21 giugno 2016

QUARANTA

Quando hai 10 anni e guardi un quarantenne, lo vedi come un anziano, una persona più che adulta, quasi un vecchio!
Io ricordo che a 10 anni, mentre scorrazzavo nel parchetto vicino casa *tu, al parco, con la gente* con le mie amiche del cuore, risalendo lo scivolo al contrario e cercando di arrivare sempre più in alto con l'altalena, guardavo i quarantenni che mi circondavano e li vedevo davvero come gente "vecchia".
La mia maestra delle elementari, a pensarci bene, a quei tempi era proprio in quella fascia di età lì e a me sembrava una donna tanto bella (e bella lo era davvero!), ma anche tanto vecchia! *salve maestra! Le sono tanto vicina*
A dieci anni non hai neanche idea di come potresti essere tu a 40 anni. O meglio, ne hai un'idea vaga e ti vedi anche tu come un vecchio!

A vent'anni, ovviamente, sei più cosciente. Hai già percorso un pezzetto della tua vita, hai raggiunto qualche traguardo, hai la patente, un diploma, magari ti sei anche iscritto all'università. E i quarantenni altro non sono che persone più adulte. Ma sono anche persone con cui hai poco in comune: in buona parte sono sposati o almeno convivono; la maggior parte di loro ha dei figli e i vostri stili di vita sono completamente diversi. Insomma, li guardi ancora con una certa diffidenza e ti chiedi come sarai tu alla loro età!
A trent'anni, per quanto mi riguarda, ero già sposata da un po' e mamma da un paio d'anni. Di sberle ne avevo presa più di una e avevo anche tirato qualche calcio alla vita. 
La mattina mi guardavo allo specchio e pensavo che, tutto sommato, così adulta non apparivo! *tanto per capirci: in questa foto eri vestita vero??*

Oggi mi sveglio e ho quarant'anni. E boh! Qualche giorno fa ho scritto ad un amico che i quaranta li ha compiuti da un paio d'anni e gli ho detto: "Ma io non me li sento!". E lui mi ha risposto che è così che funziona.
E mi sa che ha ragione, perché se mi guardo allo specchio mica mi sembra di avere 40 anni!
Quando ero piccola i quarantenni erano gli adulti, tanto adulti. Quelli seri, composti, quelli che ti dicevano di spegnere la tv, di non stare troppo in acqua quando eri al mare, di fare i compiti, di salutare quando entravi in una stanza. Insomma, erano quelli seri! *no, non lo sei, tranquilla*

Adesso guardatemi... Vi sembro così, io? Io sono l'apoteosi della minchioneria! Faccio a gara con mio figlio a chi finisce prima un tubo di Pringles, mando mio marito a comprarmi gli smalti e lo costringo a fotografarli tutti per scegliere il colore che mi piace di più *per poi comprare il colore che hai già ma di mezzo tono più chiaro, è quel mezzo tono che fa la differenza*, le mie telefonate mattutine con Laura e Baba sono qualcosa di indescrivibile per la quantità di cretinerie che ci vengono fuori (e non parliamo delle chat serali, che se prendono il via dopo le 23 sono un degenero totale!) *shhhhh non si dice... ah lo sanno già?*.
Io sono quella che fa le gare con la Bacci per vedere chi riesce ad insultare di più l'altra (ti voglio bene, Baccina mia!) e, nello stesso momento, nella stessa chat, manda baci e smancerie alla sua socia Lea!
Le mie conversazioni whatsapp con Alice Basso sono degne di una puntata di Zelig (vero, Alice?) e le mail che mando a certi uffici stampa con cui sono un po' più in confidenza hanno livelli di idiozia tali che dovrebbero smettere di collaborare con me solo per quello (scherzo, eh!).

Insomma, io non sono come i quarantenni di quando ero piccola. Non sono seria (o almeno, non lo sono per il 90% del tempo *fa 99%*), non sono posata, passo il tempo davanti al computer o, comunque, con un iPad o un iPhone in mano, perché ho un blog e sono costantemente connessa!
Quando entro in una libreria mi sento come una Principessa nel suo castello; vivo di cotte letterarie, voglio sposare Cesare Annunziata (e se non sapete chi è, sono problemi vostri!), faccio la stalker di Lorenzo Marone e ho costretto mio marito a mollarmi una stanza di casa solo perché i miei libri devono stare comodi!

Ok, devo farmene una ragione: oggi compio quarant'anni. Quindi? Che cambia? Tra poco arriverà il messaggio della mia lettrice spagnola e cominceremo la nostra lunga conversazione quotidiana. Poi scriverò a Lorenzo, che vuoi mai che non gli scriva per un giorno? Il ruolo di stalker va curato e mantenuto. Poi magari sentirò Alice e tireremo fuori le nostre solite cretinate.
E poi tutto il resto: Laura, Dany, Anna Rita, Stefania, Lea, Chiara, Baba... A me che cambia se ieri avevo 39 anni e oggi ne ho 40? Cambia il numero, la decina. E poi? Io mi sento come ieri, anzi forse meglio!

Guardo davanti a me e vedo tante cose. Mi guardo attorno e vedo amiche che, qualche anno fa, qualche mese fa, non c'erano. E se per averle dovevo arrivare a 40 anni, allora ben venga!
Ho la fortuna di essere circondata da persone che mi vogliono bene (e mi chiedo perché ogni giorno! Bacci, ti ho vista!) e che mi prendono per quella che sono: una pignola, rompiscatole, egocentrica e senza peli sulla lingua; una che non le manda a dire! Quindi non posso neanche dire che ho deciso di eliminare dalla mia vita le persone che non mi accettano perché, per fortuna, quello l'ho già fatto da un bel po'!
E allora per questo compleanno così importante ho deciso di farmi dei regali particolari (tanto ai libri ci hanno già pensato molti di voi, GRAZIE!!).
Uno su tutti è un tatuaggio (anzi, due!): ho deciso di tatuarmi qualcosa che volevo da tempo e qualcosa che, invece, ho cercato con insistenza e che mi ricordasse proprio questo giorno, questo traguardo, questo pezzetto della mia vita! Ma non vi dirò nulla, dovrete solo aspettare pazientemente, come sto facendo io... perché il mio tatuatore ha sempre tanto lavoro, quindi passerà ancora qualche giorno! Stay tuned!

*Ehi ferma lì! Dove pensi di andare?? Che credi, che sto qui, faccio la voce fuori campo, dico due minchionate e  me ne sto zitta in un angolo? No no cara mia! Oggi fai 40 anni... Sei taaanto più anziana di  me, ma taaaanto. Eppure non ti vedo vecchia e come potrei? Facciamo a gara in chat su chi ha ragione, ci salutiamo tutte le mattine con un "Ci sentiamo a merenda" che manco quando avevo 10 anni, ci spediamo a vicenda post it con gufi, penne, matite, nastrini colorati, per non parlare la visone in parallelo dei Minions... No, è ufficiale, avrai pure 40 anni ma non sei vecchia! Buon compleanno sorella... va beh diciamo sorella maggiore però*


18 giugno 2016

Io bloggo, tu blogghi, egli blogga...

