Posso dire che Aprile è stato un mese fantasmagorico? Posso dire che, se potessi, lo ripeterei mille e mille volte ancora? Ecco l'ho detto! È vero, sino ad ora è stato il mese in cui ho letto meno, ma ne è assolutamente valsa la pena! Insomma, ho avuto Ciambella qui per un'intera settimana; poi c'è stata La Ropolo e assieme a lei La Bacci e Leuccia! Abbiamo fatto un pigiama party... o almeno loro lo hanno fatto, io stavo in jeans! Siamo andate a "Tempo di libri" dove, oltre a comprare millemila libri (non ditelo a Consorte, ma credo di aver speso più di 150 euro solo in libri!), slogarci le spalle, riempirci di lividi, scroccare caffè a profusione allo stand De Longhi (ci scusi, signorina, solitamente non ne beviamo così tanto!), abbiamo incontrato persone che, sino a quel momento, erano solo volti dietro uno schermo e voci provenienti da un telefono. Ed è stato tutto come immaginavamo!
Abbiamo mangiato lasagne, pizze, torte e non siamo neanche ingrassate! La Ropolo ha dimenticato di avere una famiglia, io mi sono estraniata dalla routine, Ciambella fiutava sin dal garage cosa ci aspettava in tavola e ha sbavato per tutta casa manco fosse una lumaca!
Aprile è stato il mese dell'Amicizia conclamata e confermata, in barba a tutti coloro che hanno ghignato, sparlato, finto di non conoscerci! Noi ci siamo divertite e abbiamo tutte scoperto di avere degli addominali (pure la Bacci... e alla sua età sono cose scioccanti davvero!!).
E poi, non dimentichiamo che sono anche andata a tenere una lezione all'Università, invitata dalla dolcissima e bravissima Sara Rattaro. Chissà che
trauma per quei poveri ragazzi!!
Capite adesso perché vorrei una replica di questo mese? Ma a quanto pare non si può e bisogna andare avanti e io avrei una richiesta da fare al mese di Maggio: non è che potresti durare il doppio? Perché io ho una pila di arretrati da smaltire e una montagnetta di prossimi arrivi da leggere immediatamente. Quindi, caro Maggio, o mi trovi una colf full-time o allunghi le tue giornate o mi spieghi come smettere di dormire (ché tanto mentre mangio e faccio altro riesco a leggere, ma mentre dormo proprio no)!
Prima di lasciarvi agli aggiornamenti veri e propri, vi raccomando di tenere d'occhio il blog e i vari profili social perché sta per partire un'iniziativa, in collaborazione con altre blogger, che penso possa allettarvi! E adesso...
ARRIVI CARTACEI
Le stanze dei ricordi - Jenny Eclair omaggio Sperling&Kupfer
La promessa del tramonto - Nicoletta Sipos omaggio autrice
Storie di vita al 30% - Antonella Capalbi omaggio Editrice Leima
Etica di un amore impur- Alessandro Savona omaggio Editrice Leima
Tutta colpa della mia impazienza - Virginia Bramati regalo di Anima Ciambella
Il miniaturisa - Jessie Burton acquisto Giunti Cremona
Profiler - Massimo Picozzi acquisto Tempo di Libri
Non volare via - Sara Rattaro acquisto Tempo di Libri
Sulla sedia sbagliata - Sara Rattaro acquisto Tempo di Libri
Gli innocenti - Paola Calvetti acquisto Tempo di Libri
Anna sta mentendo - Federico Baccomo acquisto Tempo di Libri
La regina proibita - Anne O' Brien acquisto Tempo di Libri
La sorella del re - Anne O' Brien acquisto Tempo di Libri
E-BOOK
Piccole grandi cose - Jodi Picoult
La felicità vuole essere vissuta - Loredana Limone anteprima omaggio Salani
Maria Accanto - Matteo M. Bianchi omaggio Fandango Libri
La ragazza di prima - J. P. Delaney omaggio Mondadori
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Ad aprile ho letto 7 libri per un totale di 2331
cliccate sulle foto per leggere le recensioni
Anteprima assoluta - Recensione il 18 maggio
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TO BE READ
Vorrei fare una precisazione riguardante la TBR di questo mese: cercherò di rispettarla, ma ci sono delle uscite imminenti che attendo e che so già che arriveranno, qualcuna anche in anteprima, e che dovranno, ovviamente, essere inserite! Pertanto, qualcuno dei libri che vedete nella lista che segue, potrebbe slittare a giugno (sempre che, come detto sopra, io non trovi un modo per non dormire più!).
