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La Libridinosa




Titolo: Il mio nome è Nessuno. Il ritorno
Autore: Valerio Massimo Manfredi
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione:10 settembre 2003
Pagine: 335
Prezzo: 19 €
Versione e-book: 9.99 €
Trama: Ci sono voluti dieci anni ininterrotti di guerra e di sangue, di amori feroci e di odio inestinguibile, per sconfiggere i Troiani. Ora Odysseo deve rimettersi in viaggio con i suoi uomini per fare ritorno a Itaca, dove lo attendono la moglie fedele, il figlio lasciato bambino, la ricompensa per tante sofferenze solida, grande e desiderata quanto il letto nunziale intagliato nel tronco d'ulivo.
Ma il nòstos, il ritorno, è una una nuova avventura: Odysseo deve riprendere la lotta, la sua sfida agli uomini, alle forze oscure della natura, al capriccioso e imperscrutabile volere dei dei. Vano è disporre gli animi alla gioia del ritorno: l'eroe e i suoi compagni dovranno affrontare imprese spaventose, prove sovrumane, nemici insidiosissimi come il ciclope Polifemo, i mangiatori di loto – il fiore dà l'oblio – e poi la maga incantatrice che trasforma gli uomini in porci, i mostri dello Stretto, le Sirene dal canto meraviglioso e assassino... Il multiforme Odysseo, il coraggioso Ulisse, l'astuto Nessuno dovrà raggiungere i confini del mondo e addirittura evocare i morti dagli inferi, sperimentando lo struggimento più immedicabile al cospetto di chi ormai vive nel mondo delle ombre, e ancora finire su un'isola misteriosa dove una dea lo accoglierà e lo terrà avvinto in un abbraccio dolcissimo e pericoloso per lunghi anni...
Poi, finalmente, il cuore colmo di dolore per i compagni perduti lungo la rotta, ecco compiersi il ritorno. Il giorno dell'esultanza. Il giorno della vendetta.

Voti:
Trama  9
Personaggi  8
Stile  10
Incipit  8
Finale  9
Copertina  9
Voto complessivo 8.8
 
