27 marzo 2014

Recensione 'La piccola bottega dei ricordi' di Annelise Corbrion

SINOSSI
Una fotografia è molto più di un oggetto. Spesso custodisce un momento di felicità perfetta ed eterna. Lo sa bene Emma, che nel suo piccolo atelier nel cuore di Londra restaura foto antiche, e ama scrutare quei volti sconosciuti, e restituire ai ricordi degli altri lo splendore che il tempo ha rubato. Quando un giorno uno di quei volti prende vita, Emma pensa di aver bevuto un bicchiere di troppo. Ma l'uomo della foto, scattata nel 1940, le invia dei messaggi chiedendole di compiere per lui una piccola missione: ritrovare il suo primo, unico, grande amore per restituirle la spilla che lui le aveva regalato poco prima di morire. Per Emma questo è solo l'inizio: presto si trova coinvolta in piccole e grandi storie che richiederanno parecchia inventiva per essere risolte. Fino a che uno di quei messaggi non riguarderà proprio lei. Lei e l'affascinante giornalista che ha appena conosciuto. Nel suo passato, Nathaniel nasconde un trauma che gli ha lasciato una cicatrice indelebile. Con una vecchia fotografia di sua madre e le pagine del diario che la donna ha scritto poco prima di morire, Emma deve tentare di scoprire quello che è successo, ma la missione più difficile è convincere Nathaniel che amare è ancora possibile...
TITOLO: La piccola bottega dei ricordi
TITOLO ORIGINALE: La mémoire des autres
AUTORE: Annelise Corbrion
TRADUZIONE A CURA DI: S. Arena
EDITORE: Fabbri
DATA DI PUBBLICAZIONE: 4 giugno 2013
PAGINE: 206
PREZZO: 12.90 €
E-BOOK: 6.99 €
La mia valutazione: 3 stelle


La prima cosa che mi ha colpita di questo libro è stata la copertina, quel rosa antico, quelle foto di una volta, in bianco e nero, legate con lo spago... Bella, mi sono detta! Poi ho letto la sinossi e ho deciso che, forse, ne valeva la pena!
In poche pagine, ci viene raccontata la storia di Emma, ventisettenne, che ha da poco perso entrambi i genitori. Emma ha un negozio dove si occupa di restauro di foto antiche e proprio il suo lavoro la porterà a vivere un'esperienza sconcertante.
Un giorno, una bella signora dai capelli bianchi, porta ad Emma una foto del marito, morto durante la Guerra, chiedendole di restaurarla. Mentre lo fa, però, Emma riceve una mail da un indirizzo sconosciuto; qualcuno le chiede di dire alla signora dai capelli bianchi che la spilla che ha tanto cercato è in fondo ad un pozzo. Cosa sta succedendo? Chi le scrive? Dopo alcune ricerche, Emma scopre che a scriverle è il marito morto della signora, che riesce a mettersi in contatto con lei grazie all'elettricità e al fatto che lei ha una sua foto.
E fin qui il libro è veramente carino! La storia va avanti con Emma che si ritrova ad avere a che fare con tutta una serie di fantasmi che le chiedono aiuto ogni qualvolta qualcuno le porta una foto da restaurare e questo le permetterà di incontrare Nathaniel, con cui, ovviamente, nascerà una storia d'amore.
La madre di Nathaniel è stata assassinata quando lui era poco più che un bambino e questo concede all'autrice di dare una svolta tra il giallo e il thriller alla storia. Peccato che, in questo modo, la storia diventi scontata: si capisce subito cosa accaduto alla madre di Nathaniel, ma, soprattutto, chi sia il colpevole e che piega prenderà la storia da quel momento sino al finale, anche questo scontatissimo.
Peccato, davvero, perché il romanzo è scritto bene e, inizialmente, molto accattivante. Tra l'altro, è anche poco sviluppato il tema trainante della storia, cioè la corrispondenza costante tra Emma e l'aldilà. Sinceramente, credo che se l'autrice avesse sviluppato maggiormente alcuni punti salienti della storia, il risultato sarebbe stato migliore.
VOTI
Trama  6
Personaggi  6
Stile  7
Incipit  8
Finale  5
Copertina  8
Voto complessivo  6.7
L'autrice: Annelise Corbrion 27 anni, nel 2012 ha vinto in Francia il premio Fondation Bouygues Telecom-Metro per i Nuovi talenti. Questo è il suo primo romanzo.

