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11 aprile 2018

Lettura a quattr'occhi 'Il metodo del coccodrillo' di Maurizio de Giovanni



LL: Uh si chiacchiera!

E: no, si legge… a quattrocchi...una cosa non mi è chiara: 4+4 o 4 in due? Perchè io senza occhiali non vedo un cavolo.

LL: ah perché io, invece, chiaro e limpido ci vedo!

E: ok, 4+4… sembriamo una Jeep… ma va beh. Spieghiamo? Che qui abbiamo fatto dei cambiamenti…

LL: Lallì, io so che tu di macchine capisci una mazza, ma la Jeep vuole la moltiplicazione, non l’addizione. Comunque, spiega pure a me che non ho capito!

E: uh pignola sei. Va beh. Allora da questo appuntamento facciamo una Lettura a Quattr'occhi travestita.

LL: È carnevale?

E: no, è passata Pasqua. È travestita da Chiacchiera.

LL: che vuoi pezzetto di uovo, Lallì?

E: ho ancora il mio, no grazie. Quindi, dicevo, parleremo di un libro che abbiamo letto entrambe ma invece di fare una solita, noiosa, banale recensione faremo una vera e propria chiacchierata delle nostre. Visto? Noi evolviamo!

LL: sì, come le farfalle! E quindi parliamo di un libro? Figo! E senza divagare, giusto, Lallì?

E: le farfalle evolvono? Massimo mutano. Va beh… divagazioni? Noi? Mai. Vuoi dire te di che libro parleremo?

LL: cetto! Lo dico con tanto orgoglio! Parleremo de “Il metodo del coccodrillo” di Maurizio de Giovanni (col de minuscolo, che lui ci tiene). Che sei felice Annalisa?

E: tu la senti questa sirena? E’ partita quando hai scritto de Giovanni… mah… Va beh, si parliamo di questo bel libro. E diciamo subito che dobbiamo chiedere scusa (te soprattutto) perchè lo abbiamo letto tardi.
LL: Perché, scusa, tu quando lo hai letto?

E: sempre prima di te. Allora, “Il metodo del coccodrillo”, da qui in poi detto Il metodo che a scriverlo sempre tutto facciamo notte, è il primo libro della serie dei Bastardi di Pizzofalcone. Praticamente è un prequel…

LL: senti, cretina, due ore prima di me lo hai letto! Comunque sì, siamo arrivate tardi e ci pentiamo amaramente, ma quanto ci è piaciuto questo libro?

E: tanto! Soprattutto quanto ci è piaciuto Lojacono…

LL: lo amo già! Non ancora quanto Rocco, ma siamo vicini! Lallì, quanto tempo ci hai messo a leggere questo libro?

E: un sabato pomeriggio! Anche meno… praticamente dalle 15 alle 18…

LL: posso dire che non ho fatto pipì per 6 ore pur di non smettere di leggere?

E: oramai lo hai detto. Sarà che io oramai ho la passione per i poliziotti un po’ stropicciati, di quelli incazzati col mondo, ma pure Lojacono oramai l’ho nel cuore…

LL: e pure stavolta Annalisa ha messo la tacca! Anzi, due tacche: una per te e una per me! Comunque sì, hai ragione: Lojacono conquista alle prime righe e io non vedo l’ora di proseguire la serie!

E: e poi anche la Piras… finalmente una donna cazzuta (e con un gran bel nome... Laura, come noi! Tante Laura)!! Ma dimenticavo: Lallì che grado ha Lojacono in polizia?? (ihihihihih)

LL: perché non vai a giocare coi tombini aperti? (Sicura che sia Polizia?)

E: io sì, sono sicura, sei tu che all’epoca avevi chiamato Rocco maresciallo e questa volta Lojacono questore….