NOTA: le parti scritte in rosso sono opera di Laura de La biblioteca di Eliza, detta anche Laura 2.0

Buon pomeriggio simpatici lettori!
Che fate? Siete sotto una delle bombe d'acqua che stanno allagando il nord Italia e, magari, avete anche lasciato a casa l'ombrello? Oppure vi state appassendo al sole del sud? *iniziamo male... e il centro???*
Oggi ho pensato di scrivere un post diverso dal solito, che mi è stato ispirato dalle tante domande che mi sono giunte nelle ultime settimane e da una personcina a me cara (una che ride sempre sempre!) che sta per lanciarsi in questo folle mondo. Domande di blogger appena nate che, magari, chiedono un consiglio a chi, in questo strano mondo, ci bazzica già da un po'.
Che poi io mi domando perché i consigli li chiediate a me, che, notoriamente, non ho una laurea in diplomazia e quando una cosa proprio non mi piace ve lo dico senza tanti giri di parole, anche a rischio di farvi scoppiare in lacrime o, peggio, offendervi!
Vabbè, evidentemente ispiro fiducia (anche qui: perché?). E allora, vediamo di capire un po' cosa va e cosa non va, in linea generale, nei blog! Insomma, cosa mi fa rimanere e cosa fuggire via quando scopro un nuovo blog!
Che dite? Facciamo una lista? Sento già Laura saltellare! Pronti? Via...*boing boing*

La grafica
Come avrete notato se mi seguite dalla notte dei tempi, negli ultimi mesi ho notevolmente ripulito la grafica del blog. Non che io abbia mai avuto grandi pasticci, ma ho deciso di passare dalle tre alle due colonne e inserire vari elementi nelle cosiddette Pagine Statiche, che sono quelle che, solitamente, trovate nella barra menù di ogni blog.
Ecco, chiudere gli elementi in eccesso in una di queste pagine vi consentirà di snellire notevolmente la schermata principale del vostro blog e anche di dimezzare il tempo di caricamento della vostra pagina. Considerando che molti utenti ci leggono da dispositivi mobili, è un favore che fate anche a loro!
Sempre parlando di grafica, va riconosciuto che i colori che scegliete sono un requisito fondamentale.  Sfondo bianco o comunque chiaro e dettagli in colori non troppo accesi, aiutano il lettore a non stancarsi mentre legge. 
Una delle cose che trovo più fastidiose quando visito un blog, sono i cursori animati o che rilasciano una scia di scintille mentre si muovono sullo schermo o che, più semplicemente, hanno un disegno (farfalle, matite, iniziale del nome della blogger, ecc.). Mi impallano la lettura e, onestamente, li trovo anche abbastanza infantili. Insomma: pollice verso! *odio profondo*

Pagine indispensabili 
A proposito di Pagine Statiche, quali sono quelle indispensabili? Sicuramente è carino crearne una in cui vi presentate! Dite chi siete, cosa fate nella vita, perché avete deciso di aprire un blog e, se volete, anche cosa vi aspettate! Se il vostro blog ha delle rubriche (casuali o a cadenza fissa), create una pagina apposita, in cui racchiuderete tutti i banner, cosicché i lettori possano facilmente trovare ciò che cercano. 
Ovviamente, è bene avere una Pagina in cui inserire una lista delle recensioni che pubblicate. Potete scegliere se usare l'ordine alfabetico o se inserirle per nome dell'autore o, addirittura, entrambe le opzioni. È una Pagina che sarà molto utile a chi vi legge e anche a voi, perché vi darà modo di trovare immediatamente la recensione che cercate!
Per il resto, le Pagine Statiche sono soggettive e variano da blog a blog. Io, come vi ho detto, ho preferito racchiudere lì tante cose che, inizialmente, tenevo nella Home Page, come ad esempio la lista delle Case Editrici con cui collaboro, la Legenda Voti, ecc.

L'header
In tema di grafica rientra anche l'header, che, per chi non conosce i termini tecnici, altro non è che l'intestazione del blog (o, come dice la nostra amata Laura 2.0: "lassù in alto", traduzione per i più scemi e per le caprette! *là sui monti con Annette...*). 
Quello è il vostro vestito, il primo impatto che una persona avrà con il vostro blog. E non crediamo a chi dice che l'abito non fa il monaco, perché sappiamo benissimo che non è così. Entrare in un blog con un header esageratamente grande o, viceversa, troppo piccolo, con immagini raffazzonate, sciatte, sfocate, non centrate, mi lascia sempre un po' scioccata.
Elementi essenziali per un buon header sono: semplicità, pulizia e chiarezza. Un header che si rispetti dovrebbe contenere un'immagine che vi piaccia o vi rappresenti, il nome del vostro blog (in un carattere leggibile!) e, se volete, una frase, una citazione, un pensiero che rispecchi il vostro modo di essere o il vostro amore per la lettura! Stop!

Monotematicità
Salvo casi eccezionali di blog particolarmente ben fatti (un esempio lampante è Audrey in wonderland della bravissima Amrita), io non amo molto i blog multitematici. Insomma, se decidete di parlare di libri, evitate make-up, moda, cucina, ecc. E, ovviamente, vale il contrario. Quei blog che miscelano un po' di tutto e, spesso, in maniera superficiale, io li evito come la peste e la stessa cosa fanno molte mie colleghe blogger. A meno che non abbiate una grande capacità di gestire tutto e di integrare le varie tematiche, vi assicuro che la sensazione che passa è quella di un gran pasticcio.
Tristissime poi, scusate se ve lo dico, sono quelle foto di libri abbinati a smalti o rossetti. Il mio mouse clicca direttamente sulla X e chiude la pagina!
Se proprio avete più di una passione, concentratevi su un massimo di due argomenti (libri e cucina, solitamente sono un connubio perfetto, guardate Librintavola per capire!) e scrivete solo di quelli! *dai apriamo quello di giardinaggio!!*

