Recensione 'Promettimi che non moriremo' di Mara Carollo - Rizzoli


PROMETTIMI CHE NON MORIREMO
Mara Carollo
Rizzoli
11 marzo 2025
618 pagine


Quando suo padre torna a casa dalla guerra, nel 1918, Caterina non lo riconosce. È sporco, magro e ha gli occhi spenti: a cinque anni Nina per la prima volta sente di avere paura della morte. Sa già cosa comporta nascere sulle montagne venete, in una contrada di poche case dove vita vuole dire lavoro nei pascoli e fatica nei boschi. Il giorno in cui Mario, il compagno di giochi nei fienili e di corse tra i campi, parte per Milano dove lo aspettano la scuola, vestiti sempre bianchi e un futuro migliore, Caterina inizia a desiderare un'esistenza diversa. Passa le ore sui pochi libri che trova, impara il mestiere di sarta per poter fuggire da casa e inseguire quel qualcosa che la chiama, forse il sogno di un amore con Mario. Spigolosa, caparbia, ribelle a modo suo, Caterina è una donna di tante rinunce e piccole soddisfazioni, che ha lavorato ostinatamente per una vita migliore, consumandosi le mani e la giovinezza: uno di quei personaggi che abbiamo incontrato nei racconti di famiglia. Con lei seguiamo la storia del secolo scorso da una prospettiva inedita, nella provincia veneta che muta mentre Nina resta attaccata ai propri antichi desideri. E Mario è l'ossessione di un sentimento totale, un fantasma da rincorrere nei decenni. Scritto con una lingua che affonda le radici nei classici del Novecento, il romanzo di Mara Carollo - ricostruendo l'intima epopea della sua protagonista - è un'indagine sul desiderio e sulla vita che poteva essere, una lettura densa e coinvolgente per dirci che è vero: rincorriamo illusioni e passioni spesso impossibili, ma che pure valgono il viaggio.


Mario e Caterina. E la guerra: la prima, quella dalla quale, quasi per miracolo, il padre di Caterina torna, smagrito, smunto, silenzioso. Mario e Caterina. E la guerra: la seconda, lunga, dolorosa, devastante. Mario e Caterina. E la guerra: la loro, personale, dolorosa, intima. Quella guerra che, chissƠ perchƩ, le persone che si amano profondamente riescono a mettere in atto, trascinandosi, di anno in anno, verso la solitudine e la sofferenza.

Mario e Caterina corrono per i campi, si nascondo tra quell'erba alta che li sovrasta, sognano, guardano la pioggia cadere e poi il cielo rischiarare.
Sono uniti, stretti l'uno all'altra in quell'affetto puro e sincero che solo i bambini conoscono. Si fanno promesse, inconsapevoli di quanto la vita sia pronta a spaiare i loro piani e distruggere i loro desideri.
Crescono Mario e Caterina, si allontanano un po': la scuola per lei, nonostante sia femmina, il seminario per lui.

Sono due personaggi strani Mario e Caterina, due figure che Mara Carollo ha costruito perfettamente imperfette: il lettore li ama e li odia quasi nello stesso momento. Lui con le sue fisse, i suoi silenzi, quel corpo costantemente emaciato, la pelle pallida, quasi lunare, le mani sottili e nervose, i capelli chiari come un raggio di sole. Lei rigida, ferma, un sasso come quelli che sente nello stomaco quando qualcosa la fa soffrire, quelli che lancia quando qualcosa la fa arrabbiare.
Due opposti, due esseri che paiono attrarsi e respingersi nello stesso momento.

Crescono Mario e Caterina e con loro crescono i problemi e i dolori: i loro, delle loro famiglie e dell'intero Paese. Caterina cerca una via di fuga, una rivincita verso quella vita che per le donne, all'epoca, non era altro che un percorso già scritto. Crescono e si allontanano sempre più.

Promettimi che non moriremo ci racconta 80 anni di storia, di vita, di dolore. Quelli di Mario e Caterina, sƬ, ma anche quelli di un Paese, il nostro, devastato dalla fame, dalle bombe, dal fascismo. E lo fa con una scrittura che pare rifarsi a quelle di un tempo che non esiste più: pulita, elegante, a tratti graffiante. Esattamente come i luoghi in cui ĆØ ambientata questa storia e come i personaggi da lei creati.
È una storia che scorre, che entra dentro, che scava l'animo di chi legge, lo ferisce, lo aggredisce; pare quasi urlare in faccia a chi si approccia a queste pagine, cercando di risvegliare queste nostre coscienze sopite, assuefatte alla quotidianità, ai silenzi, a uno scorrere del tempo sempre più veloce, sempre meno attenti a quelle piccole cose importanti che abbiamo perso di vista.

Mario e Caterina sono l'emblema di tutto: un amore grande che pare non concretizzarsi mai, le ferite del corpo e dell'anima che non trovano mai requie, i silenzi, gli sguardi bassi, le mani che dovrebbero stringersi, i corpi che dovrebbero afferrarsi, le parole che andrebbero dette e che, invece, vengono taciute. Si prendono, si perdono. Si ritrovano e si allontanano. 

E come sempre accade nella vita, a un certo punto ĆØ troppo tardi.






La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

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