2 marzo 1990, ultima serata del quarantesimo Festival di Sanremo. La guardo con papĆ , che, nelle sere precedenti era di turno in ospedale e non aveva visto ancora nessuno dei cantanti in gara, ma io avevo giĆ iniziato a dargli il tormento su uno dei partecipanti della sezione Giovani, uno sbarbatello fiorentino con la voce graffiante che urlava Disperato.
Finalmente ĆØ il suo turno e babbo dice: "Ma io lo conosco! Ć Marco! Ć il ragazzino che lavorava nel negozio di strumenti in cui andavo sempre io a Scandicci!"
à così che ha inizio la lunga storia d'amore tra me e Marco Masini, in una fredda sera di febbraio del 1990, 13 anni io, 25 lui!
Sono trascorsi 35 anni da quell'esordio, ma davanti alla sua musica, io torno la tredicenne di allora! Sono trascorsi 35 anni e la vita artistica del Maso non ĆØ certo stata una passeggiata di salute e, di conseguenza, la vita di noi fans storici non ĆØ stata proprio semplice.
Perché se ascoltavi Masini eri quella triste, quella depressa, quella sfigata come lui. Negli anni in cui le mie compagne di liceo piangevano per Kurt Cobain, io era quella che girava dieci cartolerie per trovare il diario di Marco Masini, quella che costringeva papà a comprarle gli stivaletti scamosciati da Bata (che costavano un rene, per i tempi, ma erano gli stessi che indossava lui!), che aveva il Tao al collo solo perché lo indossava lui e la bandana al polso per lo stesso motivo!
Mentre le mie compagne riempivano i diari con le frasi delle canzoni di Jim Morrison, io avevo il testo di Vaffanculo ricopiato per intero sullo schienale dell'Invicta (che io studiassi in un liceo di suore, ĆØ un dettaglio insignificante!).
Non era facile essere una sua fan e forse non lo è ancora oggi, perché Masini, al di là delle voci messe in giro da chi voleva vederlo finito, è sempre stato uno senza peli sulla lingua, nella vita come nei suoi brani. Era ed è tutt'ora l'uomo che canta i disagi del tempo che vive: prima erano i ragazzi che si sentivano perduti in un mondo che non riusciva a capirli, poi una generazione che non sapeva dove la vita la stesse portando. C'è una cosa che noi fans di Marco sappiamo: lui canta i nostri pensieri, sempre, in qualunque momento della nostra vita! Ci sarà sempre, in ogni momento, in ogni suo album, la canzone giusta per ognuno di noi! Quella che parlerà di te, di quello che stai provando, quella che urlerai nel silenzio della tua casa o sotto il palco ad un suo concerto! Marco Masini è più di un cantante. Per molti è un poeta... oggi, dopo 35 anni, dopo anni in cui è stato denigrato, tanti si scoprono fans. Io rido! E come me chi c'era dall'inizio. E non perché non si possa scoprire un cantante quando è già nel pieno della sua carriera artistica, non perché non si sia degni di essere definiti fan solo perché non si era lì sin dagli esordi. Ma perché essere masiniani adesso è facile! Ora che è tornato sulla cresta dell'onda, ora che la sua fama di porta-sfiga fa ormai parte del passato, ora che Vaffanculo e Bella stronza sono sdoganate ed entrate a far parte dei classici della musica italiana, essere fan è semplice!
Marco Masini, per noi, è quell'amico che ti teneva la mano mentre, in cameretta, piangevi per il ragazzino che ti aveva spezzato il cuore, quello che ci ha aiutati a urlare ai nostri genitori la rabbia silenziosa che viveva in noi, colui che ci ha insegnato che, anche quando la società ti rifiuta, tu puoi farcela, puoi vincere le tue battaglie, perché i tuoi sogni, i tuoi desideri, saranno sempre più importanti di chi non ti vuol bene.
Sono trascorsi 35 anni e io Marco l'ho visto cantare nelle piazze, coi capelli biondo platino, quando nessuno voleva più produrre i suoi dischi. Di Marco ho ascoltato tutte le canzoni e acquistato tutti gli album e, come quei fans storici che lo seguono da sempre, ho amato anche Scimmie, forse il suo album più discusso e meno aderente a ciò che lui ci aveva abituato ad ascoltare. Chissà , forse è proprio quell'album che segna il confine reale tra chi ci è sempre stato e chi è arrivato dopo.
I nuovi fans li riconosci dai brani che amano, gli storici dal fatto che sappiano i testi contenuti in Scimmie a memoria!
Ho incontrato Marco tre volte, durante due firmacopie e, pochi giorni fa, dopo il concerto di apertura del nuovo tour, a Piacenza.
Dopo aver trascorso due ore e mezza urlare ogni brano presente in scaletta, dopo essere corsa sotto il palco come solo i fans storici fanno a un suo preciso segnale, dopo aver sudato ogni goccia d'acqua presente nel mio corpo, stanca, sfatta e immensamente felice, ho potuto abbracciarlo, ho potuto parlargli (più di quanto mi aspettassi, in realtà !) e dirgli grazie!
Grazie per Ci vorrebbe il mare, che tra gli oltre 130 brani che hai scritto e cantato, rimarrà per sempre la "mia" canzone, quella che porto dentro di me, quella che canto quando sono un po' giù, ma anche quando sono immensamente felice, quella che sta sulla mia pelle proprio come te!
Grazie per questi 35 anni, per avermi permesso di adempiere a una promessa fatta a mio padre, per aver potuto urlare al cielo quelle canzoni che io e lui ascoltavamo assieme!
Grazie, Marco, perchƩ sei un poeta, un cantante unico, ma soprattutto un uomo speciale!
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