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25 gennaio 2022

Recensione 'Le ossa parlano' di Antonio Manzini - Sellerio

 

LE OSSA PARLANO || Antonio Manzini || Sellerio || 13 gennaio 2022 || 416 pagine

Un medico in pensione scopre nel bosco delle ossa umane. È il cadavere di un bambino. Michela Gambino della scientifica di Aosta, nel privato tanto fantasiosamente paranoica da far sentire Rocco Schiavone spesso e volentieri in un reparto psichiatrico, ma straordinariamente competente, riesce a determinare i principali dettagli: circa dieci anni, morte per strangolamento, probabile violenza. L'esame dei reperti, un'indagine complessa e piena di ostacoli, permette infine di arrivare a un nome e a una data: Mirko, scomparso sei anni prima. La madre, una donna sola, non si era mai rassegnata. L'ultima volta era stato visto seduto su un muretto, vicino alla scuola dopo le lezioni, in attesa apparentemente di qualcuno. Un cold case per il vicequestore Schiavone, che lo prende non come la solita rottura di decimo livello, ma con dolente compassione, e con il disgusto di dover avere a che fare con i codici segreti di un mondo disumano. Un'indagine che lo costringe alla logica, a un procedere sistematico, a decifrare messaggi e indizi provenienti da ambienti sotterra-nei. E a collaborare strettamente con i colleghi e i sottoposti, dei quali conosce sempre più da vicino le vite private: gli amori spericolati di Antonio, il naufragio di Italo, le recenti sistemazioni senti-mentali di Casella e di Deruta, persino l'inattesa sensibilità di D'Intino, le fissazioni in fondo comiche dei due del laboratorio. Lo circondano gli echi del passato di cui il fantasma di Marina, la moglie uccisa, è il palpitante commento. Si accorge sempre più di essere inadeguato ad altri amori. È come se la solitudine stesse diventando l'esigente compagna di cui non si può fare a meno. Questa è l'indagine forse più crudele di Rocco Schiavone.

19 aprile 2015

Recensione 'La carta più alta' di Marco Malvaldi - Sellerio

SINOSSI

<>, sbotta disperato Massimo il barrista. Ma è impossibile sottrarsi al nuovo intrigo in cui stanno per trascinarlo i quattro vecchietti del BarLume: nonno Ampelio, il Rimediotti, il Del Tacca del Comune, Aldo il ristoratore. Dalla vendita sottoprezzo di una villa lussuosa, i pensionati, investigatori per amor di maldicenza, sono arrivati a dedurre l’omicidio del vecchio proprietario, morto, ufficialmente, di un male rapido e inesorabile. Massimo il barrista, ormai in balìa dei vecchietti che stanno abbarbicati tutto il giorno al tavolino sotto l’olmo del suo bar nel paese immaginario e tipico di Pineta, al solito controvoglia trasforma quel fiume di malignità e di battute in una indagine. Il suo lavoro d’intelletto investigativo si risolve grazie a un’intuizione che permette di ristruttura le informazioni, durante un noioso ricovero ospedaliero: proprio come avviene nei classici del giallo deduttivo.

TITOLO: La carta più alta (La memoria)
AUTORE: Marco Malvaldi
EDITORE: Sellerio
DATA DI PUBBLICAZIONE: 12 gennaio 2012
PAGINE: 198
ISBN: 9788838926082

TRAMA 9
PERSONAGGI 9
STILE 10
INCIPIT 9
FINALE 9
COPERTINA 7

5 stelle
Piacere Libridinoso ... e mezzo

1748 Letto in 1 giorno


Vi va di tornare in Pineta? Avete voglia di vedere cos’è cambiato al BarLume? Certo che vi va! Perché il BarLume ha questo effetto: dopo esserci entrati per la prima volta, magari in un afoso pomeriggio di fine giugno, ed aver sentito Massimo, il barrista, mandare a stendere l’ennesimo cliente che ordina un cappuccino; dopo aver visto quattro vecchini giocare a briscola come dei professionisti... ecco, al BarLume viene sempre voglia di tornare!
E, quindi, eccoci qui! Sono trascorsi due anni dall’ultima volta in cui abbiamo varcato questa soglia. Il look del bar è diverso, più moderno direi! Il bancone è più moderno, la frutta fresca è esposta e la vetrina con i cornetti è dotata di luce che ne esalta il colore, due cose non cambiano mai al BarLume:
accanto al registratore di cassa c’è ancora un mazzo da 40 carte, così che al momento di pagare Massimo può proporre al cliente di giocare alla carta più alta. Se la prende il cliente, non paga; se la pesca Massimo, paga doppio.
E, ovviamene, immancabili, sotto l’olmo, loro: Pilade Del Tacca, Ampelio, Aldo il ristoratore e il Rimediotti!

Posso dire che, delle quattro storie ambientata in Pineta, sino ad ora, questa è quella che mi è piaciuta di più? Perché lo stile è quello classico di Malvaldi (ed è supremo!) e la storia è quella, col solito morto e la solita indagine; anche se, ad onor del vero, questa volta il morto è un po’ stantio !
Ma... ma io non ho mai riso tanto come durante questa lettura (il che ha aumentato ancora di più, in mio marito, la convinzione che, in fondo, così sana di mente io non sia!).
Partendo dalla vicina di casa di Massimo che frigge anche le tende, per arrivare al torneo di briscola organizzato all’insaputa del nostro barrista del cuore, io ho riso e riso: 198 pagine di puro divertimento!
Raramente mi capita di divertirmi così tanto durante una lettura. Ma Marco Malvaldi ha la grande capacità di stuzzicare la mente del lettore con il classico omicidio da risolvere e, contemporaneamente, farlo divertire grazie ad una cinquina di personaggi che si fanno amare incondizionatamente sin dalle prime righe del primo romanzo!