26 marzo 2014

Recensione 'Steve Jobs' di Walter Isaacson - Mondadori



SINOSSI
Più di quaranta colloqui personali con Steve Jobs in oltre due anni, e più di cento interviste a familiari, amici, rivali e colleghi, hanno permesso a Walter Isaacson di raccontare l'avvincente storia del geniale imprenditore la cui passione per la perfezione e il cui carisma feroce hanno rivoluzionato sei settori dell'economia e del business: computer, cinema d'animazione, musica, telefonia, tablet, editoria elettronica. Mentre tutto il mondo sta cercando un modo per sviluppare l'economia dell'era digitale, Jobs spicca come la massima icona dell'inventiva, perché ha intuito in anticipo che la chiave per creare valore nel ventunesimo secolo è la combinazione di creatività e tecnologia, e ha costruito un'azienda basata sulla connessione tra geniali scatti d'immaginazione e riconosciute invenzioni tecnologiche.
Nonostante abbia collaborato in prima persona alla stesura di questo libro, Jobs non ha imposto nessun vincolo sul testo Né ha preteso di leggerlo prima della pubblicazione. E non ha posto alcun filtro, incoraggiando anzi i suoi conoscenti, familiari e rivali a raccontare onestamente tutta la verità. Lui stesso parla candidamente, talvolta in maniera brutale, dei colleghi, degli amici e dei nemici, i quali, a loro volta, ne svelano le passioni, il perfezionismo, la maestria, la magia diabolica e l'ossessione per il controllo che hanno caratterizzato il suo approccio al business e i geniali prodotti che ha creato. Trascinato dia suoi demoni, Jobs poteva scatenare l'ira in chi gli stava vicino o indurlo alla disperazione. Ma la sua personalità e i suoi prodotti erano una cosa sola, come l'hardware e il software di Apple, parti di un sistema integrato.
Dall'infanzia con la famiglia adottiva all'adolescenza tra i pionieri dell'informatica, dal soggiorno in India in cerca del lato spirituale dell'esistenza alla nascita di Apple, dal successo commerciale all'uscita temporanea dall'azienda, dal boom planetario nell'ultimo decennio alla lotta contro la malattia: la sua storia, ricca di lezioni su innovazione, leadership e valori fondamentali, ci insegna e allo stesso tempo ci è di ammonimento. L'unica biografia autorizzata del creatore di Apple ci svela i segreti dell'uomo che ha davvero cambiato il nostro modo di pensare. Un libro che va letto come il testamento intellettuale e spirituale che Jobs lascia al mondo intero.
TITOLO: Steve Jobs
TITOLO ORIGINALE: Steve Jobs
AUTORE: Walter Isaacson
TRADUZIONE A CURA DI: Paolo Canton, Laura Serra, Luca Vanni
EDITORE: Mondadori
DATA DI PUBBLICAZIONE: 24 ottobre 2011
PAGINE: 642
PREZZO: 20.00 €
E-BOOK: 9.99 €
La mia valutazione: 5 stelle


STEVE JOBS: un grande genio? O un grande stronzo? Questo sarebbe il titolo perfetto per la recensione di questo libro!
Tutti conosciamo il personaggio Jobs, pochi sono a conoscenza della persona Steve.
Quando scoprì di avere il cancro, Jobs chiamò Isaacson per chiedergli di scrivere la sua biografia. La motivazione era
Volevo che i miei figli mi conoscessero. Non sono stato sempre presente e desideravo che sapessero per quali ragioni e capissero ciò che ho fatto. Quando mi sono ammalato, poi, mi sono reso conto che se fossi morto altri avrebbero scritto sul mio conto senza sapere un bel niente. Avrebbero raccontato cose sbagliate. Quindi ho voluto assicurarmi che qualcuno ascoltasse ciò che avevo da dire.
foto (1)
Walter Isaacson ci dice
Questo è un libro sulla vita segnata da alti e bassi e sulla personalità tormentosamente carismatica di un imprenditore creativo, la cui passione per la perfezione e il cui carisma feroce hanno rivoluzionato sei settori di attività: personal computer, cinema di animazione, musica, telefonia, tablet pc e editoria elettronica.
Steve Jobs era figlio adottivo di Paul e Clara Hagospian. Sin dall'età di 7 anni fu a conoscenza del suo status di bambino adottato. Quando Clara morì, Steve aveva circa trent'anni, aveva da poco perso la Apple e decise di cercare la madre naturale. La trovò e scoprì di avere anche una sorella, Mona, con cui instaurò un buon rapporto. Col padre naturale, invece, non volle mai avere a che fare. C'è però un particolare della sua vita raccontato nel libro che ci svela che Steve, inconsapevolmente, aveva incontrato più di una volta il padre biologico: andava spesso a mangiare in uno dei ristoranti che quest'ultimo gestiva. Il padre, ovviamente, non sapeva che Steve fosse suo figlio, però, parlando con Mona, le disse: "Steve Jobs veniva spesso a mangiare nel mio ristorante. Era proprio una brava persona".
I suoi genitori adottivi fecero in modo, tra mille difficoltà economiche, di fargli frequentare l'università. Ma lui abbandonò gli studi perché li riteneva noiosi.
Nel 1974 iniziò a lavorare alla Atari. Il suo stile di vita, che lo portava a mantenere dei regimi alimentari estremi e a non avere particolare cura dell'igiene personale, costrinsero i dirigenti a relegarlo al turno di lavoro notturno per evitare scontri continui con i suoi colleghi.
Il primo punto di svolta nella vita di Steve arriva con l'amicizia tra lui e Stephen Wozniak. Entrambi appassionati di tecnologia, cominciarono a costruire il primo computer nel garage dei genitori di Steve.
Da lì alla nascita della Apple il passo fu breve. Il 3 gennaio 1977, Steve Jobs, Stephen Wozniak e Ronald Wayne fondarono la Apple Computer Co., il cui capitale sociale ammontava a 5309 dollari.
Pochi anni dopo, il 12 dicembre 1980 la Apple fu quotata in borsa per la prima volta. A 25 anni, Steve Jobs valeva 256 milioni di dollari.
Il genio di Steve Jobs consisteva nell'aver capito che
la gente giudica effettivamente un libro dalla copertina.
Si potevano anche avere i prodotti migliori e della miglior qualità e con il software più utile, ma se venivano presentati in maniera sciatta erano percepiti come sciatti. Questo portò Jobs ad avere una cura maniacale non sono per i prodotti che creava, ma anche per le confezioni che li avrebbero contenuti. Mentre tutti sostenevano che una volta tirato fuori un computer dalla sua scatola, questa veniva gettata via, Jobs si premurava di creare confezioni accattivanti (io conservo gelosamente le scatole del mio iPhone e del mio iPad!!!).
Steve, come detto, aveva un carattere molto particolare. Di lui Bill Gates disse che era: "Fondamentalmente strano e stranamente difettoso dal lato umano". D'altronde, Steve ha definito Gates: "Intellettualmente limitato"!
Irascibile, scontroso, privo di qualunque tipo di empatia verso le persone che lo circondavano, arrogante, permaloso, Jobs era in grado di mortificare le persone urlandogli contro. Questo suo carattere, ovviamente, gli ha creato non pochi problemi sia nella sfera privata che in quella professionale. Di lui dissero: "È sempre stato un perfezionista maniaco del controllo. Chi non si impegnava a rendere perfetto il suo prodotto, per lui era un imbecille".
Nel 1984 la Apple lanciò il Macintosh con una campagna pubblicitaria assolutamente innovativa.
Campagna pubblicitaria Macintosh 1984
In quell'occasione fu chiaro a tutti che Steve Jobs era un grande maestro nel lancio dei prodotti. La cura maniacale che aveva per i dettagli, lo spingeva a controllare e ricontrollare sino all'ultimo ogni minimo particolare.

