27 agosto 2013

Recensione 'Non tornerai mai più' di Hans Koppel

non tornerai mai più
Titolo: Non tornerai mai più
Autore: Hans Koppel
Editore: Piemme
Data di pubblicazione:29 ottobre 2012
Pagine: 316
Prezzo: 9.90 €
Versione e-book: 6.99 €
Trama: Venerdì sera. Ylva sta tornando a casa dopo un drink con i colleghi, l'iPod nelle orecchie e la musica ad alto volume.
A un tratto un'auto la affianca, cogliendola di sorpresa. Conosce la donna al volante e l'uomo sul sedile posteriore, anche se non li vede da anni, da quando da Stoccolma si è trasferita nella cittadina in cui ora vive con Mike, suo marito, e la figlia Sanna. Quando i due le offrono un passaggio, ha un attimo di esitazione, ma non se la sente di rifiutare. Ringrazia e sale.
Poi il buio.
Quando riprende i sensi, Ylva si ritrova imprigionata in una cantina, legata a un letto, gli occhi puntati su un televisore fissato al soffitto. Allora capisce: quello che vede sullo schermo è il giardino di casa sua e lei si trova a pochi metri da lì. A breve Mike inizierà ad allarmarsi per la sua assenza e Sanna a chiedere perché la mamma non torna. Un gioco sadico che i suoi aguzzini le infliggono tra sevizie di ogni tipo. Una violenza cieca, in apparenza. Se non fosse per quell'episodio del passato che Ylva ha cercato in ogni modo di dimenticare, ma che qualcuno, evidentemente, ha ancora ben impresso nella memoria.

Voti:
Trama  7
Personaggi  6
Stile  7
Incipit  8
Finale  8
Copertina  6
Voto complessivo  7


Quando un libro riesce a tenerti sveglia finché occhi e mente reggono; quando il primo pensiero che hai, al mattino, appena apri gli occhi, non è "ho bisogno di caffè", ma "devo continuare a leggere", vuol proprio dire che l'autore ha colpito nel segno!
Ed è questo il caso. Ho aperto questo libro ieri mattina, assieme a voi, riportandovene l'incipit. L'ho ripreso in mano nel pomeriggio e non sono più riuscita a staccarmene, tanto da fare le 3 del mattino. Alle 7 lo avevo nuovamente tra le mani; e pochi minuti fa l'ho terminato.
Devo premettere che non amo particolarmente gli autori svedesi. Ritengo che molti di loro siano venuti fuori a causa di una delle famose mode editoriali. Rientro nella strettissima cerchia di coloro che non ha mai letto la trilogia di Stieg Larsson (e non ho, almeno al momento, alcuna intenzione di farlo). Eppure, questo libro l'ho comprato per caso: era in un angolino di una piccola libreria, mi hanno colpita prima la copertina (ovviamente), poi la sinossi e così l'ho portato a casa. E credo proprio di aver speso bene i miei soldi, visti i risultati!
Anche in questo romanzo, come in Tredici, è il bullismo a fare da sfondo. Ylva è una donna adulta, moglie e madre in carriera.
Una sera si ferma a bere qualcosa con i colleghi e, quando sta per tornare a casa, viene avvicinata da un'auto; dentro un uomo e una donna che conosce, ma che non vede da parecchi anni. Esitante, accetta il passaggio, ovviamente inconsapevole che quella sarà la sua fine.Ylva viene stordita e, quando si risveglia, è chiusa in una cantina, isolata dal mondo e dai suoi affetti. Verrà ripetutamente picchiata e stuprata. Sarà costretta a guardare la vita di suo marito e di sua figlia scorrere su nuovi binari che non la includono più, attraverso uno schermo a circuito chiuso.
Vedrà, così, Mike, suo marito, arrabbiarsi, disperarsi e poi cercare di andare avanti con la sua vita. Vedrà sua figlia creare un rapporto con la nuova fidanzata di Mike. Per più di un anno, mentre tutti la crederanno morta, Ylva sarà sottoposta ad ogni tipo di tortura. Perché? Cosa si nasconde dietro questa brutalità? Chi sono i suoi carcerieri? E' dietro queste domande che si nasconde l'abilità dell'autore. Il lettore sarebbe normalmente portato a solidarizzare con la vittima. Ma, nello scorrere delle pagine, viene fuori un lato di Ylva che ci porta a non provare alcuna empatia per lei.
Ylva, durante gli anni di liceo, è stata una di quelle ragazze che molestava i più deboli, che li rendeva delle vittime. Questa, adesso, è la sua punizione.
Inoltre, nelle prime ore dalla sua scomparsa, guardando la reazione del marito, la sua rabbia tramutarsi poi in dolore, vedendolo piangere, Ylva continua a ripetere quanto lui sia noioso e prevedibile.
Il loro non era un matrimonio felice, lei lo ha tradito più volte, ritenendolo una persona banale e poco capace a letto.
Credo che ognuno di noi, quando il marito ritarda e non avvisa, quando il figlio non rientra all'ora prestabilita, passi da una fase di rabbia ad una di preoccupazione. E' quello che succede a Mike, ovviamente, ed è amplificata dal suo essere cosciente che la moglie lo abbia tradito almeno una volta. Quando le ore e poi giorni cominceranno a scorrere senza che si abbia alcuna notizia di Ylva, Mike cercherà di farsi forza, soprattutto per la figlia, di andare avanti, di far sì che la sua vita non si fermi. E ce la fa, con l'aiuto della madre, col sostengo di uno psicologo e, soprattutto, con l'appoggio di Noua, collega ed amica di Ylva, che, pian piano, ne prenderà il posto.
Unica pecca di questo libro è un po' di confusione iniziale: troppi personaggi, troppi nomi (tra l'altro svedesi!) da memorizzare. Nonostante questo, la lettura procede in maniera lineare e questa piccola nota negativa viene ampiamente riscattata a metà libro, quando un colpo di scena inaspettato lascia il lettore senza fiato, e nel finale, forse un po' scontato, ma tutto sommato in linea con la storia.
L'autore: Hans Koppel è lo pseudonimo dello scrittore svedese Petter Lidbeck. Nato nel 1964, vive a Stoccolma ed è autore di numerosikoppel libri per bambini e di romanzi umoristici. Non tornerai mai più è il primo titolo di una trilogia thriller. Venduto in dieci Paesi, è stato finalista al Best Swedish Crime Novel Award e ha raggiunto la testa delle classifiche in Svezia, Inghilterra e Germania.
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26 agosto 2013

