16 aprile 2015

Recensione 'La signora Harris va a New York' di Paul Gallico - Frassinelli


SINOSSI

Dopo l’incursione da Dior a Parigi, la signora Harris è tornata felicemente alle sue quotidiane abitudini: la tazza di tè in compagnia dell’inseparabile signora Butterfield, qualche fuggevole visita al pub, il cinema settimanale. E soprattutto il lavoro di colf nelle case della Londra upper class, dove non mancano mai succulenti quanto scandalosi intrighi sui quali fantasticare con l’amica. Ma un giorno qualcosa interrompe di nuovo la routine: Ada Harris si accorge che Henry, il tenerissimo ragazzino della casa accanto, viene regolarmente maltrattato dai genitori adottivi che se ne occupano dopo l’abbandono della - snaturata!- giovane madre. Ada decide allora di rintracciare il vero padre di Henry, impresa non facile dal momento che vive negli States e il suo cognome è Brown... come cercare un signor Rossi in Italia. Ma niente può fermare la nostra entusiasta signora inglese. Perché quel che è giusto è giusto! D’altro canto la fortuna (che qualche volta ci vede benissimo) fa la sua parte: una delle facoltose famiglie per le quali Ada lavora deve trasferirsi proprio a New York, e non può assolutamente fare a meno dei suoi impagabili servigi. Accompagnata dall’imprescindibile, e straordinariamente recalcitrante, signora Butterfield, Ada solca l’oceano con una nuova missione: restituire un bambino all’affetto del padre. La signora Harris è irresistibile: eccentrica e generosa, ironica e risoluta, energica e gentile, affronta ogni avventura con lo spirito pragmatico di una donna inglese, la mancanza di pregiudizi di un cuore puro e lo spirito eroico di un cavaliere della Tavola Rotonda. Uno di quei personaggi che riconciliano con l’umanità (magari non tutta, d’accordo), la madrina delle favole che tutti vorremmo incontrare nel momento del bisogno; una lettura talmente piacevole, divertente e tenera da strapparci più di un sorriso.

TITOLO: La signora Harris va a New York Mrs. 'Arris va a New York
AUTORE: Paul Gallico
TITOLO ORIGINALE: Mrs ‘Arris goes to New York
TRADUZIONE A CURA DI:
EDITORE: Sperling & Kupfer
DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 settembre 2013
PAGINE: 103
ISBN: 9788873399148

TRAMA 6
PERSONAGGI 7
STILE 7
INCIPIT 7
FINALE 6
COPERTINA 6
 
3 stelle e mezzo
Discretamente Libridinoso ... e mezzo

1748 Letto in 1 giorno



Seconda e, purtroppo per noi italiani (visto che gli altri libri non sono mai stati tradotti nella nostra lingua), ultima avventura di Ada Harris e della sua amica Violet Butterfield.

Dopo aver esaudito il suo sogno di possedere un autentico abito Dior, Ada Harris, rientrata a Londra, ha ripreso la sua vita quotidiana, scandita dal lavoro e dal tè in compagnia dell’amica e vicina di casa, Violet. Purtroppo, le loro serate sono funestate dalle urla dei vicini che maltrattano il piccolo Henry, abbandonato nelle loro mani da una madre scellerata, e valvola di sfogo del padrone di casa.
L’unica soluzione, secondo Ada e Violet, sarebbe quella di riuscire a trovare il padre del bambino, un americano di nome George Browne.
Fortuna vuole che una delle clienti di Ada debba trasferirsi urgentemente a New York e decida di portare Ada e Violet con sé. Ed è a questo punto che ritroviamo la cara vecchia Ada, i suoi colpi di genio, le sue bizzarre idee e, soprattutto, la sua incontrastata simpatia!

Ciò che, in questa seconda storia, mi ha affascinata meno è il modo in cui l’autore ha un po’ abbandonato la narrazione semplice e fresca del primo libro.  Ad un certo punto della lettura, ho avuto la sensazione che l’autore riempisse la storia di particolari superflui solo per allungare il brodo.
Nonostante ciò, Ada Harris è talmente simpatica che anche questo piccolo neo passa in secondo piano.
Sostanzialmente, una lettura che crea un piacevole svago dalla solita routine!


