1 aprile 2015

Nuova rubrica: Letture Geograficamente Sparpagliate

Buongiorno amici lettori, è con grande piacere che oggi, 1 aprile (giuro, questo post non è una bufala), vi presento un progetto ideato insieme alle mie care amiche LGS. Se per qualche motivo non ricordate quali siano i membri di questa pazza “famiglia”… ecco che ve li presento:

Salvia del blog Desperate Bookswife
Laura del blog La Libridinosa
Daniela del blog Un libro per amico
Cuore responsabile della rubrica Il venerdì di Cuore ospitato dalla Libridinosa

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Che cosa nono le Letture Geograficamente Sparpagliate? Noi simpatiche amiche ci siamo rese conto che, di tanto in tanto ci obblighiamo consigliamo a vicende le letture. Capita spesso che nell’arco di pochi giorni, tutte e cinque leggiamo lo stesso romanzo (è successo proprio così con La tentazione di essere felici oppure con Ciò che inferno non è).

È divertentissimo, bisogna ammetterlo, perché continuamente all’interno della nostra chat, scriviamo battute e aneddoti durante la lettura, ma soprattutto trattiamo gli autori come se fossero i nostri migliori amici (non vi nego che, nei casi più eclatanti, siano stati addirittura inseriti all’interno del nostro albero genealogico. Zio Luca, Nonno Vitali, ecc.)

Ecco che nasce questa idea, leggere una storia e successivamente, in un unico post, scrivere i nostri cinque pareri, in maniera un po’ stringata si intende, perché altrimenti, proprio grazie ad alcune di noi (non faccio nomi!!!) che la parola “sintesi” non ce l’hanno proprio sul vocabolario, si rischierebbe di pubblicare un libro.
Questa rubrica avrà una cadenza mensile, la prima settimana di ogni mese, a partire da maggio, troverete su tutti e quattro i blog le nostre recensioni: cinque ragazze al prezzo di una, mica male come offerta!!

Per correttezza però ci tengo a precisare che probabilmente non sempre riuscire tutte a leggere il medesimo libro, capirete bene che comunque i gusti sono simili ma non identici e non sarebbe corretto affrontare una lettura forzatamente, per due motivi: leggere non è un lavoro ma un piacere e secondo, una recensione obbligata difficilmente sarebbe positiva.

Quindi siete pronti a leggere per un solo libro tanti punti di vista? Se al momento della pubblicazione lo avrete già letto, potrete capire chi ha gusti più simili ai vostri, mentre, se ancora quel libro non lo avete preso in considerazione… potrete decidere se depennarlo per sempre oppure concedergli una possibilità. Noi siamo cariche e voi?

Alla prossima!

31 marzo 2015

Recensione 'Quasi arzilli' di Simona Morani - Giunti

SINOSSI
Nello storico bar la Rambla, nel cuore dell’Appennino Reggiano, la mano di briscola è più triste del solito. Nemmeno i caffè alla sambuca di Elvis riescono a tirare su il morale. Ermenegildo infatti non ha lasciato solo una sedia vuota, ma anche un grande buco nel cuore dei suoi amici e uno spettro con cui fare i conti. Dopo la vecchiaia c’è la morte. E dopo la morte? Ognuno cerca di reagire a modo suo: Gino, soprannominato Apecar per via dello sgangherato mezzo con cui circola, non vuole abbandonare la guida nonostante no ci veda più e sia un autentico pericolo pubblico. Ettore non riesce a dormire e tutte le mattine, puntuale come un orologio, si presenta nello studio del dottor Minelli. Basilio, ex comandante della ventiseiesima Brigata Garibaldi, si scaglia contro il “nemico”, un ragazzo serbo che ha preso in gestione il negozio di frutta e verdura, appartenuto al caro Ermenegildo. Nel frattempo, però, sulla scombinata combriccola incombe un’ulteriore minaccia: Corrado, il nuovo agente della polizia municipale, sembra avere un’unica missione: spedire tutto il gruppo alla Villa dei Cipressi, la nuova casa di riposo che sta per essere inaugurata.