Presentazione Macintosh

Nel giorno in cui presentò il Macintosh, un giornalista chiese a Jobs che tipo di ricerche di mercato avesse fatto. Jobs gli rispose: "Alexander Graham Bell ha fatto qualche ricerca di mercato prima di inventare il telefono?"
Uno dei grandi amori professionali fu John Sculley, allora Presidente della divisione Pepsi Cola della PepsiCo. Jobs fece di tutto per portarlo alla Apple
Vuoi passare il resto della tua vita a vendere acqua zuccherata o vuoi avere la tua occasione per cambiare il mondo?
Finché durò, l'idillio fu produttivo. Rotto l'incantesimo, però, l'avvento di Sculley costò a Jobs l'estromissione dalla Apple.
A trent'anni, ricco e giovane, Jobs si ritrovò senza nulla da fare. E decise di fondare la NeXT. Reclutò alcuni dei suoi vecchi collaboratori Apple, motivo per cui proprio la Apple dichiarò di volerlo citare in giudizio. La sua risposta, in pieno stile Jobs, fu
È difficile immaginare che una società da due miliardi di fatturato con 4300 dipendenti abbia difficoltà a competere con 6 persone in blue jeans.
Nell'ottobre 1988, la NeXT lanciò il suo primo computer. Purtroppo, il successo non fu quello sperato.
Nel 1986, Jobs entrò a far parte della Pixar. Sotto il suo dominio sono nati capolavori dell'animazione come Toy Story, Alla ricerca di Nemo, Monsters & Co., Cars...Con l'avvento degli anni '90 e sotto la guida di Sculley, la Apple era in declino.
Il secondo punto di svolta è vicino: nel 1996 la Apple acquisisce la NeXT. Steve Jobs rientra in Apple con una retribuzione di 1 $ l'anno. In poco tempo, facendo fuori l'allora Presidente Gil Amelio, Jobs riprese il controllo della sua Apple!
Nel primo anno dal suo rientro, Jobs licenziò più di 3000 dipendenti.
logo_think_different_plakatDalai-Lama-Apple-Think-Different-Poster1
Durante la sua seconda vita alla Apple, Jobs trovò la sua metà della mela in Jonathan Ive. Ive era il suo compagno d'avventura con cui cercare la vera semplicità. imac_three_quarter_largeIl primo grande trionfo prodotto dalla loro collaborazione fu l'iMac. Era il primo personal computer senza slot per i floppy disk, a conferma di quanto Jobs vedesse nel futuro.
Era un computer curvilineo, divertente, con una scocca in plastica semi-trasparente colorata. Messo in vendita nell'agosto 1998 a 1299 $, il primo iMac vendette 278 mila esemplari in sei settimane e 800 mila entro la fine dell'anno. La cosa che stupì fu che il 32% degli acquirenti acquistavano un pc per la prima volta e il 12 % arrivavano da un'esperienza con Windows.
La semplice linearità di Jobs si nota anche nel suo guardaroba: jeans e l'inconfondibile dolcevita nero, la cui nascita Jobs racconta in questo modo
Avevo provato a proporre una divisa ai dipendenti Apple. Mi cacciarono via a fischi. Così, chiesi a Issey Miyake di confezionarmi un dolcevita nero come quello che indossavo. Me ne ha fatti avere 100!
Il primo decennio del 2000 è stato sicuramente il più produttivo per Jobs e la Apple. A maggio del 2001 fu inaugurato il primo Apple Store, in Virginia.
Il 23 ottobre 2001 fu lanciato il primo iPod. Qualche mese dopo, nell'aprile 2002, Jobs presentò iTunes Store, per dar modo agli utenti di acquistare musica a basso costo, velocemente e in maniera legale
Con iTunes smettere di rubare musica. È karma positivo!
Furono venduti un milione di pezzi musicali in 6 giorni.
Nel gennaio 2007, Jobs presenta il primo iPhone, che fu definito JESUS PHONE (il telefono divino).
Tre ani dopo, fu la volta dell'iPad, che vendette un milione di pezzi in un mese. jobs_economist_coverL'Economist mise Jobs in copertina con un'aureola in testa e l'iPad in mano. La definizione generale fu che
l'ultima volta che una tavoletta ha provocato così tanta eccitazione, portava incisi dei comandamenti.
In tutto ciò, però, a Jobs venne diagnosticato un tumore neuroendocrino pancreatico, che lo porterà ad estenuanti cure e, sei anni dopo, a dover subire un trapianto di fegato. Era il 21 marzo 2009. Due mesi dopo, Steve era nuovamente al lavoro alla Apple.
