4 maggio 2016

Recensione 'Aspettando Bojangles' di Olivier Bordeaut - Neri Pozza

Immaginate di essere un bambino e di avere un padre che non chiama mai vostra madre con lo stesso nome. Immaginate poi che a vostra madre quest’abitudine non dispiaccia affatto, poiché tutte le mattine, in cucina, tiene lo sguardo fisso e allegro su vostro padre, col naso dentro la tazza di latte oppure col mento tra le mani, in attesa del verdetto; e poi, felice, si volta verso lo specchio salutando la nuova Renée, o la nuova Joséphine, o la nuova Marylou...
Se immaginate tutto questo, potete mettere piede nel fantastico universo familiare descritto dal bambino in queste pagine. Un universo in cui a reggere le sorti di tutto e tutti è Renée, Joséphine, Marylou… la madre. 
Di lei, suo marito dice che dà del tu alle stelle, ma in realtà dà del voi a tutti, a suo marito, al bambino e alla damigella di Numidia che vive nel loro appartamento, un grosso uccello strambo ed elegante che passeggia oscillando il lungo collo nero, le piume bianche e gli occhi di un rosso violento. 
Renée, Joséphine, Marylou, o anche, ogni 15 febbraio, Georgette, ama ballare con suo marito sempre e ovunque, di giorno e di notte, da soli e in compagnia degli amici, al suono soprattutto di Mister Bojangles di Nina Simone, una canzone gaia e triste allo stesso tempo. 
Per il resto del tempo si entusiasma e si estasia per ogni cosa, trovando incredibilmente divertente l’andare avanti del mondo. E non tratta il suo piccolo né da adulto né da bambino, ma come un personaggio da romanzo. Un romanzo che lei ama molto e nel quale s’immerge in ogni momento. 
Di una sola cosa non vuole sentire parlare: delle tristezze e degli inganni della vita; perciò ripete come un mantra ai suoi: «Quando la realtà è banale e triste, inventatemi una bella storia, voi che sapete mentire così bene».

AUTORE: Olivier Bourdeaut
TITOLO ORIGINALE: En attendant Bojangles
TRADUZIONE A CURA DI: Roberto Boi
EDITORE: Neri Pozza
DATA DI PUBBLICAZIONE: 14 aprile 2016
PAGINE: 144

TRAMA: 4  PERSONAGGI: 3  STILE: 3  COPERTINA: 2




2 maggio 2016

Recensione IN ANTEPRIMA 'Dentro soffia il vento' di Francesca Diotallevi - Neri Pozza

In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al tempo della Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto campanile.
Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto opportunamente protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive Fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco in un camino.
Come faceva sua madre quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni » approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Così, mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi.
Il piccolo e inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che Fiamma conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine, però, a volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando Raphaël Rosset se n’è andato.
Era inaspettatamente comparso un giorno al suo cospetto, Raphaël, quando era ancora un bambino sparuto, con una folta matassa di capelli biondi come il grano e una spruzzata di lentiggini sul naso a patata. Le aveva parlato normalmente, come si fa tra ragazzi ed era diventato col tempo il suo migliore e unico amico. Poi, a ventuno anni, in un giorno di sole era partito per la guerra con il sorriso stampato sul volto e la penna di corvo ben lucida sul cappello, e non era più tornato. Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al limitare del bosco, fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire inghiottita dal buio della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa dove, in preda ai sensi di colpa per non essere andato lui in guerra, si aggira sconsolato Yann, il fratello zoppo di Raphael… il fratello che la odia.

AUTORE: Francesca Diotallevi
EDITORE: Neri Pozza
DATA DI PUBBLICAZIONE: 5 maggio 2016
PAGINE: 180

