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20 giugno 2023

Recensione IN ANTEPRIMA
‘I Monteleone’ di Lucia Tilde Ingrosso - Baldini+Castoldi


I MONTELEONE || Lucia Tilde Ingrosso || Baldini+Castoldi || 20 giugno 2023 || 421 pagine


C’è Pia, la contessa matriarca, con granitiche certezze e inaspettate fragilità, e poi Roberto, suo marito adorante, che «più che pensare, funziona». Quando Giuliano, il loro unico figlio, si sottrae al copione già scritto della sua vita dorata, i Monteleone imbracciano sorte e futuro in un viaggio che, fra il tragico e il lieto, dal 1931 li condurrà fino ai giorni nostri. Cinque generazioni affollano questo ritratto corale, insieme alle gioie e ai dolori di una famiglia irripetibile, ma a ben guardare qualunque. Si avvicendano suocere sofisticate e nuore cafone, Natali in città ed estati sul lago, padri integerrimi e zii faccendieri. Ma soprattutto, segreti inconfessabili e verità tramandate, come pure una pericolosa vendetta e qualche insperata rinascita. In una corsa a perdifiato fra passato e presente, spostandosi fra la Roma occupata e la Milano da bere, Lucia Tilde Ingrosso intesse una saga privata piena di ironia e tenerezza, un inno intonato a squarciagola alle famiglie legate dal sangue o, meglio ancora, dal semplice amore.

13 settembre 2022

Recensione IN ANTEPRIMA 'Arrocco siciliano' di Costanza DiQuattro

ARROCCO SICILIANO ・Costanza DiQuattro ・Baldini+Castoldi ・13 settembre 2022 ・300 pagine



È l’alba del Novecento, a Ibla, lì dove la vita scorre fiacca sulla campagna stanca; lì dove si accalcano notabili tronfi, mogli tradite e poveri diavoli; lì dove la farmacia Albanese, per tutti «molto più di una chiesa», di colpo rimane orfana di colui che da tanti anni la amministra con riserbo monastico. Quando a succedergli accorre da Napoli un giovane senza passato, accolto da ostilità e diffidenza che piano piano si sciolgono in un cauto abbraccio, il paese prende a pulsare e la farmacia a rivivere. Ad Antonio Fusco, questo il suo nome, toccherà navigare tra rimorsi polverosi e sciatiche ostinatissime, menzogne sottopelle e vizi feroci, amicizie insperate e cicalecci di popolo; e mentre scongiura il passato e insieme ne resta imbrigliato, mentre si gioca tutto con una mano di carte o una mossa di scacchi, lui riscoprirà e farà riscoprire la vita a chi pure «si sente morire da un pezzo».

8 settembre 2022

Recensione 'L'avversione di Tonino per i ceci e i polacchi' di Giovanni Di Marco - Baldini+Castoldi

L'AVVERSIONE DI TONINO PER I CECI E I POLACCHI ・Giovanni Di Marco・Baldini+Castoldi・26 agosto 2022・432 pagine

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Il giorno in cui si celebra il funerale della madre di Tonino, la gente non parla d’altro che dell’attentato a Karol Wojtyla. Siamo in un paesino dell’entroterra siciliano: Tonino è un bambino di sette anni, curioso, intelligente e vitale, con una passione smodata per la Juventus. Ma la confusione e la rabbia che prova quel giorno, scavano nel suo animo, lasciando cicatrici profonde. Tonino pare destinato al ruolo di vittima: non solo in quanto orfano, ma anche perché da lì a breve riceverà le attenzioni morbose di Padre Alfio. In risposta agli abusi, e quasi obbedendo a un impulso autodistruttivo, Tonino rischia di diventare il carnefice di se stesso. Mentre nel mondo di fuori si ragiona di guerra fredda e si festeggia il Mondiale dell’82, dentro di lui tutto sembra andare lentamente in frantumi: le amicizie, la bellezza dell’amore, la possibilità di un futuro, il rapporto con la famiglia. Del bambino che era non rimane che un’eco lontana, che Tonino crescendo faticherà ad ascoltare, perseguitato dal senso di colpa. La sua speranza di salvezza è Tania, la giovane vicina di casa che gli farà da seconda madre, una ragazza con uno spirito indomito e un passato burrascoso, nonché l’unica persona disposta a lottare perché Tonino ottenga giustizia. Prendendo come filo conduttore l’esperienza del protagonista, questa storia riesce a far luce sul dramma, reale, delle vittime di abusi da parte di membri del clero e sull’ostinato quanto ingiustificabile silenzio che per anni ha protetto i carnefici abbandonando le vittime al proprio destino. Un romanzo d’esordio potente e coraggioso, capace di raccontare con ironia e leggerezza la perdita dell’innocenza, la ribellione e i tentativi di riscatto di un bambino diventato adulto troppo in fretta.