Profile - Massimo Picozzi
Gocce di veleno - Valeria Benatti
Il bambino bugiardo - S. K. Tremayne
La promessa del tramonto - Nicoletta Sipos
Tutta colpa della mia impazienza - Virginia Bramati
Anna sta mentendo - Federico Baccomo
Gli innocenti - Paola Calvetti
Le madri - Brit Bennett
Francesca - Manuela Raffa
La domanda è quella consueta: ditemi di quanti giorni vorreste che fosse maggio che programmi di lettura avete per il mese di maggio e com'è andato il vostro aprile?
Catherine ha quarant'anni e un forte senso di vuoto dentro. Forse per colpa di David, l'uomo che ha accanto, ma che da tempo non sente più vicino; o forse è la convivenza con il padre - da sempre per lei madre e padre insieme - che è diventata troppo ingombrante. Per questo, il giorno in cui le viene recapitato un manoscritto sulla scrivania dell'ufficio, Catherine si lascia completamente travolgere dalla lettura. Quella che scorre tra le pagine è una storia antica, ambientata nella Siena dov'è nata ma che non ha mai più visto. Ed è scritta in italiano, la lingua madre di cui serba un ricordo sfocato. Protagonista una santa che porta il suo nome, Caterina.
A narrare è una donna che nel 1380 vive nello Spedale di Santa Maria della Scala, luogo di cura dei malati e di assistenza per i "gettatelli", rifugio di viandanti e pellegrini lungo la Via Francigena. Un ospedale, sorto intorno all'anno Mille, crocevia di culture diverse ed emblema di convivenza tra laici e religiosi, tra ricchi, poveri, artisti, gente in cammino: uomini e donne che deviano dalla loro strada, in cerca di sé. In quel luogo straripante di vita, la donna è costretta a non vedere mai la luce del giorno, per una colpa segreta che porta fin dalla nascita.
Tra quelle pagine oscure e appassionanti, Catherine trova qualcosa che la spinge verso la sua città natale e verso la madre, morta quando lei era bambina, e della quale nessuno parla mai. Seguendo il racconto di Giovanna, quelle vite così lontane si fanno sempre più vicine. E, scoprendo il segreto che lega Giovanna allo Spedale e a santa Caterina, Catherine riuscirà a svelare i misteri del suo passato e a ritrovare se stessa.
Titolo: Caterina della notte
Autore: Sabina Minardi
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: 18 aprile 2017
Pagine: 384
Dopo aver sproloquiato raccontandovi della settimana trascorsa con Anima Ciambella, è arrivato il momento di fare la blogger seria (Bacci lo so che stai ridendo!) e di fare un bilancio su questa prima edizione di "Tempo di Libri".
Non penso di dovervi spiegare cosa sia "Tempo di Libri", anche se, tecnicamente parlando, è stata definita la fiera dell'editoria, a differenza del "Salone Internazionale del Libro di Torino" che, come definizione spiega, è un vero è proprio salone del libro.
Qual è la differenza tra le due cose? Sinceramente, da lettrice e da blogger, non saprei spiegarvela (ma magari è un limite mio che non vivo i lati tecnici delle due manifestazioni).
Personalmente ho preso parte al Salone del Libro di Torino per tre anni consecutivi. Il primo anno l'ho vissuto più da lettrice che da blogger, perché La Libridinosa aveva preso vita da un paio di mesi appena. Gli ultimi due anni, invece, li ho vissuti munita di badge ed accredito. A fronte di questo, penso di poter fare un raffronto tra i due eventi e dire anche la mia!
Innanzitutto, ci tengo a sottolineare il fatto che mi ha davvero infastidita questa pseudo-guerra che è stata messa in atto sia dai due comitati direttivi, che hanno trascorso gli ultimi giorni facendo raffronti numerici assolutamente inutili, che dagli stessi partecipanti (e non) che hanno quasi creato delle fazioni calcistiche a colpi di "W Milano" o "W Torino".
