IL MIO NOME È LILY || Erin Stewart || Garzanti || 9 maggio 2023 || 370 pagine
Vi ricordate quando sproloquiavamo di Instagram e dell'avvento dei Bookstagrammer? Discorsi iniziati nel vetusto 2017 e che, nel tempo, avevano portato noi BookBlogger di lunga data a urlare: "Non chiamateci Bookstagrammer!". Ebbene, oggi parliamo di un fenomeno nuovo... i BookToker!
Mettiamoci subito in chiaro una cosa: NON CHIAMATEMI BOOKTER! E ve lo dico con cognizione di causa, perché qualche giorno fa c'è stata una persona che ha osato farlo (tranquilli, è ancora viva... il respiratore al quale è attaccata funziona benissimo!).
Chi sono i o le BookToker? Innanzitutto, partiamo col dire che si tratta, molto spesso, di persone giovanissime; l'età media dei lettori del BookTok oscilla tra i 12 (sì, dodici, avete letto bene... li riconoscete perché sono quelli col biberon!) e i 20/22 anni al massimo.
Negli ultimi mesi hanno iniziato a fare capolino anche quelle del reparto geriatrico nel quale viviamo io e la Bacci, ma, insomma, siamo una netta minoranza e, solitamente, ci portiamo appresso quelle persone che ci hanno scoperte col blog, seguite su Instagram e adesso, povere loro (vi vogliamo bene, sappiatelo!), si sono rassegnate a scaricare TikTok perché era più semplice quello che pagarci la terapia!
Quali caratteristiche bisogna avere per essere un BookToker? Personalmente, credo che la caratteristica più importante sia non capire una beata minchia di libri. Ma come? Parlano di libri e non capiscono niente? Eh sì, cari miei ottuagenari che passate da qui! Noi che siamo abituati a sbirciare in libreria, sfogliare, soppesare, valutare, chiedere consigli ad amici, parenti, conoscenti, case libri auto viaggi e fogli di giornale... Noi che da mesi, ormai, ci crucciamo all'urlo di: "I libri nuovi fanno tutti schifo!", davanti a ciò che circola nel BookTok potremmo restarci secchi!
I BookToker leggono quattro libri in croce, sempre quelli, solo quelli. Non conoscono nient'altro al di fuori de "La canzone di Achille", "Il fabbricante di lacrime", "Una vita come tante", la Hoover, la Maas e pochi altri che io, quando li vedo in libreria, ho un attacco di orticaria!
I generi supremi che imperversano nel BookTok sono fantasy e romance e regina incontrastata è quella che le poppanti col biberon chiamano zia Felicia (sì, lei, quella là), che viene idolatrata manco fosse Dante e che se qualcuno osa criticare, apriti cielo, che le fiamme dell'inferno lo avvolgano per l'eternità!
Quindi, prima caratteristica: avere una visione limitata di generi letterari e titoli da leggere. Ma andiamo avanti!
Cosa fa di una persona un BookToker? Ebbene qui ci sono dei segni distintivi ben precisi e se non li avete tutti non potrete mai essere un BookToker che si rispetti!
Pronti? Prendete nota!
- I BookToker sfogliano i libri. Per minuti interi... sfogliano sfogliano sfogliano... Se avete culo, se non morirete prima, potreste anche scoprire di che libro si tratti. Ma nella maggior parte dei casi non lo saprete mai o perché lo stron... il BookToker ha in mano un'anteprima e non ve lo farà vedere o perché è un'incapace, ha calcolato male i tempi e il video si conclude a 2 secondi netti dalla soluzione del mistero. Voi, per stare sicuri, passate oltre sin da subito!
- La quantità di letture mensili. Dote fondamentale per essere un BookToker che si rispetti è quella di leggere almeno 25 libri al mese, altrimenti non siete nessuno! Volete mangiare, uscire con gli amici, studiare, lavorare, andare a fare la spesa, vi scappa la pipì? Male. Malissimo! Dovete leggere, leggere senza sosta. Dovete essere quelli che leggono più di tutti, quelli che a fine mese fanno il wrap-up (che no, non è un panino del McDonald's!) e hanno a fianco una pila di libri alta più della Scialletta Alta (ed è tanto alta la Scialletta Alta!).
