14 luglio 2025

Marco Masini - L'altalena (della vita)


2 marzo 1990, ultima serata del quarantesimo Festival di Sanremo. La guardo con papà, che, nelle sere precedenti era di turno in ospedale e non aveva visto ancora nessuno dei cantanti in gara, ma io avevo già iniziato a dargli il tormento su uno dei partecipanti della sezione Giovani, uno sbarbatello fiorentino con la voce graffiante che urlava Disperato.
Finalmente è il suo turno e babbo dice: "Ma io lo conosco! È Marco! È il ragazzino che lavorava nel negozio di strumenti in cui andavo sempre io a Scandicci!"
È così che ha inizio la lunga storia d'amore tra me e Marco Masini, in una fredda sera di febbraio del 1990, 13 anni io, 25 lui!

Sono trascorsi 35 anni da quell'esordio, ma davanti alla sua musica, io torno la tredicenne di allora! Sono trascorsi 35 anni e la vita artistica del Maso non è certo stata una passeggiata di salute e, di conseguenza, la vita di noi fans storici non è stata proprio semplice.
Perché se ascoltavi Masini eri quella triste, quella depressa, quella sfigata come lui. Negli anni in cui le mie compagne di liceo piangevano per Kurt Cobain, io era quella che girava dieci cartolerie per trovare il diario di Marco Masini, quella che costringeva papà a comprarle gli stivaletti scamosciati da Bata (che costavano un rene, per i tempi, ma erano gli stessi che indossava lui!), che aveva il Tao al collo solo perché lo indossava lui e la bandana al polso per lo stesso motivo!
Mentre le mie compagne riempivano i diari con le frasi delle canzoni di Jim Morrison, io avevo il testo di Vaffanculo ricopiato per intero sullo schienale dell'Invicta (che io studiassi in un liceo di suore, è un dettaglio insignificante!).

Non era facile essere una sua fan e forse non lo è ancora oggi, perché Masini, al di là delle voci messe in giro da chi voleva vederlo finito, è sempre stato uno senza peli sulla lingua, nella vita come nei suoi brani. Era ed è tutt'ora l'uomo che canta i disagi del tempo che vive: prima erano i ragazzi che si sentivano perduti in un mondo che non riusciva a capirli, poi una generazione che non sapeva dove la vita la stesse portando. C'è una cosa che noi fans di Marco sappiamo: lui canta i nostri pensieri, sempre, in qualunque momento della nostra vita! Ci sarà sempre, in ogni momento, in ogni suo album, la canzone giusta per ognuno di noi! Quella che parlerà di te, di quello che stai provando, quella che urlerai nel silenzio della tua casa o sotto il palco ad un suo concerto! Marco Masini è più di un cantante. Per molti è un poeta... oggi, dopo 35 anni, dopo anni in cui è stato denigrato, tanti si scoprono fans. Io rido! E come me chi c'era dall'inizio. E non perché non si possa scoprire un cantante quando è già nel pieno della sua carriera artistica, non perché non si sia degni di essere definiti fan solo perché non si era lì sin dagli esordi. Ma perché essere masiniani adesso è facile! Ora che è tornato sulla cresta dell'onda, ora che la sua fama di porta-sfiga fa ormai parte del passato, ora che Vaffanculo e Bella stronza sono sdoganate ed entrate a far parte dei classici della musica italiana, essere fan è semplice!
Marco Masini, per noi, è quell'amico che ti teneva la mano mentre, in cameretta, piangevi per il ragazzino che ti aveva spezzato il cuore, quello che ci ha aiutati a urlare ai nostri genitori la rabbia silenziosa che viveva in noi, colui che ci ha insegnato che, anche quando la società ti rifiuta, tu puoi farcela, puoi vincere le tue battaglie, perché i tuoi sogni, i tuoi desideri, saranno sempre più importanti di chi non ti vuol bene.

Sono trascorsi 35 anni e io Marco l'ho visto cantare nelle piazze, coi capelli biondo platino, quando nessuno voleva più produrre i suoi dischi. Di Marco ho ascoltato tutte le canzoni e acquistato tutti gli album e, come quei fans storici che lo seguono da sempre, ho amato anche Scimmie, forse il suo album più discusso e meno aderente a ciò che lui ci aveva abituato ad ascoltare. Chissà, forse è proprio quell'album che segna il confine reale tra chi ci è sempre stato e chi è arrivato dopo.
I nuovi fans li riconosci dai brani che amano, gli storici dal fatto che sappiano i testi contenuti in Scimmie a memoria!
Ho incontrato Marco tre volte, durante due firmacopie e, pochi giorni fa, dopo il concerto di apertura del nuovo tour, a Piacenza.
Dopo aver trascorso due ore e mezza urlare ogni brano presente in scaletta, dopo essere corsa sotto il palco come solo i fans storici fanno a un suo preciso segnale, dopo aver sudato ogni goccia d'acqua presente nel mio corpo, stanca, sfatta e immensamente felice, ho potuto abbracciarlo, ho potuto parlargli (più di quanto mi aspettassi, in realtà!) e dirgli grazie!
Grazie per Ci vorrebbe il mare, che tra gli oltre 130 brani che hai scritto e cantato, rimarrà per sempre la "mia" canzone, quella che porto dentro di me, quella che canto quando sono un po' giù, ma anche quando sono immensamente felice, quella che sta sulla mia pelle proprio come te!
Grazie per questi 35 anni, per avermi permesso di adempiere a una promessa fatta a mio padre, per aver potuto urlare al cielo quelle canzoni che io e lui ascoltavamo assieme!
Grazie, Marco, perché sei un poeta, un cantante unico, ma soprattutto un uomo speciale!