TITOLO: Quasi arzilli
AUTORE: Simona Morani
EDITORE: Giunti
DATA DI PUBBLICAZIONE: 18 marzo 2015
PAGINE: 176
CODICE ISBN: 9788809792333

TRAMA 5
PERSONAGGI 5
STILE 5
INCIPIT 6
FINALE 5
COPERTINA 7

2 stelle
Delusione Libridinosa

1748Letto in 2 ore


+
Quella appena trascorsa è stata una settimana particolarmente pesante, sia a livello personale che come blogger. Nel momento in cui scrivo questa recensione, munita di carta e penna, il mi pc ha esalato l’ultimo e definitivo respiro. E checché se ne dica, gestire un blog da un tablet è quasi impossibile. A questo si aggiungono una serie di letture fallimentari: dopo aver abbandonato, alla soglia della centesima pagina, Quattrocento di Susana Fortes, e aver incassato la delusione di Una brava ragazza Mary Kubica, mi sono rifugiata tra le (poche) pagine di questo libro di Simona Morani, sperando in una storia allegra, ilare, che riuscisse a farmi staccare la spina per qualche ora.
E invece…Invece mi sono ritrovata a leggere e sentire contemporaneamente il mio cervello che mi diceva: <>

Ecco, è proprio questo il punto: durante le due ore trascorse a leggere questo libricino, ho avuto costantemente l’impressione che la Morani volesse cavalcare l’onda del successo di Marco Malvaldi e della sua serie di romanzi ambienti al BarLume.
Gli ingredienti sono quelli, in fondo:
  1. un piccolo centro di provincia (Emilia Romagna invece che Toscana);
  2. un bar;
  3. un barista un po’ anomalo;
  4. un gruppo di vecchietti;
  5. molte battute in dialetto (romagnolo invece che livornese).
C’è anche il morto in questa storia, solo che invece che di omicidio, trattasi di morte naturale.
FINE. Non c’è una storia vera e propria. Ci sono i protagonisti, in questo caso gli anziani, e gli abitanti del paese che ruotano intorno a loro.
Superate le prime 50 pagine ho continuato a chiedermi: <>, sperando sempre in un guizzo della storia, in un colpo di genio dell’autrice che, purtroppo, non sono mai arrivati.

Leggere questa storia è stato come sfogliare un album fotografico di gente sconosciuta senza che qualcuno mi presentasse i protagonisti delle istantanee e mi raccontasse la loro storia.


28 marzo 2015

Recensione 'Una brava ragazza' di Mary Kubica - Newton Compton

SINOSSI
Mia Dennett è figlia di un importante giudice di Chicago, ma ha scelto di condurre una vita semplice, lontana dai quartieri alti e dalla mondanità in cui è cresciuta. Una sera come tante, entra in un bar per incontrare il suo ragazzo, ma, all’ennesima buca di lui, Mia si lascia sedurre da un enigmatico sconosciuto dai modi gentili. Colin Thatcher- questo il vero nome del suo affascinante nuovo amico - sembra il tipo ideale con cui concedersi l’avventura di una notte. Peccato che si rivelerà il peggior errore della sua vita: Colin infatti è stato assoldato per rapirla. Ma quando Thatcher, invece di consegnare l’ostaggio, decide di tenere Mia con sé e di nasconderla in un remoto capanno del Minnesota, il piano prende una piega del tutto inaspettata. A Chicago, intanto, la madre di Mia e il detective Gabe Hoffman, incaricato delle indagini, sono disposti a tutto pur di ritrovare la ragazza, ma nessuno può prevedere le conseguenze che un evento tanto traumatico può avere su una famiglia apparentemente perfetta.

TITOLO: Una brava ragazza The Good Girl
AUTORE: Mary Kubica
TITOLO ORIGINALE: The good girl
TRADUZIONE A CURA DI: --
EDITORE: Newton Compton
DATA DI PUBBLICAZIONE: 8 gennaio 2015
PAGINE: 320
CODICE ISBN: 9788854175839

TRAMA 6
PERSONAGGI 5
STILE 5
INCIPIT 5
FINALE 5
COPERTINA 4

2 stelle
Delusione Libridinosa

1748 Letto in 3 giorni


TRE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI CHE DEVE POSSEDERE UN THRILLER:
  1. tensione;
  2. colpi di scena;
  3. atmosfera
(ringrazio Daniela per la lista!)
Quando per leggere poco più di 300 pagine di un thriller impiego più di due giorni; quando mi addormento ogni 10 pagine; quando il solo pensiero di riprendere la lettura mi fa venire voglia di pulire i bagni di casa; quando i personaggi risultano più anonimi di una Barbie, allora quel thriller è un fallimento.
Ecco, a me questo libro ha suscitato esattamente queste emozioni: noia, svogliatezza, apatia.