14 aprile 2015

Recensione 'La signora Harris' di Paul Gallico - Serling&Kupfer


SINOSSI

Londra, anni Sessanta. Ada Harris è un’impeccabile donna a ore di mezza età, sempre pronta al sorriso e civettuolamente ornata da un improbabile cappellino, inglese quanto lei. Ma la sua vita ordinata è destinata a prendere una svolta inattesa: l’inamidata signora viene folgorata sulla via della haute couture quando trova un abito Dior nell’armadio della lady presso cui presta servizio. Da quel momento, Ada non ha che una missione: andare a Parigi e comprare un vestito identico a quello di cui si è innamorata.
La britannicissima signora, tutta tè, lotteria e breakfast, non ha fatto però i conti con i pregiudizi e lo snobismo, concentrata com’era su seta e taffetà. Ma niente potrà fermarla, perché Ada Harris ha un cuore grande, un’immaginazione sconfinata e l’anima candida di una donna perbene...
Scritto negli anni Sessanta, La signora Harris è un piccolo classico ritrovato, una vera perla di umanità e humour, che ha scalato i vertici delle classifiche internazionali e ha ispirato un film e un musical.


TITOLO: La signora Harris Mrs. 'Arris Goes to Paris
AUTORE: Paul Gallico
TITOLO ORIGINALE: Mrs Harris goes to Paris
TRADUZIONE A CURA DI: Ninì Boraschi
EDITORE: Frassinelli
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011
PAGINE: 192
CODICE ISBN: 978886061878

TRAMA 7
PERSONAGGI 8
STILE 7
INCIPIT 8
FINALE 9
COPERTINA 7

4 stelle
Piacere Libridinoso

1748 Letto in 2 ore




Due ore di spensieratezza e di sorrisi sono quelle che mi ha regalato, oggi, questo piccolo libro di Paul Gallico.
L’autore, nato a New York nel 1987 e morto nel 1976, è stato scrittore di successo e giornalista sportivo. Quando fu pubblicato per la prima volta, negli anni Sessanta, La signora Harris divenne un best-seller; tradotto in Italia, Francia e Germania, presente in classifica per 61 settimane e con 71.000 copie vendute nei soli Stati Uniti.

Ma cos’ha di così speciale Ada Harris? A prima vista, nulla
Ada Harris, 5 Willis Gardens, Battersea, Londra, S. W. 11; era davvero una domestica a ore, una vedova che lavorava per una clientela residente nell’elegante zona tra Eaton Square e Belgravia.
Una signora di una certa età, piccolina, coi capelli grigi che le ricadono sul viso e due occhi azzurri e vispi che scrutano l’anima di chi le sta accanto. Questa è Ada Harris.
Rimasta vedova troppo presto, per tirare avanti Ada inizia a fare le pulizie nelle case dell’alta borghesia londinese. Ed è così che la sua vita va avanti, con l’unico svago di un tè con Viola Butterfield, vicina di casa e amica da sempre.
La vita di Ada, però, ha un sussulto il giorno in cui, risistemando il guardaroba di una ricca signora, il suo sguardo rimane catturato da un abito da sera di Christian Dior.
Da quel momento, lo scopo primario di Ada sarà quello di volare sino a Parigi per acquistare un abito direttamente all’atelier di Dior.
Seguiremo così Ada e le sue peripezie per raggiungere il sogno tanto anelato; andremo con lei a Parigi e assisteremo ad una magnifica sfilata!

Lo stile semplice e i pochi fronzoli che contraddistinguono questo romanzo conquistano sin dalle prime righe. E Ada Harris è una personaggio talmente pulito, allegro e gioviale che non si può fare a meno di affezionarsi a lei.
Ci si troverà, durante la lettura, a mettere da parte ogni penny e a contare i giorni che passano per poter esaudire quel sogno un po’ infantile che brilla nello sguardo di questa donna semplice e dolce!