Perché Manfredi scrive così poco? Perché non pubblica un libro ogni sei mesi? Potrei decidere di tornare a scuola e studiare sui suoi testi!
Dopo il primo racconto, in cui ci ha portati a conoscere Odysseo, a vedere fanciullo e poi adulto, innamorato, sposo e poi padre; dopo la sanguinosa ed infinita guerra di Troia, dopo la presa della città, questa volta Manfredi ci porta ad accompagnare Odysseo nel suo infinito viaggio di ritorno.
E allora, ecco la gioia di un marito e di un padre, che dopo 10 anni, si mette in viaggio per tornare nella sua casa, tra le braccia della sua Penelope, per poter finalmente vedere Telemaco, lasciato bambino, attaccato ancora al seno della madre.
Ma nulla va come si vorrebbe. E gli dei, famigerati, decidono di punire Odysseo e rendere il suo viaggio lungo, impervio e pieno di dolore.
Così, dopo essere salpati dalle coste di Troia, il nostro eroe si ritroverà a a dover combattere contro ogni tipo di mostro.
Prima dovrà combattere contro il popolo dei mangiatori di loto che inebrieranno i suoi compagni al punto che molti di loro non vorrebbero più tornare indietro.
E poi l'incontro col gigante Polifemo
Aveva un solo occhio sotto la fronte, ardente come una brace ma fisso e apparentemente inerte
che mangerà alcuni dei suoi compagni e che Odysseo, l'uomo dai mille pensieri, riuscirà ad ingannare con astuzia e coraggio, riuscendo così a salvarsi, ma attirando su di sé l'ira di Nettuno, padre di Polifemo.
Chi di noi non ricorda ancora, dai tempi della scuola, le parole di Polifemo quando viene accecato da Ulisse e, mentre i suoi amici ciclopi, gli chiedono spiegazioni per le sue urla, lui risponde: "Nessuno mi fa del male. Nessuno mi assale. Aiutatemi!".
Continuo a sostenere che si potesse studiare sui libri di Manfredi, si imparerebbe di più e più volentieri!
Dopo essere scampato alle fauci di Polifemo, Odysseo si ritroverà ad approdare sull'isola della maga Kirke, colei che trasforma gli uomini in porci. Vivrà con lei momenti di amore, finché deciderà di attraversa
la nebbia che separa i mondi
e arrivare sino al mondo dei morti, dove
Tiresia dagli occhi spenti, colui che aveva rivelato a Tebe la ragione del castigo degli dei
gli rivelerà ciò che Odysseo vuole ad ogni costo sapere
<<Tu cerchi il dolce ritorno, Odysseo, un ritorno che il dio dell'abisso ti renderà duro, perché gli hai accecato il figlio e senza pietà lo hai umiliato. Tornerai, ma tardi e male, avendo perduti tutti i compagni, su nave straniera, e troverai la casa invasa da uomini arroganti che divorano le tue ricchezze e insidiano la tua sposa.
E così Odysseo si rimetterà in viaggio, tornando nuovamente tra le braccia di Kirke, incontrando poi la dea Calypso, con cui vivrà per molti anni, perdendo, ad ogni nuovo viaggio, molti dei suoi compagni.
Finché, esausto, stanco e invecchiato, approderà su una splendida isola, dove verrà accolto da
Nausicaa, di immensa bellezza
che di lui si infatuerà e che vorrebbe farne il suo sposo. Ma Odysseo brama la sua terra, la sua sposa e suo figlio e così, aiutato dai genitori di Nausicca, ripartirà su nave straniera e senza più alcuno dei suoi compagni e approderà, finalmente, dopo dieci lunghi anni, nella sua amata Itaca.
Ma non è la fine delle sue pene. Perché, come predetto da Tiresia, troverà la sua casa piena di uomini che insidiano Penelope, che gli è sempre rimasta fedele.
Odysseo li ucciderà tutti e riprenderà possesso della sua casa e della sua sposa. Ma come predice il suo nome, la sua sventura non è ancora arrivata alla fine. E così, un giorno, si ritroverà costretto a ripartire per fare in modo che il dio Nettuno accetti il suo sacrificio e gli lasci vivere in serenità gli ultimi anni della sua vita.
Ed è così che ci lascia Manfredi, con Odysseo perso in questo lungo ed impervio viaggio, perché di una seconda ipotetica Odissea scritta dal poeta Omero non si è mai trovata traccia. E allora...
Io che sono e sarò finché un giorno, chissà dove, chissà quando, incontrerò un uomo che mi chiederà se quello che porto sulla lucida spalla non sia un ventilabro per separare la pula dal grano, e finalmente riabbraccerò per sempre Penelope mia, il mio figliolo coperto di bronzo abbagliante, regnerò su popoli felici. Io che sono tutti e chiunque.
Io che sono Nessuno.
Penso non ci sia bisogno di dire, che tanto quanto il primo volume, questo libro mi ha affascinata, ammaliata, coinvolta. I lunghi tempi che ho impiegato per portarlo a termine sono dovuti, purtroppo, ad ingerenze esterne che mi hanno spesso impedito di leggere con la serenità che un libro del genere richiede!
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è tempo sprecato uccidere i morti
Titolo: È tempo sprecato uccidere i morti
Autore: Diego Di Dio

Voti
Trama  n.c.
Personaggi  n.c.
Stile  8
Incipit  n.c.
Finale  n.c.
Copertina  4
(sembra la copertina di un libro per bambini)
Voto complessivo  6