Di Jobs si è detto molto, forse troppo. Famoso è il suo campo di distorsione della realtà: ti affascina con lo sguardo e ti porta a pensare che ciò che lui desidera sia assolutamente realizzabile.
Lyons ha affermato: "Steve ha un'abilità incomparabile nel creare gadget che non sapevamo ci fossero necessari, ma senza i quali non sappiamo più vivere".
Arrivati alla stesura finale del libro, Jobs, smagrito e sofferente, parlando della morte, disse ad Isaacson
Forse si tratta solo di un pulsante on/off. "Clic!" e te ne vai. Forse – disse – è per questo che non mi è mai piaciuto mettere pulsanti on/off sugli apparecchi Apple.
Non è facile recensire un libro come questo. foto (2)Durante la lettura ho sottolineato, preso nota, fatto ricerche. Arrivata alla fine, mi sono resa conto che Jobs può scindersi in due parti: c'è Jobs uomo di successo, affascinante, capace di creare prodotti assolutamente rivoluzionari. QUESTO È IL GENIO!Poi c'è Steve: un ragazzo che cerca di far convivere la sua mente scientifica e il suo lato artistico, il suo amore per la purezza e la perfezione
la personalità di Jobs ha sempre trovato riflesso nei prodotti da lui creati
Era quasi ascetico, seguiva regimi alimentari assurdi; negli anni pre-Apple fece uso di LSD, andò in India, non si lavava e andava in giro scalzo. QUESTO È LO STRONZO!
Una cosa è certa:
chi usa un prodotto Apple può provare lo stesso sublime trasporto di chi passeggia in uno dei giardini zen di Kyoto tanto cari a Jobs
Ho sempre pensato che gli acquirenti Apple fossero dei fanatici, chiusi nel loro mondo fatto di applicazioni, di iTunes, di iCloud...Vedevo la gente intorno a me esaltare il proprio iPhone, vedevo mio marito col iPad sempre tra le mani (io avevo un Samsung Galaxy Tab e lo tenevo spento e chiuso in un cassetto); sentivo dire "faccio una foto con l'iPhone" invece del solito "faccio una foto col telefono" oppure "mando una mail con l'iPad" invece di "mando una mail col tablet". Probabilmente, questa è una delle più grandi e palesi distinzioni tra utenti Apple e utenti comuni: chi ha un prodotto Apple lo definisce, non lo generalizza.
Li ho sempre definiti FOLLI! La Apple è un mondo CHIUSO. Io voglio vivere in un mondo aperto. Insomma, ero un po' come Bill Gates.
Poi, qualche mese fa, quando il mio smartphone Samsung ha cominciato a dare segni di cedimento (un anno e qualche mese, questo è lo standard di vita di un Samsung di alta fascia) e mentre il tablet sonnecchiava nel solito cassetto, la mia dolce metà mi ha messo tra le mani un iPhone 5 e un iPad Air.
Il mio mando è cambiato! Navigo, telefono, posto sul blog, modifico foto, leggo, scrivo e faccio altre mille cose!
In questi giorni di forzato riposo, tanto il blog quanto la pagina Facebook non avrebbero avuto vita senza il mio iPad (no, non potevo tenere il notebook sulle gambe).
Adesso faccio parte di un mondo CHIUSO. Ma è un BELLISSIMO MONDO CHIUSO!
Quindi, se fate parte anche voi di questo mondo, leggete questo libro (se non lo avete già fatto), perché è davvero ben scritto! Se, invece, non siete ancora adepti Apple, leggetelo pure, ma sappiate che la controindicazione maggiore è che, appena lo chiuderete, sentirete il bisogno assoluto di avere un iPhone! E poi un iPad! E poi un MacBook!
Se non amate leggere (che ci fate nel mio blog?), sappiate che mio marito, detto anche IL.NON.LETTORE, ha divorato questo libro in una settimana.
Ah, ancora una cosa...
SENZA STEVE IL MONDO È UN PO' MENO BELLO.
VOTI
Trama  10
Personaggi  10
Stile  9
Incipit  9
Finale  10
Copertina  10
Voto complessivo  9.7
L'autore: Walter Isaacson è stato caporedattore della rivista Time, amministratore delegato e presidente della CNN. Attualmente è amministratore delegato dell'Aspen Institute. È autore di numerosi libri, tra cui Kissinger. A biography, Benjamin Franklin. An American Life, The Wise Men. Six Friends and the World The Made (con Evan Thomas) ed Einstein. La sua vita, il suo universo.