LL: io il militare non l’ho fatto, va bene? Per me la divisa della Juve e quella di un carabiniere sono uguali

E: vergogna! Va beh… Parliamo del thriller? Un’ansia! Soprattutto per l’ambientazione per me…

LL: l’ambientazione, la storia, tutto! E poi… ah no, non posso dirlo che faccio spoiler. Però bello! Bello bello! Che l’ho detto bello, Lallì?

E: detto! Certo ora si cambia però, si va a Pizzofalcone, speriamo in bene. Mica per altro, è che abbiamo già comprato tutta la serie in blocco…

LL: TUTTA! Annalisa, visto come siamo brave noi? Tutta comprata, sulla fiducia! Sei orgogliosa di noi? Eh?

E: mi manca solo Souvenir…

LL: Lallì, vivi a Cesenatico. Non c’è un negozio di souvenir lì?

E: che vuoi una conchiglia col paesaggio dentro che cambia colore col brutto tempo? Ok, te la mando!

LL: ma ancora le fanno? Saranno 20 anni che non vengo in vacanza lì e non vi siete evoluti? Comunque se vuoi souvenir di Cremona, ti mando tramezzino di Ugo, io!

E: uh si ci siamo evoluti, prima la conchiglia conteneva pedalò con chiappe al vento, ora ha barchetta del porto canale. Per chi ci hai preso? Per dei barbari?? Uh tramezzino!!! Voglio!!! Uh Lallì... che stiamo divagando?

LL: chi? Noi? Mai! Senti, giusto per non arrivare a sproloquiare pure di washi tape e maglioni, che dici? Consigliamo di comprare il libro? Che poi quel finale, Lallì… io ancora piango. Tu piangi?

E: ma perché ancora qua stanno questi che ci leggono?? Qua state? Non siete andati a comprarlo??? Per tutti i passatelli della Romagna datevi una mossa!!! Che quel finale… colpo al mio cuoricino! Solo Rocco (Schiavone, meglio specificare) potè peggio.

LL: Bacciiiiiiiii, smettila di dormire! Vai a comprare libro… op op! (Annalisa, visto che brave che siamo?!).

E: è vero, Bacci ancora non lo ha letto! Smettila di giocare con Bambi e leggilo!!

LL: ehm… Lallì

E: io

LL: stavolta mi sa che Bacci prende te con la macchina, nasconditi!

E: mi nascondo dietro conchiglia cambia colore?

LL: certo! Perfetto!

E: mimetizzata! Mentre sto qui dietro che facciamo una chiusa degna di questo nome?

LL: ah sì! Buona giornata a tutti voi, soprattutto a chi andrà in libreria a comprare il libro!

E: ciao!!!

19 maggio 2017

Lettura a quattr'occhi 'Non ditelo allo scrittore' di Alice Basso - Garzanti

Questa volta, il compito affidato a Vani dal direttore della sua casa editrice è una vera e propria sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter che si cela dietro uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana. Solo lei può farlo uscire dall'ombra. Ma per renderlo un comunicatore perfetto, lei che ama solo la compagnia dei suoi libri e veste sempre di nero, ha bisogno del fascino ammaliatore di Riccardo. Lo scrittore che le ha spezzato il cuore, ora è pronto a tutto per riconquistarla. Intanto il commissario Berganza è sicuro che Vani sia l'unica a poter scoprire come un boss agli arresti domiciliari riesca comunque a guidare i suoi traffici. Ma non è l'unico motivo per cui desidera averla vicino. E quando la vita del commissario è in pericolo, Vani rischia tutto per salvarlo...

