13 aprile 2015

Recensione 'Giochi d'ombra' di Charlotte Link - Corbaccio

SINOSSI

New York, 31 dicembre. Il magnate della finanza David Bellino attende l’arrivo del nuovo anno con un gruppo di vecchi amici e la bellissima fidanzata Laura. Nessuno però ha voglia di festeggiare davvero. Gli amici hanno accettato l’invito di David solo per poter finalmente fare i conti con l’uomo che, in momenti diversi, ha distrutto la loro esistenza, portandoli all'infelicità in cui vivono oggi. Ma non ne avranno il tempo, almeno non tutti: David viene ritrovato morto nel suo studio, ucciso da un colpo di pistola. Una vendetta? Ma di chi ? E perché? Tutti avevano un movente e tutti sembrano avere un alibi. Durante i lunghi interrogatori della polizia e le drammatiche conversazioni fra loro, riaffiorano i dolorosi ricordi del passato che, come in un assurdo caleidoscopio, si confondono in un gioco di ombre che avvolgono le loro vite. Gli amici del passato e la donna di oggi: sei destini uniti e divisi dal desiderio di amore e amicizia, dal sapore amaro della sconfitta, dalla determinazione a trovare giustizia.
Tra la Berlino del dopoguerra, un esclusivo collegio inglese, i bassifondi e i quartieri alti di New York, Charlotte Link tesse una tela di relazioni ambigue e pericolose. Con la consueta sensibilità, rivela le emozioni più profonde e segrete dell’animo umano, in un romanzo avvincente e ricco di colpi di scena che farà luce non solo su un omicidio, ma anche sul lato oscuro di ogni individuo.
TITOLO: Giochi 'ombra Schattenspiel
AUTORE: Charlotte Link
TITOLO ORIGINALE: Schattenspiel
TRADUZIONE A CURA DI: Gabriella Pandolfo
EDITORE: Corbaccio
DATA DI PUBBLICAZIONE: 27 marzo 2014
PAGINE: 450
ISBN: 9788863807295

TRAMA 8
PERSONAGGI 8
STILE 8
INCIPIT 8
FINALE 8
COPERTINA 7

4 stelle
Piacere Libridinoso

1748 Letto in 3 giorni


Una cosa certa quando si ha tra le mani un romanzo di Charlotte Link è che una volta iniziata la lettura, sarà impossibile smettere!

Giochi d’ombra è un thriller anomalo. Non è una storia da suspense, non c’è sangue. C’è un omicidio alla base del racconto, ma c’è, ancora di più, l’analisi introspettiva dei personaggi principali.

David Bellino è un uomo insicuro, arrogante e saccente. Cresciuto soggiogato da una madre rimasta prematuramente vedova e che ha fatto di lui il centro del suo mondo, David viene designato erede universale di Andreas Bredow, amico d’infanzia della madre, ricco e solo, che fa di David il centro del suo mondo.
David trascorrerà l’infanzia e l’adolescenza cercando di compiacere i due adulti. Questo farà di lui un adolescente insicuro e alla costante ricerca di approvazione da parte di tutti. Purtroppo, l’insicurezza che lo ha sempre contraddistinto, lo porterà a commettere vari errori che si ripercuoteranno negativamente sulle vite dei suoi unici amici, Natalie, Steve, Mary e Gina.
Quando, parecchi anni dopo, David inizia a ricevere lettere che lo minacciano di morte, decide di invitare i suoi vecchi amici a trascorrere il Capodanno con lui, allo scopo di scoprire chi di loro  potrebbe esserne l’autore.

Ed è proprio questo il punto. Discernendo, come in un diario, la vita di ogni personaggio, l’autrice ci porterà a scavare nell'animo e nei più reconditi segreti di ognuno di loro, facendoci scoprire che tutti avrebbero avuto un valido motivo per volere la morte di David. Ma portandoci anche a riflettere sul fatto che, nonostante l’ingerenza negativa da parte dell’amico nelle loro vite, nessuno di loro ha mai fatto qualcosa di concreto per cercare di cambiare il proprio destino, limitandosi ad addossare su David la colpa dei propri destini.
Il bello di questo romanzo è racchiuso proprio nel modo in cui l’autrice, raccontandoci la storia di Steve, Natalie, Mary e Gina e di come David abbia distrutto i loro sogni, ci porti a pensare che, in fondo, uno come lui lo avremmo ucciso anche noi! Allo stesso tempo, andando avanti con la narrazione, però, ci rendiamo conto di quanto ognuno di loro avrebbe potuto cercare di ricominciare da capo.
Che sia proprio la morte di David Bellino e l’essersi ritrovati dopo tanti anni a dar loro la forza di ricominciare?


