«Per un attimo sentì di non essere ancora nata, come se la sua lunga vita fosse stata solo una prova prima dello spettacolo vero e il sipario stesse per alzarsi.»
La signorina Ona Vitkus ha vissuto una vita riservata e ineccepibile, i suoi segreti – e le sue pene – celati con cura a occhi indiscreti.
Questo finché non arriva lui, il bambino insolito con la passione per i Guinness dei primati.
Lei ha 104 anni, lui soltanto 11.
Da bravo boy scout, dovrebbe semplicemente aiutarla nei lavori di casa ogni sabato, ma con la sua curiosità e il suo entusiasmo contagioso infrange pian piano la scorza diffidente e un po' burbera di Ona, riuscendo a farla parlare di sé, a cominciare da quelle lontane origini lituane, e persino a coinvolgerla in un progetto singolare: farle vincere il record di «Automobilista patentata più anziana».
Ona, che nel suo secondo secolo di vita credeva di avere ormai chiuso con l'amicizia, è conquistata da quel ragazzino con l'aria fragile e buffa che la fa sentire speciale.
Ed è profondamente delusa quando quei sabati fatti di faccende domestiche, racconti e lezioni di guida s'interrompono di colpo. Passa un sabato, poi un altro: del bambino, nessuna traccia.
Fino a quando si presenta a casa sua uno sconosciuto, un uomo di nome Quinn.
È il padre del ragazzino ed è lì per completare quello che suo figlio aveva iniziato prima di essere strappato alla vita troppo presto.
Da quel momento, Ona si ritroverà alle prese con i sensi di colpa di un padre, con il dolore di una famiglia spezzata, con un inatteso viaggio on the road che diventa un viaggio dell'anima.
Perché quella vita che le ha riservato più schiaffi che carezze ha ancora qualcosa di bello da regalarle.
E, soprattutto, perché lei ha ancora tanto da offrire a chi ha smesso di sperare nella magia inattesa del destino.
Autore: Monica Wood
Titolo originale: The one-in-a-million boy
Traduzione a cura di: Federica e Stefania Merani
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 7 giugno 2016
Pagine: 359
Ho visto il cartonato di questo romanzo durante il Salone del Libro di Torino e, in compagnia di Chiara e Baba, sono rimasta a fissarlo ammaliata.
Complice il mio compleanno, mio figlio, che è uno che va molto a pelle copertine, me lo ha regalato.
Così, un paio di giorni fa l'ho preso in mano, ho tolto la sovracopertina e ho iniziato a leggerlo. E mi sono ritrovata ad avere a che fare con un undicenne morto. Non fate quella faccia, non è spoiler: questa cosa la scoprirete dopo meno di 5 pagine.
Ho cercato di entrare nello spirito di questa storia, in quella presunta delicatezza che l'autrice cerca di trasmetterci per 350 e più pagine. Ma non ci sono riuscita. Spiacente.
Ona Viktus è un'immigrata lituana di 104 che si ritroverà ad avere a che fare con un boy-scout undicenne con la strana passione del Guinness dei Primati.
E sarà proprio questo il filo che li legherà e che ci condurrà per mano all'interno della storia.
Purtroppo, per quanto mi riguarda, sarà anche ciò che ha reso la lettura lenta e, a tratti, noiosa e ripetitiva.
Il continuo sciorinamento di record, i tentativi per far sì che Ona possa rientravi, le liste (sì, le liste. Io le amo, ma in questo contesto sono di una noia quasi mortale), tutte le piccole psicosi di un undicenne particolare, hanno appesantito la mia lettura.
Mi sono ritrovata davanti a dei personaggi alquanto piatti: una centoquattrenne senza alcuna caratteristica che la facesse risultare particolarmente amabile o, viceversa, antipatica al punto di risultare quasi simpatica.
Un ragazzino che, come detto, sin dalle prime pagine, è solo un'entità.
E poi ci sono i genitori. Un padre che è stato assente per due terzi della vita del figlio, che non è mai riuscito ad amarlo in pieno e che, adesso che non lui non c'è più, sembra quasi voler espiare le sue colpe portando a termine i compiti iniziati dal figlio e, cosa ancora peggiore, pare voler pagare per il fatto di non essere mai riuscito a comprendere quel ragazzino così strano.
