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8 maggio 2018

[PREMIO BANCARELLA 2018] Recensione 'Anna che sorride alla pioggia' di Guido Marangoni - Sperling & Kupfer


Titolo: Anna che sorride alla pioggia || Autore: Guido Marangoni || Editore: Spergling & Kupfer
Data di pubblicazione: 19 settembre 2017 || Pagine: 191

«Un'ora dopo aver letto l'esito del test di gravidanza, avevo già montato un canestro in giardino. "È un maschio, me lo sento!". Perché dopo due meravigliose figlie femmine era giusto, se non pareggiare i conti, almeno bilanciare un po' le parti. A Daniela l'ultima cosa che interessava era il sesso della creatura che portava in grembo. Bastava che fosse sana, diceva. Che poi è il pensiero di ogni genitore, solo che, quando la vita ti ha già messo alla prova, quel pensiero non lascia spazio a nessun altro. Poi ci fu il succo alla pera. Qualche sorso per svegliare a suon di zuccheri il piccoletto, in modo che si posizionasse a favore di ecografo. Fu quello il giorno in cui capii che mi dovevo preparare, perché qualcosa stava davvero per cambiare. Quando la dottoressa ci convocò e senza tanti preamboli ci disse: "Si tratta della trisomia 21", invece, capii un'altra cosa: che Daniela era già pronta. "È maschio o femmina?", chiese, lasciandomi a bocca aperta ancora una volta. Perché adesso sì, l'unica cosa che contava era sapere chi sarebbe arrivato nella nostra famiglia. Era Anna la buona notizia che stavamo aspettando».

Trama: 5 || Personaggi: 5 || Stile: 5

16 marzo 2018

Tempo di Libri 2018 - Sì, è stato un tempo bellissimo


Mettiamo da parte la questione meteorologica, visto che Milano ci ha riservato un fine settimana di pioggia e di freddo, e parliamo della seconda edizione di Tempo di Libri, la fiera milanese che, al suo secondo anno di vita, è riuscita a sopperire a tutti gli errori dello scorso anno (se di errori si può parlare riferendosi, comunque, ad una manifestazione che vedeva la luce per la prima volta!).
Tempo di Libri ha cambiato, innanzitutto, location: niente più Rho, ma Fiera Milano City, nel pieno centro di Milano, a due passi da San Siro (e la juventina che è in me non è che l'abbia presa proprio benissimo!): facilmente raggiungibile con poche fermate di metro e facilmente individuabile, la nuova location è stata il primo punto di forza di quest'anno!
Tempo di Libri ha cambiato data: niente fine settimana lunghi con ponti festivi a fare da ostacolo all'afflusso di gente e, soprattutto, un'equilibrata distanza dal Salone del Libro di Torino. Personalmente, reputo che uno stacco maggiore in termini di tempo, sarebbe la scelta più adatta: una fiera in primavera e una in autunno sarebbero perfette per noi lettori, che potremmo avere modo, magari, di partecipare ad entrambe ed avere un'offerta, in termini di uscite letterarie e incontri con autori, sicuramente maggiore!
Tempo di Libri ha cambiato stile! A fronte di un programma sicuramente meno ricco rispetto a
quello dello scorso anno, la scelta di riservare l'ultimo piano alle sale per gli incontri con gli autori è stata, secondo me, azzeccattissima. Una scelta che ha dato modo, alla gente, di girare liberamente tra gli stand degli editori senza incappare in file infinite che bloccavano il flusso.
Tutto bello, quindi? Ovviamente no! Per quanto la succitata idea di dislocare tutti gli incontri all'ultimo piano, ci ha costretti a vivere su delle infinite rampe di scale mobili, rimbambendoci non poco; tanto che, ad un certo punto, non riuscivamo neanche più a renderci conto di dove fossimo e di dove si trovassero le scale!

Pochi incontri davvero interessanti. Come ho detto prima, il programma di quest'anno mi è parso meno ricco rispetto a quello della prima edizione. Lo scorso anno mi sono ritrovata spesso a dover fare una scelta su quale autore ascoltare e incontrare, perché l'offerta ricchissima creava anche degli accavallamenti. Quest'anno, invece, si è scelto di puntare su meno presenze in fatto di autori, il che potrebbe anche essere stato un vantaggio se... ecco, se noi lettori non ci fossimo trovati circondati da ragazzine urlanti in attesa di una qualche youtuber adolescente. Ok, lo so, sembro snob (forse lo sono!), ma ritrovarmi davanti a scene isteriche, con gente che quasi si strappava i cappelli davanti a non so chi, sinceramente, mi ha fatto storcere il naso non poco.

Le presentazioni. La prima a cui ho assistito è stata quella di Sara Rattaro, moderata dalla bravissima
Amanda Colombo. E insomma, quando c'è Amanda di mezzo, si va a colpo sicuro e le presentazioni sono sempre un successo assicurato! Peccato lo spoiler (che noi, da brave blogger, abbiamo mandato in diretta su tutti i canali social). Abbiamo scoperto, ad incontro terminato, che si era trattato di una scelta dell'autrice, quindi nulla da dire. Ma... non sono riuscita ad assistere, purtroppo, all'incontro con Rosella Postorino (una fila infinita e la mia schiena dolorante che non ha retto, mi hanno fatto ripiegare su un divanetto comodo con la speranza di incontrare l'autrice quanto prima e in un'occasione più tranquilla!). Chi, delle mie amiche e colleghe, però, è riuscita a presenziare, ha lamentato la stessa cosa: spoiler spoiler spoiler. Forse si dovrebbe entrare nell'ordine di idee che chi assiste ad una presentazione non sempre ha letto il libro. Spesso sono proprio le presentazioni fatte bene che inducono all'acquisto e conoscere a menadito ciò che il romanzo racconta, è una vendita perduta.

Ma... Tempo di Libri è stato, per me, un tempo bellissimo per mille altri motivi! Ho trascorso giornate e serate in compagnia di quella che, ormai, è la mia famiglia di cuore! Ho avuto modo di riabbracciare le mie Bancarella Blogger (sì, pure la Bacci ho abbracciato!), di avere con me, per la prima volta, anche mia sorella! Sono stati giorni intensi, stancanti, ma fatti di sorrisi, di affetto, di confidenze, di risate sguaiate, di libri comprati e trascinati da una parte all'altra degli stand per intere giornate!
Sono stati giorni di amici ritrovati e di annunci importanti! Giorni di cibo ad ogni ora, di colazioni assonnate, ma di felicità immensa, perché le amiche, quelle vere, quelle che ti capiscono con un'occhiata, non hanno bisogno di vedersi ogni giorno! Basta un attimo per ritrovarsi e cancellare i mesi passati senza potersi incontrare!
Ed è a voi, mie adorate, che io voglio rivolgere il mio grazie! Perché il mio Tempo di Libri è stato un tempo bellissimo soprattutto per merito vostro!
Passeranno altri mesi prima di poterci nuovamente ritrovare tutte sotto lo stesso tetto, ma io sono che appena vi rivedrò tutto il tempo si annullerà come per magia! 


È questo che mi porto a casa di questo secondo anno di Tempo di Libri: le mie ragazze! Ah già... e la ricorrente frase: "Ho letto Marone grazie a te!", ma questa è un'altra storia!

11 ottobre 2017

Blogotour 'Il cacciatore di sogni' - Terza tappa

Park creò il primo laboratorio di diagnosi batteriologica e si batte perché i vaccini fossero considerati, da tutti gli studiosi, la strada migliore per prevenire malattie di origine batterica.
Parlare di vaccini, in un momento come questo, non è assolutamente facile: le polemiche imperversano, si è arrivati al punto di estromettere dalle scuole dell'infanzia i bambini che non sono stati sottoposti alla profilassi vaccinale, sono nati movimenti no vax in tutto il Paese.

