17 novembre 2014

BookCity Milano 2014

unnamed

Sono una lettrice accanita e una blogger. Volete che non vada al BookCity? Non ne ho perso mai uno, figuratevi se penso di iniziare proprio adesso!

Bene, questo è ciò che dovrebbe scrivere una blogger seria, che, armata di ombrello e pazienza, si è avventurata nella tre giorni milanese a caccia di autori, presentazioni e libri.
Ma io vi sembro seria? Ok, ogni tanto ci provo, ma raramente riesco! Così, il mio BookCity di quest'anno, è stato semplicemente il viatico per riunire finalmente le Lettrici Geograficamente Sparpagliate, anche se orfane di Stefania, causa distanza (triste io).
Dopo un sabato di diluvi e tempeste, nel quale Milano è stata vittima di esondazioni, metro allagate e traffico inverosimile, ieri mattina, forte del nostro arrivo, la capitale lombarda si è svegliata sotto un sole splendente e un cielo azzurro che faceva quasi male agli occhi!
Qualcuno, però, ha dimenticato di avvisare Cuore Zingaro e la sua mamma che, loro malgrado, si sono ritrovare a gironzolare per tutta la giornata armate di ombrello (no, non lo hanno perso, anche se, in fondo in fondo, ci speravano!).

Sveglia alle 6, famiglia giù dal letto, colazione, vestiti, corri, sbrigati, alle 7.45 eravamo in macchina, direzione Cremona. Arrivati in stazione, scopriamo che il treno ha un ritardo di 20 minuti. Vabbè, apro il Kobo e inizio a leggere l'e-book che mi ha gentilmente inviato la e/o edizioni.
Saliti sul treno, ovviamente continuo la lettura, interrotta semplicemente per guardare il Po in piena (spettacolo affascinante quanto pauroso!).

Arrivati in stazione a Milano, trovo Cuore Zingaro e la sua meravigliosa mamma che ci aspettano. E lì sono uscite le prime lacrime!
Una bella colazione in attesa del treno che, da Torino, porterà tra le nostre braccia anche Salvia!
E ancora lacrime e sorrisi quando, scesa dal treno, io e cuore le siamo corse incontro!

Tutti in metro, direzione Porta Romana per raggiungere la nostra Daniela e partecipare alla presentazione del nuovo romanzo di Massimo Gramellini e Chiara Gamberale, in uscita proprio oggi, dal titolo "Avrò cura di te".
018fdeec783d3abd2900e86aea5e3000d8da7af4ddNel buio del teatro, immerse nel nostro ruolo di blogger, abbiamo diligentemente ascoltato i due autori raccontare com'è nato questo libro e a quali riflessioni li abbia portati.
Che dire di questo incontro? Inizialmente, Chiara Gamberale mi piaceva molto. Ho adorato il personaggio di Mandorla in Le luci nelle case degli altri e ho amato tanto Quattro etti d'amore, grazie.
Con il tanto osannato Dieci minuti, invece, ho avuto una sorta di distacco da questa autrice. E credo di poter dire che, dopo averla ascoltata ieri, l'antipatia abbia preso il sopravvento.
Mentre Massimo Gramellini è un animale da palcoscenico, coinvolge il pubblico, lo attrae, la Gamberale è, come ha detto mamma Cuore, priva di anima.
Non trasmette nulla, è noiosa, pedante, quasi statica.
Se da un parte, sentir parlare Gramellini faceva venire voglia di acquistare il libro, ogni volta in cui lei apriva bocca, la voglia, immediatamente scemava.
Tant'è che il libro, per quanto riguarda noi LGS è rimasto sullo scaffale!

Usciti dal Teatro in cui si era tenuto l'incontro, ci siamo dirette in piazza Duomo per un salutare pranzo al Burger King! E durante il pranzo, le LGS si sono messa all'opera e hanno preparato alcune sorprese per voi lettori che, però, scoprirete solo dopo le feste di Natale!