I post e le recensioni 
I post sono il fulcro di ogni blog. A meno che non abbiate un blog fotografico e non scriviate quasi nulla, i nostri angolini vivono di parole. Ecco! Le parole devono essere leggibili!
Quindi, evitate font strani: niente corsivi con tanti ghirigori, niente grassetto se non per evidenziare certi passaggi di ciò che state scrivendo; attenzione anche alla dimensione del carattere: mai troppo piccolo (i decimi di vista ci servono per leggere i libri e non possiamo usare una lente di ingrandimento per i post dei blog!) e neanche troppo grandi, ché sembra quasi che stiate urlando! Inoltre, evitate di usare caratteri e grandezze diverse nello stesso post. A meno che non stiate inserendo una citazione e, quindi, vogliate metterla in evidenza (e in questo caso, basterebbe cambiare colore o scrivere in corsivo), un post andrebbe scritto usando sempre lo stesso carattere e la stessa dimensione.
Visto che siamo in tema di post, ricordatevi sempre di GIUSTIFICARE IL TESTO (fatelo per Laura, che quando vede testi allineati a destra, sinistra o, peggio ancora, al centro, le parte l'embolo e poi la sento urlare io! *giustificare è bello*).
Se copiate le sinossi dei libri da siti esterni (Amazon o sito della Casa Editrice), usate la FORMATTAZIONE DEL TESTO. Come fare? Evidenziate il testo in questione, cliccate su quella T con la crocetta rossa che trovate nella barra in alto quando scrivete. Ecco, adesso il testo è uniformato al vostro blog (giustificatelo, per favore!).
Prima di pubblicare un post, fate un'anteprima per vederne la resa, per essere sicuri che le eventuali immagini siano ben posizionate, che gli spazi siano corretti, ecc.
Ci sono volte in cui, purtroppo, blogger decide di fare di testa sua e dobbiamo rassegnarci, ma quantomeno saremo coscienti di ciò che ci aspetta!
In tema di recensioni ci sarebbe da fare un discorso ben più lungo, ma cercherò di essere sintetica e vi dico:
  • chiarezza
  • sincerità
  • sintesi (non in maniera eccessiva)
  • voto
Parto dall'ultimo punto e vi dico subito che io il voto lo guardo; anzi, lo cerco proprio! Quando leggo una recensione, la prima cosa che noto è il voto che il blogger dà al libro. 
Se mi trovo in un blog che i voti non li ha MAI dati, allora posso anche farne a meno. Ma se ho davanti un blogger che i voti li ha sempre dati e, improvvisamente e spesso in coincidenza con l'inizio delle collaborazioni con le Case Editrici, decide di debellare il giudizio numerico, scusate il francesismo, ma io ci vedo tanta tanta tanta paraculaggine! E non ditemi che lo fate perché pensate che i voti siano restrittivi: non ci credo manco se me lo giurate sulla testa dei vostri figli!
Semplicemente, non avete gli attributi di far vedere, in maniera palese, che quel tale libro vi ha fatto schifo e quindi, ciao ciao voti e andate giù di giri di parole! *io ve lo dico di cuore, per me il voto deve esserci, mi aiuta tanto a capire subito a che recensione sto andando incontro, mi sa di onesto e non è vero che un libro non può essere valutato con un punteggio perché un 3 è diverso a seconda del libro, perché c'è la recensione scritta che chiarisce!*
Chiarezza e sincerità: se un libro non vi è piaciuto, ditelo! Se lo avete amato e il resto del mondo lo ha odiato, ditelo. Insomma, il blog è uno spazio vostro, che avete deciso voi di creare e che, solitamente, si mette su perché vogliamo essere liberi di dire ciò che pensiamo. Ovviamente, educazione e rispetto per gli scrittori, ma onestà verso i lettori (alla fine, è per loro che noi blogger scriviamo, no?)
Sintesi: io lo dico sempre! Ci sono libri e libri. Ci sono libri che non si possono recensire in venti righe, che richiedono di più, che ci hanno lasciato dentro talmente tanto o ci hanno deluso talmente tanto, che essere sintetici è quasi impossibile. Ma fate sì che si tratti di eccezioni!
Partite sempre dal presupposto che chi viene a leggere una vostra recensione vuole solo sapere se quel libro valga la pena acquistarlo. Non vuole che gli raccontiate tutta la storia tranne il finale, non vuole leggere i vostri sproloqui su ogni singola riga. Vuole sapere se è bello o brutto; se quei 20 euro saranno ben spesi o se è meglio andare a farsi una pizza e una birra!
Quindi, a meno che non siate Mr. Ink, che per quanto riguarda noi blogger, può sproloquiare di qualunque cosa, tanto noi stiamo lì a leggere ciò che scrive con il rivolo di bavetta alla bocca (che brutta immagine!), ricordatevi di essere abbastanza sintetici. Oh, non è che sintetici voglia dire scrivere: "bello... brutto...". Spiegate il vostro pensiero sul libro ma senza che chi vi legga debba prendersi una settimana di ferie!
Ah, quasi dimenticavo: rileggete. Rileggete sempre prima di pubblicare. Controllate che, nella foga di scrivere, non vi sia partito qualche strafalcione (succede, succede sempre!), che la punteggiatura ci sia tutta e sia al posto giusto. E soprattutto, controllate i verbi, che al prossimo congiuntivo ucciso, poi uccido io!

Frequenza di pubblicazione
Questo è un punto spinoso! Qual è la giusta frequenza di pubblicazione? Se pubblico un post al giorno ottengo più visualizzazioni o, al contrario, tolgo visibilità al post del giorno precedente? E se pubblico una volta a settimana, la gente si dimenticherà di me? Non c'è una regola fissa. Ovviamente, pubblicate quando avete qualcosa da scrivere, che sia una recensione, un Recap, un post con i vostri pensieri, buttatelo fuori!
È ovvio che pubblicare un post a settimana o, peggio, una o due volte al mese vi farà apparire come persone poco costanti. Io, lo dico, se un blog non pubblica nulla per tre o quattro settimane di fila, tendo a non seguirlo più. Certo, se il blogger in questione mette su un post in cui mi spiega che è sotto esami, che va in vacanza o che so io, allora aspetto più che volentieri il suo ritorno. 
Poi, come nella vita, tutto è relativo. Soprattutto per chi ha un lit-blog ci sono tante varianti che influiscono sulle pubblicazioni. Ci sono periodi dell'anno in cui si legge di più e altri in cui, magari, in un mese leggiamo tre libri (Laura non urlare!), quindi il numero di post calerà inevitabilmente. Piccolo trucco: le rubriche! INVENTATE (non copiate!) delle rubriche che siano facili da preparare, magari con un certo anticipo, e che vi servano da tappabuchi per quando non avete recensioni da tirare fuori!

Originalità
Ehm... Io lo dico: in questi ultimi giorni ho il dente avvelenato per quanto riguarda questo argomento. Ma glissiamo e andiamo avanti! Siate originali. Non copiate. Tirate fuori le vostre idee! La gente non è scema: se copiate, lo nota e smette di seguirvi. E poi, mettete anche in conto che noi blogger, spesso, non siamo persone che sprizzano dolcezza e amore da ogni poro, anzi... Quindi, quando io trovo un mio post palesemente scopiazzato, mi parte l'embolo e azzanno! E non sono molto carina in quei momenti (chiedere a Laura per conferma!). Nel novero delle scopiazzature rientrano anche tutte quelle rubriche che, ormai, imperversano in 9 blog su 10. Avete presente "WWW Wednesday... Teaser Tuesday..."? Ecco, io quelle posso ammetterle quando il blog lo avete aperto da un mese, vi state ancora ambientando, state cercando di capire bene come gestirlo, ecc. 
Ma quando il blog lo avete ormai da un anno e più, no! Scusate, ma proprio non ce la faccio. Io ormai odio il mercoledì solo perché so che mi troverà invasa da post di quel genere!

E per chi inizia...