- Quanti segnapagina usate? Sono pochi! Siete pezzenti! Terza regola fondamentale del BookToker che si rispetti è l'uso smodato di segnapagina, spesso in palette con la copertina dei libri o con l'arredamento di casa (e voi che volevate pagare la terapia a me e alla Bacci!). Un libro non viene ritenuto degno di considerazione se non viene riempito di segnapagina, sottolineature, evidenziature, appunti sui margini. Volete sapere una cosa? Secondo me i segnapagina li mettono a caso... tanto chi volete che controlli?
- Le librerie devono essere "aesthetic". Che vuol dire? Che tutte le BookToker hanno librerie alte (pensate che risate ci faremmo con Lallina!), rigorosamente bianche (spesso si tratta di Billy Ikea, la peggior libreria che io abbia mai visto, quella con le mensole che fanno pancia al terzo libro che ci poggiate su!), possibilmente angolari o comunque lunghe per l'intera parete e nelle quali i libri sono disposti in rigoroso ordine estetico (per saga, per colore delle coste, per altezza...). Se non avete una libreria così, siete poracce e non potrete mai far parte del mondo dei BookToker!
- La poltrona Strandmon. A libreria esteticamente perfetta deve seguire una poltrona da lettore. Vincitrice suprema in quel del BookTok è la poltrona Ikea Strandmon. Se mi seguite da un po', saprete sicuramente di cosa io stia parlando, visto che è quella poltrona dalla quale spesso vi parlo, quella rossa, avete presente? Pensate che io la ho da ormai tre anni! Perché sono una BookToker che si rispetti? No, perché sono anziana e quella regge bene la cervicale! Anche in fatto di colori c'è una precisa etichetta da seguire, infatti i BookToker tendono a preferire il grigio con qualche concessione al giallo. Io sono blogger e l'ho voluta rossa!
- Le dirette. Col culo sulla Strandmon e la libreria perfetta alle spalle, i BookToker ci deliziano con le loro dirette di lettura. Di che si tratta? Di gente che piazza il telefono sul cavalletto (che nel frattempo si fonde sotto al bollore della batteria!) e avvia una diretta nella quale si vede il BookToker leggere. E poi? E poi basta. Lui sta lì, comodo comodo, a leggere il suo libro, ricordandosi, si spera, che sta in diretta, quindi è il caso di evitare scaccolamenti e pulizie varie di parti del corpo solitamente nascoste alla vista dei più! Non cercate un senso, perché un senso non c'è (l'aveva capito già Vasco all'alba dei tempi!).
- I trend. Alcuni sono davvero carini e si basano su audio fatti da una persona che poi vengono ripresi da altri e che, spesso, servono a far conoscere libri sconosciuti ai più. E tutto sarebbe bello bellissimo se ci si fermasse a questi trend. Ma i BookToker sono gente strana e lanciano mode che, benedetto il cielo che ci sta sopra la testa, fanno venire voglia di trovarli tutti, uno per uno, e ucciderli a colpi di libri! I primi sono stati i video ASMR (non è un colpo di tosse, ma un acronimo) che consistono in spacchettamenti senza musica o parlato di sottofondo, ma con dieci unghie (rigorosamente smaltate) che ticchettano sulla scatola prima e sulla copertina del libro dopo. Ve lo dico cosa auguriamo tutte noi a chi fa questo tipo di video? Meglio di no ché gli avvocati costano e Loredana non trova Giuseppi!
- Trend numero due: NON ACCETTO CRITICHE sui libri che ho amato di più. Segue video in cui si mostrano cinque o sei libri che si sono amati alla follia e sui quali, dice il BookToker, non accetta nessun tipo di critica. Ok, bello, quindi che vuoi da me? Che ti scriva che anche io ho amato quei libri? Perché altro non posso fare! Qual è lo scopo di questo video? Farmi sapere che hai pianto tanto quando Achille ti ha parlato dei piedi di Patroclo? E sticazzi!