TRAMA: 4 PERSONAGGI: 3  STILE: 3  COPERTINA: 5 



1 maggio 2016

Novità nella Stanza Librosa Aprile 2015 & To Be Read Maggio 2015

Buongiorno lettori e buon 1° maggio a tutti! Che fate di bello? Anche voi avete la sensazione che ci sia stato un po' rubato un giorno di festa? 
Aprile è stato un mese strano, particolarmente pesante, sia a livello personale che come blogger. Ho fatto un po' fatica a leggere e credo che tutto ciò sia dovuto soprattutto alle tante tensioni che si sono create nella mia vita personale.
Per fortuna, tutto risolto (e ne sono tanto felice!), quindi spero di ripartire con più sprint di prima!!
Aprile... che novità? Sul blog ha preso il via una nuova rubrica, Diario di bordo, in cui vi aggiorno sulle novità settimanali di casa Libridinosa!
Sono molto contenta di aver trovato un grande riscontro da parte vostra, che mi seguite sempre con tanto affetto e non mancate mai di lasciarmi un vostro pensiero! Vi ho mai detto che siete fantastici?!
Ma basta chiacchiere e veniamo allo scopo primario di questo post...



Cominciamo, come sempre, dai nuovi libri che hanno trovato spazio nella Stanza Librosa



  • Novanta - Lorenzo Marone acquisto Amazon
  • Capodanno da mia madre - Alejandro Palomas regalo de La Lettrice Spagnola
  • Si può tornare indietro - Ada Murolo omaggio Astoria Edizioni
  • Dentro soffia il vento - Francesca Diotallevi omaggio Neri Pozza
  • Aspettando Bojangles - Olivier Bourdeaut omaggio Neri Pozza

E questi, invece, i libri acquistati in digitale




  • La casa tra i salici - Katharina Hagena 
  • Amore proibito - Coia Valls
  • La battaglia navale - Marco Malvaldi
  • Sarai per sempre mia amica - M. O. Walsh
  • Leaving - Jodi Picoult

Ad aprile ho letto 8 libri per un totale di 2205 pagine.

La To Be Read di Aprile

Central Park - Guillame Musso

Le tartarughe tornano sempre - Enzo Gianmaria Napolillo
Una famiglia decaduta - Nikolaj Leskov pdf illeggibile (inviato dalla CE)
I passi che ci separano - Marian Izaguirre
Pane, cose e cappuccino - Fannie Flagg
D'amore si muore, ma io no - Guido Catalano abbandonato dopo 20 pagine
La piccola biblioteca con le ali - David Whitehouse abbandonato dopo 30 pagine

  
 
  
Recensione il 2 maggio
NON RECENSITO

E infine, puntuale come ogni mese, la To Be Read... Ho volutamente inserito pochi titoli, perché maggio sarà un mese particolarmente impegnativo dal punto di vista degli incontri e ci sarà anche il Salone del Libro, quindi prevedo di leggere meno del solito.


Lo strano viaggio di un oggetto smarrito - Salvatore Basile
Scrivere è un mestiere pericoloso - Alice Basso
Le mele di Kafka - Andrea Vitali
Non ti dirò mai addio - Jessica Brockmole
Una spola di filo blu - Anne Tyler
Aspettando Bojangles - Olivier Bordeaux


Ormai lo sapete, la domanda è sempre quella: impressioni sulla mia TBR? Programmi di lettura per questo maggio che inizia?




30 aprile 2016

Diario di bordo #3


dal 23 al 29 aprile

Buongiorno lettori! Nuovamente sabato e, ovviamente, tempo di Diario di Bordo. Settimana corta, almeno sulla carta, perché a me è sembrata più lunga del solito. Anche voi avete avuto questa sensazione?

La scorsa settimana ci eravamo fermati alla giornata di venerdì, quindi riprendiamo da lì...

Sabato Mele... Sequoie... Sequoie... Mele... Ecco, in sintesi questo è stato il mio sabato. No, mica ho fatto delle escursioni, no no! Semplicemente stavo leggendo l'ultimo romanzo di Tracy Chevalier... du palle ehm... che noia! 
Mentre io mi giravo i pollici tra mele e sequoie, Laura, che il sabato fa vita sociale, gironzolando per il centro commerciale ha incrociato Famiglia con Infradito ai Piedi e Piumino sulle spalle. 
Io sono d'accordo che le mezze stagioni non esistano più e capisco anche che questo mese di aprile sia davvero strano, che un giorno stiamo al mare e quello dopo sciamo, però, per il benessere dell'umanità che ci circonda, un paio di Converse? Dai su, che così siamo tutti più felici!