8 luglio 2025

Recensione 'Io che ti ho voluto così bene' di Roberta Recchia - Rizzoli


IO CHE TI HO VOLUTO COSÌ BENE
Roberta Recchia
Rizzoli
27 maggio 2025
347 pagine


Luca non ha neanche quattordici anni, ma ha una sensibilità silenziosa che lo rende diverso dai coetanei. Con i genitori e il fratello maggiore abita in una località di mare, dove tutto sembra immutabile: un posto sicuro che con la bella stagione si popola anno dopo anno. Un'estate una ragazza piena di vita diventa il suo primo sogno d'amore. Quando però lei scompare, e i carabinieri bussano alla loro porta, l'esistenza di Luca e dei suoi viene segnata per sempre. Per sottrarre lui, con la sua innocenza di bambino, all'ombra che si propaga inesorabile sulla famiglia, la madre gli riempie in fretta una valigia e lo mette su un treno con un biglietto di sola andata: al Nord lo aspettano lo zio Umberto, professore al liceo, e la zia Mara con le cugine. In un mondo diverso, lontanissimo da quello della sua infanzia, Luca prova a ricostruirsi, cresce e mette nuove radici, cercando di restituire un senso a parole come fiducia e appartenenza. A sostenerlo ci sono lo zio Umberto, che per lui dà tutto se stesso, e Flavia, una ragazzina determinata a fargli ritrovare la speranza nel futuro. Con la sua penna delicata e profonda, Roberta Recchia mette in scena relazioni intense, dialoghi vibranti, e una storia che ci tiene stretti fino all'ultima pagina. Un romanzo carico di grazia sulla possibilità di rinascere e di saper perdonare, con un protagonista che ci conquista e ci commuove da subito: perché la sua voce ci arriva con tutta la pienezza dei silenzi e delle verità sussurrate.

9 maggio 2025

Di cuori spezzati e rapporti bellissimi

"Ci tengo a dirti che, di base, oggi è il nostro anniversario!"



8 maggio 2017: nel blog appare quella che fu la prima recensione di Tempi duri per i romantici, romanzo d'esordio di Tommaso Fusari, allora, per me, emerito sconosciuto, oggi, otto anni dopo, un pezzo del mio cuore!

Otto anni non sono pochi, soprattutto per una come la sottoscritta che a mantenere rapporti lunghi fatica come un diesel a freddo di prima mattina! Eppure, 2920 giorni dopo, io e Tommà (non azzardatevi a chiamarlo così, è un privilegio che mi riservo solo io!) siamo ancora qua, tra telefonate chilometriche, messaggi assurdi, letture in anteprima condite da una sfilza di "vaffa" con l'eco e, soprattutto, un affetto grande grande!

E visto che gli anniversari sono importanti, io, qualche giorno, armata di cuffie, sono tornata da Stefano e Alice... perché sì, in fondo mi piace farmi del male. E cosa c'è di meglio che soffrire ascoltando un libro che ci ha già spezzato il cuore, letto dal suo stesso autore? Ora, non so se voi abbiate mai sentito parlare Tommà, ma il ragazzo è tanta roba!

La domanda che, però, mi sono posta quando ho deciso di ascoltare l'audiolibro, è stata: può un libro che hai già letto, di cui conosci ogni parola, ogni accadimento e, soprattutto, il finale, spezzarti il cuore una seconda volta? Ebbene popolo, fumata bianca (giusto per stare in tema Conclave!): SÌ! Anzi, segnatevi questa cosa: il dolore sarà ancora più forte, nonostante siate preparati a ciò che accadrà... forse perché nel frattempo sarete invecchiati, forse perché state in pre-ciclo, forse perché la vita vi ha messo davanti a situazioni che mai avreste immaginato, ma tutto sarà amplificato.

E se otto anni fa mi ritrovai circondata da fazzoletti usati, al centro di un letto, durante una nottata solitaria, a versare tutte le lacrime che avevo in corpo, stavolta mi sono letteralmente accasciata a terra, al centro di una stanza e ho buttato fuori, assieme alle lacrime, quel grumo di dolore che mi si era fermato proprio lì, alla base dello stomaco!

Stefano e Alice sono tra quei pochi personaggi che fanno parte, ormai da anni, della mia quotidianità da lettrice: ogni tanto guardo il libro, messo lì, di costa, lo sfioro con un dito e penso: "Tommà, ma vaffanculo!". Poi però sorrido, lo prendo in mano, lo sfoglio un po', alla ricerca di una delle tante frasi sottolineate o di quella pagina che, più delle altre, porta ancora l'alone delle mie lacrime. E le emozioni riaffiorano, assieme ai sorrisi, alle lacrime, alla gioia e al dolore che quella lettura mi regalò e mi regala ancora adesso. E, soprattutto, alla consapevolezza che otto anni fa ho incontrato uno scrittore bravissimo e un amico speciale!