Mia è la figlia ribelle del giudice John Dennett, padre assente, marito invisibile, uomo arrogante e spocchioso che, sin dal momento in cui l’autrice lo inserirà nella storia, susciterà la nostra antipatia.
Il giorno in cui Mia sparisce nel nulla e iniziano le doverose, Eve, la madre, si renderà improvvisamente conto che, tutto sommato, non sa nulla della vita di sua figlia.
In pieno stile fiera della banalità, l’ispettore che si occupa delle indagini si infatuerà della madre di Mia... che colpo di fantasia, eh?!
A metà libro avevo intuito il finale; a due terzi della lettura avevo carpito tutto il retroscena della storia.
Niente da fare. L’unica cosa che mi viene da dire di questo libro è che, al posto vostro, eviterei di leggerlo in treno: rischiereste di perdere la vostra fermata, colti da un colpo di sonno! Se, però, soffrite di insonnia, potrebbe essere un’ottima cura!


23 marzo 2015

Recensione 'L'invenzione delle ali' di Sue Monk Kidd–Mondadori


SINOSSI
Charleston, South Carolina, 1803. Quando per il suo undicesimo compleanno Sarah Grimké riceve in regalo dalla madre una schiava della sua stessa età di nome Hetty, cerca inutilmente di rifiutare quello che le regole vigenti impongono. Hetty anela alla libertà, soffoca tra le mura domestiche della ricca e privilegiata famiglia Grimké, vorrebbe fuggire lontano e Sarah promette di aiutarla. Come Hetty, anche lei è in qualche modo prigioniera di convenzioni e pregiudizi: in quanto donna non le viene permesso di realizzare il suo più grande desiderio, quello di diventare una giurista come il padre e i fratelli. Sarah sogna un mondo migliore, libero dalla schiavitù, che lei considera come un terribile abominio, e instaura con Hetty un rapporto speciale, insegnandole di nascosto a leggere e a scrivere nell'intento di aiutarla a emanciparsi.
Seguiamo così il rapporto difficile ma speciale tra una ricca ragazza bianca e la sua schiava nera e le loro vicende umane nel corso dei trentacinque anni, cui si aggiungono quelle della giovane sorella di Sarah, Nina, con la quale lei si batterà a favore dei diritti civili delle donne, dei più deboli e degli emarginati e contro la discriminazione razziale.
In questo splendido romanzo che celebra il potere dell'amicizia e della solidarietà al femminile, Sue Monk Kidd, autrice di culto negli Stati Uniti, evoca il mondo di contrasti scioccanti del profondo Sud, ispirandosi alla storia vera di due pioniere del femminismo americano, The Invention of Wingsdonne anticonformiste e coraggiose che in tempi difficili e contro tutto e tutti hanno intrapreso un arduo e doloroso percorso personale che le ha allontanate dal loro entourage e dalla loro famiglia per potere restare fedeli ai loro ideali di uguaglianza e libertà.
TITOLO: L'invenzione delle ali
TITOLO ORIGINALE:
The invention of wings
AUTORE: Sue Monk Kidd
TRADUZIONE A CURA DI:
Manuela Faimali
EDITORE: Mondadori
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 marzo 2015
PAGINE: 396
CODICE ISBN: 9788804650294
PREZZO: 20.00 €
E-BOOK: 8.99 €
TRAMA 8
PERSONAGGI 9
STILE 9
INCIPIT 8
FINALE 10
COPERTINA 9

5 stelle
Piacere Libridinoso ... e mezzo
1746 Letto in 4 giorni


Questo romanzo è basato sulla storia vera di Sarah ed Angelina Grimké.
Vissute agli inizi del XIX secolo a Charleston, nella Carolina del Sud, le due sorelle si contraddistinsero per la loro mentalità liberale e per l'assidua lotta che intrapresero contro la schiavitù.
Figlie del giudice John Grimké, che operava presso la Corte Suprema della Carolina, le due donne furono pioniere dei diritti razziali per le persone di colore e dell'emancipazione femminile, creando non poco scalpore con i loro discorsi pubblici.

