14 luglio 2025

Marco Masini - L'altalena (della vita)


2 marzo 1990, ultima serata del quarantesimo Festival di Sanremo. La guardo con papà, che, nelle sere precedenti era di turno in ospedale e non aveva visto ancora nessuno dei cantanti in gara, ma io avevo già iniziato a dargli il tormento su uno dei partecipanti della sezione Giovani, uno sbarbatello fiorentino con la voce graffiante che urlava Disperato.
Finalmente è il suo turno e babbo dice: "Ma io lo conosco! È Marco! È il ragazzino che lavorava nel negozio di strumenti in cui andavo sempre io a Scandicci!"
È così che ha inizio la lunga storia d'amore tra me e Marco Masini, in una fredda sera di febbraio del 1990, 13 anni io, 25 lui!

Sono trascorsi 35 anni da quell'esordio, ma davanti alla sua musica, io torno la tredicenne di allora! Sono trascorsi 35 anni e la vita artistica del Maso non è certo stata una passeggiata di salute e, di conseguenza, la vita di noi fans storici non è stata proprio semplice.
Perché se ascoltavi Masini eri quella triste, quella depressa, quella sfigata come lui. Negli anni in cui le mie compagne di liceo piangevano per Kurt Cobain, io era quella che girava dieci cartolerie per trovare il diario di Marco Masini, quella che costringeva papà a comprarle gli stivaletti scamosciati da Bata (che costavano un rene, per i tempi, ma erano gli stessi che indossava lui!), che aveva il Tao al collo solo perché lo indossava lui e la bandana al polso per lo stesso motivo!
Mentre le mie compagne riempivano i diari con le frasi delle canzoni di Jim Morrison, io avevo il testo di Vaffanculo ricopiato per intero sullo schienale dell'Invicta (che io studiassi in un liceo di suore, è un dettaglio insignificante!).

Non era facile essere una sua fan e forse non lo è ancora oggi, perché Masini, al di là delle voci messe in giro da chi voleva vederlo finito, è sempre stato uno senza peli sulla lingua, nella vita come nei suoi brani. Era ed è tutt'ora l'uomo che canta i disagi del tempo che vive: prima erano i ragazzi che si sentivano perduti in un mondo che non riusciva a capirli, poi una generazione che non sapeva dove la vita la stesse portando. C'è una cosa che noi fans di Marco sappiamo: lui canta i nostri pensieri, sempre, in qualunque momento della nostra vita! Ci sarà sempre, in ogni momento, in ogni suo album, la canzone giusta per ognuno di noi! Quella che parlerà di te, di quello che stai provando, quella che urlerai nel silenzio della tua casa o sotto il palco ad un suo concerto! Marco Masini è più di un cantante. Per molti è un poeta... oggi, dopo 35 anni, dopo anni in cui è stato denigrato, tanti si scoprono fans. Io rido! E come me chi c'era dall'inizio. E non perché non si possa scoprire un cantante quando è già nel pieno della sua carriera artistica, non perché non si sia degni di essere definiti fan solo perché non si era lì sin dagli esordi. Ma perché essere masiniani adesso è facile! Ora che è tornato sulla cresta dell'onda, ora che la sua fama di porta-sfiga fa ormai parte del passato, ora che Vaffanculo e Bella stronza sono sdoganate ed entrate a far parte dei classici della musica italiana, essere fan è semplice!
Marco Masini, per noi, è quell'amico che ti teneva la mano mentre, in cameretta, piangevi per il ragazzino che ti aveva spezzato il cuore, quello che ci ha aiutati a urlare ai nostri genitori la rabbia silenziosa che viveva in noi, colui che ci ha insegnato che, anche quando la società ti rifiuta, tu puoi farcela, puoi vincere le tue battaglie, perché i tuoi sogni, i tuoi desideri, saranno sempre più importanti di chi non ti vuol bene.