Titolo: Non ditelo allo scrittore
Autore: Alice Basso
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 18 maggio 2017
Pagine: 340

Trama: 5  Personaggi: 5  Stile: 5 

23 marzo 2017

Lettura a quattr'occhi 'La lettrice scomparsa' di Fabio Stassi - Sellerio

«Non c’è nessuna coerenza nelle nostre vite» pensa il protagonista di questo romanzo. «Ci siamo solo noi, che la reclamiamo. A creare l’universo non può che essere stato uno scrittore fallito». Ma se è così che stanno le cose, può un essere umano vivere la propria vita come se scrivesse un racconto che qualcuno deve leggere?
Vince Corso è un professore precario, non più giovanissimo. È nato dalla relazione fugace della madre, che lavorava in un hotel a Nizza, con un viaggiatore e, ogni volta che ne sente il bisogno, Vince manda una cartolina al padre sconosciuto all’indirizzo dell’albergo. L’unico ricordo che ha di quell’uomo sono tre libri lasciati nella stanza come un’eredità che gli ha segnato l’esistenza: Vince ora è un’anima di letterato che ha letto forse troppo, convinto che la scrittura sia una strana menzogna capace di manipolare la vita, perché, come dice Céline, «se si immerge un bastone in un lago per vederlo intero bisogna spezzarlo» e per lui i romanzi sono quel lago.
Per sbarcare il lunario, si inventa una professione, la biblioterapia. Qualcuno gli parla del proprio male, nello spirito o nel corpo, drammatico o ridicolo, e Vince gli consiglia un libro come medicina. Da principio lo fa con timidezza ma, poco a poco, si conquista una clientela, fatta di sole donne. E intanto lo prende un’intrigante curiosità per l’enigma del rapporto fatale tra la letteratura e la vita. E quando scopre che la vicina di casa che lo salutava sul pianerottolo è scomparsa, e che il marito è accusato di omicidio, comincia a studiarla attraverso i libri che la donna leggeva e di cui un libraio solitario e saggio aveva conservato traccia nei suoi schedari. Fino a convincersi che quella donna, con la sua scomparsa, sta scrivendo una storia che soltanto lui potrà decifrare. Forse, la verità che emerge da quella lettura-investigazione sarà una mesta vittoria della vita sulla sua adescatrice: la letteratura.

Titolo: La lettrice scomparsa
Autore: Fabio Stassi
Editore: Sellerio
Data di pubblicazione: 12 maggio 2016
Pagine: 288

Trama: 3  Personaggi: 3  Stile: 3 

31 gennaio 2017

Lettura a quattrocchi 'Zia Mame' di Patrick Dennis - Adelphi

Immaginate di essere un ragazzino di undici anni nell'America degli anni Venti. Immaginate che vostro padre vi dica che, in caso di sua morte, vi capiterà la peggiore delle disgrazie possibili, essere affidati a una zia che non conoscete. Immaginate che vostro padre – quel ricco, freddo bacchettone – poco dopo effettivamente muoia, nella sauna del suo club. Immaginate di venire spediti a New York, di suonare all'indirizzo che la vostra balia ha con sé, e di trovarvi di fronte una gran dama leggermente equivoca, e soprattutto giapponese. Ancora, immaginate che la gran dama vi dica «Ma Patrick, caro, sono tua zia Mame!», e di scoprire così che il vostro tutore è una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto avete solo due scelte, o fuggire in cerca di tutori più accettabili, o affidarvi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile che uno scrittore moderno abbia concepito, e attraversare insieme a lei l'America dei tre decenni successivi in un foxtrot ilare e turbinoso di feste, amori, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia che non dà respiro – o dà solo il tempo, alla fine di ogni capitolo, di saltare virtualmente al collo di zia Mame e ringraziarla per il divertimento. Per fortuna sua, e dei lettori, Patrick ha scelto la seconda opzione, e scritto questo libro tuttora leggendario. Non è certo che Dennis volesse inventarsi, come è stato detto, un’alternativa americana a Mary Poppins: ma lo è che chi arriva all’ultima pagina, e vede zia Mame partire per un nuovo viaggio, ha la sensazione di separarsi dalla parte più lieve, libera e felice di sé.