La storia che Sue Monk Kidd ci racconta vede Sarah, appena undicenne, ricevere come dono di compleanno Hattie, detta Monella, sua coetanea, come schiava personale.
Davanti a tutti, Sarah rifiuterà questo dono, mettendo in notevole imbarazzo la dispotica madre.
Sin da subito, Sarah cercherà di rendere Hattie una persona libera, scontrandosi con l'ostracismo di tutti i componenti delal sua famiglia, non ultimo quel padre tanto amato, che predica bene e razzola male.
Sarah insegnerà a Monella a leggere e a scrivere e, quando verrà scoperta, le sarà vietato di continuare a farlo e, soprattutto, le sarà vietato l'accesso alla biblioteca di casa, luogo in cui lei si rifugiava nei momenti di tristezza.
In quel momento, Sarah si rende conto che la vita delle donne della sua epoca deve seguire un binario già tracciato e che questo non include le ambizioni personali.
01b4c498898af0632f42f553f91b00535e55b89601Quando Sarah ha 13 anni, la madre dà alla luce Angelina, di cui Sarah sarà madrina e nume tutelare. Tra varie vicissitudini, che porteranno Sarah ad allontanarsi da casa per periodi più o meno brevi, la donna deciderà di abbandonare la sua religione per convertirsi al Quaccherismo e adottare l'idea abolizionista relativamente alla schiavitù che contraddistingue il pensiero quacchero.

Questo libro ci racconta la storia del doppio punto di vista di Sarah e di Monella, in una perfetta alternanza della narrazione.
Seguiremo così la loro storia per più di un trentennio ed assisteremo all'evoluzione del loro rapporto sino allo stupefacente epilogo finale!

Questo è un romanzo che mi ha catturata sin dalle prime righe, che mi ha fatto pensare a quanto l'essere umano possa essere crudele, ma anche stupido.
Se avete amato The Help, non potrete non amare questo romanzo.
Perché 4 e mezzo e non 5? Perché anche in questo caso, come ne L'ultima fuggitiva, le trapunte la fanno spesso da padrona!


17 marzo 2015

Recensione 'Dopo il nero della notte' di Cristina Rava - Garzanti


SINOSSI
Fulmini e saette squarciano il cielo seguiti da assordanti tuoni. Nell'ascensore della vecchia biblioteca, nella tenebra totale, un uomo scivola contro lo specchio e muore. Accanto a lui, due polverosi libri dalle pagine ingiallite. Il caso viene assegnato al medico legale Ardelia Spinola, che conosce bene le procedure da seguire e i protocolli a cui attenersi. Ma a lei piace fare di testa sua. È impossibile mettere a tacere il suo istinto da investigatrice. Soprattutto ora che Ardelia ha bisogno di tenere l amente occupata. La sua vita è stata sconvolta da qualcosa che non credeva potesse capitare a lei, che non è più una ragazzina: un incontro speciale. Arturo, manager di successo che all'improvviso ha lasciato tutto per fare l'apicoltore. Con lui condivide l'amore per i gatti: i migliori amici di Ardelia. Quando si scopre che la vittima è un bibliotecario appassionato di testi antichi, la dottoressa è sicura che dietro questo caso si nasconda qualcosa di misterioso. L'uomo, prima di trasferirsi nella cittadina ligure, era un professore universitario stimato in tutta Europa. Un evento importante deve averlo portato a rinunciare alla sua carriera. Non ci sono molti elementi su cui indagare, ma Ardelia ha dalla sua quel fiuto che non la tradisce mai. ha la sua pista da seguire. Una pista in cui l'aspettano sconcertanti scoperte. Una pista pericolosa in cui è facile perdersi quando il buio è più cupo dell'oscurità della notte.
TITOLO: Dopo il nero della notte
AUTORE: Cristina Rava
EDITORE: Garzanti
DATA DI PUBBLICAZIONE: 29 maggio 2014
PAGINE: 300
CODICE ISBN: 9788811687450
PREZZO: 16.40 €
E-BOOK: 9.99 €
TRAMA 9
PERSONAGGI 8
STILE 9
INCIPIT 7
FINALE 9
COPERTINA 8

4 stelle e mezzo
Piacere Libridinoso ... e mezzo!
1746 Letto in 3 giorni
Lo so! Laura ha detto che non si comprano libri con animali in copertina; e neanche libri con altri libri in copertina.
Ma ho ben tre motivazioni a mia discolpa! Primo: questo libro mi era stato suggerito dalla dolcissima e bravissima Loredana Limone (che per noi LGS è ormai zia Loredana !!)... e vuoi dire no alla zia? Secondo: questo libro l'ho acquistato prima di conoscere le regole di Laura. Terzo: questo romanzo è l'eccezione!

