Recensione 'Lily. Storia di una vendetta' di Rose Tremain - Einaudi


LILY. STORIA DI UNA VENDETTA
Rose Tremain
Einaudi
4 giugno 2024
260 pagine


Appena partorita, in una notte d’inverno del 1850, la piccola Lily ĆØ stata abbandonata ai cancelli di un parco londinese, in balia dei lupi e del gelo notturno. Salvata per caso da un agente di polizia, ha conosciuto per breve tempo il conforto di una casa, prima di essere rigettata nel crudele mondo delle istituzioni vittoriane. Ad attenderla, ora che ĆØ cresciuta, c’ĆØ la salvezza o la rovina? Cosa accadrĆ  quando l’uomo che le fa battere il cuore scoprirĆ  che Lily ĆØ un’assassina? C’ĆØ chi passa la sua prima notte di vita in una morbida culla, circondato dall’affetto dei genitori, e chi invece no. Lily Mortimer ĆØ stata infilata in un sacco e lasciata ai cancelli di un parco, esposta al gelo e alle bestie feroci. Si ĆØ salvata solo per il passaggio fortuito di un giovane agente di polizia. Affidata alle cure amorevoli di una contadina, ha trascorso i suoi primi sei anni di vita tra i luminosi campi del Suffolk, ma poi, come prescritto dalla legge, il grigiore di Londra e la freddezza dell’orfanotrofio l’hanno reclamata indietro. Punizioni, cattiverie e soprusi sono stati a lungo la quotidiana ricetta del Foundling Hospital per soffocare ogni ribellione di Lily e degli altri bambini orfani e indigenti come lei. Ora, a quasi diciassette anni, la giovane ĆØ finalmente libera e, grazie alle sue doti nel cucito, ha un impiego gratificante in un emporio di parrucche. In piĆ¹, un sorriso gentile ogni domenica in chiesa la conforta: che il futuro le riservi finalmente l’attesa serenitĆ ? Ma il passato non allenta la morsa su di lei. La assillano sempre gli stessi orribili ricordi, il senso di colpa e la paura della forca. PerchĆ© nessuno ancora lo sa, ma Lily ĆØ un’assassina... Rose Tremain porta il lettore nella fuligginosa Londra di metĆ  Ottocento, un posto bigotto, spietato e perverso dove i trovatelli vengono trattati come delinquenti e la buona condotta si insegna a urli e sberle, ma dove c’ĆØ spazio anche per la gentilezza, per l’amicizia e per l’amore.


ATTENZIONE: RECENSIONE DISSACRANTE

Io sono Lily Mortimer e non voglio piangere
E mi fa piacere per te, figlia cara, perchƩ io, invece, avrei avuto tanta tanta voglia di piangere, leggendo questo libro!
Andiamo con ordine, cari lettori, altrimenti qua non ne veniamo a capo!

Punto 1. Questo ĆØ uno dei tre-libri-tre che ho acquistato perchĆ© Figlio voleva lo zaino Einaudi. Zaino che, dopo esattamente quattro-giorni-quattro di blando utilizzo, ha pensato bene di iniziare a decomporsi. Dovevo coglierci un segno? Dovevo capire che c'era un messaggio segreto dietro quella fodera che ha deciso di aprirsi come lo stomaco mio davanti a una pizza? Mi sa di sƬ!

Punto 2. Luglio, caldo a parte, mi ha regalato cinque belle letture di fila! Poteva continuare cosƬ? Decisamente no, dovevo aspettarmi l'inciampo, lo scivolone, la caduta (non dalle scale, Grazia, stai serena!). E visto che quelle cinque letture erano tutte di narrativa, ho sentito la voglia (ma forse era solo una botta di afa padana!) di una storia che racchiudesse qualcosa di misterioso e mi regalasse un po' di suspense. Niente, questo libro regala solo sonno!

Punto 3. Il sonno, appunto! Per tre pomeriggi di fila mi sono beatamente appisolata con la faccia tra le sue pagine, scivolando in un sonno profondo (e sudato) dal quale sono riemersa chiedendomi perchƩ continuassi a portare avanti la lettura di questa storia. Risposta: libro corto e curiositƠ di capire quanto in basso potesse ancora scendere!