Recensione 'Le tre minestre' di Andrea Vitali - Mondadori

le tre minestre
Titolo: Le tre minestre
Autore: Andrea Vitali
Editore: Mondadori Electa
Data di pubblicazione:28 gennaio 2013
Pagine: 180
Prezzo: 14.90 €
Versione e-book: 6.99 €
Trama: Le tre minestre che danno il titolo al racconto autobiografico di Andrea Vitali rappresentano, con un espediente letterario tanto originale quanto spassoso, tre ministre: è così che Vitali ribattezza segretamente le zie che accompagnano gli anni della sua infanzia.
Cristina, ministro degli Interni, è preposta alla conduzione delle faccende domestiche e alla cucina; Colomba, ministro dell'Agricoltura, si occupa dell'orto e delle attività agricole di famiglia; Paola, infine, ministro degli Esteri, è impegnata professionalmente fuori casa e cura le relazioni con vicini e parenti.
Filo conduttore del racconto di Vitali sono le qualità attribuite ai cibi di casa, più particolarmente le loro presunte virtù terapeutiche, a cui si legano vari aneddoti. Siamo in un'Italia di provincia, negli anni Sessanta, dove ancora si parla il dialetto e "la saggezza si esprime in assiomi che non ammettono repliche".
Le zie circondano il ragazzino con un affetto "rustico ma profumato", dettato dal buon senso ma ancora pregno di superstizioni, retaggio di una cultura popolare di altri tempi. Ne emerge uno spaccato di vita vissuta e di costume di grande suggestione, delicatamente nostalgico e al contempo ironico. Un tuffo nel passato al quale contribuisce anche il verace ricettario della tradizione locale che affonda le radici nel territorio, tra le sponde del lago di Como e le valli retrostanti.