Io faccio parte di quella schiera di lettrici che, per una questione di età oltre che di gusti, ha amato Kay Scarpetta. Ho letto tutti i libri con protagonista la famosa anatomopatologa italo-americana creata dalla prolifica penna di Patricia Cornwell.Tutti i libri tranne gli ultimi tre. Perché? Semplice: Kay era diventata un personaggio noioso e le storie erano ripetitive. E ammetto che questa mia disaffezione mi ha spinta a diffidare di libri con protagonisti medici e investigatori. È per questo motivo che questo romanzo è rimasto in attesa per alcuni mesi. 

Poi, due giorni fa, l'ho preso tra le mani e ho fatto la conoscenza di Ardelia Spinola, 52 anni, anatomopatologa, un po' ficcanaso, impaziente e, soprattutto, divertente ed adorabile!
Se il personaggio Kay Scarpetta era una donna rigida, precisa, rigorosa e spesso saccente ai limiti dell'antipatia, Ardelia Spinola Collageè un concentrato di simpatia; uno di quei personaggi che si iniziano ad amare e di cui si ha nostalgia al termine della lettura; e magari ci si ritrova a far proprie alcune sue espressioni!
Anche i personaggi che le fanno da contorno nella sua quotidianità, emanano la stessa simpatia, a partire da Ughetto (il cui nome è già tutto un programma!), suo assistente
quarant'anni portati male, ha vissuto tutta la vita con una madre dispotica, avara, miserabile come le peggiori figure di Dickens.
Così, mentre tra i vicoli di Albenga si consuma l'assassinio di Ludovico Drovetti, illustre e solitario bibliotecario, noi conosceremo meglio Ardelia, la vedremo innamorarsi di un affascinante apicoltore, Arturo Granero; la sentiremo battibeccare con Ugo Bottini, Pubblico Ministero e, soprattutto, amico fidato e, apoteosi della risata, conosceremo Salvo e Carmelina,
Povere arterie! Melina è capace di friggere qualsiasi cosa!
vicini di casa e siciliani sino al midollo!
Ovviamente, in tutto ciò si dipanerà la risoluzione del caso Drovetti!

Ci sono volte in cui, più di altre, mi capita di aver voglia di recensire un libro. Questo accade quando si tratta di una stroncatura totale e, quindi ho proprio bisogno di sfogare la mia frustrazione da lettrice delusa; ma, ancora di più, succede quando mi capitano tra le mani piccoli capolavori come questo! Durante la lettura, inizio a prendere appunti e cerco di strutturare il pensiero per far sì che voi, passando da qui e leggendo, possiate dire: <>.
Ecco! Io spero proprio che, in questo momento, voi stiate pensando di annotarvi questo titolo.

Perché questa è una storia bella, intricata al punto giusto, con personaggi eccellenti; una storia che si fa amare e che lascia il giusto pizzico di nostalgia a fine lettura (nostalgia che ho attenuato con la scoperta di un precedente romanzo di Cristina Rava con protagonista Ardelia Spinosa)!
L'autrice è bravissima nel trasmettere gli stati d'animo dei personaggi e nel descrivere i luoghi, tanto che mi è capitato di avere spesso la sensazione di percepire l'odore del mare o il rumore della pioggia improvvisa.
Un libro davvero bello, che si legge volentieri, che strappa veramente tanti sorrisi! A questo punto, non mi resta che procurarmi il primo romanzo e poi sperare in altre avventure per Ardelia!