Titolo: Zia Mame
Autore: Patrick Dennis
Editore: Adelphi
Data di pubblicazione: 2009
Pagine: 380

Trama: 2  Personaggi: 3  Stile: 3  Copertina: 3 


23 dicembre 2016

Lettura a quattrocchi Speciale Natale 'Fuga dal Natale' di John Grisham - Mondadori

Solo l'anno prima la famiglia Krank aveva speso 6100 dollari per preparare il Natale. Quest'anno papà e mamma Krank si trovano all'aeroporto per salutare, pochi giorni prima di Natale, la figlia Blair in partenza per una missione umanitaria in Perú. Un pensiero un po' folle si insinua in loro: che senso ha trascorrere il Natale senza Blair?! E se lo saltassero? E se utilizzassero quei 6100 dollari per la crociera ai Caraibi che da anni si sono sempre negati? Basta non andare dal rosticciere (che sollievo evitare la ressa), non invitare nessuno al party (troveranno certo dove andare quegli scrocconi), non montare nessun Frosty sul tetto (operazione, per altro, pericolosa per un uomo di cinquantaquattro anni). Il grande piano è deciso e messo in atto, prima in modo titubante, poi spavaldo. Ma il Natale, con la sua straordinaria potenza consumistica, con la sua ingombrante presenza moralistica, sta per prendersi la più esilarante e sferzante rivincita sui poveri Krank.
Una favola classica dei tempi moderni, un'ironica provocazione che regala momenti di puro divertimento e che ci fa scoprire John Grisham geniale scrittore della commedia umoristica e disincantato osservatore di una tradizione di cui ormai non possiamo fare a meno.

Titolo: Fuga dal Natale
Autore: John Grisham
Titolo originale: Skipping Christmas
Traduzione a cura di: Tullio Dobner
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 29 novembre 2002
Pagine: 153


8 settembre 2016

Lettura a quattrocchi 'La ragazza che non sapeva' di Marion Pauw - Neri Pozza

Iris Kastelein lavora presso Bartels & Peters, un rinomato studio legale di Amsterdam dove, in cambio di laute parcelle, si soccorre il prossimo nei guai con la legge. Giovane avvocato, si sforza di comportarsi da impeccabile professionista anche quando deve difendere uomini di mezza età dalla pessima reputazione, come
Peter van Benschop, della ricchissima famiglia di armatori Van Benschop, un quarantenne accusato di aver compiuto atti disgustosi su una ragazzina ingenua.
Uno «sporco lavoro», come si suole dire, reso ancora più proibitivo dal fatto che Iris deve occuparsi anche di Aaron, il bambino avutoda un uomo dal quale si è sentita attratta una sola volta in vita sua, precisamente dopo avere tracannato un certo numero di cocktail a una festa di Capodanno.
Tra sessanta ore di lavoro alla settimana, riunioni, rapporti, cause, negoziati che si succedono a ritmo infernale, corse all’asilo per recuperare Aaron, Iris sa, però, di essere una giovane donna grintosa, indipendente, con un bambino semplicemente adorabile.
Un giorno, tuttavia, una scoperta sconvolgente viene a disintegrare tutte le sue certezze. Una futile indagine sulle cause della morte di un pesciolino, contenuto nell’acquario apparso di punto in bianco qualche anno prima nel salotto di sua madre – una donna che è sempre stata una sfinge, circondata da un intrico di linee invisibili e insuperabili –, la conduce sulle tracce di un certo Ray Boelens.
Ray non è soltanto il primo proprietario dell’acquario, l’uomo che per tredici anni ha trascritto con meticolosa precisione quali pesci erano stati comprati, la salinità dell’acqua, la temperatura ecc. Ray è, secondo la giustizia olandese, un assassino accusato di un crimine orrendo: avrebbe ucciso, con numerose coltellate,ì la sua vicina insieme con la figlia perché non ricambiava i suoi sentimenti, e avrebbe poi infierito sulla piccola spegnendo sul suo cadavere un mozzicone di sigaretta.
Questo «mostro della porta accanto», infine, spedito a marcire tra le mura di un manicomio criminale, porta stranamente lo stesso cognome della madre di Iris: Buelens.

