PROVACI ANCORA, MISTER CASCIONE
Marco Marsullo
Feltrinelli
10 settembre 2024
324 pagine
Sfrontato e genuino, sognatore e canaglia, ostinato a vincere ma abituato a perdere, Vanni Cascione, l’allenatore di calcio piĆ¹ esonerato della storia, ha un unico comandamento: non mollare mai. Lo sanno bene la moglie, stufa di stare sempre al secondo posto rispetto al pallone, e la figlia Chiara, forse l’unica in grado di tenergli testa. Dopo un paio di stagioni da disoccupato – il suo telefono non squilla piĆ¹ come negli anni gloriosi dell’Atletico Minaccia – riceve un’offerta irrinunciabile: la Guardia Rovente Calcio, del presidente (anzi, del Grande Capo, come ama farsi chiamare) Guerino Rovente, ha deciso di puntare su di lui. Cascione non ha dubbi: le sue competenze tattiche, unite ai soldi della societĆ , saranno un binomio vincente. CosƬ infila in fretta una valigia nella sua auto e si dirige verso un paesino della costa calabrese, poche anime diffidenti che in estate si triplicano per i villeggianti. Ma, appena arriva a destinazione, scopre un dettaglio che, complice l’entusiasmo e la voglia di tornare in panchina, gli era sfuggito: la Guardia Rovente ĆØ una squadra di calcio femminile. Sgomento e spiazzato, Cascione – che non ha mai pensato che le donne siano in grado di giocare a pallone – accetta comunque l’incarico. InizierĆ una stagione calcistica bellissima e surreale, con le peripezie tragicomiche che coinvolgono mister Cascione ogni volta che scende in campo. Un romanzo ironico e molto attuale, che smonta uno per uno gli stereotipi legati allo sport femminile, a partire dal calcio, diventato popolarissimo in Italia. Una commedia generazionale, nello stile di Marco Marsullo.
Arriva, prima o poi, quel momento temuto da ogni lettore. Quel momento in cui si incappa in un libro di uno degli autori del cuore che, perĆ², il cuore non ce lo fa battere come sempre accade.
Mi ĆØ accaduto con Marone, con King (ĆØ morto, rassegnatevi), con la Morton e con tanti altri. Ed ĆØ accaduto, stavolta, con Marco Marsullo; quel Marsullo che ĆØ stato in grado di farmi ridere e piangere e battere il cuore tante e tante volte e che, stavolta, ero sicura avrei amato, perchĆ©, insomma, io e il calcio siamo una cosa sola, quindi cosa chiedere di meglio di una storia scritta da lui su un argomento che fa parte di me?
Eppure qualcosa non ha funzionato e ho trascorso giorni e giorni a crucciarmi, a cercare una spiegazione, a scavare a fondo per cercare di capire cosa non abbia fatto scattare la scintilla tra me e Mister Vanni Cascione.
CioĆØ, io sono quella che ha difeso Max Allegri sino all'ultimo minuto (quello delle urla contro Rocchi durante la finale di Coppa Italia, per intenderci!); l'ho difeso strenuamente anche quando mi addormentavo dopo 10 minuti di partita o morivo d'ansia per quel minchia di corto muso che ci ha fatto patire per anni! Insomma, se sei in grado di amare uno cosƬ, Vanni Cascione dovrebbe essere una passeggiata di salute!
E invece no! Io di Cascione ho detestato ogni piccolo particolare: dal carattere alle frasi ripetute a menadito, quest'uomo, un po' Oronzo CanĆ (questa la capiscono solo i boomer!) un po' Max Allegri con tutta la sua boria, con la sua idea di Cascione-Taka mi ha dato sui nervi che neanche la Juve dei tempi peggiori!
Ho iniziato a leggere questo secondo volume che vede protagonista quello che forse ĆØ l'allenatore piĆ¹ sfigato della storia, consapevole di non aver letto il primo romanzo, ma affidandomi alle parole dell'autore che garantiva non fosse necessario averlo fatto.
Chi mi conosce sa benissimo che, da questo punto di vista (sƬ, Bacci, lo so, non solo da questo!) sono pignola: i libri in serie vanno letti in ordine, partendo rigorosamente dal primo. Eppure stavolta ho deciso di tentare e, c'ĆØ da dirlo, non mi ĆØ parso di avere grandi lacune dal punto di vista della storia, ma, va detto anche questo, sicuramente le lacune le ho avute per quanto riguarda il personaggio Vanni Cascione: chi era nel primo romanzo? Com'era in quegli anni? Qual era il suo rapporto con la moglie che, qui, troviamo ubicata altrove, ormai stufa di "non essere vista" da quel marito sempre in fissa col pallone?
Quell'espressione (cento cento) che Vanni ripete in continuazione (e che io ho detestato tutte le volte in cui mi ci sono imbattuta), ha un significato particolare? Arriva da qualcosa che non so perchƩ non ho letto il primo romanzo?
E, soprattutto, la domanda epocale: se avessi conosciuto il Vanni Cascione del primo volume, sarei riuscita ad amarlo o lo avrei detestato sin dal principio? Non lo sapremo mai... no, manco i posteri lo scopriranno!
Quello che perĆ² mi ha lasciata piĆ¹ dubbiosa, sollevando in me un misto di delusione e rabbia, ĆØ stato notare come la scrittura di Marsullo, quella magia fatta di ironia e melanconia allo stesso tempo, quell'amata poesia che mi portava a sottolineare frasi su frasi in tutti i suoi romanzi, che mi strappava grasse risate per poi lasciarmi col cuore in frantumi nelle ultime pagine delle sue storie, qui ĆØ quasi sparita, annullata, direi, in funzione totale del personaggio.
Ć come se Marsullo avesse messo la penna in mano alla sua creatura e le avesse detto: "TiĆØ, raccontati tu che sai chi sei". Che potrebbe essere una cosa bellissima oltre che altruista da parte di uno scrittore... bellissima se il personaggio non fosse Vanni Cascione!
PerchĆ©, almeno per le prime 100 pagine di questo romanzo, quello che viene fuori, preponderante, ĆØ proprio il protagonista: lui con la sua superficialitĆ , le sue frasi fatte, la sua saccenza.
Poi, per fortuna, Marsullo riprende il comando e raddrizza un po' la rotta, ma non abbastanza perchƩ tra me e Vanni sia potuta scattare quella scintilla che, in fondo, dovrebbe esserci sempre tra un allenatore e un tifoso!
Mi spiace, Vanni, tu mi piaci tanto quanto a una juventina possa piacere Mourinho... a buon intenditor poche parole!
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