Recensione 'L'animale femmina'
di Emanuela Canepa - Einaudi


L'ANIMALE FEMMINA || Emanuela Canepa || Einaudi || 30 aprile 2018 || 260 pagine


Rosita ĆØ scappata dal suo malinconico paese, e dal controllo asfittico della madre, per andare a studiare a Padova. Sono passati sette anni e non ha concluso molto. Il lavoro al supermercato che le serve per mantenersi l'ha penalizzata con gli esami e l'unico uomo che frequenta, al ritmo di un incontro al mese, ĆØ sposato. Ma lei ĆØ abituata a non pretendere nulla. La vigilia di Natale conosce per caso un anziano avvocato, Ludovico Lepore. Austero, elegante, enigmatico, Lepore non nasconde una certa ruvidezza, eppure si interessa a lei. La assume come segretaria part time perchĆ© possa avere piĆ¹ soldi e tempo per l'universitĆ . In ufficio, perĆ², comincia a tormentarla con discorsi misogini, esercitando su di lei una manipolazione sottile. Rosita la subisce per necessitĆ , o almeno crede. Non sa quanto quel rapporto la stia trasformando. Non sa che ĆØ proprio dentro una gabbia che, paradossalmente, si impara a essere liberi.

Le donne come nemiche, degli uomini, di loro stesse, della societĆ  che impedisce loro di realizzarsi. Questo ĆØ il fulcro, in sintesi, de L'animale femmina, romanzo d'esordio di Emanuela Canepa, vincitore del Premio Calvino 2017.

Rosita ĆØ una ragazza del sud, fuggita a quel paese che le ĆØ sempre stato stretto, ma, soprattutto, a quella madre soverchiante, asfissiante, che la vorrebbe sistemata con un uomo accanto e muta come lei ĆØ sempre stata. Muta nei confronti del marito, perduto troppo presto, muta nei confronti del paese, mai muta, invece,  con Rosita che subisce i suoi rimproveri e le sue imposizioni, nonostante i 1000 km che le separano.
Basta il suono del cellulare perchƩ Rosita diventi di marmo, perchƩ l'ansia la assalga; eppure, come in quei perfetti rapporti madre-figlia, Rosita risponde, annuisce, tace, accetta, subisce.

Mille chilometri, quelli che separano il paese d'origine da Padova, dove la nostra protagonista si ĆØ trasferita per studiare medicina.
Fuori corso ormai in maniera quasi irreparabile, Rosita a 27 anni si barcamena tra uno squallido lavoro in un supermercato, i conti da far quadrare, gli esami ormai impossibili da recuperare e un uomo sposato che la relega al ruolo di ninnolo da comodino.
La sera della vigilia di Natale, in un gesto di onestĆ  e altruismo, Rosita incontra l'avvocato Ludovico Lepore, che ascolta la sua storia e decide di aiutarla assumendola come segretaria nel suo studio legale; Rosita avrĆ  cosƬ modo di guadagnare piĆ¹ soldi e di avere piĆ¹ tempo libero per studiare.

Emanuela Canepa crea una storia che ĆØ un valzer tra due soli personaggi: Rosita e Lepore. E i due, come perfetti burattini nelle mani della loro creatrice, danzano, inciampano, cadono, si rialzano e ricominciano.
Contrapposti per etĆ , estrazione sociale e vissuto, Rosita e Ludovico Lepore si studiano e si scrutano attraverso quell'enorme scrivania che li divide.
Lui, che inizialmente ci appare cosƬ altruista e generoso, si rivelerƠ ben presto un misogino indisponente, un uomo egoista e arido che nelle donne vede solo degli esseri pronti ad approfittarsi degli uomini.
Cosa ha reso Ludovico cosƬ cattivo? Quale segreto si nasconde nel suo passato? Con un ritmo perfettamente cadenzato, Canepa sviscera il Ludovico giovane e le nostre domande, alla fine, troveranno risposta.

Un romanzo d'esordio potente, una prosa giĆ  matura, dei personaggi perfettamente delineati e senza alcuna sbavatura, questo ĆØ L'animale femmina, che solo nella sua conclusione racchiude un piccolo cedimento, forse una banalizzazione, benchĆ© minima, della storia, quasi un voler rimettere tutto al proprio posto anche lĆ  dove non ve ne era un'esigenza effettiva.


 

La Libridinosa

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