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13 novembre 2024

Recensione 'L'ufficio degli affari occulti' di Éric Fouassier - Neri Pozza



L'UFFICIO DEGLI AFFARI OCCULTI
Éric Fouassier
Neri Pozza
22 novembre 2022
334 pagine


Un bambino corre, a piedi nudi, nella notte. Corre senza meta nelle viuzze buie e strette della Parigi cenciosa che festeggia l’ascesa al trono di Luigi Filippo. Il suo cuore è un tamburo impazzito. La mente, occupata da un solo pensiero: sfuggire agli artigli del Vicario, che è lì da qualche parte, nell’oscurità, pronto a dargli la caccia tutta la notte. In un vicoletto, il bambino scorge un coccio di bottiglia tra le immondizie. Lo afferra per tagliare il tendone più vicino. Un taglio discreto, giusto per entrare. Una volta dentro, lo accolgono visi da incubo, emersi dal nulla, in un terrificante labirinto di specchi da cui è impossibile uscire… Dall’altra parte della città, in uno dei quartieri ricchi della capitale, nella residenza di Charles-Marie Dauvergne, deputato alla Camera di fresca nomina, si festeggia il fidanzamento di Lucien Dauvergne con la figlia di un industriale normanno. Lucien è un giovane frivolo, un dandy elegante e bohémien. Nel corso della serata, sale al piano superiore della casa e scompare letteralmente dalla festa. Temendo un capriccio del suo incorreggibile rampollo, Madame Dauvergne si avventura anche lei al primo piano, e vede il figlio inginocchiato dinanzi a un grande specchio di Venezia con la cornice dorata. Il giovane si alza, abbozza un saluto, poi avanza con passo risoluto verso la finestra e si getta serenamente nel vuoto. L’inchiesta su una tragica, illogica morte del figlio di un personaggio illustre suscita sempre non pochi timori nelle alte sfere del potere. Alla Süreté viene perciò convocato e istruito in tutta fretta Valentin Verne, giovane ispettore della Buon costume, il servizio di protezione della morale. A Valentin, che sotto la sua apparenza eterea cela una durezza, una determinazione tagliente quanto il filo di una lama, non resta che accettare il nuovo incarico, anche se comporta, per il momento, la rinuncia a venire in aiuto di Damien, un orfano indifeso caduto nelle grinfie del mostro che si fa chiamare il Vicario. Accolto in Francia da uno straordinario successo di critica e di pubblico, L’ufficio degli affari occulti è un romanzo irresistibile in cui i generi si uniscono in un intrico fatto di esoterismo e scienza, di misteri e codici da decifrare insieme al protagonista delle sue pagine: Valentin Verne, responsabile dell’Ufficio degli affari occulti della Süreté di Parigi.

20 maggio 2024

Recensione 'L'ultimo mago' di Francesca Diotallevi - Neri Pozza


L'ULTIMO MAGO || Francesca Diotallevi || Neri Pozza || 16 aprile 2024 || 238 pagine



"È la notte di Capodanno del 1960 e, in un lussuoso appartamento affacciato sul parco del Valentino, un gruppo di persone siede attorno a un tavolo. L’aria è quasi elettrica e nessuno osa emettere un fiato. Aspettano l’inizio di quelli che il padrone di casa chiama «esperimenti» ma che per chi è lì hanno un valore inestimabile, metafisico, soprannaturale. Gustavo Rol ha l’eleganza garbata e poco esibita di chi cammina con naturalezza in qualunque stanza del mondo, e il pubblico pende dalle sue labbra. Solo un uomo lo guarda con sospetto, è sicuro che ci sia un trucco e vuole svelarlo. Nino Giacosa è un uomo rotto, in fuga: dai debiti di gioco, dai fantasmi della disfatta di El Alamein, da Miriam, la donna che ha amato. Da sé stesso. Dopo tanti sogni infranti, tuttavia, ha trovato qualcosa che può riempire il vuoto della sua esistenza: una storia. La storia che sta scrivendo giorno e notte nella squallida stanza di una pensione è quella di un grande imbroglio, celato dalle mani sapienti di un illusionista. Ed è con questo atteggiamento scettico, l’occhio attento a ogni dettaglio, che Nino inizia a partecipare alle serate di Rol. Ma tra i due uomini, all’apparenza così diversi, si crea presto una complicità imprevista. E nelle passeggiate attraverso una Torino gelida e impenetrabile, Rol racconta a Nino la propria vita, il «dono» che ha scoperto grazie a un polacco conosciuto a Marsiglia, gli studi e lo scoramento all’idea di essere ammirato ma mai compreso. Con la sua capacità fuori dal comune di rendere l’essenza di personaggi storici attraverso la lente romanzesca, Francesca Diotallevi ci incanta e ci ipnotizza, ponendoci interrogativi di fronte ai quali anche l’anima più razionale vacilla. Come solo chi padroneggia la magia della scrittura sa fare."