Domenica Ce l'ho fatta! Esultate gente, ho terminato la lettura del romanzo della Chevalier! E niente, una noia mortale, eh! Non c'è nulla che io riesca a salvare di questo libro se non la meravigliosa copertina!
Tra una mela e una sequoia, però, ho scovato una nuova Reading Challenge. A tal proposito, vorrei avvisare tutti coloro che si sono preoccupati per lo scopiazzamento, che non è così: è vero, sempre di Trivial trattasi, ma noi LGS abbiamo organizzato un Giveaway basato su quattro libri scelti da noi; le ragazze che, invece, organizzano la Trivial Pursuit Reading Challenge hanno pensato a qualcosa di completamente diverso, ci hanno anche avvisate per tempo, quindi viviamo tutti sereni e felici. Tanto sereni e felici che io e Dany ci siamo pure iscritte alla loro Challenge. Iscritte ho detto, sul portarla a termine sarà tutto da vedere, almeno per quanto riguarda me che le Challenge sono brava ad organizzarle, ma faccio veramente fatica a parteciparvi!

Lunedì Eh niente, il buco di ***o in cui vivo mi riserva sempre delle chicche meravigliose! Dopo la donna in tandem in solitaria, ecco che mi ritrovo davanti ad una ragazza con un bel cappotto di lana, di quello che lo capisci lontano chilometri che tiene caldo pure ad un orso polare e... gambe assolutamente nude. Nude. Niente calze, calzini, fantasmini. Nulla. Nada. Nude nudissime. E fuori, ovviamente (cosa facilmente deducibile dal cappotto che si teneva ben stretto addosso!), 10°. Adesso voglio proprio vedere come la giustificate 'sta pazza!
Ah già, era una giornata festiva, il che, ovviamente, mi ha fatto godere della compagnia di coniuge e figlio! Vabbè, non mi lamento: tutto sommato sono stati abbastanza tranquilli e io sono anche riuscita a concedermi un po' di tempo per la lettura e iniziare l'ultimo romanzo di Marco Malvaldi, "La battaglia navale".

Martedì Mio figlio, detto "il nano" (anche se ormai è alto quanto Laura!) è andato in gita scolastica. Oh hanno scelto proprio un luogo adatto a dei bambini di quarta elementare: il Museo del Violino a Cremona. Cremona, sì. Che facevo prima a portarcelo io in bici. Museo del Violino, sì. La faccia che aveva quando è rientrato, era abbastanza chiara su quello che era il suo pensiero!
Problema ben più grave: dovevo andare a riprenderlo davanti scuola. Dove sta il problema? Scuola = mamme. Mamme = pericolo! 
E la soluzione è sempre quella: un bel paio di auricolari nelle orecchie e Laura che spontaneamente mi ha tenuto compagnia! Quando le altre mamme hanno iniziato ad arrivare, io sembravo una che a scuola non dovesse manco arrivarci, perché stavo a debita distanza (diciamo pure parecchio debita, visto che per riconoscere mio figlio avrei avuto bisogno di un binocolo!).
Figlio è arrivato, anche puntuale e... panico! Una mamma mi ha fatto "ciao ciao" con la manina. Chi sei? Cosa vuoi? Sciò!
Ok, sono qui a raccontarvelo, quindi sono sopravvissuta! E Laura credo stia ancora ridendo!

Mercoledì Suona il citofono. È il corriere e, sinceramente, non sono neanche tanto stupita, visto che
aspetto un paio di libri da due Case Editrici. Ma intravedo tra le sue mani un plico di Amazon. Penso ad una sorpresa del coniuge, magari per l'anniversario di matrimonio che si avvicina (e che io puntualmente dimentico, tanto che costringo Laura a segnarlo ANCHE sulla sua agenda!).
Tornando al corriere, niente da fare: niente Case Editrici né regalo di coniuge. Ma meravigliosa sorpresa da una Lettrice Spagnola. Sì, proprio lei, quella donnina tanto dolce che spesso trovate qui a commentare i miei post e che, dalla lontana Spagna ha voluto farmi arrivare un suo pensiero!
E poi dicono che il virtuale non serva a nulla!
Ah già... ho terminato il romanzo di Malvaldi. E niente, lasciamo perdere che è meglio!