Questa è una recensione particolare. Tante volte mi è capitato di ricevere mail di autori esordienti che si appoggiano a noi blogger per presentare i loro libri. E spesso ho rifiutato, per svariati motivi: ci sono autori che scrivono chiedendo recensioni positive per i loro libri. Io scrivo le mie recensioni in base a ciò che il libro mi ha trasmesso: se un libro non mi è piaciuto, mi sento in dovere di dirlo ai miei lettori, che, tra l'altro, sono intelligenti e decidono autonomamente cosa leggere e cosa no!
Poi ci sono gli autori che scrivono a qualunque blogger, senza neanche dare un'occhiata a ciò che quella persona legge e recensisce; così, spesso, mi ritrovo la casella mail intasata da autori di genere fantasy che mi chiedono di recensire i loro libri. Avete mai visto una recensione del genere tra i miei libri?!!
Infine, ci sono gli autori che si lodano e si imbrodano da soli: mail piene di errori grammaticali, dove, inoltre, decantano i pregi del loro scritto, il fatto che chiunque lo abbia letto, lo abbia giudicato superlativo, come dimostrano le recensioni ricevute da altre persone (che poi scopri che sono due e, magari, anche parenti!).
Detto questo, ovviamente, ci sono anche le eccezioni e Diego Di Dio, autore di questo libro, è una di queste. Ho ricevuto una mail molto carina, ben scritta, dove si capisce che segue realmente il mio blog e ha percepito quali tipi di letture possano interessarmi e, quindi, mi ha chiesto di recensire il suo libro! Detto, fatto.
Il libro di Diego è una raccolta di 12 racconti con un il dramma come filo conduttore. Sono racconti brevi, che si leggono velocemente e che, tutto sommato, lasciano degli spunti di riflessione.
La scrittura è fluida, ben composta, corretta e piacevole.
Se c'è un appunto che mi sento di fare a Diego è che, spesso, direi quasi sempre, i racconti sembrano castrati. Si leggono, si arriva alla fine e ci si chiedi: "E poi?". Come se, arrivato ad un certo punto, Diego si sia staccato dalla sua penna, dal suo computer, e sia andato a prendere un caffè. Tornato al tavolo, però, non ha più ripreso la scrittura, ma è passato ad altro. Questo è ciò che mi trasmetto i suoi racconti. Ripeto, nonostante questa piccola pecca, la lettura rimane comunque piacevole.
In bocca al lupo!
L'autore: Diego Di Dio è nato nel 1985 e vive a Procida.
Lettore onnivoro, collezionista di fumetti, si divide tra la scrittura e la passione editoriale. Sul primo versante, ha pubblicato una trentina di racconti, che spaziano dal noir all’horror, dalla fantascienza al mainstream, con altrettanti editori (Delos Books, Edizioni Montag, Perrone Lab, Leone Editore). Nell’estate 2012 il suo racconto I dodici apostoli è stato scelto dalla Mondadori per comparire in appendice a un classico del Giallo.
Ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti. Ha vinto il premio Mario Casacci (Orme Gialle) 2011 con il racconto La signora, un noir ambientato a Procida. L’anno successivo ha vinto l’edizione di maggio del premio Nero Lab con il racconto Troppo bella, un thriller ambientato a Napoli. Da ultimo, ha vinto il premio Writers Magazine Italia 2013 con il racconto C’è ancora tempo, una storia d’amore e viaggi nel tempo e il Nero Premio, con il racconto Il Coltellaio, inserito in questa raccolta. Attualmente sta portando avanti numerosi progetti, sia letterari che fumettistici.
Ha pubblicato saggi su Stephen King, Thomas Harris, Sergio Bonelli, Batman, Matrix e Giorgio Faletti su riviste di settore.
Sul secondo versante, da qualche anno collabora come correttore di bozze e editor per case editrici, agenzie letterarie e committenti privati.
Gestisce un blog personale all’indirizzo:
www.dieguitodidio.blogspot.it
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madame de pompadour
Titolo: Madame de Pompadour
Autore: Evelyn Lever
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione:10 febbraio 2003
Pagine: 320
Prezzo: 11 €
Versione e-book: non disponibile
Trama: Madame de Pompadour, nata Jeanne-Antoinette Poisson, borghese promossa al rango di amante di Luigi XV, occupa un posto particolare nella storia delle grandi famiglie. Innamorata e donna di potere al tempo stesso, il suo "regno" durò vent'anni: dal primo incontro con il sovrano, nel 1745, fino alla morte nel 1764. Decisivo fu l'ascendente politico che la favorita seppe esercitare sul re e sui suoi ministri e che le consentì di raggiungere ben presto una posizione di governo. Con il passare degli anni l'amante si trasformò gradualmente in una sovrana che creava e distruggeva i ministri, si impegnava in trattative diplomatiche, intratteneva corrispondenze con i generali, esercitava il proprio gusto come protettrice delle arti.