Io qui esprimo, ovviamente, il mio punto di vista e parto dal fatto che Torino abbia alle spalle una storia trentennale e, nonostante ciò, il Salone del Libro abbia sempre avuto delle falle alle quali pare non si riesca mai a porre riparo. Milano, benché sia alla sua prima esperienza, pare essere riuscita a cavarsela abbastanza bene!
Tanto Torino quanto Milano paiono avere questa grande passione per gli incontri con gli autori concentrati nel fine settimana. E questo può apparire un fatto ovvio, se non fosse che, per farlo, si creino una serie di accavallamenti che portano ad avere, alla stessa ora, 4 o 5 incontri interessanti e, visto che nessuno di noi è dotato del dono dell'ubiquità (tranne Laura), si deve sempre rinunciare a qualcosa. Ma avere tanti scrittori nello stesso posto crea anche qualche problema logistico!
A Milano, i blogger sono entrati gratis. A Torino, sino all'anno scorso, entravamo a metà prezzo (ma si vocifera che, quest'anno, si entrerà gratis anche lì... e taccio su questa scelta fatta dopo che tutti abbiamo sbandierato ai quattro venti che a Milano non abbiamo pagato!).
A Milano non erano presenti i piccoli editori (e la Neri Pozza), quindi lo spazio tra uno stand e l'altro, ha consentito di gironzolare più comodamente anche a chi, come me, era carico di borse. Indubbiamente, questa cosa è stata agevolata anche dalla minore affluenza di gente rispetto a quella che invade Torino. Mi sono chiesta il perché e la risposta che mi sono data è che si era reduci dalle vacanze pasquali e a ridosso di un ponte festivo abbastanza lungo (tanto che anche una mia amica e collega è riuscita ad essere presenta solo il venerdì). Che la scelta dalla data possa essere definita infausta è quello che, sicuramente, avranno pensato in tanti. Come la vedo io? Innanzitutto, posso dire che il minor afflusso di gente ha consentito a tutti di visitare gli stand senza dover fronteggiare una ressa di gente che spintonava ad ogni passo (cosa che accade puntualmente a Torino). Nei padiglioni non si soffocava per il caldo e non c'erano file infinite alle casse, benché io abbia visto parecchia gente acquistare (anche se molti dicono che le vendite siano state scarse). Unica eccezione, lo stand del Libraccio, preso costantemente d'assalto!
Vogliamo parlare di vendite? A quanto pare, si è venduto poco. Io rimango perplessa davanti a questo dato, perché ho visto tanta gente carica di sacchetti pieni di libri. Io da sola ne ho acquistati una decina e le mie compagne d'avventura non sono state da meno. In Italia, lo sappiamo benissimo, i libri si vendono poco, ma questi eventi sono frequentati da lettori accaniti e, inutile prenderci in giro, i lettori accaniti sono accumulatori compulsivi di libri e acquistano!
Credo che ci sia una grande pecca che riguardi tanto Torino quanto Milano: in queste occasioni gli editori non fanno sconti. Ma insomma, vi trovate davanti migliaia di lettori che non aspettano altro che dare fondo ai loro risparmi e voi non li agevolate? Se posso capire i piccoli editori che fanno fatica a tirare avanti, non mi spiego la scelta da parte di gruppi quali Mondazzoli, Gems e Feltrinelli. L'unica Casa Editrice che faceva lo sconto del 20% era la Harper Collins (e infatti mi sono subito fiondata sui libri di Anne O'Brien). Ecco, questa è una cosa su cui gli editori dovrebbero riflettere: le fiere servono anche ad incentivare agli acquisti. Ci troviamo lì, vediamo centinaia di libri che spesso non conosciamo e vorremmo comprarli tutti, ma non possiamo!
Altro pregio di Milano è che, indubbiamente, si raggiunge molto più facilmente rispetto a Torino. Mi direte: la fiera non si svolgeva a Milano, ma a Rho. Vero! Ma esiste la metropolitana. Io vivo in provincia di Cremona e, per quanto non sia proprio dietro l'angolo, arrivo a Rho in circa 80 minuti di macchina. Non sono pochi, lo so, ma mi hanno permesso di prendere parte a questo evento per più giorni di seguito, cosa che, invece, non posso fare a Torino, perché di chilometri da affrontare in un solo giorno ne ho molti di più. Ho visto amiche arrivare a Rho da Roma, dalla Puglia, dalla Toscana, dal Veneto e dal Trentino. Con un po' di organizzazione, qualche amico in zona disposto ad ospitare o un buon b&b, arrivare a Milano è molto più semplice che raggiungere Torino, sia che si decida di viaggiare in treno che in aereo! Inoltre, proprio in zona fiera, c'è un lungo viale dove è stato possibile parcheggiare gratuitamente (tutti soldi risparmiati per acquistare libri!!!).
