Vincenzo Malinconico ĆØ un avvocato semi-disoccupato, semi-divorziato, semi-felice. Ma soprattutto ĆØ un grandioso filosofo autodidatta, uno che mentre vive pensa, si distrae, insegue un'idea da niente facendola lievitare. E di deriva in deriva va lontano, con l'aria di sparare sciocchezza dice cose grosse sull'amore, la giustizia, il senso della vita.
Intorno a lui capitano eventi straordinari, ma più straordinari ancora sono i pensieri bislacchi che vanno e vengono dalla sua testa alla tua con assoluta naturalezza, spiazzandoti. Alla fine gli vuoi bene davvero, a Vincenzo Malinconico, anche quando, come in Mia suocera beve, viene nominato difensore d'ufficio in un anomalo processo ripreso in diretta dalle telecamere di un supermercato, dove un mite ingegnere ha sequestrato un boss della camorra. E con la sua proverbiale irresolutezza e il suo naturale senso del ridicolo, riesce a impedire una tragedia e forse anche a dare un senso a quel gran pasticcio che è la sua vita.
Titolo: Mia suocera beve
Autore: Diego De Silva
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: settembre 2010
Pagine: 344
Questo libro è stato acquistato in fretta e furia perché volevo qualcosa di sicuro, un personaggio già conosciuto, che mi facesse compagnia nel mio viaggio verso Boves.
Infilato in borsa, durante il viaggio ne avrò lette una decina di pagine, perché a farmi compagnia, invece dell' Avvocato Vincenzo Malinconico, c'era l' (ex) Avvocato Lorenzo Marone. No, non ho riletto per l' ennesima volta i suoi romanzi, c' era proprio lui in carne (poca, per la verità !) e ossa!
E insomma, se vi capitasse di viaggiare accanto al vostro scrittore preferito che, per di più, è anche un amico, voi che fareste? Passereste il tempo a leggere?
Quindi, il romanzo in questione si ĆØ sorbito 500 km di ferrovie, un pernottamento in provincia di Cuneo, per poi tornare nella Stanza Librosa con sole 10 pagine lette!
E qui ĆØ stato poi letto e... amato? No, sicuramente no. Ma neanche odiato. Diciamo che si assesta tra quei libri che sicuramente non consiglierei ma che non mi fanno neanche storcere il naso!
Vincenzo Malinconico ĆØ sempre lui, tale e quale al personaggio che De Silva ci presenta nel primo romanzo che lo vede protagonista, Non avevo capito niente.
Il calo, in questo caso, lo si ha nella storia. Partiamo da questa suocera che dà il titolo al romanzo e che, le poche volte in cui appare, fa davvero ridere. Poche volte, però... Un personaggio così, a parer mio, andava sfruttato di più, perché, da solo, è in grado di tenere in piedi la storia.
Il romanzo in sé rasenta spesso l' introspezione e l' autoanalisi, deficitando però quando si tratta della trama. Malinconico sembra divagare più del solito. Essendo al terzo romanzo di questo autore, ho ben chiaro che questa sia una sua tipica caratteristica: insomma, De Silva è uno da parentesi! Apre e chiude pensieri l' uno dentro l' altro. Questa volte, però, pare esagerare un pochino, tanto che, spesso, mi sono ritrovata a dover leggere a ritroso per riallacciare quel filo che Malinconico tirava via!
Altra sensazione che ho provato ĆØ quella che questo libro sia quasi una furbata per portare avanti il personaggio di Vincenzo e traghettarci verso la conclusione di una storia che arriverĆ con il terzo capitolo. Insomma, un po' furbo un po' opera commerciale, ma sicuramente con spunti divertenti che qualche sorriso riescono a strapparlo!
Infilato in borsa, durante il viaggio ne avrò lette una decina di pagine, perché a farmi compagnia, invece dell' Avvocato Vincenzo Malinconico, c'era l' (ex) Avvocato Lorenzo Marone. No, non ho riletto per l' ennesima volta i suoi romanzi, c' era proprio lui in carne (poca, per la verità !) e ossa!
E insomma, se vi capitasse di viaggiare accanto al vostro scrittore preferito che, per di più, è anche un amico, voi che fareste? Passereste il tempo a leggere?
Quindi, il romanzo in questione si ĆØ sorbito 500 km di ferrovie, un pernottamento in provincia di Cuneo, per poi tornare nella Stanza Librosa con sole 10 pagine lette!
E qui ĆØ stato poi letto e... amato? No, sicuramente no. Ma neanche odiato. Diciamo che si assesta tra quei libri che sicuramente non consiglierei ma che non mi fanno neanche storcere il naso!
Vincenzo Malinconico ĆØ sempre lui, tale e quale al personaggio che De Silva ci presenta nel primo romanzo che lo vede protagonista, Non avevo capito niente.
Il calo, in questo caso, lo si ha nella storia. Partiamo da questa suocera che dà il titolo al romanzo e che, le poche volte in cui appare, fa davvero ridere. Poche volte, però... Un personaggio così, a parer mio, andava sfruttato di più, perché, da solo, è in grado di tenere in piedi la storia.
Il romanzo in sé rasenta spesso l' introspezione e l' autoanalisi, deficitando però quando si tratta della trama. Malinconico sembra divagare più del solito. Essendo al terzo romanzo di questo autore, ho ben chiaro che questa sia una sua tipica caratteristica: insomma, De Silva è uno da parentesi! Apre e chiude pensieri l' uno dentro l' altro. Questa volte, però, pare esagerare un pochino, tanto che, spesso, mi sono ritrovata a dover leggere a ritroso per riallacciare quel filo che Malinconico tirava via!
Altra sensazione che ho provato ĆØ quella che questo libro sia quasi una furbata per portare avanti il personaggio di Vincenzo e traghettarci verso la conclusione di una storia che arriverĆ con il terzo capitolo. Insomma, un po' furbo un po' opera commerciale, ma sicuramente con spunti divertenti che qualche sorriso riescono a strapparlo!
Ehi tu! Che hai contro le parentesi???
RispondiEliminaChi? Io? Nieeeente... Petta che che chiediamo a Diego se ĆØ sempre disponibile per la tua rubrica!
EliminaBrutta persona sei... -.-
EliminaAss (suocera) andava più espressa, sono d'accordo. E' un personaggio stupendo. A me è piaciuto, io però amo proprio il suo divagare, anche se è un po' sottotono rispetto al primo. Speriamo nel terzo!
RispondiEliminaEh ma stavolta divaga taaaaaaaanto...
EliminaSto leggendo il primo, ma non ĆØ scattata la scintilla. Vedremo.
RispondiEliminaLea
Nuuu
EliminaBelle parentesi! Ora io un po' di paura ce l'ho perchƩ ho amato De Silva in "Terapia di coppia per amanti" e ho molto timore a buttarmi su altro di suo anche perchƩ, ricordo vagamente, che un altro suo romanzo non ti aveva particolarmente convinta. Insomma io leggo quello che tu dici e poi ci penso :)
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