Sono trascorsi 35 anni e io Marco l'ho visto cantare nelle piazze, coi capelli biondo platino, quando nessuno voleva più produrre i suoi dischi. Di Marco ho ascoltato tutte le canzoni e acquistato tutti gli album e, come quei fans storici che lo seguono da sempre, ho amato anche Scimmie, forse il suo album più discusso e meno aderente a ciò che lui ci aveva abituato ad ascoltare. Chissà, forse è proprio quell'album che segna il confine reale tra chi ci è sempre stato e chi è arrivato dopo.
I nuovi fans li riconosci dai brani che amano, gli storici dal fatto che sappiano i testi contenuti in Scimmie a memoria!
Ho incontrato Marco tre volte, durante due firmacopie e, pochi giorni fa, dopo il concerto di apertura del nuovo tour, a Piacenza.
Dopo aver trascorso due ore e mezza urlare ogni brano presente in scaletta, dopo essere corsa sotto il palco come solo i fans storici fanno a un suo preciso segnale, dopo aver sudato ogni goccia d'acqua presente nel mio corpo, stanca, sfatta e immensamente felice, ho potuto abbracciarlo, ho potuto parlargli (più di quanto mi aspettassi, in realtà!) e dirgli grazie!
Grazie per Ci vorrebbe il mare, che tra gli oltre 130 brani che hai scritto e cantato, rimarrà per sempre la "mia" canzone, quella che porto dentro di me, quella che canto quando sono un po' giù, ma anche quando sono immensamente felice, quella che sta sulla mia pelle proprio come te!
Grazie per questi 35 anni, per avermi permesso di adempiere a una promessa fatta a mio padre, per aver potuto urlare al cielo quelle canzoni che io e lui ascoltavamo assieme!
Grazie, Marco, perché sei un poeta, un cantante unico, ma soprattutto un uomo speciale!







8 luglio 2025

Recensione 'Io che ti ho voluto così bene' di Roberta Recchia - Rizzoli


IO CHE TI HO VOLUTO COSÌ BENE
Roberta Recchia
Rizzoli
27 maggio 2025
347 pagine


Luca non ha neanche quattordici anni, ma ha una sensibilità silenziosa che lo rende diverso dai coetanei. Con i genitori e il fratello maggiore abita in una località di mare, dove tutto sembra immutabile: un posto sicuro che con la bella stagione si popola anno dopo anno. Un'estate una ragazza piena di vita diventa il suo primo sogno d'amore. Quando però lei scompare, e i carabinieri bussano alla loro porta, l'esistenza di Luca e dei suoi viene segnata per sempre. Per sottrarre lui, con la sua innocenza di bambino, all'ombra che si propaga inesorabile sulla famiglia, la madre gli riempie in fretta una valigia e lo mette su un treno con un biglietto di sola andata: al Nord lo aspettano lo zio Umberto, professore al liceo, e la zia Mara con le cugine. In un mondo diverso, lontanissimo da quello della sua infanzia, Luca prova a ricostruirsi, cresce e mette nuove radici, cercando di restituire un senso a parole come fiducia e appartenenza. A sostenerlo ci sono lo zio Umberto, che per lui dà tutto se stesso, e Flavia, una ragazzina determinata a fargli ritrovare la speranza nel futuro. Con la sua penna delicata e profonda, Roberta Recchia mette in scena relazioni intense, dialoghi vibranti, e una storia che ci tiene stretti fino all'ultima pagina. Un romanzo carico di grazia sulla possibilità di rinascere e di saper perdonare, con un protagonista che ci conquista e ci commuove da subito: perché la sua voce ci arriva con tutta la pienezza dei silenzi e delle verità sussurrate.

9 maggio 2025

Di cuori spezzati e rapporti bellissimi

"Ci tengo a dirti che, di base, oggi è il nostro anniversario!"



8 maggio 2017: nel blog appare quella che fu la prima recensione di Tempi duri per i romantici, romanzo d'esordio di Tommaso Fusari, allora, per me, emerito sconosciuto, oggi, otto anni dopo, un pezzo del mio cuore!

Otto anni non sono pochi, soprattutto per una come la sottoscritta che a mantenere rapporti lunghi fatica come un diesel a freddo di prima mattina! Eppure, 2920 giorni dopo, io e Tommà (non azzardatevi a chiamarlo così, è un privilegio che mi riservo solo io!) siamo ancora qua, tra telefonate chilometriche, messaggi assurdi, letture in anteprima condite da una sfilza di "vaffa" con l'eco e, soprattutto, un affetto grande grande!

