Recension 'Casa Tyneford' di Natasha Solomons - Neri Pozza

 


CASA TYNEFORD || Natasha Solomons || Neri Pozza || 6 febbraio 2020 || 413 pagine

Vienna, 1938. Quando riceve la lettera che la porterĆ  a Tyneford House, sulle coste del Dorset, la diciannovenne Elise Landau non sa nulla dell'Inghilterra. Cresciuta negli agi di una famiglia borghese ebraica - la madre, Anna, ĆØ una stella dell'Opera di Vienna; il padre, Julian, un noto scrittore - Elise, in fuga dal nazismo, si trova costretta ad abbandonare l'Austria e ad accettare un visto per lavorare come cameriera alle dipendenze di Mr Rivers. Una volta giunta a Tyneford House, una magnifica residenza signorile con il prato che digrada verso il mare e una facciata di arenaria su cui campeggia lo stemma dei Rivers, la giovane donna non puĆ² fare a meno di sentirsi sola e sperduta. Lontana dalla sua famiglia e dalla scintillante Vienna, soltanto un filo di perle donatole dalla madre e una viola di palissandro, in cui ĆØ gelosamente custodito l'ultimo romanzo di suo padre, le ricordano chi ĆØ e da dove viene. In difficoltĆ  con una lingua che non comprende e con cui fatica a esprimersi e a disagio sia con la servitĆ¹ sia con il padrone, l'affascinante vedovo Christopher Rivers, Elise tenta, giorno dopo giorno, di non abbandonarsi alla nostalgia e alla preoccupazione per i suoi familiari, bloccati in Austria in attesa del visto per fuggire in America. FinchĆ© l'arrivo a Tyneford House di Kit, il figlio di Mr Rivers, non le restituisce la speranza di una rinnovata felicitĆ . La guerra, tuttavia, sta per raggiungere l'Inghilterra, pronta a chiedere il suo tributo di sangue e a spazzare via ogni certezza. Il mondo che Elise ha conosciuto ĆØ sull'orlo di un epocale cambiamento e lei dovrĆ  decidere se soccombere alle circostanze o abbracciare un'altra vita e un altro destino.



Elise Landau ha 19 anni quando riceve la lettera che cambierĆ  per sempre la sua vita. Ebrea, appartenente alla borghesia viennese, Elise, figlia secondogenita di Julian e Ann, e sorella di Margot, ĆØ una ragazza cresciuta tra gli agi di una famiglia fatta di artisti.
Quando, nel 1938, le persecuzioni razziali nei confronti degli ebrei iniziano ad essere imperiose, i genitori di Elise decidono di mandarla in Inghilterra.
Elise sarĆ  una delle tante ragazze profughe che lascerĆ  una vita fatta di agi e privilegi, per dedicarsi al lavoro di cameriera.

Rotondetta, ingenua, poco carina, viziata, Elise sbarcherĆ  nella fredda e nebbiosa Inghilterra per servire Mr Rivers nella dimora di Tyneford.

Tyneford, come risulta dalla nota finale dell'autrice, ĆØ un ibrido tra le piccole cittĆ  di Tyneham e Worbarrow Bay, nel Dorset, luoghi abitati da poco piĆ¹ di mille anni, lontani dalle strade principali e separati dal resto del mondo da una serie di 17 cancelli di legno.
Saranno proprio questi 17 cancelli a darci il primo senso di distacco che Elise proverĆ  arrivando, a bordo di un carro, a Tyneford.
Quasi fossero un lungo cordone ombelicale che viene reciso pian piano, ogni cancello che si apre davanti a lei per poi essere richiuso alle sue spalle, la allontana sempre di piĆ¹ dalla sua vita precedente, ma anche dal pericolo che corre in quanto ebrea.

La storia ci viene narrata in prima persona, proprio dalla voce di Elise e questo ci permette di percepire tutte le sue emozioni e capire, tramite il suo sguardo ingenuo, quanto il suo mondo cambi giorno dopo giorno.

Ho amato molto la penna di questa autrice ne I Goldbaum: Greta ĆØ un personaggio che mi ĆØ rimasto nel cuore, tanto da aver desiderato intensamente un seguito della sua storia. 
Ho sperato, pertanto, di ritrovare le stesse emozioni in questa storia, pur consapevole che questo romanzo fosse antecedente a I Goldbaum.
Purtroppo, questa storia ha varie falle, prima fra tutte proprio il personaggio di Elise: l'autrice vorrebbe farla apparire come una ragazza ingenua e priva di talenti in una famiglia in cui l'arte, musicale o scrittoria, la fa da padrona. Purtroppo, la nostra protagonista risulta sempre e solo come una ragazzina viziata, dedita al cibo piĆ¹ che allo studio, che si ostina a chiamare per nome i genitori, tanto da mandarmi continuamente in confusione!

A un certo punto, benchƩ la Solomons ci descriva Elise come una ragazza poco attraente e che certo non spicca per qualitƠ caratteriali, si crea una sorta di triangolo di figure maschili che ruota attorno a lei: tre uomini belli, affascinanti, ricchi, che, nonostante siano circondati da donne bellissime e intelligenti, non si sa per quale strano motivo virano le loro attenzioni su Elise, portando questo romanzo, che avrebbe potuto concentrarsi maggiormente sul risvolto storico della Seconda Guerra Mondiale e la persecuzione ebrea, a diventare una sorta di commediola romantica.

La Solomons ha uno stile molto descrittivo: se nel precedente romanzo i piccoli particolari aiutavano il lettore a immergersi nell'atmosfera che l'autrice voleva creare, qui si arriva all'eccesso: la campagna inglese ha sicuramente un suo fascino, ma quando ci viene descritta per intere pagine, il bucolico sfora nella noia e porta la storia a perdere quel pizzico di vivacitĆ  che la teneva in piedi!

E poi c'ĆØ l'epilogo: prevedibile ĆØ dir poco. Elise porta con sĆ© una viola, dono del padre, all'interno della quale ĆØ nascosto l'ultimo romanzo del genitore. Mi sarei aspettata molto di piĆ¹, un finale che mi facesse, almeno in parte, ricredere sulle pecche d'insieme. 
Invece, ho solo storto il muso e capito che la Solomons ha sicuramente una scrittura piacevole, ma I Goldbaum rimangono incontrastati nella loro bellezza.

La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

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