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6 dicembre 2013

Recensione 'Per dieci minuti' di Chiara Gamberla - Feltrinelli

per dieci minuti
Titolo: Per dieci minuti
Autore: Chiara Gamberale
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione:20 novembre 2013
Pagine: 187
Prezzo: 16.00 €
Versione e-book: 9.99 €
Trama: Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, capita. Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Lei che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake, cammina di spalle per la città, balla l'hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare ad uno sconosciuto. Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte sorprendenti. Da cui ricominciare.

Voti
Trama  5
Personaggi  5
Stile  4
Incipit  4
Finale  5
Copertina  7
Voto complessivo 5


Ecco. Ora mi trovo qui a dover recensire un libro di un'autrice che ho amato molto e che, invece, da un po' di tempo a questa parte, mi delude.
Quindi, prima di scrivere la mia recensione, faccio alcune premesse.
La Gamberale l'ho scoperta con Le luci nelle case degli altri e me ne sono innamorata. Il nostro idillio è proseguito col piccolo L'amore quando c'era. Poi è arrivato  Quattro etti d'amore, grazie che l'ha consacrata, nel mio piccolo mondo, al ruolo di scrittore che non si fa attendere. Cosa vuol dire? Che i suoi libri non vanno mai appoggiati su una mensola e lasciati in attesa, ma vengono letti a pochi giorni dalla pubblicazione.
Come (quasi) sempre accade quando si scopre uno scrittore che piace, si cominciano a cercare i suoi precedenti lavori. Così, quando ho trovato Una passione sinistra, l'ho acquistato senza remore e l'ho subito letto.
Quel che ho pensato di quel libro, se ne avete letto la recensione, lo sapete già: assolutamente incomprensibile!
Adesso sono qui, col mio tè al mirtillo, la tastiera del pc che ticchetta sotto le mie dita e non riesco quasi a respirare al pensiero di scrivere questa recensione.
Parto dal presupposto che il libro non è brutto. Ma non si può neanche dire che sia bello!
Parto dal presupposto che ho da trascorso due serate in compagnia di Luca Bianchini, dei suoi personaggi, del suo humor, della sua leggerezza, della sua cordialità. E questo, forse, ha inciso negativamente sull'opinione che mi sono fatta del libro della Gamberale, che certo non dà l'impressione di essere una che sprizza gioia da tutti i pori! Insomma, se mi dovesse chiedere "con chi vuoi andare a cena per le prossime 5 settimane", non avrei remore e rispondere "Mille volte Bianchini!!!".
Parto dal presupposto che quando un autore mi delude un po', poi sono sempre leggermente prevenuta nel leggere un suo altro lavoro.
Detto tutto questo, è facile capire che io e la Gamberale ci stiamo pian piano allontanando.
Il libro è carino. Racconta la storia di Chiara...ma è autobiografico? Perché la cosa non è molto comprensibile. Chi legge e conosce l'autrice, penserebbe di sì...ma non viene mai detto in maniera palese.
Chiara, nell'arco di pochissimo tempo, vede sparire tutte le sue certezze, tutti i punti fermi della sua vita: il marito la convince a trasferirsi a Roma (dopo una vita passata a Vicarello), poi parte per Dublino e la molla per telefono; la rubrica che curava su una rivista viene affidata ad un'altra persona. E, insomma, la sua vita sembra proprio andare in frantumi. La sua analista le consiglia di fare un gioco: dieci minuti al giorno, ogni giorno, per un intero mese, in cui fare qualcosa di mai fatto prima.
Quindi lei, che non ha mai acceso un fornello, fa i pancake, mette uno smalto fucsia, va in palestra, pianta la lattuga...
A fare da contorno, la vita normale: gli amici, la famiglia e, soprattutto, il marito che, cercando di tornare, le dice che non è fatto per l'intimità, che possono stare assieme, ma vivendo vite separate.
In questo mese di gioco Chiara capisce che non è ciò che vuole, che lei un rapporto lo vuole completo, totalitario, non dieci minuti alla volta.
La mia domanda, però, è un'altra: cosa c'entra il gioco dei dieci minuti con la consapevolezza che acquisisce una trentaseienne nel capire che non esistono rapporti a metà?
Io credo che ognuno di noi abbia sofferto per amore, che nei primi mesi trascorsi dalla fine di un rapporto importante, sia stato a pezzi, non abbia fatto altro che pensare a quella persona, al modo per riportarla nella propria vita, agli errori fatti, ai rimedi possibili.
Poi, tutto si "decomprime". Pian piano si smette di soffrire, ci si apre al mondo, si ricomincia a vivere...si elabora il lutto!
Ed è questo, credo, quello che è accaduto a Chiara: ha elaborato il lutto per la fine del suo matrimonio ed è andata avanti. E, sinceramente, credo che il gioco dei dieci minuti sia stato solo la scusa per tirare fuori un altro libro.
Qualcuno dica alla Gamberale che ciò che conta, per noi lettori, è la qualità, non la quantità. Se pubblichi tre libri l'anno, ma uno è bello e gli altri due mediocri, io non ti compro più!
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23 ottobre 2013