- Trend numero tre: i libri impacchettati. Questo è anche abbastanza recente e consiste nell'impacchettare tuuuuuutti i libri che si hanno ancora da leggere (le sento le risate delle amiche mie che sanno benissimo quale talento io abbia quando si tratta di impacchettare!). Quindi, il BookToker si arma di carta (da pacchi, di giornale, carta regalo, carta forno, gli involucri unti del Burger King...) e passa ore a incartare tutti i libri che giacciono in attesa nella sua libreria esteticamente perfetta. E poi che fa? Qui ci sono due scuole di pensiero: le più "sane" di mente pescano a caso, spacchettano e iniziano a leggere il libro; le psicopatiche livello pro, invece, mettono un numero su ogni pacchetto, poi in un barattolo inseriscono tanti bigliettini numerati quanti sono i libri e pescano di volta in volta. Che poi tra quel marasma di carta sprecata per impacchettare ci siano anche decine di libri ricevuti dalle Case Editrici, son dettagli!
- Le recensioni. La recensione del BookToker è un mondo a sé fatto di "l'ho amato tantissimo", "mi sta piacendo un sacco", "ho pianto pure l'acqua del battesimo". Argomentazioni, spiegazioni, motivazioni (tutto in ioni!) sono ritenute superflue da chi frequenta il BookTok, ma guai GUAI a non far sapere se un libro sia Spicy! Punto fondamentale sul quale si erge l'etica del BookToker è il livello di piccantezza di un libro. Non trombano? Il libro vale zero! Trombano poco? Via di Viagra!
Ecco, lettori miei cari, giovani e anziani che passate di qui alla ricerca di spunti di lettura e sapete di trovare recensioni sproloquianti ma che, sia lode, vi spiegano cosa troverete in un libro! Ecco, dicevo, questo è il perfetto decalogo del perfetto BookToker, un mondo nuovo, strano, nel quale le polemiche e le litigate che si scatenano sono tali che le litigate che si facevano su Instagram sembrano il battesimo di Gesù in quanto a pacatezza dei toni!
Io, ormai lo sapete, TikTok lo uso da parecchio tempo (credo di averlo scaricato nel pieno della pandemia) e lo adoro, mi ci diverto un sacco, maaaaaa... non frequento gente che parli di libri, non guardo video che parlino di libri, se, malauguratamente, l'algoritmo sta in dopo-sbronza e prova a propormi un video di qualche BookToker, gli ricordo immediatamente che no, io con quella gente lì non voglio averci a che fare! E lui, bravo bravo, sicuramente molto più bravo dell'algoritmo di Instagram, fa spallucce, mi dice di averci provato e lascia perdere, tornando a propormi video di Giuseppi, di cani cretini (come se non bastasse il mio!) e ricette di pizza!
Non so che rapporto abbiate voi con quello che viene riconosciuto come il social dei giovani, non so se lo frequentiate, utilizziate, se ogni tanto sbirciate anche solo per curiosità. A me spiace molto dovermi rendere conto di quanto Instagram avesse abbassato il livello del mondo dei libri, ma credo proprio di dover ammettere che TikTok abbia dato la mazzata finale.
Qualunque sia il vostro parere in merito a questo social, però, ricordate una cosa: non chiamatemi BookToker!
TI PRENDO E TI PORTO VIA || Niccolò Ammaniti || Mondadori || 452 pagine || 17 giugno 2014
A Ischiano Scalo il mare c'è ma non si vede. In questa periferica maremma di paludi e zanzare, di bar e casette affacciate sul nulla di una strada provinciale si svolgono due storie d'amore. Pietro e Gloria sono due ragazzini. Lei è figlia di un direttore di banca, è sveglia, bella e sicura di sé. Lui è figlio di un pastore psicopatico, è introverso, sognatore, e la vittima preferita dei bulli del paese. Graziano Biglia è tornato a Ischiano, con la sua fama di chitarrista sciupafemmine e il cuore spezzato da una cubista. Qui conosce la professoressa Flora Palmieri, una donna sola e misteriosa che ha rinunciato alla propria vita per prendersi cura della madre. E tra i due, in apparenza lontani come i pianeti di due galassie, nasce un'attrazione. Una folla di creature strambe e grottesche si muove attorno ai protagonisti, come nella scia di un vento elettrico e vorticoso.