All'interno dei padiglioni, inoltre, c'erano vari spazi per potersi sedere e riposare o mangiare in tranquillità anche per chi portava il cibo da casa e i bagni erano tanti e tutti pulitissimi. Quindi, anche lì, niente code e niente perdite di tempo! Inoltre, sono riuscita a rimanere sempre connessa grazia al wi-fi gratuito e funzionante!
Rileggendo questo post, pare che io sia qui a voler tirare l'acqua al mulino lombardo. Insomma, nessun difetto? Certo, ci sono stati anche quelli! Il più grande è stato sicuramente quello di vedere scrittori, moderatori, giornalisti, agenti letterari e quant'altro fare la fila con noi comuni mortali e dover aspettare l'orario di apertura per entrare. Vi dico solo che a Torino noi blogger, che siamo il gradino più basso della categoria letteraria, entravamo con almeno una ventina di minuti di anticipo rispetto agli altri.
Non è possibile che uno scrittore che ha un incontro all'apertura debba star lì e fare la fila.
Altra pecca, secondo me, è stata la scelta della data: un mese prima del Salone del Libro di Torino? Ma davvero? Sapete cosa avete ottenuto? Che salvo rare eccezioni di gente con grande disponibilità economica, chi partecipa ad un evento sarà assente all'altro. Avete 12 mesi a disposizione, organizzatevi e distanziate meglio i due eventi.
Altro difetto: il sito di tempo di libri è caotico e poco fruibile. Il programma è stato comunicato a pochi giorni dall'avvio della fiera e chi doveva organizzarsi con ferie e prenotazioni non è stato per nulla agevolato. Male, malissimo. Ci sono stati cambi di programma improvvisi che venivano comunicati sul sito internet, quando invece è risaputo che tutti viviamo collegati ai social network: Facebook e twitter sono il metodo ideale per aggiornare in tempo reale chi è lì.
La mappa che veniva consegnata all'ingresso era grande, scomoda da usare e fatta malissimo: non si riuscivano a trovare gli stand e io mi ritengo fortunata ad averne stampata una a casa e aver contrassegnato per tempo gli stand che mi interessavano e le sale in cui si svolgevano gli incontri a cui volevo partecipare!
E poi la pecca più grande, quella che ha fatto arricciare i capelli a tutti noi: i relatori degli incontri. Abbiamo assistito a presentazioni degne dei peggiori film horror. Giornalisti che hanno presentato libri di cui, probabilmente, conoscevano solo la copertina e la sinossi. Ho visto Sara Rattaro dover stilare il cast di un ipotetico film con la signora Briganti che pareva essere l'agente di Margherita Buy, visto che cercava di piazzarla in tutti i ruoli femminili. Sempre la stessa Annarita Briganti ha parlato di un prete e di una storia d'amore (forse pensava ad "Uccelli di rovo") riferendosi al Don Vittorio dell'ultimo romanzo di Lorenzo Marone.
Milano e provincia sono piene di bravissimi e competenti librai, assolutamente in grado di presentare autori di cui hanno letto davvero tutto. Non ci servono giornalisti che stanno lì solo per vantarsi di essere presenti!
Ecco, arrivati alla fine di questo post, io posso dire che, nonostante tutto, la mia esperienza a Tempo di Libri è stata positiva, che i difetti possono essere corretti e che spero che le critiche che sono state mosse vengano accolte dal comitato organizzativo con la giusta ottica: fatene tesoro e cercate di far meglio!
Parte due (la prima parte di questa chiacchiera la trovate qui!)