Recensione 'Una passione sinistra' di Chiara Gamberale - Bompiani

una passione sinistra
Titolo:Una passione sinistra
Autore: Chiara Gamberale
Editore: Bompiani
Data di pubblicazione:
20 gennaio 2009
Pagine: 106
Prezzo: 9.50 €
Versione e-book: non disponibile
Trama: La vita di Nina e Bernardo è ispirata da grandi ideali di sinistra, quella di Giulio e Simonetta da principi concreti di destra.
Due coppie, insomma, con aspirazioni diverse ed esistenze fra loro apparentemente inconciliabili: ma uno scherzo del destino le fa incontrare e rivela loro una sotterranea possibilità di contatto...
Complice la Grande Storia, quella delle vicende politiche e sociali di un' Italia in piena fase di transizione, dalla caduta del Muro di Berlino al giorno esatto dell' ultima vittoria elettorale di Silvio Berlusconi, Chiara Gamberale racconta, con ironia e disincanto, la storia di un' attrazione che ha come suo insolito presupposto il disprezzo reciproco. Una passione che non dovrebbe esplodere eppure esplode, una passione scomoda, ambigua: sinistra.
Senza presupposti romantici, ma romantica suo malgrado: di fatto capace di travolgere differenze ideologiche e culturali e di insinuarsi nelle certezze di personaggi che, per la prima volta, si trovano così di fronte a un dubbio. A fulminante dimostrazione di come, oggi più che mai, tutto quello che più rifiutiamo – su un piano personale che si fa immediatamente politico – in qualche modo ci riguarda. E forse ci assomiglia.

Voti:
Trama  2
Personaggi  2
Stile  5
Incipit  6
Finale  2
Copertina  2
Voto finale  3.2


Io, questo libro, non l' ho proprio capito. Per 106 pagine non ho fatto altro che chiedermi: "E quindi? E allora? E adesso?".
Insomma, ci sono queste due coppie, una totalmente di destra e l' altra assolutamente di sinistra, attorno a cui ruotano vari personaggi, che, alla fine, non fanno altro che tradirsi a vicenda.
E quindi? E allora? E adesso? Boh!
La mia valutazione: Photobucket - Video and Image Hosting

23 aprile 2013

Recensione 'Quattro etti d'amore, grazie' di Chiara Gamberale - Mondadori


Quattro etti d'amore, grazie

Titolo: Quattro etti d'amore, grazie
Autore: Chiara Gamberale
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 26 marzo 2013
Pagine: 242
Prezzo: 17,00 €
Versione e-book: 9,90 €

