Recensione 'Sarai per sempre mia amica' di M. O. Walsh - Garzanti

Sta calando la sera sul marciapiede di una tranquilla via di Baton Rouge. Nemmeno la brezza notturna riesce a smorzare il caldo torrido dell'estate in Louisiana. Lindy Simpson pedala sulla sua bicicletta. Ha solo quindici anni e, come ogni giorno, sta tornando a casa dopo gli allenamenti. Improvvisamente una figura nascosta nell'ombra la aggredisce. Lindy cade tra le aiuole di azalee e perde i sensi. Al risveglio la sua vita non è più la stessa. La piccola comunità del quartiere è sconvolta. Tra le ordinate villette a schiera e i recinti imbiancati serpeggia l'inquietudine. Quattro sono i sospettati del crimine. Uno di questi è un ragazzino di quattordici anni, da sempre amico di Lindy, da sempre innamorato di lei. La sua casa è a poca distanza da quella della famiglia Simpson e il suo è un amore adolescenziale, ossessivo. La spia, la segue, conosce tutte le sue abitudini e la disegna in splendidi ritratti. E quando Lindy vive quell'incubo sente di doverla proteggere, di dover cercare chi è stato a farle del male. Anche se questo significa scoprire verità scomode, che il quieto vivere teneva nascoste. Sente di doverlo fare perché c'è un'altra colpa che lui solo conosce, e che non gli dà pace. Una colpa legata alla sera dell'aggressione, una colpa legata alla paura e alla vigliaccheria di un amore acerbo…

Autore: M. O. Walsh
Titolo originale: My sunshine away
Traduzione a cura di: Elisabetta Valdrè
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 28 aprile 2016
Pagine: 282

Trama: 1  Personaggi: 1  Stile: 1  Copertina: 3 




Lindy Simpson aveva 15 anni, nel 1989, quando venne stuprata. Era in sella alla sua bici, vicino casa, in un quartiere residenziale di Baton Rouge, quando venne aggredita.
Questo è lo spunto da cui parte Walsh per dare il via ad una storia che, presumibilmente, dovrebbe incarnare l'essenza di un thriller.

Ecco. Lo spunto. Che poi muore. Dopo circa 5 pagine, Lindy diventa solo un nome che serve da filo conduttore a chi, invece, la storia ce la narra in prima persona: uno dei suoi vicini di casa, un suo coetaneo, uno di quei ragazzi con cui Lindy giocava da bambina.
Il solito ragazzino che ha una cotta per lei, che la spia dalla finestra quando lei rientra; che a scuola la fissa da lontano. E, ovviamente, uno di quelli su cui, inizialmente, vireranno i sospetti.
In questo libro non c'è nulla. Non ci sono indagini, non c'è ricerca del colpevole da parte della polizia, se non in un accenno fugace nelle prime pagine di narrazione.
C'è solo lui che ci racconta la vita di ogni singolo ragazzo del quartiere, di tutte le famiglie che compongono Woodland Hills.
Lui. Sempre lui. Lento e prolisso. Lui che per parlarci del ritrovamento di un binocolo ci racconta la storia del proprietario dall'alba dei tempi.
Lui. Lui. Lui.

Sempre più, quando mi trovo tra le mani romanzi del genere, mi chiedo cosa faccia attribuire l'appellativo di thriller a chi lo pubblica.
Un thriller è pathos, tensione, ansia. Un thriller deve incollarti alle pagine e farti leggere, leggere, leggere finché non arrivi all'ultima pagina, col fiato corto e la sensazione di aver annullato te stessa, la tua vita, di esserti immersa nella paura e nell'angoscia del protagonista.
Qui, invece, solo noia e divagazioni e il nulla più assoluto.

Insomma, un libro di cui si può tranquillamente fare a meno, che nulla lascia e di cui, terminata la lettura, si perde ogni dettaglio.





16 comments:

  1. non sopporto i thriller solo sulla carta. Chiamali narrativa! Peccato, questo libro mi ispirava tanto

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  2. Cancellato dall'e-reader!
    Grazie per avermi risparmiato la delusione.

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  3. E' uno dei tanti finiti nel cestone delle delusioni in questi mesi. Ho resistito 50 pagine.

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    1. Sei stata eroica! Io lo avrei anche mollato, ma mi serviva per portare a termine un obiettivo ostico per una Reading Challenge.

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  4. E ci risiamo! Thriller che non sono thriller, ne abbiamo? Ultimamente anche troppi.. ma ero abituata da un'altra casa editrice di cui non farò nomi.. Garzanti non si fa così.. no no!

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    1. Uh adesso sono curiosa! Diciamo che perdono Garzanti perché compensa con tanti bei libri!!

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  5. Chiarissima!!! Eliminato.
    Ciao da Lea

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  6. Oh che barba che noia che barba questi thriller che tanto thriller alla fine nemmeno lo sono. Anche a me è capitato uno così, cioè non così, perché in sé poi non era male, però io lo avrei definito più un dramma, non un thriller.
    Dico, se le etichette non le sapete mettere, allora toglietele e basta!

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  7. Ah un thriller tarocco! Ok, non mi ispirava prima figurati adesso....

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    1. Passa oltre, che hai letture migliori da fare tu... muuuuaaaahhhh...

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  8. Ero reticente sin dall'inizio - vuol dire che il mio sesto senso c'è ancora.

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