LL: ah sì! C’era sua Maestà Anna Rita (che c’era già venerdì, ma è talmente alta che noi abbiamo fatto quasi finta di non conoscerla!), poi è arrivata Deborah (detta Scheggia perché va a correre cercare cadaveri) col Santo che la accompagnava; è tornata pure quella bionda col fidanzato figo… come si chiama lei che non mi ricordo? Ah sì, Stefania! C’era Dolci che non mi ha mai spinta alla Newton (lei!) e poi vabbè, è arrivata Leuccia e pure quella là… quella anziana con la macchina rossa
E: si sabato eravamo taaaaante! C’era pure Annuccia eh, figlia dell’anziana di cui sopra. E non dimentichiamoci di Francesca Santa e Benedetta Rodella che ci ha accolto all’urlo de “LA FRANZELLITTI” (LL: che quando lo faccio io di chiamarti così, non mi rispondi!) e della scrittrice ora donna rispettabile Alice Basso… ma quante eravamo??? Uh e Monica!!!
LL: Monica vestita da Jackie Kennedy, mentre noi eravamo tante straccione puzzolenti! E abbiamo incontrato pure Cristina-amica-di-zia-Loredana che ci benedice ancora per averle dato un appoggio per il derriere! Eravamo tante tante, tutte con la stessa paresi che ha colpito la Ropolo il giorno in cui mi ha conosciuta. Ma soprattutto c’era quella gran gnocca della Capo #bancarellablogger. Vogliamo parlare di quel donnino?
E: Amanda!!! Rossa che più rossa non si può! Che ora ci stiamo tutte adeguando… sia mai che a Pontremoli non siamo tutte intonate! Poi fa brutto....
LL: no, scherzi? Tutte rosse nelle varie sfumature (uh pare roba zozza, Lallì!)
E: eh se tu chiudessi quella cacchio di camera!!!
LL: uffa! Senti io di sabato mi ricordo la Teruzzi che è aaaaaalta aaaaaalta e simpatica da morire e che ci ha chiamate “le sue blogger”. Mi ricordo Picozzi che pare serio serio e invece è minchione come noi. Mi ricordo di aver telefonato a talmente tanti scrittori che Alice Basso ha detto che servirebbe un ufficio stampa solo per me; ricordo Barbara Bellomo che, mannaggia a lei, è più bella ancora di quanto appare in foto; ricordo Sara che ha dovuto prestarsi ad un gioco al massacro dovendo scegliere gli attori di un ipotetico film tratto dal suo libro (e diciamolo che Sara è carina ed educata, perché io avrei urlato). E poi ricordo che, mentre eravamo in macchina per tornare a casa, ci hanno iniziato a scrivere dicendoci che una certa giornalista di nome Annarita Briganti ha parlato di Don Vittorio, protagonista dell’ultimo romanzo di Lorenzo, come del prete. Lo sai che quella si è salvata solo perché io ero già distante, vero?
E: minchia sorella, per essere una che normalmente ha l’alzaimer galoppante ne ricordi di roba! Io mi ricordo che ad un certo punto abbiamo fatto trecento foto, che abbiamo urlato “foto delle #bancarellablogger” e dopo un secondo “mah siii, che ci frega, foto di gruppo!!”, che avevo le spalle doloranti, che ho conosciuto Carlo Lucarelli con la barba luuuunga (LL: pare il nonno di Heidi!), che abbiamo recuperato Leuccia dall’incontro con Genovesi, che l’abbiamo dovuta staccare da lui con la spatola e poi l’abbiamo legata con un filo manco fosse un palloncino per quanto era felice, che con La Ropolo abbiamo scoperto una gentile signorina della Delonghi che ci ha riempito di caffè gratis (grazieeeee, sarei sempre nei nostri cuori!!)...
LL: io ricordo pure che ho detto a Lorenzo di non tagliarsi più la barba perché pare uno di 3 anni e che la Bacci gli ha detto che ho ragione (e ormai quell’uomo è traumatizzato da noi, diciamolo!). Ricordo che Flavia (sua moglie) ogni volta mi sembra più alta (e questa cosa mi fa pensare che ho seri problemi) e poi … Lallìììììììììììì
E: eeeehhhh
LL: che posso essere stronza?
E: chiedi pure? Se dico di no che fai?
LL: ehm… niente, sono stronza naturale io! Ricordo che c’è stata una persona che mi ha guardata dritta in faccia e si è palesemente voltata dall’altra parte… e meno male che io ho cercato di evitarla per tutto il giorno. Saperlo prima evitavo di fare giri assurdi! Ricordo che abbiamo incontrato due persone che sono false come le monete da tre euro e che fanno post di quelli tipici della gente a cui stanno rosicando pure le budella. Tu sei serena, Lallì?