E visto che gli anniversari sono importanti, io, qualche giorno, armata di cuffie, sono tornata da Stefano e Alice... perché sì, in fondo mi piace farmi del male. E cosa c'è di meglio che soffrire ascoltando un libro che ci ha già spezzato il cuore, letto dal suo stesso autore? Ora, non so se voi abbiate mai sentito parlare Tommà, ma il ragazzo è tanta roba!

La domanda che, però, mi sono posta quando ho deciso di ascoltare l'audiolibro, è stata: può un libro che hai già letto, di cui conosci ogni parola, ogni accadimento e, soprattutto, il finale, spezzarti il cuore una seconda volta? Ebbene popolo, fumata bianca (giusto per stare in tema Conclave!): SÌ! Anzi, segnatevi questa cosa: il dolore sarà ancora più forte, nonostante siate preparati a ciò che accadrà... forse perché nel frattempo sarete invecchiati, forse perché state in pre-ciclo, forse perché la vita vi ha messo davanti a situazioni che mai avreste immaginato, ma tutto sarà amplificato.

E se otto anni fa mi ritrovai circondata da fazzoletti usati, al centro di un letto, durante una nottata solitaria, a versare tutte le lacrime che avevo in corpo, stavolta mi sono letteralmente accasciata a terra, al centro di una stanza e ho buttato fuori, assieme alle lacrime, quel grumo di dolore che mi si era fermato proprio lì, alla base dello stomaco!

Stefano e Alice sono tra quei pochi personaggi che fanno parte, ormai da anni, della mia quotidianità da lettrice: ogni tanto guardo il libro, messo lì, di costa, lo sfioro con un dito e penso: "Tommà, ma vaffanculo!". Poi però sorrido, lo prendo in mano, lo sfoglio un po', alla ricerca di una delle tante frasi sottolineate o di quella pagina che, più delle altre, porta ancora l'alone delle mie lacrime. E le emozioni riaffiorano, assieme ai sorrisi, alle lacrime, alla gioia e al dolore che quella lettura mi regalò e mi regala ancora adesso. E, soprattutto, alla consapevolezza che otto anni fa ho incontrato uno scrittore bravissimo e un amico speciale!

Ciao, Tommà, sarai per sempre la mia quarta scimmietta (e questa la capiamo solo noi!). Ti voglio un bene dell'anima, core de zia!



5 maggio 2025

Recensione 'La fabbricante di stelle' di Mélissa Da Costa - Rizzoli


LA FABBRICANTE DI STELLE
Mélissa Da Costa
Rizzoli
8 aprile 2025
202 pagine


Arthur ha cinque anni quando sua madre Clarisse gli rivela un gran segreto: tra non molto dovrà partire per un lungo viaggio con destinazione Urano. E lì, racconta Clarisse, sul pianeta ghiacciato dalle ventisette lune, popolato da lumache con il guscio azzurro che mangiano niveo prezzemolo polare, da alberi-cervo con sonore campanelle appese ai rami e da tante altre creature straordinarie, proprio lei avrà il compito di disegnare le stelle che notte dopo notte illuminano l'universo. Molti anni dopo Arthur, ormai adulto, aspetta che la sua compagna dia alla luce la loro prima figlia, e si trova a ripensare alla madre e a quella favola. Lui ovviamente sa che l'universo magico così ben descritto da Clarisse è stato l'espediente che la donna ha voluto usare per spiegare al figlio un imminente distacco, definitivo e tragico. Una bugia meravigliosa che ha permesso a un bambino di sognare e di immaginare, invece di dover soltanto guardare negli occhi la realtà, almeno per un po' di tempo. E solo in quel momento Arthur comprenderà davvero il gesto di sua madre. Mélissa Da Costa torna con una storia dolce e commovente e, con la sua solida leggerezza, dimostra ancora una volta che per curare le ferite più profonde non esiste rimedio più potente dell'amore e che la capacità di inventare storie è lo strumento più straordinario che abbiamo.