E ora parliamo del libro e della sua protagonista! Lily Mortimer viene abbandonata poche ore dopo la nascita. Chiusa in un sacco e lasciata ai cancelli del Victoria Park di Londra, viene rinvenuta da un branco di lupi (i famosissimi lupi londinesi, chi di noi non li conosce?!) e salvata per il rotto della cuffia da un giovane agente di nome Sam Trench.
L'agente la stringe a sƩ per proteggerla dal freddo e dalla pioggia e la porta al Foundling Hospital, un orfanotrofio londinese nel quale vengono accolti, appunto, i bambini abbandonati.
Lily, che prima dell'arrivo dell'agente Trench si ĆØ beccata un morso da un lupo, viene medicata, le amputano il mignolo di un piede (tranquilli, questa cosa non ha alcuna rilevanza nell'economia della storia!) e poi viene, come da prassi dei tempi, affidata a una famiglia che si prenderĆ  cura di lei sino al compimento dei sei anni.

Spiegazione. All'epoca pare fosse solito affidare i neonati a delle famiglie che li allevavano sino, appunto, al compimento del sesto anno di etĆ , ricevendo in cambio una sorta di sussidio mensile. Dopo di che, i bambini venivano riconsegnati all'orfanotrofio che si premurava di tirarli su fino a quando erano in grado di lavorare. 
Faccio una premessa: non ho cercato informazioni su quanto tutto ciĆ² sia reale o mera fantasia dell'autrice, anche perchĆ©, Lily lascia l'orfanotrofio intorno ai 12 anni. BenchĆ© si tratti di un'epoca diversa (la storia ĆØ ambientata nella seconda metĆ  dell'Ottocento), l'etĆ  mi ĆØ parsa davvero troppo bassa, ma tant'ĆØ, Tremain questo ci racconta e, nell'insieme del romanzo, ĆØ la cosa che stride meno!

Torniamo al libro. Come detto, Lily viene affidata a una famiglia che vive nel Suffolk e lƬ cresce assieme ai loro tre figli, Jessy, James e Joseph, ma, soprattutto, assieme a Nellie, la madre, che la tratta davvero come se Lily fosse sua, insegnandole a ricamare e a cucire e riempiendola di affetto.
Compiuti i sei anni, perĆ², Lily fa ritorno a Foundling, dove si trova ad affrontare una vita completamente diversa da quella a cui era abituata: dorme in una grande e spoglia camerata assieme ad altre decine di bambine, indossa la scomoda uniforme dell'orfanotrofio, i capelli le vengono immediatamente rasati e, soprattutto, viene picchiata e, successivamente, subisce anche abusi fisici dalla capo-infermiera.

Raggiunta l'etĆ  adatta, Lily lascia l'orfanotrofio e va a lavorare in un emporio di parrucche, la cui proprietaria, una donna bella e spregiudicata, la prende a benvolere. Da qui nasce una delle situazioni piĆ¹ ridicole del romanzo: Belle, la proprietaria dell'emporio, dice a Lily che, anni addietro aveva avuto alle sue dipendenze una donna che aveva il suo stesso talento per il cucito; una donna che, purtroppo, aveva dovuto lasciare il lavoro perchĆ© si trovava in una situazione compromettente (traduzione: era incinta e non sposata). E Lily cosa fa? DĆ  per scontato che quella donna sia la madre che l'ha abbandonata poche ore dopo la sua nascita. PerchĆ©? PerchĆ© cuciono entrambe molto bene!
MA SANTO IDDIO BEATO IN CIELO, MA TI SEMBRA UNA MOTIVAZIONE VALIDA? Quindi io sarei figlia della Bacci perchƩ entrambe sappiamo fare la pizza?

In tutto questo bailamme, alternando il racconto degli anni trascorsi alla fattoria con Nellie alla vita attuale, l'autrice butta lƬ un: "Sono un'assassina". Chi ha ucciso Lily? E perchĆ©? Il mistero non c'ĆØ, si arriva facilmente alla soluzione, anche solo per un semplice gioco di scarti tra le persone con cui lei interagisce dopo aver commesso l'omicidio e, soprattutto, per i motivi che la portano a compiere l'atto.
Niente suspense quindi, nessun colpo di scena, nulla che tenga il lettore incollato alle pagine con la voglia di scoprire cosa abbia fatto Lily.
La lettura procede piĆ¹ per soddisfare la curiositĆ , come giĆ  detto, su quanto in basso possa scendere la narrazione, condita, per altro, da una scrittura piatta e lenta che certamente non aiuta!

Neanche l'emozione dell'incontro tra Lily e il suo salvatore, parecchi anni dopo quella tragica notte, riesce a smuovere qualche emozione, anche perchƩ l'autrice decide di far virare il rapporto sulla via dell'attrazione sessuale.
Il finale risulta scontato e, allo stesso tempo, incompleto laddove Lily fa ritorno nel luogo in cui piĆ¹ si ĆØ sentita amata, ma Tremain sceglie di chiudere tutto in fretta, lasciandoci col dubbio su cosa ne sarĆ  di lei.



La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

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