E: una Pasqua gioia
LL: e hai una vita piena e gioiosa? O fingi?
E: fingo, la mia è piena di letizia. XD
LL: e allora viviamo letizie, và! Dai è stata una giornata bella bella, soprattutto quando siamo rientrate a casa…
E: pizzaaaaaaa! Io e La Ropolo l’abbiamo fiutata dal garage… Pizzaaaaaaa!!!!
LL: io non ho ancora capito se tu vieni qui per me, perché sono vicina agli eventi importanti o per il cibo
E: ehmmmm…. era pure il compleanno di Leuccia!!! (swish swish, op op)
LL: ti stai arrampicando sugli specchi, Ciamby!
E: un pochetto….
LL: paracula! Dai abbiamo fatto serata! Io vi aperto le porte di casa mia…
E: cioè le hai chiuse agli altri e le hai aperte a noi. Ma metti il tagliacoda?
LL: ceeeeerto! L’ho rubato in salumeria all’esselunga!
E: brava, almeno intanto che aspetta uno va a prendere la frutta… Dicevamo, seratona! Era il compleanno di Lea e Consorte (si sempre lui!) oltre a preparare valangate di pizza, usando come teglia qualsiasi cosa ci fosse in casa che potesse entrare in forno, ha fatto pure la torta con il cioccolato dentro e panna e fragole fuori… capito Ropolo, fragole…
LL: La Ropolo e le fragole! Mio figlio che non le mangia e lei che gli urla: “butta qui butta qui”. Annuccia che ha una mezza crisi adolescienziale e molla la torta sul tavolo e La Ropolo che fissa la fetta di torta e salta su con un: “Che età stupida, sta di là a piangere invece di mangiare la torta!”. Io ho gli addominali che ancora mi dolgono!
E: e non a caso abbiamo fatto l’1:30 di notte a ridere! Noi in questi giorni abbiamo dormito una media di tre ore a notte Lallì, non c’abbiamo più il fisico!
LL: Lallì, io e te non l’abbiamo mai avuto il fisico per queste cose. Infatti le facciamo una volta l’anno e poi ne paghiamo lo scotto per 11 mesi!
E: io pure adesso una pennichella me la farei… Comunque c’è da contare che la mattina ci siamo pure alzate presto visto che dovevamo prepararci in 1000 per uscire
LL: oh per essere tutte femminucce non ci abbiamo manco messo tanto, eh
E: vero! Brave noi! E siamo a domenica… tristezzaaaaaaa! Ultimo giorno di fiera….
LL: nuuuuuuuuu… prima casa piena e poi casa vuota :(
E: eh pensa che poi loro si sono fatte pure viaggio in macchina per rientrare
LL: e considerando le ore di sonno e tutta la giornata in fiera, sono state eroiche davvero! Eravamo zombie quel giorno lì, eh. Credo che la Bellomo si sia spaventata quando ci ha viste!
E: capirai, lei gnocchissima e noi che avevamo per la testa una sola parola: caffè! Comunque domenica abbiamo visto lei e intravisto la Bonvicini. Intravisto perchè per entrare all’incontro c’era la fila fino a Cesenatico visto che era in compagnia di Grossman, ma noi furbe furbe abbiamo aspettato fuori (dopo un pessimo gelato) e, in barba alle hostess che ci inseguivano manco fossimo due noti ricercati dell’Isis (che ci abbiamo proprio la faccia noi due… ohi forse tu…), l’abbiamo salutata e sono riuscita a farmi firmare i libri! Gioia e giubilo pure qui!
LL: manco un libro dedicato a Letizia, si vede che eri presente, uffa! Eh domenica è stata giornata sfracca! Però abbiamo conosciuto Rosaria e io e lei non ci siamo insultate (pensare che la gente era venuta apposta!!!!!) e abbiamo anche incontrato Regin (che è la nostra fonte certa per le nuove uscite, quindi la adoriamo a prescindere!). Stanche eh, ma bella esperienza!
E: ti bellissima! Poi la sera la Juve ha pure vinto! Yupppppyyyy!!
LL: e finisce qui perché io di lunedì non voglio parlare
E: manco io, anche perchè in treno è stata un’odissea! Anzi, piccola nota per le ferrovie dello Stato: come minchia pensate una possa tirar su una valigia piena di libri su quei cacchio di trespoli-cappelliere???