A quel punto, cosa pensate che possano fare quattro folli lettrici che bramano carta e inchiostro? Seguite da figli pazienti e mariti rassegnati, ci siamo fiondate alla Mondadori e ci siamo date alla pazza gioia!
Mentre i mariti controllavano che i figli non facessero danni e non venissero portati via da nessuno, le vostre quattro blogger hanno provveduto a svaligiare la libreria senza alcuna remora!
IMG_2258Gironzolando, vedo Cuore e Salvia con in mano i libri di Fannie Flagg. Arraffo quelli rimasti e Salvia mi chiede: "Laura, ti piace la Flagg? L'hai mai letta?". E io: "No". Dovevate vedere la sua faccia!
Ok, non l'ho mai letta, ma ne ho sempre sentito parlare benissimo e ho sempre avuto intenzione di leggere qualcosa di suo. Quindi, visto che ero lì perché non approfittarne? Anzi, per essere precisi, oggi ho provveduto ad ordinare i volumi che non sono riuscita a trovare.
Quindi, se in questi giorni doveste passare alla Mondadori di Piazza Duomo a Milano e doveste vedere un vuoto nello scaffale dove giacevano i libri di Fannie Flagg, sappiate che È TUTTA COLPA NOSTRA!

L'idea finale era quella di ascolta Amabile Giusti, Bea Buozzi, Giorgio Ponte e Virginia Bramati che presentavano i loro romanzi. Sinceramente, io non ce l'ho fatta. Un po' la stanchezza, un po' il fatto che, come sapete bene, si tratta di libri che non rispecchiano le mie letture, ho mollato e sono uscita dalla sala.
A quel punto, un po' tutte abbiamo deciso di andare, anche perché l'orario della partenza si avvicinava sempre di più. Salutata Daniela che era venuta in macchina, io, Cuore e Salvia ci siamo dirette in stazione. C'è bisogno di dirvi che abbiamo pianto ancora? No!

Che cosa aggiungere? So che il BookCity, per un lettore-blogger, dovrebbe essere un modo per immergersi ancora di più nei libri e so che io, quest'anno, non l'ho fatto. Ma l'emozione che ho provato nel poter finalmente abbracciare le mie amiche, nel poter sentire la loro voce senza un telefono di mezzo, poter parlare con loro guardandole negli occhi... Ho quasi quarant'anni, non sono più una ragazzina, di amiche, nella mia vita, ne sono passate tante. Certo non avrei mai pensato di trovare queste splendide ragazze grazie ad un blog e ad un social network. Ci siamo trovate, ci sono tante cose che ci accomunano e altre che ci differenziano. Ma una, su tutte, ci lega: CI VOGLIAMO BENE!

Mi spiace per chi si aspettava un resoconto di incontri con gli autori, di autografi sui libri, di presentazioni, ecc.17
Quest'anno il mio BookCity è stata Salvia che è corsa in cartoleria a comprarmi una matita perché io le dico sempre che me le perde (lei vive in Piemonte, io in Lombardia... questo per darvi l'idea di che tipe siamo!). È stata Daniela che, quando ha incontrato Loredana Limone, si è preoccupata di far fare una dedica per ognuna di noi. È stata Cuore che mi ha guardata con i suoi occhi dolci e mi ha detto "ti voglio bene". E la sua mamma che mi abbraccia forte forte.
Quest'anno, il mio BookCity è stato speciale, bello, prezioso e lo porterò nel cuore per sempre. Perché ho guardato negli occhi tre ragazze speciali e il mio cuore le ha riconosciute. Adesso, di sguardo da incontrare, ne manca solo uno: due occhi scuri scuri che vivono in Calabria. Pochi mesi ancora, poi il quintetto sarà al completo. E chi ci ferma più?