Voti:
Trama  n.c.
Personaggi  8
Stile  8
Incipit  8
Finale  8
Copertina  10
Voto complessivo  8.4



Metti una domenica pomeriggio piovosa e anche un po' freddo; un divano, una coperta, una tazza di tè e il silenzio attorno. Cosa c'è di meglio che "ascoltare" nonno Vitali in un pomeriggio così?! Ed è ciò che ho fatto ieri pomeriggio.
E questa volta, nonno Vitali mi ha proprio raccontato la "sua" storia, quella della sua infanzia, del calore della famiglia, dei sapori e dei profumi di case antiche, di tempi che, purtroppo, non torneranno più.
E così, con la voce del piccolo Andre, mi sono trovata immersa in una cucina, con tre zie, le tre minestre, ognuna con un loro compito ben preciso all'interno del focolare domestico, con le loro piccole abitudini, i loro detti e, soprattutto, i loro cibi.
E' un libro, come tutti quelli di Andrea Vitali, che scorre via in un soffio (come dice la mia amica Barbara). Ma che lascia dentro un senso di dolce nostalgia, di ricordi d'infanzia, di voglia di casa e di calore.
Confesso di aver scoperto tardivamente questo autore, ma di averlo amato sin dal primo libro che ho fatto mio. Quando ho voglia di casa, di famiglia, di un abbraccio, so che, rifugiandomi tra le pagine di uno dei suoi romanzi, otterrò tutto ciò. E anche stavolta, la promessa è stata mantenuta! Grazie, nonno Vitali!
Carinissima, infine, l'idea di inserire le ricette dei piatti d'infanzia alla fine del libro!
L'autore: Andrea Vitali nasce a Bellano il 5 febbraio 1956. Figlio di una maestra d’asilo e di un impiegato comunale, cresce con altri cinque fratelli.
Per soddisfare le ambizioni paterne, rinuncia alla sua inclinazione verso il giornalismo e si laurea in medicina all’Università Statale di Milano nel 1982. Sposato e padre di un figlio, vive ed esercita la sua professione di medico di base nel suo paese natale.vitali
La passione per la lettura e la scrittura, tuttavia, lo spinge a cimentarsi in campo letterario, dove esordisce nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore. Il successo arriva nel 2003 con Una finestra vistalago. L’immaginario narrativo di Vitali si colloca sulle sponde del lago e racconta una provincia fatta di personaggi comuni.

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25 agosto 2013

Recensione 'La vita segreta del Medioevo' di Elena Percivaldi - Newton Compton

la vita segreta del medioevo
Titolo: La vita segreta del Medioevo
Autore: Elena Percivaldi
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione:15 maggio 2013
Pagine: 470
Prezzo: 9,90 €
Versione e-book: non disponibile
Trama: "Età oscura" e "Millennio della superstizione" sono solo due delle tante definizioni date, nel tempo, al Medioevo.
Ma questo periodo storico fu davvero "buio" come si è ormai cristallizzato nell'immaginario collettivo? In realtà, la maggior parte degli studiosi del Nuovo Millennio afferma che quel periodo della storia dell'umanità contenga già, in embrione, molti degli aspetti determinanti dell'Europa moderna. Questo libro, lasciando sullo sfondo le grandi vicende militari, gli scontri epocali tra Impero e Papato, i nomi e le date che hanno fatto la Storia e che si trovano sui manuali, cerca di cogliere gli aspetti più insoliti e curiosi dell'epoca: cosa si mangiava, come ci si vestiva, come si impiegava il tempo libero, come si faceva l'amore...Mille anni di storia, dalla caduta dell'impero romano d'occidente (476) alla scoperta dell'America (1492), che hanno plasmato una delle civiltà più ricche, affascinanti e contraddittorie di tutti i tempi.

Voti:
Trama  n.c.
Personaggi  n.c.
Stile  4
Incipit  n.c.
Finale  n.c.
Copertina  5
Voto complessivo  4.5

Ecco qui un altro libro assolutamente difficile da recensire. Non è un romanzo, non ha trama, non c'è un filo conduttore.
Anzi, a voler essere precisi, leggendolo mi è venuta voglia di prendere in mano una matita e iniziare a sottolineare, poi studiare e ripetere la lezione a mio padre come facevo quando andavo al liceo!
Questo è proprio uno di quei testi che potrebbe essere adottato nelle scuole per approfondire l'argomento Medioevo!
L'autrice, sicuramente molto competente nell'argomento, descrive per filo e per segno tutto ciò che il Medioevo è stato: l'epoca, gli usi, la visione della donna, la vita dei bambini, le malattie, le mode, le differenze tra ceti sociali.
Non è noioso, a meno che non si rientri in quella categoria di persone che non hanno mai amato la storia come materia scolastica. Purtroppo, però, è molto testo scolastico e, al di là di mera informazione, non fa venire voglia di andare avanti nella lettura.
L'ho portato a termine perché, come sa bene chi mi conosce, la storia mi affascina, ma è un libro di cui si può tranquillamente fare a meno.