LL: Lallì, quelli pensano a quel 95% di italiani che nelle valigie ci mette i vestiti
E: e poi falliscono… vedi?
LL: vabbè, adesso lanciamo petizione: le valigie sotto e i passeggeri sui trespoli. Ti piace?
E: ma che sei cretina??? Basterebbe che in tutti i treni lasciassero il posto sotto il sedile, come in alcuni treni. Non ci vuole un genio! Ingegnere si svegli!!!
LL: a me frega pure poco, io la valigia non so farla!
E: giusto… Lallì a che servono le cinghie che ci sono dentro?
LL: a fare pale… pales… no, niente, non lo so!
E: sei incredibile, nel senso brutto! Si vede che la valigia te la fa sempre il santo di cui sopra…
LL: lui fa valigia, tu mi vesti, io posso leggere serena!
E: oh signur… dai, cose che abbiamo fatto o visto e che non abbiamo ancora detto… uh una la so io, la tizia svenuta sul lettone! C’era in piena fiera questo lettone enorme su cui essenzialmente saltellavano i bambini, ma ad un certo punto c’era questa stesa a faccia in giù. Noi abbiamo mangiato, siamo state lì un bel po’, siamo andate via e… lei stava ancora lì, ferma. Sarà ancora viva?
LL: Secondo me, l’hanno rimossa quando non c’era nessuno in giro! Mmmhhhh… cose strane… una diretta visualizzata solo da te, vale?
E: eh… lasciamo perdere, è come sparare sulla croce rossa…
LL: le donnine bionde che distribuivano chewing-gum (secondo me, questa cosa è stata fatta per evitare la morte degli scrittori!)
E: uh sai anche cosa? Lo stand Mondolibri! Se mi chiedevano ancora quanto leggevo io le strangolavo col loro cordino!! Lo so, è il loro lavoro pure pagato un tanto al mucchio, ma minchia!!! Sto in piena fiera dell’editoria, ho trecento chili di libri addosso e secondo te? Li uso perchè non so comprare tavoli dritti???
LL: erano bionde quelle di Mondolibri, io direi che possano averla pensata ‘sta cosa. Che poi le loro edizioni fanno schifo proprio, manco gratis io le prenderei! Cose strane… ce l’ho: un hot-dog (che secondo me era pure gommoso) a 5 euro! E un gelato (surgelato!) a 4 euro
E: si sa, se ne approfittano alla grande in questi casi. Bisogna farsi furbe!
LL: lo so lo so! Avanzini che stava davanti allo stand Newton tipo boss e aspettava la Ropolo che gli andasse a tirare la giacchetta. Poi è arrivata la Ropolo ed è sparito lui!
E: ok, però posso dirla una cosetta pure io? Tanta roba Avanzini eh…. gaaaaaaa. Per non parlare di Tommaso :)
LL: eh Avanzini tanta roba, ma è biondo inside, fidati! Tommaso invece è tanta roba dentro, fuori e pure attorno! Lallì… la piastra, non hai detto della piastra!
E: giusto!!! Abbiamo incrociato Strukul ovunque, pure al bar, e a me è rimasta una domanda… Che piastra usa??? Non un capello fuori posto eh!
LL: e io e te che abbiamo passato i 15 giorni precedenti a coordinare gli shampoo per evitare di arrivare coi capelli zozzi!
E: cavoli! A me mica dura così tanto la piastra…
LL: soprattutto quando non la usi!
E: eh, parla capello spaghetto qui
LL: tutta invidia la tua! A te viene in mente altro Lallì?
E: uhm…. ridere lo abbiamo fatto, tanto, abbiamo visto tutti gli scrittori che volevamo, raccattato firme e foto, conosciuto uffici stampa (Anna!!! Ci stavamo dimenticando di lei!), visto amiche (che a me scrivere blogger fa sempre un po’ schifo, se ti voglio conoscere sei amica prima di tutto). Peccato le assenze…
LL: eh… dottor Manzo, lei dov’era? Che questa qua è stata in lacrime tutto il tempo!
E: uffa, io lo volevo conoscere!!