 

13 aprile 2015

Recensione 'Giochi d'ombra' di Charlotte Link - Corbaccio

SINOSSI

New York, 31 dicembre. Il magnate della finanza David Bellino attende l’arrivo del nuovo anno con un gruppo di vecchi amici e la bellissima fidanzata Laura. Nessuno però ha voglia di festeggiare davvero. Gli amici hanno accettato l’invito di David solo per poter finalmente fare i conti con l’uomo che, in momenti diversi, ha distrutto la loro esistenza, portandoli all'infelicità in cui vivono oggi. Ma non ne avranno il tempo, almeno non tutti: David viene ritrovato morto nel suo studio, ucciso da un colpo di pistola. Una vendetta? Ma di chi ? E perché? Tutti avevano un movente e tutti sembrano avere un alibi. Durante i lunghi interrogatori della polizia e le drammatiche conversazioni fra loro, riaffiorano i dolorosi ricordi del passato che, come in un assurdo caleidoscopio, si confondono in un gioco di ombre che avvolgono le loro vite. Gli amici del passato e la donna di oggi: sei destini uniti e divisi dal desiderio di amore e amicizia, dal sapore amaro della sconfitta, dalla determinazione a trovare giustizia.
Tra la Berlino del dopoguerra, un esclusivo collegio inglese, i bassifondi e i quartieri alti di New York, Charlotte Link tesse una tela di relazioni ambigue e pericolose. Con la consueta sensibilità, rivela le emozioni più profonde e segrete dell’animo umano, in un romanzo avvincente e ricco di colpi di scena che farà luce non solo su un omicidio, ma anche sul lato oscuro di ogni individuo.
TITOLO: Giochi 'ombra Schattenspiel
AUTORE: Charlotte Link
TITOLO ORIGINALE: Schattenspiel
TRADUZIONE A CURA DI: Gabriella Pandolfo
EDITORE: Corbaccio
DATA DI PUBBLICAZIONE: 27 marzo 2014
PAGINE: 450
ISBN: 9788863807295

TRAMA 8
PERSONAGGI 8
STILE 8
INCIPIT 8
FINALE 8
COPERTINA 7

4 stelle
Piacere Libridinoso

1748 Letto in 3 giorni


Una cosa certa quando si ha tra le mani un romanzo di Charlotte Link è che una volta iniziata la lettura, sarà impossibile smettere!

Giochi d’ombra è un thriller anomalo. Non è una storia da suspense, non c’è sangue. C’è un omicidio alla base del racconto, ma c’è, ancora di più, l’analisi introspettiva dei personaggi principali.

David Bellino è un uomo insicuro, arrogante e saccente. Cresciuto soggiogato da una madre rimasta prematuramente vedova e che ha fatto di lui il centro del suo mondo, David viene designato erede universale di Andreas Bredow, amico d’infanzia della madre, ricco e solo, che fa di David il centro del suo mondo.
David trascorrerà l’infanzia e l’adolescenza cercando di compiacere i due adulti. Questo farà di lui un adolescente insicuro e alla costante ricerca di approvazione da parte di tutti. Purtroppo, l’insicurezza che lo ha sempre contraddistinto, lo porterà a commettere vari errori che si ripercuoteranno negativamente sulle vite dei suoi unici amici, Natalie, Steve, Mary e Gina.
Quando, parecchi anni dopo, David inizia a ricevere lettere che lo minacciano di morte, decide di invitare i suoi vecchi amici a trascorrere il Capodanno con lui, allo scopo di scoprire chi di loro  potrebbe esserne l’autore.

Ed è proprio questo il punto. Discernendo, come in un diario, la vita di ogni personaggio, l’autrice ci porterà a scavare nell'animo e nei più reconditi segreti di ognuno di loro, facendoci scoprire che tutti avrebbero avuto un valido motivo per volere la morte di David. Ma portandoci anche a riflettere sul fatto che, nonostante l’ingerenza negativa da parte dell’amico nelle loro vite, nessuno di loro ha mai fatto qualcosa di concreto per cercare di cambiare il proprio destino, limitandosi ad addossare su David la colpa dei propri destini.
Il bello di questo romanzo è racchiuso proprio nel modo in cui l’autrice, raccontandoci la storia di Steve, Natalie, Mary e Gina e di come David abbia distrutto i loro sogni, ci porti a pensare che, in fondo, uno come lui lo avremmo ucciso anche noi! Allo stesso tempo, andando avanti con la narrazione, però, ci rendiamo conto di quanto ognuno di loro avrebbe potuto cercare di ricominciare da capo.
Che sia proprio la morte di David Bellino e l’essersi ritrovati dopo tanti anni a dar loro la forza di ricominciare?