25 marzo 2024

Recensione 'Niente di nuovo sul fronte occidentale' di Erich Maria Remarque - Neri Pozza


NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE 
Erich Maria Remarque
Neri Pozza
24 marzo 2016
207 pagine


Kantorek è il professore di Bäumer, Kropp, Müller e Leer, diciottenni tedeschi quando la voce dei cannoni della Grande Guerra tuona già da un capo all'altro dell'Europa. Ometto severo, vestito di grigio, con un muso da topo, dovrebbe essere una guida all'età virile, al mondo del lavoro, alla cultura e al progresso. Nelle ore di ginnastica, invece, fulmina i ragazzi con lo sguardo e tiene così tanti discorsi sulla patria in pericolo e sulla grandezza del servire lo Stato che l'intera classe, sotto la sua guida, si reca compatta al comando di presidio ad arruolarsi come volontari. Una volta al fronte, gli allievi di Kantorek - da Albert Kropp, il più intelligente della scuola a Paul Bäumer, il poeta che vorrebbe scrivere drammi - non tardano a capire di non essere affatto "la gioventù di ferro" chiamata a difendere la Germania in pericolo. La scoperta che il terrore della morte è più forte della grandezza del servire lo Stato li sorprende il giorno in cui, durante un assalto, Josef Behm - un ragazzotto grasso e tranquillo della scuola, arruolatosi per non rendersi ridicolo -, viene colpito agli occhi e, impazzito dal dolore, vaga tra le trincee prima di essere abbattuto a fucilate. Nel breve volgere di qualche mese, i ragazzi di Kantorek si sentiranno "gente vecchia", spettri, privati non soltanto della gioventù ma di ogni radice, sogno, speranza.

29 gennaio 2024

Recensione 'Gli aghi d'oro'
di Michael McDowell - Neri Pozza


GLI AGHI D'ORO || Michael McDowell || Neri Pozza || 16 gennaio 2024 || 553 pagine



Anno di Grazia 1882. New York festeggia il nuovo anno tra opulenza e miseria. Dalla sua dimora di Gramercy Park, il cinico giudice James Stallworth, affiancato dal figlio e dal genero, lancia la sua crociata: ripulire il famigerato Triangolo Nero, quartiere di bettole, bordelli, fumerie d’oppio e botteghe di ricettatori, su cui regna la feroce Black Lena Shanks col suo clan di donne versate nelle arti della crudeltà. Ma la sete di potere degli Stallworth dovrà misurarsi con la furia vendicatrice di Black Lena. Con Gli aghi d’oro, Neri Pozza prosegue con la pubblicazione dei capolavori dell’autore di culto.

24 ottobre 2023

Diario di Bordo - Cos'è successo con ‘Il patto dell'acqua’ di Abraham Verghese


IL PATTO DELL'ACQUA || Abraham Verghese || Neri Pozza || 20 giugno 2023 || 736 pagine


La mia avventura con Il patto dell'acqua di Abraham Verghese si è conclusa a pagina 384, quando, spostando lo sguardo verso la prima riga della pagina successiva, mi sono resa conto che la frase non filava: una… tro… Una tro? In che senso Una Tro? Sarà mica un insulto indiano?! 
Il mio sguardo, allora, è sceso verso il basso e, sorpresa! Pagina 353! Sfoglio sfoglio sfoglio e mi rendo conto che le pagine da 353 a 384 si ripetono pare pare, peccato che poi si salti direttamente a pagina 417! 
E le 33 pagine mancanti? Ecco, mancanti appunto: sparite! Puff… evaporate! Fossero stati compiti per casa, avrei anche potuto dare la colpa a un cane a caso (tanto qui abbondano!), ma no, niente prof a cui giustificare qualche mancata consegna!


Diciamo subito che il “problema” è stato risolto facilmente; avevo acquistato il libro su Libraccio, li ho contattati e mi hanno proposto due alternative: copia sostitutiva o rimborso tramite buono. 
Vista la mia scarsa voglia di proseguire la lettura del romanzo di Verghese, ho optato per la seconda opzione (tranquilli, il buono è già stato debitamente speso!).


Ma facciamo un passo indietro e torniamo al libro in questione (o almeno alla parte che ho letto io). 
Premessa: non amo le ambientazioni asiatiche, ma avevo sentito parlare talmente tanto bene di questo libro che ho deciso di fare uno strappo alla regola e dargli comunque una chance. 
Emozionante, sconvolgente, ammaliante… Sono rimasta incollata alle pagine per tutto il tempo, non riuscivo a metterlo giù, si legge velocemente nonostante la mole… 
Ammetto che io e Loredana (anche lei vittima di una copia fallata!) ci siamo chieste se “la fallatura” delle nostre edizioni non risiedesse anche nella storia narrata! 
Il patto dell'acqua era il libro che avevamo scelto di leggere assieme per il mese di ottobre (e intanto continuiamo a cercare colui o colei che ce la sta tirando grama, visto che ogni lettura scelta sino a ora si è rivelata un fiasco!).


Emozionante? Sicuramente l’emozione che abbiamo provato quando abbiamo deciso di abbandonarlo, è stata forte! 
Sconvolgente? In effetti ci siamo sconvolte perché più volte abbiamo preferito dedicarci alle pulizie di casa piuttosto che dedicare tempo alla lettura! 
La nostra lettura è stata una lenta e lunga agonia, portata avanti quasi stoicamente perché no, non potevamo accettare di mollare l’ennesimo libro da leggere in coppia!

Per quanto mi riguarda, la parte che ho letto si è rivelata lenta, ripetitiva e mortalmente noiosa. Un continuo ritornare di situazioni e termini indiani (senza alcuna traduzione o riferimento), un’agonia di descrizioni relative a luoghi e piatti tipici… a un certo punto avrei potuto organizzare una cena indiana senza dover ricorrere a internet per trovare le ricette! 
Arrivata a metà della quinta parte del romanzo, l’unico motivo che mi spingeva ad andare avanti era la flebile curiosità di scoprire in che modo l’autore avrebbe “legato” tra loro tutti i personaggi e le situazioni presentate di capitolo in capitolo.

Ma niente da fare! La falla della copia ha fatto capire a me e Loredana che non ce l’avremmo fatta a continuare ulteriormente! 
L’unica cosa che abbiamo capito è che il nostro divano è da cambiare!