I vaccini sono diventati uno di quegli argomenti scottanti, come la politica e il credo religioso, che sempre più fratture creano tra favorevoli e contrari.

Non è quindi facile, per me, illustrarvi l'argomento di questo romanzo. 
Sara Rattaro, con questo suo nuovo lavoro, decide di affrontare proprio questo tema e lo fa raccontandoci la storia di Albert Bruce Sabin, lo scopritore del vaccino anti poliomielite.

Personalmente, sono sempre stata favorevole alla somministrazione dei vaccini in età infantile: proteggono i nostri figli dal contrarre malattie che potrebbero avere conseguenze anche gravi, hanno permesso all'umanità di debellare malattie che tante vittime hanno mietuto e, soprattutto, permettono a quei bambini con problemi di immunodepressione di non essere esposti al contagio.

Lo ammetto: faccio fatica a capire le ragioni di quei genitori che si schierano contro l'uso dei vaccini e, soprattutto, non mi spiego il perché di questa improvvisa rivolta contro ciò che la medicina ha studiato e perfezionato per decenni.

Albert Bruce Sabin, uno dei protagonisti del romanzo di Sara, è l'esempio perfetto di ciò che uno scienziato dovrebbe essere: dedicò la sua vita allo studio di un vaccino per combattere la poliomielite
dopo la diffusione del vaccino antipoliomielite a metà degli anni 1950, l'incidenza della malattia è diminuita drasticamente in molti paesi industrializzati.
ma, soprattutto, decise di "donare" il suo vaccino: Sabin non brevettò mai la sua invenzione, rinunciando così allo sfruttamento commerciale da parte delle industrie farmaceutiche e garantendo, grazie al prezzo contenuto, la massima diffusione del vaccino stesso.

Credo che proprio questo dovrebbe portarci a riflettere: ci sono uomini che trascorrono la loro quotidianità chiusi in laboratori scientifici, testando, sperimentando, provando... Tutto questo a fronte di stipendi bassissimi e, com'è noto, di fondi per le ricerche che, soprattutto nel nostro Paese, sono sempre più esigui.
Queste persone lottano per darci una vita migliore, per far sì che malattie che tante morti hanno causato negli anni, possano essere definitivamente debellate; lottano per dare un futuro migliore a noi e ai nostri figli.

Credo che questo sia l'insegnamento di Sabin che Sara è stata in grado di raccontare tanto bene: la scienza ci offre la possibilità di avere una vita migliore, non ha senso sprecarla per delle convinzioni errate e senza fondamenti.
I vaccini sono importanti per noi e per chi ci vive accanto.

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Vi ricordo le regole per partecipare al Blogtour e cercare di aggiudicarsi la copia cartacea de “Il cacciatore di sogni” di Sara Rattaro, gentilmente messa in palio dalla Casa Editrice Mondadori:
• Essere Lettori Fissi di tutti i blog

Due lettrici quasi perfette
La lettrice sulle nuvole
Leggere in Silenzio
La spacciatrice di libri
Scheggia tra le pagine
Silenzio, sto leggendo  (il segui è su Bloglovin')

• Cliccare "Mi Piace" alle pagine Facebook di tutti i blog 


• Cliccare mi piace alla pagina Facebook di Sara Rattaro
• Commentare tutte le tappe del Blogtour

Nella prima tappa sarà necessario lasciare una mail a cui essere contattati in caso di vincita del Giveaway.Il blogtour si concluderà il 17 ottobre alle ore 19Tutti i commenti lasciati dopo quell’ora non saranno ritenuti validi. 
Il nome del vincitore verrà comunicato mercoledì 18 ottobre all’interno delle recensioni sui vari blog.

In bocca al lupo a tutti!



14 settembre 2017

Blogtour: 7° tappa - Recensione 'Ci vediamo un giorno di questi' di Federica Bosco - Garzanti

A volte per far nascere un'amicizia senza fine basta un biscotto condiviso nel cortile della scuola. Così è stato per Ludovica e Caterina, che da quel giorno sono diventate come sorelle. Sorelle che non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra. Caterina è un vulcano di energia, non conosce cosa sia la paura. Per Ludovica la paura è una parola tatuata a fuoco nella sua vita e sul suo cuore. Nessuno spazio per il rischio, solo scelte sempre uguali. Anno dopo anno, mentre Caterina trascina Ludovica alle feste, lei cerca di introdurre un po' di responsabilità nei giorni dell'amica dominati dal caos. Un'equazione perfetta. Un'unione senza ombre dall'infanzia alla maturità, attraverso l'adolescenza, fino a giungere a quel punto della vita in cui Ludovica si rende conto che la sua vita è impacchettata e precisa come un trolley della Ryanair, per evitare sorprese al check-in, un muro costruito meticolosamente che la protegge dagli urti della vita: lavoro in banca, fidanzato storico, niente figli, nel tentativo di arginare le onde. Eppure non esiste un muro così alto da proteggerci dalle curve del destino. Dalla vita che a volte fortifica, distrugge, cambia. E, inaspettatamente, travolge. Dopo un'esistenza passata da Ludovica a vivere della luce emanata dalla vitalità di Caterina, ora è quest'ultima che ha bisogno di lei. Ora è Caterina a chiederle il regalo più grande. Quello di slacciare le funi che saldano la barca al porto e lasciarsi andare al mare aperto, dove tutto è pericoloso, inatteso, imprevisto. Ma inevitabilmente sorprendente.


Titolo: Ci vediamo un giorno di questi
Autore: Federica Bosco
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 14 settembre 2017
Pagine: 310

Trama: 5  Personaggi: 5  Stile: 5 


24 luglio 2017

Bancarellablogger a Pontremoli: La Libridinosa on the road

Dove "on the road" non è solo un modo di dire! 

Il momento è arrivato: tornata a casa ormai da un paio di giorni, raccolte le idee, lasciate sedimentare le emozioni (ma davvero c'è modo di lasciarle sedimentare queste emozioni? Forse no!), con ancora la voce di Amanda Lear al risveglio, è giunta l'ora di tirare un bilancio e, soprattutto, raccontarvi la tre giorni pontremolese!

Ho avuto davvero bisogno di lasciar riposare nel cuore tutto ciò che sono stati i giorni trascorsi a Pontremoli, perché qui non si parla solo di emozioni da blogger, di ansia da prestazione e di quel sentirsi un po' sotto esame come sempre accade quando un progetto nuovo e sconosciuto prende il via. Qui si parla di batticuori, risate, lacrime, ansia, affetto, amicizia, famiglia. Sì, famiglia! Quella che, come ho detto tante volte, trovi: non la famiglia di sangue, ma quella che ti scegli, giorno dopo giorno, nel tuo percorso di vita. Quella che, dopo neanche 24 ore assieme, ha già i posti assegnati a tavola!!

E allora, lettori cari, mettetevi comodi e andiamo a Pontremoli!

Il viaggio delle #bancarellablogger inizia "ufficiosamente" a metà febbraio, quando Amanda, libraia di Legnano (MI), mi contatta per chiedermi di formare una squadra di blogger che avrebbero avuto il compito di seguire, nei mesi a venire, i vari stadi del Premio Bancarella.
Ok, calma e gesso! Devo formare una squadra... requisito fondamentale: deve essere gente con cui si possa scherzare (ah già, devono anche essere blogger seri e professionali... ma se non sanno cosa sia l'ironia, stiano pure a casa loro!). Come potrete immaginare, la lista è stata compilata in meno di 10 minuti, prontamente girata ad Amanda e, ad approvazione ottenuta, è stato compito mio avvisare le fanciulle (e il fanciullo!). Quelle che mi conoscevano meglio, mi hanno subito presa in parola (sanno che su queste cose io non scherzo mai!), qualcun'altra, invece, pare mi abbia presa per pazza e abbia pensato seriamente di chiamare la neuro! Tutto ha preso forma e il 6 marzo scorso, io e le mie colleghe vi abbiamo annunciato, in maniera ufficiale, la nostra partecipazione al Premio Bancarella, con tanto di hashtag personalizzato: #bancarellablogger. Nessuna di noi, certamente, immaginava cosa sarebbe potuto accadere nei mesi a venire! Il nostro percorso, fatto di recensioni, storia del premio, interviste e quant'altro, lo avete seguito, per fortuna, con tanta partecipazione, sui vari blog. 
Ma cosa è accaduto davvero tra il 15 e il 17 luglio scorsi?