Giovedì Due domande attanagliano la mia mente in questa giornata fredda e ventosa. La prima è prettamente culinaria: sono invasa da ricette di torte senza uova, senza latte, senza burro, senza farina, senza zucchero. Insomma, torte senza torta! Spiegatemi tutto questo razzismo che imperversa nei confronti del cibo. No, perché io posso anche capire che davanti ad un'intolleranza, uno cerchi delle soluzioni. Ma scegliere coscientemente di fare una torta senza uova, burro, farina e zucchero... Boh! Uh e dove le mettiamo le TORTE ALL'ACQUA? Avete capito? All'acqua! Ingrediente base: acqua. Niente, io sto zitta che è meglio!
Seconda domanda che frulla nel mio becero cervellino: cosa fanno le persone che non leggono? Sono in una sorta di stand-by, di limbo. Ho terminato Malvaldi e sono in attesa di due libri (come sopraddetto), quindi dovrei o trovare qualcosa di mooooooolto corto o aspettare che i corrieri si decidano a consegnare. Quindi giro per casa come un'anima in pensa in attesa di un citofono che suoni. E allora ditemi, voi che non leggete cosa fate di preciso? Come fate a non annoiarvi? 
Che sono queste urla atroci? Aaaaaah, dite che chi non legge non passa dal blog? Mi sa che avete ragione!

Venerdì E niente, ci sono giornate sulle quali hai tante aspettative e che, invece, ti fregano sempre! E oggi è una di queste giornate. Aspettavo un'agenda che, non si sa per quale errore, è finita a Cremona. Aspettavo un libro dalla Garzanti e, invece, ho ricevuto due Neri Pozza (richiesti? No! Ma mica mi sto lamentando, eh, che sia chiaro!!). Avrei dovuto pubblicare una recensione, ma... diciamo che ci sono state cause di forza maggiore che me l'hanno impedito!
Insomma, una giornata di quelle che ti prende il nervoso per delle cose piccole e stupide, ma fai fatica a fartelo passare. Come diceva Rossella? Ah sì, "domani è un altro giorno".

E, infine, veniamo ad una piccola novità di questa rubrica. Come potete immaginare, da blogger seguo tanti blog. E spesso mi capita di pensare "però, che bella recensione... che bel post...". E allora, perché non segnalarveli?
Questa settimana il mi occhio è stato catturato da ben tre blog!
Lea e Stefania che hanno recensito Urla nel silenzio e lo hanno fatto a quattro mani! Andate a dare un'occhiata perché hanno trovato un modo davvero originale per recensire lo stesso libro!
Poi è arrivata Tessa che, senza alcuna minaccia da parte mia, senza ricatti di sorta, senza che io le tenessi in ostaggio il cane, ha parlato de La tristezza ha il sonno leggero.
Infine, Elisa ha recensito La battaglia navale di Marco Malvaldi. E devo dire che è stata una reciproca consolazione esserci rese conto che, forse, stavolta Malvaldi avrebbe fatto meglio a scrivere altro!

Bene lettori, anche per questa settimana è tutto! Io mi accingo a trascorrere un pomeriggio da blogger!





28 aprile 2016

Recensione 'La battaglia navale' di Marco Malvaldi - Sellerio

«Un lavoro d’indagine vero, sul campo, è molto più simile alla battaglia navale. All’inizio spari alla cieca, e non cogli niente, ma è fondamentale che tu ti ricordi dove hai sparato, perché anche il fatto che lì tu non abbia trovato nulla è una informazione».Non lontano dalla casa di Nonno Ampelio, uno dei quattro vecchietti investigatori del BarLume, ci sono i Sassi Amari, il litorale di Pineta. Abbandonato lì, viene trovato il cadavere di una bella ragazza con un particolare tatuaggio. Lei viene presto identificata, dal figlio dell’anziana presso cui lavorava, come la badante ucraina della madre. Le colleghe connazionali si affrettano ad accusare il marito della ragazza, un balordo che la tormentava. E il caso sembra avviato a una veloce conclusione. Tra i Vecchietti serpeggia la delusione. Visto anche che l’indagine è affidata a un altro commissariato, e non all’amica vicequestore, la fidanzata di Massimo il Barrista.
Ma è l’ostinazione senile che fornisce alla Squadra Investigativa del BarLume l’intuizione decisiva. E grazie anche all’intermediazione di un altro squinternato, il compagno Mastrapasqua che delle ucraine conosce usi e costumi, il vicequestore Alice Martelli può raddrizzare un’inchiesta cominciata con il piede sbagliato.
Marco Malvaldi ha rinnovato il giallo umoristico. L’invenzione delle sue storie, seguite da tanti lettori e diventate una serie televisiva, è di adagiare l’indagine cerebrale, tutta deduzione da indizi esistenziali e spesso psicologici, sullo sfondo tenero e comico di un gruppo di amici pensionati cresciuti in una provincia antica, che odora di civiltà comunale, dalla lingua tagliente, radicale e arguta, e dal vernacolo sboccato.