"Ma fusse che fussimo tutte sceme?". Questa è la domanda che imperversa, ultimamente, nei pensieri di noi lettrici quando parliamo di nuove pubblicazioni.
E perché ci diamo delle sceme? Perché abbiamo deciso di metterci a dieta quando è già maggio? Perché abbiamo comprato l'ennesimo paio di scarpe con 12 centimetri di tacco che tanto non metteremo mai? No, facile facile: perché siamo andate in libreria, gioiose come gazzelle libere in un prato, abbiamo arraffato uno-due-tre-quattro libri freschi freschi di stampa (crepi l'avarizia!) e siamo tornate a casa col nostro bottino, pronte a tuffarci tra quelle pagine, a emozionarci, a scoprire nuove storie, a innamorarci di personaggi che entreranno per sempre nella nostra storia di lettrici perennemente innamorate di un settantenne partorito dalla mente di uno scrittore (ciao, Cesare Annunziata, no, non ti ho ancora dimenticato!).
Peccato che quello scrittore tanto amato o quella Casa Editrice di cui ci siamo sempre fidate o, ancora, quella sinossi che sembrava promettere una storia indimenticabile, ci abbiano miseramente tradito, sì, persino più di quel tacco 12 che in negozio sembrava tanto tanto comodo e che, invece, alla prima uscita abbiamo sostituito col solito paio di Adidas che, diciamocelo, alla fin fine sono come il nero e stanno bene su tutto!
Ma cosa sta succedendo al mondo dell'editoria? È una domanda, questa, che ormai da mesi imperversa sulla bocca di tutti quei lettori che non si cibano di romance o di fantasy, due generi che, invece, paiono godere di un momento d'oro vista la quantità di pubblicazioni (e la bocca buona di chi li legge!).
Domanda che ha avuto un'impennata di disdegno nel momento in cui vi ho raccontato di aver ricevuto dei due di picche da un paio di case editrici che, parole loro, non volevano rischiare delle recensioni negative.
Tra i vari commenti che avete fatto, quello più gettonato è stato sicuramente: "Si facessero due domande sulla qualità dei loro libri".
Al di là di quali siano le Case Editrici in questione, è sotto gli occhi di tutti noi lettori forti quanto il livello delle nuove pubblicazioni abbia intrapreso una discesa verso gli inferi che pare non conoscere ritorno.
Io stessa, scorrendo i libri letti in questi primi cinque mesi del 2023, mi rendo conto di aver dato 5 stelle a tre sole letture (quando questo articolo viene pubblicato, sono giunta alla mia ventottesima lettura dell'anno); e di queste tre, ben due sono pubblicazioni un po' datate, tra cui Blackwater, pubblicato addirittura negli anni Ottanta!
Inizialmente pensavo di essere diventata schizzinosa, di aver fagocitato talmente tanti libri da non riuscire più a trovare soddisfazione tra le pagine di quello che, potenzialmente, avrebbe potuto essere un bel libro.
Fortunatamente ci siete voi e quella cosa meravigliosa che si chiama confronto ed ecco che, tra una chiacchiera e l'altra, mi sono resa conto che siamo tutte sulla stessa barca... una barca che sta decisamente incamerando acqua.
Le ipotesi formulate sono state varie, ma le due più gettonate puntano sulla quantità di pubblicazioni e sull'abbassamento culturale della nostra società.
Sapevate che in Italia si pubblicano circa otto libri ogni ora? 164 titoli al giorno. In un Paese nel quale i lettori forti sono considerati coloro che leggono 12 libri l'anno, praticamente uno al mese, l'editoria tira fuori più o meno 60 mila titoli l'anno. Va da sé che loro per primi non pratichino quasi alcun tipo di selezione.
Come potremmo, quindi, farla noi lettori quella selezione necessaria a non incappare in delle fregature pazzesche?
Eliminati i libri degli influencer, quelli dei generi che proprio non ci attraggono, quelli che la blogger di cui ci fidiamo (o l'amica, la sorella, la cognata...) ci hanno sconsigliato vivamente, il nostro occhio pesca nel mucchio e la prima cosa da cui viene attratto è la copertina.
