LA VITA A VOLTE CAPITA
Lorenzo Marone
Feltrinelli
5 novembre 2024
311 pagine
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: ĆØ cosƬ che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere una collezione di scatolette di fiammiferi per poi essere costretto per oltre cinquant’anni a collezionarle davvero. Ormai vedovo e ottantenne, con mille acciacchi e le giornate vuote, Cesare si trova ad affrontare un agosto in cittĆ . Nel condominio al Vomero sono rimasti in pochi: c’ĆØ la dirimpettaia gattara, ossessionata dalla telecamera al pianterreno; l’amico di una vita con cui Cesare gioca la stessa partita di scacchi da anni; e Lady Blonde, un’adolescente che non si stacca mai dal cellulare. E soprattutto ci sono i ricordi, ricordi subdoli che si insinuano dappertutto. Proprio lui che si ĆØ sempre dichiarato immune ai sensi di colpa, ora si trova a fare i conti con mille domande. E se nella vita fosse stato piĆ¹ risoluto, dolce e accogliente? Se avesse trovato il coraggio di lasciare la moglie? Se avesse passato piĆ¹ tempo con i figli? Se, in definitiva, avesse sbagliato tutto? FinchĆ© un giorno, nel parco in cui ĆØ solito portare Batman, il cane affidatogli dalla figlia, Cesare nota una ragazza dai capelli corti spruzzati di viola. Si chiama Iris e ha negli occhi qualcosa di fragile e familiare. Ć l’inizio di una goffa ma tenera amicizia, in cui Cesare trova inaspettatamente conforto. D’un tratto, ci sono persone di cui deve, e vuole, occuparsi, e questo lo fa sentire felice. D’un tratto, non c’ĆØ piĆ¹ da rimuginare, ma da agire, da aiutare. PerchĆ© la vita a volte capita quando meno te lo aspetti, e bisogna trovare il coraggio di afferrarla al volo.
Io:" Ma non posso scrivere <<Leggetelo, ĆØ bellissimo>> e farla finita cosƬ?
Bacci: "No"
Io: "Sei sempre un'amica"
Bacci: "Lo so"
E niente, pare tocchi scrivere anche stavolta!
Ci sono storie che aspetti da una vita e, allo stesso tempo, vorresti non arrivassero mai. Cesare Annunziata, chi mi conosce lo sa (pure troppo bene!), ĆØ stato in questi dieci anni il mio "per sempre" letterario!
A gennaio, io e Cesare festeggeremo il nostro decimo anniversario e tutto mi sarei aspettata meno che Lorenzo decidesse di farmi un regalo cosƬ grande: riportare quello scorbutico dell'Annunziata nella mia vita!
Voi non avete idea della paura che mi ha attanagliata dal giorno in cui Lorenzo, con un simpatico vocale ("Sai cosa succede il 5 novembre?" "Boh, Lore', spero faccia freddo") mi ha svelato il grande ritorno.
E se io e Cesare non ci fossimo piĆ¹ piaciuti? Se non fossimo piĆ¹ andati d'accordo? Dieci anni non sono mica uno scherzo, si cresce, si cambia; le esperienze vissute, le persone incontrate e quelle perdute... PiĆ¹ volte in questi mesi mi sono chiesta chi fosse diventato Cesare e chi fossi diventata io, in che modo questo decennio si fosse inciso, impresso sui nostri corpi, sulla nostra pelle e sulle nostre anime.
Ho letto almeno mille libri da quel giorno, eppure Cesare ĆØ l'unico di cui io ricordi ogni passaggio, ogni riga, ogni dettaglio. Mai piĆ¹ riaperto da quella fine di gennaio del 2015, timorosa, forse eccessivamente, di non riprovare le stesse emozioni; mai piĆ¹ sfogliato da quel freddo pomeriggio in cui l'ho chiuso, eppure tutto ĆØ vivo in me come fossero trascorse poche ore.
Poi suona il campanello: "Pronto?" E Cesare ĆØ qui, uguale e diverso, ma ĆØ lui!
"CaffĆØ, Cesare?" Ci sediamo al tavolo della cucina, le tazzine davanti a noi, rughe nuove a testimoniare sorrisi e pensieri, tra i miei capelli fili argentei che mi rifiuto di coprire, lui mi guarda, sorride e inizia a raccontare. PerchĆ©, in fondo, con gli amici veri ĆØ cosƬ che funziona: puoi trascorrere anni senza vederti nĆ© parlarti, ma quando ti ritrovi ĆØ come se fossero passati pochi istanti!
E quei dieci anni scompaiono d'improvviso! Mentre il cucchiaino tintinna nella tazzina, questo tempo cosƬ lungo e cosƬ breve al tempo stesso ĆØ dimenticato. Cesare guarda fuori: "C'ĆØ nebbia oggi, Cesare, che vuoi farci? La pianura padana". E racconta. Racconta di Sveva, sempre cosƬ dura e rigida, di Federico che affronta l'adolescenza con gli occhi incollati allo schermo del telefono e di Dante che sta in vacanza su una rompighiaccio. Racconta, Cesare. Racconta di Eleonora e dei suoi gatti, di Marino sempre chiuso in casa con le vecchie pantofole ai piedi, di Iris che porta il nome di un fiore e di Lady Blonde che passa l'estate in uno sgarrupato cortile condominiale.