28 aprile 2025

Recensione 'Promettimi che non moriremo' di Mara Carollo - Rizzoli


PROMETTIMI CHE NON MORIREMO
Mara Carollo
Rizzoli
11 marzo 2025
618 pagine


Quando suo padre torna a casa dalla guerra, nel 1918, Caterina non lo riconosce. È sporco, magro e ha gli occhi spenti: a cinque anni Nina per la prima volta sente di avere paura della morte. Sa già cosa comporta nascere sulle montagne venete, in una contrada di poche case dove vita vuole dire lavoro nei pascoli e fatica nei boschi. Il giorno in cui Mario, il compagno di giochi nei fienili e di corse tra i campi, parte per Milano dove lo aspettano la scuola, vestiti sempre bianchi e un futuro migliore, Caterina inizia a desiderare un'esistenza diversa. Passa le ore sui pochi libri che trova, impara il mestiere di sarta per poter fuggire da casa e inseguire quel qualcosa che la chiama, forse il sogno di un amore con Mario. Spigolosa, caparbia, ribelle a modo suo, Caterina è una donna di tante rinunce e piccole soddisfazioni, che ha lavorato ostinatamente per una vita migliore, consumandosi le mani e la giovinezza: uno di quei personaggi che abbiamo incontrato nei racconti di famiglia. Con lei seguiamo la storia del secolo scorso da una prospettiva inedita, nella provincia veneta che muta mentre Nina resta attaccata ai propri antichi desideri. E Mario è l'ossessione di un sentimento totale, un fantasma da rincorrere nei decenni. Scritto con una lingua che affonda le radici nei classici del Novecento, il romanzo di Mara Carollo - ricostruendo l'intima epopea della sua protagonista - è un'indagine sul desiderio e sulla vita che poteva essere, una lettura densa e coinvolgente per dirci che è vero: rincorriamo illusioni e passioni spesso impossibili, ma che pure valgono il viaggio.

18 marzo 2025

Recensione 'Il giorno dell'ape' di Paul Murray - Einaudi


IL GIORNO DELL'APE
Paul Murray
Einaudi 
28 gennaio 2025
651 pagine


«Il passato è così, vero? Credi di essertelo lasciato alle spalle, poi un giorno entri in una stanza e lo trovi lì ad aspettarti». Un irresistibile romanzo famigliare di desideri, solitudini e macerie senza fine ma, forse, con un inizio preciso. La famiglia Barnes è nei guai. La concessionaria di Dickie sta per fallire, ma lui, invece di affrontare la situazione, trascorre le giornate costruendo un bunker a prova di apocalisse. La moglie Imelda, nel frattempo, si è messa a vendere i gioielli su eBay, la figlia adolescente Cass, ex prima della classe, sembra voler sabotare la sua carriera scolastica e PJ, il figlio dodicenne, sta allestendo un piano per scappare di casa. Che cosa è andato storto per i Barnes, al punto da mandare tutto in rovina? Al tempo stesso affresco famigliare e ritratto della contemporaneità, “Il giorno dell’ape” è un indimenticabile tour de force pieno di umorismo e calore umano.

11 marzo 2025

Recensione 'Celebre' di Maud Ventura - Sem


CELEBRE
Maud Ventura
Sem
4 marzo 2025
364 pagine


Cléo è cresciuta in una famiglia franco-americana, entrambi i genitori sono professori universitari un po’ annoiati dalla vita e parecchio scontati. Lei invece, da quando è bambina, coltiva un sogno: diventare una cantante famosa. Voce, carisma e capacità espressive non le mancano. In più, la doppia origine potrebbe aggiungere quel tocco di fascino internazionale. Il vero ingrediente, però, è un altro: l’ossessione di farcela a tutti i costi.
Passano gli anni e Cléo supera ogni ostacolo che le si presenta davanti, accumulando ferite e fallimenti senza mai mollare. Finché, con grande sorpresa di molti tranne che sua, diventa una star mondiale. Ma la strada che ha percorso per raggiungere il successo è lastricata di risvolti oscuri. Le amicizie, gli amori, il sesso: in nessuna di queste sfere Cléo è riuscita a darsi all’altro in maniera autentica; tutto è sempre stato condizionato dall’unico e implacabile scopo di conquistare la celebrità. Mentre il pubblico ne adora la facciata di artista scintillante, il dietro le quinte della sua esistenza è un incubo privato e lavorativo in cui la vera Cléo risulta una persona arrogante e incapace di empatizzare, un’insopportabile vessatrice che pretende l’impossibile dai suoi collaboratori.
Così, di pari passo al trionfo, cresce anche il suo ego smisurato, fino a perdere il controllo in una spirale perversa che le farà commettere azioni irreparabili.

