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28 novembre 2016

Diario di bordo - Speciale incontro con Antonio Fusco


*in verde i commenti di Laura 2.0*

Sabato 26 novembre presso la libreria Giunti del Centro Commerciale Cremona Po, ovviamente a Cremona, si è svolta la presentazione del terzo romanzo di Antonio Fusco, Il metodo della fenice.
Ora, dalla mia recensione del primo romanzo, tutti sapete qual è stata la mia scalata verso i romanzi di questo autore e di come, immancabile, io mi sia presentata all'incontro!

Inizio a prepararmi (insomma, ho un'età e il restauro richiede tempo!) e il primo messaggio è, ovviamente,  di quella disgraziata simpaticona di Laura 2.0, che si premura di ricordarmi che è il caso che io mi copra. Penserete: che amica carina, si preoccupa per la tua salute! No, lei si preoccupa per le gemelle che tendono ad andare in giro per i fatti loro, soprattutto quando vado in giro da sola. Eh stella, poi facciamo come a Milano che la gente ti guarda e tu ti stupisci.
Metto su la stessa camicia che avevo durante la presentazione del BookCity, che è collaudata e so per certo che non rischio figure barbine di alcun genere!
Questa volta La Libridinosa parte in solitaria: Consorte è stanco morto dopo una settimana intera di turni notturni e Figlio decide che stare a casa a leggere un libro è sicuramente più salutare che avventurarsi tra le nebbie padane.
Poggio deretano in macchina e chiamo Laura 2.0 che mi tiene compagnia durante il tragitto. Tranquilli, ormai gli auricolari sono una prolunga naturale delle nostre orecchie, quindi nessuna infrazione e nessun rischio! Insomma, sto per incontrare un funzionario di polizia, mica posso rischiare, no?! Io oramai quando sto al telefono senza gli auricolari mi sento strana.

Arrivo con un certo anticipo (come mio solito quando mi sposto senza la zavorra familiare!) e decido di fare un giro per il centro commerciale. Giro fruttuoso, visto che porto a casa un paio di calzettoni natalizi (il mio lato minchione ha avuto il suo sfogo anche per oggi!). Che posso porre una domanda?Come li abbini a tutto il pizzo che infesta il tuo armadio??

Adesso vedrò di fare la seria (ahahahahhhh.... scherzi vero?), quindi inizio ad avviarmi verso la libreria, quando Laura, carina lei, mi ricorda che dovrò usare la rampa mobile sulla quale, a settembre, in sua sghignazzante presenza, ho rischiato di morire. Carina si, che se non ti avvertivo ti ricapitava.
Salgo sulla rampa cercando di non morire, entro in libreria e... che faccio? Non compro nulla? Naaaaaa!!!
Ed ecco il mio piccolo bottino! Piccolo piccolo perché, col Natale alle porte, qua si mettono tutti d'accordo e mi piazzano sulla testa Il Veto. Niente, non possono comprare niente senza prima chiedere il permesso, perché altrimenti poi non sanno cosa regalarmi. Quindi, un solo libro e un taccuino, ma quello è esente dal veto, tiè! VETO!! Ho detto VETO!!!!!! Vale per tutto, pure per le mutande!!!

Pago, gironzolo, sbircio e poi decido di accomodarmi, ovviamente in prima fila, che metti mai non dovessi vedere bene! No. fermi tutti! E dell'anca non ne parliamo?? Tu ti sei seduta perchè oramai sei anzianotta  e le anche non ti reggono più. Dilla tutta!
Antonio Fusco arriva, puntualissimo, alle 17.30.
La prima domanda della mediatrice è: "Chi è Antonio Fusco?". Lui risponde a modo suo, io vi dico che è un omone! Avete presente Babbo Natale? Ecco, il genere è quello: altissimo, grandissimo (il primo che dice Levissimo, le prende!). Levissimo!!
A primo impatto è sicuramente un uomo che incute soggezione, timore. Invece, a sentirlo parlare si scopre un uomo sensibile, di grande intelligenza, divertente e molto disponibile nei confronti dei suoi lettori!

Fusco ha raccontato di essere uno scrittore per hobby; leggere e scrivere sono una delle sue grandi passioni. Ovviamente, così come nei suoi romanzi, anche nel sentirlo parlare traspare quella competenza professionale che caratterizza il Commissario Casabona.
Ha ribadito che è facile per lui parlare di DNA, intercettazioni, indagini, omicidi e quant'altro, ma che  mai nei suoi romanzi troveremo casi di cronaca di cui si è occupato personalmente. Questo per non dare l'impressione alle vittime di essere state sfruttate.
Un'altra caratteristica dei suoi romanzi, è la brevità, che Fusco ha spiegato con la scelta di creare sempre periodi brevi per dare al lettore la possibilità di entrare nella storia senza perdersi tra dettagli inutili e descrizioni dispersive, nonostante questo gli sia valso, alcune volte, l'accusa di avere una scrittura elementare. E chi avrebbe detto sta minchiata di grazia??? 
Una sua caratteristica è quella di rileggere e correggere i romanzi, limando tutto ciò che gli appare superfluo e, soprattutto, Fusco ha svelato di non far leggere i suoi romanzi a nessuno finché non li ha completati, per non subire quella sorta di appagamento che potrebbe arrivare dal sentirsi dire che la storia è ottima! Ecco, cosa sensatissima per me!

Sempre rimanendo in tema di scrittura, Antonio Fusco ci ha svelato anche il suo lato di lettore: è un amante dei classici, non aveva mai letto noir prima di iniziare a scriverli e un romanzo che vorrebbe aver scritto è Il rumore della pioggia di Gigi Paoli. A me è piaciuto tanto!! *.*
Purtroppo, prevedibile come la nebbia in Val Padana, è arrivata anche la domanda sul confronto tra Rocco Schiavone e Tommaso Casabona. 
L'autore ha prima ironizzato, dicendo che di Manzini vorrebbe avere i numeri, visto che è uno che vende davvero tantissime copie. Poi, tornato serio, ha sottolineato quanto i due personaggi siano differenti (ma va?!). Insomma, Rocco Schiavone è quanto di più diverso possa esserci da un Vicequestore della Polizia; mentre il Commissario Casabona è assolutamente attinente alla realtà delle forze di Stato. Polizia, Laura, no Carabinieri! Che pensavi che non lo dicevo?? Lo hai corretto... ihihihihhh
Altra domanda, quasi scontata vista la professione di Fusco, è quella su quanto siano simili lui e il Casabona. Vabbè, lasciamo stare! Inventiva ed originalità con queste domande, e io che pensavo di non saperle fare...

Di Fusco posso dirvi che è un chiacchierone e che ha spronato i presenti a fare domande, perché lui si diverte un sacco! Per lui il rapporto diretto con i lettori è anche un modo per tarare le sensazioni che lasciano i suoi romanzi e anche capire cosa si aspettino ancora!
Espletato il rito del firma-copie e delle foto, caricato il mio bottino in borsa, mi sono avviata verso la macchina e, ad accogliermi per strada, ho trovato la nebbia che avvolge la mia zona in questo periodo e che tanto mi ha ricordato le atmosfere dei romanzi di Fusco.

È stato un piacere per me avere la possibilità di conoscere di persona questo scrittore che ho tardivamente scoperto. Parlare con lui mi ha fatto venire voglia di leggere i due romanzi mancanti prima possibile. E poi anch'io, come voi che lo avete già scoperto ed amato, mi troverò sicuramente ad attendere il quarto capitolo della vita del Commissario Casabona. Ah già, per chi se lo stesse chiedendo: sì, ci sarà un quarto romanzo! Invidia, invidissima!! Lo sai, adoro i suoi romanzi. Per non parlare della testa che ti ho fatto quando è uscito il terzo quest'estate...

Grazie ad Antonio Fusco che è una persona davvero gradevole e disponibile, alla libreria Giunti di Cremona che si prodiga sempre con impegno per organizzare qualcosa di carino e, infine, grazie alle due donne che erano sedute vicino a me, una delle quali mi ha riconosciuta per le famose merende che posto su Facebook (sono gioie anche queste)! E grazie a Letizia (cioè io io) che mi ha fatto scoprire questi meravigliosi romanzi! Donna di rara intelligenza e sagacia... :D


8 giugno 2016

Alice Basso: un vulcano di simpatia in formato tascabile!


Quella che vedete qui sopra è l'unica foto (pubblicabile) in mio possesso. L'unica, perlomeno, in cui io, Alice e tutte le altre non sghignazziamo smodatamente, assumendo involontariamente espressioni facciali degne di Gollum!

E adesso mettetevi comodi che vi racconto!

Lunedì 6 giugno, ore 8, Casalmorano
La Libridinosa apre i suoi dolci occhietti e... urla! Non abbiamo sentito la sveglia, correre correre correre.
Tira il figlio giù dal letto e lo lancia verso il bagno che manco il Discobolo nella sua forma migliore riuscirebbe a fare tanto!
Intanto, per risparmiare tempo, lei scivola giù dalle scale e versa latte in tutte le tazze che le capitano a tiro (La Libridinosa è notoriamente una collezionista di tazze, quindi tutte le mucche di Soresina sono fuggite a gambe levate!).
Il figlio si presenta in cucina con la maglia al contrario e un paio di pantaloni che neanche nei peggiori inverni lombardi sarebbero necessari.
Domanda: dov'è Coniuge? Figlio, dov'è Padre? Boh!
La Libridinosa ripercorre le scale e... ops! Coniuge si è rotto. Era da qualche giorno che arrancava con la schiena, ma adesso è lì che sembra paralizzato.
La Libridinosa: "Stai bene? Vuoi una mano?"
Coniuge: "No no, ce la faaaaaaaaaaa... No ok, resto qui"

Pensiero della Libridinosa: come ci vado oggi a Milano se lui sta così? Vabbè, intanto pensiamo a lanciare il figlio fuori casa, che tra un po' suona la campanella!

Ore 9
Figlio a scuola e Coniuge che fa l'imitazione di un novantenne che arranca per casa, mi trovo costretta a cercare una soluzione d'urgenza per far sì che i programmi pomeridiani non saltino per aria assieme alla mia pazienza.
Ok, vivo in Culonia, ma ho una stazione a 2 km, vuoi vedere che non trovo un treno che mi porti in quel di Milano?

Munita di auricolari (come ogni mattina!) e con Laura e Baba che mi chiacchierano nelle orecchie, prendo in mano iPad e comincio a sbirciare gli orari dei treni. Perfetto: un treno ogni ora per arrivare a Milano. Certo, c'è da fare un cambio, ma tra un treno e l'altro ho circa 10 minuti, vuoi vedere che sono così sfigata da non riuscire a farcela? Sì, lo sono!
Ooook, intanto faccio il biglietto di andata, che per il ritorno c'è sempre tempo!

Ore 13
Nutrita la famiglia, preparata la borsa (che tanto per cambiare pesa quanto un vitello), vestita, truccata, pronta per partire!
Arrivo in stazione e... ok, adesso arriva il treno. Ma sì, adesso arriva. Guardo il tabellone: ritardo di 10 minuti. Ecco, che vi avevo detto? Vabbè, speriamo sia in ritardo pure la coincidenza. Guardo di nuovo il tabellone: ritardo di 20 minuti. Ok, manco ci spero più.
Oh, guarda... lì c'è una ragazza che legge! Passeggio con finta noncuranza e la disgraziata infila il libro in borsa perché... uh, c'è il treno!
Salgo e mi piazzo proprio di fronte a lei. Dai su, bellina, esci sto libro che anche senza la sovracopertina (gente intelligente che le toglie, mica come Baba!) io di quel libro sento l'odore lontano un miglio!
E infatti... Tira fuori il libro dalla borsa e si rimette a leggere e, io lo sapevo, è lui: La tristezza ha il sonno leggero. La guardo con l'invidia profonda di una che quel libro lo ha letto e vorrebbe rileggerlo altre mille volte. Credo mi si sia stampato in faccia un sorriso ebete e lei: "Lo hai letto?". Faccio sì con la testa per evitare di sbavare sopra la sua copia. 
Lei: "Bello!"
Annuisco ancora (dandole il fondato sospetto che io sia un incrocio tra una muta e una deficiente).
Lei: "L'ho scoperto grazie ad una blogger"
E io: "Oh che bello! Chi?"
Vabbè, la risposta manco ve la scrivo. Ma sono anche stata brava e non le ho detto che ero io (Lorenzo, se stai leggendo: BABA' COME SE PIOVESSE!!).

Ore 15
Arrivo a Treviglio e, mentre scendo dal treno, vedo la mia coincidenza che sfila via (inserite qui una parolaccia a caso, tanto le ho dette tutte!).
Chiamo Coniuge, anche per assicurarmi che sia ancora vivo e mi faccio dare gli orari dei treni successivi. Ok. ho mezz'ora di tempo da ammazzare. Che faccio? Chiamo Laura!
Il tempo di fare due chiacchiere e salgo sul treno successivo, che mi porterà ad un'altra stazione e poi prendiamo pure la Metro, che vuoi mica farti mancare qualcosa in questo afoso pomeriggio lombardo, no?!
Mentre mi dirigo verso la Metro noto che tutti mi fissano. Mah, chissà che avrò mai di così strano! C'è gente ben peggiore di me in giro. Che avevo? La camicia aperta. Sì, aperta. Aperta sino quasi all'ombelico.
Adesso smettete di ridere perché non c'è proprio nulla di divertente. Allooooooooora...
Ricomposta la camicia (meno la dignità) e rimesse "le ragazze" al loro posto, ho proseguito verso la fermata della Metro (che vergogna!!!).

Ore 16.30, sede Garzanti
Finalmente giungo a destinazione, dove trovo ad aspettare due delle quattro LGS: Baba e Dany: "Che fate ferme qui?" Dany deve comprare un segnalibro. Uh cosa vedono i miei occhietti? Quello è il regalo perfetto per Riccardo (che dite? Chi è Riccardo? Che ve ne frega!). Ok, tutto comprato, ci avviamo in Garzanti e troviamo Alice che chiacchiera con altre blogger.
L'incontro, non penso ci sia bisogno di dirvelo, è stato esilarante. Sulla pagina Facebook di Garzanti Libri potrete vedere il video della diretta, che è stata trasmessa in streaming per tutti coloro che, purtroppo, non potevano essere lì.
Alice Basso è una donna come poche ne esistono: allegra, divertente, umile e di profonda intelligenza.
Ho la fortuna (e scusate se me ne vanto!) di poterla annoverare tra le mie (pochissime) amiche! So che posso sembrare di parte, ma Alice è davvero quella che vedete: la ragazza della porta accanto, quella che si ricorda di tutti, che non nega un sorriso a nessuno, che nulla ha a che fare con la sua famosa creatura, quella Vani Sarca che, invece, è esattamente il suo opposto!

Le domande relative al libro sono state tante e Alice, purtroppo, si è spesso dovuta limitare nelle risposte, perché il rischio spoiler era davvero alto!
La cosa che mi preme dirvi è che Vani Sarca tornerà (e speriamo non solo con un terzo libro). Noi blogger, intanto, ci siamo impegnate a comprare tutti i libri di Alice, perché noi amiamo Silvana Sarca.
L'incontro si è concluso, come sempre, con un doveroso firmacopie e le foto di rito; foto che, avendo per protagonista Alice, tendono a risultare mosse, sfocate e con la gente piegata in due dalle risate!

È la seconda volta che ho il piacere di partecipare ad un incontro tra blogger e scrittrice. E, oltre a ringraziare la Casa Editrice Garzanti e Francesca Rodella (da noi detta Santa e Benedetta), che coccola noi blogger come nessun altro sa fare, ci tengo a dire che queste occasioni sono per noi, oltre che una grande opportunità per scoprire i pensieri di uno scrittore e la genesi del suo romanzo, anche un bel modo per interagire tra noi.
Spesso non è facile riuscire ad andare oltre lo schermo di un pc. Spesso ci si immagina una blogger in un certo modo e poi ci si trova faccia a faccia con qualcuno di completamente diverso!
Ieri, ad esempio, ho avuto modo di conoscere (finalmente!) Chicca di Librintavola, che è una donna di una simpatia estrema!

Ore 19.45
Usciamo dalla Garzanti, io, Baba, Amrita di Audrey in Wonderland (anche lei, sino a ieri, una sconosciuta e anche lei bellissima persona!) e Alice. Direzione: stazione Centrale. Prendiamo la Metro? Sì (controlliamo la camicia, che non si sa mai!).
Arriviamo ad un incrocio e Alice e Baba discutono su quale treno prendere per fare il viaggio assieme. Oh ma sto semaforo non diventa mai verde? Sono quasi 10 minuti che stiamo qui.
Baba ci fissa, scoppia a ridere e...: "Ragazze, ma qui non c'è un semaforo" (scusa Alice, era troppo divertente per non raccontarla a tutti!).
Ora, io non oso manco immaginare cosa abbiano pensato gli automobilisti nel vedere queste quattro donzelle in attesa (e spero anche che, per il calcolo infame delle probabilità, non sia passato nessuno di quelli che aveva precedentemente ammirato il mio reggiseno!).

Ore 20, Stazione Centrale
Siamo in quattro e dobbiamo prendere tre treni diversi. Ci salutiamo e ci sparpagliamo e io inizio a pregare che, almeno stavolta, il mio treno mantenga una certa puntualità.
Poggio il mio deretano e chiamo Laura, che, carina come sempre, mi fa compagnia per quasi tutto il viaggio.
Ok, stavolta la puntualità è rispettata!

Ore 22, Casalmorano
La Libridinosa è giunta a destinazione sana e salva. Figlio e Coniuge sono vivi e si sono anche sfamati senza di me.

Io sono stanca, ma felice! Ho trascorso un pomeriggio in compagnia della mie LGS (meno una, quella che vive a Culonia 2.0) e di Alice. Ho conosciuto blogger fantastiche e, ultimo ma non ultimo, ho tra le mani una copia fresca di stampa di "Quando finisco le ombre", ultima fatica di Cristina Rava, che in libreria sarà disponibile da giovedì prossimo. E anche stavolta, un grazie immenso a Francesca!


14 marzo 2016

'La tristezza ha il sonno leggero' - Cronaca dell'incontro tra Lorenzo e la sua stalker ufficiale!!


Luogo: Casalmorano (CR)

Mattina: La Libridinosa si alza dal letto ed è già in preda alla frenesia da incontro
Gira per casa con lo stesso sguardo vacuo che ha assunto dal giorno in cui, un paio di settimane prima, ha terminato la lettura de "La tristezza ha il sonno leggero".
Dovrebbe fare mille cose, ma il suo pensiero è tutto per la serata che l'aspetta: finalmente, dopo quasi un anno, incontrerà nuovamente Lorenzo e lo sentirà parlare del suo nuovo romanzo.

La giornata scorre tra preparativi, liste di cose da portare (mettiamo tutto in macchina, va'... che ci manca solo che dimentichiamo qualcosa!).

Ore 18. La Libridinosa carica il figlio undicenne in macchina e parte, direzione Lodi, per recuperare il marito che, botta di fortuna, quel giorno ha un corso di aggiornamento. Il coniuge riceve un minaccioso sms: "Se quando passo non ti trovo, tiro dritto".
Il coniuge, previdente, la aspetta sul ciglio della strada e viene caricato in macchina quasi al volo!!

Ma se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo, è risaputo. E, ovviamente, in autostrada c'è coda. Così La Libridinosa & co. si ritrovano impantanati in una fila interminabile di macchine. E se il figlio se la ronfa beato sul sedile posteriore e il marito canticchia fregandosene, La Libridinosa (tra l'altro in versione "mi vesto da femmina e metto gonna e camicia chic") è preda di una mezza crisi: lei odia i ritardi e, ovviamente, vuoi che non le scappi la pipì? Intanto, iPhone alla mano, messaggia freneticamente con l'altra pazza blogger che deve raggiungerla all'incontro con Lorenzo, Noemi.

Luogo: Legnano (MI)

Ore 20.30. La famiglia Libridinosa giunge a destinazione. Coniuge guarda ammirato il luogo ed esclama: <<Oh, ma che posto bello!>>. La Libridinosa guarda ammirata il museo ed esclama: <<Chissà se c'è un bagno?>> (sì, se vi interessa, il bagno c'è ed è anche pulito!).
La Libridinosa, felice per essere arrivata in tempo e non abituata ad indossare le gonne, stava per rimediare la prima figura barbina della serata: stava uscendo dal bagno con la gonna tirata su! 
Arrivata nella meravigliosa sala in cui si terrà l'incontro, la nostra blogger si piazza in prima fila e cerca di capire che fine abbia fatto l'altra pazza, quando le arriva un sms: <<Ziaaaaa, sono in birreria e c'è Lorenzo>>. 
Fermi tutti! Perché Noemi sta in birreria? Perché Lorenzo sta in birreria? Perché io NON sto in birreria? 
Noemi, che non per niente è nipote adottiva della Libridinosa, ha imparato bene il mestiere e, ovviamente, si immedesima nel ruolo di stalker e comincia a fotografare Lorenzo (come far capire ad uno scrittore che, anche quando mangia, deve guardarsi le spalle!).
Ma cosa fa La Libridinosa, triste e sola, nella meravigliosa sala del museo? Sbircia tutte le donnine bionde, perché quella best... di Salvia le ha detto che la signora Meucci, l'agente letteraria di Lorenzo, è bionda. E visto che La Libridinosa e la signora Meucci hanno piacere di salutarsi, lei, ovviamente, cerca di capire chi sia, tra tutte quelle "sciure" la donnina in questione.
Benissimo, adesso, cari lettori, guardate la foto che segue...
Ditemi: vi sembra bionda questa bella signora? Quella alla vostra destra, per intenderci. Ecco, manco a me!
Vabbè, bando alle ciance! Volete sapere com'è andato l'incontro? Che domande fate? È andato benissimo! La sala era piena; Amanda, la ragazza che ha mediato, è stata bravissima: è riuscita a svelare pochissimo di quella che è la storia di Erri e della sua famiglia eppure è stata in grado di incuriosire e coinvolgere tutti i presenti, nonostante, c'è da dirlo, il libro fosse uscito da poche ore.
Credo che, tra tutti, fossimo meno di dieci ad averlo già letto.
Come dicevo, Amanda è stata grande: ironica, simpatica, divertente. Anche Lorenzo, c'è da dirlo, rispetto a quando lo avevo incontrato al Salone del Libro, si è sciolto. Mesi e mesi di incontri, probabilmente, hanno un po' grattato quella timidezza che lo contraddistingue. 
Ha fatto ridere, raccontandoci episodi della sua vita e di quanto vi abbia attinto per scrivere questo secondo romanzo. Ha raccontato i suoi personaggi, la loro storia e, ovviamente, ha anche parlato di Cesare.
Per poco più di un'ora, Lorenzo ha ammaliato il pubblico e, in sala, non si sentiva volare una mosca.

Ma volevate che non arrivasse il momento delle domande? Eh certo che è arrivato! Io, memore della magra figura rimediata al Salone del Libro (no, non ve la racconto, ho una dignità!) mi ero già preparata e, quando Lorenzo (simpaticone!) mi ha guardata e mi ha detto: <<Hai qualcosa da chiedermi?>>, io, sorrisino stampato sul viso, gli ho risposto: <<No, te le ho già inviate tutte in mail le domande che avevo!>>. Tiè...pensavi di fregarmi, eh?!!

Ma se La Libridinosa stavolta ha evitato la figura di m..., ci ha pensato suo figlio a tenere alto l'onore della famiglia. Nel silenzio che avvolge la sala, sento una voce alle mie spalle e penso "io 'sta voce la conosco". Panico. Sudo. Undicenne esclama: <<Ma Erri come Harry Potter?>>. 
Grazie, amore della mamma. Vuoi mai che Lorenzo possa pensare che siamo una famiglia normale? Naaaa!!!

Credo abbiate dedotto che la serata è stata magnifica e che io mi sia divertita tanto. È stato bellissimo conoscere Noemi e "Gelindo" (chiedete a lei il perché di questo appellativo per il suo fidanzato). Ma ancora più bella è stata la faccia di Lorenzo quando ho tirato fuori tutte le copie da fargli firmare.
Ok, erano tante. Ma mica tutte mie, eh? Diciamo che ho fatto qualche favore a gente che mi aveva chiesto obbligata a comprarne delle copie e farmele autografare!
E poi c'erano anche le due copie per il giveaway!
Come dite? La mia copia? Ooooh, la mia è una copia speciale, anzi specialissima! A me l'ha regalata Lorenzo e ci ha anche scritto su una dedica bellissima, di quelle dediche sei tanto fiera di far vedere in giro! Perché, insomma, mica tutti si sentono definire "folle stalker" da uno scrittore, no!? Ah non è una bella definizione? Vabbè, voi non potete capire. Per me è già tanto che non mi abbia scritto: "Ricordati che Misery è una storia inventata"!!!
 

Oh, ma quasi dimenticavo di raccontarvi l'ultima esibizione di mio figlio, che, usciti dal museo, mentre Lorenzo aspettava il suo taxi e io e Noemi chiacchieravamo, è andato, tutto tronfio a chiedergli di venire a fare una foto con le blogger (mio figlio, per ovvie ragioni, non conosce ancora il termine "stalker"!). Quindi, per chiudere questo articolo, eccovi qui Lo scrittore e le due pazze


Bene, io penso non mi resti altro da dirvi se non "Correte in libreria, se non lo avete già fatto, e comprate il libro di Lorenzo!".
Oddio, che avete da urlare adesso? Eh? Cosa? Aaaaaah, l'intervista! Oh, io ve lo dico subito: mettetevi comodi, che manco stavolta io e Lorenzo siamo riusciti ad essere seri!!

La Libridinosa intervista Lorenzo Marone

1. Nel romanzo precedente hai toccato il tema della violenza sulle donne, della solitudine e della perdita. In questo, invece, parli delle famiglie e di quanti danni possano fare i genitori quando non sono all’altezza del loro ruolo. I casi sono due: dato che un famoso autore una volta disse “scrivi di ciò che sai” o sei sfigato o sei bravissimo. Quale delle due?


Be’, diciamo che ho avuto la “fortuna” di avere una vita piena di difficoltà, così a un certo punto ho pensato che, forse, valeva la pena provare a trarne un senso positivo, e mi sono messo a scrivere. A parte gli scherzi, parlo di quello che è il mio trascorso, certo, ma sempre attraverso storie inventate, che mi appartengono fino a un certo punto. Cerco di nascondermi nella trama e nei personaggi, che sono sempre frutto della mia sola fantasia.


2. In questo romanzo sei riuscito ad intrecciare le vite di tantissimi personaggi (credo siano una trentina). Spiegaci come fai a rendere, anche quelli secondari, così caratteristici ed insostituibili (tranquillo, non voglio scrivere un libro, sono semplicemente curiosa come una scimmia!).

Be’, a questo non so rispondere, io quando mi metto a scrivere ho solo una vaga idea in testa e un protagonista, tutto il resto viene da sé; e qui ne sono venute di cose! È una storia lunga, quarant’anni di vita di due famiglie, moltissimi personaggi. Forse ho assorbito senza saperlo le storie e i personaggi di altri, tramite la lettura, i film, anche la musica, e tutto questo “assorbire” mi ha poi aiutato a far fiorire i miei di personaggi. 

3. Tra i tanti protagonisti del tuo nuovo romanzo spiccano, su tutti, Erri ed Arianna. Pur avendo avuto un’infanzia simile, i due crescono e reagiscono in maniera totalmente opposta a quelli che sono i dolori che si trascinano dietro. Mentre Erri rimane un personaggio più schivo ed introspettivo, ma, nonostante ciò, riesce a crearsi una sua nicchia nella vita, Arianna è sempre allo sbando. Come pensi che sia possibile reagire così diversamente ad uno stesso dolore? È solo una questione di carattere? 

È un romanzo che pur restando ironico, come è nel mio stile, parla molto di dolore, perché, in realtà, è pieno di vita, e nella vita, purtroppo, c’è anche il dolore. Tutti i personaggi del romanzo hanno a che fare con il dolore e ognuno reagisce a suo modo. Il dolore può salvarci o distruggerci, può essere la scintilla che fa scoccare la reazione o il piede che ci schiaccia. Erri reagisce, Arianna, invece, tende ad autodistruggersi perché non regge. E non è l’unico personaggio del romanzo a farlo. È una questione di forza caratteriale e di quantità di dolore da sopportare. 

4. Entrambi i tuoi romanzi sono ambientati a Napoli. Quanto forte è il tuo legame con la tua città? Ti piacerebbe sperimentare altre ambientazioni o sei un fedelissimo?

Amo la mia città, e con gli anni scopro di amarla sempre di più. Dal punto di vista narrativo, poi, credo non esista luogo migliore dove far muovere i personaggi. È una città che ha tutto, una città popolare, borghese e nobiliare, nuova e vecchia, piena di contraddizioni, un calderone dal quale attingere all’infinito. Senza Napoli la mia scrittura sarebbe diversa, e anche il titolo del romanzo è molto legato alla mia terra, che ha inventato il termine “Appocundria” (inserito anche nella Treccani), che è quella specie di malinconia profonda che non sai da dove viene ma che ti fa compagnia spesso, come un’amica petulante alla quale, però, alla fin fine vuoi bene. La tristezza ha il sonno leggero è quell’amica. 