Autore: Marion Pauw
Titolo originale: Daglicht
Traduzione a cura di: Maddalena Pogliani
Editore: Neri Pozza
Data di pubblicazione: 7 marzo 2016
Pagine: 305

Trama: 5  Personaggi: 4  Stile: 4  Copertina: 3 




4 agosto 2016

Lettura a quattrocchi 'Leaving' di Jodi Picoult - Corbaccio

Sono passati dieci anni da quando Alice Metcalf, etologa presso il Rifugio per elefanti del New England, è misteriosamente scomparsa in seguito a un grave incidente. La figlia Jenna aveva tre anni all’epoca e da allora, a dispetto della ostinata rassegnazione di sua nonna e della totale assenza di suo padre, non ha mai smesso di pensare a sua madre e di sperare di vederla ricomparire all’improvviso. Finché un giorno si fa coraggio e decide di chiedere l’aiuto di due improbabili alleati: Serenity, una sensitiva ormai non più sulla cresta dell’onda, e Virgil, il detective che conduceva le indagini sul caso e che ora, tra un whisky e l’altro, svolge in proprio inchieste di ogni tipo. Jenna cerca gli indizi di una possibile traccia nel diario di sua madre, e apprende che Alice era particolarmente interessata a studiare il rapporto che gli elefanti femmina instaurano con i loro figli, a come elaborano il lutto e a come è organizzata la loro memoria. Pur temendo di averla persa per sempre, si convince ancora di più che sua madre non può averla abbandonata di sua volontà, che il legame che aveva instaurato con lei da bambina era speciale e che qualcosa l’ha indotta a fuggire. Grazie anche all’aiuto di Serenity e Virgil, la memoria di quel che accadde si fa in Jenna sempre più circoscritta, le immagini della madre e degli eventi di cui è stata protagonista diventano sempre più nitide e iniziano a susseguirsi a ritmo crescente. In un vortice ipnotizzante di ricordi, i tre si trovano coinvolti in una ricerca ricca di colpi di scena il cui esito nessuno di loro può dare per scontato. Ma per scoprire cosa è successo veramente ad Alice, si renderanno conto che dare una risposta a domande difficili implica anche essere pronti ad affrontare risposte ancora più difficili da accettare…

Titolo: Leaving
Autore: Jodi Picoult
Titolo originale: Leaving time
Traduzione a cura di: Lucia Corradini Caspani
Editore: Corbaccio
Data di pubblicazione: 28 aprile 2016
Pagine: 420

Trama: 2  Personaggi: 2  Stile: 3  Copertina: 2 





*commenti in rosso di Lea del blog Due Lettrici quasi Perfette*

Eccomi qui! Prima conoscenza (e sicuramente ultima !) con Jodi Picoult. E no, non cominciate ad insistere, a dire che devo darle un'altra chance, che scrive generi tanto diversi e dovrei provare altro. 
Io e lei ci siamo già dette addio! (no, dai Laura, sei troppo perentoria: rimanda l'esecuzione dopo che, fra quattro, anzi sei mesi, ti sarai ripresa e leggerai il suo libro più bello che è....appena lo scopro te lo dico)

Di cosa parla questo libro? Di elefanti. E poi? Di elefanti, elefanti ed elefanti! (in effetti abbiamo Maura, Hester, Kagiso, Syrah, Dionne, Wanda, Wimpy, Ursula e mooolti altri)
Belli gli elefanti, eh! Per carità: mastodontici, simpatici... certo, non esattamente l'animale che tutti vorremmo tenerci in casa, ma carini! Ma da qui a leggerne vita, morte e miracoli per più di un terzo del romanzo, ce ne passa! (più di un terzo? sei troppo buona in questo caso!)