11 aprile 2015

Recensione 'La ragazza in blu' di Susan Vreeland - Neri Pozza


SINOSSI

Strana giornata, questa del funerale del preside Merril! Mai e poi mai Richard avrebbe pensato di ritrovarsi, dopo la cerimonia, nella gelida casa di Cornelius Engelbrecht, il suo collega insegnante di matematica, seduto sulla sua poltrona di cuoio rosso, a conversare con quell’uomo dall’aspetto così insignificante da celare di certo un cuore incandescente o forse, in un angolo riposto della sua anima, qualche inconfessabile segreto.
Scapolo, vestito sempre con colori indefinibili, costantemente sulle sue e appartato nella sala dei professori, Engelbrecht si è sempre guardato bene dall’invitare chicchessia a casa sua. È con malcelato stupore perciò che Richard lo guarda accendere il camino, sorridere e, con gesti eccitati, illuminare  un quadro posto davanti alla poltrona: un dipinto straordinario in cui una ragazza con un grembiule blu siede a un tavolo accanto a una finestra aperta.
<<È un Vermeer>>, sussurra Cornelius Engelbrecht...
Così comincia questo straordinario romanzo che, come una preziosa scatola cinese, di capitolo in capitolo, ci conduce davanti al destino di una grande opera e delle persone, umili e potenti, nobili e arroganti, amanti dell’arte o del suo potere, che l’hanno avuta lungo i secoli.
Ecco allora Amsterdam, durante gli anni Quaranta, e le tragiche vicende della famiglia ebrea che possedeva La ragazza in blu; ecco la felice coppia olandese cui il dipinto apparteneva anni prima e che finisce col dividersi nell’istante in cui uno dei due ammette che la ragazza del quadro gli ricorda un vecchio amore; ecco, ancora più indietro, la vita di una fattoria olandese durante la grande inondazione del 1717; ecco, infine, Vermeer che, angustiato dai debiti, decide in un momento di rilassatezza e di gioia, di dipingere la figlia.
Fedele allo spirito del grande artista olandese, Susan Vreeland cattura, attraverso l’arte e il magico potere della bellezza che essa racchiude, i desideri, i sogni l’esistenza delle persone comuni.

TITOLO: La ragazza in blu Girl in Hyacinth Blue
AUTORE: Susan Vreeland
TITOLO ORIGINALE: Girl in hyacint blue
TRADUZIONE A CURA DI: Maria Clara Pasetti
EDITORE: Neri Pozza
DATA DI PUBBLICAZIONE: aprile 2013
PAGINE: 176
ISBN: 9788873059196

TRAMA 6
PERSONAGGI 5
STILE 6
INCIPIT 6
FINALE 7
COPERTINA 7

3 stelle
Discretamente Libridinoso

1748 Letto in 2 giorni

 
Credo che i più conoscano Vermeer grazie al suo quadro più famoso, La ragazza con l’orecchino di perla, stupendo dipinto che ha ispirato l’omonimo romanzo di Tracy Chevalier.
In questo piccolo romanzo, Susan Vreeland, che io ho scoperto ed amato grazie a La passione di Artemisia, ci racconta la storia di un altro capolavoro di Vermeer.

Peccato che il quadro rappresentato in copertina non sia affatto un dipinto di Vermeer e, soprattutto, non sia quello che ci viene ripetutamente descritto all’interno del romanzo.
Durante la narrazione, l’autrice descrive un quadro rappresentante una ragazza con un grembiule blu, intenta a cucine, con un bicchiere di latte posato sul tavolo.
Quello che vediamo in copertina altro non è che una riproduzione fatta da Jonathan Janson.

La trama del libro parte da un college americano, dove un professore mostra il quadro in questione ad un suo collega, assicurandogli che si tratti di un autentico Vermeer, sottratto da suo padre, nel 1942, ad una famiglia ebrea.
Da qui, l’autrice ci accompagna, a ritroso nel tempo, facendoci ripercorrere le tappe che hanno scandito l’esistenza stessa del dipinto.
Vedremo, come ultimo scenario, lo stesso Vermeer che, per far fronte agli ingenti debiti, decide di ritrarre una delle figlie.

