Recensione 'La sarta di Mary Lincoln' di Jennifer Chiaverini–Neri Pozza

la sarta di mary lincolnSINOSSI

1860. Novembre. Mancano poche ore al risultato delle elezioni per il sedicesimo presidente degli Stati Uniti d'America e a Washington la tensione è altissima. Le strade brulicano di uomini che fanno la spola fra taverne e alberghi in cerca di notizie o si assiepano davanti alle porte dell’ufficio del telegrafo. Le sale dei circoli che costellano il quartiere della Casa Bianca sono già piene di passanti accorsi numerosi per approfittare del whisky offerto gratuitamente. Soltanto una donna di colore, Elizabeth Keckley, si affretta a tornare alla sua pensione di mattoni rossi stringendo al petto il suo cesto da cucito. È una sarta specializzata in eleganti abiti femminili alla moda. A Saint Louis, dopo anni di sacrifici e risparmi, è riuscita a comprare la libertà per sé e per il figlio George, studente in una lontana università dell’Ohio. Si è trasferita a Washington, la capitale federale dell’Unione, animata da un solo intento: continuare a garantire al figlio quell’istruzione che a lei è stata preclusa. Nonostante il clima teso a causa delle dispute legate all’abolizione della schiavitù e ai propositi secessionisti del Sud, Lizzie lavora alacremente. Non importa se per orlare le tende di un hotel malandato riceva soltanto due dollari e mezzo o se, per ultimare il vestito della moglie del senatore Davis, rientri così tardi da avere a malapena il tempo per un pasto e un bagno. Bravissima a confezionare i corpetti complicati e aderenti per i quali le dame del tempo impazziscono, Lizzie vede la sua fama accrescersi e farsi largo a poco a poco tra i circoli più in vista della città. Finché un giorno non si trova al cospetto di una donna sulla quarantina dai capelli scuri, con una bella carnagione e limpidi occhi azzurri che denotano acume e intelligenza: Mrs Mary Lincoln, la moglie del presidente appena eletto, la first lady nota per le sue bizze e i suoi improvvisi accessi d’ira. Lizzie le sistema magnificamente un abito rosa di moiré antico che Mary sfoggia con successo al primo grande ricevimento in onore dell’insediamento del marito. Da quel momento diviene non soltanto la sarta personale di Mrs Lincoln, colei che si occupa di vestirla e acconciarla per balli, cene e ricevimenti, ma anche la ex schiava cui l’inquieta, volubile Mary confida le sue angustie e i suoi rancori, il suo disappunto di first lady oggetto di malevolenze, invidie e gelosie. Un sodalizio che da parte della fedele Lizzie non verrà mai meno, neanche quando Mary Lincoln, sola e abbandonata da tutti, dopo aver perso il figlio Willie, a causa di una malattia, e poi il marito, vittima di un attentato, rivolgerà il suo risentimento contro di lei, scambiando un estremo gesto d’amore per un insulto alla sua dignità di ex first lady dell’Unione.

TITOLO: La sarta di Mary Lincoln
AUTORE: Jennifer Chiaverini
TITOLO ORIGINALE: Mrs Lincoln’s dressmaker
TRADUZIONE A CURA DI: Maddalena Togliani
EDITORE: Neri Pozza
DATA DI PUBBLICAZIONE: 5 giugno 2014
PAGINE: 400
ISBN: 9788854507586

TRAMA 9
PERSONAGGI 9
STILE 9
INCIPIT 9
FINALE 9
COPERTINA 9


Letto in 5 giorni


Elizabeth Hobbs Keckley (1818-1907) fu la sarta di Mary Lincoln negli anni in cui era First Lady, e amica e confidente per lungo tempo.

Partendo da questo spunto, Jennifer Chiaverini ci racconta un pezzo di storia americana, in particolare gli anni della sanguinosa Guerra di Secessione tra il Nord e il Sud dell’America, vista con gli occhi di Elizabeth.
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So cos'è la libertà
perché ricordo cosa fosse la schiavitù.

La protagonista di questa storia nasce schiava e trascorre un terzo della sua vita ad accumulare il denaro necessario ad acquistare la libertà per sé e per il suo unico figlio, ottenuta la quale si trasferirà a Washington, dove inizierà a lavorare come sarta, sfruttando la sua grande abilità nella creazione di bellissimi mantua, corpetti aderenti e riccamente ricamati.
Col passare del tempo, Elizabeth diverrà la sarta personale di Mary Lincoln, moglie del grande Abraham.
Il loro rapporto, col tempo si trasformerà in un’amicizia forte e profonda, al punto che, dopo l’omicidio del Presidente, sarà proprio Elizabeth a rimanere accanto alla vedova nei lunghi mesi del lutto.

Da questo romanzo traspare una Mary Lincoln gelosa, insicura, scialacquatrice. Una donna che, forte del ruolo che ricopriva, cercava di influire sulle scelte politiche del marito.
E lo stesso fece con Elizabeth che, pur di renderla serena, finì quasi in bancarotta per seguirla lontano da Washington dopo l’omicidio del marito.

Dal modo in cui la Chiaverini ci racconta il rapporto tra le due donne traspare il fatto che, nonostante Elizabeth sia una donna ormai libera ed economicamente indipendente, mantenga comunque una forma di sottomissione nei confronti della First Lady che va oltre il normale rispetto e la differenza dei ruoli.
Appare chiaro come Elizabeth, cresciuta schiava, non riesca a distaccarsi da quella mentalità. Più di una volta si ha l’impressione che la sarta si pieghi al volere di Lady Lincoln più per abitudine all’obbedienza che per vero e proprio affetto.

Unica piccola nota negativa di questo libro è il modo in cui, soprattutto nella prima parte, l’autrice si dilunghi sui particolari riguardanti la parte politica della storia, rendendo la narrazione un po’ meno scorrevole.


La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

10 commenti:

  1. Stamattina sono andata in libreria, l ho preso e poi accidenti a me l'ho mollato per un altro che mi ispirava di più! Dovrò rimediare perché mi ispira moltissimo!

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  2. Vista la tua recensione e i voti che hai assegnato, si tratta sicuramente di un libro di qualità! Un Neri Pozza Doc ;) Complimenti per la recensione! Un abbraccio Maria

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  3. E ora mi maledico per non averlo preso in scambio -_-

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