Recensione 'Una vita bella'
di Virginie Grimaldi - Edizioni e/o


UNA VITA BELLA || Virginie Grimaldi || Edizioni e/o || 11 ottobre 2023 || 281 pagine



Emma e Agathe Delorme sono sorelle. Pur cresciute l’una accanto all’altra sono molto diverse. Agathe, l’esuberante e chiassosa sorella minore, ha sempre preso tutto lo spazio nel bagno, nella camera e nel cuore di Emma. Dopo cinque anni di un silenzio senza spiegazioni Emma dĆ  appuntamento ad Agathe nella casa delle vacanze: Mima, l’amata nonna, ĆØ passata a miglior vita, c’ĆØ da svuotare i luoghi e fare una selezione dei ricordi. Le sorelle Delorme hanno una settimana di tempo per dirsi tutto e recuperare la mancanza dell’altra. Riusciranno a riparare il passato? Nella bellezza di un’estate nel Paese basco, in cui la loro infanzia bussa alla porta, risuona la forza della loro storia. Il Paese basco: luogo di spiagge oceaniche, bellezze naturali, limpidi cieli stellati... Eppure Agathe Delorme ĆØ perplessa quando la sorella Emma le propone di trascorrere una settimana insieme in quell’incantevole regione: non si vedono da cinque anni, fra loro c’ĆØ qualcosa di non detto e quella vacanza sembra preannunciare rivelazioni. In effetti ognuna ha un segreto da rivelare all’altra... Entrambe quarantenni, Agathe qualche anno di meno, Emma qualche anno di piĆ¹, vanno a stare ad Anglet, a casa della nonna morta da pochi mesi, e ritrovarsi in quel luogo pieno di ricordi le porta ripercorrere il passato e a vedere con occhi diversi il presente. Nel corso di sette giorni scanditi da episodi commoventi, rivelatori e decisamente comici, Agathe avrĆ  modo di individuare la leggerezza che si cela dietro la seria e responsabile sorella maggiore, mentre Emma, dal canto suo, scoprirĆ  il lato drammatico dell’esuberante e dinamica sorella minore.


Cos'ĆØ una vita bella? Sicuramente ognuno di noi risponderĆ  in maniera diversa a questa domanda: c'ĆØ chi parlerĆ  di soldi, belle case, vacanze in posti esotici e auto di lusso; chi, piĆ¹ tranquillamente, punterĆ  sulla salute, propria e dei propri cari.
Ma se ci fermassimo a riflettere per un attimo, forse tutti diremmo che, alla fine, una vita bella ĆØ quella della quale ricordiamo i piccoli istanti: un castello di sabbia costruito assieme a nostro padre, una corsa su un prato, la neve che cade lenta mentre noi siamo accoccolati sul divano, l'abbraccio di un amico che non vediamo da tempo o la gioia del nostro cane quando rientriamo a casa.

Agathe ed Emma, a un primo sguardo non hanno avuto una vita bella: hanno perso il padre quando erano bambine e sono cresciute con una madre alcoolizzata e violenta.
I loro unici momenti di gioia erano racchiusi nei lunghi mesi estivi trascorsi a casa dei nonni paterni, Mima e Papi. Mesi durante i quali le due sorelle ritrovavano il sorriso e quelle piccole gioie quotidiane come gli gnocchi fatti in casa, le torte appena sfornate e le lunghe nuotate nell'Oceano.
Tra le pareti di casa dei nonni, le due bambine scorgono quella parvenza di normalitĆ  che i mesi invernali tolgono loro.
Per qualche settimana riescono a mettere da parte le urla, la rabbia, le cinghiate e i lividi e a costruire quel bagaglio di ricordi che le aiuterĆ  a crescere.
Per cinque anni abbiamo vissuto in prima persona. Per il tempo di un respiro abbiamo abbandonato la nostra strada comune e percorso strade parallele, e questa deviazione di cinque anni ci ha riunito.
Sono trascorsi cinque anni da quando Emma e Agathe si sono viste per l'ultima volta e adesso che Mima ĆØ morta, ĆØ giunto per loro il momento di riconciliarsi e, forse, di far pace col passato.
Cinque anni sono un silenzio molto lungo da affrontare, ma quando Emma propone ad Agathe di trascorrere una settimana nella casa dei nonni, non c'ĆØ esitazione alcuna da parte della sorella.
Certi ricordi infantili sono come i quadri antichi, se vengono esposti alla luce si sciupano, cosƬ li conserviamo da qualche parte dentro di noi al riparo dagli sguardi, intatti.
Tra battute e ricordi, film da rivedere per la centesima volta (sperando che Rose sposti finalmente un po' il culo e Jack si salvi!), lunghe nuotate e picnic sotto al tiglio in giardino, Emma e Agathe metteranno un punto alle loro incomprensioni, faranno luce sulla loro infanzia e cercheranno di dar vita a un nuovo inizio.

Virginie Grimaldi, che ritrovo dopo averla colpevolmente persa di vista per troppi anni, ci racconta una storia dolorosa con la delicatezza e l'ironia che me l'avevano fatta amare nel suo primo romanzo, Quando sarai piĆ¹ grande capirai.
Anche questa volta, colpiscono la fluiditĆ  del racconto e della scrittura, che regalano una storia che scivola tra le dita del lettore esattamente come la sabbia scorre tra le dita di una mano.
Anche davanti alle situazioni piĆ¹ delicate o dolorose, Grimaldi usa la sua delicatezza come fosse una coperta che protegge chi legge, si soffre, ci si commuove, ma, allo stesso tempo, ci si sente protetti da un caldo abbraccio.
Se me lo chiedono dirĆ² che ĆØ il vento a farmi lacrimare, ma in realtĆ  ĆØ lo spaccato di mia sorella che ha finalmente trovato il proprio posto.
Mi ĆØ spiaciuto dover salutare le sorelle Delorme, anche perchĆ© mi ĆØ rimasta addosso la sensazione di un finale un po' troppo frettoloso, quasi l'autrice non volesse soffermarsi sul dolore piĆ¹ grande che colpirĆ  le due ragazze.
Ma rimane anche, sulla pelle, la gioia di aver conosciuto due personaggi cosƬ delicati e una nonna come Mima che, seppur attraverso lo sguardo e gli aneddoti delle nipoti, riporta il lettore alla propria infanzia.

E a te, Agathe, che spesso mi sei parsa ostica e che ho faticato a comprendere, auguro una vita bella!



Ringrazio la Casa Editrice per avermi fornito una copia del romanzo

La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

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