Voti:
Trama  n.c.
Personaggi  n.c.
Stile  7
Incipit  6
Finale  n.c.
Copertina  7
Voto complessivo 6.7
 

Questo non è un libro da raccontare, perché, chi ha un minimo di infarinatura di storia sa benissimo chi fu Madame de Pompadour!

Jeanne-Antoinette de Poisson, diventata Madame de Pompadour, nacque a Parigi il 29 dicembre 1721 ed è passata alla storia come la più celebre favorita del Re di Francia, Luigi XV.
Pur non essendo di nobili natali, ricevette un'ottima educazione e frequentò ambienti altolocati, tanto che riuscì a partecipare, proprio grazie alle sue amicizie, al ballo organizzato per festeggiare le nozze del Delfino di Francia; e proprio in quell'occasione conobbe Re Luigi XV, che ne fece la sua amante.
Ebbe un grande ascendente su Luigi, tanto da diventare musa ispiratrice delle sue decisioni ed icona a corte per tutto ciò che riguardava la moda, l'arte, la musica e la politica.
La sua presenza a corte si protrasse per vent'anni, sino alla sua morte, avvenuta il 15 aprile 1764, all'età di 42 anni e dovuta ad una congestione polmonare.
Lo stile di scrittura della Lever rende la storia piacevole e la lettura scorrevole come se si stesse leggendo un romanzo più che una biografia. Gli spunti sono interessanti e sempre ben approfonditi.
Sicuramente un buon libro per chi ama conoscere più approfonditamente il personaggio de Pompadour.
L'autrice: Evelyne Lever è un'esperta di storia francese e scrittrice.
È sposato con lo storico francese Maurice Lever. Inizialmente ingegnere di ricerca al CNRS, decide poi di concentrarsi sullo studio della storia francese, in particolare del 18° secolo. Il suo interesse si focalizza, in particolare, su alcuni personaggi, quali Luigi XVI, Maria Antonietta e Madame de Pompadour.
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Titolo: Parlo d'amor con me. Vita e musica tra le mura di Casa Verdi
Autore: Paola Calvetti
Editore: Libellule Mondadori
Data di pubblicazione:27 agosto 2013
Pagine: 126
Prezzo: 10 €
Versione e-book: 4.99 €
Trama: <>: così Giuseppe Verdi in una lettera. Unica al mondo nel suo genere, la casa di riposo voluto dal grande Maestra – che le destinò la propria eredità – aprì i battenti nel 1902: oggi tutti a Milano sanno dove si trova Casa Verdi, tra le cui mura austere e accoglienti vivono decine di musicisti anziani e non solo.
È in questa Casa speciale che Paola Calvetti sceglie di immaginare la vita di Ada, eccentrica cameriera che cova un sogno nel cuore: un personaggio "emarginato" e struggente, come Rigoletto, come Violetta, come tanti altri che Verdi rese immortali nelle sue opere. Muovendosi in punta di piedi, Ada conosce tutti gli ospiti e di tutti "colleziona" le vite ardenti. Piera, che muove ancora con grazia le mani sul pianoforte, Kimiko, soprano giapponese, Luisa, la famosa Annina che cantò nella Traviata insieme a Maria Callas, Ferro, il violinista gentiluomo che in gioventù spezzò decine di cuori, e gli altri si preparano con trepidazione a una grande festa, e intanto lasciano riaffiorare le proprie passioni non sopite. Come la musica, che on teme il tempo, come l'amore, che può (ri)nascere anche tra le pareti di Casa Verdi ...
Nel bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, Paola Calvetti celebra il Maestro attraverso quella che egli stesso considerava la sua opera più imperitura e insieme dà vita a un libro intenso e inconsueto, che racconta come l'arte sia inestricabilmente congiunta alla vita e possa renderla degna di essere vissuta.

