Recensione 'La malacarne' di Beatrice Salvioni - Einaudi


LA MALACARNE
Beatrice Salvioni
Einaudi
1 ottobre 2024
480 pagine


Con la stessa energia narrativa de “La Malnata”, Beatrice Salvioni ci trasporta ancora nell’Italia fascista. E ci fa guardare il mondo con gli occhi di due ragazze tormentate e ribelli, inseparabili, che la Storia vuole tenere lontane. Una sedicenne corre a piedi nudi per la strada. ƈ notte, indossa solo una sottoveste, e corre disperata per la cittĆ  deserta. ƈ delusa, piena di rabbia, perchĆ© ha scoperto di essere stata tradita, e da qualcuno che mai avrebbe creduto potesse ingannarla. Si apre come uno squarcio, questo romanzo terso e furioso. Siamo a Monza, nell’aprile del 1940. Da quattro anni Francesca non sa piĆ¹ nulla di Maddalena. La sua amica ĆØ stata rinchiusa in manicomio, e mai ha risposto alle lettere che lei le ha spedito. Francesca crede sia per risentimento nei suoi confronti. In fondo, ĆØ sempre toccato a Maddalena il ruolo della reietta, della Malnata. Ma adesso ha subito uno scossone anche la vita di Francesca, che ĆØ fuggita di casa ed ĆØ andata a vivere da NoĆØ Tresoldi, destando scandalo. Sua madre la accusa di essere una degenerata, una Malacarne. Poi, finalmente, Maddalena torna. ƈ piccola e magra, come non fosse mai cresciuta, e si finge l’adolescente coraggiosa di sempre; ma Francesca lo vede, che ĆØ diversa. Che cosa ĆØ successo in manicomio? Intanto, l’Italia entra in guerra. Tra la fame e la paura delle bombe, ogni giorno diventa piĆ¹ difficile. E arriva il momento di scegliere da che parte stare.


Potrei essere, anzi quasi sicuramente sarĆ², una voce fuori dal coro per quanto riguarda questo secondo romanzo di Beatrice Salvioni, seguito de La malnata anche se chi avremo dovuto comunicarlo si ĆØ ben guardato dal farlo!

Quando, ormai piĆ¹ di un anno fa, lessi il primo romanzo, rimasi delusa da quel finale un po' tronco che tante cose lasciava non dette; uno di quei finali che ti fanno chiedere se quel volume avrĆ  un seguito (mai annunciato, manco adesso che sta sugli scaffali di tutte le librerie!) o se l'autrice abbia in sĆ© una vena di sadismo, perchĆ© sƬ, in fondo, quella storia avrebbe anche potuto chiudersi lƬ, ma a noi lettori sarebbe rimasto addosso il senso dell'incompiuto.
La malacarne chiude i cerchi? SƬ. Sicuramente ci racconta cosa ĆØ accaduto dopo; tutta la prima parte di questo nuovo romanzo ĆØ dedicata a scoprire cosa ne sia stato di Maddalena e Franscesca e che direzione abbiano preso le loro vite. E quelle prime 90 pagine mi hanno portata a ribadire che leggere questa storia senza conoscere i fatti che l'hanno preceduta, sarebbe tanto inutile quanto straniante, un po' come cercare di mettere assieme tessere di puzzle diversi.
Non sto neanche piĆ¹ a chiedermi perchĆ© Casa Editrice prima e librai dopo omettano questa informazione o perchĆ© l'autrice stessa affermi che sƬ ĆØ un secondo romanzo, ma i due libri si possono leggere nell'ordine che si preferisce.
Siamo nel 2024 e pur di vendere si ĆØ disposti a sacrificare anche la propria credibilitĆ : prendiamone atto, aguzziamo l'intelligenza e andiamo avanti!

Superate le suddette prime 90 pagine, la storia subisce una brusca frenata e si incanala in un ritmo di lentezza ripetitiva che risulta faticoso da sopportare. Salvioni ribadisce continuamente che c'ĆØ la guerra, che manca il cibo, che suonano le sirene e la gente corre nei rifugi e via cosƬ, in un loop continuo e noioso che si ripete finchĆ© l'autrice, forse a questo punto annoiata anche lei dallo scrivere sempre le stesse cose, ha un guizzo e lancia Francesca, protagonista incontrastata di questo secondo capitolo, verso una sorta di gruppo di resistenza.
Il problema principale ĆØ il modo in cui lo fa, con una leggerezza e una facilitĆ  tali, assolutamente impensabili per il periodo storico: 

"Ehi, io odio Mussolini"
"Anch'io!"
"Ribelliamoci!"

Questa potrebbe essere, in sintesi, la conversazione tra Francesca e uno dei ragazzi che incontra per strada!

Per fortuna, quando ci si avvia alla conclusione del romanzo, arriva il guizzo geniale e Salvioni tira fuori dal cilindro il suo innegabile talento e lo sfrutta per creare quasi una storia a sƩ, stavolta credibile, sulla lotta al fascismo.
Ma dopo essersi sciroppati oltre 300 pagine, la stanchezza prende il sopravvento e le emozioni quali ansia e paura vengono soppiantate dalla voglia di concludere la lettura il prima possibile!

Si arriva alla fine con la sensazione di aver corso una maratona e una serie di domande che affollano la mente: perchĆ© non sono andata a mangiare la pizza? ƈ nato prima l'uovo o la gallina? PerchĆ© Salvioni non ha aggiunto venti pagine a La malnata cosƬ da chiudere quella storia e dedicarsi a un romanzo nuovo di zecca (considerando anche che qui di Maddalena c'ĆØ giusto l'ombra)?
E in questo caso, ci sarebbe stato davvero bisogno dell'ennesimo romanzo ambientato in epoca fascista? Capisco che il periodo storico che stiamo vivendo, rimandi a certi parallelismi, ma ho anche la sensazione che ci si stia marciando su... un po' come quando, immancabili, a gennaio saltano fuori tutte le storie che raccontano di ebrei deportati. Non vorrei sembrare irrispettosa, ma a tratti ci trovo dietro della gran paraculaggine!

Oh! E poi c'ĆØ la verosimiglianza con L'amica geniale, tanto sbandierata quando fu pubblicato il primo libro quanto taciuta adesso; tanto falsa nel primo caso quanto reale questa volta, soprattutto per "quell'ombra" di Maddalena che cosƬ tanto ricorda Lila.

Soprassiedo sul pruriginoso sbocco del rapporto tra le due protagoniste, giĆ  intuibile nel primo romanzo e sul quale stavolta l'autrice calca ancora di piĆ¹ la mano perchĆ©, si sa, un po' di inclusivitĆ  serve sempre e senza non si va da nessuna parte!

Unica salvezza di questa storia ĆØ la scrittura di Beatrice Salvioni: una conferma, purtroppo non sufficiente a farmi amare anche queste pagine.



La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

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