15 luglio La Libridinosa, con una valigia atta a contenere l'intero suo armadio e una vettura che, invece, è decisamente più piccola, a mezzogiorno circa poggia il suo derrière sul sedile della suddetta auto e parte, direzione Parma, per recuperare le Due Lettrici quasi Perfette. Hai preso tutto? Certo, che domande! Dopo 20 minuti, La Libridinosa fa "inversione a U alla prima rotonda" perché ha dimenticato la pila di libri da prestare alla Bacci (e poi chi la sente la Bacci?!). 
Recuperati quelli, impostato il navigatore, un'ora dopo eccomi arrivare alla stazione di Parma... posteggio taxi. Vabbè, mi fermo un attimo qui, metto le quattro frecce e chiamo le ragazze per dir loro di uscire, possibilmente in fretta perché i tassisti mi fissano come se io fossi il male sceso in terra!
Dopo una decina di minuti (per chi se lo stesse chiedendo, sì, La Bacci era in bagno) vedo Lea zompettare leggiadra verso di me e, subito dietro, una donna anziana che trascinava un borsone ... "uh ciao Bacci, ti trovo in forma!"
Strano ma vero, la mia macchina, che pare piccola ma è evidentemente dotata di doppio fondo, riesce a contenere tutte noi e pure le valigie. Si parte, direzione Pontremoli... anzi no, Mulazzo, perché è lì che pernotteremo!
Poco più di un'ora dopo, non senza qualche difficoltà (diciamo che la Bacci che urlava al navigatore: "Non possiamo girare di là, il ponte è chiuso" rimarrà sicuramente uno degli emblemi di quei giorni), giungiamo in quel di Mulazzo, hotel "El Caracol": vista meravigliosa, che ci ha ripagate della frizione fusa per arrivarci! Mentre io e la Bacci cerchiamo un modo per portare le nostre valigie in camera senza farci uscire l'ernia, Lea, come suo solito, zompetta allegramente (tanto lei ha la borsa leggera!). Iniziamo a sistemarci, ecco arrivare La Ropolo e, a ruota, Deborah (con lo Sherpa) e Cristina. Ci raggiunge anche Amanda che, come suo solito, è un ciclone che porta affetto e risate! Facciamo un briefing (come siamo professionali, eh?!) e ci diamo appuntamento per l'ora di cena!

Tutte in doccia, tutte a prepararci, ci si veste, ci si trucca, mettiamo qualcosa di comodo ma carino, mi raccomando, Amanda ha detto niente tacchi (o quantomeno scarpe comode!)... che poi lei avesse 8 cm che la sollevavano dal pavimento, son dettagli!
Ci si ritrova all'ora fissata e si parte: direzione Montereggio, detto anche "il paese dei librai". Un borgo (sì, un borgo!!!) le cui vie hanno i nomi degli editori

Dirvi che si tratta di un luogo magico, è alquanto riduttivo. Al di là della bellezza tipica di un borgo, Montereggio profuma di libri, di carta, di inchiostro e parole. Tra i suoi vicoli, respirerete la passione antica per la lettura, quella passione che oggi, in maniera un po' diversa, io e le altre ragazze cerchiamo di far arrivare a voi!

Molto bella l'idea della cena in piazza con i librai, di cui, purtroppo, non abbiamo foto perché quando c'è del cibo in zona le Bancarella blogger dimenticano tutto!
Nel caso qualcuno di voi avesse dei dubbi, abbiamo mangiato tutte tantissimo, abbiamo riso, tanto che il nostro tavolo si è beccato la dicitura di "pollaio". Ma quando ti trovi a condividere del tempo con persone a cui vuoi bene e con cui, benché alcune le vedessi lì per la prima volta, c'è grande feeling, il risultato non potrà essere altro che una serie infinita di chiacchiere!

Dopo una cena che alla Ropolo è costata l'acquisizione di un paio di kg, ci siamo spostate nella meravigliosa terrazza di casa Lazzarelli per mangiare il gorgonzola (no, io no!). Un dubbio amletico, in quel momento, ha assalito la Bacci e lo Sherpa (vi spiegherò tra poco di chi si tratta): cosa facciamo con le forchettine che ci hanno dato? I due, senza remore, fissano insistentemente Amanda per capire come lei usasse il misterioso oggetto. No ok, è optional... e giù di pane e gorgonzola!

POSTILLA:  chi è lo Sherpa? Viene definito con tale nome Andrea, fidanzato di Deborahconlacca che, povero santo, si è sorbito un gruppo di galline starnazzanti, farneticanti ed ansiose, per quasi tre giorni, senza mai mandare nessuna di noi a quel paese, aiutandoci in tutti modi possibili, trascinando in giro libri, scarpe di ricambio, sciarpe, giacche, mazzi di fiori e tutto ciò che gli abbiamo affibbiato. Ci ha fatto da sostegno fisico e morale (Amanda che doveva percorrere una discesa ripida con i suoi bei tacchi, attaccata al braccio dello Sherpa è un'immagine indimenticabile). È stato un po' figlio (siamo quasi tutte anziane, ma la Bacci di più!), nipote (per me ormai è core de zia), fratello, amico e, ad honorem, è stato nominato Bancarella Blogger pure lui. Se l'è conquistata sul campo questa etichetta e nessuno gliela toglierà mai. Deborahconlacca, nel caso te lo stessi chiedendo, l'anno prossimo senza Sherpa tu puoi anche stare a casa!

Finita la cena, si torna in albergo, tutti a nanna! Io dormo con la Ropolo e Cristina (quella alta alta, per intenderci!) e sì, ho portato il pigiama, che il mondo lo sappia!
Chiacchieriamo un po' poi la Ropolo va in coma... sì, avete capito benissimo: coma. Ad un certo punto mi sono pure preoccupata e le ho messo la mano sotto il naso, come si fa con i neonati, per essere sicura che respirasse ancora!

16 luglio Il gran giorno è arrivato, ma abbiamo ancora tanto da fare e tanto da dire, non pensiamoci subito. Prima tappa: colazione! Ecco, già solo per quella, io e le altre ragazze non saremmo più volute tornare a casa. Immaginate questa tavola, rotonda, con al centro un'alzata piena di brioches, pane tostato ancora caldo, burro, marmellata, Nutella, spremuta d'arancia, cappuccino, tè, caffè (per la Ropolo pure il tris di "caffè macchiato freddo, grazie!").
La mattinata trascorre tra le vie di Pontremoli, dove le Bancarella blogger vedono, per la prima volta, la piazza in cui si svolgerà la premiazione. E, soprattutto, notano il palco (grande) e le fila di sedie già sistemate (tante). A cercare di placare la nostra ansia, sempre lui, lo Sherpa, che ci fa notare che ci saranno almeno 400 sedie! Ah la gioia di saperlo...