Recensione 'Il tredicesimo dono' di Joanne Huist Smith - Garzanti



SINOSSI
<> È la mattina di un freddo e grigio 13 dicembre, e Joanne viene svegliata improvvisamente dai suoi tre figli in tremendo ritardo per la scuola. Ancora non sanno che quel giorno la loro vita sta per cambiare per sempre. Mentre di corsa escono di casa, qualcosa li blocca d'un tratto sulla porta: all'ingresso, con un grande fiocco, una splendida stella di Natale. Chi può averla portata lì? Il bigliettino che l'accompagna è firmato, misteriosamente, <
>. Mancano tredici giorni a Natale, e Joanne distrattamente passa oltre: è ancora recente la morte di Rick, suo marito, e vorrebbe solo che queste feste passassero il prima possibile. Troppi i ricordi, troppo il dolore. Ma giorno dopo giorno altri regali continuano ad arrivare puntualmente, e mai nessun indizio su chi possa essere il benefattore. La diffidenza di Joanne diventa prima curiosità, poi stupore nel vedere i suoi figli riprendere a ridere, a giocare, a divertirsi insieme. Sembra quasi che stiano tornando a essere una vera famiglia. E il mattino di Natale, mentre li guarda finalmente felici scartare i loro regali sotto l'albero addobbato, Joanne scopre il più prezioso e magico dei doni. Quello di cui non vorrà mai più fare a meno, e il cui segreto ha scelto di condividere con i suoi lettori in questo libro suggestivo, profondo ed emozionante.The 13th Gift: A True Story of a Christmas Miracle Il tredicesimo dono riesce così ad aprirci gli occhi sulla gioia che ci circonda da sempre, anche nei momenti più impensabili. Sulle sorprese inaspettate che la vita sa regalarci. E sulla felicità improvvisa che tutti possiamo donare a chi ci sta accanto, non smettendo mai di credere nella forza e nella generosità dei nostri cuori.
TITOLO: Il tredicesimo dono
TITOLO ORIGINALE:
The 13th gift
AUTORE: Joanne Huist Smith
TRADUZIONE A CURA DI:
Elisa Ferrario
EDITORE: Garzanti
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 novembre 2014
PAGINE: 168
CODICE ISBN: 9788811688266
PREZZO: 14.90 €
E-BOOK:
TRAMA 7
PERSONAGGI 7
STILE 8
INCIPIT 8
FINALE 9
COPERTINA 10

4 stelle
Piacere Libridinoso


Ohio. Joanne ha perso suo marito Rick a pochi mesi dal Natale, ritrovandosi così a dover crescere i suoi tre figli da sola.
Joanne, che ha sempre amato il periodo natalizio e l'atmosfera che lo circonda, si trova, per la prima volta, a non avere alcuna voglia di festeggiare.
A remarle contro, la piccola Meg, 10 anni, terzogenita dopo Ben, 17, e Nick, 12. Ma, soprattutto, i veri amici.
Tredici giorni prima di Natale, uscendo frettolosamente di casa, Joanne e i suoi figli, trovano, sul portico, una poinsettia accompagnata da un biglietto firmato I vostri veri amici.
Da quel momento, per tredici giorni, gli Smith riceveranno un piccolo dono. E, pian piano, giorno dopo giorno, Joanne riuscirà ad uscire dal guscio di dolore in cui si è rinchiusa dopo la morte improvvisa di Rick.
La prima cosa che mi ha colpita di questo libro è stata la copertina. E, a tal proposito, vi invito a leggere il post de La ragazza che annusava i libri.
La neve che cade, le finestre illuminate, il Natale che traspare... amore a prima vista anche per me!
E vorrei ringraziare la Casa Editrice Garzanti per avermi dato l'opportunità di leggere e recensire in anteprima questo romanzo.
Tornando alla storia, è un concentrato di emozioni e tenerezza. Ci ritroviamo coinvolti nella vita di una famiglia che, improvvisamente, perde uno dei suoi punti cardine, il padre.
Dopo le lacrime e il dolore, arriva il momento di guardare in accia la realtà e rendersi conto che la vita prosegue, che lo si voglia o meno.
E così, anche Joanne e i suoi figli, soprattutto grazie ai veri amici, ricominceranno ad aprirsi al mondo che li circonda.
Non stiamo andando in pezzi, siamo solo un po' scheggiati. Tu fai del tuo meglio, mamma. Tutti noi facciamo del nostro meglio.
È una storia tenera, allegra e, soprattutto, piena di speranza; una storia piena di quel calore natalizio che ci fa tornare tutti un po' bambini!
È un libro perfetto per questo periodo e che, sinceramente, starebbe bene sotto l'albero di qualunque lettore!