27 luglio 2023

Recensione 'Elisabetta di York. L'ultima rosa bianca'
di Alison Weir - Neri Pozza


ELISABETTA DI YORK L'ultima rosa bianca || Alison Weir || Neri Pozza || 21 luglio 2023 || 575 pagine



Da che ne ha memoria, Elisabetta ha sempre saputo di essere importante: primogenita del re Edoardo iv e di Elisabetta Wydeville, la sua nascita è stata celebrata con la stessa gioia riservata a un erede maschio. I capelli tra il rosso e l’oro, gli occhi blu e i lineamenti delicati, non ha la bellezza algida della madre e tuttavia è graziosa; i suoi sogni sono popolati da cavalieri che salvano fanciulle e innamorati che si giurano fedeltà, come nelle storie d’amore che divora. Promessa sposa al Delfino di Francia fin dalla piú tenera età, a diciassette anni Elisabetta è una giovane donna che si appresta a compiere il proprio dovere. Ma quando una nuova alleanza politica manda a monte il fidanzamento, provocando la morte di suo padre, in quel vuoto si insinua, subdolo, il fratello del re, Riccardo iii, da troppi anni assetato di potere. Davanti a quella meschina usurpazione, alla famiglia di Elisabetta non resta che una soluzione: fuggire. Perché, come in una favola nera, la giovane e i suoi fratelli si vedono improvvisamente privati non solo del titolo, ma anche della loro stessa identità. Decisa a sopravvivere a ogni costo alla rovina, Elisabetta si trova cosí al centro dello scontro fra York e Lancaster: un campo di battaglia dove schiererà tutto il proprio coraggio e la propria intraprendenza. 
Attingendo a una ricca documentazione storica, Alison Weir racconta cosí la storia struggente, avventurosa e a volte tragica di Elisabetta di York, figlia, sorella, nipote e madre di re. Consorte modello, donna generosa e influente, Elisabetta visse uno dei periodi piú turbolenti della storia inglese, eppure riuscí a lasciare dietro di sé un’eredità destinata a specchiarsi nei secoli, e a concretizzarsi, anni dopo, in quella nipote che sarebbe stata la prima donna della dinastia Tudor a salire al trono: Elisabetta I. 

13 aprile 2023

Recensione 'Morire è poco' di Enrico Mannucci - Neri Pozza


MORIRE È POCO || Enrico Mannucci || Neri Pozza || 24 marzo 2023 || 268 pagine



Fu per un ventennio una delle donne più potenti d’Europa, o per questo almeno passò, circonfusa da un’aura di leggenda che non l’abbandonò mai. Era la figlia del dittatore d’Italia: ne fu sempre consapevole anche se talvolta non a suo agio nel ruolo. Ma alla fine del 1943, Edda Ciano Mussolini era una donna disperata, in fuga, inseguita dai nazisti e aiutata da un passato amante che sarà tra i fondatori della moda Made in Italy. In quei giorni, il marito Galeazzo Ciano, uno dei delfini del regime fascista, stava per essere condannato a morte per aver votato, nella notte del Gran Consiglio, il 25 luglio 1943, contro il suocero Benito. Edda decise di fuggire, sotto falso nome, portando con sé i diari di Galeazzo. In Svizzera sarebbe rimasta per un anno e mezzo, dapprima isolata in un convento a Ingenbohl, poi – sempre sotto sorveglianza da parte delle autorità – in una casa di cura a Monthey, non senza imbarazzo del governo elvetico, che non sapeva bene come trattare questa ingombrante rifugiata. Lei, peraltro, non era tipo da rendere le cose facili; gli svizzeri non comprendevano i suoi sbalzi di umore, talvolta la inquadravano come una figura dissoluta; la sottoposero, infine, a numerosi esami clinici e psichiatrici. Il più importante fu quello del dottor Repond, il primario della clinica di Monthey, che compilò un approfondito rapporto dove descrisse, sotto una luce inedita, le dinamiche della famiglia Mussolini e inquadrò Edda come «una grande neuropatica». Dalla clinica, la Ciano riuscì a entrare in contatto con i servizi segreti americani, con Allen Dulles, colui che poi fonderà la Cia, e, dopo una lunga trattativa, gli cedette i Diari del marito, considerati dagli Alleati di valore strategico. Rientrata in Italia nell’agosto 1945, quattro mesi dopo la macabra esposizione del padre a piazzale Loreto, venne confinata a Lipari, l’isola dove erano stati reclusi tanti oppositori del regime. E dove, poco dopo il suo arrivo, la incontrò e intervistò Carlo Levi, l’autore di Cristo si è fermato a Eboli, antifascista militante che si trovò davanti la donna che non era più «la figlia del dittatore».

5 aprile 2023

Recensione 'Blackwater La saga'
di Michale McDowell - Neri Pozza


BLACKWATER LA SAGA || Michale McDowell || Neri Pozza || dal 17 gennaio 2023 al 28 marzo 2023 



La storia di Blackwater inizia nel 1919 in una cittadina dell'Alabama, Perdido. Qui vive la ricchissima famiglia Caskey, proprietaria di boschi e segherie. Quando le acque del fiume diventano nere e minacciose, i Caskey dovranno combattere la loro furia. Ma non è tutto. Perché il clan, con in testa la matriarca Mary-Love, dovrà anche affrontare qualcosa di ben più spaventoso e inquietante: Elinor, la donna con i capelli di rameche emerge dalla città sommersa…

