DA QUALCHE PARTE STARÒ FERMO AD ASPETTARE TE || Lorenza Stroppa || Mondadori || 11 febbraio 2020 || 288 pagine
Diego non è un tipo da traguardi convenzionali, non cerca certezze, tantomeno relazioni stabili. Vicino ai quarant'anni, vive insieme alla gatta Mercedes in una mansarda vista laguna a Venezia e colleziona avventure senza troppi pensieri. La sua grande passione da sempre sono i libri e le parole, e ne ha anche fatto una professione: lavora come editor in una casa editrice. Per questo quando un giorno, mentre sta facendo la spesa al supermercato, trova per terra un'agenda, non può che rimanere colpito da ciò che vi è scritto. L'agenda appartiene a una certa Giulia Moro, che vi ha appuntato una singolare "to do list", una lista di cose da fare che a un certo punto si interrompe misteriosamente. Incuriosito, Diego si mette sulle tracce di Giulia, pittrice di talento ma tormentata da un dolore che le impedisce di utilizzare il rosso - il colore del sangue, del fuoco, del cuore - nei suoi quadri. Diego si fa trovare, apparentemente per caso, nei luoghi indicati nell'agenda di Giulia: quando i due si parlano per la prima volta, tra loro scatta un'immediata attrazione. Ma Diego pensa di essere troppo inaffidabile per riuscire ad amare, e per Giulia l'amore non rientra affatto nella sua "to do list"... Lorenza Stroppa attraverso le voci alternate dei due personaggi ci conduce nei vicoli e nelle strade fatte d'acqua di una Venezia intrigante e luminosa, lontanissima dai cliché turistici, e delinea una mappa non solo geografica ma sentimentale: riusciranno parole e colori a trovare il linguaggio dell'amore?
Riuscire a leggere questo romanzo è stata quasi un'Odissea. Pubblicato poche settimane prima che l'Italia piombasse nel silenzio e nella paura dovuti al Covid, Da qualche parte starò fermo ad aspettare te è quasi sparito dai radar di noi lettori.
Qualche tempo dopo, quando le porte delle nostre case si sono riaperte e la vita è parsa tornare alla normalità, sono stata contattata dall'ufficio stampa dell'autrice che mi ha proposto la lettura del romanzo in questione.
Libro mai pervenuto (poste birichine!) e io che, intanto, ho ricominciato a macinare pagine (o quasi... diciamo che ho ricominciato a leggere, così è più credibile!) e sono stata presa da altre letture.
Sino a che la settimana scorsa è stata la stessa Lorenza Stroppa a contattarmi e propormi la lettura del suo libro che, poche ore dopo, era già presente sul mio kobo (e soprassediamo sul fatto che io odi leggere in digitale, perché le eccezioni si fanno, ci mancherebbe!).
Da qualche parte starò fermo ad aspettare te ci porta tra le calli e i canali della bellissima Venezia, ma ci fa scoprire questa città non attraverso i consueti sguardi dei turisti, bensì con gli occhi tristi e carichi di dolore di Giulia e con quelli spesso disincantati di Diego.
Giulia è una pittrice e nei suoi quadri riversa l'animo lacerato e il cuore in frantumi.
Diego, invece, è un editor: la sua vita è fatta di parole da smussare, di libri da rivedere, di pagine da leggere.
Nessuno di loro è pronto ad amare, ma il caso ci mette lo zampino e quando Diego trova casualmente l'agenda di Giulia, decide di mettersi sulle sue tracce e scoprire che donna si nasconda dietro quelle pagine piene di liste di cose da fare.
Il romanzo di Lorenza Stroppa è un romanzo strano. La scrittura è aulica, poetica, ma, a tratti, anche lenta ed esageratamente descrittiva.
Spesso mi sono impantanata nelle infinite descrizioni di colori, materiali per la pittura, sfumature e metafore che mi hanno fatta sbuffare e chiedermi cosa aggiungesse alla storia questa scelta da parte dell'autrice (se non pagine, ovviamente!).
Ho immaginato Diego che, gentilmente ma con fermezza, le diceva di sforbiciare!
Ma il vero problema di questo romanzo è che ha la pretesa di travestirsi da narrativa contemporanea, anche di un certo livello, per poi ridursi, banalmente, a una storiella d'amore scontata e già vista.
Non è difficile, per il lettore esperto e vorace, immaginare come andranno le cose tra Giulia e Diego e, benché il finale sia tutt'altro che happy, non è assolutamente sorprendente come si vorrebbe far credere.
Basta leggere tra le righe di questa storia per carpire i pensieri di Giulia, donna predominante ed egoista e capire che Diego è solo una spalla in quello che dovrebbe essere il racconto del dolore di Giulia.
Un dolore che, purtroppo, rimane sempre in ombra, oscurato dalla storia d'amore tra i due protagonisti.
Arrivata all'ultima pagina, ho capito di avere a che fare con un romance di grandi pretese, che nulla, mi spiace, mi ha lasciato se non la sensazione di aver trovato un'autrice che, certamente, sa scrivere, ma avrebbe bisogno di qualche spunto in più per inventarsi storie che non abbiamo già letto in mille salse diverse.
Ringrazio l'autrice per avermi fornito copia digitale del romanzo
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