TEMPO DI LETTURA:
1 giorno

14 novembre 2014

Recensione 'Solo una volta nella vita' di Timothy Lewis - Giunti


SINOSSI
Per Adam, agente immobiliare, la casa degli Alexander è solo l'ennesima proprietà da svuotare e vendere al miglior offerente. Ma tra gli scaffali ingombri di oggetti, un vecchio album attira la sua attenzione. Contiene cartoline ingiallite dal tempo e scritte nell'arco di sessant'anni. Incuriosito, Adam inizia a leggerle: sono piene di frasi romantiche e delicate, testimonianza di un amore incondizionato, quello tra Gabe e Pearl Alexander.
1926. Un giorno Pearl si palesa davanti al banco del pesce dove Gabe lavora: una scintilla, qualcosa che esplode dentro e Gabe e Pearl si "riconoscono" immediatamente. Da quel momento, ogni venerdì, sfidando le avversità che la vita ha in serbo per loro, Gabe scrive una cartolina d'amore a quella che chiama la sua "forever girl".
2006. Ancora sofferente per il recente divorzio, cartolina dopo cartolina, Adam mette insieme i pezzi di un vero e proprio romanzo, fatto di passione e devozione: l'unione di Gabe e Pearl è la prova che l'amore, quello vero, può durare una vita intera. Ma qual è il segreto? Esiste una formula magica? È davvero possibile che questa storia sia la chiave per spalancare il futuro di tutte le persone che, come lui, sognano l'amore?Forever Friday: A Novel
Solo una volta nella vita è la storia di un amore unico e indissolubile, quella che tutti vorrebbero vivere. Un romanzo che riempie il cuore di speranza: sì, il grande amore esiste, se solo non ... Leggere per credere.
TITOLO: Solo una volta nella vita
TITOLO ORIGINALE: Forever Friday
AUTORE: Timothy Lewis
TRADUZIONE A CURA DI: Chiara Baffa
EDITORE: Giunti
DATA DI PUBBLICAZIONE: 3 giugno 2014
PAGINE: 304
CODICE ISBN: 9788809789647
PREZZO: 14.90 €
E-BOOK: --


TRAMA 7
PERSONAGGI 7
STILE 8
INCIPIT 7
FINALE 6
COPERTINA 7

3 stelle e mezzo
Discretamente Libridinoso... e mezzo!

Ispirandosi ad una storia di famiglia, Timothy Lewis ci racconta l'amore di Gabe ed Huck Alexander, attraverso gli occhi di Adam, agente immobiliare che, svuotando la casa dei due coniugi troverà degli album che, invece di contenere le solite foto, custodisce le cartoline che Gabe ha inviato a sua moglie ogni venerdì per tutti gli anni del loro matrimonio.
Adam, reduce da un doloroso divorzio, cerca di capire, attraverso le parole di Gabe, se davvero esistono l'anima gemella e il per sempre felici.01f52c64b1ed931d1d4d03b4bf49e2c8dd048621d3
Scopriremo con lui qual è stata la storia di Gabe e Huck e, soprattutto, il segreto della loro felicità.
È un libro che si legge velocemente ed una storia, quella di Gabe e Huck, che appassiona il lettore. Attraverso le loro parole conosceremo la loro storia, il loro amore e i loro segreti.
Ciò che manca, invece, in questo libro, è proprio Adam. Colui che ci introdurrà nella vita dei due coniugi, diventa, improvvisamente, un personaggio trasparente. Se questo può avere un senso durante la narrazione della vita degli Alexander, ne ha meno quando, invece, è proprio della vita e dei dolori di Adam che si parla.
La sua ricerca, il suo voler capire cosa si nasconda dietro la complicità, la solidità e il grande amore di Gabe e Huck non hanno uno sbocco reale nella storia. Sembrano, più che altro, un espediente che l'autore ha creato per raccontarci la storia di un amore.
Conclusa la storia d'amore, si ha quasi la sensazione che l'autore abbia avuto fretta di concludere il racconto, abbandonando Adam a sé stesso.
Il libro è scritto bene, la storia è dolce, ma il finale è davvero troppo fragile.
TEMPO DI LETTURA: 3 giorni

