Recensione 'Il club dei lettori assassini' di Carlos Garcia Miranda - Dea Planeta


Titolo: Il club dei lettori assassini || Autore: Carlos Garcia Miranda || Editore: Dea Planeta
Data di pubblicazione: 1 ottobre 2019 || Pagine: 362

Angela è una giovane matricola dell'università di Madrid, timida, studiosa e con il naso sempre infilato tra le pagine di un romanzo. L'unico genere che non ama è l'horror, ma si sforza di vincere la paura quando il suo amico Sebas le chiede di leggere "It" per il neonato Club di lettura su Stephen King. È solo finzione, si dice Angela; sono cose che non possono accadere davvero. Ma non sa quanto si sbaglia. Perché quando la macabra morte di un professore sconvolge l'università, Angela e i suoi amici si rendono conto che c'è un assassino vicino a loro. O forse tra loro. Un assassino che si ispira a tutto il terrore raccontato da Stephen King, e che torna a colpire ancora e ancora. Senza potersi fidare di nessuno, Angela si trova prigioniera del più spaventoso racconto dell'orrore: quello che non puoi smettere di leggere. Puoi solo scegliere se essere la prossima vittima, o diventare il carnefice. "Il club dei lettori assassini" è un omaggio al re dell'horror, e a quello che ci insegna nei suoi capolavori: non si può scappare da ciò che ci fa più paura.




Scenario: tarda sera d'estate, afa, non si riesce a prendere sonno ma non si ha neanche tanta voglia di tenere un libro in mano e leggere. Che si fa? Si accende la tv e... zac! Filmetto horror di quelli che non farebbero paura neanche al più fifone di noi!
Avete presente di cosa parlo, vero? Quella roba piena di cliché che si guarda poggiando i neuroni sul comodino e cantando loro la ninna nanna, tanto non servono.
Benissimo! Adesso immaginate di avere un libro in mano che, tra le sue pagine, racchiude esattamente la trascrizione di uno di quei film. Ecco, questo è Il club dei lettori assassini, primo romanzo di Carlos Garcia Miranda, che, a suo dire, dovrebbe essere un omaggio al re dell'horror: Stephen King.

Facciamo una precisazione: per quanto gli ultimi lavori di King non abbiano suscitato in me grandi emozioni, se parliamo di horror nessuno può battere il "Re". E se si ha intenzione di omaggiarlo in qualche modo, sarebbe doveroso farlo in maniera degna e non sfociando nel ridicolo.
Detto questo, mettetevi comodi, perché state per leggere un articolo quasi sicuramente lungo e sproloquiante.

Partiamo dalle cose serie: la traduzione di questo libro è stata fatta da un bambino di prima elementare di madrelingua cinese, con padre polacco e che, diciamolo, non conosce una parola di italiano.
Non c'è altra spiegazione allo scempio di congiuntivi barbaramente uccisi che ho trovato nell'intero romanzo. Sì, intero: perché non c'è un solo verbo coniugato correttamente in questo libro. E qui potremmo fare un discorso infinito dal quale rischiamo di non uscire più: ormai si accetta l'indicativo in molti casi... nella forma colloquiale il congiuntivo si può anche non usare... CAZZATE!
Il congiuntivo esiste e come tale va adoperato. Quindi, i dubbi che mi assalgono sono: la traduttrice, tale Claudia Acher Marinelli, è in possesso dei requisiti fondamentali per svolgere il suo lavoro? Altro dubbio: questo libro è stato semplicemente tradotto e mandato in stampa? Niente editing? Niente correzione di bozza? A che punto sta arrivando l'editoria italiana per pensare che noi lettori possiamo accettare scempi del genere? 
Nel momento stesso in cui mi reco in libreria e acquisto un libro, pretendo la massima cura sotto tutti gli aspetti. 

Detto ciò, passiamo a quello che è il punto primario e fondamentale di un romanzo: la trama. 
Un B-movie, una sorta di parodia di quelli che sono stati i grandi capolavori di Stephen King, uno "Scary movie" (grazie, Grazia!) di bassa lega.
Omaggio a King? Certo, viene citato più e più volte (poverino!): partendo da It, passando per Carrie e Misery, per finire con Shining, questo libro è un continuo ricordarci quanto Stephen sia stato in grado di produrre capolavori della letteratura horror e tu, caro Miranda, invece no!

L'idea di base del romanzo è molto semplice: università di Madrid, un gruppo di studenti della facoltà di lettere e filologia si riunisce per un club del libro basato sui romanzi di King. La prima lettura di cui discuteranno sarà proprio il suo libro più famoso: It.
Il romanzo di Miranda inizia con il primo incontro tra i partecipanti al club; modo, anche abbastanza banale, che l'autore usa per introdurci i vari personaggi della storia.
Quindi, primo cliché: l'ambientazione. Campus universitario, tutto corridoi bui, giardini male illuminati e gente che sta sempre tra le balle quando non serve per poi sparire improvvisamente nel nulla quando qualcuno urla!
Secondo cliché del romanzo: i personaggi. Protagonista centrale è Angela, la classica ragazza studiosa, posata, acqua e sapone e, tenetevi forte, vergine! Perché, si sa, in un horror non muori se non fai sesso!
Angela è fidanzata da pochi mesi con Nando, bello e tenebroso, unico del gruppo a non frequentare l'università, ma a lavorare presso il bar del campus stesso. A fare da contorno abbiamo Sara, la stragnocca un po' zoccola, Rai, il suo ragazzo, palestrato, stronzo, sempre pronto a menare le mani; ultimi due elementi, Koldo, booktuber sfigato che passa le giornate girando video e postando foto su Instagram e Sebas, innamorato di Angela ma che si immola al ruolo di suo migliore amico.

