[Club del Libro] Recensione 'Il buio oltre la siepe'
di Harper Lee - Feltrinelli

 

IL BUIO OLTRE LA SIEPE ・Harper Lee ・Feltrinelli ・1960 ・352 pagine

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In una sonnolenta cittadina del profondo Sud degli Stati Uniti l'avvocato Atticus Finch ĆØ incaricato della difesa d'ufficio di un afroamericano accusato di aver stuprato una ragazza bianca. RiuscirĆ  a dimostrarne l'innocenza, ma l'uomo sarĆ  ugualmente condannato a morte. Questo, in poche righe, l'episodio centrale di un romanzo che da quando ĆØ stato pubblicato, oltre cinquant'anni fa, non ha piĆ¹ smesso di appassionare non soltanto i lettori degli Stati Uniti, ma quelli di tutti i paesi del mondo dove ĆØ stato tradotto. Non si esagera dicendo che non c'ĆØ americano che non l'abbia letto da bambino o da adolescente e che non l'abbia consigliato a figli e nipoti. Eppure non ĆØ un libro per ragazzi, ma un affresco colorito e divertente della vita nel Sud ai tempi delle grandi piantagioni di cotone, dei braccianti neri che le coltivavano, delle cuoche di colore che allevavano i figli dei discendenti delle grandi famiglie dell'Ottocento, della white trash, i "bianchi poveri" abbrutiti e alcolizzati; e anche, purtroppo, delle sentenze sommarie di giurie razziste e degli ultimi linciaggi americani della storia. Quale il segreto della forza di questo libro? La sua voce narrante, che ĆØ quella della piccola Scout, la figlia di Atticus, una Huckleberry Finn in salopette (dire "in gonnella" sarebbe inesatto, perchĆ© Scout ĆØ una maschiaccia impertinente e odia vestirsi da donna) che, ora sola ora in compagnia del fratello maggiore e del loro amico piĆ¹ caro (ispirato all'autrice dal suo amico d'infanzia Truman Capote), ci racconta la storia di Maycomb, Alabama, della propria famiglia, delle pettegole signore della buona societĆ  che vorrebbero farla diventare una di loro, di bianchi e neri per lei tutti uguali, e della vana battaglia paterna per salvare la vita di un innocente.

Pubblicato per la prima volta nel 1960 e vincitore del premio Pulitzer nel 1961, Il buio oltre la siepe si annovera tra quei classi della lettura dei quali tutti (o quasi) incappiamo nel corso della nostra vita.
Che sia per imposizione scolastica, per suggerimento di un amico o, piĆ¹ semplicemente, per una sfida con noi stessi, ci sono romanzi che tutti leggeremo; e quello di Harper Lee ĆØ sicuramente uno di questi.

L'occasione, nel mio caso, ĆØ arrivata grazie a un Club del Libro, immediatamente ribattezzato #clubdellaneuro , nel quale, assieme ad altre nove fidatissime lettrici, ĆØ stata stilata una lista di titoli da far invidia a qualunque reparto psichiatrico per la leggerezza dei volumi scelti!
Il romanzo di Harper Lee segna, quindi, l'esordio delle nostre letture condivise!

Se dovessi descrivere la mia lettura con un solo aggettivo, la prima parola a venirmi in mente ĆØ "altalenante".
Ho letteralmente divorato le prime cento pagine; mi sono tuffata a capofitto nella storia, ho familiarizzato coi personaggi, i luoghi e la scrittura.
Poi mi sono impantanata: le cento pagine successive, quelle che traghettano il lettore verso il processo che dovrebbe rappresentare il fulcro di questo romanzo, mi sono parse quasi superflue col loro continuo ripetere i racconti relativi alla vita dei due ragazzi Finch, Jem e Scout.
Sono arrivata, quindi, al racconto del processo e da lƬ ĆØ come se mi fossi trovata tra le mani un altro romanzo ancora: sicuramente diverso da ciĆ² che mi aspettavo, ma quantomeno incentrato su qualcosa di concreto che non il mero racconto della quotidianitĆ  di due bambini che si dividono tra scuola e giochi.

Un discorso a parte meritano i personaggi di questo libro: la voce narrante ĆØ quella della piccola Scout, sei anni, che, attraverso l'ingenuitĆ  del suo sguardo di bambina, fa da filtro tra il lettore e la storia che racconta.
Sicuramente questa scelta influisce sia sullo stile narrativo che sulla percezione che chi legge ha delle vicende narrate.
Probabilmente, una voce piĆ¹ adulta avrebbe portato a un maggior approfondimento di alcune tematiche; cosƬ, invece, tutto viene lasciato in mano al lettore, che deve andare oltre quella "siepe" di purezza che ĆØ lo sguardo di Scout.
Non ho trovato, tra queste pagine, un personaggio che definirei indimenticabile; Atticus, il padre vedovo di Jem e Scout, ĆØ sicuramente rilevante: i suoi modi di fare, la delicatezza ma anche la fermezza con le quali si approccia ai figli, lo rendono, soprattutto rapportato all'epoca nella quale si svolge la storia, un uomo unico. Ma, nonostante ciĆ², non ho "perso la testa" per lui!

Nell'insieme, Il buio oltre la siepe ĆØ un romanzo che non risente dell'etĆ  e che tratta un tema come il razzismo con grande linearitĆ  e toni pacati. Ecco, forse troppo pacati per i miei gusti.
Un romanzo che consiglierei soprattutto ai ragazzi delle scuole medie, pur con la consapevolezza che ad alcuni potrebbe risultare troppo ingenuo e lento.
ƈ una di quelle letture da affrontare, prendendo atto del fatto che non a tutti farƠ battere il cuore, non per tutti sarƠ commovente, non per tutti diventerƠ indimenticabile.




La Libridinosa

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2 commenti:

  1. romanzo meraviglioso! da insegnante delle scuole medie, posso dire che lo riescono ad affrontare solo lettori forti di terza media, in particolare a causa della prima parte che ĆØ un po' lenta

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  2. libro meraviglioso! da insegnante di scuola media posso dire che lo riescono ad affrontare solo lettori forti di terza media

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