28 febbraio 2023

Recensione 'Mrs England'
di Stacey Halls - Neri Pozza


MRS ENGLAND || Stacey Halls || Neri Pozza || 24 gennaio 2023 || 330 pagine

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Riposta la graziosa divisa del Norland Institute, la prestigiosa scuola londinese di bambinaie qualificate in cui si è diplomata, e indossatigli abiti adatti a un faticoso viaggio in treno, in un giorno del 1904 Ruby May giunge nello Yorkshire per prendere servizio presso la famiglia di Mrs England. Ha accettato l’incarico senza batter ciglio. Benché è la direttrice dell’istituto le abbia detto che nessuna famiglia è perfetta, gli England, con i loro bambini, la nursery separata dal resto della casa, una fabbrica tessile di proprietà e una grande dimora di campagna, le sono sembrati davvero la famiglia perfetta per una giovane bambinaia alle prime armi. Ad accoglierla nella fitta oscurità della notte è Charles England in persona. Grandi baffi neri, panciotto verde e l’aria di un avvenente locandiere venuto a prendere una cliente, nell’aria densa e umida dello Yorkshire, Mr England la conduce in carrozza fino a una grande casa incastonata nel fianco di una collina, poi scompare lasciandola sola in una stanza al buio con un vago odore di muffa. 
Di lì a poco, Ruby si ritrova al cospetto di Mrs England, una giovane donna con la vestaglia aperta sopra la camicia da notte, i capelli lunghi fino alla vita, un naso aggraziato e grandi occhi scuri. Soprattutto, una donna così sorpresa e impaurita da quell’incontro che a Ruby viene il dubbio di aver sbagliato casa. Una sensazione che si accrescerà nei giorni seguenti nei quali, in quella dimora silenziosa come una tomba e cupa, cinta com’è da una fitta foresta, Lilian England, così misteriosamente indifferente alla cura con cui una madre dovrebbe trattare i suoi figli, la guarderà non più con occhi smarriti, ma con ferocia e risentimento allorchè Mr England si concederα un atteggiamento troppo confidenziale nei suoi confronti. 
Romanzo accolto al suo apparire in Inghilterra da un grande successo di pubblico e di critica, Mrs England è il ritratto di un matrimonio inglese di inizio Novecento: un matrimonio che cova, sotto la cenere delle relazioni fallite, le braci dell’inganno e della brama di potere. Sullo sfondo della brughiera dello Yorkshire si staglia così una storia di relazioni velenose, di raggiri e misteri ma anche di coraggio, con cui Stacey Halls si conferma come uno dei maggiori talenti della narrativa inglese contemporanea. 

17 gennaio 2023

[Leviamocelo dai coconi] Recensione 'L'interprete'
di Annette Hess - Neri Pozza

 

L'INTERPRETE || Annette Hess || Neri Pozza || 9 maggio 2019 || 315 pagine

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Francoforte, 1963. In una gelida domenica d'Avvento, Eva Bruhns, giovane interprete dal polacco, riceve una inattesa telefonata dalla sua agenzia. In un ufficio al centro della città, dove pare stiano approntando le carte per un processo, hanno urgente bisogno di qualcuno che traduca dal polacco, dopo che un problema col visto ha impedito all'interprete incaricato di essere presente. Eva abbandona in tutta fretta l'appartamento paterno e di lì a poco si ritrova in una stanza angusta dove tre uomini sono in attesa, avvolti da fumo di sigaretta. Uno di loro, un uomo anziano, di bassa statura, siede impettito su una sedia al centro, come se l'intera stanza, l'intera casa, forse persino l'intera città fossero state costruite intorno a lui. È il signor Josef Gabor, da Varsavia. Eva tira fuori bloc notes e matita e si aspetta di avere a che fare con le solite cause legali per risarcimento danni. Ma, con stupore, deve ricredersi: Josef Gabor parla di tragici avvenimenti accaduti nel 1941, di prigionieri asfissiati dal gas, di baracche e campi di reclusione. Fatti ignoti a una ragazza tedesca del 1963, fatti che Eva traduce con difficoltà visto che l'anziano polacco parla un dialetto di campagna e lei è abituata a trattare di contratti e faccende economiche. Quella sera Eva torna al Deutsches Haus, "Casa tedesca", il ristorante di proprietà della sua famiglia, turbata e piena di interrogativi. Che cosa è accaduto davvero nel 1941? Di che cosa parlava l'anziano polacco? chiede. I suoi genitori si mostrano subito restii ad affrontare l'argomento. Il suo fidanzato, Jürgen, la invita a rinunciare all'incarico, inadatto, secondo lui, a una ragazza sul punto di sposarsi. Quando, tuttavia, l'indomani Eva apprende dal giornale che due degli uomini incontrati nella stanza piena di fumo sono il procuratore capo e il procuratore generale del processo in" procinto di svolgersi contro alcuni ex membri delle SS, vinta dalla curiosità accetta l'incarico. Nei giorni successivi dovrà fare i conti col trauma proprio dei figli della generazione del Terzo Reich, la scoperta della Shoah e dell'orrendo crimine perpetrato dai nazisti. Un crimine di cui non soltanto sono ancora ignoti numerosi autori, ma che è stato colpevolmente taciuto e rimosso in ogni casa tedesca, nei lunghi armi del dopoguerra.