Ed ecco che salta fuori una delle vostre risposte che urla: "Le copertine sono orrende". Soprassiedo sulla lucidità specchiata di certe copertine che tanti santi fanno elencare a noi che dobbiamo fotografarle, c'è da dire che ultimamente, salvo una certa Casa Editrice che si distingue più per la bellezza delle proprie copertine che non per la qualità delle pubblicazioni (ciao Oscarvò), tra gli scaffali delle librerie c'è della roba che vien voglia di nascondere bene bene quando la si porta a casa. Adesso, vero è che l'abito non fa il monaco, ma si dice che anche l'occhio voglia la sua parte!
Chiusi gli occhi (bendati proprio!) sulle copertine, noi lettori passiamo alla sinossi... che ultimamente pare scritta da Pinocchio! Ditemi, quante volte avete acquistato un libro perché vi attirava la quarta di copertina e poi vi siete ritrovati a leggere una storia completamente diversa? Inizio io: almeno 8 su 10!
Ormai le sinossi sono scritte per attrarre fregare il lettore, per illuderlo, per fargli credere di avere tra le mani la storia di Andrea e Giuliano che, in un giorno di pioggia, incontrano Licia (beh! Visto che cosa tiro fuori dal cilindro?) e, invece, una volta iniziata la lettura si scopre che Licia vive su un'isola dei Caraibi e ha una storia con Jack Sparrow al quale frega sempre tutto il rum!
E noi stiamo lì a chiederci come abbia fatto Licia a incontrare Andrea e Giuliano, se l'isola è deserta!
Insomma, la fregatura pare essere addobbata a dovere, quasi le Case Editrici si divertano a prenderci in giro, a sentirci mugugnare e, nel caso di noi blogger, a servirci su un vassoio d'argento le recensioni negative da scrivere... salvo poi lamentarsi quando lo facciamo!
Il secondo argomento sul quale molte di voi si sono concentrate è l'abbassamento del livello culturale delle nuove generazioni. Lungi da noi generalizzare, ma certo è che se le Case Editrici si concentrano su certi generi e su certe storie è perché quei generi e quelle storie vendono molto.
La conseguenza deleteria, però, è che quel livello di qualità sta prendendo piede su qualunque tipo di pubblicazione, quindi anche quelli che prima erano romanzi sui quali ci buttavamo con una certa sicumera o autori che avremmo comprato a scatola chiusa, sicuri di trovare una storia che ci avrebbe emozionati, adesso vengono livellati verso il basso, così da risultare appetibili più alla massa che non a chi cerca un prodotto di qualità.
C'è una soluzione a questo declino dell'editoria italiana? Molti di voi mi hanno scritto di prediligere autori stranieri; personalmente, lo sapete bene, non amo molto questa idiosincrasia nei confronti dell'autorato nostrano. E posso anche aggiungere che le più grandi fregature, nell'ultimo periodo, le ho prese dagli scrittori stranieri!
Io credo che la via d'uscita a questo problema non esista e mi spiace davvero dirlo. La scuola non aiuta: è vecchia, gli insegnanti assegnano ai ragazzi di oggi gli stessi libri che leggevamo io e la Bacci (e insomma, quelli della Bacci erano scritti sulle tavolette di pietra!). Pertanto, i ragazzi di oggi si rivolgono ai BookToker (e presto parleremo anche di loro) e si cibano di compost cartaceo!
La mia generazione, quindi, vive una sorta di smarrimento editoriale e si divide tra le fedelissime del romance (che guai a far loro notare che, insomma, non è che sia proprio alta letteratura) che campano di Newton Compton e affini (e credetemi, la Newton è il livello più alto di quel tipo di letteratura) e chi, come me, come voi, vaga disperata tra gli scaffali delle librerie, sbircia, sfoglia, legge le sinossi e cerca la firma di Pinocchio, succhia qualche frase qua e là, scarica estratti, chiede alle amiche, pregando Dio, Allah, Buddha e compagnia cantante che quel libro lì, il prescelto, non si riveli l'ennesima fregatura; che quei 20 euro sudati, tolti a un altro sfizio, quella pizza e bibita a cui stiamo rinunciando perché "vuoi mai che questo autore che amo tanto, mi rifili una sòla?", non sia l'ennesima truffa; che leggere quelle pagine ci regalerà, finalmente, una gioia!