Ci riuniamo per il pranzo, io vengo raggiunta da StefaniaConFidanzatoGnocco (sì, sul mio telefono è memorizzata così!). Pranziamo, chiacchieriamo e aspettiamo che anche le altre blogger tornino all'ovile.
Quando siamo di nuovo tutte sotto lo stesso tetto, salutata con tanti abbracci (a lei, non al fidanzato, malpensanti che non siete altro!) Stefania, per noi Bancarella blogger è il momento fatidico: proviamo i discorsi che dovremo fare in serata!
Avete presente le gite scolastiche? Ecco, l'atmosfera era sicuramente quella: tutte in una camera, la Ropolo cronometra, le altre, a turno, ridono sguaiatamente!
La prima a provare il suo discorso è Lea (la Perfetta!). Ecco, siamo tutte fregate: il discorso di Lea, che presenterà il romanzo di Lee Jung-Myung è talmente bello, commovente e sentito che noi sembreremo delle sceme incapaci!
Proviamo tutte, ci stiamo nei tempi, i discorsi vanno bene, la risata parte, incontrollabile, ma è anche un modo per far scemare la tensione che comincia a farsi sentire. È quasi ora di prepararsi: stasera le blogger si vestiranno da femmine! Ognuna nella propria camera, con un giro di borse, collane, smalti e quant'altro che passano di mano in mano. A me toccano trucco e parrucco delle mie compagne di stanza (stai a vedere che, alla fine, io uscirò in accappatoio ). 
Usciamo: tutte gnocche, tutte bellissime, una altissima, tutte nervosissime! 


Come sempre, Amanda ci raggiunge e ci dirigiamo a Pontremoli. Sistemiamo le macchine e io e Deborahconlacca facciamo il famoso cambio scarpe (salvezza di tutte quelle donne incapaci di resistere sui tacchi per più di 10 minuti!).
Arriviamo in piazza e c'è Dario Vergassola che ci comunica che no, non saliremo sul palco tutte assieme, ma una alla volta e che saremo noi (anzi, loro) a presentare gli autori.
Ci guardiamo intorno, non c'è ancora tantissima gente, forse riusciamo a dileguarci senza farci notare. Ma non si può: Amanda e tante altre persone hanno avuto fiducia in noi, possiamo farcela, cosa vuoi che succeda? Le peggiori tragedie si palesano sui nostri volti: chi immagina di inciampare sui gradini e arrivare sul palco di faccia, chi pensa che le andrà giù il vestito (sì, sono io quella!), chi teme un vuoto mentale e scene di silenzio assoluto!
Andiamo a mangiare un gelato che il cibo aiuta sempre!

Iniziano ad arrivare gli scrittori, partono i saluti di rito, le foto, gli abbracci. Tutte abbiamo la sensazione di essere qui da sempre, ci sentiamo a casa... se non fosse per quella tremarella che non vuole abbandonarci e per le facce cadaveriche (nonostante il fard) che ci portiamo in giro!
Il tempo vola ed è ora di dare il via alla serata, che sarà condotta da Dario Vergassola e dalla sua ex fidanzata (ahahahahah).
E visto che io sono una donna fortunata, tocca a me l'onore di dare il via alle danze! Salgo sul palco e stacco il cervello (no Laura, riattaccalo che poi dici cretinate!). Mi presento e... indovinate? Vergassola colpisce subito, ma d'altronde dire a lui che ti chiami "La Libridinosa" è proprio servirgli la battuta su un vassoio d'argento. Parlo (ho parlato vero? Dal video pare di sì), dimentico che ho più di 500 persone che mi fissano e mi ascoltano, penso solo ad Amanda dietro di me e alle mie bloggers che mi guardano sorridenti! Posso farcela, ce l'ho fatta! Sono salita sul palco, ho parlato, ho riso e scherzato con Vergassola, ho detto (quasi) tutto ciò che avrei dovuto dire e sono scesa dal palco... e tutto ciò senza sparare cazzate, senza che il vestito andasse giù. Oh ragazzi, per una volta non ho fatto figure di melma!

Adesso è il momento delle mie fanciulle, che, una ad una, si alternano sul palco: ognuna di loro presenta un libro e il suo autore!


Le emozioni sono state tante, ma, a quanto pare, tutte siamo riuscite a cavarcela. Il 65° Premio Bancarella è stato vinto da Matteo Strukul, autore de "I Medici. Una dinastia al potere" edito da Newton Compton. 
La serata non è ancora finita, ci aspetta una cena, gentilmente offerta dall'editore del romanzo vincitore, quindi sì, trattasi di Raffaello Avanzini, grande capo di Newton Compton. L'uomo dal sorriso enigmatico e dallo sguardo di ghiaccio. Colui che, nonostante tutto, non mi ha avvelenata! Che si sappia che, appena rientrata a casa sono andata a comprare un romanzo della Newton! Torniamo alle macchine, io e Deborahconlacca provvediamo ad un immediato cambio di scarpe (aaaahhhh che meraviglia le scarpe basse!). 
Arriviamo alla cena, dove mangiamo come gente che non ha mai visto cibo in vita sua e, ovviamente, socializziamo (noi siamo donne social, che vi pensate?!). 
Andiamo a letto talmente tardi che il coma della Ropolo è così immediato che quasi si addormentava sulle scale! 

Lunedì mattina l'unica cosa in grado di rallegrarci è la colazione. Nell'aria c'è già il magone di chi sa che sta per salutarsi, per rivedersi chissà quando.
Valigie in macchina, viaggio di ritorno ed è tempo di bilanci.

In questo progetto ho creduto sin dall'inizio, perché conosco Amanda e so che persona sia: una donna che ama ciò che fa, in grado di sostenere le persone in cui crede e di farle sentire speciali ed importanti. Lei ha scommesso su di me, io ho scommesso su queste meravigliose ragazze (vabbè, ragazze + La Bacci!).
Alcune le conoscevo da tempo e avevo anche avuto modo di incontrarle. Altre, come Deborahconlacca e Criiiiiiiii, erano solo delle entità astratte! Mi sono fidata, mi sono affidata a loro, alla loro serietà, alla professionalità e ho pensato sin dall'inizio che sarebbero state in grado di creare un gruppo forte!
E così è stato! Ho visto occhi lucidi quando ci siamo salutate e ho sentito forte la voglia di continuare, di ritrovarsi ancora tutte assieme attorno a un tavolo, nella stessa camera, scambiandoci smalti, parole, consigli e abbracci.
Loro hanno creduto in me, non hanno mai dubitato, mi hanno seguita, ascoltata, sopportata! Non è filato sempre tutto liscio in questi mesi: ci sono stati imprevisti e qualche rimbrotto (dovuto al mio essere troppo pignola!), ma nessuna di loro, mai, neanche per un momento, si è lamentata!

Di questi giorni a Pontremoli mi porterò dentro tante cose! Ovviamente, l'emozione grande per essere stata coinvolta in un progetto così importante. La soddisfazione, da lettrice e da blogger, di aver potuto vivere tutte le fasi e i passaggi di un Premio Letterario storico.
Mi porterò le battute e il sorriso dolce di Deborahconlacca ("se sta 'na crema" è diventato uno dei motti delle bancarella blogger!); l'educazione, la simpatia e la disponibilità dello Sherpa, che si è ritrovato circondato da un gruppo di matte che si sono affidate a lui per tutto! Porterò con me lo sguardo di Criiiiii (e pure la sua altezza, che ha lasciato gravi strascichi alla mia cervicale!) e i suoi abbracci forti forti (con lo spazzolino ancora tra i denti!!!). Porterò negli occhi la paresi della Ropolo (improvvisamente diventata la Popolo!), quella paresi che le appare appena incontra noi e qua rischia di non andare più via!
Mi porterò la dolcezza di Lea (che pare aver fatto grandi conquiste!) e la passione che mette in ciò che fa! E poi La Bacci... sì, mi porterò pure lei (che le disgrazie mica arrivano mai da sole!). Della Bacci mi porterò le risate, le battutacce che continuiamo a farci, il capirci ormai con un solo sguardo, il modo in cui ognuna finisce le frasi dell'altra (che è terrificante questa cosa!).
Mi porterò, di ognuna di loro, l'affetto immenso, smisurato che ci ha legate a filo doppio, che ci ha fatto fare gruppo, che è sfociato in risate senza fine! Grazie ragazze, siete state la parte migliore di questo percorso!