18 febbraio 2025

Recensione 'Ti ricordi di Sarah Leroy?' di Marie Vareille - Rizzoli


TI RICORDI DI SARAH LEROY?
Marie Vareille
Rizzoli
14 gennaio 2025
325 pagine


Anni Novanta. Sarah Leroy e Angélique Courtin si sono conosciute all’età di sette anni al cimitero di Bouville-sur-Mer, piccolo paese sulla Manica. Nel giorno del funerale della mamma di Sarah, Angélique le si era avvicinata, aveva il profumo del mare e della cioccolata calda e il suo abbraccio è stato l’inizio della loro indissolubile amicizia. La solidarietà è l’unica cosa che salva dalle ingiustizie della vita, le aveva detto Angélique. Nel 2001 Sarah è una ragazza discreta e benvoluta da tutti, nuotatrice talentuosa e studentessa modello, che a scuola gode di una certa notorietà proprio grazie all’amicizia con Angélique, semplice e indiscutibile: Angélique è bella, Sarah ricca. Ma un giorno di fine estate Sarah scompare. La notizia tiene la Francia incollata alla tv per settimane, e sebbene il suo corpo non venga mai trovato un uomo finisce in galera con l’accusa di omicidio. E il caso è chiuso. Dopo vent’anni Fanny Courtin, giornalista e sorella di Angélique, parte da Parigi e torna a Bouville insieme alla figliastra, un’adolescente riottosa e combattiva con cui ha un rapporto a dir poco tempestoso. Fanny deve scrivere un reportage sul dramma che ha segnato anche la sua giovinezza, ma l’ostinato, crescente interesse della ragazzina per la storia di Sarah la spinge ad avviare un’indagine personale su quel caso tuttora irto di lacune e non detti. La storia di Sarah è quella di un gruppo di ragazze che decisero di chiamarsi le “Disincantate”, e che sonda la materia di cui è fatta l’amicizia a quell’età, immediata, potente, costellata di salite e ripide discese; una storia sul cui fondo suonano brani indimenticabili e palpita l’angoscia dei segreti più oscuri mentre davanti si spalanca l’orizzonte immenso del mare.

12 febbraio 2025

Recensione IN ANTEPRIMA 'Più grande del cielo' di Virginie Grimaldi - Edizioni e/o


PIÙ GRANDE DEL CIELO
Virginie Grimaldi
Edizioni e/o
12 febbraio 2025
240 pagine


Elsa, quarantenne, madre del piccolo Tristan, divorziata da poco, lavora in un’agenzia di pompe funebri, dove ha il delicato ruolo di ricevere, ascoltare e consigliare i clienti, gente solitamente addolorata e smarrita se non addirittura affranta. Anche lei viene colpita dal lutto quando muore l’amato padre: è un dolore cocente, un colpo da cui non riesce a riprendersi, un’ossessione per liberarsi dalla quale non le resta altra scelta che ricorrere alle cure di uno psichiatra. Vincent, più o meno la stessa età, padre di due figlie, divorziato da poco, è uno scrittore di successo, un autore di bestseller che viene invitato in tutte le fiere e saloni del libro e ha migliaia di fan che restano in fila per ore pur di ottenere un autografo. Eppure non è felice. Dentro di lui c’è qualcosa di rotto, forse un trauma antico, un blocco che gli impedisce di amare, quindi di vivere, e per risolvere il quale non ha altra scelta che ricorrere alle cure di uno psichiatra. Nella sala d’attesa del dottor Chaumet avviene l’incontro, un incontro che per la verità sfiora la rissa. Non è un colpo di fulmine, è un’antipatia reciproca e immediata, ma è anche l’inizio di una riscoperta di se stessi e di un graduale abbandono del dolore che permetterà a entrambi di rinascere e trovare l’amore. Sì, è una storia decisamente romantica, ma fa anche morire dalle risate.