L'autrice: Elena Percivaldi, nata nel 1973, è medievista e scrittrice. Ha scritto I Celti. Un popolo e una civiltà d'Europa; Ipercivaldi Lombardi che fecero l'impresa. La lega e il Barbarossa tra storia e leggenda. Ha curato e tradotto La navigazione di San Brandano, vincitore del Premio Italia Medievale 2009. Collabora con alcune tra le principali riviste di settore come "Medioevo" e ha scritto per la rivista "Civiltà"
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23 agosto 2013

Recensione 'La lettrice di tarocchi' di Jeanne Kalogridis


Titolo: La lettrice di tarocchi
Autore: Jeanne Kalogridis
Editore: Longanesi
Data di pubblicazione:4 luglio 2012
Pagine: 504
Prezzo: 19,60 €
Versione e-book: 13,99 €
Trama: Le carte non mentono, a loro ho sempre chiesto lumi sul futuro. Ma perché non ho saputo leggerne tutti i segnali?
Ancora una volta sono accanto alla mia signora, Caterina, la figlia illegittima e più amata del crudele duca di Milano, Galeazzo Sforza, che solo davanti alla sua bellezza e al suo coraggio era capace di gesti di tenerezza paterna.
Sono accanto a lei come lo sono sempre stata, quando combatteva con la forza e l'abilità di un uomo e quando amava con la dolcezza e la passione di una donna. Qui, nella Rocca di Ravaldino, mentre fuori infuria la battaglia, arrivano le prime, sconfortanti notizie: Imola si è arresa al mortale nemico di Caterina,il duca Cesare Borgia, e ormai la fine della mia adorata signora è vicina...
Le carte non mentono; adesso è uscita la Torre e nel rumore assordante dell'artiglieria rivedo la nostra fine e il nostro inizio. E la mente torna al passato che abbiamo condiviso, a partire dalla nostra infanzia nel castello di Milano, quando io, Dea, trovatella di origini oscure, venni accolta alla corte degli Sforza dal grande cuore di Bona, moglie di Galeazzo, per crescere con i suoi figli legittimi e illegittimi e lì legai per sempre il mio destino a quello di Caterina, del cui cuore io sola conosco le pieghe più recondite.
Ma le carte non mentono...

Voti:
Trama  8
Personaggi  8
Stile  9
Incipit  8
Finale  8
Copertina  7
Voto complessivo  8

Nove giorni. Tanti ne ho impiegati per leggere questo libro. Brutto? No, anzi, bellissimo. Noioso? Poco avvincente? Illeggibile? Niente di tutto ciò ma pare proprio che una congiuntura astrale negativa (giusto per rimanere in tema!!!) ce l'avesse con me. Così tra marito in ferie, quindi in giro per casa (notevole impedimento alla lettura), giri per centri commerciali, puntate in piscina e, dulcis in fundo (poco dulcis, in verità!) un lancinante mal di testa che mi ha privata del piacere della lettura per quasi 24 ore, ecco spiegato il perché di tutto questo tempo impiegato per leggere un libro che, alla fin fine, conta 500 pagine.
Tant'è! Ce l'ho fatta. L'ho appena finito, appena archiviato, spento il Kobo e riletto gli appunti presi durante la lettura, quindi ... RECENSIONE!
Intanto, c'è da dire che i personaggi di questo romanzo sono tutti reali, tranne la voce narrante, Almadea, detta Dea, che poi sarebbe anche la lettrice di tarocchi. Accanto a lei, troviamo la famiglia Sforza, la famiglia de' Medici, i Borgia, i Colonna, gli Orsini...insomma tutti i protagonisti delle cronache della seconda metà del 1400.
La storia è narrata in prima persona propria da Dea, che cresce nella famiglia Sforza. Accanto a lei, Galeazzo, Duca di Milano e la moglie Bona, che, oltre ai figli naturali, GianGaleazzo ed Ermes, si prende cura anche delle figlie che Galeazzo ha avuto al di fuori del matrimonio, Caterina e Chiara e, appunto, di Dea.
Punto focale della nostra storia, assieme a Dea, sarà proprio Caterina, donna tenace, forte, mascolina, nonostante i tempi in cui vive.
Caterina e Dea crescono quasi come sorelle. Caterina è figlia naturale del Duca Galeazzo Sforza. Il giorno in cui il padre viene barbaramente assassinato, sarà anche quello in cui il tenace carattere di Caterina verrà fuori prepotentemente.
Poco dopo la morte del padre, Caterina sposa Girolamo Riario, figlio dell'allora Papa Sisto IV.
Col matrimonio, Caterina si trasferisce a Roma, costringendo Dea a seguirla.
Dea, qualche tempo prima aveva sposato Matteo, scrivano di fiducia di Galeazzo. Quando Matteo viene ucciso, Dea porta il suo corpo a Firenze perché lì lui desiderava essere sepolto.

