LE CICOGNE DELLA SCALA
Silvia Montemurro
Edizioni e/o
23 ottobre 2024
230 pagine
Negli anni Trenta, quando la Scala ĆØ divenuta un teatro moderno grazie alla direzione di Arturo Toscanini, la sedicenne Violetta, nata da una relazione clandestina tra un ballerino italiano e una cantante francese, lavora per il costumista Caramba come sarta. La madre, che a suo tempo era cantante all’OpĆ©ra National de Paris, ha chiamato la figlia Violetta in onore del suo personaggio verdiano preferito (La Traviata). Da bambina, Violetta era stata una promettente ballerina, ma un giorno, durante le prove, viene spinta dalle scale e rimane zoppa. L’incidente sarĆ solo uno dei tanti misteri che seguiranno la vita di Violetta, di sua madre, della sorella Fiamma, che partirĆ piĆ¹ tardi per Parigi dove avrĆ una carriera da cantante lirica. Tra scontri politici (Toscanini contro Mussolini), indimenticabili serate di lirica (Turandot, Carmen, La Traviata...), scintillanti costumi di scena e amori che si accendono e finiscono tra orchestrali e ballerine, la vita della Scala attraversa il secolo con alti e bassi, il fascismo, la guerra, i bombardamenti. Ma il cuore del romanzo batte soprattutto con i sogni, gli amori, le delusioni, gli abbandoni delle sue magnifiche protagoniste: Violetta, Juliette e Fiamma, ma anche Gemma, Amelia, Caramba, Lorenzo... Seguiamo le loro vite con il fiato sospeso, mentre intorno a loro si muovono e splendono le meraviglie della Scala.
Le luci scintillano, le donne risplendono nei loro abiti da sera, ingioiellate dalla testa ai piedi, i capelli acconciati, sottobraccio al loro uomo, elegante anche lui.
Dietro le quinte c'ĆØ fermento: le sarte danno gli ultimi ritocchi agli abiti di scena, le ballerine scaldano i loro muscoli, piroettando sulle punte sostenute da gambe tanto esili quanto forti.
In sala il brusio, il chiacchiericcio, gli sguardi si alzano verso i palchi, scrutano, mormorano.
Le luci si abbassano, il buio, il silenzio cala. Ć ora. Un due tre... la musica ha inizio, il direttore d'orchestra gesticola, indica, si muove in armonia con i suoi musicisti. Sul palco, quel palco, cantanti e ballerini fanno parte della stessa scena; danzano, cantano, leggiadri, soavi.
Siamo al Teatro alla Scala di Milano, sono gli anni Trenta e Violetta ĆØ una bambina di 7 anni che alla Scala ci ĆØ praticamente cresciuta. Lei, la madre Juliette e la sorella Fiamma trascorrono piĆ¹ tempo lƬ che nella loro casa milanese.
Juliette ĆØ arrivata a Milano seguendo l'uomo che amava, per poi ritrovarsi sola e con due bambine da crescere e, alle spalle, un passato da cantante dell'opera che non ce l'ha fatta.
E mentre lei gorgheggia tra le coriste, Violetta e Fiamma prendono lezioni di danza, sempre sotto lo sguardo attento della madre che ripone nel loro talento i propri sogni di rivalsa.
Silvia Montemurro mette in scena una storia di famiglia, di donne e di arte che racchiude, in poco piĆ¹ di 200 pagine, tante emozioni: dolore, delusione, rimpianti, un connubio di sentimenti forti che coinvolgono il lettore e lo trascinano con sĆ© proprio come quelle opere che ogni sera vanno in scena.
Violetta ĆØ la protagonista centrale di questo romanzo. Lei, col suo carico di sofferenze, sarĆ la voce narrante che ci accompagnerĆ nei trent'anni di storia che Montemurro ci racconta. Trent'anni durante i quali Violetta vedrĆ i suoi sogni crollare e la sua vita andare in pezzi.
Una piroetta, i salti, la scelta del maestro che la vuole in prima fila, poi una spinta, la caviglia che si spezza e, assieme e lei, tutti i desideri, le ambizioni, il futuro.
Chi ha spinto Violetta quel giorno? Non ĆØ difficile intuirlo, per noi lettori, ma sarĆ comunque uno choc avere la conferma di ciĆ² che si ĆØ sospettato.
Fu proprio su quei gradini che la mia vita prese un'altra piega.
Violetta non avrĆ una vita facile. Claudicante, lenta, solitaria, dovrĆ combattere contro una madre che l'ha sempre ignorata e contro una vita che l'ha relegata al ruolo di spettatrice. Ma sarĆ tra le stoffe dei costumi, dietro le quinte di quel palco che sognava di calcare, che Violetta troverĆ il suo mondo, l'amore e l'amicizia.
A fare da sfondo a questa storia, gli anni duri della guerra, il fascismo sempre piĆ¹ imperante che si ripercuote anche su quel luogo magico che ĆØ il teatro, con musicisti sostituiti dal regime, cantanti deportarti e direttori d'orchestra fuggiti prima che sia troppo tardi.
Ma Violetta rimarrĆ lƬ, con i suoi sogni e le speranze, per rendersi conto, infine, che il suo posto nel mondo era tra le mura di una casa, con un uomo e una figlia.
Silvia Montemurro sembra quasi farsi da parte per lasciare voce alla sua protagonista e lo fa con grande talento, intervenendo qua e lĆ , dove necessario, ma senza apparire mai invasiva.
Le cicogne della Scala ĆØ un romanzo che profuma di musica e di danza, che fa rivivere, a chiunque abbia sognato, da bambina, punte di gesso e tutĆ¹ vaporosi, quell'idillio che solo il rumore delle scarpette sulle assi di legno di un palco puĆ² regalare.
Vibra questo romanzo, come vibrano quelle assi. Vola via leggero come Violetta tra le braccia del suo Alfredo ne La Traviata.
Silenzio, signori. Si abbassano le luci, si alza il sipario. Che il sogno abbia inizio.
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