3 gennaio 2023

Recensione 'Il party'
di Elizabeth Day - Neri Pozza


IL PARTY || Elizabeth Day || Neri Pozza || 24 aprile 2019 || 350 pagine



Burtonbury, un ex collegio maschile per i figli dei diplomatici, è una scuola privata con una discreta reputazione e la vana ambizione di poter essere un giorno all’altezza di Eton o di Harrow. Quando vi mette piede per la prima volta, dopo aver vinto una borsa di studio, Martin Gilmour è un ragazzo con i maglioni scoloriti, i calzoncini per la ginnastica mai abbastanza bianchi e le camicie con macchie gialle indelebili. L’odore della tristezza di sua madre, rimasta prematuramente vedova, aleggia tra i suoi vestiti. Un giorno, però, alla Burtonbury School, il suo destino di adolescente imbronciato, con una costante sensazione di disagio e l’accento sbagliato, muta radicalmente. Martin incontra Ben Fitzmaurice, un ragazzo ricco, bello, ammirato da tutti, e ne diventa amico. Partite di tennis, cacce all’uovo tra prati curatissimi e aiuole sontuosamente fiorite, la tenuta dei Fitzmaurice spalanca le sue porte al giovane Gilmour. Ben diventa il fratello mai avuto, l’anima gemella da venerare, la ragione di vita da proteggere e custodire. Al punto che Martin si trasforma nella sua piccola ombra. Una piccola ombra capace di salvare l’amico dalle incresciose conseguenze della sua condotta, cosí sconsiderata e tipica di chi è stato troppo favorito dalla sorte. Durante i successivi venticinque anni, Martin serba nel suo cuore «il segreto» di quell’amicizia, un segreto che, piú di un patto di sangue, lo lega indissolubilmente al rampollo dei Fitzmaurice, come soltanto un debito impagabile, una gratitudine eterna possono fare. Quando Ben organizza un party per il suo quarantesimo compleanno in un edificio del diciassettesimo secolo acquistato insieme con la moglie Serena, Martin, divenuto un noto, disincantato critico d’arte, e sua moglie Lucy, una donna perfettamente consapevole di essere sempre seconda, nella scala degli affetti del marito, alla sacra amicizia con Ben, si mescolano volentieri alla variopinta folla di invitati: politici, celebrità, vecchi e nuovi ricchi col volto lucido e ritoccato ed energiche strette di mano. La sensazione di un inusuale, sgradevole impaccio nell’accoglienza che Ben gli riserva, si fa, tuttavia, subito strada nella mente di Martin. Gesti, parole, apprezzamenti di Fitzmaurice rivelano una strana inquietudine. Che la gratitudine che l’amico gli deve non sia eterna? Che «il segreto» custodito cosí a lungo sia stato del tutto inutile? Che, soprattutto, quell’amicizia, che per Martin è la sua unica ragione di vita, stia inaspettatamente per finire? Accolto al suo apparire in Inghilterra da uno strepitoso successo di pubblico e di critica, Il party è uno dei piú riusciti romanzi sul lato oscuro e morboso delle relazioni umane, oltre che una magistrale descrizione del cinismo, della fatuità e dell’impudicizia con cui il privilegio e il potere si offrono oggi allo sguardo. 

3 novembre 2022

Recensione 'Mary' di Anne Eekhout - Neri Pozza


 MARY ・Anne Eekhout ・Neri Pozza ・31 ottobre 2022 ・333 pagine



Ginevra, maggio 1816. Una giovane donna si sveglia nel cuore della notte, assediata dagli incubi del suo passato e dalla gelosia per la sorellastra, Claire, che sembra cogliere qualsiasi occasione per insidiare suo marito Percy. Lei è Mary Shelley, née Wollstonecraft, e suo marito è Percy Shelley, poeta inglese celebrato e amatissimo, che Mary ha seguito per tutta Europa fino a giungere, insieme a Claire, in quel luogo di villeggiatura sulle sponde del lago di Ginevra. Sono in cinque in vacanza a Villa Diodati, compresi John Polidori e Lord Byron detto Albe, e il 1816 è l’«anno senza estate», quando l’eruzione di un vulcano in Indonesia ha oscurato il cielo in tutto il mondo e impedito al calore del sole di allietare le loro giornate. Così, la compagnia trascorre tutte le sere di pioggia di fronte al fuoco, a bere vino e laudano e a raccontarsi storie di fantasmi. Ma i fantasmi dei racconti non sono gli unici ad abitare quella grande casa. Mary ha solo diciannove anni ma alle spalle tutta una vita vissuta, di sentimenti e avventure. E, nonostante il piccolo William sia la sua gioia, non riesce a dimenticare la figlioletta morta che ogni notte, all’ora delle streghe, la sveglia con l’eco remota di un pianto disperato. Ma soprattutto Mary non riesce a dimenticare gli eventi di quattro anni prima, in Scozia, quando a Dundee ha conosciuto Isabella Baxter e l’affascinante ma sinistro Mr Booth. Isabella, riccioli scuri e pelle chiarissima, un’adorabile fossetta sul mento, è per Mary una creatura di irresistibile fascino; Mr Booth è untuoso, e dei pomeriggi passati in casa sua con Isabella spesso Mary non ha alcuna memoria. Quegli enigmatici eventi monteranno nell’immaginazione della futura scrittrice, fino a esplodere in un vortice in cui verità e finzione si mescolano senza soluzione di continuità. Ed è da quei ricordi misteriosi che, nelle lunghe sere ginevrine, Mary partorisce un incubo che abiterà le notti del mondo per i secoli a venire: il mostro di Frankenstein. 
Con un romanzo capace di illuminare gli abissi dell’inconscio come le vette della creatività, Anne Eekhout, autrice pluripremiata, ridà voce a una grande donna della letteratura e al suo tormento artistico e umano.

