26 aprile 2016

Recensione 'I frutti del vento' di Tracy Chevalier - Neri Pozzi

Nella prima metà del XIX secolo James e Sadie Goodenough giungono nella Palude Nera dell'Ohio dopo aver abbandonato la fattoria dei Goodenough nel Connecticut. Il padre di James, un vecchio scorbutico cui Sadie non è mai andata a genio, ha parlato chiaro un giorno: meglio che il suo secondogenito, era sua giovane e troppo prolifica consorte, andassero a cercare  fortuna altrove, all'ovest, magari, dove la terra abbonda.
La Palude Nera è una landa desolata: l'acqua puzza di marcio, il fango scuro si appiccica alla pelle e ai vestiti e la malaria d'estate si porta via sempre qualcuno. Anziché spingersi nella prateria dove la terra è buona e solida sotto i piedi, James Goodenough decide però di costruire la sua casa di legno proprio nella Palude Nera, in riva al fiume Portage.
La legge dell'Ohio prevede che un colono possa fare sua la terra se riesce a piantarvi un frutteto di almeno cinquanta alberi. Una sfida irresistibile per James Goodenough che ama gli alberi più di ogni altra cosa, poiché gli alberi durano e tutte le altre creature invece attraversano il mondo e se ne vanno in fretta. In quella perciò, dove gli acquitrini si alternano alla selva più fitta, James pianta e cura poi con dedizione i suoi meli: un magnifico frutteto di cinque file di alberi col piccolo vivaio in disparte. Un frutteto che diventa la sua ossessione; la prova, ai suoi occhi, che la natura selvaggia della terra, con il suo groviglio di boschi e pantani, si può domare.
La malaria si porta via cinque dei dieci figli dei Goodenough, ma James non piange, scava la fossa e li seppellisce. Si fa invece cupo e silenzioso quando deve buttare giù un albero.
La moglie, Sadie, beve troppa acquavite e diventa troppo ciarliera quando John Chapman, l'uomo che procura i semi delle piante alle fattorie lungo il Portage, si ferma a cena. In quelle occasioni, James la vede con altri occhi: scorge il turgore dei seni sotto il vestito azzurro, i fianchi rotondi e sodi nonostante i dieci figli. Ma poi non se ne cura.
Finché, un giorno, la natura selvaggia non della terra, ma di Sadie esplode e segna irrimediabilmente il destino dei Goodenough nella Palude Nera, in primo luogo quello di Robert, il figlio dagli occhi d'ambra quieti e intelligenti, e della dolce e irresoluta Martha.
Romanzo che si iscrive nella tradizione della grande narrativa americana di frontiera, I frutti del vento è un'opera in ci Tracy Chevalier penetra nel cuore arido, selvaggio e inaccessibile della natura e degli uomini, là dove crescono i frutti più ambiti e più dolci che sia dato cogliere.

AUTORE: Tracy Chevalier
TITOLO ORIGINALE: At the edge of the orchard
TRADUZIONE A CURA DI: Massimo Ortelio
EDITORE: Neri Pozza
DATA DI PUBBLICAZIONE: 28 gennaio 2016
PAGINE: 249

TRAMA: 2  PERSONAGGI: 2  STILE: 3  COPERTINA: 5

23 aprile 2016

Diario di bordo #2


dal 18 al 22 aprile

Buon sabato lettori! Come state? Passata bene la settimana? Per me è stata nuovamente luuuuunga e anche abbastanza pesante: figlio malato e marito fuori casa praticamente 20 ore al giorno. Mi consolo col ponte lungo... che dite? Riuscirò a leggere un po' di più? Speriamo!

Ma veniamo a noi! Cosa è accaduto in casa Libridinosa durante questa settimana? 

Lunedì Ho recensito Pane cose e cappuccino di Fannie Flagg, che è una garanzia. Se passate un momento no, se avete voglia di famiglia e profumo di torte appena sfornate, se siete reduci da una delusione librosa, Fannie è la scrittrice giusta!
Peccato che, terminata la lettura di questa magnificenza, io abbia deciso di dedicarmi a I passi che ci separano. Perché? Me lo sto chiedendo anche io, ma avendo amato molto il precedente romanzo di questa autrice, mi sembrava di andare quasi sul sicuro!

Martedì Sapete cos'è la noia? No? Allora prendete in mano l'ultimo libro della Izaguirre e lo scoprirete facilmente. Vabbè, per consolarmi, martedì mattina ho acquistato l'agenda che tanto desideravo!