14 marzo 2015

Recensione 'Acquanera' di Valentina D'Urbano - Longanesi


SINOSSI
È un mattino di pioggia gelida quello in cui Fortuna torna a casa. Sono passati dieci anni dall'ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale a un tempo: un paesino abbarbicato alle montagne e a precipizio su un lago, le cui acque sembrano inghiottire la luce del sole. Fortuna pensavo di essere riuscita a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita, lontano. Ma nessun segreto può resistere all'erosione dell'acqua nera del lago. A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che potrebbe spiegare l'improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che, nonostante tutto e tutti, ha sempre unito la sua famiglia: tre generazioni di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo modo. E forse, questa volta, è giunta l'ora che Fortuna dipani i segreti nascosti nella storia della sua famiglia. Forse è ora che capisca qual è la natura di quella forza invisibile, per riuscire a darle un nome. Sperando che si chiami amore.
TITOLO: Acquanera 
AUTORE: Valentina D'Urbano 
EDITORE: Longanesi 
DATA DI PUBBLICAZIONE: 19 settembre 2013 
PAGINE: 360 
CODICE ISBN: 9788830434387 
PREZZO: 14.90 €


TRAMA 8 PERSONAGGI 7 STILE 8 INCIPIT 7 FINALE 6 COPERTINA 6

3 stelle e mezzo
Discretamente Libridinoso ... e mezzo

1746 Letto in 3 giorni


Ho letto questo libro dietro consiglio minaccia di Daniela, che mi ha gentilmente detto: <<Se non leggi Acquanera non leggerò più nulla di ciò che mi consigli tu!>> E io a Daniela voglio bene, quindi l'ho letto. Questo romanzo io, ovviamente, lo conoscevo già. E me ne sono anche tenuta lontana perché c'era qualcosa, ogni volta che me lo ritrovavo tra le mani, che mi respingeva e me lo faceva mettere giù. Ma, ripeto, io a Daniela voglio bene.. E allora, visto che lei lo aveva definito una droga, ho ceduto!
Roccachiara è un luogo di fantasia, un piccolo borgo arroccato sulle rive di un lago scuro, un lago che evoca morte. È lì che vivono Clara ed Elsa. Ed è da loro che prende vita questa storia di donne e di mistero. Clara è la strega del paese. E, col tempo, l'isolamento e la diffidenza che l'hanno sempre circondata, avvolgeranno Elsa e poi sua figlia Onda e, infine, la nipote Fortuna. Onda, in questo nugolo di donne, è il personaggio che più mi ha infastidita. Onda è indisponente, saccente, ipocrita, cattiva.
Parlando di questo libro con Cuore, che lo sta leggendo proprio in questi giorni e di cui potrete leggere la recensione nella sua rubrica di venerdì, mi sono beccata l'appellativo di insensibile : <> Glisso sul fatto che le LGS mi chiamano acida quando sono in vena di gentilezze, perché solitamente sono definita SCADUTA (come lo yogurt!). Onda sceglie la direzione da dare alla sua vita. Ma la cosa che più mi ha urtata, e devo riconoscere che il mio passato mi ha sicuramente influenzata nell'esprimere questo giudizio, è il modo in cui Onda è madre. O forse dovrei dire "in cui NON È". Onda rifiuta Fortuna sin dal suo concepimento e mai, mai più sarà madre. Fortuna crescerà con Elsa, la nonna, continuamente rifiutata da questa madre un po' pazza, che preferisce parlare con i morti piuttosto che passare del tempo con lei. Scusa, Cuore, ma io Onda la prenderei a sberle!
Il finale. Ecco il punto dolente. Se la storia in sé mi è piaciuta, il finale mi è sembrato raffazzonato. Una serie di notizie buttate lì una dopo l'altra. La spiegazione, quasi ovvia, del rapporto tra Fortuna e Luce, non ha fatto altro che rendere banale qualcosa che, fin lì, era stato speciale. Anche il momento in cui Fortuna scopre chi sia suo padre, mi è apparso ovvio. Insomma, io avevo capito già a metà libro di chi si trattasse.
Che non sia un libro brutto lo potete capire da quel 3 e mezzo finale. La D'Urbano sa scrivere, questo è indiscutibile. E la storia cattura e l'atmosfera affascina e i personaggi parlano col lettore. Ma... ma io non sono una da noir. La cupezza, la tristezza, l'angoscia che suscitano questa storia non fanno parte di me come lettrice. Quindi, concludendo, posso dire che io questo libro lo consiglio, ma a chi ama il genere, perché, altrimenti, vi ritroverete a trascinarvi dietro una lettura che non vi appartiene e non vi entusiasma.