9 novembre 2014

Cover delle mie brame–Ottobre 2014–Risultati

Siete stati veramente in pochi a votare, questa volta.
Devo pensare che il post vi sia sfuggito o che la rubrica non vi piaccia? Diciamo che, per adesso, penso di pubblicarla ancora per il mese di dicembre. Se non dovesse riscuotere il successo sperato, la metterò da parte.

Prima posizione con 2 voti

i marmocchi di agnes

Seconda posizione, pari merito, con 1 voto ciascuno

6 novembre 2014

Recensione 'Biglietto signorina' di Andrea Vitali - Garzanti


SINOSSI
Alla stazione ferroviaria di Varenna, a pochi chilometri da Bellano, c'è trambusto. Il capotreno Ermete Licuti è sceso dal convoglio scortando una passeggera pizzicata senza biglietto. E senza un quattrino per pagare la multa. Fa intendere che arriva da Milano, che vuole andare a Bellano, ma non parla bene l'italiano, e capire cosa vuole è un bel busillis. Ligio alle norme, il capotreno non sente ragioni e consegna la ragazza al capostazione, Amilcare Mezzanotti, che protesta vivace. Il regolamento però è chiaro, la faccenda tocca a lui sbrogliarla. E così adesso il povero capostazione si trova lì, nel suo ufficetto, con davanti Marta Bisovich. Bella, scura di carnagione, capelli corvini, dentatura perfetta, origini forse triestine, esotica e selvatica da togliere il fiato. Siamo nel giugno del 1949, e sul lago di Como, in quel di Bellano, tira un'aria effervescente di novità. Ci sono i ballo le elezioni del nuovo sindaco, e le varie fazioni si stanno organizzando per la sfida nelle urne. Su tutte, la Dc, fresca dei clamorosi successi alle politiche del '48, attraversata ora da lotte intestine orchestrate dall'attuale vicesindaco Amedeo Torelli, che aspira alla massima carica ed è disposto a giocare tutte le sue carte, lecite e anche no. La bella e conturbante Marta, invece, ha altre aspirazioni. Le basterebbe intanto trovare un posto dove poter ricominciare a vivere, e questo è il motivo per cui ha deciso di puntare le sue ultime chance sulla ruota di Bellano, dove certe conoscenze non sono nelle condizioni di negarle l'aiuto di cui ha bisogno.
Biglietto, signorina ci porta nel bel mezzo dell'Italia della ricostruzione, alle prese con la ritrovata libertà. In un paese che fatica a risollevarsi dalle macerie della guerra, ognuno tenta la sorte per imbastire il proprio futuro.
TITOLO: Biglietto, signorina
AUTORE: Andrea Vitali
EDITORE: Garzanti
DATA DI PUBBLICAZIONE:  30 ottobre 2014
PAGINE: 393
CODICE ISBN: 9788811687283
PREZZO: 16.40 €
E-BOOK: 9.99 €
TRAMA 9
PERSONAGGI 8
STILE 9
INCIPIT 8
FINALE 9
COPERTINA 8