Porterò con me gli abbracci degli scrittori, lo sguardo dolce di Cristina Caboni, che mi ha stretta forte forte quando sono scesa dal palco e non capivo nemmeno dove mi trovassi! La grazia, la leggiadria, la signorilità di Valeria Benatti, che ci ha trattate come persone speciali e non ha mai smesso di ringraziarci per ciò che facciamo; la simpatia di Alessandro Barbaglia, che è stato malamente cacciato da tutte noi quando, durante la cena, si è avvicinato con un piatto di testaroli al pesto! La galanteria di Jung-Myung Lee, che in una serata fredda come poche altre, ha ceduto la sua giacca a Cristina Caboni (uomini così non esistono quasi più... e quelli che esistono stanno in Corea!). Porterò lo sguardo gioioso di Matteo Strukul e l'emozione che gli faceva tremare la voce quando ha ringraziato tutti! E Lorenzo Marone, che non aveva la maglia gialla, ma il colorito si avvicinava molto!

Pontremoli è stata un'epifania di emozioni che sarà impossibile dimenticare! Tutte noi porteremo nel cuore questi giorni trascorsi assieme e tutte speriamo di ripetere questa meravigliosa esperienza! 
Per adesso, tutte abbiamo la voce di Amanda Lear appena sveglia, ma questo è il prezzo da pagare per aver cenato in piazza, a 13°, senza sciarpa!

Prima di salutarvi ci tengo a ringraziare ancora una volta L'unione librai delle Bancarelle, L'unione librai Pontremolesi e La fondazione Città del libro. Sperando che questo post sia riuscito a trasmettervi, almeno in parte, tutte le sensazioni e la felicità che abbiamo provato noi! Ma prima di lasciarvi, c'è da annunciare il vincitore del Premio Sbancarella, il premio assegnato da noi Bancarella blogger a uno dei sei libri finalisti!

E il vincitore è...

"Magari domani resto" di Lorenzo Marone - Feltrinelli

Se avete piacere di vedere il reportage completo della serata, ad opera del bravo fotografo Lorenzo Barsotti, trovate tutte le foto a questo link



19 luglio 2017

Graforecensioni della sestina finalista

Buongiorno come state? Prima di raccontarvi per filo e per segno cosa è stato per me la fantastica esperienza dello scorso weekend, oggi vi parlo di un altro aspetto del Premio Bancarella
Oggi sono qui per farvi conoscere le graforecensioni di Alberto Zuccalà, che era presente con noi a Pontremoli e che ha creato queste meraviglie.

I MEDICI - UNA DINASTIA AL POTERE - MATTEO STRUKUL



IL GIARDINO DEI FIORI SEGRETI - CRISTINA CABONI



LA LOCANDA DELL'ULTIMA SOLITUDINE - ALESSANDRO BARBAGLIA



GOCCE DI VELENO - VALERIA BENATTI



LA GUARDIA, IL POETA E L'INVESTIGATORE - JUNG-MYUNG LEE



MAGARI DOMANI RESTO - LORENZO MARONE


Non sono stupende?




30 giugno 2017

Premio Bancarella... La parola ai librai!

Da qualche mese, come ormai saprete se seguite il blog con una certa costanza, sono stata coinvolta nel progetto #bancarellablogger. Da qualche mese, io e alcuni colleghi blogger abbiamo preso l'impegno di accompagnarvi per mano alla scoperta di questo premio letterario tanto importante e, purtroppo, poco conosciuto nonostante la sua lunga storia!
Dopo avervi fatto scoprire come nasce, cresce e si evolve il Premio Bancarella, come vengono scelti i libri della Sestina finalista e come si svolgono le votazioni che decreteranno il vincitore, dopo aver letto e recensito tutti i sei libri finalisti di quest'anno, adesso abbiamo deciso di passare la parola ai librai, che, assieme ai libri, sono i veri protagonisti di questo premio!

A me è toccato l'onore e l'onere di farvi conoscere Amanda Colombo, che assieme al marito (nonché Velino!) Gigi, è proprietaria della "Galleria del Libro" di Legnano (MI). Sono molto orgogliosa di parlarvi di Amanda e sono fiera di poterla annoverare tra le mie amicizie più preziose! Amanda è una donna vulcanica, un concentrato di energia, allegria, ironia e voglia di fare che la rendono unica nel suo genere! Una donna dai capelli rosso fuoco (anzi, rosso Amanda!), in grado di camminare con nonchalance su dei tacchi vertiginosi come se fosse la cosa più normale del mondo!
Io ho avuto il piacere di conoscerla durante la prima presentazione de "La tristezza ha il sonno leggero" e sono rimasta affascinata dal modo in cui, nonostante il libro fosse uscito da 5 minuti, è riuscita a coinvolgere il pubblico presente, a parlare del romanzo senza svelare assolutamente nulla, facendo leva su quell'ironia innata che, come vi ho detto, la contraddistingue!

Vi ho incuriositi? Bene! Ecco a voi Amanda Colombo!

1. I lettori che frequentano la tua libreria, arrivano con delle idee ben precise su cosa acquistare o tendono a farsi consigliare?
Devo dire che abbiamo entrambe le tipologie di clientela, anche se coloro che vogliono farsi consigliare prevalgono. Il bello di essere una piccola libreria indipendente è proprio questo: si instaura un rapporto personale col cliente, che finisce per essere "parte della famiglia", e come tale viene trattato... Si parla, si ride, ci si confronta e si cerca il libro giusto insieme. Vi dirò di più: a volte mi capita di ordinare i libri che venderò pensando già a chi sarà l'acquirente...

2. Con quale criterio scegliete i libri da esporre in vetrina? 
Non esiste un vero criterio, direi che si tratta più di emozioni da seguire. Cerchiamo di cambiare spesso le vetrine, e facciamo in modo che ogni vetrina racconti una storia, grazie alle storie che propone. Che si parli d'amore, di viaggi, di favole o di arte, cerchiamo di creare un insieme che "parli". La verità però è che l'artista di famiglia è mio marito: io lancio l'idea e scelgo i libri, lui crea l'ambientazione e dà forma al racconto.

3. Come combattete la crisi delle vendite, la concorrenza delle grandi catene e dei siti di vendita on-line? Quelli iniziative propone la tua libreria per fidelizzare i clienti (ad es.: tessere punti,
sconti, incontri con gli autori, club di lettura, ecc.) 
Come ormai molti colleghi, anche noi abbiamo una tessera fedeltà con accumulo punti e abbiamo delle convenzioni con enti, aziende e associazioni. Come sai organizziamo incontri con autore nella nostra città e nelle città limitrofe, convinti che dare la possibilità ai lettori di incontrare i propri autori preferiti dal vivo sia un regalo enorme. In ogni modo, credo che tutte queste cose non bastino a combattere la concorrenza di chi traduce tutto in risparmio economico: noi librai indipendenti siamo proprio una cosa diversa, e credo che sia diverso anche il nostro cliente tipo. Noi siamo custodi di storie, e il nostro compito è affidarle nelle mani del lettore giusto. E questo non ha prezzo.