5 febbraio 2025

Recensione 'Punto e a cuore' di Riccardo Bertoldi - Rizzoli


PUNTO E A CUORE
Riccardo Bertoldi
Rizzoli
4 ottobre 2022
208 pagine


Hai mai dovuto scegliere fra testa e cuore? È questo che succede a Giulia, quando all’improvviso Riccardo riappare con un “Mi manchi, ti va un caffè?”. Si sono lasciati ormai da tre mesi, ma chissà se la loro storia è finita davvero. Rispondere di sì al messaggio di Riccardo, per Giulia significa scegliere il cuore: lo ama ancora e una parte di lei vuole provare a dargli un’altra occasione. Ma se farlo volesse dire rinunciare a se stessa, ai suoi desideri, a inseguire quei sogni che sono solo suoi? Questa doppia storia è una risposta a tutte quelle volte in cui ti sei chiesta come sarebbe andata se... E la risposta è che puoi essere la donna che vuoi: quella che prova sempre a tenere in piedi qualcosa, oppure quella che adesso ha deciso di tenersi in piedi da sola. In entrambi i casi non è mai un punto e a capo, ma sempre un punto e a cuore. Perché punto e a cuore vuol dire questo: prendersi lo spazio di un respiro e scegliere la versione di te stessa che ami di più.

30 gennaio 2025

Recensione 'La gang dei sogni' di Luca Di Fulvio - Harper Collins


LA GANG DEI SOGNI
Luca Di Fulvio
Harper Collins
3 settembre 2024
60 pagine


È il 1909. Concetta, detta Cetta, e il suo figlioletto di soli sei mesi, Natale, sono ammassati su un piroscafo diretto a New York insieme a centinaia di altri migranti come loro. Scappano dalla Calabria, da un’Italia che ormai è, sì, unita, ma in cui i privilegi e i soprusi di ricchi e potenti segnano una frattura ancora troppo profonda tra loro e chi appartiene soltanto al padrone e ai campi.
Ora però Cetta guarda fuori dall’oblò sporco della nave e sogna l’America. Appena sbarcati all’ufficio immigrazione di Ellis Island, nessuno capisce la lingua di Cetta e così Natale diventa Christmas. Un nuovo battesimo per una nuova vita e l’inizio di una nuova storia, fatta di speranza, di coraggio, di opportunità. E di sogni. Perché tra le strade strette e maleodoranti del ghetto italiano, nel Lower East Side, Christmas si farà un nome, sopravvivrà alle scaramucce delle gang locali, salverà la vita di una ricca e bellissima ragazza e si innamorerà di lei.
Ma è un dono speciale, un dono consegnatogli alla nascita insieme al nome, che lo porterà a fondare la prima radio indipendente nella New York scintillante e luminosa degli anni Venti e a cambiare la sua vita per sempre.

20 gennaio 2025

Recensione 'La biblioteca dei libri dimenticati' di Nicola Pesce - Mondadori


LA BIBLIOTECA DEI LIBRI DIMENTICATI
Nicola Pesce
Mondadori
12 novembre 2024
358 pagine


Leda è una giovane donna che vuole scappare da un remoto paese di provincia per liberarsi dalle insicurezze e dai traumi che la sua famiglia le ha inflitto. Per farlo decide che l'unico modo è quello di provare a realizzare il suo sogno: aprire una piccola libreria a Venezia. Nel frattempo, un gattino nero di nome Erinni si trova sbattuto fuori dall'appartamento dove era nato e deve cominciare la sua esistenza da randagio per le calli veneziane. Spaesati e soli, Leda ed Erinni sembrano ineluttabilmente destinati a incontrarsi. La piccola libreria, però, non è come le altre, è un luogo protetto, incantato. Infatti un giorno, abbattendo un muro di mattoni, Leda scopre che nel locale è nascosta una biblioteca molto antica e particolare. I suoi scaffali ospitano i libri dimenticati, quelli perduti e gli "pseudobiblion". Sono le opere che i grandi scrittori e le grandi scrittrici del passato hanno anche solo sognato ma non hanno mai scritto: come il seguito delle Anime morte di Gogol, il secondo libro della Poetica di Aristotele o le Odi perdute di Baudelaire. Tuttavia, la libreria non nasconde soltanto questi volumi unici e preziosi. Una sera, infatti, Leda scopre che la stanza segreta è anche un portale che le permette, notte dopo notte, di fare incontri straordinari: di passeggiare con Fëdor Dostoevskij nelle vie innevate della San Pietroburgo dell'epoca o con Giacomo Leopardi tra le stradine arroccate della Recanati di inizio Ottocento. Proprio come avrebbero fatto i loro libri, questi grandi scrittori, attraverso dialoghi profondi e toccanti, guidano Leda verso una nuova comprensione di sé, dell'amore e del senso della vita. "La biblioteca dei libri dimenticati" è un viaggio magico tra sogni infranti e nuovi inizi in cui le emozioni fluiscono placide come i canali tra le calli e i ponti di Venezia. Un romanzo delicato e poetico, che racconta la fragilità dell'animo umano e il potere salvifico della letteratura.