5 stelle


Ogni qualvolta mi immergo tra le pagine di uno dei romanzi di Andrea Vitali, ho la sensazione di guardare una delle tante commedie in bianco e nero del vecchio, caro cinema italiano, che io amo!
Luoghi, tempi e personaggi, ci vengono descritti da Vitali con una tale precisione e con l'affetto di chi quei posti li vive e li ama, che è quasi impossibile, per chiunque legga uno dei suoi romanzi, non immergersi nelle atmosfere lacustri e nei piccoli intrighi, nei pettegolezzi che caratterizzano ogni paese!
Siamo a Bellano ed è la fine degli anni Quaranta, quando una mora, probabilmente triestina, senza soldi e senza documenti, ma di gran bellezza e procacità, arriva a sconvolgere gli equilibri del paese.
Chi è? Da dove arriva? Ma, soprattutto, cosa vuole?  Chi sia e cosa voglia lo sa bene il vice-sindaco Amedeo Torelli, che a trovarsela davanti quasi ci resta!
La bella e procace ragazzotta si chiama Marta Bisovich e a Bellano è arrivata per cercare quel dottor Nonimporta, con una bella villa e foriero di tante promesse!
Peccato che il Nonimporta abbia, ovviamente, un nome differente, niente villa e una moglie che, quando parla, sembra un clarinetto!
Come in tutti i libri di Vitali, anche questa volta ci ritroveremo coinvolti in una serie di pettegolezzi ed intrighi bellanesi, tra fraintendimenti, segreti e piccole astuzie che, ancora una volta, ci condurranno ad un finale pieno di sorprese!
Che io ami Vitali, le sue storie e il suo modo di raccontarle, è risaputo! Parecchia gente si lamenta del fatto che Vitali sforni un libro ogni due mesi; io di questa cosa sono immensamente felice! Mi piace sapere di potermi sempre tuffare tra le pagine dei suoi libri, senza dover aspettare tempi infiniti, e rintanarmi in un angolo di mondo ormai perduto e che mi rende tanto felice!
Quindi, anche questa volta mi ritrovo a consigliarvi l'ennesima, meravigliosa opera di questo grande autore!
TEMPO DI LETTURA: 4 giorni

3 novembre 2014

Recensione 'Ciò che inferno non è' di Alessandro D'Avenia - Mondadori




SINOSSI
Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l'estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra "3P", il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l'invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di aver scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. E l'intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, 'u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa... con l'emozione del testimone e la potenza dello scrittore, Alessandro D'Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.
TITOLO: Ciò che inferno non è
AUTORE: Alessandro D' Avenia
EDITORE: Mondadori
DATA DI PUBBLICAZIONE: 29 ottobre 2014
PAGINE: 324
CODICE ISBN: 9788804647126
PREZZO: 19.00 €
E-BOOK: 10.99 €
TRAMA 10
PERSONAGGI 10
STILE 10
INCIPIT 9
FINALE 10
COPERTINA 9