Il nome del blog
Primo passo: la scelta del nome! Chiaro, semplice e, soprattutto, che rimanga in mente! Non me ne voglia la mia sorella di blog Laura, che ormai sta su da un po', che ha aperto il suo blogghetto quando ancora in questo mondo virtuale c'era poca gente, ma evitate nomi che contengano le parole libreria, libraio, biblioteca, libri e simili. Ce ne sono troppi che contengono queste parole, rischiate di essere confusi con quelli già esistenti e di non essere mai scovati in questo grande mondo! *lo vogliamo dire come Fabio Volo stava leggendo il nome del tuo blog?*
Italiano! E anche in questo caso so che mi attirerò le occhiatacce di almeno un paio di persone (scusate!).  Ma mettiamoci in testa che non tutti conoscono l'inglese e, soprattutto, se andrete avanti e vi capiterà di dovervi presentare ad uno scrittore o un ufficio stampa, non sempre sarà facile farvi capire!
Se decidete di scegliere un nome che richiami qualcosa che vi sta particolarmente a cuore (un libro, una favola, una serie tv...) assicuratevi che si tratti di qualcosa di chiaramente noto ai più; altrimenti, il rischio è che la gente non capisca, che non scatti il collegamento mentale e, infine, che vi venga chiesto di spiegare la scelta del nome. Che è un po' come quando mi chiedono il significato dei miei tatuaggi e io ho voglia di sputare in faccia alla persona in questione!

Abbiate una vostra identità
Come nel caso delle scopiazzature di cui sopra, avere una propria identità è fondamentale. Se avete intenzione di usare un nickname, fate in modo che sia quello e tale rimanga per il resto dei vostri giorni da blogger. E, ovviamente, che sia una roba facile e immediata. Insomma, scegliere un nick che faccia pensare ad un divano Ikea non è consigliabile!
E pensateci bene! Scegliere un nickname è bello sul momento, ma, magari, tra dieci anni, farvi chiamare baby non vi piacerà più di tanto. Soprattutto considerando che, nel frattempo, il baby in questione è vostro figlio di due anni! *nessuno mette Baby in un angolo!!*
A fronte di ciò, siete proprio sicuri che il vostro nome sia così brutto da non poter essere usato? Sento una voce... Ah, ti chiami Calogera? Ok, tu hai diritto ad un nickname!
L'identità dovrete averla anche quando scriverete. Non cercate di far vostro lo stile di un'altra persona: se non siete naturalmente dotate di ironia, scrivere post che vogliano far ridere vi farà apparire forzati e fastidiosi.
Usare espressioni usate da altri blogger, farle vostre, riscriverle uguali uguali solo perché vi hanno fatto ridere o vi hanno commosso, vi farà passare per gente priva di idee.
Insomma, siate voi stessi nel bene e nel male. Se la gente deve apprezzarvi, deve farlo per ciò che siete!

L'icona del blog
Se dico "bambolina in bilico sui libri" il 90% di voi penserà a me e al mio blog; se dico "gufo" penserete a Laura *lo prendo per un complimento...*. Ecco, questo è il concetto di icona. Ne volete una? Volete che il vostro blog sia immediatamente ricordato davanti ad una certa immagine? Perfetto! Trovate qualcosa che vi piaccia immensamente, perché poi non sarà possibile tornare indietro. O meglio, possibile è possibile, ma a discapito vostro! Trovate qualcosa che, altresì, vi identifichi. Nulla che sia già stato usato da altri dieci blog, altrimenti, come sopra, si fa confusione!
L'avete trovata? Bene, da oggi sarete un tutt'uno con lei!

I social network
Servono. Fatevene una ragione! Collegare il blog ad una pagina Facebook vi porterà tanti lettori in più. Usare Twitter (io qui ammetto la mia riluttanza) vi darà la possibilità di essere immediati e di riuscire ad interagire anche con scrittori stranieri (che sono più avanti di noi e si appoggiano al famoso uccellino!). Anche Instagram ha un suo perché: è semplice, immediato e per condividere le foto dei libri non ha rivali!
Non vi piacciono i Social Network? Rassegnatevi, mandate giù il boccone e buttatevi!

La domanda fondamentale: perché aprire un blog?
Perché amate leggere e nessuno vi capisce. Perché volete interagire con persone che abbiano la vostra stessa passione, perché volete scoprire nuovi libri e condividere col mondo (esagerata!!!) il vostro amore per un certo tipo di letture o un certo autore! Questi sono i motivi fondamentali per aprire un blog. *perché volete rendere impossibile la vita ad autori e uffici stampa*
Non fatelo per ricevere libri gratis. Anche perché non succede (quasi) mai. Molti sono convinti che basti avere un blog per dare il via a delle collaborazioni con le Case Editrici. Nulla di più falso. Perché una Casa Editrice vi noti (e spesso non vi notano, ma siete voi a bussare alla loro porta! *o ad infilarvi di nascosto dalla finestra*), dovrete percorrere un bel po' di strada. E, a fronte di tutto ciò, in cambio otterrete spesso solo degli e-book (vi assicuro che un buon 80% delle CE manda pdf talvolta illeggibili) e una buona dose d'ansia perché dovrete leggerli prima possibile (insomma, se chiedete un libro è giusto recensirlo in tempi brevi, no?!) e se vi farà schifo dovrete trovare un modo carino per dirlo! *ah non ci sei ancora arrivata a questo punto?*
Quindi, se il vostro scopo è quello, lasciate perdere sin da subito. Un blog richiede passione, tempo, dedizione e sacrificio *soldi... non dimentichiamo i soldi che lasciamo in libreria*.

E per concludere...
Questo post, ovviamente, non rispetta il dono della sintesi di cui sopra, ma le cose da dire erano tante! Mi sarà sicuramente fatta qualche nemico in più (pazienza, io vivo serena!) e qualcuno avrà urlato (vivo serena anche in questo caso!).
Per tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggere sino a qui, che non mi hanno trovato fastidiosa, saccente, egocentrica e che volessero fare qualche domanda, avere qualche chiarimento, io sono a vostra completa disposizione! *scappate, fuggite, nascondetevi!!*


14 giugno 2016

Recensione 'Le sorelle' di Claire Douglas - Nord

La vede ovunque: al tavolino di un bar, alla fermata dell'autobus, al supermercato. Ogni volta, per un istante Abi dimentica l'incidente, dimentica che sua sorella Lucy è morta, dimentica il dolore che la consuma da oltre un anno. E, ogni volta, Abi rimane inevitabilmente delusa. Ha tagliato i ponti con la famiglia, si è isolata dagli amici e si è trasferita in un’altra città, nella speranza di cominciare una nuova vita, però è stato inutile: nessuno dovrebbe mai sopravvivere alla propria gemella. Eppure, quando incontra Bea, Abi ha l’impressione che il destino le stia finalmente dando una seconda occasione. Perché quella ragazza non solo è fisicamente identica a Lucy, ma le assomiglia pure nel modo di parlare e di vestirsi. Inoltre anche lei ha un gemello, Ben, perciò più di chiunque altro comprende il vuoto che sente Abi. E si propone di colmarlo, accogliendola nella grande casa che divide col fratello. Se con Bea è stata un’affinità istantanea, con Ben è amore a prima vista. Tuttavia, più tempo passa insieme con loro, più Abi si convince che ci sia qualcosa che non vada. All’inizio era solo una sensazione, ma poi sono arrivate le fotografie strappate e gli oggetti spariti dalla sua camera. Sono opera di Bea, gelosa per la relazione del fratello? Abi quasi spera che sia così. Altrimenti vorrebbe dire che qualcuno ha scoperto il suo segreto…