2 gennaio 2025

Ciao, Cesare...



Sono passati quasi dieci anni e non ho mai avuto il coraggio di tornare da te. Quasi dieci anni e il massimo che mi sono concessa di fare è stato rileggere qualche passaggio, qualche frase, mai più di due pagina alla volta, spesso aprendoti a caso.

Sono passati quasi dieci anni e io e te siamo diventati quasi una cosa sola, la frase che più spesso mi sono sentita rivolgere: "Ma lo ha scritto parlando di te?". E pensare che non ci conoscevamo neanche!
Eppure l'ho pensato anche io: mentre ti scoprivo per la prima volta, riga dopo riga, borbottio dopo borbottio; mentre ti consigliavo a chiunque mi chiedesse un libro per uscire dal blocco del lettore, da regalare a un amico triste, da donare per far felice qualcuno.

Quasi dieci anni e tu sei tornato nella mia vita, prepotente, e con la tua faccia burbera mi hai chiesto: "Beh? Pensavi di farti viva prima o poi?". Ah Cesare mio, vecchio sociopatico del mio cuore, sapessi quante volte ci ho pensato! Quante volte mi sono avvicinata furtiva a quel ripiano che ti ospita da così tanto tempo... tu lì, in mezzo tra una ragazzina impertinente e un quarantenne irrisolto e io che allungo la mano per afferrarti, per tornare a parlare con te, e poi ti rimetto giù perché la paura ha sempre la meglio.

E allora ci hai pensato tu a tornare a trovarmi, perché, in fondo, io e te siamo cocciuti allo stesso modo e quando ci mettiamo in testa una cosa non c'è modo di farci desistere!
Era novembre, fuori iniziavano a vedersi le prime luci di Natale di quelli che, dice uno studio, sono felici e addobbano prima del tempo (che poi chi abbia stabilito quale sia il tempo giusto, io mica l'ho ancora capito!). Nei supermercati panettoni e pandori imperversavano già da un paio di mesi buoni e io continuavo a ripetere tra me e me che stiamo tutti correndo troppo, che stiamo perdendo il piacere di gustarci ogni cosa a suo tempo.
Hai suonato alla mia porta, mi hai costretta in poltrona e siamo stati lì, a parlare per un po' di ore... poche, Cesare, sempre troppo poche!

Poi ti sei girato e sei andato via... di nuovo. Ti sei sistemato lì, su quello stesso ripiano, stavolta più lontano dai tuoi amici di sempre; a dividervi tante storie nuove, tanti personaggi che mi hanno accompagnata in questi anni in cui sei stato assente.
E stavolta non ho resistito, sai, Cesare? Perché mi mancavi, perché avevo bisogno di parlare ancora con te, di perdermi in un tuo abbraccio e di sentirmi dire che, nonostante tutto, andrà tutto bene. 

Mi sono avvicinata e ti ho ripreso in mano. Mi sono seduta in poltrona e mi sono nuovamente perduta nel tuo sguardo. Fuori ha iniziato a scurire, stavolta di luci di Natale se ne vedono tante: gli alberi brillano dietro le finestre delle altre case, le luminarie invadono le strade anche in questo piccolo posto in cui vivo.

Ti ho ritrovato, Cesare mio, e sei sempre quello di dieci anni anni! Io, invece, sono un po' cambiata e stavolta, se possibile, ti ho sentito ancora più mio, ma quanto male mi hai fatto?
Mi sono ritrovata a piangere tra le tue braccia, singhiozzando come quei bambini ai quali viene tolto il gioco preferito; mi mancava l'aria, mi mancavi tu. Eppure adesso so che sei lì, una certezza, una roccia, un punto fermo.

Ciao, Cesare mio, io ti prometto di non far passare altri dieci anni prima di venire a trovarti, ma tu vedi di fare altrettanto!