Recensione 'Ti telefono stasera' di Lorenzo Marone: ironia, emozioni e amore imperfetto
TI TELEFONO STASERA
Lorenzo Marone
Feltrinelli
246 pagine
4 novembre 2025
Giò Coppola ha cinquant’anni, per lavoro legge delle poco affidabili previsioni meteo e ha una vita sentimentale che assomiglia a una giostra. Ma la vera rivoluzione arriva quando l’ex moglie parte per lavorare un anno all’estero e lui si ritrova, dopo tanto tempo, a vivere con suo figlio: Duccio, nove anni, un concentrato di domande scomode e innocente saggezza. Con lui, Giò ha sempre avuto un rapporto che definisce minimalista, ma adesso, tra risvegli caotici, pranzi improvvisati e compiti di matematica che sfidano la logica, scopre il bello – e il difficile – di essere un padre a tempo pieno. Ma non è solo, intorno a lui si muove un cast di personaggi straordinari e strampalati: sua madre, sempre pronta a dispensare consigli non richiesti, e il padre, che parla poco ma, quando lo fa, lascia il segno. La sorella minore Lulù, con due matrimoni falliti alle spalle e un adolescente da crescere, che si è rifugiata in casa con la sua gatta Mafalda, amante dei talent show. E poi c’è Paco Meraviglia, l’amico di sempre, ottimista irriducibile e padre modello, innamorato della vita e delle persone, in perpetua ricerca dell’amore puro ed eterno, convinto che i genitori compiano gesti eroici ogni giorno. "Ti telefono stasera" è l’ironico e tenero racconto di una famiglia attualissima – con le sue complicazioni, il caos e l’invincibile voglia di far prevalere la fantasia – e di un rapporto tra padre e figlio di cui Lorenzo Marone illumina con sguardo partecipe fragilità e slanci temerari, paure e desideri. E attraverso la bellezza dell’imperfezione restituisce un nuovo, profondo significato all’essere padre oggi. Perché, forse, crescere un figlio è la più grande avventura di tutte. Pensavo: forse vivere è questo, un gesto ogni tanto, che ferma il tempo, un istante di affetto, un pomeriggio che nessuno racconterà, ma che resta inciso da qualche parte.
☁️ Previsioni del cuore: alta pressione emotiva con piogge improvvise di lacrime (e sorrisi)
Ci sono romanzi che arrivano piano, con la leggerezza di una chiamata dimenticata, e poi ti restano addosso come una voce che non smette di risuonare.
Ti telefono stasera è uno di questi. Qui Lorenzo Marone riporta in vita Daria, la protagonista del suo primo romanzo, in una riscrittura matura, dolce-amara e più che mai umana.
Il protagonista, Giobatta Coppola, detto Giò, è un uomo che legge le previsioni del tempo in tv. Un lavoro curioso, se ci pensate: raccontare il futuro atmosferico mentre la tua vita è bloccata in un presente tiepido.
È separato, vive a metà tra le sue abitudini e i sensi di colpa e affronta la paternità come si affrontano i temporali estivi: senza ombrello, ma con una vaga speranza che passi in fretta.
Poi succede: l'ex moglie parte per lavoro e lui si ritrova solo con Duccio, dieci anni, entusiasmo contagioso e la capacità tutta infantile di smontarti le certezze con una domanda innocente.
E così Giò scopre che la vita non si può prevedere come il meteo, ma si può imparare a stare sotto la pioggia e a ridere anche da bagnati fradici.
☔️ Di padri, di figli e altre catastrofi
Lorenzo Marone non scrive di eroi. Scrive di persone: quelle che bruciano la cena, dimenticano le riunioni scolastiche e amano in modo sghembo, ma sincero. E in questa normalità fa nascere la magia!
Giò non è un padre modello, è un padre vero. Stanco, ironico, imperfetto. Ma proprio in quell'imperfezione si nasconde la bellezza di un amore reale.
Ci sono pagine in cui si ride di gusto - quando Duccio lo mette in crisi con la logica spietata dei bambini - e pagine in cui la risata si strozza, perché riconosci la solitudine, il dubbio, la paura di non essere abbastanza.
Marone scrive come chi conosce le crepe delle persone, ma invece di riempirle con la retorica, le illumina con la tenerezza.