Titolo: Le sorelle
Autore: Claire Douglas
Titolo originale: The sisters
Traduzione a cura di: Francesca Toticchi
Editore: Nord
Data di pubblicazione: 9 giugno 2016
Pagine: 336

TRAMA: 1  PERSONAGGI: 1  STILE: 1  COPERTINA: 3 


*ATTENZIONE: RECENSIONE DISSACRANTE*

Quando ho visto la copertina di questo libro, ho pensato che non fosse niente male: per una volta, niente visi, niente case diroccate... Insomma, qualcosa di diverso dal solito! Poi ho letto la sinossi. Lo so cosa state pensando: "Ma se dici sempre che le sinossi sono farlocche!". Vabbè, sono umana pure io, che vi credete?!
Fatto sta che, con un certo anticipo, ho scritto all'ufficio stampa della Casa Editrice e ho chiesto una copia di questo romanzo. In fondo, un bel thriller ci sta sempre bene, no?!
Risposta affermativa ed e-book (sì, e-book, perché mica tutti gli uffici stampa ti vogliono bene!) arrivato il giorno dopo la pubblicazione del libro.
Lo inizio praticamente subito e... ok, mettetevi comodi, che di cose da dire ne ho parecchie!

 Siamo in Inghilterra e i protagonisti di questa storia sono dei trentenni. Una è Abi, che ha un caschetto biondo, vive da sola e ha ucciso la sua gemella Lucy circa un anno prima. Abi, ovviamente, è piena di sensi di colpa, è in cura presso una psichiatra, prende psicofarmaci e ha pure tentato il suicidio.
Per le prime 40 pagine, ci si chiede che mai avrà fatto questa ragazza per aver ucciso la sorella. Insomma, ci si aspetta qualcosa di cruento ed efferato e invece no... Non vi dico nulla, ma vi assicuro che è la cosa più banale che vi viene in mente!

Proprio all'inizio della storia, Abi è seduta in un bar a sorseggiare un cappuccino quando vede in strada una ragazza che assomiglia tantissimo alla sorella (e ovviamente anche a lei, visto che erano gemelle!). E visto che le somiglia, anche questa ha un caschetto biondo.
Ve lo dico subito: in questo romanzo hanno (quasi) tutti un caschetto (pure gli uomini) e sono tutti biondi. E come ha detto Mr Ink quando gli ho scritto ieri sera: <<Caterina Caselli sei tra noi?!!>>.

Ok, andiamo avanti: Abi fissa la ragazza fuori dal bar, esce, le si avvicina, prende il volantino che questa le porge e, un paio di giorni dopo, si presenta alla sua porta per partecipare alla vendita di gioielli organizzata dalla tipa!
Porta che si apre su una bellissima villa con giardino e millemila camere. Villa che appartiene alla suddetta ragazza, che di nome fa Beatrice, che la occupa assieme al fratello Ben (sono gemelli, pensa te!) e ad altre svariate coinquiline.

La prima volta che Abi vede Ben pensa...
Ricordatevi: 30 anni! Insomma, io manco a 15 ho avuto pensieri del genere. Oddio, a pensarci bene, manco se mi capitasse davanti Llorente in tutta la sua beltà a me verrebbe un pensiero del genere!

Proseguiamo! Le due ragazze fanno amicizia e nello spazio di 4 minuti e mezzo, Beatrice chiede ad Abi (l'autrice deve avere una notevole passione per la lettera B!) di trasferirsi a casa loro:
Vogliamo parlarne? Non sai chi siano queste persone, non ti chiedono l'affitto, praticamente nessuno in quella casa ha un lavoro degno di tale nome e tu che fai? <<Yeah!!! Mi hanno chiesto di vivere con loro e pure a sbafo!>> Carichi in macchina tutti i tuoi jeans e i tuoi maglioni e ti trasferisci. 
Ricordatevi sempre: 30 anni! Dicevamo sempre io e Mr Ink che, forse (molto forse!) se i personaggi avessero avuto un decennio in meno, magari un po' meno surreale questa cosa sarebbe potuta essere. Forse, eh!

Abi si trasferisce e, fiera dell'ovvietà, si innamora di Ben. Insomma, uno che profuma di limone come Mastro Lindo chi non lo amerebbe?! Peccato che, in quella megacasa viga la regola del "niente storie tra coinquilini". E indovinate un po' chi ha stabilito questa regola? Beatrice!
Ora, facciamo un passo indietro: all'inizio del romanzo, l'autrice cerca di farci credere che tra Abi e Bea ci sia una sorta di attrazione che va al di là della semplice amicizia. Poi, però, butta Abi nel letto di Ben e ciao ciao Bea (io tutte 'ste B non le reggo, eh!).

In tutto ciò, la storia prosegue: lenta, elementare al punto tale che anche il mio cane ha capito che tra Bea e Ben (miiiiii...) c'è qualcosa di torbido. Insomma, una palla colossale!
Abi è convinta che Bea sia gelosa del suo rapporto con Ben e che stia cercando di farla impazzire nascondendole gli psicofarmaci, facendole trovare un piccione morto sul letto, accusandola del furto di alcuni gioielli, ecc.
Ma Abi è talmente furba ed intelligente che, invece di fare le valigie e andare via, continua a stare lì e farsi torturare!
Dal canto suo, Bea è convinta che Abi sia pericolosa per lei e per suo fratello
Eh ciccia bella, vedi cosa accade a mettersi in casa degli sconosciuti?

Arriviamo al finale di questa storia: avete presente quei film che Italia 1 (o Rai Due, come dice sempre il nostro adorato Mr Ink!) trasmette d'estate in seconda serata? Quelli che un po' tutti guardiamo perché fa caldo e non abbiamo neanche voglia di muovere un dito sul telecomando per cambiare canale? Insomma, quelli che hanno come protagonisti i soliti quattro ragazzetti deficienti che, se c'è un serial killer in casa, chiudono bene a chiave le porte e poi vanno in mansarda! E noi lì a dire: <<Ma certo che siete cretini, eh! Ma vi prendono proprio per deficienza quando ci sono da fare questi film?>>. Ecco! Il finale di questo libro è così: 20 pagine a dare dei cretini a tutti!

Insomma, come avrete intuito, questo libro è un fiasco, la stupidità messa su carta, una delle cose più insulse che io abbia mai letto!
Per inciso: le sorelle del titolo praticamente non esistono, visto che una è morta e se ne parla pochissimo. Io trovo che i protagonisti veri e proprio siano quei due gemelli scimuniti di nome Beatrice e Ben.

Oh, quasi dimenticavo... Giusto per farvi capire il livello del libro...
Capite? Mancano proprio le basi della scuola elementare, dove ci insegnano che: tuono segue fulmine (e non mi riferisco ai miei gatti, che so già che Laura sta pensando a quello!).

Adesso non mi resta che aspettare la recensione di Mr Ink che, sicuramente, sarà meno dissacrante e più professionale di me, ma io stavolta non ho proprio resistito!