Ciò che mi ha colpita particolarmente di questo romanzo è la passione con cui l’autrice descrive il quadro sin nei minimi dettagli. Le pennellate, la luce, le ombre... ogni più piccolo dettaglio è sottoposto ad un’analisi attenta ed esaustiva, tanto che, spesso, si ha la sensazione di trovarsi da ammirare il dipinto con i propri occhi.
Ciò che, invece, mi ha delusa è stata la costante mancanza di datazione dei periodi che ci vengono narrati. Si passa da una famiglia ad un’altra, vediamo il quadro passare di mano in mano, ma non si sa mai in quale periodo storico ci troviamo e, soprattutto, non si capisce mai come il quadro passi da una città ad un’altra, da una persona all’altra.
Di sicuro, da questo romanzo mi aspettavo di più.


8 aprile 2015

Recensione 'La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo' di Audrey Niffenegger - Mondadori

SINOSSI
Clare incontra Henry per la prima volta quando ha sei anni e lui le appare come un adulto trentaseienne nel prato di casa. Lo incontra di nuovo quando lei ha vent’anni e lui ventotto. Sembra impossibile, ma è proprio così. Perché Henry DeTamble è il primo uomo affetto da cronoalterazione, uno strano disturbo per cui, a trentasei anni, comincia a viaggiare nel tempo. A volte sparisce per ritrovarsi catapultato nel suo passato o nel suo futuro. È così che incontra quella bambina destinata a diventare sua moglie quando di fatto l’ha già sposata, o sua figlia prima ancora che sia nata.

TITOLO: La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo The Time Traveler's Wife
AUTORE: Audrey Niffenegger
TITOLO ORIGINALE:
The time traveler’s wife
TRADUZIONE A CURA DI: Katia Bagnoli
EDITORE: Mondadori
DATA DI PUBBLICAZIONE:
1 dicembre 2006
PAGINE: 503
CODICE ISBN: 9788894551669

TRAMA 7
PERSONAGGI 7
STILE 7
INCIPIT 7
FINALE 6
COPERTINA 6

3 stelle e mezzo
Discretamente Libridinoso ... mezzo

1748 Letto in 4 giorni


Questo è un libro che possiedo da tanto tempo, di cui ho sempre sentito parlare positivamente, ma che solo adesso ho deciso di leggere.
L’ho terminato ieri pomeriggio e, nelle ultime 24 ore, ho rimuginato sul voto finale e su cosa scrivere in questa recensione.
Perché questa non è una storia facile. E perché l’autrice ci ha messo anche del suo nel renderla, probabilmente, un po’ troppo prolissa.

Lui è Henry ed è affetto da cronoalterazione, un disturbo genetico che lo porta, sin dall’età di 5 anni, a viaggiare nel tempo. Lei è Clare.
I due si incontrano per la prima volta quando Clare ha 5 anni e Henry 36.
Da qui si dipana la loro storia, che vedrà Clare crescere, sposare Henry, cercare di avere un figlio con lui. E vedrà Henry viaggiare continuamente nel passato e nel futuro senza alcun controllo.

La storia è davvero originale e ben scritta. È un libro che va letto con attenzione, perché i continui salti temporali rischiano di creare un po’ di confusione.
Ciò che non mi ha entusiasmata è stato l’eccesso di prolissità dell’autrice, che infarcisce la storia di troppo episodi inutili.
Ci sono stati momenti durante la lettura, in cui mi sono proprio annoiata, in cui avrei avuto voglia di passare avanti.
Anche il finale mi ha lasciata alquanto perplessa: ho trovato superflue tutte le ultime 30 pagine.
Ecco, diciamo che una storia di 500 pagine si sarebbe potuta raccontare in 300!


