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26 novembre 2024

Recensione 'Le cicogne della Scala' di Silvia Montemurro - Edizioni e/o


LE CICOGNE DELLA SCALA
Silvia Montemurro
Edizioni e/o
23 ottobre 2024
230 pagine

Negli anni Trenta, quando la Scala è divenuta un teatro moderno grazie alla direzione di Arturo Toscanini, la sedicenne Violetta, nata da una relazione clandestina tra un ballerino italiano e una cantante francese, lavora per il costumista Caramba come sarta. La madre, che a suo tempo era cantante all’Opéra National de Paris, ha chiamato la figlia Violetta in onore del suo personaggio verdiano preferito (La Traviata). Da bambina, Violetta era stata una promettente ballerina, ma un giorno, durante le prove, viene spinta dalle scale e rimane zoppa. L’incidente sarà solo uno dei tanti misteri che seguiranno la vita di Violetta, di sua madre, della sorella Fiamma, che partirà più tardi per Parigi dove avrà una carriera da cantante lirica. Tra scontri politici (Toscanini contro Mussolini), indimenticabili serate di lirica (Turandot, Carmen, La Traviata...), scintillanti costumi di scena e amori che si accendono e finiscono tra orchestrali e ballerine, la vita della Scala attraversa il secolo con alti e bassi, il fascismo, la guerra, i bombardamenti. Ma il cuore del romanzo batte soprattutto con i sogni, gli amori, le delusioni, gli abbandoni delle sue magnifiche protagoniste: Violetta, Juliette e Fiamma, ma anche Gemma, Amelia, Caramba, Lorenzo... Seguiamo le loro vite con il fiato sospeso, mentre intorno a loro si muovono e splendono le meraviglie della Scala.

4 ottobre 2023

Recensione IN ANTEPRIMA 'La piccinina'
di Silvia Montemurro - Edizioni e/o


LA PICCININA || Silvia Montemurro || Edizioni e/o || 4 ottobre 2023 || 190 pagine



Nora è una delle tante bambine che lavorano nelle botteghe sartoriali, sfruttate e sottopagate, che nel dialetto milanese dell’epoca venivano chiamate 'piscinine'. È cresciuta senza amore, con la colpa di essere nata femmina in una famiglia che avrebbe desiderato un altro maschio per poter vivere meglio. Per questo i fratelli la ignorano e la madre non le ha mai dato una carezza. Le uniche attenzioni, quelle del padre, svaniscono quando diventa evidente che la sua balbuzie rimarrà un difetto permanente. Queste colpe gravano su di lei quanto e più del “telegramma”, il cestino che le piscinine si caricavano sulla schiena per le consegne degli opifici tessili. Neanche il suo aspetto la aiuta, non ha ancora sviluppato il seno quando Angelica e Lisa, le sue due amiche, già portano il corsetto per valorizzare le forme da donna e i boccoli ben definiti col ferro. Così si rende invisibile, si nasconde tra la folla di quel corteo di bambine che lei stessa ha organizzato ma che non può guidare perché una vera leader deve saper parlare e a lei le parole sono sempre state nemiche. È un periodo di rivolte e scioperi, quello a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento, di scontri che sfociano nei moti di Milano, a cui partecipa il padre di Nora, convinto liberale, che poi muore durante la protesta del pane, davanti ai cannoni di Bava Beccaris. Alle dieci giornate di sciopero del 1902 a Milano prendono parte bambine e giovanissime modiste, apprendiste sarte, corriere. Tra queste, Nora, incastrata in quel miserabile destino di sfruttamento al contrario di Angelica e Lisa, che stanno per sposarsi. Il loro rapporto di amicizia è lastricato di gelosie e invidie. Loro sono più belle, più desiderabili, sanno cantare e ammaliare gli uomini, tutte doti che permetteranno loro di emanciparsi, anche a costo di tradirsi a vicenda. Il romanzo si muove tra i ricordi d’infanzia e il presente di Nora ormai quindicenne, scandito nelle dieci giornate di sciopero, nel quale s’intreccia sapientemente racconto intimo e collettivo, rancori personali e sociali.