12 giugno 2016

Diario di bordo #8


dal 4 all' 11 giugno


Buona domenica simpatici lettori e bentornati al settimanale appuntamento con Diario di Bordo, avventure e disavventure della Libridinosa!

Dopo un fine settimana abbastanza tranquillo e notevolmente piovoso, la settimana si è aperta con la mia avventura in quel di Milano per incontrare Alice Basso. Avventura di cui vi ho ampiamente raccontato mercoledì scorso!

Martedì, durante la consueta telefonata mattutina con Laura, mentre chiacchieravamo allegramente, non l'ho più sentita. Dovete sapere che io sono affezionata cliente della TRE (ok, è pubblicità, ma è così!). La Tre ha delle tariffe meravigliose, di quelle che ti consentono di parlare parlare parlare all'infinito senza spendere chissà che cifre; tariffa che, ovviamente, va a discapito delle nostre letture, vero Laura?!
Purtroppo, la Tre ha anche un grande difetto: dopo un'ora, 60 minuti esatti, cade la linea. Noi ormai ci abbiamo fatto l'abitudine e parte in automatico la richiamata e la conversazione riparte esattamente da dove si era interrotta!
Dicevo... parlavo con Laura e... silenzio. Guardo il telefono e penso che la Tre sia andata fuori di brocca, perché non erano trascorsi neanche 10 minuti buoni.
La richiamo e: "Scusa, ho preso in mano il telefono e ho buttato giù". E vabbè, sorella, però per rincoglionirsi è un tantino presto, non hai manco 40 anni!
Ok, soprassediamo e vogliamole bene così!

Mercoledì è stato, per mio figlio, l'ultimo giorno di scuola. Io ve lo dico: rientro in quella categoria di mamme atipiche che aspetta questo giorno sin da settembre. Non sono una di quelle che va in crisi all'idea di averlo tre mesi in giro per casa, anzi...Quindi, alle 11, quando è rientrato a casa, ho quasi stappato lo spumante. Non l'ho fatto davvero perché sono astemia e non è proprio il caso di dare spettacolo!

Giovedì qui è venuta giù talmente tanta acqua che è affogato pure Noè. E io che facevo nel frattempo? Cercavo di parlare con Laura e Alice Basso. Abbiamo un tempismo noi... La linea sarà andata giù almeno 4 volte finché, esasperate, abbiamo desistito :(

Venerdì, con grande rammarico, ho salutato Ardelia Spinola e, mentre guardavo la partita inaugurale degli Europei 2016 (che brutta Francia, mamma mia!) ho buttato giù la recensione che avete avuto modo di leggere ieri!

Sabato è stata giornata di pagelle e io sono tanto fiera di mio figlio! 
Ma mentre lui fa il pavone in giro per casa, io scopro che il mio tatuatore di fiducia ha deciso di partecipare ad un ricevimento di nozze e ha chiuso il negozio proprio oggi. Alloooooora? Io devo prendere appuntamento. Il compleanno si avvicina e io voglio un tatuaggio che lo celebri degnamente. Vabbè, tutto rimandato a lunedì. Uffa! Però una cosa buona l'ho fatta oggi. Ho stilato una wishlist e ci ho messo dentro ben sei libri. Capite? SEI. Che, per i miei standard, è praticamente un record. A occhio e croce, non avevo una lista così lunga di libri da acquistare da almeno un paio d'anni! Il che ha reso particolarmente felice Laura, che mi urla sempre che sono una lettrice impossibile!  Adesso, io quei sei libri li comprerei tutti e subito, ma la suddetta Laura mi ha messo un veto grande come una casa, che al confronto Maria Antonietta era libera di scorrazzare e mangiare brioches da mane a sera!

E questo è tutto per quanto riguarda la settimana Libridinosa. 
Veniamo però a ciò che mi ha colpito di più nella blogosfera! E ce ne sono delle belle...

Lunedì Laura ha pubblicato un post della sua bellissima rubrica Sì, No... Ni in cui parla degli acquisti on-line. E io sto ancora ridendo, quindi vi consiglio di dargli un'occhiata!

Le due lettrici quasi perfette si sono superate e, in una settimana, hanno pubblicato due recensioni che mi hanno particolarmente colpita! La prima, scritta a quattro mani (o due tastiere!) ci racconta Daria, amatissimo primo romanzo di Lorenzo Marone, la cui MIA copia è in mano loro! 
Ieri, invece, Lea ci ha raccontato la sua full-immersion letteraria tra le pagine de La via del male di Robert Galbraith. E, come potrete notare dalla foto quassù, la trilogia è finita nella mia wishlist, complici Lea e Laura (che mi hanno fatto una testa così!).

C'è un libro che ho acquistato in e-book e che, per colpa di Mr Ink, adesso voglio a tutti i costi in cartaceo: si tratta de La ragazza delle fragole di Lisa Stromme. Leggete la sua recensione e, se vi piace il genere, correrete anche voi in libreria!

Sempre di lunedì scorso è la magistrale, prestigiosa, commovente recensione che Anna Rita ha scritto per parlarci de La tristezza ha il sonno leggero. Se Lorenzo è un poeta (o cantastorie come lo ha definito lei), Anna Rita è sicuramente un talento sopraffino nascosto tra noi blogger!

E, come ogni settimana, vi lascio con gli appuntamenti in giro per l'Italia di Lorenzo ed Alice.

Lorenzo Marone

giovedì 16 - Portici (NA)
ore 18.00 - Libreria Mondadori - Viale Melina, 3

venerdì 17 - Pescara
ore 18.30 - Libreria Feltrinelli - Via Trento

sabato 18 - Tolentino (MC)
ore 18.30 - Biblioteca Filefica - Largo Fidi, 11

Alice Basso

domenica 12 - Rivarone (AL)
ore 15 - "Rivarone in giallo" - Via Corte Granda, 31

sabato 18 - Alassio (SV)
ore 21 - "Dopocena con l'autore" - Chiostro Salesiani


11 giugno 2016

Recensione 'Quando finiscono le ombre' di Cristina Rava - Garzanti

Il lungo viale al centro della città è deserto. Solo un uomo anziano cammina sotto il sole, con una torcia elettrica accesa nonostante la luce estiva. È Spartaco Guidi. Qualche mese dopo, il suo corpo viene ritrovato in un terreno di campagna. L'autopsia viene affidata al medico legale Ardelia Spinola. Dopo tanti anni di esperienza, sa che il suo compito è solamente quello di circoscrivere l'ora della morte, di stabilirne cause e dinamiche. Ma non è facile zittire l'anima investigatrice che c'è in lei. Anche se, in realtà, avrebbe ben altro a cui pensare. Arturo, l'affascinante apicultore (e amante dei gatti come lei) che da pochi mesi è nella sua vita, sembra nascondere qualcosa che le sfugge. Qualcosa che le fa temere di perderlo, anche se ammetterlo per lei è difficile. E quando scopre che la casa di Spartaco Guidi è stata messa sottosopra, tutta la sua attenzione torna sul caso. Scopre che l'uomo era tornato da poco ad Albenga, il suo luogo d'origine, dopo decenni passati in ospedale psichiatrico per aver ucciso un amico in gioventù. Eppure tutti parlano di lui come di una persona di animo buono. Cosa l'avrà portato a quel gesto, allora, e adesso a subire una morte violenta? L'intuito di Ardelia non sbaglia mai, e stavolta le dice che Il ritorno della vittima in città è la chiave del mistero. Ma non è facile scovare dove si nascondono le ombre. Soprattutto se ci sono tanti piccoli dettagli che sfuggono. Dettagli fondamentali perché le tessere di un puzzle possano combaciare. Finché la verità non è talmente vicina da accecare, e diventare quasi invisibile… Cristina Rava torna con il personaggio più amato dai suoi lettori: una donna forte e indipendente che l'amore mette sempre a dura prova. Un medico legale che non può fare a meno di seguire il suo istinto. Tra distese di serre scintillanti al sole e le chiome argentate degli ulivi fra cui s'intravede il mare ligure, Quando finiscono le ombre è un romanzo in cui il passato nasconde molti segreti, ma è il presente a fare più paura.