Paradossalmente, le parti migliori del libro sono proprio quelle in cui il ragazzino non è protagonista, perché rendono la storia appena più scorrevole
Mi ha anche infastidita la solita storia del viaggio. Pare proprio che, negli ultimi anni, quando c'è un anziano protagonista, lo scrittore di turno non si senta abbastanza realizzato se non butta lì, in mezzo alla storia, un viaggio.
Insomma, il classico libro la cui copertina vale più della storia in sé.
E me lo smonti così?! Nutrivo molte aspettative per questo libro proprio perché, come tuo figlio, sono una lettrice da copertina
RispondiEliminaMagari a te piace!
EliminaA me invece piacciono le storie con gli anziani protagonisti, ma dopo aver letto la tua recensione lascio stare. Grazie e un bacio.
RispondiEliminaLea
Guarda, Lea, passa oltre, perché anche io amo le storie con gli anziani, ma questa proprio no!
EliminaNon mi ispirava nè la trama nè la copertina.... Grazie a te ho avuto conferma dei miei dubbi!
RispondiEliminaUn bacio
Fede
Salve, sono Stuart Little e faccio la cavia!!!
EliminaPeccato davvero, perché quella balena continua a cantare e chiamare. Magari lo tengo per quando non ho altro da leggere..ahahhaha!Ho fatto la battuta! Ciaooooo
RispondiEliminaahahahahah...voglio proprio vedere quanti anni avrai quando leggerai questo libro!
EliminaBuongiorno Capitano,meno male che non te l'ho regalato! Immagina dov'ero a quest'ora...in fuga per l'Islanda.;)
RispondiEliminaIo, come sai, l'ho lasciato dopo poche pagine perché troppo noioso.
Un abbraccio
no che in Islanda vengo a prenderti!
EliminaNon m'ispirava nemmeno dalla copertina (quella cos'è, un'orca?) e continuerò a ignorarlo. Condivido sui vecchietti e i viaggi: Harold Fry estremamente noioso e antipatico. Mi auguro che con Vita dopo Vita vada meglio, ti avverto però: la struttura è un po' complessa e c'è un intero capitolo in tedesco. A presto!
RispondiEliminaBalena, quella è una balena!
EliminaPeccato, poteva avere del potenziale, invece pare di no. Un applauso al figliolo però, ce l'ha messa tutta.
RispondiEliminaPovera stella lui!
EliminaEcco: bella copertina = puzza di fregatura! Forse si punta al design piuttosto che al contenuto. Come sai lo possiedo, come sai non amo le storie con protagonisti anzianotti (figuriamoci una di 104 anni!) e mi ha sempre dato da pensare questo rapporto anziana bambino, nel senso che, nel mio immaginario, me lo figuravo abbastanza noioso. Insomma forse lo leggerò, forse!
RispondiEliminaFooorse. Molto forse!
Eliminauffa quando ti dicono dall'inizio le cose (tipo se uno muore), non mi piace per niente. La copertina però è bella
RispondiEliminaEh, giusto la copertina!
EliminaPeccato, la balenona è veramente figa! Posso dire figa? Vabbè l'ho detto... due volte! Hihihihihi
RispondiEliminaBaba ha detto cacca in radio, ormai possiamo dire di tutto!
EliminaUna simpatica amica me ne ha fatto omaggio. Ho iniziato a leggerlo una settimana fa, ma il periodo era decisamente NO e la storia del bambino speciale e della vecchina mi intristiva (come idea). L'ho riposto per tempi migliori. Forse l'ho riposto per sempre???
RispondiEliminaSarebbe meglio tu lo riponessi definitivamente, sì!
EliminaChe peccato, la trama mi ispirava molto anche se credevo fosse una storia strappa-lacrime, ma a questo punto non saprei.. Di sicuro al momento darò la precedenza ad altro.. Comunque leggendo la trama mi ha ricordato il film d'animazione Up, anche lì c'è un vecchietto, un bambino e un viaggio ;)
RispondiEliminaÈ vero, la trama ricorda un po' Up, ma quello è un film che ho adorato ed è di tutt'altro livello!
EliminaGrazie per il consiglio, la scorsa settimana in libreria, ero tentata dall'acquistarne una copia....ora, dopo le tue parole; posso decisamente dare la precedenza ad altro.
RispondiEliminaPrima o poi le Case Editrici si renderanno conto che gli faccio saltare mediamente una decina di vendite e si vendicheranno su di me. Lo so!
EliminaPasso anch'io Laura!
RispondiEliminaMi aspettavo molto di più! :(
la copertina è bella, ma se ci deve essere solo quello di bello, nel libro, è meglio non prenderlo :/
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