AUTORE: Marco Malvaldi
EDITORE: Sellerio
DATA DI PUBBLICAZIONE: 21 aprile 2016
PAGINE: 192

TRAMA: 2  PERSONAGGI: 3  STILE: 3  COPERTINA: 2


26 aprile 2016

Recensione 'I frutti del vento' di Tracy Chevalier - Neri Pozzi

Nella prima metà del XIX secolo James e Sadie Goodenough giungono nella Palude Nera dell'Ohio dopo aver abbandonato la fattoria dei Goodenough nel Connecticut. Il padre di James, un vecchio scorbutico cui Sadie non è mai andata a genio, ha parlato chiaro un giorno: meglio che il suo secondogenito, era sua giovane e troppo prolifica consorte, andassero a cercare  fortuna altrove, all'ovest, magari, dove la terra abbonda.
La Palude Nera è una landa desolata: l'acqua puzza di marcio, il fango scuro si appiccica alla pelle e ai vestiti e la malaria d'estate si porta via sempre qualcuno. Anziché spingersi nella prateria dove la terra è buona e solida sotto i piedi, James Goodenough decide però di costruire la sua casa di legno proprio nella Palude Nera, in riva al fiume Portage.
La legge dell'Ohio prevede che un colono possa fare sua la terra se riesce a piantarvi un frutteto di almeno cinquanta alberi. Una sfida irresistibile per James Goodenough che ama gli alberi più di ogni altra cosa, poiché gli alberi durano e tutte le altre creature invece attraversano il mondo e se ne vanno in fretta. In quella perciò, dove gli acquitrini si alternano alla selva più fitta, James pianta e cura poi con dedizione i suoi meli: un magnifico frutteto di cinque file di alberi col piccolo vivaio in disparte. Un frutteto che diventa la sua ossessione; la prova, ai suoi occhi, che la natura selvaggia della terra, con il suo groviglio di boschi e pantani, si può domare.
La malaria si porta via cinque dei dieci figli dei Goodenough, ma James non piange, scava la fossa e li seppellisce. Si fa invece cupo e silenzioso quando deve buttare giù un albero.
La moglie, Sadie, beve troppa acquavite e diventa troppo ciarliera quando John Chapman, l'uomo che procura i semi delle piante alle fattorie lungo il Portage, si ferma a cena. In quelle occasioni, James la vede con altri occhi: scorge il turgore dei seni sotto il vestito azzurro, i fianchi rotondi e sodi nonostante i dieci figli. Ma poi non se ne cura.
Finché, un giorno, la natura selvaggia non della terra, ma di Sadie esplode e segna irrimediabilmente il destino dei Goodenough nella Palude Nera, in primo luogo quello di Robert, il figlio dagli occhi d'ambra quieti e intelligenti, e della dolce e irresoluta Martha.
Romanzo che si iscrive nella tradizione della grande narrativa americana di frontiera, I frutti del vento è un'opera in ci Tracy Chevalier penetra nel cuore arido, selvaggio e inaccessibile della natura e degli uomini, là dove crescono i frutti più ambiti e più dolci che sia dato cogliere.

AUTORE: Tracy Chevalier
TITOLO ORIGINALE: At the edge of the orchard
TRADUZIONE A CURA DI: Massimo Ortelio
EDITORE: Neri Pozza
DATA DI PUBBLICAZIONE: 28 gennaio 2016
PAGINE: 249

TRAMA: 2  PERSONAGGI: 2  STILE: 3  COPERTINA: 5