Sotto un cielo azzurro abbagliante, Firenze appariva dorata, la parte meridionale tagliata in due dall'Arno con le sue anse argentee.


Durante la sua permanenza nella città toscana, Dea scopre che, in realtà, Matteo era suo fratello e l'aveva sposata solo per proteggerla. Matteo era cresciuto nella famiglia Medici ed era una loro spia. Dea vorrebbe rimanere a vivere a Firenze, ma Caterina non glielo consente, così si trasferisce a Roma con lei.
L'originaria Basilica di San Pietro, rovinata e macchiata, rabberciata e decrepita, abbagliava non l'occhio, ma l'anima.
Il matrimonio tra Caterina e Girolamo non è felice, ma lei farà di tutto per aiutare il marito nella sua ascesa sociale. Quando, però, muore Papa Sisto IV, Girolamo firma un patto con il Sacro Collegio e rinuncia alla carica di capitano dell'esercito papale, cedendo Castel Sant'Angelo in cambio di 4000 ducati e di Imola e Forlì.
Da quel momento, le redini della famiglia passeranno a tutti gli effetti in mano a Caterina, che, pur avendo accanto un uomo debole ed incapace, farà di tutto per mantenere alto il nome degli Sforza, intrattenendo rapporti di prestigio e tessendo trame infide alle sue spalle.
Durante lo scorrere del romanzo, più e più volte l'autrice sottolinea la capacità di Caterina, "nonostante donna" di tenere in mano il suo ducato, di stare alla pari con uomini come Rodrigo Borgia e suo figlio Cesare
Sarò anche una donna, ma ho il cervello di mio padre! Non sono idiota al punto di lasciare la fortezza.
Caterina riuscirà, nonostante la guerra e gli assalti continui alla sua fortezza, ad amare ancora. Dopo la morte del marito Girolamo, sposerà in segreto Giovanni de' Medici, da cui avrà un altro figlio.
L'unica cosa che la porterà a cedere definitivamente, ad accettare la prigionia e la tortura, sarà cercare di salvare la vita di Dea, che, fuggita dalla Rocca di Ravaldino, si introduce nella camera di Cesare Borgia con l'intento di avvelenarlo, ma viene scoperta, imprigionata e torturata.
Pur di non farla morire, Caterina cederà a Cesare e quando Dea le chiederà spiegazioni, lei dirà
Pensavo di essere coraggiosa perché non ho mai avuto paura di morire in battaglia. Ma ora capisco cosa sia il coraggio: aver paura e purtuttavia perseverare.
Come detto, è un libro pieno di personaggi e riferimenti storici, che coinvolge il lettore dalla prima all'ultima pagina, tenendolo sempre col fiato sospeso. A far da contorno alla storia vera e propria, il personaggio di Dea e i suoi tarocchi.
Unica pecca di questo romanzo è proprio il poco approfondimento che l'autrice fa del personaggio che, in fondo, dovrebbe essere il protagonista della storia: Dea. E' sempre un contorno  di Caterina e delle sue decisioni; sembra quasi uno strumento che Caterina stessa usa per arrivare dove vuole.
Altra piccola nota negativa, sono forse le eccessive descrizioni di ogni cosa, quasi si volesse allungare il brodo. Mentre, ad un terzo del romanzo, quasi come se la Kalogridis avesse improvvisamente fretta di portare a termine la storia, ecco che inizia ad accelerare i tempi, a dare informazioni sbrigative e frettolose. Nonostante tutto ciò, però, è realmente un bel libro, si legge volentieri ed è molto attinente alla storia reale.

L'autrice:  Jeanne Kalogridis è una studiosa di storia medievale,Jeanne materia da cui trae ispirazione per i suoi libri.
Nei suoi romanzi ricostruisce con gusto moderno l'Italia del Rinascimento, dando vita a personaggi femminili forti e passionali e ad intrecci avvincenti, ricchi di storia, arte e brivido.
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17 agosto 2013

17 problemi che solo gli Amanti dei Libri comprenderanno!