Voti:
Trama  7
Personaggi  8
Stile  9
Incipit  9
Finale  9
Copertina  9
Voto complessivo 8.5



Come si fa a raccontare un libro di Paola? Sì, Paola, perché più che un'autrice, una giornalista, una scrittrice, per me è un'amica. Un'amica di scrittura, di quelle che, quando hai un momento triste, quando c'è un problema, prendo un suo libro, apro una pagina a caso, ne leggo qualche riga e il mondo torna a sorridere!
Bene! Ora ripeto: come si fa a raccontare un suo libro? Avete mai letto Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili ? Io l'ho consigliato a parecchie persone, quindi, se rientrare nelle mie cerchie più strette e fate parte dei miei amici pre-blog, lo avrete sicuramente già divorato; altrimenti, siete ancora in tempo per farlo!
Olivia è uno di quei libri che non può metterti lì e raccontare come una storia qualunque! E anche quest'ultimo lavoro di Paola segue la stessa linea. I suoi non sono romanzi, sono stili di vita, sono raggi di sole in grigie giornate, battiti d'ali nei cuori di noi lettori.
Io non posso star qui, davanti a questa tastiera e dirvi: "c'è lui, c'è lei ... succede questo o quell'altro ... e poi ... " come faccio solitamente nelle mie recensioni.
Io sto qui, davanti a questo pc (guarda un po' ... PC ... Paola Calvetti!), davanti alla pagina di scrittura del mio blog e vi dico, semplicemente, col sorriso beato di chi ha appena letto questo libro, vi dico: "Prendetevi un paio d'ore (anche meno) di pace, mettete in sottofondo la musica che preferite (certo, ci vorrebbe un pezzo di Verdi, ma chi non ne è provvisto, è perdonato. Vero, Paola?!), sedetevi in poltrona, magari con accanto una tazza di tè e tuffatevi tra le (poche) pagine di quest'amore di libro.
L'avete fatto? Avete finito di leggere? Avete visto passeggiare per casa vostra Ada, Piera, Kimiko, Luisa, Bart ... ? Bene, ora capite perché un libro di Paola non si può raccontare? Bravi! Ora smettete di sorridere beati, perché rischiate che qualcuno chiami la Neuro e fate ciò che faccio io con i suoi libri: mettetelo in borsa e portatevelo in giro per un po' ... giusto il tempo che servirà per riuscire a salutare come si deve tutti i vostri nuovi amici. Io, per dire ciao ad Olivia, ho impiegato quasi un anno ... e ancora non l'ho fatto del tutto, perché è sempre sul mio comodino, pronta per i momenti di bisogno!
Grazie, Paola! Sei il sole delle nostre giornate!
L'autrice: Paola Calvetti, giornalista, ha lavorato alla redazione milanese del quotidiano "la Repubblica". Dal 1993 al 1997 ha diretto l' Ufficio Stampa del Teatro alla Scale e, in seguito, è stata direttore della comunicazione del Touring Club Italiano. Oggi scrive per il "Corriere della sera" e il settimanale "Io Donna" e cura la Posta del cuore del settimanale "TuStyle". Finalista al premio Bancarella con il romanzo d'esordio, L'amore segreto, nel 2000 ha pubblicato L'addio, nel 2004 Né con te né senza di te, nel 2006 Perché tu mi hai sorriso e nel 2009 Noi due come un romanzo, seguito nel 2012 da Olivia, ovvero la lista dei sogni possibili.
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il tempio della luce
Titolo: Il tempio della luce
Autore: Daniela Piazza
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione:18 settembre 2012
Pagine: 517
Prezzo: 18.50 €
Versione e-book: 6.99 €
Trama: Milano, 1447. La città vista dall'alto è un tessuto di colori vivaci punteggiato di torri e campanili, su cui domina la cattedrale di Santa Maria Nascente. E' ancora un cantiere in fermento, il duomo di Milano, ma è progettato per diventare il più maestoso d'Europa. E proprio tra le sue mura si nasconde un segreto che potrebbe cambiare per sempre la storia della città. Filippo Maria Visconti, il signore di Milano, è morto lasciando il Ducato senza eredi – e facile preda delle ambizioni di Francesco Sforza – ma tra le navate della cattedrale e all'oscuro di tutti i pretendenti alla successione vive un ragazzo che ha nelle vene il suo stesso sangue. E che un giorno potrebbe rivendicare il potere per la raza viscontea. E' Niccolò, educato come un figlio dal canonico Onorio, che cresce tra i pilastri e sulle guglie del duomo; qui ha scoperto la passione per la scultura e ha incontrato la bella Angelica. Ma ora è giunto per lui il tempo di conoscere il proprio destino. Perché sotto le fondamenta del duomo si riunisce un'antica Confraternita che agisce in segreto per realizzare la Grande Opera: ricongiungere finalmente l'uomo a Dio. Chiamato da Onorio a farne parte, tra misteriosi rituali alchemici e intrighi di corte, Niccolò dovrà scegliere se percorrere la strada della Luce o quella delle Tenebre.