4 gennaio 2022

Recensione 'Donnafugata' di Costanza DiQuattro - Baldini+Castoldi

DONNAFUGATA || Costanza DiQuattro || Baldini+Castoldi || 10 settembre 2020 || 208 pagine

Donnafugata è un luogo, a due passi da Ragusa, tra carrubi secolari, muri a secco e campagna scoscesa. Donnafugata è un tempo, l’Ottocento, tra dominazione borbonica, moti di fierezza popolare e alba della dignità operaia. Donnafugata è un casato, tra i più antichi di Ibla, che di quella terra e quei giorni incarna gioie, patimenti e futuro. Alla sua testa c’è lui, il barone Corrado Arezzo De Spucches, di cui il libro è quasi un diario privato: da quando, ginocchia sbucciate e balia Annetta appresso, scappava bambino da don Gaudenzio e quella camurria del suo rosario; agli anni in cui, ragazzo, compie gli studi a Palermo e lì fa sua la voglia di rivoluzione; a quelli in cui, marito, padre e poi nonno, vive e invecchia «circondato dalle fimmini», amandole tutte teneramente e sopravvivendogli con il cuore spaccato.

13 ottobre 2021

Recensione 'Giuditta e il Monsù' di Costanza DiQuattro - Baldini+Castoldi


GIUDITTA E IL MONSÙ || Costanza DiQuattro || Baldini+Castoldi || 30 settembre 2021 || 224 pagine

Ibla, 1884. A Palazzo Chiaramonte, una notte di maggio porta con sé due nascite anziché una soltanto. Fortunato, abbandonato davanti al portone, e Giuditta, l’ultima fimmina di quattro sorelle. Figlia del marchese Romualdo, tutto silenzi, assenze e donne che non si contano più, e di sua moglie Ottavia, dall’aria patibolare e la flemma altera, è proprio lei a segnare l’inizio di questa storia. Lambendo cortili assolati e stanze in penombra, cucine vissute ed estati indolenti, ricette tramandate e passioni ostinate, il romanzo si spinge fin dove il secolo volge, quando i genitori invecchiano e le picciridde crescono. C’è chi va in sposa a un parente e chi a Gesù Cristo, ma c’è pure chi l’amore, di quello che soffia sui cuori giovani, lo troverà lì dov’è sempre stato: a casa. Dopo “Donnafugata”, Costanza DiQuattro invita a sfogliare un nuovo album di famiglia, fatto di segreti inconfessabili, redenzioni agrodolci, e tanta, infinita dolcezza.

7 maggio 2018

Recensione 'La bambina nel buio' di Antonella Boralevi - Baldini+Castoldi


Titolo: La bambina nel buio || Autore: Antonella Boralevi || Editore: Baldini + Castoldi
Data di pubblicazione: 19 aprile 2018 || Pagine: 598

1985. In una splendida villa della campagna veneta, Paolo e Manuela festeggiano i loro venti anni di matrimonio. Hanno una bambina dolcissima di undici anni, Moreschina. Tutta la buona società di Venezia è accorsa alla loro festa. Camerieri in guanti bianchi, champagne nei calici di cristallo, danze, flirt, pettegolezzi, allegria. Eppure, dentro la gioia, vibra una nota di inquietudine. Un'ansia che cresce a ogni pagina. La festa finirà con una tragedia indicibile. 32 anni dopo, una inglesina di trent'anni, Emma Thorpe, sbarca a Venezia. Si porta dietro un segreto. E finisce in un Palazzo sul Canal Grande, che nasconde più segreti di lei. Il proprietario è il conte Bonaccorso Briani. Un uomo durissimo, solitario e misterioso. Il destino mette sulla strada di Emma un seducente commissario siciliano, incallito sciupafemmine. Indagano insieme in una Venezia affascinante e insolita, avvolta dalla nebbia, frustata dalla pioggia di novembre. In un crescendo di tensione e colpi di scena, il mistero di tanti anni prima trova finalmente soluzione. È il mistero del buio che tutti ci abita.