Anche perché, diciamola tutta, noi lettori forti, ma forti davvero, quelli che leggono almeno un libro a settimana, cominciamo a vedere la pila dei libri in attesa assottigliarsi preoccupantemente.
Io sto raggiungendo livelli di ansia che mi varranno un abbonamento allo Xanax! Controllo le uscite dei prossimi mesi e piango disperata perché non riesco a tirare giù più di 4 titoli; entro in libreria e quei 4 titoli si riducono a uno solo (ed è uno di quei giorni in cui ho culo, altrimenti esco a mani vuote!).
Arrivo a casa e quell'unico titolo diventa un motivo valido per ammorbarvi nelle storie di Instagram con i miei deliri, le arrabbiature, gli sbuffi, il barbecue acceso e il libro che rischia di finirci dentro.
Insomma, care (si fa per dire!) Case Editrici, noi pretendiamo un bel bollino blu (sì, come quello della Chiquita): un bollino di qualità che ci garantisca che quel libro sia bello, ma bello davvero, che la sinossi non l'abbiano scritta Pinocchio, Geppetto, il gatto, la volpe o Bennato; che i personaggi si faranno amare, che non ci siano, tra le righe, congiuntivi ghigliottinati, refusi e storture!
Vogliamo libri con copertine ammirabili (e non lucide, cazzo!), con storie che ci tirino fuori dai dotti lacrimali pure l'acqua del battesimo; libri che vorremmo consigliare anche alla vicina stronza con la quale non parliamo da anni, perché sono talmente belli che pure lei merita di leggerli!
Vogliamo sentire i nostri cuori battere all'unisono e non le nostre bocche partorire insulti fantasiosi perché ci avete privato di una pizza e una coca cola!
SIAMO SCRITTI A MATITA || Fausto Brizzi || Longanesi || 2 maggio 2023 || 320 pagine
Quante storie contiene una libreria. E quante storie contengono due vite. Se poi quelle vite vengono raccontate al crepuscolo, su due comode poltrone sistemate in mezzo agli scaffali di una vecchia libreria, è facile perdere di vista i confini e chiedersi cosa nasca dalla fantasia e quale invece sia pura realtà. Seduti su quelle poltrone, circondati dai volumi, ci sono due anziani signori, Alfredo e Betta. Una coppia di irriducibili librai vecchio stampo alle prese col momento più difficile del loro amore: Betta ha l'Alzheimer e non ricorda più nulla di quello che hanno vissuto. E così Alfredo le racconta la storia della loro vita, sin dal giorno in cui si sono incontrati. Un'esistenza avventurosa, puntellata da tanti avvenimenti speciali. Così tanti che il racconto di Alfredo non sembra essere veritiero: tra episodi di spionaggio, scenari esotici e scelte che si intrecciano con il destino del mondo, sembra che la fantasia del libraio si sia fin troppo alimentata dei suoi amati romanzi. Sembra. Perché, mentre continuiamo a seguire Alfredo e a commuoverci per l'amore con cui conduce per mano sua moglie riempiendole la memoria di vita, avventure, meraviglia e felicità, si fa strada in noi lettori un altro dubbio: e se invece non fosse tutto inventato? Fausto Brizzi ritorna al romanzo con una storia di commovente leggerezza che parla di fragilità, di amore senza fine e di scommessa sul futuro, nonostante tutto.