LL: eh così hai scusa per tornare pure l’anno prossimo. Io saluterei che qua abbiamo scritto libro io e te! Saluta tu che sei quella più educata
E: più che salutare io ringrazierei tutti tutti, ma proprio tutti! Quelli che abbiamo nominato ma anche quelli che abbiamo appena sfiorato (uh salutiamo pure le signore della metropolitana che si sono accodate perchè non sapevano la strada e che poi ci hanno fatto la foto davanti alla fiera!). E ora Lallì puoi riaprire la camera, che c’è fila!
LL: e visto che riapro la camera, accendo la radio e metto la colonna sonora di questo Tempo di Libri (che poi è diventata la canzone delle anime ciambella!)
Con quest'uomo ci andrei a letto. Gli ho detto poco più che buongiorno, eppure la parte più segreta di me, quella che sfugge al mio controllo, ha già espresso il suo giudizio. Lui mi tiene aperta la porta della sala riunioni e persino questo piccolo gesto di cortesia mi sembra carico di significato.
Non posso credere di essere a un passo, un solo piccolo passo, dall'aggiudicarmi la casa che lui, Edward Monkford – un innovatore, un architetto riservato e profondo –, ha progettato e realizzato in Folgate Street, civico 1, Londra.
Una casa straordinaria. Un edificio che coniuga l'avanguardia europea ad antichi rituali giapponesi. Design minimalista di pietra chiara, lastre di vetro insonorizzate e sensibili alla luce, soffitti immensi. Nessun soprammobile, niente armadi, niente cornici alle finestre, nessun interruttore, nessuna presa elettrica. Un gioiello della domotica, dove tutta la tecnologia è nascosta.
Una casa che però ha le sue regole, il Regolamento come lo chiamo: se diventerà mia non dovrò soltanto rinunciare a tappeti, fotografie alle pareti, piante ornamentali, animali domestici o feste con gli amici, ma dovrò plasmare il mio carattere, accettare una concezione della vita in cui il meno è il più, in cui l'austerità e l'ordine sono la purezza, e la sobrietà la ricompensa.
Perché lui vuole così, perché lui è così. Ha voluto sapere tutto di me, mi ha chiesto un elenco di tutte le cose che considero essenziali per la mia vita. Dicono che quest'uomo, dai capelli di un biondo indefinito e dall'aspetto poco appariscente, con gli occhi di un azzurro chiaro e luminoso, sia un architetto eccezionale perché non cede a nessuna tentazione.
Tuttavia, la casa è già stata abitata, una volta. Da una ragazza della mia stessa età, quasi una mia gemella, mi hanno detto. Anche lei, come me, non insensibile al fascino di quest'uomo.
Una ragazza che tre anni fa è morta. In questa casa.
Titolo: La ragazza di prima
Autore: J. P. Delaney
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 4 aprile 2017
Pagine: 389
C'era una volta una piccola valle sperduta tra i monti. Una valle di quelle selvagge, con alte montagne e pareti di ghiaccio, dighe imponenti e laghi profondi di acqua cristallina. Ed è proprio qui a Daone, in Trentino, che comincia la nostra storia. La storia delle Funne, del loro viaggio e del loro sogno. Funne in dialetto significa donne, e le nostre Funne, ricche di sogni e di voglia di avventura, sono le irriducibili ottantenni del circolo pensionati Rododendro. Per festeggiare il ventennale del loro circolo decidono di fare una gita molto speciale: andare per la prima volta al mare tutte insieme, perché molte di loro il mare non lo hanno mai visto. Bellissima idea, bellissimo sogno. Ma certi sogni per diventare reali devono fare i conti con la cassa, e la cassa del Rododendro purtroppo piange. Sotto gli auspici della Madonna della Neve, e nutrite dall'immancabile fetta di polenta, le idee si moltiplicano: "E se vendessimo delle torte alla sagra del paese?"; "E se facessimo un calendario da vendere come i pompieri?"; "E se facessimo un "croadfanding" o quella roba lì che non so bene cos'è ma che è dentro l'Internèt?". La loro poetica avventura fatta di successi, insuccessi, inaspettata notorietà, gelosie, lacrime e tante risate è raccontata da Katia Bernardi, che su questa storia ha girato un film documentario. Una storia che ha conquistato le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo, nata in una mattina d'estate, verso la fine di luglio, tra le montagne selvagge.
Titolo: Funne. Le ragazze che sognavano il mare
Autore: Katia Bernardi
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 13 settembre 2016
Pagine: 215