11 aprile 2015

Recensione 'La ragazza in blu' di Susan Vreeland - Neri Pozza


SINOSSI

Strana giornata, questa del funerale del preside Merril! Mai e poi mai Richard avrebbe pensato di ritrovarsi, dopo la cerimonia, nella gelida casa di Cornelius Engelbrecht, il suo collega insegnante di matematica, seduto sulla sua poltrona di cuoio rosso, a conversare con quell’uomo dall’aspetto così insignificante da celare di certo un cuore incandescente o forse, in un angolo riposto della sua anima, qualche inconfessabile segreto.
Scapolo, vestito sempre con colori indefinibili, costantemente sulle sue e appartato nella sala dei professori, Engelbrecht si è sempre guardato bene dall’invitare chicchessia a casa sua. È con malcelato stupore perciò che Richard lo guarda accendere il camino, sorridere e, con gesti eccitati, illuminare  un quadro posto davanti alla poltrona: un dipinto straordinario in cui una ragazza con un grembiule blu siede a un tavolo accanto a una finestra aperta.
<<È un Vermeer>>, sussurra Cornelius Engelbrecht...
Così comincia questo straordinario romanzo che, come una preziosa scatola cinese, di capitolo in capitolo, ci conduce davanti al destino di una grande opera e delle persone, umili e potenti, nobili e arroganti, amanti dell’arte o del suo potere, che l’hanno avuta lungo i secoli.
Ecco allora Amsterdam, durante gli anni Quaranta, e le tragiche vicende della famiglia ebrea che possedeva La ragazza in blu; ecco la felice coppia olandese cui il dipinto apparteneva anni prima e che finisce col dividersi nell’istante in cui uno dei due ammette che la ragazza del quadro gli ricorda un vecchio amore; ecco, ancora più indietro, la vita di una fattoria olandese durante la grande inondazione del 1717; ecco, infine, Vermeer che, angustiato dai debiti, decide in un momento di rilassatezza e di gioia, di dipingere la figlia.
Fedele allo spirito del grande artista olandese, Susan Vreeland cattura, attraverso l’arte e il magico potere della bellezza che essa racchiude, i desideri, i sogni l’esistenza delle persone comuni.

TITOLO: La ragazza in blu Girl in Hyacinth Blue
AUTORE: Susan Vreeland
TITOLO ORIGINALE: Girl in hyacint blue
TRADUZIONE A CURA DI: Maria Clara Pasetti
EDITORE: Neri Pozza
DATA DI PUBBLICAZIONE: aprile 2013
PAGINE: 176
ISBN: 9788873059196

TRAMA 6
PERSONAGGI 5
STILE 6
INCIPIT 6
FINALE 7
COPERTINA 7

3 stelle
Discretamente Libridinoso

1748 Letto in 2 giorni

 
Credo che i più conoscano Vermeer grazie al suo quadro più famoso, La ragazza con l’orecchino di perla, stupendo dipinto che ha ispirato l’omonimo romanzo di Tracy Chevalier.
In questo piccolo romanzo, Susan Vreeland, che io ho scoperto ed amato grazie a La passione di Artemisia, ci racconta la storia di un altro capolavoro di Vermeer.

Peccato che il quadro rappresentato in copertina non sia affatto un dipinto di Vermeer e, soprattutto, non sia quello che ci viene ripetutamente descritto all’interno del romanzo.
Durante la narrazione, l’autrice descrive un quadro rappresentante una ragazza con un grembiule blu, intenta a cucine, con un bicchiere di latte posato sul tavolo.
Quello che vediamo in copertina altro non è che una riproduzione fatta da Jonathan Janson.