E ogni errore di Giò diventa un passo in più verso qualcosa che assomiglia a una redenzione quotidiana.
🌦️ La famiglia secondo Marone: un circo di affetti disordinati (e bellissimi)
Attorno a Giò ruota un microcosmo di personaggi irresistibili: la madre onnipresente, il padre taciturno, la sorella Lulù, pasticciona ma dal cuore gigante, e l'amico Paco Meraviglia, filosofo da bar e guru della sopravvivenza emotiva.
Sono figure buffe, affettuose, imperfette. Sono, in una parola, famiglia.
E come sempre, Marone le racconta con quella grazia napoletana che trasforma il quotidiano in poesia: un po' ironia, un po' malinconia, zero giudizi.
Non ci sono lezioni di vita, solo la vita che scorre, con le sue piccoli catastrofi e la sua capacità infinita di ricominciare.
🧑🧑🧒 Il microcosmo imperfetto di Marone
In Ti telefono stasera, Marone non crea eroi, ma persone vere, con difetti, fragilità e un'irresistibile umanità. Giobatta, detto Giò, è un padre imperfetto, stanco e pasticcione, ma proprio per questo adorabile. Duccio, suo figlio, è un piccolo terremoto di logica ed entusiasmo, capace di mettere in crisi ogni certezza di Giò con innocenza devastante.
Lulù, la sorella di Giò, combina pasticci ma con un cuore gigante, mentre Paco Meraviglia, filosofo da bar, offre consigli geniali e surreali allo stesso tempo.
E Mafalda, madre di Giò, onnipresente e affettuosa, contribuisce a rendere il microcosmo famigliare una piccola commedia di affetti imperfetti, pastrocchi e abbracci sinceri.
Ogni personaggio aggiunge colore, ironia e tenerezza alla storia, rendendo il romanzo una lettura non solo emozionante ma anche straordinariamente umana.
💬 "Ti telefono stasera": una frase che suona come un abbraccio mancato
Il titolo è una pugnalata gentile.
Ti telefono stasera è una di quelle frasi che diciamo per sentirci ancora vicini, anche quando la distanza è incolmabile.
Nel romanzo diventa un mantra dell'affetto goffo, quello che non sa trovare le parole giuste ma ci prova lo stesso.
È la promessa di un padre a suo figlio, ma anche la promessa che facciamo ogni giorno a chi amiamo: non so come dirlo, ma ci sono.
E Marone, con la sua penna limpida e piena di eleganza, ci ricorda che a volte basta una telefonata, anche solo pensata, per tenere insieme i pezzi del cuore.
🌈 Marone, ovvero la leggerezza che salva
C'è un'arte sottile nel raccontare la vita con ironia senza scivolare nella banalità e Marone la padroneggia con eleganza.
Ogni dialogo, ogni gesto, ogni piccola scena domestica diventa occasione per riflettere - e sorridere- su ciò che davvero conta.
In Ti telefono stasera, l'ironia non è mai fine a sé stessa: è un modo per sopravvivere, per guardare in faccia le mancanze e trasformarle in amore.
C'è una malinconia che non pesa ma accarezza, un dolore che non schiaccia ma accompagna. E c'è quella Napoli che non è mai solo uno sfondo, ma una voce che sussurra nei silenzi.
Marone non giudica i suoi personaggi: li osserva, li ascolta, li lascia sbagliare con la stessa tenerezza con cui un padre lascia il figlio cadere per imparare a camminare.
E quando chiudi il libro, non ti senti spettatore: ti senti parte della storia, con la voglia di mandare un messaggio, una chiamata, un "ci sentiamo dopo" che non è più solo abitudine, ma cura.
☕️ Conclusione: il meteo del cuore
Quando arrivi all'ultima pagina, resti lì, in silenzio.
Hai riso, hai pianto, ti sei riconosciuta.
E capisci che Ti telefono stasera non è solo un romanzo: è una carezza.
Marone firma uno dei suoi libri più maturi e più belli, un elogio dell'imperfezione e dell'amore che resiste ai giorni storti.
E ti lascia con una verità semplice ma potente: ci sono voci che non servono per parlare, servono per restare.
Ecco, Lorenzo: tu resta pure. Ti leggiamo volentieri. Anche domani. Anche stasera.
È per libri così che amo leggere!




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