4 aprile 2015

Recensione 'La donna che collezionava farfalle' di Bernie McGill - Bollati Boringhieri

SINOSSI

Irlanda del Nord, 1892. Charlotte Ormond, quattro anni, viene trovata morta nella stanza del guardaroba della dimora di famiglia. Ha le mani legate con una calza annodata a un anello infisso nel muro. La piccola si è strangolata nel tentativo di liberarsi. A chiuderla lì dentro è stata la madre Harriet, mettendo in atto i rigidissimi principi educativi in cui crede: la situazione le è sfuggita di mano, la sua colpevolezza è evidente, ma le cose sono davvero andate nel modo che appare più ovvio?
Sessanta anni dopo, Maddie, la vecchia tata di Charlotte, nel ricevere una lettera di Anna, l’ultima discendente degli Ormond, capisce che è giunto il momento di confessare un segreto che serba ormai da troppo tempo: solo lei sa cosa accadde veramente nell’ultimo giorno di vita di Charlotte. Al racconto di Maddie si alternano le pagine del diario che Harriet Ormond ha scritto in carcere dopo la condanna con cui si è concluso il processo a suo carico. Due voci potenti e straordinarie, quella arcaica, intrisa di spunti gotici, della popolana Maddie, e quella secca, tagliente, aristocratica di Harriet, una donna fiera e indipendente, algida e volitiva, incapace di scendere a compromessi. La piccola comunità del luogo è stata pronta a giudicarla, ma il suo diario rivela una realtà ben più complessa.
Dall’affascinante trasposizione letteraria di una vicenda realmente accaduta, una mystery story dai risvolti psicologici e ricca di suspense, emerge con forza il contrappunto di due vite intense e misteriose, a rivelare le mille sfaccettature di un’apparente verità.

TITOLO: La donna che collezionava farfalleThe Butterfly Cabinet
AUTORE: Bernie McGill
TITOLO ORIGINALE: The butterfly cabinet
TRADUZIONE A CURA DI: Simona Garavelli
EDITORE: Bollati Boringhieri
DATA DI PUBBLICAZIONE: 2 febbraio 2011
PAGINE: 224
CODICE ISBN: 9788833921914

TRAMA 6
PERSONAGGI 5
STILE 6
INCIPIT 6
FINALE 5
COPERTINA 6


Delusione Libridinosa

1748Letto in 2 giorni



Una doppia narrazione, sotto forma di diario e di lettere, quella che ci accompagna durante la lettura di questa storia.

Protagoniste principali sono Maddie, la tata, e Harriet, la padrona di casa.
Maddie, ormai novantenne, scrive lunghe lettere ad Anna, unica discendente di Harriet.
Prima considerazione: Maddie è afflitta da reumatismi e dolori di vario genere, il che, ovviamente, rende alquanto illogico credere che possa trascorrere le giornate scrivendo lettere infinite.
Seconda considerazione: le lettere in questione dovrebbero servire ad Anna per scoprire i segreti che velano la storia della sua famiglia di origine; invece, Maddie le riempie di dettagli inutili, che rendono la lettura noiosa, lenta, stancante.

La parte riguardante Harriet, invece, è impostata come un diario personale. La donna è stata condannata ad 12 mesi di detenzione per l’omicidio della figlia Charlotte.
Harriet appare sin da subito come una madre rigida e fredda, che mal tollera la vivacità di tutti i figli, che cerca di smorzare con punizioni corporali e castighi estremi.
Proprio Charlotte subirà la sorte peggiore, uccisa da un castigo che si è spinto troppo oltre.
Qual è il segreto di cui parla Maddie? Nessuno. Non c’è nulla di oscuro in questo racconto: Charlotte muore per mano della madre. FINE.

Lo stile dell’autrice è piacevole, lo spunto del racconto è una storia realmente accaduta.
Purtroppo, tutto si ferma qui. La storia scorre lenta, infarcita di dettagli superflui. I personaggi sono poco descritti, quasi anonimi, spesso si riscontrano incoerenze nel racconto, non si prova mai empatia verso la storia e i suoi protagonisti.
Tentativo fallito.


2 aprile 2015

Recensione 'Se mi vuoi bene' di Fausto Brizzi - Einaudi

SINOSSI
Esiste una sottile ma fondamentale differenza tra <> e <>. Purtroppo Diego Anastasi se ne accorge soltanto quando ha quasi quarantasei anni, un matrimonio alle spalle e una depressione nuova di zecca in corso. Scopre infatti che tutte le persone che ama non hanno tempo per lui e per le sue paure. E capisce che nemmeno lui si è mai davvero occupato di loro. Nel tentativo di uscire dalla palude emotiva in cui è precipitato decide quindi di adoperarsi in modo attivo per i suoi cari. Il risultato è inevitabile: con la precisione di un cecchino distrugge l’esistenza di ognuno di loro. O forse no.