4. Cosa spinge un lettore a scegliere, oggi, una libreria indipendente? 
Di sicuro il desiderio di un parere competente, di un consiglio ben motivato, di un contatto umano che vada oltre il "Grazie e buongiorno". E poi la possibilità di trovare anche editori minori, idee meno allineate magari, edizioni meno "commerciali". È un po' come andare dal sarto: si cerca il prodotto su misura. Ed è anche un po' come andare dall'analista, perché per trovare il libro giusto bisogna parlare di sé, mettersi a cuore nudo, raccontare i propri gusti, desideri e aspirazioni... Solo così il libraio potrà trovare il libro perfetto, l'amico fedele che il lettore si porterà a casa.

5. Qual è il “libro Bancarella” che ti è rimasto nel cuore (vincitore o partecipante)? 
Oddio, dirne solo uno sarebbe un torto verso gli altri! Io sono votante dal 2009, e ogni anno è un ricordo speciale. Se proprio proprio mi obblighi, allora dico il vincitore del 2009: "Il suggeritore" di Donato Carrisi. Io ero lì per la prima volta, lui pure. Ci siamo conosciuti la sera del sabato a Montereggio durante la cena dei librai, con un freddo cane: lui ha servito piatti di minestrone a tutta la tavolata, e fra un cucchiaio e l'altro ci siamo raccontati i reciproci mestieri, le emozioni di quella "prima volta", i sogni e le speranze. Poi la mattina dopo ho scoperto che i suoi genitori erano nel mio stesso hotel, nella stanza di fianco: la signora Carrisi che la domenica mattina cerca un ferro per stirare la camicia al figlio è uno dei ricordi più cari! Quando poi la sera è stato proclamato vincitore, sono salita sul palco e gli ho scattato una foto con mamma, foto che - a quanto dice - è ancora sul loro comò. Alla fine anche il Premio Bancarella è come i librai indipendenti che l'hanno creato: qualcosa che ha a che fare più con la passione e il cuore che con i dati di vendita.

6. Cosa pensi dei blog letterari? Li segui? 
Credo che i blog siano una vera ricchezza per i librai e per l'editoria in genere! Una voce indipendente, come lo siamo noi! È divertente seguirvi e vedere come ogni blogger abbia gusti ben precisi e idee diversi su titoli uguali... Ma si sa, ogni libro ha una casa, e ogni lettore è una casa a sé. I blogger non fanno differenza: sono lettori accaniti che si circondano delle storie giuste per loro!

7. Ci consigli un libro. 
Mai. Siete troppi. Dovrei guardarvi negli occhi per poterlo fare. Il libraio "libraio" deve vedere l'anima del lettore.

Ecco lettori, questa è Amanda e credo proprio che dalle sue parole traspaia il suo amore incondizionato verso quel meraviglioso mondo fatto di carta, inchiostro e pagine di libri!


Prima di salutarvi, però, permettetemi di ringraziare Amanda a nome di tutti i #bancarellablogger: è stata lei a volerci, a crearci, a supportarci e ad aiutarci, seguendoci con l'affetto di una mamma, tirandoci le orecchie quando era il caso, facendoci ridere sino alle lacrime. Amanda, parlo io ma lo faccio a nome di tutti: ti vogliamo bene, sei un dono per questo mondo così difficile e siamo felici di averti nelle nostre vite! Ora, però, scendi dai tacchi che le vie di Pontremoli non mi sembrano adatte!!


30 maggio 2017

La #bancarellablogger intervista Lorenzo Marone

Il giorno in cui La Boss Amanda Colombo decise di radunare un gruppo di pazze serie blogger per parlare del Premio Bancarella, lo ammetto, ho un po' sperato che tra i sei libri finalisti ci fosse lui, il Sommo, l'uomo più stalkerato d'Italia, insomma Lorenzo Marone!
Quindi, immaginate la mia faccia (e anche la mia reazione) quando, effettivamente, il suo nome è saltato fuori! E immaginate anche la reazione delle altre mie colleghe quando c'è stato da scegliere chi dovesse intervistare chi! 
Alla domanda: "Chi intervista Lorenzo?" sono tutte scappate terrorizzate! E vabbè, sacrifichiamo! Quindi, eccovi qui l'intervista semi-seria tra Il Sommo e la sua stalker!


La Libridinosa: Ciao guagliò! Sei pronto? Se stai indossando qualcosa di giallo, sei pregato di andarti a cambiare prima di rispondere a queste domande!!
Iniziamo! Sicuramente la domanda che più ti hanno rivolto in questi mesi è stata “come hai fatto a metterti nei panni di una donna e a farlo così bene?” Ho indovinato? Bene, allora io ti chiedo: dove si trovano bambini come Kevìn? C’è un negozio particolare in cui poterli acquistare? Posso avere l’indirizzo? Accettano anche permute?
Lorenzo: Di Kevin in giro ce ne sono parecchi, purtroppo, e dico purtroppo perché sono bambini con il dolore negli occhi, privati del diritto a crescere in un mondo più accogliente e meno realistico, bimbi che conoscono la sofferenza psicologica da subito e, perciò, hanno una vita segnata già per metà. Però Kevin è anche un bambino equilibrato, che sta lì a dimostrarci che, a volte, la nostra tenuta interiore è così forte da sopperire alle cattiverie anche inconsapevoli che ci fanno gli adulti. 

La Libridinosa: Negli ultimi tre anni ci hai parlato di un anziano, di un quarantenne (e lì giochi in casa, quindi non fa tanto testo!) e, adesso, di una donna. Nel prossimo libro potresti parlare di un prete, che ne dici? Ok, smetto di fare la scema e ti chiedo: dove trovi quella calma che tiri fuori quando, durante le presentazioni, ti fanno domande imbarazzanti? No perché, come sai benissimo, quando la distribuivano, io stavo sicuramente da un’altra parte… non è che te ne avanza un po’?
Lorenzo: La calma non è sempre una buona cosa, soprattutto se poi il caos ce l'hai dentro. Meglio, a volte, espellere e scoppiare, e ripulirsi, e restare senza fiato, come dopo un bel pianto.

La Libridinosa: Facciamo un attimo le persone serie (non ridere!!). “Magari domani resto” è tra i 6 possibili vincitori del Premio Bancarella. Che cosa hai provato quando ti è stata comunicata la notizia? E, soprattutto, hai idea di quanto tempo io abbia dovuto trascorrere senza poterti scrivere perché dovevo far finta di non sapere nulla? 
Lorenzo: È una gran bella soddisfazione, anche perché, e non lo dico per ruffianeria, è grazie anche e soprattutto ai librai (e alle blogger :)) se i miei romanzi sono amati e passano di mano in mano. 

La Libridinosa: Se dovessi scegliere un vincitore per il Premio Bancarella (no, il tuo libro non vale!) quale libro premieresti? Vabbè, oggi sono buona e ti faccio scegliere anche tra libri che non sono finalisti!
Lorenzo: Sugli altri libri non mi esprimo per non fare torti a nessuno. Farei vincere un premio letterario a Zerocalcare. 

La Libridinosa: Ormai un po’ ti conosco e so che sei ipocondriaco, hai paura degli aerei e ti imbottisci di Xanax quando sei costretto a volare, bevi sempre troppa acqua quando devi viaggiare in treno (ho sospettato seriamente tu avessi problemi di prostata, sai?), sei l’unico napoletano che ha il coraggio di ordinare la pizza a Cuneo (chissà se il pizzaiolo è poi morto d’ansia?), hai UN SOLO maglione giallo e lo tieni buono per quelle presentazioni in cui sai che sarò presente io, sei un canaro (lo sai che a Roma “il canaro” è l’appellativo di criminale?). So che anche che hai sempre paura che i tuoi libri non piacciano e, puntualmente, vieni smentito sia dalle recensioni che dalle vendite. Qual è il tuo segreto, se ne hai uno? E, soprattutto, secondo te qual è il motivo per cui tutti i tuoi lettori si sentono orfani quando finiscono un tuo libro?
Lorenzo: Non lo so, forse rappresento le debolezze e le ossessioni di ognuno di noi, racconto di chi fatica a vivere, di chi ancora non ci ha capito nulla, di chi vorrebbe restare adolescente e bambino per sempre, di chi vorrebbe un mondo più accogliente. Parlo di me e, al contempo, di tanta altra gente. 