Di Batman che cerca i grattini, ma lui non ĆØ capace di farglieli e di Ivo a cui, invece, fa le carezze per farlo sopravvivere!
Racconta tanto, Cesare. Soprattutto di Caterina, della loro storia iniziata con una bugia e su tante altre bugie portata avanti. Non lo sa, Cesare, forse non vuole ammetterlo neanche con sƩ stesso, ma lui quella donna l'ha amata. A modo suo, certo, ma l'ha amata tanto. PerchƩ ci sono amori che ti scavano dentro, ti logorano, ti dilaniano. Amori nei quali uno urla e l'altro tace, ci si trascina, si arranca, ci si odia anche, a volte. FinchƩ un giorno ti svegli e sei solo e ti pare, in fondo, di aver aspettato quel momento per tutta la vita.
Sei solo, nessuno rimbrotta, nessuno ti critica, nessuno ti chiede cosa fai, dove vai; puoi dormire di traverso in quel letto che hai sempre dovuto condividere con lei, puoi accendere la luce in piena notte senza paura di svegliarla, puoi pisciare lasciando la porta aperta!
E tu che fai, Cesare? Le parli! Le parli sempre, le racconti ogni cosa. E quando non parli con lei, parli di lei. Ne parli tanto, non sempre bene, questo no, ma sai una cosa, Cesare? Non ĆØ vero che l'amore ĆØ cieco, l'amore ĆØ miope, perchĆ© piĆ¹ passano gli anni, piĆ¹ ti allontani e piĆ¹ noti i difetti!
Cesare parla, parla ancora e, ogni tanto, doloroso come una ferita aperta, butta lƬ il nome di Emma. Quanto ti ha cambiato quella ragazza, amico mio? Sei un altro, sai? Oh sƬ, la scorza ĆØ sempre quella del vecchio burbero che mi ha fatta innamorare, ma dentro sei diverso: hai smesso di attraversare la strada per evitare di salutare i vicini e rincorri gli altri per aiutarli (e chi l'avrebbe mai detta sta cosa?!).
Sei attaccato alla vita con le unghie e con i denti, la afferri, la vivi e renderti conto che ti sta scappando di mano, che te ne resta poca davanti, ti fa arrabbiare.
Ricordi, rimorsi, rimpianti... quante cose hai dietro di te, Cesare? E quante vorresti cambiarne? Ma sai che c'ĆØ, Cesare? Che se oggi sei cosƬ ĆØ grazie a quelle pagine di vita vissuta. Non riscriverle, rileggile semmai.
Lorenzo Marone torna in libreria con quello che ĆØ certamente il suo personaggio piĆ¹ amato! E lo fa portando Cesare Annunziata a un livello superiore, piĆ¹ maturo, piĆ¹ consapevole.
Cesare segue, a suo modo, la crescita dell'uomo che lo ha creato e che, ovviamente, in questi anni ĆØ cambiato.
A fronte di una scrittura notevolmente matura, come giĆ avevamo riscontrato negli ultimi romanzi, Marone fa crescere anche il suo personaggio che, in questo nuovo romanzo, risulta ancora piĆ¹ centrale di quanto non fosse nella prima storia che lo ha visto protagonista.
Ma quindi, cosa aspettarsi? Sicuramente un Cesare meno ombroso di quello di quello conosciuto anni fa, ma come avrebbe potuto essere diversamente dopo Emma? Non aspettatevi, perĆ², un allegrone, perchĆ© sempre di Cesare si tratta!
Io mi trovo simpatico, ma di una simpatia diversa [...] la mia simpatia richiede una certa arguzia per essere compresa, servono doti poco comuni, intelligenza, sagacia, autoironia.
E ora rispondiamo all'annosa quanto gettonata domanda: posso leggere questo libro senza aver letto il precedente? Ehm... possono insultare, LallƬ? Ah no?! Ok.
Io direi ni. I due romanzi sono indipendenti, l'unico collegamento col precedente, al di lĆ del personaggio principale, ĆØ ciĆ² che ĆØ accaduto a Emma (e che qui non viene mai raccontato). Ma vi perdereste l'evoluzione di Cesare e non ĆØ cosa da poco, perchĆ© Annunziata ĆØ davvero cambiato tanto, un cambiamento impossibile da intuire se non si conosce il suo passato.
E quindi, Cesare mio, siamo giunti di nuovo ai saluti. Ci siamo fatti vecchi, amico mio. Fai che non debbano passare altri dieci anni prima che io ti possa riabbracciare ancora.
Quanto mi sei mancato amico mio prezioso. Quanto ĆØ stato bello incontrarti di nuovo!
Avevo "La tentazione di essere felici" nella libreria ebook da almeno tre anni, dimenticato… leggendo la tua recensione mi hai fatto venire voglia di leggerlo. Ti farĆ² sapere se seguiranno gli altri
RispondiEliminaPS
A proposito quali sono, a parte "la vita a volte capita"’ grazie!