18 marzo 2014

Recensione 'La lista dei miei desideri' di Lori Nelson Spielman

SINOSSI
A trentaquattro anni, Brett Bohlinger ha tutto quello che vuole: un lavoro invidiabile nell'azienda di famiglia, un loft molto trendy, un fidanzato irresistibile e una mamma affettuosissima che è anche la sua migliore amica. Perciò, quando l'adorata madre Elizabeth muore, Brett è devastata per aver perso il suo punto di riferimento. E il dolore si trasforma in rabbia nel momento in cui si ritrova anche con un pungo di mosche. Perché alla lettura del testamento, invece di nominarla nuova amministratrice della Bohlinger Cosmetici, Elizabeth le lascia soltanto una lettera. Ed è una lettera strana, che la esorta a riconsiderare la sua vita, partendo dalla <<lista dei desideri>> che aveva stilato da ragazzina, vent'anni prima. The Life ListSolo se nell'arco di un anno realizzerà tutti gli obiettivi di allora – innamorarsi, salvare il mondo, essere felice, desideri semplici e assoluti al contempo – riceverà la sua eredità. Inizialmente riluttante, a Brett non resta che seguire le istruzioni materne: mese dopo mese, ogni volta che Brett spunta una voce della lista, riceve dal notaio una nuova lettera della mamma. Affettuosa, comprensiva, protettiva e piena di una fiducia senza riserve. Come una carezza che la spinge, fra una lacrima e un sorriso, a non mollare e ad aprirsi al domani. A scoprire l'affetto di una famiglia vera e a esplorare il terreno dei sentimenti più teneri. Perché la vita è fatta per essere vissuta, sempre.
TITOLO: La lista dei miei desideri
TITOLO ORIGINALE: The life list
AUTORE: Lori Nelson Spielman
TRADUZIONE A CURA DI: Paola e Matteo Maraone
EDITORE: Sperling & Kupfer
DATA DI PUBBLICAZIONE: 14 maggio 2013
PAGINE: 352
PREZZO: 17.90 €
E-BOOK: 9.99 €
La mia valutazione: 5 stelle



Questo è uno di quei libri da cui non mi aspettavo nulla più che una lettura leggera, quasi vuota. Invece, mi ha presa talmente tanto, che, ieri sera, non riuscivo a staccarmene e l'ho letto, praticamente, in 24 ore.
Tutto ha inizio con la morte di Elizabeth, mamma adorata di Brett. Elizabeth era una donna bella e di successo, che dirigeva con profitto un'azienda di cosmetici naturali.
Brett ha 34 anni, da quattro vive con Andrew, avvocato rampante, e, alla morte della madre, l'unica cosa che si aspetta è quella di ereditarne l'azienda e diventarne la dirigente.
Quando, però, lei e i suoi due fratelli si ritrovano al cospetto dell'avvocato per la lettura del testamento, Brett si ritrova a dover affrontare uno sgambetto materno. Mentre i suoi fratelli usciranno dallo studio legale con le tasche abbondantemente rimpinguate, lei si ritroverà tra le mani una lista di desideri compilata quando era un'adolescente e che la madre aveva gelosamente custodito!
Se vorrà avere accesso alla sua quota ereditaria, Brett dovrà depennare i punti incompiuti di quella lista.
Così, in 12 mesi, Brett dovrà avere un figlio, adottare un cane e un cavallo, riprendere in mano un'amicizia terminata molti anni prima, innamorarsi, diventare un'insegnante e avere un buon rapporto col padre.
Peccato che il padre sia morto, lei sia già fidanzata e per di più con una persona che di figli non vuole saperne e l'amica a cui teneva tanto è anche una delle persone con cui lei si è comportata peggio.
Ovviamente, Brett è sconvolta: si trova, da un giorno all'altro, non solo a dover affrontare la perdita della sua adorata mamma, ma anche a dover rimettere in discussione tutti gli aspetti della sua vita: amore, lavoro e amicizia.
Ce la farà? Ma, soprattutto, qual è lo scopo di Elizabeth? Perché cerca di sconvolgere la vita di sua figlia?
In un crescendo di sorprese, l'autrice ci porta, pagina dopo pagina, ad affrontare una serie di cambiamenti che faranno di Brett, il personaggio centrale di questa storia, una donna completamente diversa da quella che ci fa conoscere nelle prime pagine.
La lettura scorre velocemente ed è irresistibile la voglia di andare avanti (ho fatto le 2 di notte leggendo!) per scoprire cosa accadrà a Brett. Sino all'ultima pagina non mancano le sorprese, le risate e qualche lacrima!
VOTI
Trama  7
Personaggi  7
Stile  8
Incipit  7
Finale  8
Copertina  8
Voto complessivo  7.5
L'autrice: Lori Nelson Spielman vive nel Michigan con il marito e Kitty Cat, la gatta più viziata del mondo, e insegna, attività che è per lei la principale fonte di ispirazione. Questo è il suo primo romanzo, un esordio formidabile che sarà pubblicato in 18 Paesi e diventerà un film prodotto da Fox2000.