TITOLO: Se mi vuoi bene
AUTORE: Fausto Brizzi
EDITORE: Einaudi
DATA DI PUBBLICAZIONE: 6 marzo 2015
PAGINE: 256
CODICE ISBN: 9788806224387

TRAMA 8
PERSONAGGI 8
STILE 9
INCIPIT 9
FINALE 9
COPERTINA 8

4 stelle e mezzo
Piacere Libridinoso ... e mezzo!

1748Letto in 2 giorni


Prima di parlarvi di questo secondo romanzo di Fausto Brizzi, credo sia necessaria una piccola premessa: Se mi vuoi bene non è assolutamente il seguito di Cento giorni di felicità.
Purtroppo, in queste ultime settimane mi è capitato di leggere questa cosa girando nel web. E, sinceramente, la mia prima perplessità riguardava proprio il fatto che né l’autore né l’editore abbiano mai parlato di sequel. Considerando il grande successo del primo romanzo, credo sarebbe stato nell’interesse di entrambi parlare di seguito se tale fosse stato.
Detto ciò, ho aspettato, ovviamente, di leggere per poter dire, con cognizione di causa, se trattasi di seguito o meno. E la risposta è: NO!
È vero, a metà della storia ci troveremo a varcare la porta del Negozio di chiacchiere di Massimiliano ; negozio che avevamo già frequentato nel romanzo precedente. Negozio di cui l’autore ci racconta lo scopo; quindi, se non avete letto Cento giorni di felicità, non avrete alcuna lacuna. Ed è anche vero che il nome di Lucio farà la sua apparizione, un po’ come un dovuto omaggio a chi ci ha fatto conoscere Brizzi in veste di scrittore. Lucio si intrufola, ci strizza l’occhio e va via! Ma anche in questo caso, si tratta di un’apparizione che nulla toglierà a chi scopre questo autore per la prima volta.
Ecco, dopo questa lunga premessa, io, ovviamente vi dico che Cento giorni di felicità va letto, perché è una di quelle storie che rimangono dentro! Pertanto, se siete tra quelle 20 persone che ancora non l’hanno fatto, leggete (anche) il primo romanzo di Fausto Brizzi!

E adesso parliamo di questa nuova storia.
Diego Anastasi è un avvocato civilista, quarantacinquenne, depresso. Due figli, Laura di 19 anni e Pico di 17, una ex moglie, Giulia, una sorella, Marta, senza peli sulla lingua e due genitori assenti.
Cresciuto con i nonni, Franco e Betta, una vita tutto sommato normale, Diego si troverà a dover affrontare la depressione. E a rendersi conto che tutti quegli amici che pensava di avere, in fondo, non hanno mai tempo per lui. Così, ribaltando la situazione, sarà lui che deciderà di esserci per loro, cercando di aiutarli a realizzare quei piccoli sogni quotidiani o a rimettere in piedi qualche rapporto di coppia traballante. Peccato che le sue buone intenzioni non sempre sortiranno l’effetto desiderato!

Ciò che amo particolarmente di Fausto Brizzi è la delicatezza con cui riesce a parlare di malattie senza mai scadere nella banalità, senza mai angosciare chi legge, sempre col sorriso sulle labbra!
Brizzi racconta la quotidianità, i luoghi e le persone esattamente come sono, nel bene e nel male.
L’amico che non c’è mai, il padre distratto, la portinaia pettegola... Gente con cui ci rapportiamo quotidianamente e di cui Brizzi porta alla luce pregi e difetti. Tutto questo, come sempre, strappandoci più di un sorriso, non poche riflessioni e qualche lacrima.

A questo punto posso affermare che Fausto Brizzi è una conferma e uno scrittore di sicura garanzia. I suoi romanzi rientrano di diritto tra quelli che devono abitare la mia libreria!