La Libridinosa: Domanda di quelle carogne, tipo “vuoi più bene a mamma o a papà”. Lorenzo Marone ama più Luce, Cesare o Erri? (La Libridinosa ghigna malefica!)
Lorenzo: Diciamo che fra i tre quello che ha più bisogno di un padre accanto è Erri.

La Libridinosa: Definisci con un aggettivo ciascuno dei tre protagonisti dei tuoi romanzi
Lorenzo: Cesare è troppo intelligente, Erri è felicemente insoddisfatto, e Luce è un'istintiva. 

La Libridinosa: Qui siamo tra amici, ci leggono giusto due o tre persone, quindi possiamo anche lasciarci andare alle confidenze. Da poco meno di un mese è nelle sale cinematografiche “La tenerezza”, film di Gianni Amelio LIBERAMENTE ISPIRATO a “La tentazione di essere felici”. Ecco, quel LIBERAMENTE ISPIRATO ha portato a delle critiche, non sempre positive, da parte di quei lettori che tanto hanno amato Cesare. Sinceramente, tu che ne pensi? Sei comunque felice del fatto che Amelio abbia deciso di ispirarsi ad un tuo romanzo per un suo film o ti sarebbe piaciuto che il film fosse più fedele al libro? (Informazione personale: io non ho il coraggio di andare al cinema, sappilo!)
Lorenzo: Il film è molto diverso, per cui la storia non la sento mia e non mi dispiaccio più di tanto. È stata comunque una gran soddisfazione e una bella esperienza. 

La Libridinosa: Rimanendo in ambito cinematografico, l’anno scorso, parlando di Erri mi dicesti che, se avessi dovuto attribuire il suo ruolo ad un attore, avresti scelto Valerio Mastandrea. E se dovessi sce gliere un’attrice per impersonare Luce? (Se dici Margherita Buy, non ti parlo più!)
Lorenzo: Non lo so, me l'hanno chiesto in molti, ma non mi viene in mente nessuno. Mi servirebbe una ragazza napoletana di 35 anni con un caratterino niente male. Non so. Forse vedrei bene una delle due sorelle gemelle protagoniste di Indivisibili.

La Libridinosa: Tu sei uno che, nonostante tutto, ha scelto di restare: vivi a Napoli, che sappiamo essere una città tanto bella quanto difficile. Che ne pensi di tutti quei ragazzi che si trovano costretti a dover lasciare le proprie città per studiare o per cercare lavoro? Pensi che sarebbe più giusto provare a lottare per trovare il proprio spazio dove si è nati? Lasciare tutto è sempre la scelta più comoda? 
Lorenzo: Io non punto il dito contro chi se ne va, ci mancherebbe. Non ho da dare insegnamenti a nessuno, dico solo che l'importante è cercare il proprio spazio, vivere e non limitarsi a sopravvivere, rendere migliore ciò che si ha, cercare di lasciare un segno, perché transitiamo su questa terra per troppo poco e non è degno non combattere per lasciare qualcosa di importante dietro di noi. E qualcosa di importante è anche una vita spesa bene, felice. 

La Libridinosa: Se proprio fossi costretto a trasferirti, dove vorresti vivere?
Lorenzo: Milano mi piace. Altrimenti in un centro piccolo, a contatto con la natura e dove puoi girare con la bici. Ma mia moglie è una che vuole vivere o a Napoli o a New York, o in posti ancora più incasinati. Perciò credo che il mio resterà un sogno. 

La Libridinosa: Ci dai una piccola anticipazione sul nuovo romanzo? Ad esempio, quando uscirà? Posso averlo in anteprima? Mi va bene anche il file che hai sul tuo computer… prometto di non far caso ai refusi!
Lorenzo: :). Non so quando uscirà, spero per l'estate del 2018, e spero sia accolto come Luce, anche perché è diverso, meno introspezione e più storia. 

La Libridinosa: Il 16 luglio ci sarà la consegna del Premio Bancarella. Io sarò lì. Confessa: hai paura della mia reazione nel caso tu non dovessi vincere?
Lorenzo: Anche nel caso dovessi vincere...:)

Io, come sempre ringrazio Lorenzo per la disponibilità che ha mostrato nel lasciarsi torturare dalle mie domande! E adesso non mi resta che mettermi comoda e aspettare il 16 luglio... ci vediamo a Pontremoli!



7 aprile 2017

Recensione 'La locanda dell'ultima solitudine' di Alessandro Barbaglia - Mondadori

Libero e Viola si stanno cercando. Ancora non si conoscono, ma questo è solo un dettaglio... Nel 2007 Libero ha prenotato un tavolo alla Locanda dell'Ultima Solitudine, per dieci anni dopo. Ed è certo che, lì e solo lì, in quella locanda tutta di legno arroccata sul mare, la sua vita cambierà. L'importante è saper aspettare, ed essere certi che "se qualcosa nella vita non arriva è perché non l'hai aspettato abbastanza, non perché sia sbagliato aspettarlo". Anche Viola aspetta: la forza di andarsene. Bisogno, il minuscolo paese in cui abita da sola con la madre dopo che il padre è misteriosamente scomparso, le sta stretto, e il desiderio di nuovi orizzonti si fa prepotente. Intanto però il lavoro non le manca, la collina di Bisogno è costellata di fiori scordati e le donne della famiglia di Viola, che portano tutte un nome floreale, si tramandano da generazioni il compito di accordarli, perché un fiore scordato è triste come un ricordo appassito. Libero vive invece in una grande città, in una casa con le pareti dipinte di blu, quasi del tutto vuota. Tranne che per un baule: imponente, bianco. Un baule che sembra un forziere, e che in effetti custodisce un tesoro, la mappa che consente di seguire i propri sogni. Quei sogni che, secondo l'insegnamento della nonna di Viola, vanno seminati d'inverno. Perché se resistono al gelo e al vento, in primavera sbocciano splendidi e forti. Ed è allora che bisogna accordarli, perché i sogni bisogna sempre curarli, senza abbandonarli mai. Libero e Viola cercano ognuno il proprio posto nel mondo, e nel farlo si sfiorano, come due isole lontane che per l'istante di un'onda si trovano dentro lo stesso azzurro. E che sia il mare o il cielo non importa. La Locanda dell'Ultima Solitudine sorge proprio dove il cielo bacia il mare e lo scoglio gioca a dividerli. La Locanda dell'Ultima Solitudine sta dove il destino scrive le sue storie. Chi non ha fretta di arrivarci, una volta lì può leggerle. Come fossero vita. Come fossero morte. Come fossero amore.

Titolo: La locanda dell'ultima solitudine
Autore: Alessandro Barbaglia
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 17 gennaio 2017
Pagine: 163

Trama: 4  Personaggi: 5  Stile: 4 


13 marzo 2017

65^ edizione Premio Selezione Bancarella - L'annuncio dei finalisti



Come vi abbiamo raccontato lunedì scorso, quest'anno io e una squadra di blogger siamo stati reclutati per parlarvi di uno dei più importanti premi letterari italiani: il "Premio Bancarella", giunto ormai alla sua 65^ edizione.
Sarà un percorso, il nostro, che vi accompagnerà alla scoperta della storia del Premio e che è iniziato ufficialmente il 10 marzo con la Conferenza Stampa di presentazione dei sei libri finalisti.