Autore: Cristina Rava
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 9 giugno 2016
Pagine: 290

TRAMA: 4  PERSONAGGI: 4  STILE: 4  COPERTINA: 4 



Io Ardelia Spinola l'ho scoperta al contrario. Nel senso che l'ho conosciuta con Dopo il nero della notte e poi sono andata a recuperarmi, da brava lettrice, il primo capitolo della serie,  Un mare di silenzio.
Con questo terzo romanzo mi sono resa conto di una caratteristica fondamentale che contraddistingue i libri di Cristina Rava: le storie di Ardelia sono assolutamente leggibili in maniera indipendente. Un'altra cosa che ho capito è che della dottoressa Spinola ci si innamora e, da qualunque libro si inizi, poi si corre a recuperare gli altri e non la si molla più!
Ardelia è un medico legale cinquantatreenne, vive ad Albenga e, da pochi mesi, ha un nuovo fidanzato, Arturo, che...

è bello, intelligente, sensibile, sexy, generoso. Praticamente perfetto. Giorno dopo giorno questa perfezione mi sta consumando l'ossigeno. Come si fa a dire a una persona che, se non comincia a sbagliare qualcosa, ti viene voglia di prenderla a calci negli stinchi?

Ecco! In questa affermazione penso si possa racchiudere quella che è l'essenza di Ardelia: una donna forte, ironica, simpatica, pasticciona e senza peli sulla lingua!

Come nei due romanzi precedenti, Cristina Rava ci porta all'interno di un'indagine per omicidio, anzi questa volta anche più di una. Ma anche questa volta, gli omicidi altro non sono che lo spunto per parlarci di Ardelia e della sua vita, delle persone che la circonda, dei suoi gatti, del suo amore per la Liguria e della sua mania per i pick-up!

In questo terzo romanzo ho trovato un'Ardelia forse più matura e più ligia al dovere... diciamo che, rispetto ai capitoli precedenti, si premura di chiedere i dovuti permessi prima di buttarsi a capofitto dove non dovrebbe!
Nonostante ciò, l'ho amata forse più di prima! Ardelia è uno di quei personaggi che non strazia il cuore, uno di quelli che ami mentre leggi della loro vita e che poi, senza alcuna fatica, lasci riposare nella tua libreria.
Eppure, ogni volta che la ritrovi  hai la sensazione di aver ritrovato un'amica che non vedevi da tanto tempo, una di quelle che, nonostante la distanza e i lunghi silenzi, riescono a farti sentire a casa e le chiacchiere e le confidenze riprendono esattamente lì dove si erano interrotte!

Ecco, Ardelia è così: un'amica discreta, cordiale, con cui si prende sempre volentieri un caffè, con cui si va a cena ogni tanto e che poi, magari, non senti per mesi. Però sai che lei è lì, pronta a strapparti un sorriso ogni volta che ne avrai bisogno, pronta ad aiutarti anche a costo di mettersi nei guai!

Se ancora non avete conosciuto questa splendida donna, se vi piacciono personaggi come Vani Sarca, allora forse è il caso che vi diate da fare e apriate la porta alla dottoressa Spinola, che, alla fine, è forse un po' una Vani Sarca più adulta e più posata!



8 giugno 2016

Alice Basso: un vulcano di simpatia in formato tascabile!


Quella che vedete qui sopra è l'unica foto (pubblicabile) in mio possesso. L'unica, perlomeno, in cui io, Alice e tutte le altre non sghignazziamo smodatamente, assumendo involontariamente espressioni facciali degne di Gollum!

E adesso mettetevi comodi che vi racconto!

Lunedì 6 giugno, ore 8, Casalmorano
La Libridinosa apre i suoi dolci occhietti e... urla! Non abbiamo sentito la sveglia, correre correre correre.
Tira il figlio giù dal letto e lo lancia verso il bagno che manco il Discobolo nella sua forma migliore riuscirebbe a fare tanto!
Intanto, per risparmiare tempo, lei scivola giù dalle scale e versa latte in tutte le tazze che le capitano a tiro (La Libridinosa è notoriamente una collezionista di tazze, quindi tutte le mucche di Soresina sono fuggite a gambe levate!).
Il figlio si presenta in cucina con la maglia al contrario e un paio di pantaloni che neanche nei peggiori inverni lombardi sarebbero necessari.
Domanda: dov'è Coniuge? Figlio, dov'è Padre? Boh!
La Libridinosa ripercorre le scale e... ops! Coniuge si è rotto. Era da qualche giorno che arrancava con la schiena, ma adesso è lì che sembra paralizzato.
La Libridinosa: "Stai bene? Vuoi una mano?"
Coniuge: "No no, ce la faaaaaaaaaaa... No ok, resto qui"

Pensiero della Libridinosa: come ci vado oggi a Milano se lui sta così? Vabbè, intanto pensiamo a lanciare il figlio fuori casa, che tra un po' suona la campanella!

Ore 9
Figlio a scuola e Coniuge che fa l'imitazione di un novantenne che arranca per casa, mi trovo costretta a cercare una soluzione d'urgenza per far sì che i programmi pomeridiani non saltino per aria assieme alla mia pazienza.
Ok, vivo in Culonia, ma ho una stazione a 2 km, vuoi vedere che non trovo un treno che mi porti in quel di Milano?

Munita di auricolari (come ogni mattina!) e con Laura e Baba che mi chiacchierano nelle orecchie, prendo in mano iPad e comincio a sbirciare gli orari dei treni. Perfetto: un treno ogni ora per arrivare a Milano. Certo, c'è da fare un cambio, ma tra un treno e l'altro ho circa 10 minuti, vuoi vedere che sono così sfigata da non riuscire a farcela? Sì, lo sono!
Ooook, intanto faccio il biglietto di andata, che per il ritorno c'è sempre tempo!