5. Ma tu sei più Cesare o più Erri?

Più Erri. Senza dubbio.

6. Cosa direbbe Cesare ad Erri se mai dovessero incontrarsi? Perché non gli fai prendere un caffè assieme?

Sarebbe divertente, in effetti. Credo che il vecchiaccio si prenderebbe la briga di scuotere il nostro Erri, gli direbbe di smetterla di piangersi addosso e di muoversi a cambiare le cose. A Erri servirebbe un amico come Cesare. O un terapeuta come Cesare. Cesare Annunziata come terapeuta non sarebbe male! 

7. Nell’ultimo anno la tua vita è radicalmente cambiata: hai scritto due libri, hai avuto un grande successo, sei diventato padre e hai una stalker ufficiale (che sarei io!). Se qualche anno fa, ti avessero detto dove saresti stato oggi, ci avresti creduto o ti saresti fatto una grande risata?

Avrei riso, certo. Però devo anche ricordare che non ho mai smesso di crederci, di combattere per cambiare la mia vita, anche quando non sapevo che strada prendere, anche quando sarebbe stato più facile accontentarsi, io ho continuato a scalciare, perché sentivo di avere qualcosa da dire, qualcosa da creare, sentivo di essere profondamente diverso dal ruolo che stavo recitando. Dico un grazie alla mia caparbietà allora, e un grazie a mia moglie, che non ha mai smesso di spronarmi per continuare a scalciare. (Messaggio per Flavia: grazie anche da parte di noi lettori!)

8. E adesso passiamo alle domande cretine, tipiche di una LGS. Confessa: hai più paura di me o dei critici professionisti?

Ho più paura di te che dei critici . No, scherzo, è che ci si deve presto abituare al giudizio degli altri, non si può piacere a tutti, anche se ci sono stalker che te lo fanno credere possibile. (La Libridinosa gongola, che il mondo lo sappia!)

9. Ormai le persone sono convinte (almeno dalla mia parte) che tu sia un amante a distanza. Mio marito se n’è fatto una ragione; Flavia ti ha già fatto la valigia? Sappi che la taverna di casa mia è a tua completa disposizione!

Bene, allora so di avere un rifugio qualora le cose si dovessero mettere male… . Tuo marito è un santo. (È almeno la quarta volta che Lorenzo dice questa cosa di Davide. Qualcuno qui sta iniziando a montarsi la testa, che si sappia!)

10. Ormai una LGS (che non si fa mai i fatti suoi!) ti ha svelato che ho comprato una libreria solo per Cesare (doveva stare comodo!). Giusto perché Flavia non l’abbiamo ancora nominata, lei te l’ha comprata una libreria per Cesare? Ecco! Adesso rispondi e fatti due conti!

No, in effetti, no. Mi sa che dovrà riparare quanto prima…glielo farò notare!

11. E, infine, sai che le altre LGS, nello specifico Laura e Baba, hanno detto che quando scriverai il prossimo libro, mi uccideranno perché non sopportano di sentirmi dire che dopo i tuoi romanzi è impossibile leggere altro? Qual è la soluzioni che proponi? Io ne avrei una: mi scrivi un libro con 365 mini-racconti? Così sto tranquilla per un po’!

Semmai il prossimo romanzo te lo invierò un capitolo alla volta… 

Bene bene! Mentre io attendo che Lorenzo inizi a inviarmi i capitoli (ahahahah), non posso che concludere (questa volta sul serio) questo bellissimo resoconto facendovi notare un paio di cosette!
Io sono rimasta orfana piangente prima di Cesare e poi di Erri, ma quelle disgraziate che tanto si sono lamentate del mio frignare, in questi giorni stanno vivendo la stessa identica situazione. Vogliamo parlarne?!
E, infine, la serata del 7 marzo si è degnamente conclusa così...


P.S.: E mentre Noemi mangia beata il suo spiedino di marshmallow, io vi ricordo che, da ieri, ha preso vita una campagna "social" per portare il nostro amato Lorenzo a "Che tempo che fa". Potete aderire e far crescere il nostro grido usando l'hashtag #vogliamolorenzoachetempochefa su tutti i Social Network (su Twitter taggate la trasmissione "Che tempo che fa", Fabio Fazio e Luciana Littizzetto) e condividendo l'immagine che segue...