L'evento si è svolto presso il Conservatorio Guido Cantelli di Novara. E dove vivo io? In provincia di Cremona... giusto dietro l'angolo!
Come sempre, pianifico tutto con la mia solita pignoleria e, alle 13 punto, carico famiglia in macchina e partiamo! Tempo di viaggio previsto: 100 minuti. Tempo di viaggio effettivo: 190 minuti.
Prima un'autostrada a tre corsie che si riducono ad una perché, logicamente, l'asfalto si rifà in un trafficato pomeriggio a ridosso del fine settimana.
Poi, un qualche genio che ha deciso di tamponare, quindi altra coda infinita... Eh cara Libridinosa (sì, io parlo con me stessa e sono le conversazioni più intelligenti che mi capiti di fare!), tu non pensi mai al fatto che ogni volta che ti muovi ne capiti una!

La conferenza stampa era fissata per le 16 in punto. Alle 15.30 arriva la prima telefonata de La lettrice sulle nuvole detta "la Ropolo, stalker mia mia ufficiale" che mi avvisa di essere giunta in loco (eh, brava! Beata te!). 
Alle 16.05 a Novara si vede sfrecciare una folle blogger (che aveva pure deciso di mettere i tacchi!) che entra al Conservatorio, mollando fuori Consorte e Figlio, come se un maniaco la stesse inseguendo!
Per fortuna, non avevano ancora iniziato! Trovo Chiara ed Amanda, la nostra referente per questo progetto, ad attendermi, parte un giro di presentazioni (chi mi hanno presentato? Boh!)... uh guarda! C'è Marone e non è in giallo!

Ok, tutti in posizione, iniziamo! L'evento viene condotto dallo scrittore Marco Cubeddu (se avete seguito l'ultima edizione di Pechino Express, il nome vi suonerà familiare!) che, in un tam tam serratissimo, ci presenta prima il Presidente del Premio Bancarella 2017, Marcello Simoni, e poi, uno ad uno, i sei scrittori candidati alla vittoria!


Ed eccoli qui! Questi sono gli scrittori di cui vi parleremo nei prossimi mesi e i cui libri saranno letti e recensiti sui nostri blog (ovviamente quelli che non sono già passati sotto le nostre penne!!).
Da sinistra, in piedi, la editor di Jung-Myung Lee, autore de "La guardia, il poeta e l'investigatore" pubblicato da Sellerio; Matteo Strukul, in gara con il primo volume della trilogia sui Medici, "I Medici. Una dinastia al potere" edito da Newton Compton; Alessandro Barbaglia, autore de "La locanda dell'ultima solitudine" pubblicato da Mondadori e Lorenzo Marone con il suo "Magari domani resto" per Feltrinelli. Sedute Cristina Caboni, autrice de "Il giardino dei fiori segreti" pubblicato da Garzanti e Valeria Benatti con "Gocce di veleno" per Giunti.

Come potete immaginare, noi blogger coinvolti in questo progetto siamo felicissimi di farne parte. Per una volta ci siamo sentite trattate da professioniste del settore, ci siamo sentite stimate e abbiamo visto riconosciuto e gratificato il lavoro e l'impegno che mettiamo in tutto quello che facciamo (ecco perché nelle prossime foto che vedrete, io e Chiara abbiamo l'aria di due dementi, ma è solo felicità, ve lo possiamo assicurare!!).

Terminata la Conferenza riservata a noi blogger e alla Stampa, ci siamo spostati nell'auditorium del Conservatorio, dove io e Chiara abbiamo raccattato una pila di libri (la gioia nel cuore e negli occhi!!) pronti per essere letti! Vuoi non approfittare della presenza di tutti gli autori per fare qualche foto e recuperare qualche dedica? Eh no, altrimenti mica saremmo noi!

Primo a subire il nostro assalto è stato Matteo Strukul, accompagnato dal suo editore, Raffaele Avanzini. E qui io lascio parlare Chiara (meglio, eh?!).
Subito dopo, è toccato alla dolcissima Valeria Benatti essere sommersa dalle nostre chiacchiere! Ora, guardate bene la foto: noi siamo le due che avevano viaggiato in autostrada, sotto il sole, per un tempo infinito, quelle con una paresi facciale degna del migliore botulino. E in mezzo c'è lei, praticamente una dea scesa in terra, perfettamente truccata, perfettamente pettinata e di una simpatia disarmante! Poi vi chiedete perché noi si stia dietro lo schermo di un computer e altri, invece, abbiano il coraggio di mostrarsi al mondo. Eccovi spiegato il perché!
Correndo da un parte all'altra, riusciamo ad agganciare e scambiare due parole anche con Cristina Caboni (per le foto vi rimando sempre al blog di Chiara), donna che sento moooooolto vicina perché è stata in grado di esordire, durante la conferenza stampa, lasciando ammutolita la sala, mentre lei aspettava che qualcuno le facesse delle domande. Ecco Cristina, io te lo dico: in quel momento ho capito che non sono l'unica a infilarsi sempre in situazioni al limite del paradossale e la mia simpatia per te è schizzata alle stelle!

Altro giro altra corsa, prendiamo al volo Alessandro Barbaglia. E com'è Alessandro? Beh, di sicuro è un bel figliuolo (il che, agli occhi della schiera di lettrici, non guasta mai!) e poi è... è... oddio, Alessandro (affettuosamente rinominato Il Barba!) è ironico, divertente, disponibile e tenero! Ha scritto delle dediche bellissime sui nostri libri e, nonostante la confusione del momento, ha subìto la nostra voglia di foto!

E poi mi giro e... oh guarda, c'è Marone! Mai che io non gli rompa le scatole per almeno 10 minuti! E poi io e Chiara non abbiamo neanche una foto con lui e comunque Chiara deve farsi firmare il libro e poi ha un maglione che non è giallo e... vabbè, avete capito! Anche per questa volta, Lorenzo ha sopportato magnanimamente la mia presenza! 


Per quanto riguarda me, il pomeriggio è giunto quasi a conclusione, perché un altro viaggio, direzione Legnano, mi attende (ma di questo vi parlerò un'altra volta!). 
Ma prima di lasciarvi, voglio presentarvi ufficialmente una persona che, da un po' di tempo, faceva parte della mia vita virtuale, una di quelle persone che incontri perché hai una passione in comune, i libri e la lettura, e che, pian piano, si fa spazio nella tua vita, quasi in punta di piedi. E pensi sempre a quanto sarebbe bello riuscire, per una volta almeno, a parlare guardandovi negli occhi. Poi arrivano occasioni così e, mentre sei presa da mille saluti, mille volti, ti giri e lo trovi lì, davanti a te, che sorride e vi riconoscete al volo, pur non essendovi mai visti prima! Lui è Alberto Zuccalà meglio conosciuto come l'uomo delle graforecensioni. Se ancora non lo conoscete (in che pianeta vivete?), correte a sbirciare i suoi capolavori! Chi mi conosce sa benissimo che ho sempre detto che non avrei mai scritto un libro (e non ho cambiato idea, tranquilli!), ma per una sua graforecensione, magari un'eccezione potrei farla (tranquillo Alberto, ora sarai sommerso di messaggi in cui ti verrà chiesto di farmi desistere!!!).

Il resoconto del mio pomeriggio da #bancarellablogger si conclude qui. Per la cronaca di ciò che è accaduto dopo e di un secondo punto di vista, vi rimando al post di Chiara.
Per tutto ciò che accadrà nei prossimi mesi e per accompagnarvi sino al 16 luglio, data in cui si scoprirà il libro vincitore che sarà premiato in piazza della Repubblica a Pontremoli (MS), vi ricordo che potrete seguire i blog ufficiali del Premio Bancarella: 


A presto con nuove notizie e curiosità,