8 aprile 2015

Recensione 'La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo' di Audrey Niffenegger - Mondadori

SINOSSI
Clare incontra Henry per la prima volta quando ha sei anni e lui le appare come un adulto trentaseienne nel prato di casa. Lo incontra di nuovo quando lei ha vent’anni e lui ventotto. Sembra impossibile, ma è proprio così. Perché Henry DeTamble è il primo uomo affetto da cronoalterazione, uno strano disturbo per cui, a trentasei anni, comincia a viaggiare nel tempo. A volte sparisce per ritrovarsi catapultato nel suo passato o nel suo futuro. È così che incontra quella bambina destinata a diventare sua moglie quando di fatto l’ha già sposata, o sua figlia prima ancora che sia nata.

TITOLO: La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo The Time Traveler's Wife
AUTORE: Audrey Niffenegger
TITOLO ORIGINALE:
The time traveler’s wife
TRADUZIONE A CURA DI: Katia Bagnoli
EDITORE: Mondadori
DATA DI PUBBLICAZIONE:
1 dicembre 2006
PAGINE: 503
CODICE ISBN: 9788894551669

TRAMA 7
PERSONAGGI 7
STILE 7
INCIPIT 7
FINALE 6
COPERTINA 6

3 stelle e mezzo
Discretamente Libridinoso ... mezzo

1748 Letto in 4 giorni


Questo è un libro che possiedo da tanto tempo, di cui ho sempre sentito parlare positivamente, ma che solo adesso ho deciso di leggere.
L’ho terminato ieri pomeriggio e, nelle ultime 24 ore, ho rimuginato sul voto finale e su cosa scrivere in questa recensione.
Perché questa non è una storia facile. E perché l’autrice ci ha messo anche del suo nel renderla, probabilmente, un po’ troppo prolissa.

Lui è Henry ed è affetto da cronoalterazione, un disturbo genetico che lo porta, sin dall’età di 5 anni, a viaggiare nel tempo. Lei è Clare.
I due si incontrano per la prima volta quando Clare ha 5 anni e Henry 36.
Da qui si dipana la loro storia, che vedrà Clare crescere, sposare Henry, cercare di avere un figlio con lui. E vedrà Henry viaggiare continuamente nel passato e nel futuro senza alcun controllo.

La storia è davvero originale e ben scritta. È un libro che va letto con attenzione, perché i continui salti temporali rischiano di creare un po’ di confusione.
Ciò che non mi ha entusiasmata è stato l’eccesso di prolissità dell’autrice, che infarcisce la storia di troppo episodi inutili.
Ci sono stati momenti durante la lettura, in cui mi sono proprio annoiata, in cui avrei avuto voglia di passare avanti.
Anche il finale mi ha lasciata alquanto perplessa: ho trovato superflue tutte le ultime 30 pagine.
Ecco, diciamo che una storia di 500 pagine si sarebbe potuta raccontare in 300!


4 aprile 2015

Recensione 'La donna che collezionava farfalle' di Bernie McGill - Bollati Boringhieri

SINOSSI

Irlanda del Nord, 1892. Charlotte Ormond, quattro anni, viene trovata morta nella stanza del guardaroba della dimora di famiglia. Ha le mani legate con una calza annodata a un anello infisso nel muro. La piccola si è strangolata nel tentativo di liberarsi. A chiuderla lì dentro è stata la madre Harriet, mettendo in atto i rigidissimi principi educativi in cui crede: la situazione le è sfuggita di mano, la sua colpevolezza è evidente, ma le cose sono davvero andate nel modo che appare più ovvio?
Sessanta anni dopo, Maddie, la vecchia tata di Charlotte, nel ricevere una lettera di Anna, l’ultima discendente degli Ormond, capisce che è giunto il momento di confessare un segreto che serba ormai da troppo tempo: solo lei sa cosa accadde veramente nell’ultimo giorno di vita di Charlotte. Al racconto di Maddie si alternano le pagine del diario che Harriet Ormond ha scritto in carcere dopo la condanna con cui si è concluso il processo a suo carico. Due voci potenti e straordinarie, quella arcaica, intrisa di spunti gotici, della popolana Maddie, e quella secca, tagliente, aristocratica di Harriet, una donna fiera e indipendente, algida e volitiva, incapace di scendere a compromessi. La piccola comunità del luogo è stata pronta a giudicarla, ma il suo diario rivela una realtà ben più complessa.
Dall’affascinante trasposizione letteraria di una vicenda realmente accaduta, una mystery story dai risvolti psicologici e ricca di suspense, emerge con forza il contrappunto di due vite intense e misteriose, a rivelare le mille sfaccettature di un’apparente verità.