Ad intervallare tutte le nozioni da documentario stile National Geographic, c'è la storia di Jenna, tredicenne alla disperata ricerca della madre, Alice, sparita ormai da un decennio. 
La Picoult ci descrive Jenna come la classica adolescente poco integrata, secchiona, solitaria. 

Per le prima 80 pagine la storia scorre che è una meraviglia (nonostante il documentario di cui sopra, che, però, risulta inizialmente anche abbastanza interessante!). Poi il crollo: il ritmo rallenta, la storia diventa noiosa, prolissa, spossante. 
Già dopo le prime 100 pagine si ha la sensazione che l'autrice abbia iniziato ad allungare il brodo con una sicumera di nozioni, dettagli e descrizioni che non hanno fatto altro che rendere snervante quella che, invece, era una storia con un certo potenziale. (secondo me lo ha fatto di proposito, per rendere il finale ancora più sconvolgente perchè senza tutta questa attesa assurdamente dilatata non avrebbe avuto lo stesso potere dirompente)
Storia che ci viene narrata da più voci: quella di Jenna, quella di Alice, quella di Virgil (il detective assunto da Jenna per ritrovare la madre) e, infine, Serenity, la sensitiva. 
Ecco: le parti narrate da Alice, personalmente, le avrei stracciate, pagina dopo pagina, perché sono quelle che, personalmente, ho trovato più noiose e, a tratti, quasi inutili. (veramente a me hai scritto che se Alice non era morta, per il nervoso, la facevi volentieri fuori tu! pauraaaa)

Viceversa, un po' più di brio, almeno inizialmente, si riscontra nella narrazione di Serenity, che tende a dare un certo sollievo alla lettura! (Serenity con i suoi capelli rosa zucchero filato è un gran personaggio)

In conclusione, per la prima metà della lettura, il mio parere era abbastanza positivo; ma è definitivamente ed irrimediabilmente crollato man mano che le pagine scorrevano tra le mie mani.
Grazie Jodi, a mai più rileggerci! (noooo, gli elefanti non dimenticano, come le fan della Picoult! lo sai, vero, che è una delle scrittrici preferite della Stefania??a tuo rischio e pericolo)

*i miei commenti alla recensione di Lea, nel suo blog*



12 luglio 2016

Lettura a quattrocchi #1 - 'Vita dopo vita' di Kate Atkinson - Nord





Buongiorno! Oggi prende il via un nuovo modo di recensire! Io e Laura de La biblioteca di Eliza abbiamo spesso delle letture in comune. Così ci siamo dette "perché non tirarne fuori qualcosa?". Nascono così le letture a quattrocchi, dove l'una interverrà nella recensione dell'altra! 
Qui, in rosso, troverete i commenti di Laura. Le mie elucubrazioni sulla sua recensione, ovviamente, sono sul blog!


In una gelida notte di febbraio del 1910, a Londra nasce una bambina. Il cordone ombelicale è stretto intorno al suo collo, e nessuno riesce a salvarla.
In una gelida notte di febbraio del 1910, a Londra nasce una bambina. Il cordone ombelicale è stretto intorno al suo collo, ma il medico di famiglia, giunto proprio all’ultimo istante, lo taglia e permette alla piccola di respirare.
Inizia così la vita straordinaria di Ursula Todd, una vita che, nel corso degli anni, verrà spezzata più e più volte, mentre l’umanità si avvia inesorabilmente verso la tragedia della guerra.
Vita dopo vita, Ursula troverà la forza di cambiare il proprio destino, quello delle persone che incrocerà e quello del mondo intero?

Vita dopo vita è uno di quei rari e fortunati casi in cui il talento creativo e la qualità letteraria hanno saputo conquistare anche il grande pubblico. Salutato dalla critica come un capolavoro destinato a rimanere nella storia della letteratura, questo romanzo è da mesi in testa alle classifiche inglesi e americane ed è stato eletto miglior romanzo dell’anno da alcune tra le più prestigiose testate giornalistiche del mondo.

