo che scatta nel lettore-accumulatore compulsivo è quello della coscienza del possesso. Mi spiego meglio: veniamo a conoscenza, con un certo anticipo, dell'uscita di un libro che solletica davvero tanto la nostra curiosità e, immediatamente, corriamo su Amazon e clicchiamo sul famigerato tastino PREORDINA Peccato che poi arrivino dopo venti giorni dall'uscita
Adesso apro una parentesi: ultimamente Amazon ha avuto qualche piccolo problema con i preordini. C'è stata gente che ha ricevuto il libro il giorno stesso dell'uscita o tutt'al più il giorno successivo e altri che, invece, hanno dovuto attendere almeno una settimana; e capirete che così il preordine perde il suo senso, visto che se acquisto il libro nel giorno d'uscita e sono un utente Prime, mi arriva in 24 ore! Ma tutto ciò non ci fa desistere: poco importa se manca ancora un mese alla pubblicazione del libro, noi dobbiamo averlo lì, bloccato. Dobbiamo sapere che da qualche parte nel mondo c'è una copia con il nostro nome sopra! **occhi sognanti**
Bene, direte! Ricevi il tuo libro il giorno dell'uscita, ti piazzi in poltrona e lo leggi... ahahahahah come siete divertenti! Fanno le battute, questi!
Noi riceviamo la nostra copia e, nel 90% dei casi, la andiamo a sistemare su quella famosa pila che troneggia in casa nostra e del cui numero vogliamo sempre rimanere ignare!
E allora perché lo facciamo? Leggete il titolo di questa puntata del Diario di Bordo e avrete la vostra risposta: perché lo vogliamo qui! Vogliamo vederlo quando passiamo davanti alla libreria, vogliamo sfogliarlo, accarezzarlo e poi rimetterlo a posto; vogliamo dimenticarci della sua presenza per poi, quando lo ritroviamo tra gli altri ...ento, esclamare gioiose: "Oh guarda, tra un po' ti leggo!" (il concetto di po' è alquanto relativo e non riconducibile a nessun lasso di tempo preciso) Il tempo, che variabile insondabile.
La troneggiante pila della Bacci!

Quello che vogliamo dirvi con questo post è che noi, in fondo, siamo felici così: ci piace andare in libreria, scoprire nuovi titoli e portarceli a casa. Soprassediamo sul fatto che ogni entrata in libreria include anche l'acquisto di almeno un segnalibro! Ma proprio tutto devi rivelare? I ceci te li sei magnati crudi?
Siamo felici di portare con noi qualche grammo (in certi casi pure qualche chilo, ieri ho soppesato l'ultimo di Dicker e quasi mi slogavo la spalla) di carta e inchiostro, perché sappiamo che tra quelle pagine c'è racchiusa una storia che, nel bene e nel male, ci lascerà qualcosa, susciterà in noi emozioni forti, che siano esse positive o negative. Sappiamo che troveremo personaggi di cui ci innamoreremo profondamente o che detesteremo con tutte noi stesse. E avere queste pile di libri a cui attingere in base all'umore del momento, ci fa vivere serene (e se siamo serene noi, siete sereni anche voi!) e soprattutto sono sereni i nostri familiari che non hanno delle iene isteriche che girano per casa.
È per questo che quando ci dite che non sapete cosa regalarci o, peggio, quando ci dite che non ci regalate libri perché magari li abbiamo già, noi ci arrabbiamo tanto. Perché, udite udite, esistono i buoni: ogni libreria ne ha, Amazon li ha. Quindi voi siete delle brutte persone, capito? BRUTTISSIME PERSONE! ORRENDE SIETE!

Ah, per inciso: noi lettori-accumulatori non ci fidiamo di chi dice che non compra libri finché non ha smaltito quei due o tre (DUE O TRE??? forse avevano omesso il -cento?) che ha ancora da leggere. Siete persone strane, voi. Siete gente di cui non mi fido, come i vegani! Paragone azzeccatissimo!