16 marzo 2014

Recensione 'Volevo solo una vita tranquilla' di Anna Talò - Corbaccio



 
SINOSSI
Teresa scrive manuali di auto-aiuto, in cui consiglia alle lettrici di andare incontro al domani piene di fiducia e ottimismo. Un insegnamento che proprio lei, però, si guarda bene dal seguire: vive praticamente reclusa in casa, frequenta solo lo zio magistrato e pochissime amiche storiche, e respinge da anni un vicino aitante e sciupafemmine che la corteggia implacabile.
Per sfuggire alla noia apre un blog di piccola posta, sotto il falso nome di Lucilla, sul quale si scatena con risposte ciniche e spietate ai problemi di cuore che le vengono sottoposti, riscuotendo grandissimo successo. Proprio il suo stile corrosivo stuzzica il Vendicatore, uno stalker che si dimostrerà davvero pericoloso. Teresa sarà costretta a uscire dal proprio guscio per risolvere l'enigma che le sta rovinando un'esistenza che aveva costruito faticosamente perché fosse la più ordinata possibile; al suo fianco ci saranno lo zio e due inaspettati cavalieri che faranno la loro parte per tirarla fuori dai guai.
Lei, che voleva solo una vita tranquilla, si trova a dover fare i conti con una lunga sfilza di imprevisti e di colpi di scena, usando solo l'arma della sua intelligenza e dell'umorismo.
TITOLO: Volevo solo una vita tranquilla
AUTORE: Anna Talò
EDITORE: Corbaccio
DATA DI PUBBLICAZIONE: 12 settembre 2013
PAGINE: 173
PREZZO: 14.90 €
E-BOOK: 9.99 €

VOTI
Trama  7
Personaggi  7
Stile  7
Incipit  7
Finale  7
Copertina  6
Voto complessivo  6.8


Teresa Mirella (nome e cognome (e già qui scappa il primo sorriso!) della protagonista del romanzo) è una scrittrice di manuali di auto-aiuto e ha una rubrica sulla rivista di una sua amica in cui dispensa consigli d'amore alle lettrici.
Consigli che, però, lei per prima si guarda bene dal seguire. Innanzitutto, vive da reclusa: il suo lavoro, d'altronde, le consente di passare la maggior parte del suo tempo in casa, il che la induce ad uscire solo quando è indispensabile farlo e a socializzare il meno possibile. Per quanto riguarda l'amore, poi, Teresa ci ha proprio messo una croce sopra: delusa da tanti uomini, ha deciso che la vita da single è più adatta a lei e, proprio questa sua scelta, la porta a scontrarsi col vicino di casa, Pierluigi, impenitente quanto affascinante play-boy che, nonostante il continuo via vai di donne, continua imperterrito a corteggiarla.
Per supplire alla noia della sua vita, Teresa decide di aprire un blog in incognito: quindi, ecco nascere Cara Lucilla,  dove Teresa risponde in maniera cinica e spietata a coloro che le scrivono.
E proprio qui il romanzo strappa molte risate, perché ogni capitolo viene introdotto da una mail a Lucilla
Kara Lucilla, t skrivo xkè nn so più ke altro fare. Sn disperata, il mio fidanza mi mette le korna.
Perché non ti distrai seguendo un bel corso di ortografia?
Cara Lucilla, io sono del Capricorno e lui è dell'Ariete. Ho consultato diversi libri di astrologia, e tutti dicono che non si tratta di una gran accoppiata.
Quindi ho deciso di chiudere, anche se fra noi ora va bene, perché certamente in futuro verrò delusa. Che ne dici?
Che sei scema.
In tutto ciò, un piccolo giallo arriva a scuotere la tranquilla vita di Teresa. Un maniaco, che si firma come Il vendicatore del Testosterone, comincia a perseguitarla, prima con delle mail, poi vandalizzando i negozi della piccola città in cui lei vive, infine lasciandole messaggi minatori direttamente alla porta di casa.
Giallo e risate conditi dallo zio Michele, magistrato stimatissimo, che inizia a sospettare del vicino innamorato della nipote e da una piccola schiera di condomini apparentemente insospettabili.
Se volete leggere un libro che sia divertente, un po' giallo, con un pizzico d'amore e una protagonista un po' folle, allora correte in libreria ad acquistare questo libro, prendetevi un pomeriggio libero e leggetelo tutto d'un fiato!
Io mi sono divertita veramente tanto, oltre al fatto che l'autrice è stata capace di non far capire, sino al colpo di scena chi sia il vendicatore che la perseguita!
L'autrice: Anna Talò è autrice, giornalista, traduttrice. Ha scritto per Corbaccio Le vere signore non parlano di soldi  e Meditazioni per donne sempre di corsa.
Volevo solo una vita tranquilla!
è il suo primo romanzo.
Si può raggiungere su
e sul suo blog
La mia valutazione:

14 marzo 2014

Recensione 'Le vite impossibili di Greta Wells' di Andrew Sean Greer - Bompiani



SINOSSI
1985. Dopo la morte del suo amato fratello gemello Felix, e la fine della lunga relazione con il compagno Nathan, Greta Wells decide di iniziare un trattamento psichiatrico. Ma la cura ha effetti collaterali inattesi, e Greta si ritrova trasportata nelle vite che avrebbe potuto vivere se fosse nata in epoche diverse. Nel 1918, in cui Greta è un'adultera bohémienne; e nel  1941, dove Greta si scopre invece madre e moglie devota. Anche se lontane nel tempo e diverse tra loro, le tre vite di Greta Wells hanno innegabili affinità: sono tutte segnate da tensioni famigliari e scelte difficili, da perdite e doni del destino, e in ciascuna vita c'è un prezzo da pagare per riuscire a spuntarla. The Impossible Lives of Greta Wells
Così la Greta del 1985 scopre che le sue alias sono imprevedibili, uniche, come forse lo è anche lei. Perché questo viaggio nel tempo è un viaggio all'audace scoperta di sé stessa.
Mentre la cura volge al termine, e il tempo avrà svelato i suoi paradossi, Greta dovrà scegliere quale sé stessa voler essere, quale tempo e vita abitare.
TITOLO: Le vite impossibili di Greta Wells
TITOLO ORIGINALE: The impossibile lives of Greta Wells
AUTORE: Andrew Sean Greer
TRADUZIONE A CURA DI: Elena Dal Pra
EDITORE: Bompiani
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 novembre 2013
PAGINE: 292
PREZZO: 18.00 €
E-BOOK: 4.99 €


VOTI
Trama  7
Personaggi  6
Stile  7
Incipit  7
Finale  6
Copertina  7
Voto complessivo  6.7


Greta Wells è una trentenne negli anni '80, una ragazza normale, di origini irlandesi, il cui mondo crolla in pochi mesi: prima Felix, il suo gemello, muore di AIDS e, poco dopo, Nathan, il suo compagno, la lascia per un'altra donna.
Greta entra in depressione e, dietro consiglio della zia Ruth, decide di sottoporsi ad un ciclo di TERAPIA ELETTROCONVULSIVANTE (elettroshock).
Ciò che le accade, però, ha dell'inverosimile. Dopo ogni ciclo di terapia, Greta si risveglia in un'epoca diversa. Si troverà così, ad essere una Greta che vive nel 1918, col marito, sempre Nathan, medico durante la I° Guerra Mondiale e lei innamorata di un ragazzo più giovane.
E poi sarà Greta nel 1941, alle soglie dello scoppio della II° Guerra Mondiale, moglie e madre.
In tutto ciò, sempre la zia Ruth a farle da spalla e l'amato fratello, Felix, che, ovviamente, vive in maniera diversa la sua omosessualità: in un mondo è sposato e padre, in un altro è alle soglie del matrimonio.
Greta vivrà così tre vite diverse, passando dall'una all'altra e cercando di porre riparo agli errori commessi nell'una e nell'altra.
Godendo dell'amore di Nathan e della vicinanza del fratello perduto.
Arrivata alle soglie della fine delle sedute di terapia, Greta si chiederà
qual è il mondo perfetto se non quello in cui sei necessario?
Perché a quel punto Greta dovrà decidere in quale mondo rimanere e in qual far vivere le altre due Greta.
Devo essere sincera: il libro non è brutto, la storia è scritta bene ed è avvincente al punto giusto da trascinare il lettore sino all'ultima pagina. Probabilmente, dalla sinossi, ero io che mi aspettavo qualcosa di diverso; pensavo di rapportarmi con un romanzo più leggero, più divertente, con una Greta che si ritrovava catapultata da un'epoca all'altra e doveva affrontare cambiamenti e conseguenze dell'una e dell'altra.
Invece, l'autore ci propone una ragazza fragile, con tanti vuoti affettivi, che cerca di porre riparo agli errori del mondo che la circonda, alcune volte anche sconvolgendo le altre sue vite.
Ciò che delude, principalmente, è il finale convulsivo, con continui passaggi temporali, che costringe il lettore ad una grandissima attenzione se non, addirittura, a rileggere qualche pagine per capire bene cosa stia accadendo.
Detto questo, il mezzo punto in più che assegno al libro è dovuto, principalmente al colpo di scena che ci viene svelato quasi alla fine del romanzo, relativo alla morte di Felix.
Se partite dal presupposto di non avere a che fare con un romanzo che vi farà ridere, allora vi consiglio di leggerlo.
L'autore: Andrew Sean Greer è l'acclamato autore di La storia di un matrimonio e Le confessioni di Max Tivoli, insignito del California Book Award. Attualmente vive in California.
La mia valutazione:

12 marzo 2014

Recensione 'Come gocce di sale e di vento' di J. Courtney Sullivan - Garzanti



SINOSSI
Il cottage di pietra e legno si erge solitario su una spiaggia sabbiosa incuneata nella costiera rocciosa del Maine. È giugno, l'oceano scintilla sotto il sole e, come ogni anno, le donne della famiglia Kelleher si riuniscono a Cape Neddick per le vacanze. Ora che la vita le ha divise, questo luogo un po' magico è l'unica cosa che le unisce. Perché nessuna di loro ha voglia di vedere le altre. Eppure non si può mancare. Le Kelleher portano sulle spalle un bagaglio pesante, fatto di silenzi, incomprensioni e invidie. Tornare è solo un dovere per Kathleen, la pecora nera della famiglia, che più di tutte teme il confronto con la madre Alice, il suo sguardo giudicante, le sue accuse velate. Per Maggie, la figlia trentenne di Kathleen, il cottage è invece solo una fuga temporanea, per non dover ammettere, forse nemmeno a sé stessa, di essere incinta. Ad aspettarle lì, immutabile come sempre, nonna Alice, una donna dura fatta di opposti e contraddizioni, dedita alla chiesa, ma anche ai suoi Martini cocktail, che sorseggia di fronte al mare mentre fuma troppe sigarette.come gocce di sale e di vento Ma quest'anno è diverso, Alice lo sa. Non può più aspettare. Non può più ignorare una notte di tanti anni fa. Una notte che no ha mai raccontato a nessuno, un segreto che le tormenta l'anima e che potrebbe tramutare un vento forte in tempesta, distruggendo tutto, forse anche l'istinto irrazionale che spinge le donne Kelleher a tornare ogni anno nel Maine.
TITOLO: Come gocce di sale e di vento
TITOLO ORIGINALE: Maine
AUTORE: J. Courtney Sullivan
TRADUZIONE A CURA DI: Stefano Beretta
EDITORE: Garzanti
DATA DI PUBBLICAZIONE: 16 maggio 2012
PAGINE: 471
PREZZO: 15.00 €
E-BOOK: non disponibile

VOTI
Trama  8
Personaggi  8
Stile  8
Incipit  7
Finale  6
Copertina  7
Voto complessivo  7.3

Eccolo qui! Un altro dei miei libri in giacenza: comprato, riposto su una mensola e dimenticato per un paio d'anni. Poi, in occasione del flash mob del 1° marzo, ho acquistato il nuovo libro di questa autrice e, ovviamente, ho deciso di leggere prima ciò che avevo già in casa.
E, tanto per cambiare, adesso che l'ho terminato, mi chiedo "perché ho aspettato tutto questo tempo a leggerlo? "
È una meravigliosa storia di donne. Alice è la matriarca; vedova di Daniel, donna complicata, convive da sempre con un grande senso di colpa che la porterà, nel corso della sua vita, a commettere tanti errori, soprattutto nei confronti dei suoi figli.
Alice ha tre figli: Kathleen, Claire e Patrick. Protagoniste principali di questa storia sono Maggie, la figlia di Kathleen ed Ann Marie, moglie di Patrick e, quindi, nuora di Alice.
Ciò che accomuna queste donne è un cottage su una spiagge del Maine, dove la famiglia Kelleher ha sempre trascorso le vacanze estive. Da quando è morto Daniel, il marito di Alice, questa tradizione è andata scemando, tanto che, adesso, si seguono dei turni per evitare di trovarsi tutti assieme.
Proprio il cottage farà da sfondo alle paure, ai dolori, ai rancori di una famiglia con troppi strappi.
Kathleen, la figlia maggiore, non c'è più tornata dopo la morte dell'adorato padre. Dopo un turbolento divorzio e una storia da alcoolista, ha intrapreso, col nuovo compagno, un hippie sessantenne, un'attività di produzione di concimi naturali. Ma arriverà Maggie, la figlia maggiore, a sconvolgere la sua ritrovata serenità, annunciandole un'inaspettata gravidanza e, soprattutto, la rottura col padre del bambino.
Poi c'è Ann Marie, la donna perfetta: madre irreprensibile, moglie devota, nuora tuttofare, Ann Marie si è sempre dedicata al marito, ai figli e alla suocera con tutta sé stessa. Ma davvero la perfezione di facciata corrisponde alla realtà? Davvero Ann Marie è così buona, educata ed irreprensibile? E i suoi figli sono lo specchio dell'educazione che lei ha voluto impartire loro? La maggiore, Patty, è una mamma-avvocato: trent'anni e tre figli, passa intere giornate in ufficio lasciando la madre ad occuparsi dei suoi bambini; poi c'è Fiona, volontaria in Africa che, da un giorno all'altro, confesserà ai genitori di essere lesbica; infine, il figlio prediletto, Little Daniel che ha perso il posto di lavoro in una prestigiosa ditta e si fa mantenere dai suoi genitori.
Ann Marie continua a conservare la sua facciata perfetta finché sarà proprio la suocera, con un suo gesto, a far saltare tutto.
Il libro è scritto molto bene, la storia è avvincente, trascinante e si ha voglia di andare avanti pagina dopo pagina.
Se proprio dovessi trovare una pecca a questo libro è il finale, che mi è parso un po' troppo affrettato, come se l'autrice avesse voluto, ad un certo punto, chiudere tutto e lasciar perdere, come se non avesse più saputo cosa farne dei suoi personaggi e della storia che ci è stata raccontata sino a quel punto. Molte sono le domande che mi sono rimaste relativamente ai personaggi, anche secondari, e alla storia in sé. Nonostante ciò, il libro mi è piaciuto molto e si legge volentieri.
L'autrice: J. Courtney Sullivan, scrittrice e giornalista, vive a Brooklyn. Come gocce di sale e di vento è il suo secondo romanzo ed ha ottenuto un grande successo grazie al passaparola. A febbraio è stato pubblicato il suo ultimo lavoro, All'improvviso la felicità.
La mia valutazione: