Recensione 'L'ultimo di noi' di Ádelaide de Clermont-Tonnerre - Sperling&Kupfer


Titolo: L'ultimo di noi || Autore: Ádelaide de Clermont-Tonnere || Editore: Sperling&Kupfer
Data di pubblicazione: 20 febbraio 2018 || Pagine: 385

Dresda, 1945. Sotto un diluvio di bombe, una ragazza muore dando alla luce un figlio. Nell'affidarlo alla carità di estranei, consegna loro anche il nome del neonato, come una promessa di futuro. New York, 1969. Nella Manhattan di Andy Warhol e Jimi Hendrix, un giovane imprenditore rampante è pronto a tutto pur di conquistarsi un posto nel mondo e nel cuore dell'unica donna che è riuscita a farlo innamorare. Lui, Werner, orfano di genitori ignoti, è convinto di poter scrivere la propria vita da zero. Lei, Rebecca, figlia di uno degli uomini più facoltosi d'America, è uno spirito libero. La passione li travolge senza limiti. Ma la felicità ha le ore contate. Una rivelazione inattesa strappa a Werner quel futuro che credeva di avere già in pugno. C'è qualcosa, nelle sue origini oscure, che rischia di separarlo per sempre da Rebecca. Se vuole davvero lottare per il suo amore, Werner dovrà fare i conti con il passato, ripercorrendo a ritroso la storia alla ricerca della sua vera identità, la cui unica traccia è cucita da sempre dentro i suoi vestiti di bimbo: "Si chiama Werner Zilch. Non cambiategli il nome, è l'ultimo di noi."

Trama: 5  || Personaggi: 4 || Stile: 5





Ci sono uffici stampa che sanno svolgere il loro lavoro talmente bene da capire a chi potrebbe piacere un certo tipo di lettura e, per un volta, invertire i ruoli: invece di aspettare una tua richiesta, sono loro a proporti un romanzo.
Ed è proprio quello che è accaduto con questo libro, una delle tante nuove uscite di febbraio che io, dovendo fare, ovviamente, delle scelte, avevo relegato in secondo piano.
Ma ecco arrivare la proposta di lettura e io mi trovo a divorare una storia forte e intesa!

Questo romanzo si volge su due piani temporali: il 1945 e la fine degli anni Sessanta.
Protagonista incontrastato, benché attorno a lui ruoti tutta una serie di personaggi, è Werner
Si chiama Werner. Werner Zilch. Non cambiategli il nome. È l'ultimo di noi.
Un personaggio forte, a tratti anche irritante, la cui vita inizia in maniera burrascosa.
L'autrice, con uno stile semplice e scevro di orpelli, con una scrittura pulita quanto amabile, ci accompagnerà, anche grazie alla voce dello stesso Werner, a scoprire quel passato che lo ha sempre tormentato.

Quella che inizialmente può apparire come una storia piacevole benché leggera, si rivelerà, man mano che si procede con la lettura, per quello che in effetti è: un romanzo denso di dolore, quasi straziante.

Werner, nonostante sia, come detto, un personaggio non facile, riesce a conquistare il lettore sin dalle prime righe. L'autrice è riuscita a costruire una figura talmente verosimile da essere in grado di diventare il pilastro portante di una storia che rimane, comunque, forte.

C'è tanto in questo romanzo: amore, passione, odio, pace, guerra, storia. Tutto perfettamente legato, tutto perfettamente coeso.
La scrittrice è stata bravissima ad equilibrare ogni capitolo, a miscelare tutto, quasi si trattasse di una pozione magica, in cui una goccia in più avrebbe potuto rovinare un equilibrio perfetto.
È un libro che andrebbe centellinato e che, invece, si manda giù tutto d'un fiato perché non è possibile metterlo da parte.
 




La Libridinosa

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7 commenti:

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