Ciao, Tommà, sarai per sempre la mia quarta scimmietta (e questa la capiamo solo noi!). Ti voglio un bene dell'anima, core de zia!



5 maggio 2025

Recensione 'La fabbricante di stelle' di Mélissa Da Costa - Rizzoli


LA FABBRICANTE DI STELLE
Mélissa Da Costa
Rizzoli
8 aprile 2025
202 pagine


Arthur ha cinque anni quando sua madre Clarisse gli rivela un gran segreto: tra non molto dovrà partire per un lungo viaggio con destinazione Urano. E lì, racconta Clarisse, sul pianeta ghiacciato dalle ventisette lune, popolato da lumache con il guscio azzurro che mangiano niveo prezzemolo polare, da alberi-cervo con sonore campanelle appese ai rami e da tante altre creature straordinarie, proprio lei avrà il compito di disegnare le stelle che notte dopo notte illuminano l'universo. Molti anni dopo Arthur, ormai adulto, aspetta che la sua compagna dia alla luce la loro prima figlia, e si trova a ripensare alla madre e a quella favola. Lui ovviamente sa che l'universo magico così ben descritto da Clarisse è stato l'espediente che la donna ha voluto usare per spiegare al figlio un imminente distacco, definitivo e tragico. Una bugia meravigliosa che ha permesso a un bambino di sognare e di immaginare, invece di dover soltanto guardare negli occhi la realtà, almeno per un po' di tempo. E solo in quel momento Arthur comprenderà davvero il gesto di sua madre. Mélissa Da Costa torna con una storia dolce e commovente e, con la sua solida leggerezza, dimostra ancora una volta che per curare le ferite più profonde non esiste rimedio più potente dell'amore e che la capacità di inventare storie è lo strumento più straordinario che abbiamo.

28 aprile 2025

Recensione 'Promettimi che non moriremo' di Mara Carollo - Rizzoli


PROMETTIMI CHE NON MORIREMO
Mara Carollo
Rizzoli
11 marzo 2025
618 pagine


Quando suo padre torna a casa dalla guerra, nel 1918, Caterina non lo riconosce. È sporco, magro e ha gli occhi spenti: a cinque anni Nina per la prima volta sente di avere paura della morte. Sa già cosa comporta nascere sulle montagne venete, in una contrada di poche case dove vita vuole dire lavoro nei pascoli e fatica nei boschi. Il giorno in cui Mario, il compagno di giochi nei fienili e di corse tra i campi, parte per Milano dove lo aspettano la scuola, vestiti sempre bianchi e un futuro migliore, Caterina inizia a desiderare un'esistenza diversa. Passa le ore sui pochi libri che trova, impara il mestiere di sarta per poter fuggire da casa e inseguire quel qualcosa che la chiama, forse il sogno di un amore con Mario. Spigolosa, caparbia, ribelle a modo suo, Caterina è una donna di tante rinunce e piccole soddisfazioni, che ha lavorato ostinatamente per una vita migliore, consumandosi le mani e la giovinezza: uno di quei personaggi che abbiamo incontrato nei racconti di famiglia. Con lei seguiamo la storia del secolo scorso da una prospettiva inedita, nella provincia veneta che muta mentre Nina resta attaccata ai propri antichi desideri. E Mario è l'ossessione di un sentimento totale, un fantasma da rincorrere nei decenni. Scritto con una lingua che affonda le radici nei classici del Novecento, il romanzo di Mara Carollo - ricostruendo l'intima epopea della sua protagonista - è un'indagine sul desiderio e sulla vita che poteva essere, una lettura densa e coinvolgente per dirci che è vero: rincorriamo illusioni e passioni spesso impossibili, ma che pure valgono il viaggio.

18 marzo 2025

Recensione 'Il giorno dell'ape' di Paul Murray - Einaudi


IL GIORNO DELL'APE
Paul Murray
Einaudi 
28 gennaio 2025
651 pagine


«Il passato è così, vero? Credi di essertelo lasciato alle spalle, poi un giorno entri in una stanza e lo trovi lì ad aspettarti». Un irresistibile romanzo famigliare di desideri, solitudini e macerie senza fine ma, forse, con un inizio preciso. La famiglia Barnes è nei guai. La concessionaria di Dickie sta per fallire, ma lui, invece di affrontare la situazione, trascorre le giornate costruendo un bunker a prova di apocalisse. La moglie Imelda, nel frattempo, si è messa a vendere i gioielli su eBay, la figlia adolescente Cass, ex prima della classe, sembra voler sabotare la sua carriera scolastica e PJ, il figlio dodicenne, sta allestendo un piano per scappare di casa. Che cosa è andato storto per i Barnes, al punto da mandare tutto in rovina? Al tempo stesso affresco famigliare e ritratto della contemporaneità, “Il giorno dell’ape” è un indimenticabile tour de force pieno di umorismo e calore umano.