LA GUERRA DELLE ROSE. STORMBIRD || Conn Iggulden || Piemme || 14 ottobre 2014 || 517 pagine
Sfortunato è quel regno che ha per re un uomo debole. È il 1437 e le nubi si addensano minacciose nei cieli inglesi: il potere è in mano alla famiglia Lancaster, ma il "leone d'Inghilterra" Enrico V non è più sul trono. A succedergli è il figlio, Enrico VI, un uomo malato e senza ambizioni. Ma il trono di Inghilterra è troppo importante perché resti nelle mani del "re agnellino". Così, sono in molti, nella schiera dei suoi avidi consiglieri, ad approfittare della situazione - come il potentissimo duca di Suffolk, che nutre inconfessabili speranze di potere. Ma anche nella stirpe di York, rivale dei Lancaster, c'è chi non ha rinunciato a volere l'Inghilterra nelle mani di un re forte - come Riccardo, duca di York, e i suoi sodali. Tanto più che all'orizzonte c'è una nuova minaccia: l'imminente ribellione nei territori inglesi di Francia. E quando comincia a correre voce che Enrico VI sia stato promesso in sposo a una nobildonna francese, Margherita d'Angiò, il futuro dell'Inghilterra appare come non mai in pericolo. Per i Lancaster e gli York comincia così un reciproco assedio, una guerra da combattere in patria e nei territori francesi, il cui bottino è il destino stesso dell'Inghilterra. E quel trono che più di tutti gli altri vuol dire potere e, come il potere, non cessa di generare mostri.

Solo io dormirei dalla mattina alla sera per poi svegliarmi con ancora tanto sonno addosso? Vi prego, ditemi che non sono l'unica affetta dalla sindrome della melatonina a palla!
Le letture Ad aprile non ho letto tantissimo, un po' per via della stanchezza, un po' perché tra vacanze e ponti varii, il tempo libero è andato a farsi benedire! Segnate: dire che durante le vacanze leggeremo di più è una bugia! Le "poche" letture, per altro, non sono state particolarmente entusiasmanti. Salvo sicuramente "Sono contenta che mia mamma è morta", mentre "La pioggia prima che cada" finisce nel cassetto dei dimenticabili; discorso diverso per il primo volume di una tetralogia storica, "La guerra delle rose Stormbird" di Conn Iggulden, di cui vi parlerò in settimana: avevo voglia di un romanzo storico e, possibilmente, di una serie a cui appassionarmi, ma è stato un fiasco! E se "Dio di illusioni" si aggiudica la palma di libro abbandonato, il premio per Fiasco Colossale del Mese se lo aggiudica senz'altro "Bucaneve" di Mélissa Da Costa, con Ambre e i suoi capelli color ambra che mi perseguiteranno per molto tempo!
Su Instagram, invece, abbiamo parlato di spirito critico e di come, a quanto pare, molte blogger non lo possiedano più, soprattutto quando si tratta di autori del cuore!

- "L'equilibrio delle lucciole" di Valeria Tron, per la rubrica #leviamocelodaicoconi
- "Il giardino delle bestie" di Erik Larson, per la rubrica #sullostessodivano
- "Frankenstein" di Mary Shelley
- "Il cerchio" di Dave Eggers
E poi...
Ad aprile ho riacceso la tv... o meglio, l'ho fatto per guardare altro che non fossero partite, Formula 1 e MotoGP!
Su Netflix ho guardato "Era ora" con Edoardo Leo, che forse non spicca per originalità dell'idea base, ma sicuramente regala emozioni! Film poggia-neurone è stato "Cheerleader per sempre": una classica commedia americana, divertente il giusto, perfetta da guardare quando non si ha voglia di impegnarsi troppo, ma di farsi due sane risate!
Su AppleTV+, invece, ho iniziato una serie conJennifer Aniston, "The morning show". Dopo aver letteralmente divorato la prima stagione in due soli pomeriggi, il tracollo è arrivato con la seconda stagione, nella quale a prendere il sopravvento sono tutte le menate del politicamente corretto, con puntate in cui ogni tre battute vengono inseriti messaggi di inclusione per ogni categoria immaginabile. E niente, l'ho mollata perché va bene tutto, ma a me il politicamente corretto ha un po' stufato!
Ovviamente ad aprile ho mangiato... perché vi stupite? Due gli esperimenti culinari di questo mese (e godiamoceli perché col caldo in arrivo, camperò di frutta!): il pane imbottito al forno e le brioche alla panna, che riempite col gelato sono qualcosa di divino... ma anche con la nutella fanno la loro porca figura!
Ah sì, aprile è stato il mese in cui ho rimesso mano al profilo TikTok! Visto che Instagram è sempre più morto e che Zucchina si ostina a copiare le cretinate ma non le cose utili (tipo poter fare dei reel più lunghi di 90 secondi), sono emigrata sul social cinese (anche voi sentite odore di fritto?) per le video-recensioni!