Avete già capito dove stiamo andando a parare, vero? Questo è uno di quei libri che, se venisse trasformato in un film, noi guarderemmo urlando per tutto il tempo al pirla di turno frasi come "no, non andare lì... non salire le scale... girati... demente...".
Angela è l'incarnazione perfetta della protagonista scema! La causa scatenante degli omicidi che popolano questo romanzo è uno scherzo che lei e quei decerebrati dei suoi amici decidono di attuare ai danni del professor Cruzado e che porterà alla morte di quest'ultimo.
La ragazza viene invitata dal bel professore a discutere di un suo saggio. Quando? Di sabato mattina. Dove? All'ultimo piano dell'università. Vuota, ovviamente, perché è sabato!
Quando il professore le fa delle avances, lei inizia a tremare. Segnatevi questa cosa: Angela è sicuramente affetta dal morbo di Parkinson, perché per tutte le 362 pagine di questo romanzo lei tremerà come una foglia. Io un controllino lo farei, stella!

La studentessa fugge, racconta l'accaduto prima a Nando e poi a tutti gli altri e cosa decidono di fare i geni dell'imbecillità? Vogliono spaventare il professore: facendogli credere che Angela voglia incontrarlo per fare sesso con lui, si mascherano tutti da pagliacci e cominciano a inseguirlo per i corridoi bui dell'università, finché il povero disgraziato, a cui è arrivata una martellata in testa, perde l'equilibrio e cade proprio sulla spada della statua del Don Chisciotte che si trova all'ingresso dell'ateneo.
Uno dei temi ricorrenti di questo romanzo è la coulrofobia, ossia la paura dei pagliacci. Pare che la protagonista incontrastata ne sia affetta. Da tempo? No! Lo scopre leggendo It. E cosa fa una persona affetta da fobia? Si caccia proprio in situazioni che la portano a doverci fare i conti: ti spaventano i pagliacci? Benissimo, mascherati da clown... demente!

Terzo cliché: chiamiamo la polizia? Ovviamente no! 
I decerebrati decidono di tenere segreto l'accaduto e qui partono tutta una serie di crisi isteriche (conditi da tremolii vari a carico della donna affetta da Parkinson!) e ripensamenti di ogni genere, finché i sei pirla non vengono inseriti in un gruppo whatsapp creato da qualcuno che sa che sono stati loro ad uccidere il professor Cruzado.

E da qui parte l'escalation della stupidità: tra corse nei corridoi di una biblioteca, sguardi sospettosi, giardini bui da attraversare, porte mai chiuse a chiave (io boh!), Miranda è riuscito a creare un turbinio di cose già viste e già dette che peggio di così sarebbe stato impossibile!
Come se non bastasse, giusto per aggiungere un po' di piccante, ecco che alcune parti del libro sfociano in scene degne di un romance di bassa lega, con sguardi languidi, baci appassionati e pianti disperati!

Premesso che intuire chi sia l'assassino a pagina 20 non deponga certamente a favore di un libro che dovrebbe farci sospettare di chiunque sino all'ultima pagina, ciò che non funziona in questo romanzo è tutto l'insieme.
La storia è banale, trita e ritrita, così come l'ambientazione e i personaggi creati dall'autore spagnolo non sono nulla di nuovo.
La scelta di rifarsi ai romanzi di King, usandoli come spunto per uccidere i protagonisti della storia, non fa altro che amplificare la sensazione di "già letto". 
Non c'è scintilla creativa in questo romanzo e sicuramente l'idea di "omaggiare" il re dell'horror avrebbe potuto essere sfruttata in modo più originale.

A fine lettura ero tentata di non dare neanche una stella a questo libro, ma devo anche riconoscergli un pregio: si legge davvero velocemente e, soprattutto, mi ha fatta ridere come poche volte accade, soprattutto se consideriamo che mi aspettavo di leggere un romanzo horror!

Nulla si può, però, salvare di una storia che non ha neanche la basi per essere trasformata in un film, perché di film così ne abbiamo già visti a decine e di protagoniste a cui gridare "scema, non infilarti lì" penso che ne abbiamo tutti abbastanza!

A Miranda auguro che King si travesta da pagliaccio e vada a cercarlo per porre fine alla sua vita e alle nostre sofferenze!

La Libridinosa

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1 commento:

  1. Sembra uno di quegli Horror Trash che fanno ridere. Ci starebbe benissimo nella serie Scary Movie!

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