Trama: 4 || Personaggi: 3 || Stile: 4


20 novembre 2014

Recensione 'Più di quel che avanza' di Francesca Romana Capone


SINOSSI
Un evento capace di sospendere l'esistenza e di costringere a guardarla sotto una diversa, inedita prospettiva: vittima di un incidente, la protagonista del romanzo si ritrova nell'impossibilità di muoversi e parlare, e tuttavia in una condizione di cristallina lucidità attraverso al quale rilegge il suo passato e prevede un futuro. Attorno al suo letto, la rete di relazioni che tessuto nei suoi quarantatré anni di vita si dipana e si lacera, senza che lei possa in alcun modo intervenire. Marito, amante, figlia, baby-sitter: la sua presenza muta sembra far precipitare vicende prima sospese in una precaria stabilità. In un teso monologo interiore, il mestiere di restauratrice divien metafora della situazione presente e della necessità di ricostruire una nuova identità. Proprio come una tela deteriorata dal tempo riprende vita e colore grazie al lento, faticoso e quasi magico processo del restauro, così "Ora la tua faccia somiglia al tuo nome. È molto bello il tuo nome, è bellissimo il suo significato. Pace".
TITOLO: Più di quel che avanza
AUTORE: Francesca Romana Capone
EDITORE: Baldini e Castoldi
DATA DI PUBBLICAZIONE: 18 novembre 2014
PAGINE: 208
CODICE ISBN: 9788868527440
PREZZO: 17.00 €
E-BOOK: 6.99 €
TRAMA 7
PERSONAGGI 6
STILE 7
INCIPIT 7
FINALE 7
COPERTINA 7

3 stelle e mezzo
Discretamente Libridinoso... e mezzo

Innanzitutto, vorrei ringraziare la Casa Editrice Baldini e Castoldi per avermi inviato questo libro, dandomi così la possibilità di leggerlo e recensirlo per voi.
Questa è una storia da fiato sospeso, da peso sul cuore. È la storia di una donna, una madre, una moglie, un'amante. Una donna bella, affascinante, che è riuscita a realizzarsi nella sua professione di restauratrice di dipinti, meno nella sua vita privata.
Una di quelle donne che, arrivate ai quarant'anni, fanno ancora girare la testa agli uomini, ma che, spesso, sono guardate con diffidenza dalle altre donne.
Lei è così: un bel lavoro, piacente, un marito, Giulio, col quale, sin dall'inizio della loro storia, più di vent'anni prima, si è creata una sorta di rivalità: entrambi belli, entrambi realizzati nella loro professione, hanno creato un rapporto basato sulla competizione e sui reciproci tradimenti.
Un rapporto che, però, ha dato alle loro vite una sorta di stabilità: ognuno con i suoi spazi, con le proprie storie, senza pestarsi i piedi, senza farsi male.
Poi c'è Camilla, la loro bambina, 8 anni di vivacità, saggezza e irrequietudine.
E Stefano, il pediatra di Camilla, nonché amante.
La vita di questa donna cambia il giorno in cui viene investita da una Mercedes. Ed è da qui che parte il racconto. Si sveglia nella sua camera da letto, attrezzata per lei, come una camera d'ospedale. Non può muoversi, non può parlare, è costretta ad assistere alla vita degli altri che le scivola attorno. Un marito che decide che non è più giusto stare con lei, una figlia che deve farsi carico di troppe cose per essere una bambina, un amante che, improvvisamente, si rende conto che il loro, forse, non era amore.
La bravura dell'autrice consiste nel riuscire a trasmettere tutte le sensazioni provate dalla protagonista: indifferenza, paura, odio, amore, angoscia. Da ogni parola traspaiono emozioni.
Attraverso gli occhi di una persona che vede improvvisamente cambiare il suo mondo, i suoi confini, la sua vita, scopriremo come chi ci circonda non sia mai come realmente crediamo.
Di questo libro mi ha affascinato, sin da subito, la trama. La curiosità mi ha spinta a leggerlo e, devo dire, non mi ha delusa. L'unica nota negativa è data dall'eccesso di descrizioni relative al mestiere della protagonista: le minuziose descrizioni del restauro di un quadro, che, probabilmente, nell'intento dell'autrice avrebbero dovuto portare il lettore ad una sorta di confronto tra un'opera che rinasce ed una donna che cerca di rimettere in sesto la sua vita, personalmente, sono state solo una noiosa aggiunta di pagine, di cui, sinceramente, credo che la storia possa tranquillamente fare a meno.
Nonostante ciò, è una lettura che consiglio a chi ha voglia di immergersi in un libro che, sicuramente, fa riflettere parecchio.
Non sono poche le domande che il lettore si pone durante lo scorrere delle pagine. Ad esempio, cosa porta due persone che, sin dagli albori del loro rapporto, si sono tradite, a sposarsi e a mettere al mondo un figlio? Perché continuiamo a stare con qualcuno che non ci ama, che non amiamo? Davvero stabilità ed abitudine sono così forti da annullare la nostra volontà?

TEMPO DI LETTURA: 2 giorni