Trama: Quasi ogni giorno Erica e Tea s'incrociano tra gli scaffali di un supermercato. Erica ha un posto in banca, un marito devoto, una madre stralunata, un gruppo di ex compagni su facebook, due figli. Tea è la protagonista della serie TV di culto "Testa o Cuore", ha un passato complesso, un marito fascinoso e manipolatore. Erica fa la spesa di una madre di famiglia, Tea non va oltre gli yogurt light. Erica osserva il carrello di Tea e sogna: sogna la libertà di una donna bambina, senza responsabilità, la leggerezza di un corpo fantastico, la passione di un amore proibito. Certo non immaginerebbe mai di essere un mito per il suo mito, un ideale per il suo ideale. Invece per Tea lo è: di Erica non conosce nemmeno il nome e l'ha ribattezzata "signora Cunningham". Nelle sue abitudini coglie la promessa di una pace che a lei pare negata, è convinta sia un punto di riferimento per sé stessa e per gli altri, proprio come la madre impeccabile di "Happy Days". Le due donne, in un continuo gioco di equivoci e di proiezioni, si spiano la spesa, si contemplano a vicenda: ma l'appello all'esistenza dell'altra diventa soprattutto l'occasione per guardare in faccia le proprie scelte e non confonderle con il destino. che comunque irrompe, strisciante prima, deflagrante poi, nelle case di entrambe. Sotto la lente divertita e sensibile della scrittura di Chiara Gamberale, ecco così le lusinghe del tradimento e del sottile ma fondamentale confine tra fuga e ricerca.


Voti:

Trama  8
Personaggi  9
Stile  8
Incipit  8
Finale  7
Copertina  7
Voto complessivo  7.8



 Premessa: adoro Chiara Gamberale! Ho amato "Le luci nelle case degli atlri" e "L'amore quando c'era". Quindi, acquistando questo suo ultimo lavoro, ero sicura di spendere bene i miei soldi. E così è stato!
Appena aperto il libro, vi immergerete nelle vite di Erica e Tea. Due esistenze contrapposte, due vite diverse, agli antipodi, che, però, si incrociano quasi quotidianamente in un supermercato, si sfiorano nella quotidianità anche più distante. E si spiano. Ognuna guarda il carrello dell'altra e dell'altra desidera la vita...o meglio, quella che crede che sia la vita.
Erica si dibatte tra lavoro, famiglia, quotidianità e, guardando Tea e il suo carrello fatto di yogurt e acqua minerale, desidera la sua spensieratezza, la sua leggerezza.
Tea, invece, guarda Erica, guarda quel carrello pieno di sughi, di pasta, di biscotti, di tagli di carne di cui le non conosce neanche l'esistenza e vede in lei una quotidianità, una pace, una serenità che lei non ha mai conosciuto.
In questo libro, la Gamberale ci porta a riflettere su quanto ognuno di noi idealizzi ciò che non conosce, non sia (quasi) mai soddisfatto di ciò che ha e cerchi altrove quella parvenza di felicità a cui tutti sembriamo ambire.
Erica è certa che Tea, bella e famosa, sia felice. Tea è sicura che ad Erica non manchi nulla. Ma è proprio così? Andando avanti nella lettura, ci accorgeremo che non sempre l'erba del vicino è quella più verde. Ma, soprattutto, capire che, spesso, la felicità risiede in ciò che abbiamo già, ma dobbiamo rischiare di perderlo per rendercene conto.
Brava a Chiara Gamberale che, con una scrittura scorrevole e mai noiosa, riesce a strappare sempre qualche riflessione ai suoi lettori!
Bella, inoltre, l'idea, di far iniziare ogni capitolo con il contenuto di un carrello della spesa "spiato" da una delle due protagoniste!

L'AUTORE: Chiara Gamberale nasce a Roma il 27 aprile 1977. E' una scrittrice, conduttrice radiofonica e televisiva.
Laureata al DAMS di Bologna con una tesi in storia del cinema, ottiene la ribalta in campo letterario quando, poco più che maggiorenne, pubblica il romanzo Una vita sottile (1999), ispirato ad una vicenda auto biografica.
A partire dal 2002 ha cominciato a lavorare come autrice e conduttrice televisiva. Dal 2005 al 2008 è stata autrice e conduttrice su Radio 24.
Nel 2008 riceve il Premio Campiello per il libro La zona cieca.
E' sposata con lo scrittore Emanuele Trevi.
 

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