La trama del libro parte da un college americano, dove un professore mostra il quadro in questione ad un suo collega, assicurandogli che si tratti di un autentico Vermeer, sottratto da suo padre, nel 1942, ad una famiglia ebrea.
Da qui, l’autrice ci accompagna, a ritroso nel tempo, facendoci ripercorrere le tappe che hanno scandito l’esistenza stessa del dipinto.
Vedremo, come ultimo scenario, lo stesso Vermeer che, per far fronte agli ingenti debiti, decide di ritrarre una delle figlie.

Ciò che mi ha colpita particolarmente di questo romanzo è la passione con cui l’autrice descrive il quadro sin nei minimi dettagli. Le pennellate, la luce, le ombre... ogni più piccolo dettaglio è sottoposto ad un’analisi attenta ed esaustiva, tanto che, spesso, si ha la sensazione di trovarsi da ammirare il dipinto con i propri occhi.
Ciò che, invece, mi ha delusa è stata la costante mancanza di datazione dei periodi che ci vengono narrati. Si passa da una famiglia ad un’altra, vediamo il quadro passare di mano in mano, ma non si sa mai in quale periodo storico ci troviamo e, soprattutto, non si capisce mai come il quadro passi da una città ad un’altra, da una persona all’altra.
Di sicuro, da questo romanzo mi aspettavo di più.


8 aprile 2015

Recensione 'La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo' di Audrey Niffenegger - Mondadori

SINOSSI
Clare incontra Henry per la prima volta quando ha sei anni e lui le appare come un adulto trentaseienne nel prato di casa. Lo incontra di nuovo quando lei ha vent’anni e lui ventotto. Sembra impossibile, ma è proprio così. Perché Henry DeTamble è il primo uomo affetto da cronoalterazione, uno strano disturbo per cui, a trentasei anni, comincia a viaggiare nel tempo. A volte sparisce per ritrovarsi catapultato nel suo passato o nel suo futuro. È così che incontra quella bambina destinata a diventare sua moglie quando di fatto l’ha già sposata, o sua figlia prima ancora che sia nata.

TITOLO: La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo The Time Traveler's Wife
AUTORE: Audrey Niffenegger
TITOLO ORIGINALE:
The time traveler’s wife
TRADUZIONE A CURA DI: Katia Bagnoli
EDITORE: Mondadori
DATA DI PUBBLICAZIONE:
1 dicembre 2006
PAGINE: 503
CODICE ISBN: 9788894551669

TRAMA 7
PERSONAGGI 7
STILE 7
INCIPIT 7
FINALE 6
COPERTINA 6

3 stelle e mezzo
Discretamente Libridinoso ... mezzo

1748 Letto in 4 giorni


Questo è un libro che possiedo da tanto tempo, di cui ho sempre sentito parlare positivamente, ma che solo adesso ho deciso di leggere.
L’ho terminato ieri pomeriggio e, nelle ultime 24 ore, ho rimuginato sul voto finale e su cosa scrivere in questa recensione.
Perché questa non è una storia facile. E perché l’autrice ci ha messo anche del suo nel renderla, probabilmente, un po’ troppo prolissa.

Lui è Henry ed è affetto da cronoalterazione, un disturbo genetico che lo porta, sin dall’età di 5 anni, a viaggiare nel tempo. Lei è Clare.
I due si incontrano per la prima volta quando Clare ha 5 anni e Henry 36.
Da qui si dipana la loro storia, che vedrà Clare crescere, sposare Henry, cercare di avere un figlio con lui. E vedrà Henry viaggiare continuamente nel passato e nel futuro senza alcun controllo.

La storia è davvero originale e ben scritta. È un libro che va letto con attenzione, perché i continui salti temporali rischiano di creare un po’ di confusione.
Ciò che non mi ha entusiasmata è stato l’eccesso di prolissità dell’autrice, che infarcisce la storia di troppo episodi inutili.
Ci sono stati momenti durante la lettura, in cui mi sono proprio annoiata, in cui avrei avuto voglia di passare avanti.
Anche il finale mi ha lasciata alquanto perplessa: ho trovato superflue tutte le ultime 30 pagine.
Ecco, diciamo che una storia di 500 pagine si sarebbe potuta raccontare in 300!