Titolo: Vita dopo vita
Autore: Kate Atkinson
Titolo originale: Life after life
Traduzione a cura di: Alessandro Storti
Editore: Nord
Data di pubblicazione: 22 maggio 2014
Pagine: 544

Trama: 1  Personaggi: 1  Stile: 1  Copertina: 3 



Prendete in mano questo libro e leggete la sinossi (no non fatelo! Che fai? Li attiri in trappola??). Bella, vero? Fa pensare ad un libro pieno di risvolti, ad una di quelle storie che inizi e non vuoi più smettere di leggere!
Ora mettete giù questo libro e fuggite, scappate a gambe levate il più lontano possibile da lui e dalla storia che contiene (ah ecco). Perché questo libro è noioso, pesante, inutile, insulso (hai detto noia? no perchè è Noia questo libro! N-O-I-A).
Questo libro causa attacchi improvvisi di narcolessia: vi sedete su un divano o vi sdraiate sul letto, lo aprite, ne leggete qualche pagina e, improvvisamente, sono passate 2 ore, i vostri occhi si sono chiusi, magari avete anche sbavato sulle pagine (ecco come usarlo…) e, cosa peggiore, non ricordate nulla di ciò che avete letto sino a quel momento (e anche perchè questa risorge come non fosse successo niente! Cioè tu vai a letto che ‘ste cavolo di tenebre sono cadute e la mattina.. puff… rieccola!).
Insomma, questo libro è una sofferenza. Una di quelle sofferenze che io non mi infliggo mai, uno di quei romanzi che abbandono dopo neanche 50 pagine.
Quindi? Perché tutto questo autolesionismo? Perché la copertina, bella pure quella, rientra in uno degli obiettivi della tappa in corso di una Reading Challenge a cui partecipo. E anche perché c’era in ballo questo progetto di lettura a quattrocchi assieme a Laura. E allora mi sono armata di pazienza e tenacia e l’ho letto. Tutto. (che è colpa mia?)

Ursula Todd, la protagonista, durante tutta la storia muore circa 15 volte. Nasce morta, col cordone ombelicale attorciagliato al suo piccolo collo. Nello stesso momento, però, nasce, sempre col cordone ombelicale a strozzarla, e viene prontamente salvata. 
E questo è ciò che accade per tutte le quasi 530 pagine (530...530...530… posso piangere?) che compongono il romanzo.
Superate le prime 150, l’illuminazione: Ursula si reincarna tutte le volte e sempre in se stessa, anche se in periodi differenti della sua vita. O almeno credo che questo sia ciò che accada, perché, lo ammetto, la scrittura di Kate Atkinson è alcuna criptica ed enigmatica e, insomma, io non è che abbia molto capito il senso di questa storia! (ah ma c’era un senso? Siamo sicure? Non me ne voglia la signora Atkinson ma a me il senso è completamente sfuggito).

Al di là della noia insita nella narrazione (uh, noia, una parola che riconosco!), ciò che mi è mancato in questa storia è il trait d’union che avrebbe dovuto legare le varie vita di Ursula, i personaggi che interagiscono con lei. Insomma, l’insieme di tutta la sua vita non sembra altro che un impasto venuto male, uno di quegli impasti che tende a stracciarsi, a sbriciolarsi e la cui unica cosa che si può fare è gettarlo via. (Cestino)
Ursula non riesce mai a conquistare l’attenzione del lettore, a farlo suo, a suscitare la curiosità di scoprire cosa ne sarà della sua vita o meglio delle sue vite. (sprecate… lo vogliamo dire che sono sprecate?)

In tutto ciò, l’unica cosa che mi rimane di questo libro è la certezza di aver fatto bene a non essermi lasciata tentare dal nuovo libro della stessa autrice!