Ore 13
Nutrita la famiglia, preparata la borsa (che tanto per cambiare pesa quanto un vitello), vestita, truccata, pronta per partire!
Arrivo in stazione e... ok, adesso arriva il treno. Ma sì, adesso arriva. Guardo il tabellone: ritardo di 10 minuti. Ecco, che vi avevo detto? Vabbè, speriamo sia in ritardo pure la coincidenza. Guardo di nuovo il tabellone: ritardo di 20 minuti. Ok, manco ci spero più.
Oh, guarda... lì c'è una ragazza che legge! Passeggio con finta noncuranza e la disgraziata infila il libro in borsa perché... uh, c'è il treno!
Salgo e mi piazzo proprio di fronte a lei. Dai su, bellina, esci sto libro che anche senza la sovracopertina (gente intelligente che le toglie, mica come Baba!) io di quel libro sento l'odore lontano un miglio!
E infatti... Tira fuori il libro dalla borsa e si rimette a leggere e, io lo sapevo, è lui: La tristezza ha il sonno leggero. La guardo con l'invidia profonda di una che quel libro lo ha letto e vorrebbe rileggerlo altre mille volte. Credo mi si sia stampato in faccia un sorriso ebete e lei: "Lo hai letto?". Faccio sì con la testa per evitare di sbavare sopra la sua copia. 
Lei: "Bello!"
Annuisco ancora (dandole il fondato sospetto che io sia un incrocio tra una muta e una deficiente).
Lei: "L'ho scoperto grazie ad una blogger"
E io: "Oh che bello! Chi?"
Vabbè, la risposta manco ve la scrivo. Ma sono anche stata brava e non le ho detto che ero io (Lorenzo, se stai leggendo: BABA' COME SE PIOVESSE!!).

Ore 15
Arrivo a Treviglio e, mentre scendo dal treno, vedo la mia coincidenza che sfila via (inserite qui una parolaccia a caso, tanto le ho dette tutte!).
Chiamo Coniuge, anche per assicurarmi che sia ancora vivo e mi faccio dare gli orari dei treni successivi. Ok. ho mezz'ora di tempo da ammazzare. Che faccio? Chiamo Laura!
Il tempo di fare due chiacchiere e salgo sul treno successivo, che mi porterà ad un'altra stazione e poi prendiamo pure la Metro, che vuoi mica farti mancare qualcosa in questo afoso pomeriggio lombardo, no?!
Mentre mi dirigo verso la Metro noto che tutti mi fissano. Mah, chissà che avrò mai di così strano! C'è gente ben peggiore di me in giro. Che avevo? La camicia aperta. Sì, aperta. Aperta sino quasi all'ombelico.
Adesso smettete di ridere perché non c'è proprio nulla di divertente. Allooooooooora...
Ricomposta la camicia (meno la dignità) e rimesse "le ragazze" al loro posto, ho proseguito verso la fermata della Metro (che vergogna!!!).

Ore 16.30, sede Garzanti
Finalmente giungo a destinazione, dove trovo ad aspettare due delle quattro LGS: Baba e Dany: "Che fate ferme qui?" Dany deve comprare un segnalibro. Uh cosa vedono i miei occhietti? Quello è il regalo perfetto per Riccardo (che dite? Chi è Riccardo? Che ve ne frega!). Ok, tutto comprato, ci avviamo in Garzanti e troviamo Alice che chiacchiera con altre blogger.
L'incontro, non penso ci sia bisogno di dirvelo, è stato esilarante. Sulla pagina Facebook di Garzanti Libri potrete vedere il video della diretta, che è stata trasmessa in streaming per tutti coloro che, purtroppo, non potevano essere lì.
Alice Basso è una donna come poche ne esistono: allegra, divertente, umile e di profonda intelligenza.
Ho la fortuna (e scusate se me ne vanto!) di poterla annoverare tra le mie (pochissime) amiche! So che posso sembrare di parte, ma Alice è davvero quella che vedete: la ragazza della porta accanto, quella che si ricorda di tutti, che non nega un sorriso a nessuno, che nulla ha a che fare con la sua famosa creatura, quella Vani Sarca che, invece, è esattamente il suo opposto!

Le domande relative al libro sono state tante e Alice, purtroppo, si è spesso dovuta limitare nelle risposte, perché il rischio spoiler era davvero alto!
La cosa che mi preme dirvi è che Vani Sarca tornerà (e speriamo non solo con un terzo libro). Noi blogger, intanto, ci siamo impegnate a comprare tutti i libri di Alice, perché noi amiamo Silvana Sarca.
L'incontro si è concluso, come sempre, con un doveroso firmacopie e le foto di rito; foto che, avendo per protagonista Alice, tendono a risultare mosse, sfocate e con la gente piegata in due dalle risate!

È la seconda volta che ho il piacere di partecipare ad un incontro tra blogger e scrittrice. E, oltre a ringraziare la Casa Editrice Garzanti e Francesca Rodella (da noi detta Santa e Benedetta), che coccola noi blogger come nessun altro sa fare, ci tengo a dire che queste occasioni sono per noi, oltre che una grande opportunità per scoprire i pensieri di uno scrittore e la genesi del suo romanzo, anche un bel modo per interagire tra noi.
Spesso non è facile riuscire ad andare oltre lo schermo di un pc. Spesso ci si immagina una blogger in un certo modo e poi ci si trova faccia a faccia con qualcuno di completamente diverso!
Ieri, ad esempio, ho avuto modo di conoscere (finalmente!) Chicca di Librintavola, che è una donna di una simpatia estrema!

Ore 19.45
Usciamo dalla Garzanti, io, Baba, Amrita di Audrey in Wonderland (anche lei, sino a ieri, una sconosciuta e anche lei bellissima persona!) e Alice. Direzione: stazione Centrale. Prendiamo la Metro? Sì (controlliamo la camicia, che non si sa mai!).
Arriviamo ad un incrocio e Alice e Baba discutono su quale treno prendere per fare il viaggio assieme. Oh ma sto semaforo non diventa mai verde? Sono quasi 10 minuti che stiamo qui.
Baba ci fissa, scoppia a ridere e...: "Ragazze, ma qui non c'è un semaforo" (scusa Alice, era troppo divertente per non raccontarla a tutti!).
Ora, io non oso manco immaginare cosa abbiano pensato gli automobilisti nel vedere queste quattro donzelle in attesa (e spero anche che, per il calcolo infame delle probabilità, non sia passato nessuno di quelli che aveva precedentemente ammirato il mio reggiseno!).

Ore 20, Stazione Centrale
Siamo in quattro e dobbiamo prendere tre treni diversi. Ci salutiamo e ci sparpagliamo e io inizio a pregare che, almeno stavolta, il mio treno mantenga una certa puntualità.
Poggio il mio deretano e chiamo Laura, che, carina come sempre, mi fa compagnia per quasi tutto il viaggio.
Ok, stavolta la puntualità è rispettata!

Ore 22, Casalmorano
La Libridinosa è giunta a destinazione sana e salva. Figlio e Coniuge sono vivi e si sono anche sfamati senza di me.

Io sono stanca, ma felice! Ho trascorso un pomeriggio in compagnia della mie LGS (meno una, quella che vive a Culonia 2.0) e di Alice. Ho conosciuto blogger fantastiche e, ultimo ma non ultimo, ho tra le mani una copia fresca di stampa di "Quando finisco le ombre", ultima fatica di Cristina Rava, che in libreria sarà disponibile da giovedì prossimo. E anche stavolta, un grazie immenso a Francesca!