4 aprile 2015

Recensione 'La donna che collezionava farfalle' di Bernie McGill - Bollati Boringhieri

SINOSSI

Irlanda del Nord, 1892. Charlotte Ormond, quattro anni, viene trovata morta nella stanza del guardaroba della dimora di famiglia. Ha le mani legate con una calza annodata a un anello infisso nel muro. La piccola si è strangolata nel tentativo di liberarsi. A chiuderla lì dentro è stata la madre Harriet, mettendo in atto i rigidissimi principi educativi in cui crede: la situazione le è sfuggita di mano, la sua colpevolezza è evidente, ma le cose sono davvero andate nel modo che appare più ovvio?
Sessanta anni dopo, Maddie, la vecchia tata di Charlotte, nel ricevere una lettera di Anna, l’ultima discendente degli Ormond, capisce che è giunto il momento di confessare un segreto che serba ormai da troppo tempo: solo lei sa cosa accadde veramente nell’ultimo giorno di vita di Charlotte. Al racconto di Maddie si alternano le pagine del diario che Harriet Ormond ha scritto in carcere dopo la condanna con cui si è concluso il processo a suo carico. Due voci potenti e straordinarie, quella arcaica, intrisa di spunti gotici, della popolana Maddie, e quella secca, tagliente, aristocratica di Harriet, una donna fiera e indipendente, algida e volitiva, incapace di scendere a compromessi. La piccola comunità del luogo è stata pronta a giudicarla, ma il suo diario rivela una realtà ben più complessa.
Dall’affascinante trasposizione letteraria di una vicenda realmente accaduta, una mystery story dai risvolti psicologici e ricca di suspense, emerge con forza il contrappunto di due vite intense e misteriose, a rivelare le mille sfaccettature di un’apparente verità.

TITOLO: La donna che collezionava farfalleThe Butterfly Cabinet
AUTORE: Bernie McGill
TITOLO ORIGINALE: The butterfly cabinet
TRADUZIONE A CURA DI: Simona Garavelli
EDITORE: Bollati Boringhieri
DATA DI PUBBLICAZIONE: 2 febbraio 2011
PAGINE: 224
CODICE ISBN: 9788833921914

TRAMA 6
PERSONAGGI 5
STILE 6
INCIPIT 6
FINALE 5
COPERTINA 6


Delusione Libridinosa

1748Letto in 2 giorni



Una doppia narrazione, sotto forma di diario e di lettere, quella che ci accompagna durante la lettura di questa storia.

Protagoniste principali sono Maddie, la tata, e Harriet, la padrona di casa.
Maddie, ormai novantenne, scrive lunghe lettere ad Anna, unica discendente di Harriet.
Prima considerazione: Maddie è afflitta da reumatismi e dolori di vario genere, il che, ovviamente, rende alquanto illogico credere che possa trascorrere le giornate scrivendo lettere infinite.
Seconda considerazione: le lettere in questione dovrebbero servire ad Anna per scoprire i segreti che velano la storia della sua famiglia di origine; invece, Maddie le riempie di dettagli inutili, che rendono la lettura noiosa, lenta, stancante.

La parte riguardante Harriet, invece, è impostata come un diario personale. La donna è stata condannata ad 12 mesi di detenzione per l’omicidio della figlia Charlotte.
Harriet appare sin da subito come una madre rigida e fredda, che mal tollera la vivacità di tutti i figli, che cerca di smorzare con punizioni corporali e castighi estremi.
Proprio Charlotte subirà la sorte peggiore, uccisa da un castigo che si è spinto troppo oltre.
Qual è il segreto di cui parla Maddie? Nessuno. Non c’è nulla di oscuro in questo racconto: Charlotte muore per mano della madre. FINE.

Lo stile dell’autrice è piacevole, lo spunto del racconto è una storia realmente accaduta.
Purtroppo, tutto si ferma qui. La storia scorre lenta, infarcita di dettagli superflui. I personaggi sono poco descritti, quasi anonimi, spesso si riscontrano incoerenze nel racconto, non si prova mai empatia verso la storia e i suoi protagonisti.
Tentativo fallito.