5 stelle
Perfezione Libridinosa



Ho letto D' Avenia sin dal suo esordio con Bianca come il latte, rossa come il sangue e ne sono rimasta folgorata. Ho proseguito con Cose che nessuno sa ed è stato amore definitivo e vero.
Di questo libro avevo un po' paura, perché, leggendo la sinossi nel mio spulciare le nuove uscite, temevo che l'argomento fosse troppo e che D' Avenia rischiasse di mancare l'appuntamento con quello che avrebbe dovuto essere il libro della crescita e della conferma.
Forte del fatto che la Mondadori mi ha proposto la lettura in anteprima, mi sono buttata e, ricevuto il libro, mi sono gettata a capofitto tra le sue pagine. Ed è stata una delle esperienze più forti degli ultimi tempi.
Palermo. Bella, Palermo! Palermo di sole, Palermo di mare, Palermo di estati spensierati, di scuola finita e di vacanze da vivere! Questa è la Palermo di Federico, 17 anni, che frequenta il liceo classico, che ama le parole più di ogni altra cosa; Federico, il Poeta, come lo chiama suo fratello Manfredi; Federico pronto a partire per l'Inghilterra per perfezionare il suo inglese.
Palermo. Palermo di cemento, Palermo di dolore, di povertà. Palermo di mafia. Quartiere Brancaccio. Il quartiere di Don Pino Puglisi, che da quelle strade, da quel cemento, cerca di tirare fuori il meglio.
Don Pino
uno che rompe le scatole in cui ti nascondi, le scatole dei luoghi comuni, le scatole delle parole vuote, le scatole che separano un uomo da un altro uomo.
Don Pino è l'insegnante di religione di Federico. Ed il giorno il cui gli chiede di passare a dargli una mano a Brancaccio, di oltrepassare quel passaggio a livello che sembra dividere in due la città, sarà il giorno in cui la vita di Federico subirà una svolta, in cui i suoi programmi andranno per aria.
Perché Federico da Brancaccio tornerà con una bici in meno e un labbro rotto in più, ma, soprattutto, tornerà con l'animo intriso di dolore. E manderà davvero tutto per aria, vacanza inglese compresa
che ci vado a fare in Inghilterra, se non conosco neanche l'altra metà della mia città?
Questo romanzo squarcia l'anima. Perché la Sicilia è bella, è bella davvero, ma è anche amara. È la terra in cui comanda il più forte. E gli altri continuano a ripete che tanto non cambia niente.
La Sicilia ti entra dentro con i suoi colori, i suoi sapori, i suoi profumi e la sua gente. Ma ti devasta, ti caccia via ti dice di non tornare più, perché tanto non cambia nulla. La Sicilia i suoi figli li tratta male, li prende a calci e li spinge lontano.
E questo romanzo è come la Sicilia: ti entra dentro, ti inebria, ti riempi l'anima e poi ti uccide.
Ho sempre definito Alessandro D' Avenia un poeta moderno. Ha una capacità descrittiva tale che, leggendo queste pagine, vi sembrerà di tuffarvi nel mare di Mondello assieme a Federico e Don Pino, di sentire l'aria di mare che vi avvolge mentre passeggiate per le strade di Palermo, di vedere i visi di quei bambini che giocano a pallone in mezzo ad una strada.
Alessandro D' Avenia riesce a coinvolgere il lettore, a farne parte integrante della storia.
In questo suo nuovo romanzo, ho riscontrato una rinnovata maturità, quella crescita che avevo paura di non trovare che, invece, c'è, è piena, completa e gli fa compiere un salto di qualità notevole.
La storia che ci racconta è una storia vera, una di quelle tristi pagine italiane che lascerà per sempre una cicatrice in ognuno di noi. Ma è anche una storia di vita, di amore, di ragazzi che guardano avanti e, soprattutto, una storia di speranza.
Un lettore mi ha scritto che in questo romanzo D' Avenia
si è dato da fare per trovare un linguaggio assai ricercato
e che
se con il romanzo precedente i giovani avevano cominciato ad apprezzarlo, con questo scapperanno a gambe levate.
Io non so che concetto abbia questa persona dei ragazzi di adesso. Perché di giovani vuoti, è vero, ce ne sono tanti e le cronache quotidiane ce ne danno dimostrazione.
Ma ci sono anche giovani con la testa, giovani che vogliono quel futuro che il nostro Paese gli sta portando via.
E, sinceramente, non credo che questi giovani scapperanno davanti al linguaggio di D'Avenia. Anzi, credo che questo romanzo sarà un ulteriore sprone per inseguire i loro sogni.
Questo romanzo, ve l'ho già detto, vi entrerà dentro l'anima, vi prenderà il cuore e ve lo farà a pezzi, ma vi farà anche capire che, nella vita, lottare per i proprio sogni, per il proprio futuro, è la cosa migliore che si possa fare.
A questo punto, spero di avere presto l'occasione di poter ascoltare Alessandro D'Avenia e di potergli dire a voce quanto questa storia mi abbia inciso l'anima.
TEMPO DI LETTURA: 3 giorni