Voti:
Trama  2
Personaggi  5
Stile  3
Incipit  6
Finale  4
Copertina  8
Voto complessivo  4.6

Ci sono libri su cui si ripongono tante speranze e poi, immancabilmente, si viene delusi. Ecco, questo è uno di quei libri. L'ho fortemente voluto e ricevuto in regalo quasi un anno fa. Mi affascinava l'idea di leggere qualcosa in stile Ken Follett, che, però, girasse attorno alla costruzione di una Cattedrale realmente esistente, quella di Milano.
Così, quando ho iniziato a leggerlo ero estasiata all'idea di scoprire come è nata l'idea di una Cattedrale così particolare, così fuori dagli schemi con le sue guglie e le sue statue. E, ovviamente, sapevo che avrei trovato, di contorno, la storia di alcuni personaggi. Invece, è stato esattamente il contrario: il contorno è composto dalla costruzione della Cattedrale e i personaggi, peraltro fatui, poco incisivi, assolutamente inconsistenti, la fanno da padrone. Mentre ne I pilastri della Terra, Follett costruisce con noi la Cattedrale passo dopo passo, mattone su mattone, rendendo il lettore partecipe di ogni singolo progresso, in questo libro, l'autrice, salta da una parte all'altra, così ci ritroviamo con una Cattedrale agli albori della sua costruzione e, qualche capitolo dopo, ecco che siamo già a metà progetto.
So che paragonare un'autrice esordiente al grande Ken Follett è azzardato, ma, in fondo, la Piazza è pur sempre un'insegnante di Storia dell'arte, quindi una base di conoscenze dovrebbe pur averla, no?!
Ci ho provato, ci ho provato seriamente, sperando ad ogni pagina, ad ogni capitolo, che il tutto migliorasse, che la storia si risollevasse. Ma quando, a poche pagine pagina dalla fine, mi sono ritrovata davanti la frase "Allora, questa è la pietra filosofale?"  e mi è balzato agli occhi Harry Potter, la mia faccia si è immancabilmente schiantata sulle pagine del libro. L'ho chiuso. Non voglio neanche sapere come finirà. Basta. Cara autrice, io e te non ci incontreremo mai più. Anzi, visto che si tratta del tuo primo romanzo, faccio la brava e ti dò un consiglio: rinuncia alla scrittura e continua a fare l'insegnante!
Che delusione!
L'autrice: Daniela Piazza è nata nel 1962, è laureata in Lettere e diplomata al Conservatorio. Insegna Storia dell'arte in un liceo di Savona. Questo è il suo primo romanzo.
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Il patto dell'acqua
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