6 settembre 2022

Recensione IN ANTEPRIMA 'Il mistero di Anna' di Simona Lo Iacono - Neri Pozza


IL MISTERO DI ANNA ・ Simona Lo Iacono ・ Neri Pozza ・6 settembre 2020 ・160 pagine

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Siamo nel 1968. La piccola Anna Cannavò, di dieci anni, frequenta la quinta elementare a Siracusa. È una bambina poverissima. La famiglia vive ai margini della società. Eppure la piccola Anna non se ne accorge. È tutta protesa a carpire il mistero delle parole poetiche che sta impa - rando ad amare. Quando la maestra annuncia in classe che il ministero della Pubblica istruzione ha indetto un concorso e che il premio consiste nel trascorrere una intera settimana a Milano in compagnia di una famosa scrittrice, Anna Cannavò decide di partecipare. Il concorso consiste nello scrivere una lettera alla scrittrice raccontandole la propria giornata. La destinataria è Anna Maria Ortese. Con grande stupore di tutti la piccola Anna Cannavò viene selezionata e parte alla volta di Milano per trascorrere un’intera settimana con la «signora Anna». Arrivata a destinazione, però, la bambina avrà una grande sorpresa. Non c’è solo una signora Ortese, ma due: Anna e la sorella Maria. La piccola Anna si immette nel mondo delle due sorelle Ortese rompendo le solitudini di Anna Maria e accostandosi alla malattia degenerativa della sorella con tenerezza. 
Attraverso questa e altre storie intrecciate Simona Lo Iacono compie un altro viaggio dei suoi, di quelli che il pubblico in questi anni ha imparato ad amare: alla ricerca di un femminile che è talento e misura, forza e umiltà. Un romanzo che è soprattutto un ritratto nitido di una grandissima scrittrice, ma anche di una generazione e di un tempo perduto, malinconico e fiero.

12 luglio 2022

Recensione 'La gazza' di Elizabeth Day - Neri Pozza


LA GAZZA || Elizabeth Day || Neri Pozza || 21 giugno 2022 || 400 pagine



La porta grigia, i mattoni del colore delle nocciole tostate, la strada alberata e silenziosa per Londra, il quartiere ben frequentato: una casa perfetta per Marisa, illustratrice di libri per ragazzi, il rimedio a tutto ciò che nella sua vita chiede di essere riparato. Come lo è Jake, naturalmente, confortante come una pietra calda sul palmo della mano. Certo, quando la signora dell’agenzia immobiliare ha aperto la vetrata sul giardino, un uccello è volato dentro. Una gazza bianca e nera, che ha sbattuto contro le pareti prima di sfrecciare fuori, mandando in frantumi un vaso. Per Marisa, però, quell’apparizione improvvisa ha prodotto soltanto una lieve punta di disagio. Nessun segno infausto può offuscare il suo sogno di vivere con Jake e formare con lui una famiglia. Nei mesi successivi trascorsi in quella casa, la vita si svolge perciò, per la giovane illustratrice, come una vera e propria commedia romantica in cui le basta un semplice sguardo di Jake per capire che quell’uomo, cosí poco espansivo nei gesti e nelle parole, è la persona con cui condividere il resto dei suoi giorni. Finché un mattino arriva Kate, l’inquilina destinata a occupare la stanza di sopra, dato che i soldi non bastano mai. Bruna e disinvolta – l’esatto opposto di Marisa nell’aspetto –, trentaseienne critica cinematografica, Kate fa subito suo lo spazio comune della casa, abbandona le scarpe all’ingresso, si intrufola in ogni angolo, lascia lo spazzolino da denti accanto al loro anziché nel bagno di sopra, rivolge indelicate domande sul loro desiderio di avere un figlio, lancia sguardi insistiti a Jake. La sua invadenza si fa via via insopportabile per Marisa. Jake tenta di rassicurarla, ma nemmeno la notizia della sospirata gravidanza riesce a distogliere Marisa dalla sensazione sgradevole di avere un ospite ingrato in casa. Qualcosa non va in Kate: quella donna coltiva qualche oscuro disegno e non si fermerà finché non l’avrà realizzato. Dopo il successo de Il party, Elizabeth Day ritorna con un romanzo psicologico che ha ottenuto grande consenso di critica e di pubblico in Inghilterra. Un’opera che parla di maternità desiderata, di relazioni disfunzionali, dell’irreparabile danno del dolore, della realtà che prende la forma dell’ossessione. Con due voci narranti che si contendono la scena in un gioco di prospettive dal finale sorprendente.

21 dicembre 2021

Recensione 'Via col vento' di Margaret Mitchell - Neri Pozza

VIA COL VENTO || Margaret Mitchell || Neri Pozza || 30 gennaio 2020 || 1194 pagine

È il 1936 e un romanzo sudista vende negli Stati Uniti un milione di copie in sei mesi. Nel 1937 vince il Premio Pulitzer e nel 1939 diventa il più grande successo nella storia del cinema americano: è "Via col vento", uno dei più eclatanti casi editoriali mondiali. Opera pressoché unica di Margaret Mitchell, nata ad Atlanta nel 1900 e cresciuta ascoltando i racconti dei veterani della guerra di Secessione, Via col vento conquista i lettori di tutto il mondo grazie a una trama avvincente caratterizzata da colpi di scena, rovesci di fortuna e da un'appassionata storia d'amore; trama che portò i critici a parlare di Grande Romanzo Americano e a osare il paragone con Tolstoj. Ma a rendere straordinarie queste pagine è soprattutto l'anticonvenzionale protagonista: Scarlett O'Hara, la viziata e volubile ereditiera della grande piantagione di Tara, la quale, contando sulle sue sole forze, dovrà cavarsela mentre l'esercito nordista avanza in Georgia. A oltre ottant'anni dalla sua pubblicazione, Via col vento è considerato un intramontabile classico, al punto che anche chi non ha mai avuto il piacere di approcciarsi al romanzo ricorderà, grazie all'omonima versione cinematografica, una manciata di battute ormai divenute celebri: il «non soffrirò mai più la fame» pronunciata da Scarlett stringendo un pugno di terra; il «francamente me ne infischio» sul finale, e la stizza e la speranza di «domani è un altro giorno». Con il presente volume viene riproposta l'edizione integrale in una nuova traduzione che punta non solo a ripristinare la versione originale del romanzo, ma anche a rinnovare la traduzione italiana del 1937, oggi terribilmente agée poiché vittima dell'autarchia linguistica imposta dal fascismo. Seguendo il costume dei nostri tempi, la nuova traduzione lascia in originale i nomi di personaggi, di istituzioni e i toponimi, e utilizza termini stranieri ormai ampiamente diffusi in italiano. Soprattutto, introduce un radicale e importante cambiamento nel modo di parlare degli schiavi, che, nelle traduzioni italiane precedenti, sia del romanzo sia del film, sfiorava il grottesco. In questo modo, i lettori di oggi potranno godere appieno di ogni sfumatura di un romanzo leggendario che dalla sua pubblicazione non ha mai smesso di appassionare e conquistare nuove generazioni.