1 aprile 2015

Novità nella Stanza Librosa Marzo 2015 + To Be Read Aprile 2015



Marzo, assurdo, folle, pazzo marzo. Posso dire che gli ultimi 10 giorni del mese appena trascorso sono stati da cancellare? Il pc si è rotto, ho avuto problemi con la famiglia d’origine, il blog ha subito un notevole rallentamento.
Ma rieccomi qui, col pc sempre rotto (sto usando quello del coniuge e, vi assicuro, che odio questo coso che ho tra le mani!).
La Libridinosa ha compiuto 2 anni, compleanno passato sotto silenzio, ma ce l’ho fatta… chi l’avrebbe mai detto?!
E ora torno in pista. Dopo l’annuncio della nuova rubrica, eccovi il Recap del mese di marzo, con le nuove entrate nella mia libreria, le letture effettuate e, infine, la lista dei libri che ho intenzione di leggere nel mese di aprile.
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CARTACEI

Tutta colpa di un libro – Shelley King Omaggio della Casa Editrice Garzanti. Grazie!
Se mi vuoi bene – Fausto Brizzi Faustino è di famiglia, ormai. I suoi libri si comprano!
Pista nera – Antonio Manzini Regalo della mia adorata Salvia!
La costola di Adamo – Antonio Manzini Acquistato sul sito Comprovendolibri.it
Non è stagione – Antonio Manzini Regalo del mio magnifico braccio destro, Cuore Zingaro!

E-BOOK

Cruel Acquanera Le meraviglie del mondo antico L invenzione delle ali
La verità capovolta Quasi arzilli Il club delle lettrici

Cruel – Salvo Sottile Una storia che mi affascina e che ho intenzione di leggere al più presto
Acquanera – Valentina D’Urbano Costretta da Daniela!
Le meraviglie del mondo antico – Valerio Massimo Manfredi Quando Manfredi non scrive romanzi, è un genio
L’invenzione delle ali – Sue Monk Kidd Omaggio della Casa Editrice Mondadori. Grazie!
La verità capovolta – Jennifer duBois Prestito Bibliotecario Mlol
Quasi arzilli – Simona Morani Prestito bibliotecario Mlol
Il club delle lettrici – Jennifer Scott Prestito bibliotecario Mlol

E ora le mie letture del mese di marzo. Questa è la lista che avevo compilato all’inizio del mese:

ìAcquanera – Valentina D’Urbano

Le ho mai raccontato del vento del nord?  - Daniel Glattauer

Lette poche pagine, mi sono resa conto che lo stile di questo scrittore non mi appartiene, quindi ho abbandonato sia questo romanzo che il suo seguito

La settima onda – Daniel Glattauer

Dopo il nero della notte – Cristina Rava

Una brava ragazza – Mary Kubica

La presentatrice morta – Peppi Nocera

Quattrocento – Susana Fortes
Arrivata a pagina 100, innervosita dalle decine di inesattezze storiche, ho messo da parte questo romanzo.

Teoria idraulica delle famiglie – Elisa Casseri
Una ventina di pagine per decidere che il posto migliore per questo libro era fuori dalla mia finestra!

L’ultima fuggitiva – Tracy Chevalier
La ruga del cretino – Andrea Vitali e Massimo Piccozzi

Libri che non erano in lista e che ho letto:

Tutta colpa di un libro – Shelley King
L’invenzione delle ali – Sue Monk Kidd
Quasi arzilli – Simona Morani
Se mi vuoi bene – Fausto Brizzi

Libri letti: 10
Cartacei: 6
E-book: 4

    L'invenzione delle ali Una brava ragazza  Se mi vuoi bene

E, infine, ecco la lista dei libri che spero di leggere ad aprile:

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Come potete notare, il mese di aprile sarà prevalentemente dedicato alla lettura in formato digitale. Il mio Kobo lavorerà parecchio!
  1. La carta più alta – Marco Malvadi
  2. Giochi d’ombra – Charlotte Link
  3. La donna che collezionava farfalle – Bernie McGill
  4. La signora Harris – Paul Gallico
  5. La signora Harris va a New York – Paul Gallico
  6. La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo – Audrey Niffenegger
  7. La ragazza in blu – Susan Vreeland
  8. La ricamatrice di segreti – Katie Alender
  9. L’eredità della regina – Philippa Gregory
  10. Nessuno escluso – M. J. Arlidge
E adesso tocca a voi! Cosa avete letto a marzo? Cosa leggerete ad aprile? C’è qualcosa, in una delle mie mille liste, che vi incuriosisce? Fatemi sapere!