TITOLO: La donna che collezionava farfalleThe Butterfly Cabinet
AUTORE: Bernie McGill
TITOLO ORIGINALE: The butterfly cabinet
TRADUZIONE A CURA DI: Simona Garavelli
EDITORE: Bollati Boringhieri
DATA DI PUBBLICAZIONE: 2 febbraio 2011
PAGINE: 224
CODICE ISBN: 9788833921914

TRAMA 6
PERSONAGGI 5
STILE 6
INCIPIT 6
FINALE 5
COPERTINA 6


Delusione Libridinosa

1748Letto in 2 giorni



Una doppia narrazione, sotto forma di diario e di lettere, quella che ci accompagna durante la lettura di questa storia.

Protagoniste principali sono Maddie, la tata, e Harriet, la padrona di casa.
Maddie, ormai novantenne, scrive lunghe lettere ad Anna, unica discendente di Harriet.
Prima considerazione: Maddie è afflitta da reumatismi e dolori di vario genere, il che, ovviamente, rende alquanto illogico credere che possa trascorrere le giornate scrivendo lettere infinite.
Seconda considerazione: le lettere in questione dovrebbero servire ad Anna per scoprire i segreti che velano la storia della sua famiglia di origine; invece, Maddie le riempie di dettagli inutili, che rendono la lettura noiosa, lenta, stancante.

La parte riguardante Harriet, invece, è impostata come un diario personale. La donna è stata condannata ad 12 mesi di detenzione per l’omicidio della figlia Charlotte.
Harriet appare sin da subito come una madre rigida e fredda, che mal tollera la vivacità di tutti i figli, che cerca di smorzare con punizioni corporali e castighi estremi.
Proprio Charlotte subirà la sorte peggiore, uccisa da un castigo che si è spinto troppo oltre.
Qual è il segreto di cui parla Maddie? Nessuno. Non c’è nulla di oscuro in questo racconto: Charlotte muore per mano della madre. FINE.

Lo stile dell’autrice è piacevole, lo spunto del racconto è una storia realmente accaduta.
Purtroppo, tutto si ferma qui. La storia scorre lenta, infarcita di dettagli superflui. I personaggi sono poco descritti, quasi anonimi, spesso si riscontrano incoerenze nel racconto, non si prova mai empatia verso la storia e i suoi protagonisti.
Tentativo fallito.


2 aprile 2015

Recensione 'Se mi vuoi bene' di Fausto Brizzi - Einaudi

SINOSSI
Esiste una sottile ma fondamentale differenza tra <> e <>. Purtroppo Diego Anastasi se ne accorge soltanto quando ha quasi quarantasei anni, un matrimonio alle spalle e una depressione nuova di zecca in corso. Scopre infatti che tutte le persone che ama non hanno tempo per lui e per le sue paure. E capisce che nemmeno lui si è mai davvero occupato di loro. Nel tentativo di uscire dalla palude emotiva in cui è precipitato decide quindi di adoperarsi in modo attivo per i suoi cari. Il risultato è inevitabile: con la precisione di un cecchino distrugge l’esistenza di ognuno di loro. O forse no.

TITOLO: Se mi vuoi bene
AUTORE: Fausto Brizzi
EDITORE: Einaudi
DATA DI PUBBLICAZIONE: 6 marzo 2015
PAGINE: 256
CODICE ISBN: 9788806224387

TRAMA 8
PERSONAGGI 8
STILE 9
INCIPIT 9
FINALE 9
COPERTINA 8

4 stelle e mezzo
Piacere Libridinoso ... e mezzo!

1748Letto in 2 giorni


Prima di parlarvi di questo secondo romanzo di Fausto Brizzi, credo sia necessaria una piccola premessa: Se mi vuoi bene non è assolutamente il seguito di Cento giorni di felicità.
Purtroppo, in queste ultime settimane mi è capitato di leggere questa cosa girando nel web. E, sinceramente, la mia prima perplessità riguardava proprio il fatto che né l’autore né l’editore abbiano mai parlato di sequel. Considerando il grande successo del primo romanzo, credo sarebbe stato nell’interesse di entrambi parlare di seguito se tale fosse stato.
Detto ciò, ho aspettato, ovviamente, di leggere per poter dire, con cognizione di causa, se trattasi di seguito o meno. E la risposta è: NO!
È vero, a metà della storia ci troveremo a varcare la porta del Negozio di chiacchiere di Massimiliano ; negozio che avevamo già frequentato nel romanzo precedente. Negozio di cui l’autore ci racconta lo scopo; quindi, se non avete letto Cento giorni di felicità, non avrete alcuna lacuna. Ed è anche vero che il nome di Lucio farà la sua apparizione, un po’ come un dovuto omaggio a chi ci ha fatto conoscere Brizzi in veste di scrittore. Lucio si intrufola, ci strizza l’occhio e va via! Ma anche in questo caso, si tratta di un’apparizione che nulla toglierà a chi scopre questo autore per la prima volta.
Ecco, dopo questa lunga premessa, io, ovviamente vi dico che Cento giorni di felicità va letto, perché è una di quelle storie che rimangono dentro! Pertanto, se siete tra quelle 20 persone che ancora non l’hanno fatto, leggete (anche) il primo romanzo di Fausto Brizzi!

E adesso parliamo di questa nuova storia.
Diego Anastasi è un avvocato civilista, quarantacinquenne, depresso. Due figli, Laura di 19 anni e Pico di 17, una ex moglie, Giulia, una sorella, Marta, senza peli sulla lingua e due genitori assenti.
Cresciuto con i nonni, Franco e Betta, una vita tutto sommato normale, Diego si troverà a dover affrontare la depressione. E a rendersi conto che tutti quegli amici che pensava di avere, in fondo, non hanno mai tempo per lui. Così, ribaltando la situazione, sarà lui che deciderà di esserci per loro, cercando di aiutarli a realizzare quei piccoli sogni quotidiani o a rimettere in piedi qualche rapporto di coppia traballante. Peccato che le sue buone intenzioni non sempre sortiranno l’effetto desiderato!

Ciò che amo particolarmente di Fausto Brizzi è la delicatezza con cui riesce a parlare di malattie senza mai scadere nella banalità, senza mai angosciare chi legge, sempre col sorriso sulle labbra!
Brizzi racconta la quotidianità, i luoghi e le persone esattamente come sono, nel bene e nel male.
L’amico che non c’è mai, il padre distratto, la portinaia pettegola... Gente con cui ci rapportiamo quotidianamente e di cui Brizzi porta alla luce pregi e difetti. Tutto questo, come sempre, strappandoci più di un sorriso, non poche riflessioni e qualche lacrima.

A questo punto posso affermare che Fausto Brizzi è una conferma e uno scrittore di sicura garanzia. I suoi romanzi rientrano di diritto tra quelli che devono abitare la mia libreria!


1 aprile 2015

Novità nella Stanza Librosa Marzo 2015 + To Be Read Aprile 2015



Marzo, assurdo, folle, pazzo marzo. Posso dire che gli ultimi 10 giorni del mese appena trascorso sono stati da cancellare? Il pc si è rotto, ho avuto problemi con la famiglia d’origine, il blog ha subito un notevole rallentamento.
Ma rieccomi qui, col pc sempre rotto (sto usando quello del coniuge e, vi assicuro, che odio questo coso che ho tra le mani!).
La Libridinosa ha compiuto 2 anni, compleanno passato sotto silenzio, ma ce l’ho fatta… chi l’avrebbe mai detto?!
E ora torno in pista. Dopo l’annuncio della nuova rubrica, eccovi il Recap del mese di marzo, con le nuove entrate nella mia libreria, le letture effettuate e, infine, la lista dei libri che ho intenzione di leggere nel mese di aprile.
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CARTACEI

Tutta colpa di un libro – Shelley King Omaggio della Casa Editrice Garzanti. Grazie!
Se mi vuoi bene – Fausto Brizzi Faustino è di famiglia, ormai. I suoi libri si comprano!
Pista nera – Antonio Manzini Regalo della mia adorata Salvia!
La costola di Adamo – Antonio Manzini Acquistato sul sito Comprovendolibri.it
Non è stagione – Antonio Manzini Regalo del mio magnifico braccio destro, Cuore Zingaro!

E-BOOK

Cruel Acquanera Le meraviglie del mondo antico L invenzione delle ali
La verità capovolta Quasi arzilli Il club delle lettrici

Cruel – Salvo Sottile Una storia che mi affascina e che ho intenzione di leggere al più presto
Acquanera – Valentina D’Urbano Costretta da Daniela!
Le meraviglie del mondo antico – Valerio Massimo Manfredi Quando Manfredi non scrive romanzi, è un genio
L’invenzione delle ali – Sue Monk Kidd Omaggio della Casa Editrice Mondadori. Grazie!
La verità capovolta – Jennifer duBois Prestito Bibliotecario Mlol
Quasi arzilli – Simona Morani Prestito bibliotecario Mlol
Il club delle lettrici – Jennifer Scott Prestito bibliotecario Mlol

E ora le mie letture del mese di marzo. Questa è la lista che avevo compilato all’inizio del mese:

ìAcquanera – Valentina D’Urbano

Le ho mai raccontato del vento del nord?  - Daniel Glattauer

Lette poche pagine, mi sono resa conto che lo stile di questo scrittore non mi appartiene, quindi ho abbandonato sia questo romanzo che il suo seguito

La settima onda – Daniel Glattauer

Dopo il nero della notte – Cristina Rava

Una brava ragazza – Mary Kubica

La presentatrice morta – Peppi Nocera

Quattrocento – Susana Fortes
Arrivata a pagina 100, innervosita dalle decine di inesattezze storiche, ho messo da parte questo romanzo.

Teoria idraulica delle famiglie – Elisa Casseri
Una ventina di pagine per decidere che il posto migliore per questo libro era fuori dalla mia finestra!

L’ultima fuggitiva – Tracy Chevalier
La ruga del cretino – Andrea Vitali e Massimo Piccozzi

Libri che non erano in lista e che ho letto:

Tutta colpa di un libro – Shelley King
L’invenzione delle ali – Sue Monk Kidd
Quasi arzilli – Simona Morani
Se mi vuoi bene – Fausto Brizzi

Libri letti: 10
Cartacei: 6
E-book: 4

    L'invenzione delle ali Una brava ragazza  Se mi vuoi bene

E, infine, ecco la lista dei libri che spero di leggere ad aprile:

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Come potete notare, il mese di aprile sarà prevalentemente dedicato alla lettura in formato digitale. Il mio Kobo lavorerà parecchio!
  1. La carta più alta – Marco Malvadi
  2. Giochi d’ombra – Charlotte Link
  3. La donna che collezionava farfalle – Bernie McGill
  4. La signora Harris – Paul Gallico
  5. La signora Harris va a New York – Paul Gallico
  6. La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo – Audrey Niffenegger
  7. La ragazza in blu – Susan Vreeland
  8. La ricamatrice di segreti – Katie Alender
  9. L’eredità della regina – Philippa Gregory
  10. Nessuno escluso – M. J. Arlidge
E adesso tocca a voi! Cosa avete letto a marzo? Cosa leggerete ad aprile? C’è qualcosa, in una delle mie mille liste, che vi incuriosisce? Fatemi sapere!

Nuova rubrica: Letture Geograficamente Sparpagliate

Buongiorno amici lettori, è con grande piacere che oggi, 1 aprile (giuro, questo post non è una bufala), vi presento un progetto ideato insieme alle mie care amiche LGS. Se per qualche motivo non ricordate quali siano i membri di questa pazza “famiglia”… ecco che ve li presento:

Salvia del blog Desperate Bookswife
Laura del blog La Libridinosa
Daniela del blog Un libro per amico
Cuore responsabile della rubrica Il venerdì di Cuore ospitato dalla Libridinosa

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Che cosa nono le Letture Geograficamente Sparpagliate? Noi simpatiche amiche ci siamo rese conto che, di tanto in tanto ci obblighiamo consigliamo a vicende le letture. Capita spesso che nell’arco di pochi giorni, tutte e cinque leggiamo lo stesso romanzo (è successo proprio così con La tentazione di essere felici oppure con Ciò che inferno non è).

È divertentissimo, bisogna ammetterlo, perché continuamente all’interno della nostra chat, scriviamo battute e aneddoti durante la lettura, ma soprattutto trattiamo gli autori come se fossero i nostri migliori amici (non vi nego che, nei casi più eclatanti, siano stati addirittura inseriti all’interno del nostro albero genealogico. Zio Luca, Nonno Vitali, ecc.)

Ecco che nasce questa idea, leggere una storia e successivamente, in un unico post, scrivere i nostri cinque pareri, in maniera un po’ stringata si intende, perché altrimenti, proprio grazie ad alcune di noi (non faccio nomi!!!) che la parola “sintesi” non ce l’hanno proprio sul vocabolario, si rischierebbe di pubblicare un libro.
Questa rubrica avrà una cadenza mensile, la prima settimana di ogni mese, a partire da maggio, troverete su tutti e quattro i blog le nostre recensioni: cinque ragazze al prezzo di una, mica male come offerta!!

Per correttezza però ci tengo a precisare che probabilmente non sempre riuscire tutte a leggere il medesimo libro, capirete bene che comunque i gusti sono simili ma non identici e non sarebbe corretto affrontare una lettura forzatamente, per due motivi: leggere non è un lavoro ma un piacere e secondo, una recensione obbligata difficilmente sarebbe positiva.

Quindi siete pronti a leggere per un solo libro tanti punti di vista? Se al momento della pubblicazione lo avrete già letto, potrete capire chi ha gusti più simili ai vostri, mentre, se ancora quel libro non lo avete preso in considerazione… potrete decidere se depennarlo per sempre oppure concedergli una possibilità. Noi siamo cariche e voi?

Alla prossima!

31 marzo 2015

Recensione 'Quasi arzilli' di Simona Morani - Giunti

SINOSSI
Nello storico bar la Rambla, nel cuore dell’Appennino Reggiano, la mano di briscola è più triste del solito. Nemmeno i caffè alla sambuca di Elvis riescono a tirare su il morale. Ermenegildo infatti non ha lasciato solo una sedia vuota, ma anche un grande buco nel cuore dei suoi amici e uno spettro con cui fare i conti. Dopo la vecchiaia c’è la morte. E dopo la morte? Ognuno cerca di reagire a modo suo: Gino, soprannominato Apecar per via dello sgangherato mezzo con cui circola, non vuole abbandonare la guida nonostante no ci veda più e sia un autentico pericolo pubblico. Ettore non riesce a dormire e tutte le mattine, puntuale come un orologio, si presenta nello studio del dottor Minelli. Basilio, ex comandante della ventiseiesima Brigata Garibaldi, si scaglia contro il “nemico”, un ragazzo serbo che ha preso in gestione il negozio di frutta e verdura, appartenuto al caro Ermenegildo. Nel frattempo, però, sulla scombinata combriccola incombe un’ulteriore minaccia: Corrado, il nuovo agente della polizia municipale, sembra avere un’unica missione: spedire tutto il gruppo alla Villa dei Cipressi, la nuova casa di riposo che sta per essere inaugurata.

TITOLO: Quasi arzilli
AUTORE: Simona Morani
EDITORE: Giunti
DATA DI PUBBLICAZIONE: 18 marzo 2015
PAGINE: 176
CODICE ISBN: 9788809792333

TRAMA 5
PERSONAGGI 5
STILE 5
INCIPIT 6
FINALE 5
COPERTINA 7

2 stelle
Delusione Libridinosa

1748Letto in 2 ore


+
Quella appena trascorsa è stata una settimana particolarmente pesante, sia a livello personale che come blogger. Nel momento in cui scrivo questa recensione, munita di carta e penna, il mi pc ha esalato l’ultimo e definitivo respiro. E checché se ne dica, gestire un blog da un tablet è quasi impossibile. A questo si aggiungono una serie di letture fallimentari: dopo aver abbandonato, alla soglia della centesima pagina, Quattrocento di Susana Fortes, e aver incassato la delusione di Una brava ragazza Mary Kubica, mi sono rifugiata tra le (poche) pagine di questo libro di Simona Morani, sperando in una storia allegra, ilare, che riuscisse a farmi staccare la spina per qualche ora.
E invece…Invece mi sono ritrovata a leggere e sentire contemporaneamente il mio cervello che mi diceva: <>

Ecco, è proprio questo il punto: durante le due ore trascorse a leggere questo libricino, ho avuto costantemente l’impressione che la Morani volesse cavalcare l’onda del successo di Marco Malvaldi e della sua serie di romanzi ambienti al BarLume.
Gli ingredienti sono quelli, in fondo:
  1. un piccolo centro di provincia (Emilia Romagna invece che Toscana);
  2. un bar;
  3. un barista un po’ anomalo;
  4. un gruppo di vecchietti;
  5. molte battute in dialetto (romagnolo invece che livornese).
C’è anche il morto in questa storia, solo che invece che di omicidio, trattasi di morte naturale.
FINE. Non c’è una storia vera e propria. Ci sono i protagonisti, in questo caso gli anziani, e gli abitanti del paese che ruotano intorno a loro.
Superate le prime 50 pagine ho continuato a chiedermi: <>, sperando sempre in un guizzo della storia, in un colpo di genio dell’autrice che, purtroppo, non sono mai arrivati.

Leggere questa storia è stato come sfogliare un album fotografico di gente sconosciuta senza che qualcuno mi presentasse i protagonisti delle istantanee e mi raccontasse la loro storia.