Mercoledì Ho trascorso la giornata appollaiata sui gradini fuori dalla porta. No, non avevo perso le
chiavi, aspettavo il corriere! Che, ovviamente, è arrivato nel primo pomeriggio. Ma tant'è! L'attesa è stata ripagata e l'agenda adorata è finalmente tra le mie mani. Ci si può innamorare di un oggetto? La risposta è sì!
E visto che il mio ingresso nel mondo delle agende è tutto merito di Laura e che, fortunatamente, siamo entrambe dotate di dispositivi Apple (no, la Apple non mi paga per dirlo!), il minimo che potessi fare era spacchettarla assieme a lei. Così sono saltata in macchina l'ho chiamata col FaceTime e, nell'ordine, ho:
  1. spacchettato Agenda
  2. visto Lamù
  3. sfogliato agenda
  4. sentito Lamù che russava
  5. girato per casa di Laura 
  6. scoperto che Madre di Laura ha frullato il filo del frullatore (chiedete a lei maggiori dettagli, perché io sto ancora ridendo!) e fuso il mixer ad immersione nel purè (sì anche io mi sono chiesta se quel purè sia poi stato somministrato alla famiglia!)
  7. fatto vedere a Laura i divisori dell'agenda
  8. rivisto Lamù che ronfava beata in giardino
  9. detto a Laura di accendere luce del corridoio che altrimenti inciampavamo
  10. parlato con Laura dell'armadio di Madre
Che c'entra l'armadio? C'entra c'entra! È quasi una settimana che Madre svuota armadio perché dice che c'è macchia di umido. Capirai: armadio confina con bagno cieco! Ma Madre è capocciona e non c'è verso.
Insomma, mercoledì sono stata a Cesenatico!

Giovedì Esultate gente! Ho terminato "I passi che ci separano" e non l'ho neanche tirato contro un muro né buttato nel barbecue acceso (però sto seriamente pensando di spedirlo alla Bacci).
Nel frattempo, mentre rifacevo il letto con la vocetta di Laura nelle orecchie, una visione... Strada. Tandem. Donna sola. Che pedalava. Seduta dietro.
No, ma davvero? Ma vi sembra normale? Ma io capisco la stranezza della gente, ma che cavolo prendi un tandem se stai da sola e, per di più, ti siedi dietro e pedali? Mah! 
Dai, raccontatemi qualcosa di folle che vi è capitato di vedere in giro, che magari facciamo una classifica!

Venerdì Si inizia una nuova lettura. O almeno dovrei, visto che sto indietro sulla tabella di marcia! Ho spulciato un po' e ho visto che, a marzo, non ero riuscita a leggere "I frutti del vento" di Tracy Chevalier. Così, adesso mi accingo ad iniziarlo e ammetto anche di avere un po' paura, perché i pareri su questo romanzo sono stati molto contrastanti. 
Vi saprò dire nei prossimi giorni!




22 aprile 2016

Recensione 'I passi che ci separano' di Marian Izaguirre - Sperling&Kupfer

Trieste, anni Venti. La bora, che sferza Trieste in certi periodi dell'anno, è un vento pieno di passione, violento e fugace, che piega i corpi e trasforma gli animi.
Salvador e Edita si conobbero lì un giorno di primavera del 1920, spinti dalla bora l'uno verso l'altra. Lei era nata a Lubiana e lui a Barcellona. Avevano vent'anni, l'età della follia. Ma Edita, bella e timida, era sposata e aveva una figlia, mentre l'unica cosa che possedeva Salvador era il suo lavoro nella bottega di un grande scultore, e il desiderio infinito di avere successo nella vita. Il vento sconvolse per sempre le loro esistenze, l'amore abbatté tutti i confini e le convenzioni. 
E solo la Storia, con la sua ferocia, avrebbe potuto dividerli.Barcellona, verso la fine degli anni Settanta. Salvador, ormai vecchio, vuole tornare a Trieste, dove aveva creduto di poter essere felice. Insieme a Marina, la giovane donna che lo accompagna, Salvador fa un viaggio nella memoria, raccontando del suo antico amore: di un parco in riva al mare, di lenzuola stropicciate e corpi abbracciati la mattina tardi, di un'attesa lungo i binari della stazione, di una colpa terribile e di un capolavoro del Rinascimento. 
Delle persecuzioni e dei segreti che si porta dietro da cinquant'anni. È un viaggio lungo, e ogni passo è importante. Perché è un passo in cerca del futuro.

AUTORE: Marian Izaguirre
TITOLO ORIGINALE: Los pasos que nos separan
TRADUZIONE A CURA DI: Giulia Zavagna
EDITORE: Sperling&Kupfer
DATA DI PUBBLICAZIONE: 2 febbraio 2016
PAGINE: 355
PREZZO: 19.90 €
E-BOOK: 9.99 €

TRAMA: 2  PERSONAGGI: 2  STILE: 3  COPERTINA: 4


18 aprile 2016

Recensione 'Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs' di Fannie Flagg - Bur Rizzoli