  1. Quando qualcuno vi chiede quale sia il vostro libro preferito e si aspetta che ne scegliate uno solo
  2. Quando qualcuno interrompe la vostra lettura
    Perché, in fondo, un libro è l'equivalente di un cartello "NON DISTURBARE"
  3. Quando la versione cinematografica del libro è tutta sbagliata
  4. E vi rovina completamente la visione mentale che vi eravate fatte dei personaggi
  5. Quando qualcuno che ti piace, ti dice che non ama leggere
  6. Quando dimentichi di mangiare o dormire perché il libro che stai leggendo è troppo bello
  7. Quando il tuo personaggio preferito muore...
    E tu fai finta che sia ancora vivo, ma non è la stessa cosa
  8. Quando un libro che ami ottiene una pessima recensione
  9. Quando un autore smette di scrivere a metà serie
  10. Quando qualcuno ti anticipa la fine di un libro.
    O, peggio ancora, il finale di un'intera serie
  11. Quando vai in libreria e non hai abbastanza soldi
  12. Quando presti un libro a qualcuno e te lo rende in pessime condizioni
  13. Oppure non te lo rende affatto
  14. Quando finisci un libro e sai che dovrai aspettare anni per leggerne il seguito
  15. Quando un libro ti fa piangere o ridere anche se sei in pubblico e la gente pensa che tu sia matta
  16. Quando nessuno comprende il tuo lato letterario
  17. Quando qualcuno ti dice che leggi troppo.
    Perché tu sai che non c'è nulla di più bello che avere tanti libri!!!

Ho trovato questa lista su internet e devo ammettere che mi rispecchia molto. Adesso tocca a voi. In quali punti vi riconoscete? E quali altre cose pensate che siano comprensibili solo da noi Amanti dei Libri?!

Recensione 'La cupola di Brunelleschi' di Ross King

la cupola del brunelleschi
Titolo: La cupola di Brunelleschi
Autore:Ross King
Perché "Recensione particolare"? Perché questo, più che un romanzo, è una descrizione dettagliata di come nacque la famosissima Cupola di Brunelleschi, che copre la Chiesa di Santa Maria del Fiore, conosciuta anche come Duomo di Firenze.
E questa recensione è stata un parto lungo e travagliato, tanto che ero dell'idea di non scriverla. Chi mi conosce, sa che, quando scrivo una recensione, vi dò un accenno della storia, vi racconto cosa accade, dò dei voti a trama, personaggi, ecc.
Con questo libro non è possibile. Non c'è una storia in sé, non ci sono personaggi a cui affezionarsi, non c'è una trama precisa.
Questa è la storia della Cupola di Brunelleschi, di chi la finanziò, di come fu costruita, di come nacque l'idea!
Cosa mi ha spinta, allora, a scrivere ugualmente qualcosa su questo libro? Innanzitutto, la mia amica Cuore che mi ha detto: "Prova!".
Poi il fatto che, in fondo, si tratta di un libro che ho cercato di reperire per parecchio tempo. Le mie origini fiorentine, il fatto di aver toccato con mano (in senso letterale) la cupola, i suoi affreschi, di aver salito, uno per uno, i suoi 400 gradini...
Consiglio: se vi viene in mente di visitare Firenze, evitate di fare ciò che feci io, giovane donzella: non salite sulla cima della Cupola e sul Campanile di Giotto nella stessa giornata: la Cupola conta 400 gradini; 16 in più sono quelli che vi consentiranno di salire in cima al Campanile. La soddisfazione di arrivare su e vedere Firenze distesa ai vostri piedi, sarà immensa, ma le vostre gambe non ne saranno altrettanto felici!
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Dicevo, lo sprone definitivo a scrivere questa particolare recensione, l'ho avuto ieri sera, guardando un documentare su History Channel che parlava, innanzitutto, dei Medici, della loro ascesa e della loro caduta, ma anche della Cupola! E, guarda un po', c'era proprio l'autore di questo libro a spiegare come fu costruita, quali furono i progetti di Brunelleschi e, soprattutto, aneddoto sconosciuto ai più, come ottenne dall'Opera del Duomo, la possibilità di esserne lui il creatore: riuscendo a far stare in piedi un uovo! Volete sapere come ha fatto? Bene, prendete il libro e leggetelo, vi assicuro che ne vale la pena!
In fondo, è stupefacente pensare che una strutta di tale portata, fu costruita tra il 1420 e il 1436 (esclusa la lanterna in cima che fu iniziata nel 1446 e terminata nel 1461), quando, ovviamente, non si avevano a disposizione tutti gli strumenti architettonici e tecnologici che abbiamo adesso!