30 novembre 2021

Recensione 'Loro' di Roberto Cotroneo - Neri Pozza

LORO || Roberto Cotroneo || Neri Pozza || 3 giugno 2021 || 192 pagine

Può il memoriale di una giovane donna sconvolgere a tal punto, da turbare persino coloro che si avventurano abitualmente nei recessi più oscuri della mente? È quanto accade in queste pagine, nelle quali Margherita B. narra dei fatti accaduti nel 2018, quando prende servizio, stando alle sue parole, come istitutrice presso una famiglia aristocratica, gli Ordelaffi, in una magnifica villa progettata da un celebre architetto alle porte di Roma: la casa di vetro. Il compito che le viene affidato è prendersi cura delle gemelline Lucrezia e Lavinia. Nella casa di vetro, tutto sembra meraviglioso quell’estate. Ogni cosa è scelta con gusto, con garbo, con dedizione. Le gemelle, identiche, sono una meraviglia di educazione e di talento. Lucrezia ama il pianoforte, Lavinia l’equitazione. Ma pochi giorni dopo l’arrivo di Margherita cominciano a rivelarsi presenze terrificanti. Sono loro, dicono le bambine, gli antichi ospiti della casa, tornati per riportare in luce l’orrore. "Loro" rivisita le ossessioni che da anni segnano la narrativa di Roberto Cotroneo: il tema della verità e dell’ambiguità, del bene e del male, della violenza, del sacro e della felicità, quando brucia fino a farsi cenere. Le sue pagine, oscure e strazianti, si muovono per territori sinistri, e indagano soprattutto quella terra di nessuno che è la nostra mente. Un romanzo che, nel suo finale del tutto imprevedibile, è un omaggio alla grande letteratura e, nello stesso tempo, un racconto nitido che si muove dentro uno scenario torbido e sa guardare oltre l’ignoto. Alla fine, a prevalere saranno il fallimento di ogni ragione e il trionfo di un mondo che non è di questo mondo. Perché, come ha scritto Nietzsche: «quando scruterai in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te».

2 novembre 2021

Recensione 'Le stanze buie' di Francesca Diotallevi - Neri Pozza

 

LE STANZE BUIE || Francesca Diotallevi || Neri Pozza || 204 pagine || 14 ottobre 2021

Si possono coltivare le passioni in un tempo ingeneroso? Qualcosa di torbido e inesprimibile affiora alla superficie di questo romanzo. Ed è indefinito, difficilmente afferrabile eppure persistente, come il profumo che porta addosso Lucilla Flores, protagonista di questa storia fosca e al tempo stesso delicata e malinconica. Francesca Diotallevi, con una capacità di raccontare fuori dal comune, ci porta in una piccola provincia del Piemonte della seconda metà dell’Ottocento, dentro la casa di un aristocratico dedito a vigneti e poco d’altro. Dove la servitù inganna il tempo di un lavoro sempre uguale con qualche ingenuo pettegolezzo, e dove arriva a servizio un maggiordomo che prende il posto del vecchio zio appena scomparso.
Ma nessun dio oscuro e severo sarebbe stato capace di tanto dolore e di tanta ingiustizia: verso una bimba innocente, e verso la moglie del conte, Lucilla, una donna con il volto «velato di oscurità», smarrita dentro un segreto che non le si addice, che non dovrebbe appartenerle, lei, la creatura più lieve, sospesa e innocente che si possa immaginare. Le stanze buie è una dichiarazione d’amore alle passioni, alla poesia, alla bellezza della natura, a quel femminile che ci meraviglia ogni volta che si rivela a noi. La storia di un amore negato, la prepotenza di un mondo chiuso e meschino, capace soltanto di nascondere, di reprimere, di lasciare che esistenze intere si lascino coprire dalla polvere della storia senza riscatto e senza futuro.
Tra queste stanze ferite dal pregiudizio e dall’indifferenza, Francesca Diotallevi trova, però, una luce e una delicatezza quasi preraffaelita e in questo contrasto affila una lama che taglia sempre perfettamente. E mostra che la felicità non è nelle cose del mondo, se il tempo è ostile.

18 ottobre 2021

Recensione 'La famiglia del piano di sopra' di Lisa Jewell - Neri Pozza

 

LA FAMIGLIA DEL PIANO DI SOPRA || Lisa Jewell || Neri Pozza || 22 luglio 2021 || 336 pagine