Dena Nordstrom è alta, bionda e bellissima, lavora come giornalista televisiva a Manhattan e la sua carriera è al massimo dello splendore. La sua vita sembra perfetta, ma in realtà Dena è sfinita dai ritmi frenetici della metropoli, ed è infelice, anche se non se ne è ancora resa conto. Ci vorrà un tracollo fisico per costringerla a una vacanza e riportarla a Elmwood Springs, la piccola e sonnolenta cittadina in cui è cresciuta. Comincia qui per Dena il viaggio in un passato che la riguarda e che sembra nascondere qualcosa che potrebbe condizionare il suo futuro. Uno per volta, i segreti sulla sua famiglia sfuggono dallo scrigno in cui erano gelosamente custoditi rivelando un’insospettabile verità. I personaggi di Fannie Flagg sono pieni di vita, irresistibili, leali, ciarlieri e un po’ matti. E soprattutto possiedono una saggezza unica.

AUTORE: Fannie Flagg
TITOLO ORIGINALE: Welcome to the world, baby girl!
TRADUZIONE A CURA DI:
EDITORE: Bur - Rizzoli
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2000
PAGINE: 468
PREZZO: 9.00 €

TRAMA: 5  PERSONAGGI: 5  STILE: 5  COPERTINA: 5


16 aprile 2016

Diario di bordo #1


Buongiorno lettori cari! Ieri, leggendo un post di consigli assieme a Laura 2.0, ho avuto un'illuminazione! No, niente di mistico, non sono proprio il tipo.
Mi è venuto in mente che io, essendo una precisa e pignola, vivo agenda alla mano (tanto che sono alla disperata ricerca dell'ennesimo organizer) e, ovviamente, prendo sempre nota di tutto. Insomma, ho una specie di diario di bordo cartaceo.
E allora ho pensato che sarebbe stato divertente riportare anche qui una piccola cronaca di quella che è la mia settimana letteraria

Ovviamente, la rubrica è in fase embrionale e sperimentale e saranno accettati tutti i consigli (no, gli insulti no!) per migliorarla!

dal 10 al 16 aprile

Domenica scorsa ho terminato la lettura di Le tartarughe tornano sempre di Enzo Gianmaria Napolillo, libro consigliatomi da Lorenzo Marone e che, come avrete intuito dalla recensione, ho amato follemente.
E come sempre quando si incappa in un romanzo del genere, il post-lettura è stato un momento traumatico. Domenica ho vagato per casa in una sorta di trance e con la solitudine che mi attanagliava. Ma avevo la recensione da scrivere e sono riuscita a sopravvivere.

Lunedì, invece, a fare le spese della mia disperazione sono stati ben due romanzi: "D'amore si muore ma io no" di Guido Catalano (mollato lì dopo neanche 20 pagine) e "La piccola biblioteca con le ali" di David Whitehous, che, invece, ho tollerato per 30 pagine appena.
Il lunedì, quindi, a livello di letture è stato assolutamente infruttuoso.

Martedì ho deciso di buttarmi sul sicuro e ho preso in mano "Pane cose e cappuccino" di Fannie
Flagg. Ammetto che, come sempre, quest'autrice è riuscita a conquistarmi sin dalle prime righe. Nonostante ciò, la mia lettura prosegue a rilento, tanto che sono appena a metà della storia.
Ma la cosa meravigliosa è che ho ritrovato, tra le pagine di questo romanzo, la mia adorata Sookie, protagonista di Voli acrobatici e pattini a rotelle.


Sotto altri punti di vista è stata una settimana fatta di risate, dovute soprattutto ai parti della puntata mensile di Associazione a delinquere in cui abbiamo avremmo dovuto parlare di autori emergenti e alla Lettura Geograficamente Sparpagliata dove abbiamo avremmo dovuto parlare dell'ultimo romanzo di Lorenzo Marone, "La tristezza ha il sonno leggero". 

E oggi, sabato, approfitterò dell'assenza del coniuge neo-quarantenne (corso di aggiornamento) per terminare questo meraviglioso romanzo. Quindi, preparatevi, perché lunedì vi sveglierete con una recensione!

Per questa settimana credo di avervi raccontato tutto. A sabato prossimo,




11 aprile 2016

Recensione 'Le tartarughe tornano sempre' di Enzo Gianmaria Napolillo - Feltrinelli


Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. È cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell’azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è cominciato, tra ghirigori nell’acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo.
Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l’estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d’inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell’estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell’acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra.
Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L’isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell’estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento in una notte stellata. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.
Giulia e Salvatore ora ne sono sicuri. L'isola è di chi rimane e di chi arriva. Non di chi se ne va. Non di chi dimentica.

AUTORE: Enzo Gianmaria Napolillo
EDITORE: Feltrinelli
DATA DI PUBBLICAZIONE: 15 marzo 2015
PAGINE: 224
PREZZO: 15.00 €
E-BOOK: 9.99 €

TRAMA: 5  PERSONAGGI: 5  STILE: 5  COPERTINA: 5