Cheyne Walk è una delle strade più eleganti di Chelsea, il quartiere in cui vive la buona società londinese. I suoi appartamenti, tuttavia, non sono soltanto la quinta di una vita ricca e spensierata, ma costituiscono a volte anche il teatro di raccapriccianti ritrovamenti. Come quello che si spalancò davanti agli occhi degli agenti di polizia accorsi al numero 16 di Cheyne Walk, dopo una telefonata anonima che segnalava un possibile triplice suicidio. Sul pavimento della cucina giacevano i corpi dei coniugi Martina e Henry Lamb e di un terzo uomo non identificato. In una camera al primo piano, c’era una bambina di circa dieci mesi in buone condizioni di salute, con una zampa di coniglio sotto la copertina della culla. Stando alle dichiarazioni dei vicini, da alcuni anni in quella casa abitavano molti bambini e diversi adulti, tutti misteriosamente svaniti nel nulla, compresi i due figli maggiori dei Lamb. Una vicenda di cronaca nera irrimediabilmente consegnata al passato per Scotland Yard, una ferita tragicamente riaperta per Libby, ovvero Serenity Lamb, la bambina che venticinque anni prima era stata adottata dai signori Jones, diventando Libby Jones. La giovane donna ha ereditato la casa di Cheyne Walk e, con lei, il suo spaventoso passato, un passato fatto di indagini senza sbocco, tracce di sangue e DNA sconosciuti, messaggi e strane scritte sui muri, pannelli segreti e un orto di piante officinali, alcune delle quali erano state usate per il palese suicidio collettivo dei suoi genitori. Cos’è accaduto davvero tra quelle mura? Che fine hanno fatto gli altri abitanti della casa di Chelsea? E, soprattutto, in che modo quei drammatici eventi hanno a che fare con gli strani rumori che Libby sente provenire dal piano di sopra, benché sia certa di essere sola in quella strana e tetra dimora?

13 maggio 2021

Recensione 'L'incantatrice dei numeri' di Jennifer Chiaverini - Neri Pozza


L'INCANTATRICE DEI NUMERI || Jennifer Chiaverini || Neri Pozza || 25 luglio 2019 || 527 pagine

Londra, 1815. È una fredda alba invernale, quando Lady Annabella Noel Milbanke, moglie di George Gordon, sesto barone di Byron, il poeta idolatrato da molti e detestato da altri quale «sinistro rappresentante della corrotta società londinese», si reca nella nursery dove dorme Ada, la figlia nata soltanto da sette mesi. In silenzio, afferra la piccola, la imbacucca contro il freddo e la stringe a sé, per raggiungere insieme la carrozza che le attende in giardino. A tarda sera, madre e figlia sono a Kirkby Mallory, nel Leicestershire, nella tenuta ereditata dai Noel Milbanke, lontano dall’elegante dimora di Piccadilly Terrace, dove la giovane nobildonna ha vissuto accanto a un uomo tanto geniale quanto sadico e crudele. Lady e Lord Noel Milbanke, i genitori di Annabella, si industriano subito per una tacita separazione legale della figlia dall’illustre poeta. La pubblicazione, però, da parte di Byron, di due poesie sulla separazione, Addio del poeta a sua moglie e Saggio satirico, rende la vicenda pubblica suscitando grande scandalo nella società londinese. Determinata a tenere lontana dalla figura e dal mondo del padre la piccola Ada, Annabella bandisce fiabe e fantasia dall’infanzia della figlia, e le offre un’educazione rigorosa fondata sulla matematica e la scienza. Qualsiasi stimolante scintilla di immaginazione – o peggio ancora, passione o poesia – viene prontamente estinta. Ada cresce, perciò, mostrando una sorprendente attitudine per la matematica e lo studio di tutto ciò che è meccanico. Un talento che, nel 1833, durante un ricevimento a casa di Richard Copley, la porta a fare la conoscenza di Charles Babbage, inventore della macchina differenziale. Ada rimane affascinata dall’universalità delle idee dell’uomo. Anche Babbage resta, tuttavia, colpito dall’intelligenza di Adae dalle sue abilità matematiche. La chiama «l’Incantatrice dei numeri» e la introduce in un mondo dove il genio viene celebrato e l’immaginazione incoraggiata, e non guardata con paura, come un incendio da spegnere prima che distrugga l’intero villaggio. Jennifer Chiaverini rende un sentito omaggio a una delle pioniere dell’informatica, una donna visionaria che ha lottato per la propria indipendenza e il riconoscimento delle proprie idee.


5 maggio 2021

Recensione 'La tigre di Noto' di Simona Lo Iacono - Neri Pozza


LA TIGRE DI NOTO || Simona Lo Iacono || Neri Pozza || 29 aprile 2020 || 170 pagine

Questo romanzo narra di Anna Maria Ciccone, una donna e una scienziata che visse in un’epoca che le fu ostile, un tempo di ostinati pregiudizi e barbarie totalitarie. Nata a Noto nel 1891, partì dalla sua Sicilia e arrivò a Pisa poco prima che scoppiasse la Grande Guerra per studiare fisica: unica donna del suo corso. Insegnò alla Normale e seguì per un’intera vita le traiettorie e le intermittenze della luce, perché la spettrometria era l’oggetto dei suoi studi. Studi che ebbero una vasta risonanza persino nel campo della nascente meccanica quantistica molecolare. Oggi diremmo che si impose in un mondo maschile. Ed è certamente vero. Oggi parleremmo della sua passione, della sua forza e del suo coraggio nel riuscire a salvare, nel 1944, i testi ebraici della biblioteca dell’università di Pisa dai nazisti che volevano requisirli e poi distruggerli. La sua figura non è riconducibile, tuttavia, soltanto alle sue pionieristiche ricerche o alle sue impavide azioni. Con uno sguardo che attraversa il suo tempo, Simona Lo Iacono ritrae la vita di una donna capace di affermare in ogni ambito dell’esistenza la forza della sua fragilità. Ne esce un romanzo che non si lascia definire, che ci costringe a convivere con una nostalgia tenace, il racconto di una geniale fisica e matematica che seppe mostrarsi al mondo con la compostezza e il pudore di chi, nel buio dell’universo, cerca di guadagnare sempre, con fede ostinata, un piccolo bagliore di conoscenza. Perché, parafrasando Goethe, è proprio quando le ombre sono più nere che riusciamo a scoprire il potere della luce.